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La Voce della Valtrompia - La Voce del Popolo

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valtrompiavocemedia.it<br />

<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>Valtrompia</strong><br />

ottobre 2012<br />

9<br />

Alta Valle<br />

Comunità montana. Novità per i due caseifici comunali di Bovegno e Pezzaze<br />

Sinergia per il Nostrano<br />

di punta il Dop Nostrano <strong>Valtrompia</strong>.<br />

È stato studiato su misura per i due<br />

caseifici comunali di Bovegno e Pezzaze.<br />

<strong>La</strong> Comunità propone di accorpare<br />

la gestione con lavorazione <strong>del</strong><br />

latte in una sola struttura (Bovegno)<br />

mentre le attività produttive saranno<br />

svolte in autonomia dalle cooperative<br />

Monte Muffetto e Monte Guglielmo<br />

sempre utilizzando strutture pubblidi<br />

Edmondo Bertussi<br />

I due caseifici comunali di Pezzaze<br />

e Bovegno, fin’ora non coinvolti<br />

direttamente nella produzione Dop<br />

Nostrano <strong>Valtrompia</strong>, sono al centro<br />

<strong>del</strong>l’attenzione di enti e commercianti<br />

che sembra abbiano visto in essi l’opportunità<br />

per rientrare nella partita. <strong>La</strong><br />

Comunità montana, ritenendo che la<br />

filiera debba esser prima di tutto protetta<br />

dal lato dei produttori ha fatto la<br />

sua mossa con la <strong>del</strong>ibera “Rimodulazione<br />

Pisl Montagna 2011-2013”. Questa<br />

riguarda l’assegnazione definitiva<br />

di fondi regionali disponibili ex legge<br />

25 (circa 2,1 milioni nel triennio) per<br />

lo sviluppo di attività in montagna. Tra<br />

i 17 interventi finanziati, uno ha come<br />

oggetto: “Potenziamento <strong><strong>del</strong>la</strong> lavorazione<br />

associata <strong>del</strong> latte”. Vuole essere,<br />

ha spiegato in assemblea il presidente<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> Comunità montana Bruno<br />

Bettinsoli, il primo tassello di un riordino<br />

<strong>del</strong>l’intero settore caseario valtrumplino,<br />

che ha ora come prodotto<br />

Il caseificio comunale di Bovegno<br />

che disponibili in Bovegno. Sul piatto<br />

60mila euro (40 da fondi Pisl e 20 da<br />

Comunità montana) per investimenti<br />

diretti a garantire l’operatività produttiva:<br />

adeguamento strutture e attrezzature<br />

a Bovegno e acquisto nuovo<br />

mezzo per trasporto latte. Un intervento<br />

a Pezzaze sarà possibile solo a<br />

fronte di un aumento considerevole di<br />

latte conferito.<br />

<strong>La</strong> Via <strong>del</strong> sacro<br />

e <strong>del</strong>l’arte in Valle<br />

<strong>La</strong> Comunità montana ha editato<br />

“<strong>La</strong> Via <strong>del</strong> sacro e <strong>del</strong>l’arte in Valle<br />

Trompia” di Andrea Minessi. L’etnografo<br />

Franco Ghigini vi ha inserito<br />

un saggio sulla religiosità popolare.<br />

Fa seguito al volume (esaurito)<br />

“Santuari e Cappelle Votive” di Carla<br />

Fausti, edito nel 2000 (nella foto<br />

in testatina, una Santella a Caregno).<br />

I testi si completano reciprocamente:<br />

i nuovi inserimenti portano<br />

a 37 gli edifici religiosi illustrati nei<br />

due volumi con schede storico-artistiche<br />

ampliate, nuovi apparati fotografici<br />

e proposta di cinque itinerari<br />

tematici. Il saggio di Franco Ghigini<br />

aggiunge all’accurata descrizione<br />

storico-artistica <strong>del</strong>le chiese curata<br />

da Minessi, la dimensione sociale<br />

di tradizioni e religiosità montanara<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> quale quei monumenti sono<br />

il frutto. Ricordando anche “santelle<br />

disperse e affreschi votivi inseriti<br />

nelle facciate di sperdute cascine”<br />

dal predominante culto mariano a<br />

quello dei santi “patroni di paese e<br />

protettori da malattie e calamità”,<br />

recuperando memoria e recente documentazione<br />

fotografica di eventi<br />

come la Sagra di S.Antonio a Graticelle<br />

e la vendita all’incanto a favore<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> parrocchia. Ricordando insieme<br />

che le sagre erano anche “sabbatica<br />

sospensione dal tempo e dalle<br />

quotidiane fatiche”. (e.b.)<br />

Comunità Montana. A impianti avviati, il Comune riceverà come base 100mila euro per l’esercizio annuale<br />

Raggiunta l’unanimità: ora l’acqua è un bene comune<br />

I primi progetti di acquedotto comune<br />

valtrumplino per risolvere con<br />

captazioni a monte l’approvvigionamento<br />

di acqua potabile risalgono a<br />

30 anni fa. L’utilizzo <strong><strong>del</strong>la</strong> buona acqua<br />

dei torrenti Mella di Sarle (nella foto),<br />

Zerlo, Graticelle in Bovegno era e resta<br />

determinante: ma il paese fino a ieri<br />

era contrario. Ora ecco il via libera,<br />

all’unanimità, <strong><strong>del</strong>la</strong> Comunità montana<br />

alla convenzione e ai relativi provvedimenti<br />

con la società Elettrica S.<br />

Giorgio titolare di due istanze di concessione<br />

di due piccole derivazioni a<br />

uso idroelettrico relative ai tre torrenti<br />

indicati. Il Consiglio comunale di Bovegno<br />

aveva approvato il progetto ai<br />

primi di luglio. Bisognava trovare un<br />

punto di equilibrio tra tre esigenze: la<br />

Comunità montana chiedeva solide<br />

garanzie a salvaguardia <strong><strong>del</strong>la</strong> esigenza<br />

collettiva di compatibilità con l’ipotizzato<br />

acquedotto di valle; il Comune di<br />

Bovegno voleva uscire da una situazione<br />

che bloccava qualsiasi iniziativa di<br />

utilizzo <strong><strong>del</strong>la</strong> “sua acqua” a beneficio<br />

<strong>del</strong> paese; i privati chiedevano di poter<br />

realizzare un investimento di circa<br />

5 milioni di euro per due centraline.<br />

È un accordo con benefici immediati<br />

alle casse degli enti, crea posti di<br />

lavoro e energia pulita rinnovabile.<br />

Riassumendo, il progetto utilizza altrettanti<br />

“salti” esistenti dei torrenti<br />

Sarle e Zerlo: uno di 95 metri a circa<br />

700 metri di quota; l´altro di circa 40<br />

metri sotto l´ex stringhificio, dove una<br />

avveniristica centralina fu realizzata<br />

a inizio Novecento. Le due condotte<br />

sono previste nell´alveo fluviale con<br />

una presa a “trappola”: griglie nelle<br />

quali l´acqua entrerà solo quando la<br />

portata disponibile sarà più elevata<br />

<strong>del</strong> deflusso minimo stabilito. Non ci<br />

saranno bacini, ma solo “captazione<br />

aperta”. (e.b.)

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