La Voce della Valtrompia - La Voce del Popolo
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<strong>La</strong> <strong>Voce</strong> <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>Valtrompia</strong><br />
ottobre 2012<br />
Sito:<br />
www.lavoce<strong>del</strong>popolo.it<br />
Primo piano<br />
Approfondimento. Giovani, giovanissimi e alcol: un fenomeno che finalmente comincia a preoccupare<br />
<strong>La</strong> 1ª causa di morte al mondo:<br />
le patologie alcolcorrelate<br />
Un undicenne che<br />
assaggia anche solo<br />
per la prima volta<br />
la birra (o peggio<br />
il vino o i superalcolici)<br />
deve far riflettere<br />
e invitare tutti a<br />
scelte di coerenza<br />
di Massimo Venturelli<br />
Genitori, insegnanti, educatori e<br />
animatori “di ogni ordine e grado” in<br />
campana: l’età <strong>del</strong> primo approccio<br />
all’alcol si va facendo sempre più tenera.<br />
Secondo le ultime statistiche è<br />
scesa a 11 anni: praticamente si passa<br />
dal biberon alla bottiglia!<br />
Il dato è contenuto in una ricerca europea<br />
ma, a cascata, tocca anche, per<br />
quel che riguarda l’Italia, indagini nazionali,<br />
regionali e provinciali.<br />
Nelle scorse settimane nel Bresciano<br />
si è tornato a parlare <strong>del</strong> rapporto<br />
tra giovani e alcol dopo che la polizia<br />
locale <strong>del</strong> capoluogo ha intimato 15<br />
giorni di chiusura (e relativa ammenda<br />
pecuniaria) a un locale <strong><strong>del</strong>la</strong> “movida”<br />
nostrana reo di aver venduto alcolici<br />
a ragazzi che non avevano ancora<br />
compiuti i 16 anni, limite stabilito dalla<br />
legge. <strong>La</strong> notizia di cronaca è stata<br />
l’occasione per tornare a puntare i riflettori<br />
su un fenomeno di cui si parla<br />
poco in generale, men che meno nei<br />
suoi aspetti più preoccupanti, come lo<br />
è appunto il progressivo abbassamento<br />
<strong>del</strong>l’età <strong>del</strong> primo contatto.<br />
Il consumo di alcol ha sempre fatto<br />
parte, come quello <strong><strong>del</strong>la</strong> pastasciutta,<br />
<strong><strong>del</strong>la</strong> tradizione italica. Un buon<br />
bicchiere, magari offerto anche ai ragazzi<br />
e ai bambini presenti, ha salutato<br />
ogni festa di famiglia, matrimoni,<br />
battesimi, compleanni, capodanno,<br />
pranzi di Pasqua e di Natale compresi.<br />
Come percepire che questa “bella<br />
tradizione” avrebbe negli anni aperto<br />
la strada alla devianza? D’altra parte<br />
basta passare in rassegna uno dei<br />
tanti questionari che negli anni sono<br />
stati sottoposti a diverse generazioni<br />
di giovani per comprendere come sia<br />
sempre stata la famiglia, il primo contesto<br />
in cui è avvenuto il contatto... I<br />
problemi, semmai, sono giunti dopo.<br />
Si è seriamente iniziato a considerare<br />
in chiave problematica il rapporto tra<br />
giovani e alcol quando ha dato luogo a<br />
effetti secondari: gli incidenti stradali<br />
dovuti alla guida in stato di ebbrezza,<br />
i costi sociali che questi producono,<br />
etc. L’allarme è scattato quando l’Organizzazione<br />
mondiale <strong><strong>del</strong>la</strong> sanità<br />
ha iniziato a presentare dati su dati<br />
che certificano che la prima causa di<br />
morte al mondo è quella <strong>del</strong>le patologie<br />
“alcolcorrelate”. Se però birre,<br />
vino, alcolici e superalcolici vengono<br />
tranquillamente pubblicizzati, se sono<br />
prodotti che circolano tranquillamente<br />
anche in casa, perché dovrebbero<br />
fare male? Ecco una <strong>del</strong>le obiezioni<br />
che gli alunni <strong><strong>del</strong>la</strong> scuola media pongono<br />
a quegli insegnanti che cercano<br />
di far loro comprendere la pericolosità<br />
di certi comportamenti. Messaggi<br />
chiari ma che molto spesso rischiano<br />
di fallire per una non adeguata messa<br />
a punto di quella rete di agenzie educative<br />
che, insieme, dovrebbero arginare<br />
il fenomeno.<br />
Le istituzioni. Essenziale una sinergia educativa tra tutte quelle realtà in cui i soggetti interessati vivono<br />
L’impegno <strong>del</strong>l’Asl e la vera necessità di lavorare in rete<br />
I numeri, non ammettono repliche<br />
o cali di tensione. Certo la percentuale<br />
di giovani e giovanissimi che bevono<br />
(sia pure occasionalmente) è diminuita<br />
rispetto al passato. Contestualmente,<br />
però, si è ridotta anche l’età<br />
<strong>del</strong> primo approccio all’alcol: 11 anni.<br />
I dati, che confermano quelli nazionali<br />
e regionali, sono forniti da Fabio Roda<br />
(nella foto), responsabile <strong>del</strong> servizio<br />
alcologia <strong>del</strong>l’Asl di Brescia. Il medico<br />
fornisce anche qualche dato in più. il<br />
25% degli 11enni che dichiara di avere<br />
già avuto il “battesimo” <strong>del</strong>l’alcol, beve<br />
regolarmente una volta al mese. Il<br />
4% ammette, invece, di bere una volta<br />
a settimana. Il 2% lo fa tutti i giorni.<br />
L’1% ha già sperimentato l’esperienza<br />
<strong>del</strong>l’ubriacatura. Numeri preoccupanti.<br />
“Il tema – continua Fabio Roda – è<br />
che, senza una collaborazione tra tutte<br />
le realtà e le agenzie educative che<br />
intercettano giovani e giovanissimi,<br />
si tratta di un problema difficile da<br />
affrontare perché non è ancora completamente<br />
avvertito nella sua pericolosità<br />
sociale”. Come può essere<br />
pericoloso quel bicchiere che magari<br />
per la prima volta viene consumato in<br />
famiglia? “Il problema – afferma il responsabile<br />
<strong>del</strong> servizio di alcologia – è<br />
che spesso l’alcol diventa quella che in<br />
termini tecnici viene definita una sostanza<br />
ponte, che facilita il passaggio<br />
di tanti giovani alla dipendenza da altri<br />
tipi di sostanze”. L’Asl di Brescia fa la<br />
sua parte dando risposte a chi si rivolge<br />
ai servizi attivati mentre diverso è il<br />
campo sconfinato <strong><strong>del</strong>la</strong> prevenzione,<br />
soprattutto quando questa deve essere<br />
affrontata con soggetti che sono poco<br />
più che bambini.