2009 numero 1 - LEGA NAVALE ITALIANA sezione di GRADO
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Storia della navi<br />
Quando i trabaccoli solca<br />
Non più <strong>di</strong> un secolo fa, l’Alto<br />
Adriatico era frequentato da<br />
un gran <strong>numero</strong> <strong>di</strong> piccole<br />
imbarcazioni da trasporto che, al<br />
massimo del carico, navigavano<br />
emergendo dall’acqua appena 50<br />
cm.<br />
Tra queste navi, spiccava per<br />
efficienza e capienza, il trabaccolo<br />
da trasporto. Dotato <strong>di</strong> un unico<br />
ponte senza sovrastrutture,<br />
con due alberi e un’ampia prua<br />
caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong><br />
fori simili a occhi, il trabaccolo<br />
fu a lungo il simbolo stesso della<br />
navigazione adriatica, in<strong>di</strong>cando<br />
con il suo nome una delle due<br />
vele issate a sinistra dell’albero <strong>di</strong><br />
maestra e a destra del trinchetto.<br />
Semplice nelle sue linee, poteva<br />
considerarsi una vera e propria<br />
nave per le possibilità che offriva:<br />
agile nelle manovre nei porti,<br />
sicura nell’affrontare il mare (lo<br />
Stato della Chiesa utilizzò proprio<br />
i trabaccoli come guardacoste),<br />
capiente nel trasporto potendo<br />
caricare <strong>di</strong> tutto: carbone, legna,<br />
pietre, ghiaia, sabbia, cocomeri,<br />
farina, cemento e botti <strong>di</strong> vino.<br />
Fu a lungo signore incontrastato<br />
del trasporto, fino a quando<br />
non fu sostituito dalla goletta,<br />
“giunta da altri mari per tentare <strong>di</strong><br />
ridare vita alla navigazione a vela<br />
destinata ormai a cedere il passo<br />
al motore a combustione interna<br />
e al trasporto su strada”.<br />
Al centro <strong>di</strong> un’incessante attività<br />
<strong>di</strong> carico e scarico, i trabaccoli<br />
erano in grado <strong>di</strong> addentrarsi,<br />
grazie al loro pescaggio, nei canali<br />
della Bassa Friulana e del litorale<br />
Veneto. Non particolarmente<br />
veloci, ma robusti e capaci, erano<br />
condotti da pochi uomini esperti<br />
tanto nella navigazione marina<br />
che in quella lagunare. Erano<br />
caratterizzati da una robusta<br />
ruota <strong>di</strong> prua un po’ rientrante,<br />
con mascone rigonfio. La poppa<br />
era quasi perpen<strong>di</strong>colare e<br />
munita <strong>di</strong> timone a calumo,<br />
cioè con pala più profonda della<br />
chiglia, che un paranco poteva<br />
sollevare in caso <strong>di</strong> bisogno.<br />
L’armo velico era costituito da<br />
un grande fiocco (polaccone),<br />
con asta mobile e due alberi fissi<br />
alzanti ciascuno una vela al terzo,<br />
munita <strong>di</strong> pennone anche lungo<br />
il lato inferiore. Per adeguarsi ai<br />
tempi anche il trabaccolo aveva<br />
imbarcato, attorno agli anni<br />
Venti, i primi motori economici<br />
a basso <strong>numero</strong> <strong>di</strong> giri. Lo scafo<br />
era <strong>di</strong>pinto con colori <strong>di</strong>versi, la<br />
caratteristica saliente era però<br />
la prua, che nella parte interna<br />
lega navale italiana - 13