I nuovi strumenti dell'ascesi monastica - Vitanostra-nuovaciteaux.it
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Carisma Cistercense 1.2<br />
I <strong>nuovi</strong> <strong>strumenti</strong> dell’ascesi <strong>monastica</strong><br />
Madre Cristiana Piccardo 1 , N.S. di Coromoto, Venezuela, OCSO<br />
da un Cap<strong>it</strong>olo tenuto alla comun<strong>it</strong>à<br />
La comun<strong>it</strong>à di V<strong>it</strong>orchiano (OCSO),<br />
più o meno dal 1957 al 1967, così<br />
come quella di Grottaferrata (sede precedente<br />
della stessa, dal 1875 al 1956), erano caratterizzate<br />
da un’ascesi molto esplic<strong>it</strong>a, col<br />
suo largo aspetto di pen<strong>it</strong>enza corporale, che<br />
possiamo declinare come: grande povertà,<br />
orari rigorosi e frammentari; levata a Vigilie<br />
spesso anti cipata per le domeniche e le feste;<br />
intervalli minimali; lavoro quasi esclusivamente<br />
agricolo e fisicamente logorante sopratutto<br />
se si svolgeva nelle stalle o nei pollai,<br />
o nei grandi lavori stagionali totalmente<br />
manuali: miet<strong>it</strong>ura, fienagione, vendemmia,<br />
ecc. A questo si deve aggiungere un’estrema<br />
frugal<strong>it</strong>à alimentare: un uovo sodo a Pasqua<br />
Madre Cristiana Piccardo<br />
e a Natale e i caratteristici digiuni dell’Ordine<br />
che giungevano anche a pesare il pane che poteva essere consumato ad ogni pasto.<br />
C’erano anche molte pen<strong>it</strong>enze esteriori e devozionali che andavano dalla disciplina<br />
del venerdì e dall’uso di cilizi vari, alle frequenti prostrazioni pubbliche in coro o<br />
alla porta della chiesa; dal bacio dei piedi della comun<strong>it</strong>à in refettorio, all’elemosinare<br />
in ginocchio il proprio pane; dal mostrare a tutte le sorelle l’oggetto danneggiato o<br />
rotto, al consumare il proprio pasto in ginocchio al centro del refettorio, ecc.<br />
Il silenzio era rigoroso e la comunicazione avveniva esclusivamente a segni, mentre<br />
il sistema delle proclamazioni - profondamente umiliante perché ogni difesa e giustificazione<br />
era inammissibile - manteneva un rigore disciplinare notevole.<br />
1<br />
Madre Cristiana Piccardo (era delegata Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana) entra a 34 anni, nel<br />
1958, nella comun<strong>it</strong>à di V<strong>it</strong>orchiano, nella quale assume, nel 1964, la carica di superiora. Tra il 1964<br />
e il 1988, data della sua partenza per il Venezuela, la comun<strong>it</strong>à di V<strong>it</strong>orchiano fonda case in cinque<br />
continenti, e continuerà in segu<strong>it</strong>o a crescere nello spir<strong>it</strong>o sia contemplativo che missionario tipico<br />
dell’impronta data da Madre Cristiana. La Madre perciò conduce la comun<strong>it</strong>à proprio attraverso il<br />
delicato momento del post-concilio, dell’aggiornamento, del rinnovamento nella fedeltà al carisma<br />
dei fondatori; non offre una ricetta o uno slogan, ma aiuta a compiere una profonda evoluzione di<br />
mental<strong>it</strong>à, preparando così anche un cambiamento di strutture.<br />
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Attualmente la struttura pen<strong>it</strong>enziale è andata m<strong>it</strong>igandosi col normale evolvere<br />
della v<strong>it</strong>a e i comuni sistemi di confort introdotti ad ogni livello: igienico, alimentare,<br />
edilizio. L’organizzazione del lavoro è diventata più funzionale, tecnicizzata, adeguata<br />
a forze fisiche ridotte e in grado di lasciare maggiori spazi di tempo libero. La<br />
prassi delle pen<strong>it</strong>enze pubbliche o devozionali è caduta lentamente in disuso a causa<br />
della difficoltà di comprendere i suoi reali contenuti e la sua efficacia trasformante.<br />
Tuttavia lo scopo fondamentale, anche se spesso misconosciuto, dell’antica prassi<br />
ascetica permane in tutto il suo valore: la purificazione del cuore e del corpo; l’umile<br />
riconoscimento e confessione del proprio male per ricevere il perdono di tutta la<br />
comun<strong>it</strong>à; la docil<strong>it</strong>à della mente e della volontà all’azione correttiva della comun<strong>it</strong>à<br />
e dei superiori; i gesti esplic<strong>it</strong>i della sottomissione indicativi del desiderio sincero di<br />
voler essere gli ultimi, sotto i piedi di tutti e dipendenti dalla compassione di tutti; la<br />
conformazione fondamentale all’umiliazione e al dolore della passione del Signore.<br />
Si tratta appunto di contenuti permanenti della purificazione ascetica della vocazione<br />
<strong>monastica</strong> che non possono cadere in disuso.<br />
Oggi l’antica prassi si è rivest<strong>it</strong>a di altri nomi che procedono da contenuti esistenti<br />
e da intuizioni nuove. Queste sono certamente legate allo sviluppo di una diversa visione<br />
ecclesiologica della comun<strong>it</strong>à, da una coscienza diversa del valore della persona<br />
e della sua partecipazione alla convivenza, dalla diversa s<strong>it</strong>uazione sociale e culturale<br />
in cui siamo immersi.<br />
L’ascesi, pur legata ancora al rigore di una struttura comun<strong>it</strong>aria che conserva il<br />
suo essenziale stile pen<strong>it</strong>enziale (orari, vigilie, silenzio, astinenza, lavoro manuale,<br />
ecc), sottolinea oggi due particolari dimensioni: la partecipazione responsabile e la<br />
comunione fraterna.<br />
Consideriamo brevemente il valore di questi due aspetti.<br />
La partecipazione responsabile, così come è venuta sempre più chiarendosi in questi<br />
ultimi anni, significa oggi: una vera convergenza di giudizio e di scelte, una convinta<br />
affermazione del bene comune, uno sforzo generoso di pos<strong>it</strong>ivizzazione e valorizzazione<br />
del comune cammino comun<strong>it</strong>ario, una consonanza profonda di pensiero e di<br />
volontà con l’autor<strong>it</strong>à della casa.<br />
Tutto ciò ha determinato uno stile di obbedienza più consapevole e coinvolto,<br />
una adesione più totalizzante alla propria comun<strong>it</strong>à, alla sua grazia specifica, al suo<br />
cammino, alle sue scelte ed un’accettazione più partecipata e rispettosa anche dei suoi<br />
lim<strong>it</strong>i, dei suoi tempi, delle sue concrete possibil<strong>it</strong>à nell’affrontare la v<strong>it</strong>a e realizzare<br />
la comune vocazione.<br />
La comunione fraterna si è manifestata chiaramente in una serie di valori sempre<br />
più emergenti, quali: il superamento dell’estrane<strong>it</strong>à e della ricerca egoistica del proprio<br />
comodo e del proprio spazio; l’affermazione del valore ontologico dell’altro, al di<br />
là delle sue capac<strong>it</strong>à e mer<strong>it</strong>i, in un’ascesi di rispetto, ascolto, cordial<strong>it</strong>à, ammirazione,<br />
misericordia e compassione; l’emergere dalle zone oscure della rivalsa, del confronto<br />
e della sottolineatura costante del negativo; il cessare di considerare il diverso come<br />
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minaccia per considerarlo nella sua possibil<strong>it</strong>à arricchente; un fondamentale r<strong>it</strong>orno<br />
alla realtà paradigmatica dell’ “uno corde et anima una” della Chiesa prim<strong>it</strong>iva.<br />
Da questo deriva una scelta determinante di accogliere ogni presenza come dono,<br />
come certezza di incontro col Signore, come occasione feconda di servizio ed espropriazione<br />
dall’angustia del ‘mio’.<br />
Gli <strong>strumenti</strong> di questa ascesi - che più si sperimenta e più si profila come esigente<br />
e condizionante - hanno preso il nome di:<br />
• verifica umile, trasparente e consegnata della propria v<strong>it</strong>a con i superiori<br />
per ricevere una parola che sia indicazione e correzione, per una più vera<br />
conoscenza di sé e per vivere una fedeltà provata e matura alla loro direzione.<br />
• dialogo. Parlando del dialogo la Ratio dell’Ordine dice “Nel dialogo i<br />
membri della comun<strong>it</strong>à apprendono l’ascolto reciproco, il confronto con altri<br />
punti di vista e sono stimolati a sviluppare la loro capac<strong>it</strong>à di espressione. Essi<br />
imparano il coraggio di affrontare i problemi e la pazienza nella lentezza del<br />
cammino comun<strong>it</strong>ario. Essi imparano a conoscersi meglio e sono più disposti<br />
a perdonare quando i confl<strong>it</strong>ti sono inev<strong>it</strong>abili”. (Ratio I, 2.13)<br />
• integrazione generazionale. E’ il lavoro pedagogico per raggiungere<br />
quella integrazione con le sorelle della stessa generazione, quella mutua accoglienza<br />
nella comune ricerca della ver<strong>it</strong>à e della fedeltà agli stessi valori, che<br />
spesso si presenta come il cammino più difficile e complesso (momenti di<br />
dialogo in noviziato, in <strong>monastica</strong>to, nei gruppi generazionali, ecc.).<br />
• discernimento comun<strong>it</strong>ario. Non si tratta solo di dire il proprio pensiero<br />
sulla sorella o la s<strong>it</strong>uazione in esame, ma di aprirsi al discernimento altrui<br />
in modo che il nostro discernimento evolva e maturi e sappia integrare le<br />
decisioni comun<strong>it</strong>arie rendendole proprie senza riserva alcuna.<br />
La partecipazione responsabile aggiunge: la presenza piena nei consigli economici;<br />
il pieno coinvolgimento nella valutazione della conduzione operativa ed economica<br />
della casa; l’assunzione delle decisioni e del cammino comun<strong>it</strong>ario e più ampiamente<br />
dell’evoluzione stessa dell’Ordine di cui facciamo parte con tutto quello che significa<br />
di attenzione, sforzo di riflessione e di studio. Tutti questi elementi cost<strong>it</strong>uiscono la<br />
nuova dimensione dell’ascesi <strong>monastica</strong>, nella continua purificazione del cuore, della<br />
mente e della volontà. Come già in passato, essa si muove sullo spir<strong>it</strong>o di fede, su<br />
un’umiltà che si fa ascolto, trasparenza, fiducia, rispetto, su una pazienza che permane<br />
dentro il solco comune, su una adesione che si alimenta di fedeltà e di generosa<br />
partecipazione.<br />
I risvolti negativi di questa dimensione ascetica? Ci possono essere. Le nuove<br />
forme di dialogic<strong>it</strong>à, condivisione, partecipazione possono far emergere tentazioni di<br />
democratizzazione (l’assemblea dei fratelli, delle sorelle si pronuncia e decide su tutto<br />
in base a maggioranze o minoranze) e di socializzazione (l’autor<strong>it</strong>à non eserc<strong>it</strong>a più<br />
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il discernimento e la decisione ultima, ma assicura la mutua relazione e l’equilibrio<br />
della convivenza).<br />
Si possono quindi formare dei nuclei e zone di potere (diversificazione di visione,<br />
opposizione all’autor<strong>it</strong>à, ostinazione del proprio punto di vista, condizionamento del<br />
cammino comun<strong>it</strong>ario attraverso forme di aggressiv<strong>it</strong>à, arb<strong>it</strong>rarietà, arroganza convinta<br />
di possedere tutta la ver<strong>it</strong>à).<br />
Si possono verificare delle emarginazioni volontarie in chi si astrae o permane in<br />
s<strong>it</strong>uazioni d’indifferenza ed inerzia interiore. Si possono assumere le nuove forme<br />
ascetiche senza il loro reale contenuto di conversione.<br />
Dove si s<strong>it</strong>ua la nostra comun<strong>it</strong>à di fronte a questi <strong>nuovi</strong> <strong>strumenti</strong> dell’ascesi<br />
<strong>monastica</strong>? Il discorso è stato chiaramente formulato; è stato chiaramente cap<strong>it</strong>o; tuttavia<br />
non è stato totalmente interiorizzato. Entrano in gioco la nostra superficial<strong>it</strong>à e<br />
il nostro peccato - certamente - ma va anche riconosciuto che la totale interiorizzazione<br />
della modal<strong>it</strong>à ascetica contemporanea coincide con un modello di sant<strong>it</strong>à non<br />
facilmente raggiungibile. Bisogna almeno coltivare lucidamente la tensione a questo<br />
esigente ideale ascetico.<br />
Convegno a V<strong>it</strong>orchiano 2010 sulla V<strong>it</strong>a Comune<br />
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