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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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T. M. RAUZINO La vitaI Pinto Principi di <strong>Ischitella</strong> e Peschici 95<br />

casato che allestiva <strong>il</strong> presepe. Il fatto che <strong>il</strong> principe di <strong>Ischitella</strong> fin dal 1765 sia<br />

stato costretto ad impegnare i gioielli dei Magi e gli ori delle popolane del suo presepe<br />

-e non perché si fossero capovolte le sorti economiche della sua famiglia, ma<br />

per una momentanea necessità di liquidi- denota la natura precaria delle imponenti<br />

costruzioni presepiali nate, più che dalla devozione natalizia e da scopi religiosi<br />

o mistici, per la funzionale esigenza di consolidare, attraverso l’ostentazione, <strong>il</strong><br />

prestigio personale raggiunto dalle grandi famiglie napoletane 60 .<br />

Nel corso dell’Ottocento, molti presepi furono progressivamente smembrati.<br />

I Perrone, grandi appassionati e competenti (Antonio fu tra i fondatori della letteratura<br />

dedicata al presepe), ne acquisteranno i migliori esemplari. Una parte di<br />

questi darà vita alla Raccolta Perrone, oggi custodita nel Museo della Certosa di<br />

San Martino.<br />

Pasquale Pinto<br />

Emanuele Pinto morì indebitato nel 1767. I suoi creditori sequestrarono <strong>il</strong> feudo di<br />

storia peschiciana in G. GERARDI; Peschici città delle sedici porte, a cura di Enrico Crispolti, Massimo

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