Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari
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94 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />
sione e materiale, dal legno di bosso int<strong>agli</strong>ato alla cera modellata, dallo stagno<br />
dipinto alla terracotta. Ad un certo punto, si riporta la seguente notazione: In tre<br />
stanze consecutive è piantato <strong>il</strong> Presepe grande con tutti i pastori. Probab<strong>il</strong>mente<br />
era quello composto dalle fi gure acquistate dal principe Francesco Emanuele Pinto<br />
nel 1743-44, per l’ingente somma di oltre 2.000 ducati 57 . Ma la notizia più interessante<br />
è che i redattori dell’inventario reperirono in un altro ambiente del palazzo,<br />
precisamente nel camerino dove dormono le Donne detto de’ Pastori, una serie di<br />
oggetti che oggi suscitano grande curiosità. Si trattava di gruppi di figure e di pezzi<br />
di scenografie custodite in casse: Una carrozza ricca a due cavalli con un Cardinale<br />
dentro, e Vescovi; una stanza con moltissimi personaggi in piccolo di creta,<br />
che fanno diverse azioni (forse un bozzetto per un presepe); un Baroccio a quattro<br />
cavalli tinto di verde con un Cavaliere di Malta dentro; un volantino a due cavalli<br />
con due volanti alli lati, e servidori dietro con la livrea di Policastro, e li cavalli<br />
sono di capezza di moro; un carro con due botti sopra, e due personaggi, e due<br />
bovi; un m<strong>il</strong>ordo a cavallo. Vi erano inoltre scene che riproducevano una cella del<br />
Monistero di S. Chiara con diversi personaggi, e ornamenti; la guglia di S. Gennaro<br />
di sovero [sughero] colorito; un ospitio con diversi personaggi, e sua cappella; un<br />
monistero di campagna con vari personaggi, e sua cappella; e così via 58 .<br />
Le cronache de La Gazzetta di Napoli citarono a più riprese, durante <strong>il</strong> periodo<br />
austriaco (1707-1734), la visita dei Vicerè ai presepi napoletani ed è singolare apprendere<br />
che <strong>il</strong> più celebre presepe in città era quello di Emanuele Pinto, principe<br />
di <strong>Ischitella</strong>. In una cronaca è riportato che l’ultima Viceregina austriaca vi andò<br />
preceduta da un drappello di guardie tedesche ed accompagnata da alcune dame.<br />
Il principe e la principessa d’<strong>Ischitella</strong> la ricevettero ai piedi della scala ed era<br />
con loro anche l’architetto del presepe, Desiderio de Bonis 59 .<br />
I pezzi citati nell’inventario del 1767 facevano parte, probab<strong>il</strong>mente, di questo<br />
presepe più antico, ideato dal de Bonis, e che non trovò posto in quello montato<br />
successivamente nel palazzo dei Pinto.<br />
Nel Settecento, i presepi allestiti nei palazzi nob<strong>il</strong>iari di Napoli erano qualcosa<br />
di unico. Le scene costruite con ricchezza di particolari, la plasticità dei volti dei<br />
pastori, attiravano un pubblico numeroso di ogni estrazione sociale, suscitando<br />
d<strong>il</strong>etto e meraviglia nei visitatori. Il tutto con una ricchezza inaudita di sete e stoffe,<br />
gioielli, ori ed argenti che dovevano dimostrare lo status socio-economico del nob<strong>il</strong>e<br />
Consorzio CAPAN e realizzato dalla Camera di Commercio di Napoli, Elio De Rosa editore, Napoli,<br />
1998, in http://www.na.camcom.it/artigianato_artistico/presepe.htm<br />
58<br />
Ivi.<br />
59<br />
Cfr. www.mclink.it/presepi/presepi97b/italiano/nap_3.htm<br />
60<br />
Cfr. www.mclink.it/presepi/presepi97b/italiano/nap_3.htm<br />
61<br />
Cfr. C. CANNAROZZI, <strong>Ischitella</strong>, cit. e Biografi e <strong>Ischitella</strong>ne, cit. In particolare vedasi <strong>il</strong> paragrafo:<br />
Vicenda della Chiesa di San Michele, oggi Sant’Eustachio, nel presente saggio.<br />
62<br />
A. S.F. , Dogana delle pecore di Foggia, s.V, b. 81, fasc. 5285. cfr M. R. TRITTO, Frammenti di