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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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10 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

Vargas Machuca, come evidenziato dalla relazione Lopriore-Rauzino che, partendo<br />

da un diploma del 12 luglio 1084, percorre le vicende della famiglia de Vargas fino<br />

alle soglie del ventesimo secolo.<br />

A Francesco Pinto, uomo di mondo, possiamo affiancare una piacevole figura<br />

di “padrona allegra”, con la sua corte di cicisbei, detta la “pampinosa”, tanto famosa<br />

da essere ricordata nel Decameron. Feudatari famosi per i loro splendidi palazzi<br />

di Napoli, la cui bellezza fa la storia dell’urbanistica della capitale del regno. Feudatari<br />

famosi per occupare posizioni importanti come <strong>il</strong> de Vargas Machuca, che<br />

firmerà centinaia di regi assensi, prima del Re, presso la Camera di Santa Chiara a<br />

Napoli, dopo <strong>il</strong> 1741. Ci sono gli onnipresenti principi de’ Sangro, i Pinto di origine<br />

portoghese, forse ebrei convertiti per salvare vita e ricchezze. C’è Napoleone. Una<br />

lunga galleria di ricchi, la cui ricchezza si è lentamente costruita sullo sfruttamento<br />

di quei tanti poveri sconosciuti che firmeranno con <strong>il</strong> segno di croce lo statuto di<br />

una delle quattro confraternite presenti ad <strong>Ischitella</strong>. La loro presenza, per <strong>il</strong> secolo<br />

XVII, è documentata dalla visita pastorale ad <strong>Ischitella</strong> dell’Orsini, brevissimamente<br />

sintetizzata da Grazia S<strong>il</strong>vestri. Vi emerge la realtà devozionale ed assistenziale della<br />

cittadina. Una realtà nella quale i <strong>feudatari</strong> sono totalmente assenti, come risulta<br />

d<strong>agli</strong> statuti confraternali settecenteschi studiati dalla scrivente. Sono documenti<br />

che testimoniano una profonda religiosità, spirito di organizzazione e solidarietà di<br />

quelle persone lavoratrici, semplici, assolutamente non note o importanti le quali,<br />

nonostante <strong>il</strong> loro anonimato, <strong>il</strong> loro essere dei nessuno, hanno fatto veramente, con<br />

la loro faticosa operosità, la storia di <strong>Ischitella</strong> e di <strong>Varano</strong>. I cittadini di <strong>Ischitella</strong>,<br />

discendenti degli antichi confratelli, sono, infatti, ancora presenti in città, gli<br />

antichi <strong>feudatari</strong> non più. Di questi restano soltanto alcune tracce.<br />

La relazione di Gianfranco Piemontese, supportata da un ricco apparato iconografico,<br />

<strong>il</strong>lustra con puntualità le tipologie architettoniche e <strong>il</strong> contesto territoriale<br />

in cui si collocano le prestigiose costruzioni, sia di tipo m<strong>il</strong>itare che di tipo<br />

residenziale-ricreativo, realizzate <strong>dai</strong> principi Pinto sul Gargano.<br />

Ci sembra che la giornata di studio organizzata per ricostruire una parte della<br />

storia di una microarea come la “Terra di <strong>Ischitella</strong>” e i successivi approfondimenti<br />

di altri studiosi, vadano valutati e considerati in questa chiave e gli atti qui pubblicati<br />

siano da leggere con molta attenzione per le molteplici sfaccettature che contengono,<br />

alle quali accennammo, scontornandole appena, molte delle quali necessitano di<br />

ulteriori approfondimenti, per non rimanere in parte inespresse.<br />

Prof.ssa LIANA BERTOLDI LENOCI<br />

Università degli Studi di Trieste<br />

Centro Studi “Giuseppe Martella”<br />

Peschici (FG)

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