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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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T. M. RAUZINO La vitaI Pinto Principi di <strong>Ischitella</strong> e Peschici 87<br />

piano ed innalzò <strong>il</strong> secondo piano.<br />

Francesco Emanuele Pinto possedeva anche <strong>il</strong> feudo di Peschici. Nel 1735<br />

restaurò <strong>il</strong> Castello, che ancora oggi è possib<strong>il</strong>e ammirare per la posizione a<br />

picco sulla Rupe e per l’imponenza della costruzione 48 .<br />

Il Principe donò una tela alla cappella di Santa Lucia, l’attuale cappella Libetta<br />

della Chiesa Matrice di Sant’Elia Profeta. Essa rappresenta anche la figura del<br />

committente, probab<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> suo ritratto 49 . Un’epigrafe in marmo, murata nella<br />

stessa cap pella, ricorda che <strong>il</strong> quadro fu donato nel 1736.<br />

A Peschici, Francesco Emanuele Pinto eresse anche la Torre del Ponte, che marca<br />

l’entrata dell’attuale centro storico. Ce lo attesta un docu mento della Dogana: <strong>il</strong><br />

cavaliere Dean, ispettore del mar Adriatico, nel 1739 ispezionò una torre denominata<br />

quadra, sita sopra uno scoglio sulla spiaggia di Peschici. Questa fortificazione,<br />

custodita da un torriero, e definita <strong>dai</strong> testimoni, nella determina dell’apprezzo,<br />

cadente e instab<strong>il</strong>e per la sua vecchiaija e scosse di terremoti, era ormai inservib<strong>il</strong>e<br />

all’uso: per questo motivo Dean spostò le sentinelle in una nuova torre di proprietà<br />

dei Pinto, denominata torre nuova, oggi Torre del Ponte. Era ubicata sopra la Porta<br />

della città e comunicava a destra con la torre di Calalunga, verso Vie ste, e a sinistra,<br />

verso Rodi, con la torre di Montepucci. La particolare posizione strategica permetteva<br />

<strong>il</strong> pas saparola con l’interno, mentre segnali visivi a base di fuochi fac<strong>il</strong>itavano<br />

la comunicazione con le torri vicine. Il principe Emanuele Pinto chiese ed ottenne,<br />

in cambio della cessione al Regio Demanio di questa torre nuova, <strong>il</strong> sito della<br />

fortificazione più vecchia con tutto <strong>il</strong> suo pietrame 50 , e che restaurò. Questa Torre<br />

è indicata, nello Stato delle anime di Peschici del 1792, come Torre di Quadranova<br />

51 . Durante <strong>il</strong> suo governo, <strong>il</strong> <strong>feudatari</strong>o favorì lo sv<strong>il</strong>uppo dell’agricoltura e nel<br />

1765 costruì una piscina nella zona denominata La Tribuna, coltivando aranceti e<br />

Vieste e Peschici furono rase al suolo <strong>dai</strong> Veneziani, che <strong>il</strong> papa Gregorio IX armò contro lo scomunicato<br />

Federico II. Si racconta che l’imperatore in persona, per riparare <strong>il</strong> danno e ringraziare<br />

queste città che avevano subito <strong>il</strong> danno pur di essergli fedeli, fece un sopralluogo “per disegnarvi<br />

di nuove”. Il Castello vanta, quindi, delle origini federiciane di tutto rispetto. Sotto gli Spagnoli, nel<br />

1504, entrò nel sistema di difesa costiero contro <strong>il</strong> pericolo turco. E’probab<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> Recinto Baronale<br />

sia stato realizzato proprio allora: <strong>il</strong> principe d’<strong>Ischitella</strong>, Emanuele Pinto, restaurò <strong>il</strong> Castello nel<br />

1735, lo ricorda un’epigrafe all’ingresso del Recinto Baronale. Abbattimenti e modifiche investirono<br />

i piani superiori e gli ambienti di rappresentanza. I sotterranei e le Segrete sono oggi visib<strong>il</strong>i grazie<br />

al restauro eseguito <strong>dai</strong> proprietari, Domenico e Sergio Afferrante. I muri portanti sono massicci,<br />

l’apparato murario grezzo, ed alcuni ambienti ampliati. Resti di una struttura semicircolare indicano<br />

la presenza di una torre, di un pozzo o più probab<strong>il</strong>mente di un s<strong>il</strong>os per <strong>il</strong> frumento, che assicurava<br />

piena autonomia alla fortezza, in caso di assedio nemico.<br />

49<br />

E’ l’ipotesi di padre Ciro Cannarozzi in <strong>Ischitella</strong>, cit.<br />

50<br />

A.S.F, Dogana delle pecore di Foggia, s.V, b. 59, fasc. 4680.<br />

51<br />

Cfr. T. M. RAUZINO, Problemi socio-demografi ci, strutture fam<strong>il</strong>iari ed assistenziali a Peschici<br />

nel Seicento e nel Settecento, in AA.VV., Chiesa e religiosità popolare a Peschici, a cura di Liana<br />

Bertoldi Lenoci e Teresa Maria Rauzino, Centro Studi Martella, Iaconeta, Vieste, 1999, pag.178. La

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