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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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T. M. RAUZINO La vitaI Pinto Principi di <strong>Ischitella</strong> e Peschici 83<br />

Napoli vantava una tradizionale tolleranza nei confronti degli Ebrei dal tempo<br />

di re Ferrante d’Aragona, creduto figlio <strong>il</strong>legittimo di Alfonso <strong>il</strong> Magnanimo e di<br />

una ebrea. Non erano mancate le persecuzioni: la più grave fu quella del 1288, in<br />

seguito all’editto di Carlo II lo Zoppo, che bandì, insieme <strong>agli</strong> usurai lombardi e<br />

caorsini, anche gli Ebrei dalle provincie dell’Angiò, del Maine, della Provenza e<br />

del Piemonte 37 . Ciò portò ad una conversione di massa di circa 8.000 ebrei che si<br />

fecero prontamente battezzare. Con l’editto del 1° maggio 1294, Carlo II stab<strong>il</strong>ì<br />

che i neofiti dovessero assumere i cognomi cristiani dei loro padrini, appartenenti<br />

alla più alta nob<strong>il</strong>tà 38 .<br />

Come nei regni spagnoli e portoghesi, i numerosi ebrei che si insediarono a<br />

Napoli beneficiarono di uno statuto non scritto, di tolleranza, da parte dello Stato:<br />

godettero, di fatto, di una speciale protezione da parte dei sovrani. Diffic<strong>il</strong>i, e<br />

contraddistinti da reciproca diffidenza, furono invece i normali rapporti di vita<br />

quotidiana fra ebrei e cristiani. Agli ebrei era consentito tutto quello che era considerato<br />

peccato, per i cattolici praticanti: tenere aperte le botteghe in occasione delle<br />

numerose festività religiose, effettuare prestiti a interesse. Questo fatto suscitava<br />

l’indignazione popolare. Lo stesso Montecco, fonte documentaria da noi analizzata,<br />

afferma che, da parte di molti conversos portoghesi, l’adesione alla fede cattolica<br />

era un atto puramente formale. La famiglia Freitas Pinto, ormai Pinto y Mendoza,<br />

è accusata di continuare a celebrare segretamente i riti giu<strong>dai</strong>ci, nonostante questo<br />

comportamento sia stato già censurato e condannato dal Tribunale dell’Inquisizione<br />

del paese di provenienza.<br />

I Principi Pinto a <strong>Ischitella</strong> e a Peschici<br />

37<br />

A. SCORDO, cit.<br />

38<br />

Qualcuno preferì espatriare a Mantova, ma moltissimi Ebrei restarono nel regno Citra Pharum.<br />

Qui le discriminazioni spinsero anche gli irriducib<strong>il</strong>i a convertirsi al cattolicesimo Le immunità loro<br />

concesse erano cospicue, anche se i neofiti furono sempre considerati con sospetto. Nel 1294 soltanto<br />

1.300 famiglie si professavano di fede ebraica. La loro più alta concentrazione si ebbe a Trani<br />

(memorab<strong>il</strong>e <strong>il</strong> detto attribuito a Federico II: Fugite Tranenses qui sunt de sanguine Ju<strong>dai</strong>co), la cui<br />

comunità dette studiosi di livello e funzionari leali. Cfr A. SCORDO, Ebrei e nob<strong>il</strong>tà, relazione citata.<br />

39<br />

C. CANNAROZZI, Biografi e <strong>Ischitella</strong>ne, Tipografia ed. Esca Vicenza, 1974, pp. 50-64.<br />

40<br />

Sotto Roberto d’Angiò (1309-1343), i Baroni riuscirono ad ottenere la trasformazione del servizio m<strong>il</strong>itare<br />

(adohamento) in prestazioni in denaro e poi la possib<strong>il</strong>ità di riscuotere <strong>dai</strong> vassalli una parte di questo<br />

obbligo primario di ogni <strong>feudatari</strong>o. Nell’Archivio di Stato di Napoli, i ruoli di questa imposta a carico

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