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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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74 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

fanno i cani morti. Lo stomachevole puzzo è dunque vicino a’nasi di coloro, che<br />

in detta strada spasseggiano. I governanti del paese abolir dovrebbero questa<br />

schifosa e nociva costumanza. Ma ad abolirla non si pensa; perché si pensa solo<br />

all’ut<strong>il</strong>e proprio!.<br />

Una rappresentazione globale del territorio, quella dello studioso francescano;<br />

un’analisi nella quale non si è addentrato <strong>il</strong> Giustiniani nella sua id<strong>il</strong>liaca rappresentazione<br />

di <strong>Ischitella</strong>. La speranza di cambiamento, di un futuro diverso, é tuttavia<br />

vivissima in Michelangelo Manicone, se lancia <strong>il</strong> seguente proclama rivoluzionario:<br />

Abitanti d’<strong>Ischitella</strong>, fate festa. Il Regno dello Spirito pubblico è già venuto;<br />

dunque l’Egoismo fi nirà! 12 .<br />

Le origini dei Pinto<br />

Al tempo in cui padre Manicone abitava nel convento di San Francesco, <strong>Ischitella</strong><br />

era un feudo dei Principi Freitas Pinto, al presente Pinto y Mendozza.<br />

Un manoscritto di F. E. Montecco 13 risalente al 1693 ci informa, in modo davvero<br />

non convenzionale, sulle origini di questa famiglia. L’originalità della fonte<br />

consiste nel fatto che <strong>il</strong> documento non è seriale: non è <strong>il</strong> solito panegirico della<br />

famiglia notab<strong>il</strong>e, tipico di tante agiografie. Particolari avvertenze per <strong>il</strong> lettore<br />

costellano dall’inizio alla fine <strong>il</strong> testo, rendendo la lettura piacevole come se fosse<br />

una cronaca rosa dei nostri tempi.<br />

Il Montecco esordisce mettendoci al corrente di particolari inediti, quale ad<br />

esempio la presunta professione di fede ebraica dei Pinto: Questa famiglia che al<br />

presente per le ricchezze, titoli, cariche e nob<strong>il</strong>i Parentadi, fà molta figura in Napoli,<br />

è Portuese (Portoghese) di origine, popolare di conditione, e sono anche alcuni di<br />

opinione che sia di setta Giu<strong>dai</strong>ca. Una setta molto fert<strong>il</strong>e in quel Regnio, siccome<br />

habimo veduto in molte di queste famiglie venute qui che, in palese mostrandosi<br />

esser Cristiani, in segreto poi osseruono (osservano) con molta puntualità <strong>il</strong> rito<br />

Giu<strong>dai</strong>co, del che accusati ne furono ha nostri tempi e castigati 14 . Indubbia, secondo<br />

<strong>il</strong> Montecco, è l’origine popolare, per la precisione mercant<strong>il</strong>e, del nob<strong>il</strong>e casato:<br />

12<br />

M. MANICONE, La Fisica Appula, Napoli, 1806-1807, voll.5, pag. 548.<br />

13<br />

E. MONTECCO, Notizie di alcune famiglie popolari della città e regno di Napoli divenute, per ricchezza<br />

e dignità, ragguardevoli, manoscritto del 1693 conservato presso la Biblioteca della Società di<br />

Storia Patria di Napoli. Ringrazio <strong>il</strong> prof. F<strong>il</strong>ippo Fiorentino per avermi inviato copia del documento<br />

richiesto.

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