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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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68 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

una cassa. Un rimprovero allora, per chi assiste spiritualmente questa chiesa, si<br />

rende necessario e mons. Orsini richiama severamente Don Pietro Cir<strong>il</strong>lo.<br />

Al contrario, l’Orsini si congratula con l’Eremita della Chiesa di San Rocco in<br />

campagna, e non prende alcun provvedimento per la Chiesa della Madonna delle<br />

Grazie custodita dall’eremita Fr. Giuseppe M<strong>il</strong>one.<br />

Il 4 gennaio del 1676, <strong>il</strong> prelato visita la chiesa di S. Pietro in Cuppis e, dopo<br />

essersi reso conto dell’unico altare e anche della dote, costituita da 100 scudi, trovandola<br />

in buone condizioni, elogia <strong>il</strong> chierico don F<strong>il</strong>ippo Gestaldo 6 .<br />

La Chiesa di San Martino, poco distante dalla terra di <strong>Ischitella</strong>, è trovata così<br />

sporca che l’Orsini richiama l’eremita ad avere grande cura per la casa del Signore.<br />

Ultima tappa della sua visita pastorale a <strong>Ischitella</strong> è la Chiesa di Santa Maria di<br />

Pantano, sul lago <strong>Varano</strong>. Vi trova un unico altare, senza dote, però ben tenuto <strong>dai</strong><br />

pescatori, residenti nelle terre vicine, che con le loro elemosine fanno celebrare<br />

ogni domenica e nelle feste di precetto la Santa Messa.<br />

6<br />

Ivi, pag. 466.

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