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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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G. S<strong>il</strong>vestri La visita pastorale di Vincenzo Maria Orsini<br />

etc,) per vergogna qui nontis sacerdotibus pudebat esprimere, durante la Santa<br />

messa conventuale del 28 dicembre, mette a disposizione i suoi convisitatori ed<br />

amministra di persona la SS.ma comunione generale al clero e a 100 fedeli 2 .<br />

Perché <strong>il</strong> Signore assista meglio l’infanzia e protegga la loro innocenza, <strong>il</strong> 26<br />

dicembre dopo la S. messa conventuale, amministra la S. Cresima a 296 battezzati.<br />

Il giorno 30 si mette a disposizione dei fedeli 3 .<br />

L’Orsini, avendo ormai impostato la visita pastorale sulla moralità dei costumi<br />

cristiani ed avendo assicurato la frequenza dei Sacramenti, inizia, con particolare<br />

attenzione, la visita delle singole chiese.<br />

In <strong>Ischitella</strong> nel 1675 vi erano ben 11 chiese: Chiesa Madre; Chiesa del Purgatorio;<br />

Chiesa del Convento; Chiesa di Sant’Eustachio; Chiesa di San Antonio<br />

Abbate; Chiesa di San Rocco; Chiesa della Madonna delle Grazie; Chiesa di San<br />

Pietro in Cuppis; Chiesa di San Martino; Chiesa di Santa Maria del Pantano, sul<br />

Lago <strong>Varano</strong>, e la Chiesa dell’Annunziata.<br />

Il 31 dicembre Monsignor Orsini consacra la Chiesa Parrocchiale di Santa<br />

Maria Maggiore e sull’altare Maggiore pone le reliquie di santa Vittoria e di San<br />

Vincenzo. Il giorno seguente visita, sempre nella chiesa Madre, <strong>il</strong> Battistero e gli<br />

olii sacri, i confessionali di cui solo uno è trovato in buone condizioni. L’altare<br />

maggiore, sotto l’invocazione di Santa Maria Maggiore, possiede la dote della<br />

Confraternita del Corpo di Cristo 4 . Ogni anno dal Capitolo della Collegiata sarà<br />

celebrata la santa messa dopo l’ottava del Corpus Domini.<br />

Successivamente visita anche l’altare di S. Giovanni Battista e lo trova senza<br />

luce, senza Croce e senza dote. Visita pure l’altare di S. Leonardo e trovandolo<br />

senza icone, né dote né patrono né oneri di messe, Mons. Orsini ne ordina la demolizione.<br />

La chiesa di S. Eustachio era poco distante dalla Chiesa Madre e la sua<br />

manutenzione spettava all’Università. Vi si celebrava ogni sabato una messa e nel<br />

corso dell’anno si cantavano due messe solenni: <strong>il</strong> 20 maggio e <strong>il</strong> 20 settembre. La<br />

chiesa era ornata dall’altare della Madonna del Suffragio, eretto da Don Bernardino<br />

di Napoli nel 1670 e dall’altare della Madonna del Carmine eretto da Don Cesare<br />

Tonto nel 1634. Mons. Orsini, avendo trovato la chiesa funzionale e anche una<br />

Confraternita 5 abbastanza ordinata, non prende alcun provvedimento. La chiesa di S.<br />

Antonio Abbate, distante circa un ch<strong>il</strong>ometro dal paese, ha l’altare non consacrato;<br />

la sacra suppellett<strong>il</strong>e, per mancanza di sacrestia, è conservata male, addirittura in<br />

2<br />

Ivi, pag. 425.<br />

3<br />

Ivi, pag. 416: Reliquum ad prandium tempus pubblicae concessit audientia, de unius quisque, sub<br />

unanime paterna sollecitudine anxius.<br />

4<br />

Ivi, pag 418: “Patronatus huius altaris gaudit prefata confraternitas tit. Antiquitate possessionis.<br />

Festum celebratum SS. Corporis Christi”.<br />

5<br />

Ivi, pag. 150. La Confraternita di Sant’ Eustachio fu istituita dal rev. Padre F.R. Tomaso Angiullo<br />

nel 1643 e aveva come rendita annua la somma di 17 scudi.

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