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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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T. M. RAUZINO L’Università di <strong>Ischitella</strong> e i baroni Turbolo 61<br />

detta terra sia tenuto esso barone pagar grana venticinque per i cavalli, e due<br />

carlini per i somari, per andare e tornare;<br />

– detto signor Barone si contenta che i cittadini di detta terra non siano tenuti né<br />

possano esser astretti a portare né legne né p<strong>agli</strong>e ad alcuno;<br />

– nelle tenute, chiamate la Defensa della Fontana e la Defensa di bascia alla<br />

padula, non sarà permesso ad alcuno di liberare animali indomiti.<br />

Anche <strong>il</strong> Barone Turbolo, pur essendo <strong>il</strong> proprietario della Terra di <strong>Ischitella</strong>,<br />

è quindi tenuto a rispettare le regole. Come tutti gli altri cittadini. E’un patto senza<br />

dubbio innovativo, che modifica <strong>il</strong> codice che sino ad allora ha regolato <strong>il</strong> rapporto<br />

tra <strong>feudatari</strong> e popolazione. Per <strong>il</strong> <strong>feudatari</strong>o esso comportava, come riconosciuto<br />

<strong>dai</strong> naturali <strong>Ischitella</strong>ni stessi, sostanziali rinunce. Infatti, per permettergli di rifarsi<br />

dei diritti perduti, si deliberò a suo favore un indennizzo di docati m<strong>il</strong>ledoicentocinquanta<br />

(1.250 ducati, una somma enorme a quei tempi) più una cautela dell’8<br />

per cento.<br />

Era <strong>il</strong> 1593. Dovevano passare oltre due secoli per assistere all’abolizione della<br />

feudalità che aveva contribuito a ritardare lo sv<strong>il</strong>uppo economico e sociale dei vari<br />

Stati, e che Michelangelo Manicone definirà, semplicemente: Egoismo.<br />

Una breve nota genealogica. I baroni Turbolo 4 furono <strong>feudatari</strong> di <strong>Ischitella</strong> e<br />

di Peschici per oltre un secolo, sino al 1681 5 . Bernardino Turbolo nel 1572 aveva<br />

acquistato la baronia di <strong>Ischitella</strong> e <strong>Varano</strong> da Ferrante di Sangro, figlio di Adriana<br />

Dentice 6 . L’aveva pagata 54.042 ducati 7 . Il Litta afferma che, nel 1596, Giovan<br />

Francesco Turbolo rivendette <strong>Ischitella</strong> a suo fratello Giovan Bernardino per 54.000<br />

ducati, pagandoli all’Ospedale degli Incurab<strong>il</strong>i di Napoli in parte del legato fatto<br />

a detto luogo da Prospero Turbolo 8 . Nel 1622 i Turbolo divennero anche <strong>feudatari</strong><br />

di Peschici, acquistandone <strong>il</strong> marchesato. Essi discendevano da una nob<strong>il</strong>e, antica<br />

famiglia del Casale di Nerano: <strong>il</strong> capostipite, Domenico, già alla fine del Duecen-<br />

4<br />

Cfr. R. FILANGIERI DI CANDIDA, Storia di Massa Lubrense, 1^ edizione, Napoli 1910. Nel volume<br />

del F<strong>il</strong>angieri, e precisamente nel capitolo Gli uomini e le famiglie notevoli di Massa, ci sono le<br />

informazioni sui Turbolo che riportiamo nella nostra nota. Ringraziamo per la segnalazione e l’invio<br />

della documentazione, l’Archeoclub di Massa Lubrense, in particolare Giovanni Visetti e Stefano<br />

Ruocco.<br />

5<br />

Nel 1681 a pagare l’adoha d’<strong>Ischitella</strong> è Luigi Pinto Mendoza. Nel 1638 aveva pagato Bernardino<br />

Turbolo; nel 1643 Carlo Turbolo; nel 1653 Francesca Turbolo. in A.S.N, Partium Summariae p.177<br />

documento citato da A. VALENTE, in Notizie di storia feudale di una terra garganica: <strong>Ischitella</strong>, in<br />

“Archivio Società Storia Patria”, 1953.<br />

6<br />

A.S.N, Partium Summariae, 641, 7, f.121, a.1572. Il documento è citato da A.VALENTE, cit..<br />

7<br />

A.S.N, Registro Quinterniori vol 81 fol.130.<br />

8<br />

P. LITTA, Famiglie celebri italiane, vol.II fasc. 56 voce Ventrella, M<strong>il</strong>ano1852, 1852.

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