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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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50 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

del Re Alfonso II; nel 1494 ebbe in dono dallo stesso Alfonso circa m<strong>il</strong>le pecore<br />

di razza gent<strong>il</strong>e assortite, cento vacche ed altri beni e priv<strong>il</strong>egi.<br />

Sposò Adriana o Andreana Dentice che portò in dote <strong>Ischitella</strong>, Peschici e<br />

Barano 1 . Tra i figli: <strong>il</strong> primogenito, Ferrante, ereditò le terre di sua madre, fu Doganiere<br />

in Puglia e Commissario dell’esercito nella guerra di Siena, sposò Vittoria<br />

Lagonessa da cui ebbe Gianluigi e Fabrizio.<br />

Quest’ultimo ereditò <strong>il</strong> titolo di Duca di Vietri e ricoprì le cariche di Doganiere<br />

in Puglia, di Luogotenente nell’esercito del padre e di Commissario generale<br />

dell’esercito, fu inoltre Comandante di una Compagnia di 300 fanti sulle galere di<br />

Andrea Doria; quando divenne Pontefice Paolo IV, suo parente, egli vestì l’abito<br />

ecclesiastico e fu Legato a Venezia. Nel momento in cui stava per vestire l’abito<br />

cardinalizio, scoppiò la guerra tra <strong>il</strong> Pontefice e Re F<strong>il</strong>ippo I di Spagna, così <strong>il</strong><br />

de’Sangro lasciò Roma ed andò in Spagna a combattere per <strong>il</strong> suo Re. Dopo la guerra<br />

rimase a Corte e lì poté godere di vari priv<strong>il</strong>egi, poi passò a Roma; dopo la morte<br />

1<br />

B. CANDIDA GONZAGA, Memorie delle famiglie nob<strong>il</strong>i delle province meridionali d’Italia, Bologna<br />

1969, (rist. Anast. Ediz. del 1875), vol. V, pp. 11 e segg.<br />

Originaria di Amalfi, la famiglia Dentice ebbe Sergio quale capostipite, questi fu Conte della Repubblica<br />

Amalfitana, e fu soprannominato Dentice, così i successori ne presero <strong>il</strong> cognome. Verso i<br />

<strong>primi</strong> anni del XII secolo la famiglia si trasferì prima a Sorrento e poi a Napoli, si divise in due rami:<br />

<strong>il</strong> primo fu quello dei Dentice delle stelle, ascritto al Seggio del Nido, <strong>il</strong> secondo quello dei Dentice<br />

del pesce, ascritto al Seggio di Capuana. Alcuni membri della famiglia nel 1565 vestirono l’abito<br />

dei Cavalieri di Malta ed oltre a godere di nob<strong>il</strong>tà a Napoli, furono ascritti a Sorrento nel Seggio di<br />

Porta, a Salerno nel Seggio del campo de’Longobardi, godettero di nob<strong>il</strong>tà anche ad Amalfi, a Capua<br />

ed in altri centri del Regno di Napoli.<br />

Tra i feudi posseduti dalla famiglia si ricordano: Afragola, Albano, Bajarano, Candelaro,<br />

Casalnuovo, Corleto, Fornello, Fragnito, Loritello, Mondragone, Viggiano, <strong>Ischitella</strong>, Peschici ed<br />

altri. Furono molti i componenti la famiglia a distinguersi per nob<strong>il</strong>i imprese e memorie storiche;<br />

oltre a Sergio, cui si è già accennato, si ricordano: Giovanni, Conte della Repubblica Amalfitana,<br />

Pandolfo, che nel 1272 chiese al Re Carlo I d’Angiò di riavere i beni che gli erano stati confiscati<br />

da Re Manfredi, Ludovico, che rappresentò <strong>il</strong> Seggio del Nido con altri nob<strong>il</strong>i napoletani, quando<br />

Re Roberto nel 1332 convocò tutti i rappresentanti dei seggi affinché intervenissero per evitare che<br />

le donzelle fossero rapite, Antonio, che fu Giustiziere del regno di Napoli per Carlo III di Durazzo,<br />

ottenne da Re Ladislao i feudi di Viggiano, <strong>Ischitella</strong> e Peschici, passati alla casa di Sangro con<br />

<strong>il</strong> matrimonio di Adriana, e quest’ultima casata fu ulteriormente divisa nel ramo dei Principi di<br />

Viggiano e dei Duchi di Vietri; si ricordano inoltre: Placido e Carlo, che furono tra i fondatori del<br />

Monte grande de’maritaggi, Giacomo, celebre predicatore, vissuto nel 1644 fu autore di numerosissime<br />

opere ascetiche, infine, in epoca più recente si ricordano: Placido, Principe di Frasso e<br />

Reggente del Consiglio Collaterale nel 1730, Ernesto, Patrizio Napolitano, appartenuto al ramo dei<br />

Dentice della Stella, Francesco Saverio, dei duchi di Accadia e Conti di S. M. Intrisone, Patrizio<br />

Napolitano, già Generale dell’Esercito Napoletano, Commendatore di S. Gregorio Magno, fu decorato<br />

delle med<strong>agli</strong>e del Volturno e Garigliano. ARMA dei Dentice del pesce: d’Azzurro al pesce<br />

dentice ricurvo d’oro, e l’orlo composto di Ungheria di sedici pezzi di argento e di rosso. ARMA<br />

dei Dentice delle stelle: Spaccato: nel 1° di argento al leone uscente di azzurro, circondato da sei<br />

plinti rossi coricati ed ordinati in orlo; nel 2° di azzurro con tre stelle di oro, ordinate 2 e 1.

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