05.05.2015 Views

Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

G. LAGANELLA <strong>Ischitella</strong> e <strong>Varano</strong><br />

certamente che alcune delle pitture della chiesa suddetta furono commissionate da<br />

quest‘ultima famiglia. Se le lettere mancanti fossero la s, la a, la n e la g, la frase<br />

completa sarebbe infatti ius de Sangri fecit 35 .<br />

A fine Cinquecento, <strong>Ischitella</strong> divenne feudo della famiglia Turbolo. Un interessante<br />

documento, oltre a menzionare l’esistenza nel 1593 della chiesa di sant’Eustachio,<br />

riporta le “disposizioni” tra <strong>il</strong> <strong>feudatari</strong>o, l’Università ed i cittadini vissuti<br />

in quel periodo 36 . Un altro importante documento, da me rinvenuto nell’Archivio<br />

di Stato di Lucera tra gli atti del notaio Simeone Tranaso di Vieste, testimonia<br />

quali fossero i rapporti tra i cittadini di <strong>Ischitella</strong> e Peschici ed <strong>il</strong> barone Giovanni<br />

Battista Turbolo 37 .<br />

Qualche altra precisazione. La chiesa di San Antonio di <strong>Ischitella</strong>, crollata durante<br />

<strong>il</strong> terremoto del 1646, già esisteva nel secolo dodicesimo 38 . Dal Cannarozzi,<br />

apprendiamo essere tre le chiese più antiche di <strong>Ischitella</strong>: San Pietro in Cuppis,<br />

menzionata nel 1058; San Pancrazio e San Nicola, citati in un documento del 1158.<br />

Il Mainardi ci chiarisce, però, che la chiesa di San Pancrazio e quella di San Nicola<br />

appartenevano a Vico del Gargano e non a <strong>Ischitella</strong>. Sempre lo stesso autore cita,<br />

nel 1176, altre tre chiese pressochè sconosciute: quella di Sant’Andrea, citata dal<br />

Cannarozzi come esistente soltanto dal 1661; e quelle di San Nicolò dell’Imbuto e<br />

di San Giovanni in Perga. Il Mainardi, infatti, afferma che nel 1176 re Guglielmo<br />

prese sotto la sua protezione, nel territorio dell’Imbuto, le chiese di San Nicolò<br />

con tutte le sue pertinenze, <strong>il</strong> castello con gli uomini del distretto dominio di quello<br />

per la pescagione del lago e del fi ume, e del Pantano di <strong>Varano</strong>, con potervi tenere<br />

ancora oltre la decima predetta un pescatore per i vivi e un altro per i morti della<br />

Regia Corte, in detto lago, fi ume e Pantano di <strong>Varano</strong> e ivi vicino alla foce del<br />

fi ume la chiesa di San Giovanni in Perga ovvero Spenciberga, colla predetta foce<br />

del fi ume, sino al porto della Fosuggia 39 .<br />

33<br />

A. LUPO, La Gazzetta del Mezzogiorno 11/ 05 /1990.<br />

34<br />

G. LAGANELLA, Il Gargano nuovo, gennaio 2000, n.1.<br />

35<br />

G. LAGANELLA, Il Gargano nuovo, novembre 1999, n. 11.<br />

36<br />

G. LAGANELLA, Il Gargano nuovo, febbraio 1998, n. 2.<br />

37<br />

ARCHIVIO DI STATO LUCERA, Atti del notaio Simeone Tranaso di Vieste; cfr. di G. LAGANELLA, Il<br />

Gargano nuovo, dicembre 1997, n.12; cfr. in questi ATTI, Relazione T. M. RAUZINO.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!