Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari
Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari
22 Ischitella dai primi insediamenti agli ultimi feudatari Chiaramente questi slavi, per avere proprietà nei pressi di Càlena, erano di Peschici. Tre documenti, uno del 1043 e due del 1053, riguardano Devia. Nel primo 41 di essi è citata la presenza, oltre al prete slavo Skypizo, del iuppano 42 Andrea e di suo fratello Lupulo, figli di Sberagni, commorantes intus civitate Devia, che vendono al monastero di Tremiti un appezzamento di terreno, nei pressi della città. Nel secondo documento 43 vengono citati tre abitanti di Peschici, Tripo fi lius Stephanicelco, Georgi fi lius Michali et Tachamiro fi lius Trepazzi, qui sumus commorantes intus castello Pesclizzo che, in presenza di Glubizzo, iuppano di Devia, donano al monastero di Tremiti, pro animabus nostri et de nostris parentibus, la chiesa di S. Maria que constucta habemus in loco qui Catenella minore vocatur, cum omnibus suis pertinentiis, sei pezze di vigne e tutte le terre incolte che si trovano nei pressi della suddetta chiesa. L’atto di donazione venne redatto nella chiesa di S. Maria iusta mare, di Devia, sulla riva settentrionale del lago di Lesina, nei pressi della foce di Sant’Andrea 44 . Nel terzo documento 45 ,Sariano fi lio Drobagna, qui sum commorantes intus castello Debia, in presenza dello iuppano Glubizzo et aliis bonis hominibus, dona al monastero di Tremiti alcune sue proprietà. L’atto venne redatto a Devia. Nei documenti di Devia vengono citati altri slavi: Ibani Alvo, Michali fi lius Blaccla,Laccla,Ibani fi lii Polcagni,Simeoni fi lius Ibazza,Draia fi lius Radavitti, Laccla fi lius Sinogla, Belesci, che era stato proprietario aliquando retro tempore (!) di un terreno 46 , Draia fi lius Ibanizi, Cosma fi lius Arcundi, Cosma fi lius Ibano Albo, Andree fi lii Rescimani, tutti proprietari di terreni o tra i bonis hominibus che sottoscrivono gli atti insieme allo iuppano. Se si accetta la lezione del Fiorentino 47 , che identifica Bergoy rex (e juppano) Marianorum (com’è scritto nel testo) o rex Maranorum 48 (come invece è scritto in calce al testo) con il rex Varanorum, anche a Varano sarebbe documentata la presenza degli Slavi nell’XI secolo. Bergoy era presente, in qualità di suo avvocato, alla 41 A. PETRUCCI, Codice diplomatico del monastero benedettino di S. Maria di Tremiti, op. cit., doc. 32, pp. 101-104. 42 Capo slavo della città. 43 A. PETRUCCI, Codice diplomatico del monastero benedettino di S. Maria di Tremiti, op. cit., doc. 47, pp. 150-153. 44 G. DI PERNA, Lesina: dal Paleolitico all’anno Mille, op. cit., p. 168, n. 363 bis. 45 A. PETRUCCI, Codice diplomatico del monastero benedettino di S. Maria di Tremiti, op. cit., doc. 48, pp. 153-156. 46 A. PETRUCCI, Codice diplomatico del monastero benedettino di S. Maria di Tremiti, op. cit., doc. 48, p. 155. 47 F. FIORENTINO, Saraceni, Slavi e Turchi dal Levante al Gargano, in Archivio Storico Pugliese, Anno XXXIX, Bari 1986, p. 349.
G. DI PERNA Il Gargano nell’alto Medioevo 23 donazione che nel 1050 Iohannes Cherllicco, prete e monaco della città di Spalato, fa a S. Maria di Tremiti circa la la sua persona e la chiesa di S. Silvestro papa, che lui possedeva nell’isola di Busi. L’atto viene stipulato nelle isole Tremiti, in presenza di altri juppani (Radabano, Tichano, Bododrago e Sedrago), probabilmente dei centri garganici. Come si vede, il territorio compreso tra Devia e Peschici era in mano slava. Del resto, ancora oggi, nei dialetti della zona, si conservono alcune parole di chiara origine slava, come: ciurcia, in serbo-croato curica, bambina; jale, in serbo-croato zal o zalo, spiaggia; scisciárche, in serbo-croato šišárka, ramo di pino con pigne; sci?cch, in serbo-croato suknja, gonnella; sci?šch, in serbo-croato šuška, bacchetta di frasca sottile 49 . Molto probabilmente furono proprio gli Slavi a fondare, presumibilmente nel X secolo, il nuovo insediamento di Ischitella, la cui prima testimonianza certa risale al 1053, quando papa Stefano IX, con la bolla Iustis Petitionibus, confermava all’abate Oddone di S. Maria di Càlena, la chiesa di S. Pietro d’Ischitella 50 . A partire dal XII secolo, i documenti su Ischitella si fanno sempre più numerosi. Ma ormai siamo in piena epoca normanna. Queste, dunque, sono le dinamiche che portarono alla fondazione dei borghi di Varano, prima, e Ischitella, poi. Come si vede, la storia della loro fondazione e della loro prima fase di sviluppo è avvolta dal buio dei secoli dell’altomedioevo, che solo a fatica riusciamo a scorgere ed ad esplorare. 48 A. PETRUCCI, Codice diplomatico del monastero benedettino di S. Maria di Tremiti, op. cit., doc. 42, pp. 134-135. 49 F. FIORENTINO, Saraceni, Slavi e Turchi dal Levante al Gargano, op. cit., p. 351.
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G. DI PERNA Il Gargano nell’alto Medioevo 23<br />
donazione che nel 1050 Iohannes Cherllicco, prete e monaco della città di Spalato,<br />
fa a S. Maria di Tremiti circa la la sua persona e la chiesa di S. S<strong>il</strong>vestro papa, che<br />
lui possedeva nell’isola di Busi. L’atto viene stipulato nelle isole Tremiti, in presenza<br />
di altri juppani (Radabano, Tichano, Bododrago e Sedrago), probab<strong>il</strong>mente<br />
dei centri garganici.<br />
Come si vede, <strong>il</strong> territorio compreso tra Devia e Peschici era in mano slava.<br />
Del resto, ancora oggi, nei dialetti della zona, si conservono alcune parole di chiara<br />
origine slava, come: ciurcia, in serbo-croato curica, bambina; jale, in serbo-croato<br />
zal o zalo, spiaggia; scisciárche, in serbo-croato šišárka, ramo di pino con pigne;<br />
sci?cch, in serbo-croato suknja, gonnella; sci?šch, in serbo-croato šuška, bacchetta<br />
di frasca sott<strong>il</strong>e 49 .<br />
Molto probab<strong>il</strong>mente furono proprio gli Slavi a fondare, presumib<strong>il</strong>mente nel<br />
X secolo, <strong>il</strong> nuovo insediamento di <strong>Ischitella</strong>, la cui prima testimonianza certa risale<br />
al 1053, quando papa Stefano IX, con la bolla Iustis Petitionibus, confermava<br />
all’abate Oddone di S. Maria di Càlena, la chiesa di S. Pietro d’<strong>Ischitella</strong> 50 .<br />
A partire dal XII secolo, i documenti su <strong>Ischitella</strong> si fanno sempre più numerosi.<br />
Ma ormai siamo in piena epoca normanna.<br />
Queste, dunque, sono le dinamiche che portarono alla fondazione dei borghi<br />
di <strong>Varano</strong>, prima, e <strong>Ischitella</strong>, poi. Come si vede, la storia della loro fondazione e<br />
della loro prima fase di sv<strong>il</strong>uppo è avvolta dal buio dei secoli dell’altomedioevo,<br />
che solo a fatica riusciamo a scorgere ed ad esplorare.<br />
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A. PETRUCCI, Codice diplomatico del monastero benedettino di S. Maria di Tremiti, op. cit., doc.<br />
42, pp. 134-135.<br />
49<br />
F. FIORENTINO, Saraceni, Slavi e Turchi dal Levante al Gargano, op. cit., p. 351.