Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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184 Ischitella dai primi insediamenti agli ultimi feudatari praticanti. Quindi, originariamente, le confraternite furono scuole per essere buoni cristiani; per cristianamente vivere e cristianamente morire, passare a vivere nella casa del Signore. Non a caso i registri dei morti, per ricordare la data del suffragio, nelle grandi abbazie, si chiamavano i libri della vita. Quella vita eterna cui tutti i viventi tendono e nella quale sperano. Queste scuole, furono l’esigenza del singolo che, unito ad altri singoli, diventerà il gruppo esempio nella comunità. A lungo andare, queste scuole di devozione e istituzioni di gestione del suffragio e del soddisfacimento delle sette opere di misericordia spirituale ebbero i mezzi per cercare di attuare, soprattutto in ambienti poveri e degradati, anche le sette opere di misericordia corporale. Quindi non più solo suffragio e sepolcreto, ma elemosine ai poveri, assistenza agli ammalati, alle vedove, agli orfani, alle pericolanti. Prestiti senza o a bassissimo interesse in denaro, grano; dote per le ragazze povere attraverso i monti di maritaggio 2 . In conclusione, l’istituzione confraternale nasce come associazione di gruppo che si fa carico di sostenere il singolo sia nelle sue necessità spirituali e religiose, sia nelle sue necessità materiali, espresse nelle più diversificate forme di assistenza. Tutte queste attività hanno come collante il bisogno di dare e ricevere solidarietà. Una solidarietà che si regge sul volontariato. Con queste elementari premesse, scevre da qualsiasi velleità campanilistica, si può avviare un approccio serio e scientificamente valido riguardo l’istituzione confraternale ovunque. Il piccolo centro garganico di Ischitella non poteva fare eccezione rispetto ai centri limitrofi con realtà socio-economiche simili e presso le quali le confraternite hanno avuto un loro ruolo. I documenti 3 informano che a Ischitella sono state presenti a partire dal secolo XVI 4 alcune confraternite, il cui numero può variare a secondo delle interpretazioni. Presso la chiesa matrice era stata costituita una confraternita del SS.mo Sacramento, secondo le direttive tridentine. Successivamente riscontriamo che l’intitola- 2 S. FIORESe, Le confraternite e la loro trasformazione civile, Bari, 1884; L. SADA – A. PAPA, L’ospitium Sancti Nicolai di Bari, Bari, 1988; L. BERTOLDI LENOCI, Le confraternite postridentine nell’Archidiocesi di Bari. Fonti e documenti, Bari, 1983; id., Le confraternite pugliesi in età moderna, Bari, 1988; P. DAMIANO BOVA, L’istituzione nicolaiana dei maritaggi, Bari, 1989. 3 ARCHIVIO DIOCESANO DI MANFREDONIA, fondo Sante Visite, Visita Orsini 1675. 4 Allo stato attuale delle ricerche, iniziate nel 1980, non si è in grado di delineare la realtà confraternale pugliese medievale, per la quasi totale mancanza di documenti. Per l’età moderna e contemporanea, la Puglia è l’unica regione italiana ad avere la storia delle sue confraternite, grazie agli studi e alle pubblicazioni del Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia. Fondamentale il loro censimento. Bibliotecaria del Centro, dott.ssa Antonietta Latorre, via Fratelli Rosselli n. 91, 72015 Fasano di Brindisi, presso la quale le pubblicazioni possono essere richieste.

L. BERTOLDI LENOCI La viIschitella confraternale in età moderna 185 zione si modifica in SS.mo Sacramento e Maria SS.ma del Rosario. Non abbiamo reperito la documentazione che ci spieghi la doppia intitolazione ma, alla luce di altri casi analoghi, crediamo di poter ipotizzare una situazione di questo tipo. La confraternita del SS.mo Sacramento, a numero chiuso, riservata ai notabili, con i suoi onerosi impegni per il suffragio, non riesce a sostenersi. La presenza di un promotor rosarii suggerisce una aggregazione. Il grande seguito del culto mariano legato alle vicende di Lepanto, avrebbe potuto rinvigorire la confraternita cristologica, di più difficile partecipazione, soprattutto per i semplici, rispetto a quelle mariane. Infatti, controllando quanto riscontrato dall’Orsini nella sua visita del 1675, troviamo che il presule visita un altare di Maria SS.ma del Rosario, al quale è aggregato una confraternita che ne ha la cura. È una confraternita della quale si ignora la data di erezione, ma che ha avuto la licenza di erezione dal generale dell’Ordine Domenicano, fruendo delle relative indulgenze. Dalla contabilità controllata, risulta che ha buone rendite. Circa cento anni dopo troviamo che la confraternita di Maria SS.ma del Rosario non ha un suo statuto, ma è aggregata alla confraternita del SS.mo Sacramento e il tribunale misto rilascerà uno statuto unico per una confraternita a doppia intitolazione, ad aggregazione avvenuta. Qualche cosa, che attualmente non sappiamo per certo, ma possiamo solo ipotizzare, era accaduto e la fusione era stata una necessità per sopravvivere. Questa unione, dai molteplici aspetti, migliorò sicuramente una situazione ormai asfittica. Questa trasformazione potrebbe essere avvenuta durante il secolo XVII 5 . Non essendo più a numero chiuso e non essendo più di classe, il sodalizio aveva maggior possibilità di esistere e operare costruttivamente in un contesto povero anche numericamente. Ci sostiene, in questa nostra ipotesi, la presenza di un regio assenso alla fondazione e alle regole concesse, in data 1788 6 dal re di Napoli Ferdinando IV, alla confraternita del SS.mo Sacramento e Maria SS.ma del Rosario. Il documento era d’obbligo dopo il Concordato del 1741, pena la soppressione della confraternita. Questo punto fermo ci impone la certezza che una prima confraternita del Santissimo fosse stata eretta quanto meno nel XVII secolo. Infatti, le regole presentate al Tribunale misto di Napoli, chiamato del Cappellano Maggiore e Santa Chiara, non sono mai regole nuove, ma le antiche regole, adattate alle esigenze cancelleresche 5 Il promotor rosarii non proveniva da un convento cittadino. Infatti a Ischitella era stato eretto solamente un convento di francescani osservanti, che risalirebbe, si dice, al passaggio di San Francesco in Puglia. Fu soppresso nel 1811. Cfr. A. e G. CLEMENTe, La soppressione degli ordini monastici in Capitanata nel decennio francese (1806-1815), Bari, 1993. 6 ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI (da ora A.S.N.), fondo Cappellano Maggiore e Santa Chiara, Busta 1211, nic. 66, a. 1788.

184 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

praticanti. Quindi, originariamente, le confraternite furono scuole per essere buoni<br />

cristiani; per cristianamente vivere e cristianamente morire, passare a vivere nella<br />

casa del Signore. Non a caso i registri dei morti, per ricordare la data del suffragio,<br />

nelle grandi abbazie, si chiamavano i libri della vita. Quella vita eterna cui tutti i<br />

viventi tendono e nella quale sperano.<br />

Queste scuole, furono l’esigenza del singolo che, unito ad altri singoli, diventerà<br />

<strong>il</strong> gruppo esempio nella comunità.<br />

A lungo andare, queste scuole di devozione e istituzioni di gestione del suffragio<br />

e del soddisfacimento delle sette opere di misericordia spirituale ebbero i mezzi per<br />

cercare di attuare, soprattutto in ambienti poveri e degradati, anche le sette opere<br />

di misericordia corporale. Quindi non più solo suffragio e sepolcreto, ma elemosine<br />

ai poveri, assistenza <strong>agli</strong> ammalati, alle vedove, <strong>agli</strong> orfani, alle pericolanti.<br />

Prestiti senza o a bassissimo interesse in denaro, grano; dote per le ragazze povere<br />

attraverso i monti di maritaggio 2 .<br />

In conclusione, l’istituzione confraternale nasce come associazione di gruppo<br />

che si fa carico di sostenere <strong>il</strong> singolo sia nelle sue necessità spirituali e religiose, sia<br />

nelle sue necessità materiali, espresse nelle più diversificate forme di assistenza.<br />

Tutte queste attività hanno come collante <strong>il</strong> bisogno di dare e ricevere solidarietà.<br />

Una solidarietà che si regge sul volontariato. Con queste elementari premesse,<br />

scevre da qualsiasi velleità campan<strong>il</strong>istica, si può avviare un approccio serio e<br />

scientificamente valido riguardo l’istituzione confraternale ovunque.<br />

Il piccolo centro garganico di <strong>Ischitella</strong> non poteva fare eccezione rispetto ai<br />

centri limitrofi con realtà socio-economiche sim<strong>il</strong>i e presso le quali le confraternite<br />

hanno avuto un loro ruolo.<br />

I documenti 3 informano che a <strong>Ischitella</strong> sono state presenti a partire dal secolo<br />

XVI 4 alcune confraternite, <strong>il</strong> cui numero può variare a secondo delle interpretazioni.<br />

Presso la chiesa matrice era stata costituita una confraternita del SS.mo Sacramento,<br />

secondo le direttive tridentine. Successivamente riscontriamo che l’intitola-<br />

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S. FIORESe, Le confraternite e la loro trasformazione civ<strong>il</strong>e, Bari, 1884; L. SADA – A. PAPA, L’ospitium<br />

Sancti Nicolai di Bari, Bari, 1988; L. BERTOLDI LENOCI, Le confraternite postridentine nell’Archidiocesi<br />

di Bari. Fonti e documenti, Bari, 1983; id., Le confraternite pugliesi in età moderna, Bari, 1988; P.<br />

DAMIANO BOVA, L’istituzione nicolaiana dei maritaggi, Bari, 1989.<br />

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ARCHIVIO DIOCESANO DI MANFREDONIA, fondo Sante Visite, Visita Orsini 1675.<br />

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Allo stato attuale delle ricerche, iniziate nel 1980, non si è in grado di delineare la realtà confraternale<br />

pugliese medievale, per la quasi totale mancanza di documenti. Per l’età moderna e contemporanea,<br />

la Puglia è l’unica regione italiana ad avere la storia delle sue confraternite, grazie <strong>agli</strong> studi e alle<br />

pubblicazioni del Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia. Fondamentale <strong>il</strong> loro censimento.<br />

Bibliotecaria del Centro, dott.ssa Antonietta Latorre, via Fratelli Rosselli n. 91, 72015 Fasano di<br />

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