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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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172 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

di Francia e della regina d’Ingh<strong>il</strong>terra, che aderirono a questo desiderio mandando<br />

come loro rappresentanti <strong>il</strong> barone Brenier e M. Elliot.<br />

Era proprio farsi delle strane <strong>il</strong>lusioni <strong>il</strong> pensare che questi governi, che avevano<br />

ritirato i propri rappresentanti qualche tempo prima, sarebbero stati soddisfatti<br />

del fatto che <strong>il</strong> re continuasse a governare <strong>il</strong> paese, allo stesso modo con gli stessi<br />

consiglieri che li avevano spinti a ritirare i loro rappresentanti.<br />

Il generale F<strong>il</strong>angieri, per <strong>il</strong> suo modo d’agire in Sic<strong>il</strong>ia, era reputato all’estero<br />

come idoneo ad essere a capo di un ministero moderato liberale.<br />

Il re, che qualche giorno prima lo aveva nominato suo aiutante di campo, fu<br />

obbligato, e ritenne di soddisfare in tal modo l’opinione pubblica, a nominarlo presidente<br />

del consiglio, ma con gli stessi ministri, quasi tutti del ministero del 1852.<br />

Il generale F<strong>il</strong>angieri ebbe <strong>il</strong> grande torto di accettare di entrare in un siffatto<br />

ministero; fu un grande errore e arrecò oltraggio alla sua reputazione. Egli forse<br />

riteneva di avere abbastanza potere sul giovane re da poterlo influenzare. Malgrado<br />

le migliori intenzioni del mondo, che mi confidò in quanto gli ero molto intimo,<br />

eravamo vecchi amici da 50 anni, egli fu sempre e ovunque messo in difficoltà <strong>dai</strong><br />

suoi colleghi, che volevano fargli perdere <strong>il</strong> consenso della pubblica opinione ed<br />

invece persero <strong>il</strong> re e <strong>il</strong> paese. Non posso che ribadire che <strong>il</strong> generale F<strong>il</strong>angieri non<br />

avrebbe mai dovuto entrare in quel ministero. Se avesse voluto salvare <strong>il</strong> paese,<br />

avrebbe dovuto nominare altri ministri, che avessero le sue stesse idee. Se <strong>il</strong> re non<br />

fosse stato d’accordo, ebbene, avrebbe dovuto lasciarlo andare per la sua strada!<br />

Il generale F<strong>il</strong>angieri, non avendo forse potuto farmi entrare in questo ministero<br />

di cui era stato nominato presidente (io non avrei tuttavia mai accettato), mi fece<br />

investire dal re della carica di generale, sperando che, insieme, saremmo riusciti a<br />

fare qualcosa di buono. Non potevamo fare nulla, non avevamo alcuna influenza.<br />

In Italia c’era la guerra. L’imperatore aveva vinto la batt<strong>agli</strong>a di Magenta. Il<br />

generale F<strong>il</strong>angieri mi fece nominare, dopo molte difficoltà, come incaricato dal<br />

re, per complimentarsi con l’imperatore. Si pensò, nello stesso tempo, di inviare<br />

qualcuno a complimentarsi con <strong>il</strong> re del Piemonte. Che stramberia! Fu scelto <strong>il</strong><br />

principe di Ottajano, senza difficoltà, per questa missione.<br />

Fui molto contento di andare a rivedere sul campo di batt<strong>agli</strong>a, dopo 46 anni,<br />

l’esercito francese che avevo lasciato dopo Leipsick.<br />

Il giorno prima di partire, an<strong>dai</strong> dal re a Capodimonte per congedarmi. Ho visto<br />

che <strong>il</strong> capo dello squadrone svizzero, Schumacker, che aveva l’aria agitata, si dava<br />

molto da fare. Non avendomi palesato nulla a tal proposito, io ero ben lungi dal<br />

sospettare ciò che sarebbe accaduto <strong>il</strong> giorno successivo e cioè che la sera in cui ero<br />

partito con <strong>il</strong> generale Ottojano per la nostra missione, <strong>il</strong> 4° reggimento svizzero<br />

si era ribellato, perché si era voluto far togliere dalla sua bandiera lo stemma del<br />

cantone al quale esso apparteneva.<br />

Questa decisione era stata presa dal re senza che io, generale, ne fossi stato av-

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