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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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170 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

parlassi come se fossi dalla parte degli Inglesi o dei Francesi.<br />

Infine, <strong>il</strong> 4 settembre 1855, nel momento in cui si credeva dovesse esserci un<br />

attacco degli Inglesi contro i nostri porti, e si chiedevano al re le dimissioni del ministro<br />

della polizia a causa di un alterco avvenuto a teatro tra costui e un segretario<br />

della delegazione inglese, <strong>il</strong> re, incollerito dal dover sostituire questo ministro, per<br />

vendicarsi, accoppiò la mia destituzione da ministro della guerra e della marina a<br />

quella del suo ministro della polizia.<br />

Il re mi amava, non aveva dimenticato i servizi che gli avevo reso; mi tenne<br />

presso di lui come aiutante di campo, con la retribuzione di cui godevo come ministro.<br />

Nominò, in mia sostituzione al ministero della guerra, come direttore, un<br />

colonnello, un brav’uomo. Anche al ministero della marina fu messo un direttore,<br />

un capitano di vascello, uomo incapace. Il re fu molto contento di essersi sbarazzato<br />

di un ministro della guerra e della marina poiché desiderava fare ogni cosa<br />

di testa sua.<br />

Il 22 dicembre dello stesso anno, <strong>il</strong> re mi nominò luogotenente generale; erano<br />

passati esattamente quarant’anni da quando ero stato nominato maresciallo di<br />

campo dal re Gioacchino.<br />

Rimasi così lontano d<strong>agli</strong> affari, recandomi raramente a corte e deplorando la<br />

cattiva strada in cui ci eravamo impantanati.<br />

Alla fine del 1858, <strong>il</strong> re aveva concluso <strong>il</strong> matrimonio del principe ereditario con<br />

una principessa di Baviera. Il 27 dicembre, prima di lasciare Napoli per accompagnare<br />

<strong>il</strong> figlio, organizzò, per questo evento, una grandissima cerimonia a corte: diede molte<br />

decorazioni e non mi dimenticò, in quanto mi nominò gran cancelliere dell’ordine<br />

di San Ferdinando, <strong>il</strong> più importante del regno. Per la cerimonia del matrimonio<br />

del principe, si vide ciò che si era fatto in occasione del matrimonio del re suo padre,<br />

che aveva sposato in prime nozze un’arciduchessa d’Austria: era andato incontro alla<br />

fidanzata in Puglia, poiché essa veniva da Trieste via mare. Si voleva seguire lo stesso<br />

cerimoniale nel mese di gennaio: fare attraversare alla povera principessa l’Adriatico<br />

in questa stagione e al re e alla sua famiglia far attraversare gli Appennini coperti di<br />

neve.<br />

La salute del re si era molto deteriorata per le apprensioni e le preoccupazioni, e<br />

per quello che gli era accaduto l’anno precedente quando un v<strong>il</strong>e assassino, che<br />

indossava l’uniforme della sua armata che egli tanto amava, aveva attentato alla<br />

sua vita. Inoltre, pochi giorni dopo, si era verificata l’esplosione di una polveriera<br />

nella darsena: la fregata a vapore Carlo III era esplosa nel porto. Tutti questi fattori<br />

lo avevano molto provato.<br />

Viaggiò come un semplice privato, senza scorta, <strong>il</strong> popolo lo amava: allora<br />

non esistevano né briganti né ladri; quando si calunnia un paese per gli effetti bisognerebbe<br />

conoscere le cause. In questo viaggio egli ha molto sofferto <strong>il</strong> freddo.<br />

Arrivato in Puglia, si ammalò. Lamentava un dolore alla coscia. Fu obbligato

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