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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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M. BELLOLI<br />

La vitaMemorie e ricordi di un Principe<br />

ricevette una lettera che gli annunciava la sua destituzione e quella del segretario<br />

privato ed intimo del re, <strong>il</strong> comandante Corsi. La stessa notte, <strong>il</strong> generale Carrascosa<br />

fece con <strong>il</strong> re un rimpasto del ministero e nominò Ferdinando Troya, esaltato<br />

reazionario, presidente del consiglio. Questi era <strong>il</strong> fratello di Carlo Troya, che era<br />

stato presidente del ministero rivoluzionario.<br />

A partire da allora, i provvedimenti di tipo reazionario non ebbero limiti. Si<br />

cominciò, come nel 1820, ad indagare su tutti i ministri, tranne me, che non lo<br />

permisi, su tutte le opinioni di tutti gli impiegati, che furono in gran parte destituiti:<br />

un provvedimento odioso che procurò al re molti nemici.<br />

Si fecero fare petizioni al re per chiedere l’abolizione della costituzione; era<br />

proprio inut<strong>il</strong>e perché la costituzione non esisteva.<br />

Il re poteva ben dire che, per due volte, questa costituzione lo aveva obbligato<br />

a sciogliere la Camera dei deputati, che ne aveva abusato per mettere in grado <strong>il</strong><br />

paese di ribellarsi. L’esperienza era stata fatta; poteva abolirla, ma nel contempo<br />

dare al paese una costituzione che avrebbe potuto farne la felicità.<br />

Sarebbe stato molto meglio che mantenerla e non governare secondo i suoi<br />

principi.<br />

Questa è stata un’ulteriore disgrazia che, nel 1860, ha fatto ritornare sul tappeto<br />

questa stessa costituzione, che si è preteso di non aver mai abolito, e che ha<br />

prodotto risultati ancora peggiori e la perdita della dinastia. Tutti questi provvedimenti<br />

gravissimi hanno spinto <strong>il</strong> paese verso i più recenti avvenimenti. Fu proprio<br />

in quel periodo che <strong>il</strong> generale F<strong>il</strong>angeri aveva conquistato la Sic<strong>il</strong>ia, per metterla<br />

nuovamente sotto l’autorità del re. Luogotenente generale in Sic<strong>il</strong>ia, egli era <strong>il</strong><br />

solo, per la sua fermezza e per l’interesse che mostrava per questo paese, in grado<br />

di governarlo. Fu obbligato a dare le dimissioni a causa delle ost<strong>il</strong>ità che riceveva,<br />

si dubitava della sua fedeltà. Le dimissioni furono accettate.<br />

Il principe di Castelcicala lo sostituì.<br />

Dopo 40 anni, la reazione non poteva dimenticare le sue origini: era stato ufficiale<br />

distinto del re Gioacchino.<br />

Il suo allontanamento dalla Sic<strong>il</strong>ia ha prodotto <strong>il</strong> suo effetto nel 1860.<br />

Poco tempo dopo, la Francia e l’Ingh<strong>il</strong>terra si allearono per combattere la Russia:<br />

<strong>il</strong> Piemonte ne approfittò per unirsi a questa alleanza. I nostri ministri, dalla vista<br />

corta, consigliarono al re la neutralità. Avesse voluto <strong>il</strong> cielo che questa neutralità<br />

fosse stata osservata: spesso si trattava di ost<strong>il</strong>ità; <strong>agli</strong> alleati si rifiutavano grano<br />

e bestiame. Tutti questi contrattempi finirono per indisporre queste potenze e gli<br />

ambasciatori di Francia ed Ingh<strong>il</strong>terra lasciarono <strong>il</strong> paese: ci furono persone così<br />

stupide e cieche da rallegrarsi per la partenza di queste delegazioni.<br />

Mi era impossib<strong>il</strong>e trattenermi dal lamentare pubblicamente queste misure che<br />

portavano alla rovina <strong>il</strong> paese, ed era fac<strong>il</strong>e capire come sarebbe finita. Il mio modo<br />

di vedere le cose, che era tutto volto all’interesse del re, lasciava credere che io

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