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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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168 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

<strong>il</strong> gran cordone e decorazioni in diamante del suo ordine; Sua Maestà la regina di<br />

Spagna con la gran croce dell’ordine di Carlo III; <strong>il</strong> duca di Parma con <strong>il</strong> cordone<br />

di San Ludovico; nel 1850 dal presidente della repubblica francese fui proclamato<br />

grande ufficiale della legion d’onore; e più tardi, nello stesso anno, fui insignito<br />

della gran croce del medesimo ordine; nel 1852 l’imperatore di Russia mi conferì<br />

<strong>il</strong> gran cordone dell’ordine di Sant’Alessandro Nevskij.<br />

Tutte queste decorazioni mi sono state consegnate <strong>dai</strong> ministri accreditati presso<br />

Sua Maestà, con lettere lusinghiere nei miei riguardi, che conservo, senza averle<br />

ovviamente sollecitate.<br />

Sciolto <strong>il</strong> ministero, <strong>il</strong> re mi inviò presso <strong>il</strong> cavalier Fortunato, che era stato<br />

consigliere di stato del re Gioacchino, uomo di talento, con principi liberali, per<br />

incaricarlo di formare un ministero. Come era successo con <strong>il</strong> ministero moderato<br />

del gennaio1848 del duca di Serracapriola, al quale era succeduto un ministero di<br />

avvocati rivoluzionari, al nostro del 16 maggio, succedette un ministero di avvocati<br />

reazionari.<br />

Poiché la nostra marina era aumentata di parecchie unità, <strong>il</strong> re desiderava avere<br />

un attracco in cui ormeggiare le nostre navi. Questa costruzione è molto diffic<strong>il</strong>e nel<br />

Mediterraneo dove non esiste quasi marea. Ho chiamato gli ingegneri specializzati<br />

per fare un progetto di costruzione ed avere un preventivo di spesa. Chiedevano<br />

parecchio denaro e non avevano nessuna specializzazione.<br />

Nel 1851 mi decisi a dirigere personalmente la costruzione. Senza descrivere<br />

in dett<strong>agli</strong>o le contrarietà che dovetti risolvere, nello spazio di un anno, nell’agosto<br />

1852, <strong>il</strong> molo era pronto; la spesa non superò i 300.000 ducati. Venne inaugurato<br />

facendovi entrare un vascello da 80. Vi hanno assistito l’ammir<strong>agli</strong>o Baudin e gli<br />

ufficiali della squadra francese che si trovava nella rada di Napoli.<br />

Il re, volendo ricompensare la mia abnegazione, mi scrisse una lettera lusinghiera<br />

e mi nominò cavaliere di San Gennaro.<br />

L’anno successivo, ebbi inoltre la soddisfazione di vedere <strong>il</strong> bacino visitato da<br />

S. A. l’arciduca Massim<strong>il</strong>iano, fratello dell’imperatore d’Austria, che, avendolo<br />

esaminato accuratamente, volle averne i disegni e conoscere la spesa sostenuta. Si<br />

proponeva di farne costruire uno a Pola ad uso della marina imperiale.<br />

Pochi mesi dopo l’inaugurazione del bacino, <strong>il</strong> re aveva riunito nella sala del<br />

consiglio ordinario i ministri. Con nostra sorpresa, era molto in collera. Disse di<br />

avere motivo di lamentarsi di qualcuno, ci lasciò e si ritirò nel suo studio.<br />

Noi non sapevamo se dovessimo andar via o aspettare. Nessuno osava andare<br />

dal re; i miei colleghi mi pregarono di andare io. Così fu. Entrando, gli doman<strong>dai</strong><br />

se avessi mancato in qualche cosa; mi assicurò di non avere nulla contro di me,<br />

che i miei colleghi potevano andarsene. Mi ordinò di tornare da lui per scendere<br />

insieme nell’arsenale.<br />

Il giorno seguente, <strong>il</strong> ministro Fortunato doveva andare a caccia col re. La notte

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