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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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18 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

Come sopra detto, dopo una prima fase di conquista, a partire dall’VIII-IX secolo,<br />

quando si ebbe un consolidamento dei confini del ducato ed una integrazione<br />

sociale e religiosa dei Longobardi con i nativi, si assistette ad una certa ripresa<br />

insediativa: i Longobardi trasformarono le vecchie fare in fattorie o piccoli borghi<br />

agricoli, dando avvio alla costruzione di nuovi <strong>insediamenti</strong>, i castra, siti in luoghi<br />

strategici difensivi: sulle sommità di colli e montagne, come Monte Sant’Angelo,<br />

o al riparo delle lagune, come a <strong>Varano</strong>, dove sulla piccola penisola della costa<br />

orientale del lago, già sede di una fattoria romana, davano origine all’insediamento<br />

altomedievale del castrum Bayranum 25 , presso <strong>il</strong> Crocefisso di <strong>Varano</strong>, di cui è<br />

ancora possib<strong>il</strong>e vedere qualche rudere e i resti delle mura che chiudevano l’unico<br />

lato attaccato alla terraferma. Questo insediamento, che perdurerà per tutto <strong>il</strong><br />

medioevo, sarà sottoposto, come quello successivo di <strong>Ischitella</strong>, alla giurisdizione<br />

del vescovo di Vieste.<br />

Per qualche tempo i Longobardi la faranno da padroni, come testimoniato da<br />

alcuni documenti circa <strong>il</strong> possesso delle terre intorno ai laghi di Lesina e di <strong>Varano</strong> 26 .<br />

Ma successivamente saranno contrastati d<strong>agli</strong> Slavi prima e <strong>dai</strong> Saraceni poi.<br />

Slavi e Saraceni<br />

Con la caduta dell’impero romano <strong>il</strong> Gargano, proteso nell’Adriatico e collegato<br />

alla sponda <strong>il</strong>lirica con una serie di isolette (Tremiti-Pianosa-Pelagosa-Cazza-<br />

Lagozza) che già nel neolitico avevano offerto fac<strong>il</strong>e approdo alle sue coste 27 , fu<br />

interessato sempre più frequentemente dalle incursioni degli Slavi, che proprio<br />

dal VI-VII secolo stavano insediandosi in quella che sarà la Jugoslavia (terra degli<br />

va notato che nel documento, redatto a Gualdo sul Biferno, si parla esplicitamente del fl uvio Lauro,<br />

così come in altri documenti dove è riportata espressamente Lesina; cfr. T. LECCISOTTI, Le colonie<br />

cassinesi in Capitanata, Lesina, op. cit., docc. VII, VIII, X, XI, XII, XIII, XIV,XV, XIX, XXI, XXII, XXIII; gli<br />

altri toponimi Lauro della Campania si riferiscono a paesi (Lauro in provincia di Caserta e Lauro di<br />

Salerno). Circa l’apparente stranezza dei toponimi poi, essa è dovuta al fatto che questi sono estremamente<br />

antichi. Così <strong>il</strong> lago di Lesina è chiamato lacu Ruvio, come si doveva chiamare prima che<br />

sorgesse la città di Lesina, come, in un altro documento, <strong>il</strong> lago di <strong>Varano</strong> è chiamato lacu Romani,<br />

con la sua peschiera di S. Focato in Barano; cfr. T. LECCISOTTI, Le colonie cassinesi in Capitanata,<br />

Lesina, op. cit., doc. XX.<br />

25<br />

J.M MARTIN - G. NOYÉ’, La Capitanata nella storia del Mezzogiorno medievale, op. cit., p. 25.<br />

26<br />

T. LECCISOTTI, Le colonie cassinesi in Capitanata, Lesina (Sec. VIII-XI), Montecassino 1937, con<br />

i documenti IV e XX, che interessano <strong>il</strong> lago di <strong>Varano</strong>.<br />

27<br />

A. GRAVINA, Preistoria e Protostoria sulle rive del Basso Fortore, in “Atti del 1° Convegno sulla<br />

Preistoria, Protostoria e Storia della Daunia”, San Severo 1979 (1980), pp. 73-74; G. DI PERNA, Lesina:

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