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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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M. BELLOLI<br />

La vitaMemorie e ricordi di un Principe<br />

uomini effettivi. In tal modo non restarono nel reame che 26/28 m<strong>il</strong>a uomini per<br />

tutti gli altri adempimenti.<br />

Chiesi di riunire <strong>il</strong> consiglio dei ministri, che <strong>il</strong> re presiedeva, per far adottare<br />

una risoluzione unanime, finalizzata a far chiamare le truppe dall’Alta Italia. Il re<br />

si sentì anche con qualcun altro per avere più pareri sulla questione: se ciò fosse<br />

fattib<strong>il</strong>e; si obiettò che, forse, le popolazioni ne avrebbero impedito <strong>il</strong> ritorno. Insistetti<br />

sostenendo che, con una divisione di 12.000 uomini, avremmo vinto ovunque.<br />

Infine hanno ceduto e l’ordine di promulgazione di quanto deciso è stato firmato<br />

da tutti i ministri responsab<strong>il</strong>i.<br />

Contemporaneamente feci partire un ufficiale di stato maggiore, per portare al<br />

generale Pepe l’ordine di ritornare nel reame con la sua divisione. L’intera divisione<br />

obbedì <strong>agli</strong> ordini che aveva ricevuto. Soltanto <strong>il</strong> X reggimento di linea, che<br />

si trovava distaccato presso l’esercito piemontese, fu obbligato dal generale Pepe<br />

a disobbedire <strong>agli</strong> ordini che aveva ricevuto ed a seguirlo.<br />

Come arrivai alla direzione della guerra e della marina, trovai che non ci si<br />

occupava assolutamente dell’amministrazione; tutto veniva fatto presso lo stato<br />

maggiore generale <strong>agli</strong> ordini e su disposizione particolare del re. Feci molta fatica<br />

ad organizzare questo servizio.<br />

Nello stato di rivoluzione in cui l’Europa si trovava, diveniva urgente aumentare<br />

ed organizzare l’esercito. Si richiamarono tutti i riservisti: tutti, alla prima chiamata,<br />

vennero a raggiungere i loro corpi. In questo modo, grazie alla coscrizione,<br />

l’esercito venne portato a 100.000 uomini.<br />

Le armi non ci mancavano, ma per quanto riguarda l’abbigliamento e l’equipaggiamento,<br />

i fornitori del paese erano nell’impossib<strong>il</strong>ità di far fronte alla situazione.<br />

Ci rivolgemmo alla Francia ed ottenemmo tutto ciò di cui avevamo bisogno.<br />

Nel paese fu possib<strong>il</strong>e, grazie al denaro, acquistare tutti i cavalli necessari per<br />

la cavalleria ed <strong>il</strong> treno. In pochissimo tempo l’esercito venne organizzato.<br />

Si chiese al paese di eleggere i deputati per poter riaprire <strong>il</strong> parlamento. Ut<strong>il</strong>izzando<br />

la costituzione che si era fatta frettolosamente nel mese di gennaio, si ebbero<br />

pressappoco gli stessi deputati, o deputati con gli stessi orientamenti politici.<br />

Il re nominò ancora parecchi Pari ed <strong>il</strong> 24 giugno io fui nel numero di essi. Il<br />

parlamento fu aperto, nel nome del re, dal duca di Serracapriola.<br />

Il mese di settembre si avvicinava; era urgente pensare alla Sic<strong>il</strong>ia e impadronirsi<br />

di Messina altrimenti, nell’inverno, la cittadella sarebbe certamente stata perduta.<br />

Spinsi <strong>il</strong> re ad ordinare questa spedizione e ad affidarne <strong>il</strong> comando al generale<br />

F<strong>il</strong>angieri che, sbarcato con l’esercito in Sic<strong>il</strong>ia, l’8 settembre era già padrone della<br />

città di Messina.<br />

In questa spedizione la marina fu fedele ai suoi doveri, servì con zelo, rese dei<br />

servizi.

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