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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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158 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

vedo Fouché e faccio la mia commissione. Dopo qualche giorno, sono chiamato<br />

dal ministro della polizia; egli mi informa che la nave su cui doveva imbarcarsi <strong>il</strong><br />

re, spinta da una folata di vento, era stata obbligata ad allontanarsi, aveva lasciato<br />

<strong>il</strong> re a terra ed era partita.<br />

Il re, lasciato solo con un valletto di camera, aveva preso una barca che lo<br />

lasciò in Corsica. Arrivato nell’isola aveva ritrovato <strong>il</strong> generale Franceschetti ed<br />

altri ufficiali che avevano servito nel regno di Napoli ed essi lo convinsero a fare<br />

una spedizione per sbarcare in Calabria, a Pizzo. Traditi, da quel che si racconta,<br />

da un marinaio chiamato Barbara, accadde la terrib<strong>il</strong>e catastrofe che credo inut<strong>il</strong>e<br />

menzionare, essendo già troppo conosciuta.<br />

La mia sorpresa ed <strong>il</strong> mio dolore furono estremi. In questo modo terminò <strong>il</strong><br />

primo periodo della mia vita m<strong>il</strong>itare durante la quale ho sempre cercato di fare<br />

<strong>il</strong> mio dovere e di mostrare, sino all’ultimo minuto, riconoscenza a colui che era<br />

stato <strong>il</strong> mio protettore e che mi aveva ricolmato di benefici.<br />

Parte Seconda<br />

Poiché gli <strong>ultimi</strong> avvenimenti avevano reso inut<strong>il</strong>e <strong>il</strong> mio soggiorno a Parigi, non<br />

mi restava che rientrare a Napoli dalla mia famiglia ed occuparmi dei miei affari.<br />

Lasciai Parigi. Arrivato a Firenze seppi di essere stato es<strong>il</strong>iato da Napoli, come<br />

<strong>il</strong> duca di Roccaromana, per aver servito fedelmente <strong>il</strong> re.<br />

E’ stato necessario rassegnarsi e decidere di vivere all’estero. Durante <strong>il</strong> mio<br />

es<strong>il</strong>io, ebbi la soddisfazione di vedere la mia condotta e fedeltà verso i doveri altamente<br />

apprezzati, al punto che venni ricevuto ovunque con la più grande cortesia,<br />

in particolare dall’aristocrazia inglese e d<strong>agli</strong> ambasciatori d’Austria, principe<br />

Estherazy, e di Russia, principe de Liéven.<br />

Per tre anni la mia famiglia aveva inut<strong>il</strong>mente chiesto al re di farmi rientrare.<br />

Nel 1818, essendosi recato <strong>il</strong> re Ferdinando a Roma, con <strong>il</strong> duca di Roccaromana<br />

siamo andati in questa città dove abbiamo ricevuto <strong>il</strong> permesso di rientrare<br />

a Napoli.<br />

Poco tempo dopo, tramite una grazia speciale, queste sono le parole del decreto,<br />

siamo stati reintegrati nel nostro grado.<br />

Il capitano generale Nugent, ministro della guerra, aveva giudicato onorevole<br />

la mia condotta: mi colmava di gent<strong>il</strong>ezze e volle darmi <strong>il</strong> comando della provincia<br />

di Capitanata dove avevo le mie terre, lasciandomi in tal modo la possib<strong>il</strong>ità di<br />

occuparmi fac<strong>il</strong>mente dei miei affari.

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