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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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156 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

di essere eseguito a passo di corsa ed in colonna, si faceva con tutta calma lasciando<br />

un gran quadrato vuoto e fac<strong>il</strong>e da colmare, ordinò alla sua cavalleria di caricare e<br />

tolse tutti i tiratori che proteggevano la parte anteriore del quadrato. Il reggimento,<br />

non si sa per quale ordine, si ritirò in disordine.<br />

Il re vide la cattiva disposizione dell’attacco, ma non ebbe <strong>il</strong> tempo di cambiarla;<br />

la divisione rimase immob<strong>il</strong>e senza portarsi in avanti per sostenere <strong>il</strong> movimento.<br />

Fu uno smacco terrib<strong>il</strong>e visto da tutta l’armata, che ne restò demoralizzata. Il re<br />

fu obbligato ad ordinare la ritirata che fu eseguita dalla guardia con molto ordine,<br />

per squadroni di batt<strong>agli</strong>one, come in un campo di manovra.<br />

In questa infelice giornata, <strong>il</strong> duca di Roccaromana, grande scudiero, perse suo<br />

figlio, ufficiale d’ordinanza del re, in una carica che eseguiva con la cavalleria. Il<br />

padre tolse <strong>il</strong> cadavere del figlio dal campo di batt<strong>agli</strong>a e lo portò indietro con <strong>il</strong><br />

suo cavallo.<br />

Il generale D’Aquino, autore di tanto disastro, è lo stesso che, durante la ritirata<br />

pochi giorni prima di rientrare nel reame, è entrato nel gabinetto del re ed ha osato<br />

dirgli di abdicare: Toglietevi, miserab<strong>il</strong>e, dalla mia presenza, egli gli rispose.<br />

La ritirata è continuata molto ordinatamente fino al confine del regno di Napoli.<br />

Entrando nel reame vi furono molte diserzioni nell’esercito; contemporaneamente<br />

arrivò <strong>il</strong> generale Belliard, inviato dall’imperatore al re con delle istruzioni. Ahimè,<br />

era troppo tardi!<br />

Il re, di ritorno a Napoli, si è trovato nella necessità di dover lasciare la città<br />

in quanto non poteva impedirvi l’ingresso di tutto l’esercito austriaco; prima di<br />

partire ha voluto ricompensare i suoi fedeli generali . Con un decreto promulgato a<br />

Pescara l’8 maggio1815, di cui non ebbi conoscenza che 20 giorni dopo a Tolone, <strong>il</strong><br />

re mi aveva fatto dono di 300.000 franchi di proprietà territoriali delle sue proprietà<br />

personali, per goderne e disporre.<br />

I gradi e l’avanzamento che <strong>il</strong> re ha accordato prima della sua partenza sono<br />

stati riconosciuti dal trattato di Casalanza; le donazioni non sono state riconosciute;<br />

con quale diritto?<br />

La regina rimase tranqu<strong>il</strong>lamente a Napoli fino al momento dell’entrata in città<br />

del nemico, allorquando si imbarcò con la famiglia su di un vascello inglese.<br />

Il re ha lasciato Napoli a cavallo, attraversando la città, ricevendo ovunque<br />

testimonianze di affetto e di rispetto fino a Pozzuoli, dove aveva fatto venire delle<br />

navi per imbarcarsi e recarsi a Gaeta. Era accompagnato dal generale Rossetti, <strong>dai</strong><br />

suoi due nipoti Bonafous, dal generale duca Roccaromana, suo gran scudiero e da<br />

me, <strong>il</strong> suo aiutante di campo.<br />

Ci siamo imbarcati durante la notte; arrivati a poca distanza dalla città, <strong>il</strong> mare<br />

era coperto da incrociatori inglesi e sic<strong>il</strong>iani che bloccavano ogni accesso. Ci è stato<br />

impossib<strong>il</strong>e arrivarvi ed abbiamo fatto rotta sull’isola d’Ischia.<br />

Dopo due giorni di attesa e di incertezza, sempre rispettati dalla popolazione,

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