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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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G. DI PERNA Il Gargano nell’alto Medioevo 17<br />

altomedievale, che avrebbe ospitato i vari profughi della zona, in cerca di un luogo<br />

più sicuro. Questo insediamento altomedievale decadde nel giro di qualche secolo<br />

e di esso si persero le tracce, come avvenne per tanti altri <strong>insediamenti</strong> sim<strong>il</strong>i del<br />

Gargano, che risultano abbandonati già a partire dall’XI secolo 19 .<br />

In una prima fase, i Longobardi si insediarono nella Puglia settentrionale dando<br />

origine alle fare: piccoli gruppi fam<strong>il</strong>iari di colonizzazione agricolo-m<strong>il</strong>itare,<br />

organizzati autonomamente 20 , che presero <strong>il</strong> posto dei grandi latifondi romani (i<br />

quali permettevano una buona produzione agricola e la conservazione di tecnologie<br />

adeguate), dando avvio alla parcellizzazione del territorio e all’arretramento<br />

agricolo e sociale 21 . Si assistette così ad un profondo mutamento del paesaggio<br />

agricolo: non più grossi <strong>insediamenti</strong> con centinaia di addetti, organizzati e diretti<br />

da amministratori capaci, con un ricco scambio commerciale, ma tanti piccoli<br />

<strong>insediamenti</strong>, a carattere fam<strong>il</strong>iare, ad economia chiusa, affiancati da estesi ed<br />

incolti demani ducali, con una agricoltura più povera e più “medievale”, capace di<br />

sfruttare solo piccoli appezzamenti. Dappertutto <strong>il</strong> territorio si presentava in stato<br />

di abbandono, con boschi e palude che riprendevano <strong>il</strong> sopravvento. Pochi e piccoli<br />

gli <strong>insediamenti</strong> rurali, scomparse del tutto le rare città, che non sopravvissero al<br />

tracollo dell’impero 22 . Solo Lesina e Siponto riuscirono a sopravvivere.<br />

Successivamente le fare si trasformarono in fattorie o piccoli borghi agricoli 23 ,<br />

che furono alla base della costruzione di nuovi centri, come <strong>il</strong> castro di Lauro, sul<br />

lago di Lesina, Canianum (Cagnano <strong>Varano</strong>) e Bagni, su quello di <strong>Varano</strong>. Echi di<br />

questi <strong>insediamenti</strong> riecheggiano ancora oggi nei vari toponimi Fara che costellano<br />

<strong>il</strong> Gargano: per esempio a Lesina, dove troviamo <strong>il</strong> Canale La Fara, sul versante<br />

sud-occidentale del lago; nei pressi del Lauro, dove i documenti riportano questo<br />

toponimo 24 ; a S. Nicola di <strong>Varano</strong>, dove troviamo C. Fara.<br />

19<br />

La Per fondazione esempio Bizzano, di <strong>Varano</strong> nei pressi di San Giovanni Rotondo o S. Giovanni de lo Castelluzzo, nei<br />

pressi di Apricena.<br />

20<br />

F. SABATINI, Rifl essi linguistici della dominazione longobarda nell’Italia mediana e meridionale,<br />

Accademia Toscana di Scienze e Lettere «La Colombaria», Firenze 1963-64, vol. XXVIII, pp.<br />

125-249.<br />

21<br />

M. FUIANO, Economia rurale e società in Puglia nel medioevo, Napoli 1978.<br />

22<br />

M. FUIANO, Economia rurale e società in Puglia nel medioevo, op. cit..<br />

23<br />

F. SABATINI, Rifl essi linguistici della dominazione longobarda nell’Italia mediana e meridionale,<br />

op. cit.<br />

24<br />

T. LECCISOTTI, Le colonie cassinesi in Capitanata, Lesina (Sec. VIII-XI), Montecassino 1937, doc.<br />

I, p. 29: “...hoc est territorio nostro in loco qui nominatur fluvio Lauro, et fine posita, per ipso fluvio,<br />

et usque in via Brutini, et fine Fara...”. Qualcuno, notando la stranezza dei toponimi riportati dal documento,<br />

ha avanzato l’ipotesi che potesse riferirsi ad un’altra contrada Lauro, nella Campania. Ma

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