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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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154 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

Il 5 febbraio 1814 <strong>il</strong> re mi ha affidato <strong>il</strong> comando del reggimento degli ussari<br />

della guardia reale.<br />

Allora sono iniziati gli intrighi volti a dividere <strong>il</strong> re dall’imperatore e a farlo<br />

entrare nella coalizione. Il generale Neipperg è stato ricevuto come ambasciatore<br />

straordinario dell’imperatore d’Austria per concludere l’alleanza con la coalizione,<br />

garantendo al re, oltre al regno, le Marche che erano state occupate dalle nostre<br />

truppe.<br />

La potenza dell’imperatore Napoleone era tale che <strong>il</strong> re, benché coinvolto nella<br />

coalizione, non ha mai pensato che potesse essere detronizzato; ha voluto salvare<br />

<strong>il</strong> proprio regno, ma non certamente tradire <strong>il</strong> proprio benefattore e cognato.<br />

A causa di questa alleanza, <strong>il</strong> nostro esercito ha perso parecchi ufficiali francesi<br />

che avevano fatto la guerra; ciò è stato un male.<br />

Secondo quanto convenuto nell’alleanza, <strong>il</strong> re fu obbligato a portare <strong>il</strong> proprio<br />

esercito nell’Alta Italia, contro le truppe comandate dal vicere che, minacciato al<br />

fianco e posteriormente, fu impossib<strong>il</strong>itato a marciar su Vienna, cosa che avrebbe<br />

forse impedito <strong>agli</strong> alleati di marciare su Parigi.<br />

Avendo portato gli avvenimenti di Parigi all’indizione del congresso di Vienna,<br />

si cominciò a mettere in dubbio, dopo i sacrifici che aveva fatto, che <strong>il</strong> re dovesse<br />

essere lasciato in possesso del suo regno.<br />

Di ritorno a Napoli, <strong>il</strong> 1° gennaio 1815, <strong>il</strong> re mi ha nominato maresciallo di<br />

campo onorario, lasciandomi anche <strong>il</strong> comando degli ussari della guardia.<br />

Poco tempo dopo sono stato inviato in missione in Sic<strong>il</strong>ia presso <strong>il</strong> generale<br />

Bentinck, che comandava le truppe inglesi. Venni ricevuto con grandissima considerazione.<br />

Il re era tormentato per la sua posizione; l’imperatore gli fece sapere della sua<br />

intenzione di tornare in Francia. In effetti, all’inizio di marzo, arrivò un messaggero<br />

che annunciò che l’imperatore aveva lasciato l’isola d’Elba ed era sbarcato<br />

in Francia.<br />

Generali italiani arrivavano a Napoli ed assicuravano al re che l’Italia era in<br />

fiamme e che egli avrebbe dovuto soltanto farsi vedere perché tutti si levassero in<br />

massa e prendessero le armi per cacciare gli Austriaci.<br />

Il re ritenne che fosse giunto <strong>il</strong> momento propizio per vendicarsi del fatto che,<br />

dopo aver fatto <strong>il</strong> sacrificio di entrare nella coalizione, lo si volesse detronizzare.<br />

L’esercito venne messo sul piede di guerra e io venni nominato maresciallo<br />

di campo. Presi <strong>il</strong> comando della seconda brigata della guardia dei reggimenti dei<br />

lancieri e dei corazzieri.<br />

Ci mettemmo in marcia; arrivati a Bologna fummo accolti con molto entusiasmo.<br />

Non una persona prese le armi.<br />

In questa città <strong>il</strong> re seppe che, dalla Sic<strong>il</strong>ia, si era diffusa nel regno la setta dei<br />

Carbonari e che in Abruzzo vi erano state alcune manifestazioni ost<strong>il</strong>i al governo.<br />

Fu sempre in questa città che alcuni generali, gli stessi che nel 1820 fecero la rivo-

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