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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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150 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

coltà, arrivando nell’esercito, a procurarmi dei cavalli per andare in combattimento.<br />

L’armata napoleonica ha attraversato <strong>il</strong> Niemen; hanno sf<strong>il</strong>ato i 40.000 uomini<br />

della più bella cavalleria del mondo. Il re ne ha preso <strong>il</strong> comando. Ci mettemmo in<br />

marcia; arrivati davanti W<strong>il</strong>na fummo ben presto padroni della città.<br />

La cavalleria, <strong>agli</strong> ordini del re, con una divisione di fanteria, formava l’avanguardia<br />

dell’esercito: noi seguivamo e ci battevamo ogni giorno con l’armata russa<br />

in ritirata; arrivammo a Vitebsk dove trovammo una grande resistenza.<br />

Eravamo da poco in questa città quando venni incaricato dal re di consegnare<br />

un messaggio all’imperatore. Sono partito la sera, a cavallo, seguito da una pattuglia<br />

di dragoni. Arrivo in un castello. Il mio cavallo era sfinito. La proprietaria<br />

me ne ha dato un altro per farmi continuare <strong>il</strong> cammino. Giungo a sera al quartier<br />

generale di Sua Maestà. Mi faccio annunciare dall’aiutante di campo in servizio,<br />

mi si introduce subito nello studio; fui ricevuto dall’imperatore che indossava un<br />

abito da camera di piquet bianco, un foulard in testa, e si trovava davanti ad una<br />

grande tavola, intento ad indicare con degli sp<strong>il</strong>li, su di una carta dei luoghi teatro<br />

di guerra, la posizione dei vari corpi d’armata.<br />

Aprendo <strong>il</strong> messaggio, vedendo l’ora in cui ero partito, mi ha detto con humor:<br />

Signore, se l’è proprio presa comoda! Io mi sono scusato dicendo che avevo<br />

percorso 25 leghe con due cavalli e che avevo fatto molta fatica per arrivare. Mi<br />

disse: Vada a riposarsi. Contemporaneamente uscì dalla sua camera, lamentandosi<br />

molto perché non esistevano distaccamenti postali sulla strada. Poco tempo dopo<br />

mi ha rinviato dal re, che ho ritrovato davanti a Smolensk.<br />

Una grande batt<strong>agli</strong>a si è svolta davanti a questa città, che i Russi hanno finito<br />

per abbandonare dopo averle dato fuoco. L’armata ha avuto qualche giorno di riposo<br />

ed abbiamo quindi continuato l’inseguimento dell’esercito russo; combattendo tutti<br />

i giorni dalla mattina alla sera contro le retroguardie che coprivano la loro ritirata,<br />

siamo arrivati davanti alla Moscova, dove abbiamo trovato schierata tutta l’armata<br />

russa, al riparo dietro una serie di fortificazioni, pronta per attaccare contro di noi<br />

una grande batt<strong>agli</strong>a.<br />

Il re ha bloccato l’avanzata ed ha fatto avvisare l’imperatore che ci seguiva con<br />

<strong>il</strong> grosso dell’armata. L’imperatore è arrivato sul campo di batt<strong>agli</strong>a, ha esaminato<br />

a lungo la posizione del nemico, ha dato ordini per piazzare i diversi corpi dell’armata.<br />

Noi siamo andati con <strong>il</strong> re nel nostro bivacco.<br />

Verso le cinque di sera, l’imperatore ha inviato al re l’ordine di mettersi alla<br />

testa della divisione di fanteria Compans e di una parte della cavalleria, per andare<br />

a conquistare la grande fortificazione all’estrema destra della linea nemica. Siamo<br />

saliti a cavallo e siamo avanzati all’attacco della fortificazione. Siamo stati assaliti<br />

da una grandinata di proiett<strong>il</strong>i e da un fuoco di fuc<strong>il</strong>i molto vivace da parte della<br />

fanteria russa appostata in un bosco.<br />

Proprio in in quel momento sono stato colpito al basso ventre da un proiett<strong>il</strong>e.

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