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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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M. BELLOLI<br />

La vitaMemorie e ricordi di un Principe<br />

mia famiglia ed avendo del denaro, ho chiesto di prendere servizio nell’esercito, per<br />

<strong>il</strong> quale ero stato preso da grande entusiasmo; <strong>il</strong> re ne fu molto contento, mi nominò<br />

luogotenente nel reggimento dei veliti della guardia, comandato dal colonnello<br />

Colbert. Molti altri della nob<strong>il</strong>tà seguirono <strong>il</strong> mio esempio e chiesero di arruolarsi<br />

nell’armata. Nel 1809, promosso capitano, fui chiamato a prestare servizio nella<br />

dimora del re in qualità di maresciallo sovrintendente <strong>agli</strong> alloggi reali.<br />

Nel 1810 ho fatto parte delle truppe che hanno occupato <strong>il</strong> campo di Piali in<br />

Calabria, pronte ad uno sbarco in Sic<strong>il</strong>ia. Vi erano due divisioni francesi comandate<br />

<strong>dai</strong> generali Partonneaux e Lamarque ed una divisione napoletana comandata<br />

dal generale Cavaignac. Il luogotenente generale Grenier era <strong>il</strong> capo dello stato<br />

maggiore generale dell’armata <strong>agli</strong> ordini del re.<br />

Riunito l’esercito, <strong>il</strong> re, appena arrivato sul campo, avrebbe voluto, con <strong>il</strong> suo<br />

consueto coraggio, far passare le truppe in Sic<strong>il</strong>ia; sarebbe sicuramente riuscito<br />

ad impossessarsi di questo regno. Il generale Grenier aveva istruzioni particolari<br />

dell’imperatore poiché desiderava soltanto tenere in scacco l’armata inglese durante<br />

le operazioni di guerra in Spagna, e impedì al re di eseguire <strong>il</strong> suo progetto.<br />

Nel mese di settembre, dovendo togliere <strong>il</strong> campo per motivi legati alla stagione,<br />

<strong>il</strong> re volle dimostrare di poter effettuare lo sbarco malgrado tutti i vascelli inglesi<br />

che si trovavano nel canale per impedirlo, e fece passare in Sic<strong>il</strong>ia una parte della<br />

divisione napoletana. Il re decise che <strong>il</strong> ritorno a Napoli si sarebbe compiuto per<br />

mare. Una terrib<strong>il</strong>e tempesta ci ha però assalito nel golfo di Salerno, la nave su cui<br />

mi trovavo non ha potuto raggiungere Napoli e si è fermata ad Amalfi.<br />

Di ritorno a Napoli, <strong>il</strong> re, per fare in modo che potessi proseguire nella carriera<br />

m<strong>il</strong>itare, mi ha nominato capo squadrone nel reggimento degli Ussari della guardia,<br />

comandata dal colonnello Roccaromana.<br />

Nel Maggio 1812 <strong>il</strong> re, chiamato dall’imperatore a prender parte alla campagna<br />

di Russia, designò a far parte della grande armata alcune m<strong>il</strong>izie napoletane che<br />

formavano una divisione <strong>agli</strong> ordini del generale Détrés; <strong>il</strong> mio reggimento ne fu<br />

incluso: poiché ero <strong>il</strong> più giovane capo squadrone del reggimento dovevo rimanere<br />

di riserva. Ciò mi contrariava molto.<br />

Il re, la sera prima di partire per l’armata, riunì tutta al corte a palazzo; mi sono<br />

presentato e l’ho supplicato di lasciare che lo seguissi a Parigi per andare a fare<br />

la guerra. Mi ha detto: Io parto questa sera, voi non mi ritroverete più a Parigi.<br />

”Sire, poiché mi accordate di seguirvi, siate tranqu<strong>il</strong>lo, vi troverò”. Il giorno dopo<br />

sono in marcia per Parigi che raggiungo in otto giorni soltanto e ritrovo <strong>il</strong> re, che<br />

mi nomina suo aiutante di campo.<br />

Gli aiutanti di campo del re partivano per raggiungere l’armata; io parto con <strong>il</strong><br />

colonnello Rossetti ed <strong>il</strong> figlio del maresciallo Pérignon, ambedue aiutanti di campo<br />

del re; lungo la strada, in un v<strong>il</strong>laggio in Sassonia, al rifiuto di fornirci dei cavalli<br />

adatti per continuare <strong>il</strong> viaggio, sorse una lite e ci vollero picchiare. Ebbi molte diffi-

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