Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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05.05.2015 Views

M. BELLOLI La vitaMemorie e ricordi di un Principe la guerra civile. La figura umana del Principe d’Ischitella, volontariamente cancellata dalla consapevolezza/necessità dell’autore di redigere un’autobiografia eroica, emerge prepotentemente proprio dalle sue considerazioni sul Regno di Napoli, il malheureux pays o mon pauvre pays in cui egli, dopo aver descritto tutte le sventure ed immani sofferenze che aveva superato (si pensi alla ferita subita nella campagna di Russia o ai vari esili) non può che arrendersi e rifugiarsi ancora una volta in Francia. Impossibilitato a essere testimone dell’oppressione e del giogo che si impone al mio sfortunato paese sotto il nome della libertà. L’emozione con cui era iniziata la lettura delle memorie e ricordi del principe d’Ischitella si è trasformata in commozione!

148 Ischitella dai primi insediamenti agli ultimi feudatari Mémoires et souvenirs de ma vie 1 di Ischitella Parte Prima Non avrei mai pensato di scrivere queste memorie, ma quando ho visto che le maldicenze su di me erano troppe, ho ritenuto di dovere, prima di morire, giustificare e rendere pubblici tutti gli atti e la condotta della mia vita politica. Nel 1799, essendo giovanissimo, non ho preso alcuna parte agli avvenimenti che hanno insanguinato il reame. Nel 1805 il re di Napoli è entrato nella coalizione, ha dichiarato guerra all’imperatore; un’armata francese è entrata nel 1806 nel reame e lo ha conquistato. Avevo 18 anni. Non avevo nessun rapporto con la corte ed il governo. Dopo la conquista del reame da parte dei Francesi, l’imperatore Napoleone ha nominato il proprio fratello maggiore, il principe Giuseppe, re di Napoli e della Sicilia. Tutto il comportamento del re, al suo arrivo nel paese, è stato finalizzato all’organizzazione del regno. Ha portato dalla Francia delle persone molto capaci, il senatore Roederer, il generale Reigner, il generale del Genio Camprédon; li ha fatti suoi ministri insieme a due napoletani ugualmente squisiti, Cianciulli e Ricciardi: con tali uomini è stato possibile organizzare il paese e rispettare il codice napoleonico rimasto in vigore sino al 1860, anno in cui i rivoluzionari del Piemonte hanno trasformato tutto e ci hanno dato le loro leggi. Il re chiamò presso di sé tutta l’aristocrazia e ciascun uomo di talento di qualsiasi condizione fosse. Io ero talvolta invitato a riunioni che aveva l’abitudine di organizzare. Il 16 marzo, un po’prima della sua partenza per la Spagna, ricevetti un decreto controfirmato dal segretario di stato Ricciardi, con il quale, senza che io ne avessi fatto domanda, Sua Maestà si degnava di nominare il Signor Francesco Pinto, marchese di Giuliano, suo ciambellano. E’il titolo che io ho avuto fino alla morte di mio padre, nel 1823, quando assunsi quello di principe d’Ischitella. Poco tempo dopo, nello stesso anno 1808, l’imperatore chiamò a succedergli al trono il principe Gioacchino Murat. Non avendo all’epoca che 20 anni, essendo, benché sposato, a corte, unico della 1 ISCHITELLA, Mémoires et souvenirs de ma vie, Renou e Maulde, Parigi, 1864.

148 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

Mémoires et souvenirs de ma vie 1<br />

di <strong>Ischitella</strong><br />

Parte Prima<br />

Non avrei mai pensato di scrivere queste memorie, ma quando ho visto che le<br />

maldicenze su di me erano troppe, ho ritenuto di dovere, prima di morire, giustificare<br />

e rendere pubblici tutti gli atti e la condotta della mia vita politica.<br />

Nel 1799, essendo giovanissimo, non ho preso alcuna parte <strong>agli</strong> avvenimenti<br />

che hanno insanguinato <strong>il</strong> reame.<br />

Nel 1805 <strong>il</strong> re di Napoli è entrato nella coalizione, ha dichiarato guerra all’imperatore;<br />

un’armata francese è entrata nel 1806 nel reame e lo ha conquistato. Avevo<br />

18 anni. Non avevo nessun rapporto con la corte ed <strong>il</strong> governo.<br />

Dopo la conquista del reame da parte dei Francesi, l’imperatore Napoleone ha<br />

nominato <strong>il</strong> proprio fratello maggiore, <strong>il</strong> principe Giuseppe, re di Napoli e della<br />

Sic<strong>il</strong>ia.<br />

Tutto <strong>il</strong> comportamento del re, al suo arrivo nel paese, è stato finalizzato<br />

all’organizzazione del regno. Ha portato dalla Francia delle persone molto capaci,<br />

<strong>il</strong> senatore Roederer, <strong>il</strong> generale Reigner, <strong>il</strong> generale del Genio Camprédon; li ha<br />

fatti suoi ministri insieme a due napoletani ugualmente squisiti, Cianciulli e Ricciardi:<br />

con tali uomini è stato possib<strong>il</strong>e organizzare <strong>il</strong> paese e rispettare <strong>il</strong> codice<br />

napoleonico rimasto in vigore sino al 1860, anno in cui i rivoluzionari del Piemonte<br />

hanno trasformato tutto e ci hanno dato le loro leggi.<br />

Il re chiamò presso di sé tutta l’aristocrazia e ciascun uomo di talento di qualsiasi<br />

condizione fosse.<br />

Io ero talvolta invitato a riunioni che aveva l’abitudine di organizzare. Il 16<br />

marzo, un po’prima della sua partenza per la Spagna, ricevetti un decreto controfirmato<br />

dal segretario di stato Ricciardi, con <strong>il</strong> quale, senza che io ne avessi fatto<br />

domanda, Sua Maestà si degnava di nominare <strong>il</strong> Signor Francesco Pinto, marchese<br />

di Giuliano, suo ciambellano. E’<strong>il</strong> titolo che io ho avuto fino alla morte di mio<br />

padre, nel 1823, quando assunsi quello di principe d’<strong>Ischitella</strong>.<br />

Poco tempo dopo, nello stesso anno 1808, l’imperatore chiamò a succedergli<br />

al trono <strong>il</strong> principe Gioacchino Murat.<br />

Non avendo all’epoca che 20 anni, essendo, benché sposato, a corte, unico della<br />

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ISCHITELLA, Mémoires et souvenirs de ma vie, Renou e Maulde, Parigi, 1864.

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