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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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N. BARONE La vita e i tempi di Francesco Pinto<br />

procurato nuovi nemici al re.<br />

Nel settembre 1855, durante la guerra in Crimea, <strong>il</strong> Regno delle Due Sic<strong>il</strong>ie,<br />

che aveva dichiarato la più stretta neutralità, parteggiava invece per la Russia,<br />

impegnata contro gli anglo-franco-piemontesi. <strong>Ischitella</strong>, durante una riunione<br />

del consiglio dei ministri presieduta dal re, censurò questa slealtà e, pertanto, fu<br />

esonerato dalla carica di ministro 19 , anche se fu promosso tenente generale. Mantenne<br />

la benevolenza di Ferdinando II che, poco prima di morire (1859), si fece<br />

promettere da lui e dal generale F<strong>il</strong>angieri che avrebbero aiutato l’inesperto suo<br />

figlio Francesco, destinato a succedergli 20 .<br />

Nel giugno del 1859, Pinto fu prescelto per recarsi a M<strong>il</strong>ano, al quartier generale<br />

dell’imperatore Napoleone III, a congratularsi a nome di Francesco II per la vittoria<br />

di Magenta. L’armata francese aveva sconfitto, dopo una sanguinosa batt<strong>agli</strong>a,<br />

quella austriaca. Il colloquio fu lungo e cordiale, l’imperatore gli affermò che <strong>il</strong><br />

re di Napoli doveva adottare una politica estera ed interna più consona ai tempi.<br />

Subito dopo andò a Parigi a conferire con <strong>il</strong> ministro degli esteri, conte Walewski,<br />

e da questi ebbe gli stessi consigli dati dall’imperatore. Tornato a Napoli riferì i<br />

consigli avuti. Non se ne tenne conto 21 .<br />

Le vittorie franco-piemontesi del 1859 in Lombardia, in realtà, avvicinarono<br />

pericolosamente la crisi, esplosa l’anno dopo, che portò alla dissoluzione del Regno<br />

delle Due Sic<strong>il</strong>ie. Dissoluzione che avvenne anche perché <strong>il</strong> solco tra la monarchia<br />

e la nazione, scavato nel 1799, divenne incolmab<strong>il</strong>e dopo <strong>il</strong> 1848. Rimase inattuata<br />

la Costituzione 22 , legge primaria di uno Stato moderno, richiesta da intellettuali e<br />

borghesi, ed <strong>il</strong> conseguente regime parlamentare: si tornò ad un assolutismo fuori<br />

tempo. In quegli anni, ormai, negli altri Stati si erano andate rafforzando le camere<br />

elettive e di conseguenza i sovrani non governavano solo per la grazia di Dio, ma<br />

anche per la volontà della Nazione. Questo Ferdinando II non lo capì, facendo raffrenare<br />

o espellere dal regno le forze più vive del Meridione d’Italia. Non a caso, in<br />

quel periodo, gli attendib<strong>il</strong>i politici nella parte continentale del Regno erano circa<br />

32 m<strong>il</strong>a, cioè quasi 10 m<strong>il</strong>a famiglie che … fremevano sotto una persecuzione tanto<br />

più pesante perché continua ed esasperante 23 . A questo stato di cose si aggiungeva<br />

l’isolamento internazionale nel quale era stato spinto <strong>il</strong> Regno. Dopo i fatti del<br />

1848-49, Ferdinando II si sfogò facendo e disfacendo ministeri, costituiti sempre<br />

19<br />

G. FERRARELLI, op. cit., pag. 272.<br />

20<br />

H. ACTON, Gli <strong>ultimi</strong> Borbone di Napoli, 1825-1861, Martello Editore, M<strong>il</strong>ano, 1964, pag.<br />

443. Il grado di tenente generale corrispondeva a quello di generale di corpo d’armata nell’esercito<br />

piemontese, poi italiano.<br />

21<br />

G. FERRARELLI, op. cit., pag. 273.<br />

22<br />

La Costituzione del 1848 non fu abolita, rimase semplicemente inapplicata. Fu “richiamata”<br />

da Francesco II, <strong>il</strong> 25 giugno 1860, nella convulsa estate di quell’anno.<br />

23<br />

A. SALADINO, L’estrema difesa del regno delle due Sic<strong>il</strong>ie, apr<strong>il</strong>e-settembre 1860, Società

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