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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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132 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

regno 15 e Commendatore dell’esclusivo Ordine di San Ferdinando. Fra tutti gli<br />

ordini cavallereschi del reame, esso aveva <strong>il</strong> minor numero di insigniti, poiché era<br />

concesso solo a chi aveva fornito grande prova di attaccamento al trono con atti di<br />

fedeltà e valore. Questa prestigiosa onorificenza si univa al titolo di cavaliere della<br />

Legion d’onore francese (1812), alla croce di ufficiale della Legion d’onore (1813)<br />

e alla gran croce dell’Ordine di San Giorgio della Riunione (1843) 16 , cui nel 1849,<br />

si aggiungeranno la gran croce dell’austriaco Ordine di Leopoldo, la gran croce<br />

dello spagnolo Ordine di Carlo III, <strong>il</strong> gran cordone parmense dell’Ordine di San<br />

Ludovico, <strong>il</strong> gran cordone del pontificio Ordine di Pio IX, e, inoltre, <strong>il</strong> gran cordone<br />

della Legion d’onore (1850), <strong>il</strong> gran cordone del russo Ordine di Sant’Alessandro<br />

Nevskij (1852) e la med<strong>agli</strong>a di Sant’Elena (1858).<br />

Come ministro della Guerra, <strong>il</strong> Principe Pinto chiese ed ottenne <strong>il</strong> richiamo del<br />

corpo di spedizione napoletano dalla Lombardia, necessario per reprimere la rivolta<br />

in Calabria e la secessione sic<strong>il</strong>iana. Diresse la batt<strong>agli</strong>a di Velletri, che si concluse<br />

con lo sganciamento ordinato dei napoletani al tentativo di t<strong>agli</strong>are loro la strada<br />

effettuato da Garibaldi. Ricevette, per questo, <strong>il</strong> plauso dei diplomatici stranieri<br />

presenti. Dopo i fatti del 1848-49, insieme ad altri generali, riorganizzò l’esercito<br />

borbonico, aumentò <strong>il</strong> numero delle navi da guerra e promosse la realizzazione<br />

del bacino di raddobbo nella darsena di Napoli, opera che consentiva alla marina<br />

napoletana di essere autosufficiente per le riparazioni delle navi a vapore. Il bacino,<br />

costruito in meno di due anni, costò circa 300 m<strong>il</strong>a ducati. Inaugurato nell’agosto<br />

del 1852, fu ammirato anche dall’arciduca Massim<strong>il</strong>iano, fratello dell’imperatore<br />

d’Austria Francesco Giuseppe, interessato a costruirne uno a Pola 17 . A ricordo di<br />

quell’importante realizzazione per <strong>il</strong> porto di Napoli, fu coniata una med<strong>agli</strong>a recante<br />

da un verso <strong>il</strong> disegno del bacino di carenaggio e dall’altro, al posto del prof<strong>il</strong>o del<br />

sovrano, come normalmente avveniva, quello del principe 18 , che fu compensato<br />

anche con <strong>il</strong> titolo di Cavaliere di San Gennaro.<br />

Nel nuovo ministero, presieduto da Ferdinando Troya, le misure poliziesche<br />

crebbero a tal punto che <strong>Ischitella</strong> dovette opporsi a qualunque investigazione e<br />

destituzione dei funzionari suoi dipendenti, convinto che tali misure avrebbero solo<br />

Editrice Dante Alighieri di Albrighi, Segati & C., 1921, pag. 527 e ss.<br />

15<br />

La Costituzione napoletana prevedeva due Camere, quella dei Deputati, elettiva, e quella dei<br />

Pari (= senato) di nomina sovrana.<br />

16<br />

L’Ordine di San Giorgio della Riunione fu creato da Ferdinando I nel 1819 in sostituzione di<br />

quello delle Due Sic<strong>il</strong>ie creato nel 1808 da Giuseppe Bonaparte. Cfr., L. R. MACHIAVELLI, Gli ordini<br />

cavallereschi del Regno delle Due Sic<strong>il</strong>ie, in: Bollettino dell’Uffi cio Storico dello Stato Maggiore<br />

Regio Esercito, n.6, novembre 1927, pag. 486. Per le date di conferimento: cfr. <strong>il</strong> Bollettino delle<br />

Leggi e dei Decreti del Regno delle Due Sic<strong>il</strong>ie, annate varie.<br />

17<br />

G.FERRARELLI, op. cit., pag. 272.<br />

18<br />

R. M. SELVAGGI, op. cit., pag. 30.

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