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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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128 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

questo dimostra l’ardore che aveva allora invaso gli animi della gioventù meridionale<br />

durante <strong>il</strong> periodo napoleonico, periodo nel quale, grazie alle idee propugnate<br />

dalla Rivoluzione francese, l’Europa uscì definitivamente dal Medio Evo.<br />

Il Principe Pinto ottenne <strong>il</strong> grado di tenente nel reggimento Veliti della guardia<br />

reale e nel 1809 fu promosso capitano. Partecipò, nel 1810, alla campagna contro gli<br />

anglo-sic<strong>il</strong>iani in Calabria, dopo la quale fu trasferito, con sua grande soddisfazione,<br />

al reggimento Ussari della guardia reale. Nel 1812, quando <strong>il</strong> suo reggimento partì<br />

per la campagna di Russia, <strong>Ischitella</strong> ne fu escluso, essendo <strong>il</strong> capitano più giovane,<br />

ma tanto supplicò che <strong>il</strong> Murat lo prese nel suo stato maggiore, nominandolo aiutante<br />

di campo. La Grande armata francese era in marcia, superato <strong>il</strong> fiume Niemen e<br />

la città di W<strong>il</strong>na, giunse a Witebsk dove i russi opposero una grande resistenza.<br />

A Witebsk Murat inviò dall’imperatore, latore di un messaggio, <strong>il</strong> giovane Pinto.<br />

Questi ebbe, così, l’opportunità di conoscere <strong>il</strong> grande Napoleone:<br />

Arrivo all’alba al quartier generale di sua maestà, mi fo annunziare dall’aiutante<br />

di campo di servizio che subito mi introduce nel gabinetto di sua maestà. Fui<br />

ricevuto dall’imperatore che era in veste da camera di piquè bianco, un foulard<br />

in testa, vicino ad una grande tavola (...). Aprendo <strong>il</strong> dispaccio e vedendo l’ora in<br />

cui ero partito, mi dice bruscamente: “Signore, avete cavalcato molto adagio”. Io<br />

mi scusai dicendo di aver percorso 25 leghe (oltre 100 km) con due cavalli e che<br />

molto avea sofferto per arrivare. Ed egli: “Andate a riposarvi (...)” e si dolse molto<br />

perché non vi erano distaccamenti di corrispondenza (taverne) sulla via 4 .<br />

Alla batt<strong>agli</strong>a della Moskowa, Francesco Pinto fu ferito al basso ventre da una<br />

palla di fuc<strong>il</strong>e, che gli fu estratta da un chirurgo, con mezzi di fortuna, mentre era<br />

adagiato sulla nuda terra. Poteva tornare indietro e farsi curare, ma preferì seguire<br />

<strong>il</strong> suo re, che gli permise di continuare la campagna in una carrozza. Assistette<br />

all’incendio di Mosca su un lettino essendo ancora sofferente per la ferita, non<br />

ancora perfettamente rimarginata e che lo disturbò non poco durante la ritirata.<br />

Per <strong>il</strong> valore ed <strong>il</strong> coraggio dimostrati, ebbe <strong>il</strong> titolo di cavaliere della Legion<br />

d’onore francese e <strong>il</strong> grado di colonnello, divenendo comandante in seconda del<br />

reggimento Cavalleggeri della guardia. Nel 1813, aiutante di campo di Murat, prese<br />

parte alla batt<strong>agli</strong>a di Dresda. La sera stessa <strong>il</strong> re di Napoli lo inviò al quartier<br />

generale dell’imperatore, per portargli la relazione sulla batt<strong>agli</strong>a e presentargli<br />

le bandiere e i prigionieri catturati in quella giornata. Rivide Napoleone che si<br />

intrattenne cordialmente con lui, invitandolo anche a colazione 5 . Alla batt<strong>agli</strong>a di<br />

Lipsia rimase ferito in modo leggero meritandosi, per <strong>il</strong> suo comportamento, la<br />

croce di ufficiale della Legion d’onore francese e <strong>il</strong> gran cordone dell’Ordine delle<br />

Due Sic<strong>il</strong>ie.<br />

4<br />

G. FERRARELLI, op. cit., pag. 265.<br />

5<br />

G. FERRARELLI, op. cit., pag. 268.

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