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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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116 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

– i continui abusi degli affittuari del tratto di lago spettante ai Principi di <strong>Ischitella</strong> e<br />

di Tarsia. Essi avevano t<strong>agli</strong>ato le p<strong>agli</strong>e sott’acqua: per un verso avevano ingrandito<br />

<strong>il</strong> lago e rimpicciolito le paludi e per un altro si appropriavano del pescato<br />

che usciva dall’interno delle mesole, mettendovi dei martovelli. Inoltre avevano<br />

posto grisciole ed altre postazioni di pesca lungo tutto <strong>il</strong> corso del Fiume.<br />

Il Commissario Zurlo è convinto che gli abusi mai cesseranno sino che queste<br />

paludi siano nell’amministrazione del Comune. E’ consapevole che <strong>il</strong> Comune, da<br />

solo, non potrà mai migliorarle. Invece, con una semplice divisione tra le famiglie<br />

dei cittadini, esse potrebbero, senza dubbio, essere valorizzate e rendere <strong>il</strong> doppio<br />

in termini anche di canone spettante al Comune; basterebbe soltanto aprire i canali<br />

e le stesse paludi per determinare <strong>il</strong> comodo e la ricchezza della popolazione. Il<br />

Comune, oltre al miglioramento del tenore di vita degli <strong>Ischitella</strong>ni, avrebbe acquisito<br />

una rendita maggiore, calcolando anche i proventi degli usi civici di pesca<br />

nel fiume che gli erano stati accordati dalla Commissione feudale.<br />

Per individuare le parti delle paludi usurpate <strong>dai</strong> Principi di <strong>Ischitella</strong> e di<br />

Tarsia, in occasione della divisione del demanio di <strong>Ischitella</strong> effettuata dall’agente<br />

d’Aversa, vi era stata una lunga discussione ed una formale perizia, con l’intervento<br />

del Capitano del genio Tomey inviato direttamente da Biase Zurlo.<br />

La Commissione aveva proceduto con rigore, cercando di mantenere una posizione<br />

obiettiva. V<strong>agli</strong>ò attentamente la regolarità e giustizia della reintegra, la<br />

verità di tutti le pregiudizievoli innovazioni di tempo in tempo fatte d<strong>agli</strong> affi ttatori<br />

del lago in danno della Comune, ma anche le numerose opposizioni presentate<br />

dall’ex Barone d’<strong>Ischitella</strong>. Queste tendevano ad invalidare la reintegra proposta<br />

dall’agente divisore dei demani. La discussione impegnò quasi tutta la giornata<br />

dell’11 luglio 1810. Denunce di soprusi, azioni di rivendicazione e di contesa tra<br />

la popolazione e la nob<strong>il</strong>tà, vivacizzarono le varie fasi che portarono alla prima<br />

ordinanza del Commissario Zurlo. Essa determinò nuove regole per l’accesso dei<br />

cittadini alle risorse del territorio. In rapporto alle attività economiche allora praticate,<br />

si pervenne a una sorta di zonizzazione del territorio demaniale per ridistribuire,<br />

in un certo senso, la ricchezza a tutta la popolazione di <strong>Ischitella</strong>.

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