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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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114 <strong>Ischitella</strong> <strong>dai</strong> <strong>primi</strong> <strong>insediamenti</strong> <strong>agli</strong> <strong>ultimi</strong> <strong>feudatari</strong><br />

designati non erano nella condizione ideale di indipendenza rispetto alle parti in<br />

causa: Portavano seco loro la sospezione, giacchè uno cioè Michele Lucatelli di<br />

Vico è debitore al detto Agente, da cui voleva la d<strong>il</strong>azione al pagamento, e l’altro<br />

cioè Francesco Montanaro come antico affi ttatore del Lago è stato sempre in<br />

questione colla Comune;<br />

– tutti i detti Periti erano notoriamente ignoranti della materia, e del modo di<br />

pescare nel fiume. Ne era un lampante esempio la regola da essi stab<strong>il</strong>ita che<br />

tutti dovessero ultimare la costruzione delle grisciole per <strong>il</strong> primo di Giugno di<br />

ciascun anno. Questo era un termine molto anteriore al tempo in cui iniziava<br />

solitamente la pesca nel lago: Dal che ne avviene -lamentavano i supplicanti- che<br />

le dette grisciole nel maggior bisogno si trovano indebolite, ed intasate. Difatti la<br />

prima pesca dei cefali si effettuava dalle postazioni vicino alla Torretta soltanto<br />

nel mese di Luglio ed Agosto. Le grisciole, dunque si dovevano costruire tutte<br />

insieme solo verso la fine di giugno, non prima. Quelle situate presso la Torre di<br />

<strong>Varano</strong> incominciavano a pescare soltanto verso la fine di Settembre, tempo in<br />

cui si faceva la chiusa del pesce bianco. La loro costruzione avveniva durante<br />

tutto <strong>il</strong> mese di Luglio, non prima.<br />

In considerazione di tutto ciò, i supplicanti si erano legalmente protestati, se<br />

le cose fossero rimaste così, tanto per l’indennità delle spese onde ridurre i siti<br />

nuovi, quanto affi nché <strong>il</strong> canone fosse defalcato dall’aumento datogli a motivo<br />

de’miglioramenti loro permessi, maggiormente perché si avvicina la stagione per<br />

la riattazione degli ordigni e per la nuova pesca. Essi chiedevano, in pratica, la<br />

riduzione del canone in proporzione dei t<strong>agli</strong> operati sui loro diritti di pesca.<br />

Con una lettera all’Intendente di Capitanata, i concessionari denunciarono anche<br />

un altro grave abuso: quello perpetrato dal primo Eletto riguardo alle modalità di<br />

pesca alla tinca. L’usanza di mettere reti di tinche in qualunque tempo, ed in ogni<br />

luogo del Lago, e specialmente nella parte superiore, dove al di sotto vi erano le<br />

paludi assegnate ai cittadini, era stata vietata per la ragione che con le reti si verrebbero<br />

così ad inut<strong>il</strong>izzare li detti locali sottoposti, intercettando <strong>il</strong> libro passaggio<br />

al pesce formando sott’acqua colle dette reti un ostacolo tale che non è possib<strong>il</strong>e<br />

che <strong>il</strong> pesce possa passare, se non quello minutissimo.<br />

Per ciascun contravventore era prevista una multa di lire 10 a beneficio del<br />

Regal Tesoro, lasciando l’esecuzione di dette disposizioni al primo eletto, <strong>il</strong> Signor<br />

Fisico Agostino Ventrella. Ma costui, invece di far rispettare la legge, era stato <strong>il</strong><br />

primo a contravvenirla: Quale effetto ebbero, Signori, questi Disposizioni, niuno<br />

al certo, mentre che <strong>il</strong> detto primo Eletto Signor Ventrella, invece di eseguire detti<br />

ordini, ha egli <strong>il</strong> primo fatto mettere delle rete di Tinche nel Lago, chiamando anche<br />

là pescatori forastieri, e propriamente di Cagnano, avendo li medesimi portato<br />

seco molti sandali, ed infinite reti, pescando con questi alla società, tenendoli sotto<br />

la sua protezione, ed abbusandosi così dell’incarico datogli dal Signor Mosca. I

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