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Ischitella e il Varano dai primi insediamenti agli ultimi feudatari

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T. M. RAUZINO La vitaI Pinto Principi di <strong>Ischitella</strong> e Peschici 105<br />

inabitab<strong>il</strong>e ne’piani superiori, offre alla vista fi nestre annerate, solitudine mesta,<br />

rovine luttuose 73 .<br />

Il fuoco era partito da una trave, posta all’interno di un camino del secondo<br />

piano: <strong>il</strong> massaro del Principe stava bruciando nel focolare delle fiscelle di cacio; le<br />

fav<strong>il</strong>le avevano attaccato la trave e l’incendio si era propagato nel corrispondente<br />

soffitto 74 .<br />

Michelangelo Manicone, per sdrammatizzare, racconta un gustoso aneddoto,<br />

relativo all’incendio: mentre <strong>il</strong> Palazzo Pinto orrendamente avvampava, Don Rinaldo<br />

Netti della Padula, Agente del Principe, placidamente dormiva. Molta gente,<br />

accorsa nell’appartamento del secondo piano, entrò nella sua camera, gridando:<br />

Signor Agente, fuggi, scappa!. Rinaldo, svegliatosi di soprassalto, credendo fossero<br />

i ladri, li pregò di non ucciderlo, e di prendersi <strong>il</strong> danaro. “Che denari, e denari -gli<br />

risposero- presto, fuggi, se non vuoi esser divorato dalle fi amme”.<br />

Rinaldo si confuse, restò senza voce, quasi senza respiro. Lo stato confusionale<br />

dell’Agente del Principe suscitò compassione in ogni cuore; egli fu sollecitamente<br />

trasportato nella vicina casa dei benefi ci Signori Ventrella, e si salvò.<br />

Secondo Michelangelo Manicone, <strong>il</strong> tenero e virtuoso Don Rinaldo dovette la<br />

salvezza della propria vita <strong>agli</strong> umani <strong>Ischitella</strong>ni; <strong>il</strong> salvataggio del denaro, delle<br />

interessanti scritture del Principe, e della sua roba lo doveva, invece, al coraggio<br />

di un’intraprendente donzella: Fiorenza di Lella, sua fedelissima servetta. Svegliata<br />

di soprassalto, nella sua casa, dalle grida del popolo, quando sentì che <strong>il</strong> Palazzo<br />

Pinto s’incendiava, si mise subito camicia, gonnella, e corpettino e volò lì. Giunta<br />

al portone, sollecitò tutti a salvare la roba. Quindi, accompagnata da molte persone,<br />

senza temere né fuoco, né crollanti soffitti, entrò impavidamente nella camera del<br />

suo padrone, prese <strong>il</strong> baule, le carte, la roba; salvò tutto, facendo trasportare tutte<br />

le cose recuperate a casa sua. Detto fatto, raggiunse <strong>il</strong> suo padrone.<br />

Questi vedendola, le chiese:<br />

–Fiorenza, che sarà del baule, in cui eravi <strong>il</strong> denaro del Principe?.<br />

–E’in casa mia - rispose Fiorenza.<br />

–E delle carte che n’è?<br />

–Sono pure in casa mia.<br />

–E quel denaro, che stava nel tiratojo di quel tavolino?<br />

–L’ho in petto.<br />

–E l’orologio mio?<br />

75<br />

M. MANICONE, La Fisica Appula, cit.

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