141 Fanteria Capitolo 8
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Di notte, provenienti dalle retrovie nelle quali avevano atteso riposando e<br />
preparandosi, affluivano i fanti, diretti alle linee di combattimento dove li aspettavano i<br />
fratelli stanchi ed esausti per le battaglie. E tutti, in religioso silenzio, sfilavano, curvi sotto<br />
il peso delle armi e degli arnesi di trincea; passavano attraverso il paesello diruto, davanti<br />
alla chiesa dove si gemeva.<br />
Immagine fotografica di Doberdò nel 1916, con a destra la chiesa semidistrutta dai tiri delle artiglierie.<br />
(Archivio del Comune di Doberdò del Lago)<br />
Una fioca luce rischiarava là dentro le tenebre; le barelle entravano e deponevano i<br />
gloriosi feriti della notte. Il fante che muoveva alla pugna, sostava davanti a quel sacro<br />
luogo di dolore e, compreso di pietà, sussurrava una prece; taluno si faceva il segno della<br />
croce e piegava il ginocchio, pur sotto il peso del grave fardello.<br />
Piantina del fronte d'attacco delle tre "spallate" italiane dell'autunno 1916 (7 a , 8 a e 9 a Battaglia dell'Isonzo).<br />
Dal Corriere d'Italia, 13 ottobre 1916.<br />
(archivio Adolfo Zamboni)