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1 FACCIAMO UN PRIGIONIERO ... ITALIANO La Pasqua del 1917 si ...

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<strong>FACCIAMO</strong> <strong>UN</strong> <strong>PRIGIONIERO</strong> ... <strong>ITALIANO</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>Pasqua</strong> <strong>del</strong> <strong>1917</strong> <strong>si</strong> passò in trincea, di fronte a Hudi Log.<br />

Piantina <strong>del</strong> saliente Lukatic - Hudi Log nel maggio <strong>1917</strong>.<br />

Da Pellegrinaggio al Carso (Note di un ex combattente <strong>del</strong>la «Catanzaro»), Mauro, Catanzaro, 1934<br />

(archivio Adolfo Zamboni)


2<br />

Fin dal mattino <strong>si</strong> poteva intuire che la giornata sarebbe trascorsa calma: la<br />

solennità era sentita dal nemico come da noi e forse non <strong>si</strong> voleva, per tacito accordo,<br />

contaminare la festa di Gesù redento con spargimento di sangue cristiano. Le artiglierie<br />

tacevano da ambo le parti e il sole, levando<strong>si</strong> dietro lo Stohl, sembrava portar pace, almeno<br />

per un giorno, anche ai combattenti. Ma al comando <strong>del</strong> mio reggimento, fin dalle prime<br />

ore, <strong>si</strong> lavorava intensamente a preparare il piano per una azione che doveva svolger<strong>si</strong><br />

nella pros<strong>si</strong>ma notte. Il nemico aveva costruito, in po<strong>si</strong>zione avanzata, un osservatorio, dal<br />

quale spiava i nostri movimenti: bisognava distruggerlo, liberar<strong>si</strong> da quell'ostacolo<br />

importuno. Per ciò fare, <strong>si</strong> sarebbe incaricato un pattuglione di catturare di sorpresa la<br />

vedetta e di deporre nell'osservatorio una grossa bomba che <strong>si</strong> sarebbe fatta poi scoppiare<br />

a distanza con una lunga miccia.<br />

Verso le sette, mentre col colonnello <strong>si</strong> stava predisponendo ogni mezzo atto<br />

all'impresa, ecco entrare nel posto di comando un porta ordini ansante ed annunciare che<br />

un ufficiale austriaco era stato visto aggirar<strong>si</strong> fra i nostri camminamenti: aveva il binocolo<br />

e carte topografiche; osservava le po<strong>si</strong>zioni, prendeva appunti; parlava male italiano,<br />

vestiva pressa poco come i nostri ufficiali.<br />

<strong>La</strong> notizia aveva <strong>del</strong>l'invero<strong>si</strong>mile, ma tuttavia destò in noi una certa appren<strong>si</strong>one.<br />

Come mai non s'era catturato? chi aveva riferito così al porta ordini? Ma sì, tirar fuori una<br />

parola chiara da quei benedetti soldati calabre<strong>si</strong> era una impresa disperata. Si telefonò ai<br />

tre comandi di battaglione perchè disponessero subito per una minuziosa ricerca,<br />

incaricando pattuglie di perlustrare il terreno retrostante alle trincee e lungo i<br />

camminamenti. I due carabinieri di scorta partirono alla lor volta con alcuni ciclisti: ogni<br />

comandante di reparto in linea percorse il proprio tratto di fronte chiedendo notizie alle<br />

vedette: invano, nessun austriaco era passato di là: la vigilanza era stata as<strong>si</strong>dua su tutto il<br />

fronte <strong>del</strong> reggimento.<br />

<strong>La</strong> responsabilità non era lieve per il colonnello: se non <strong>si</strong> fosse trovato l'ufficiale<br />

nemico e la notizia fosse arrivata alle autorità più elevate, apriti cielo!, chi sa quali noie,<br />

quali rimproveri! Dopo circa un'ora di attesa, ecco ritornare i due carabinieri: es<strong>si</strong> entrano<br />

e portano il presunto prigioniero austriaco. Egli <strong>si</strong> fa innanzi e <strong>si</strong> presenta al colonnello:<br />

«Marchese Visconti Venosta, ufficiale di collegamento <strong>del</strong>la III Armata».<br />

Noi tutti scoppiammo a ridere. Il colonnello accolse cordialmente l'ospite egregio, il<br />

quale non <strong>si</strong> poteva capire se fosse più stordito <strong>del</strong>l'equivoco o più lieto per la strana<br />

avventura.<br />

«Avevo notato, disse il Visconti Venosta, che un soldato, al quale mi rivol<strong>si</strong> per<br />

informazioni, mi diede uno sguardo diffidente; ho poi questa divisa azzurrognola che<br />

somiglia molto al colore <strong>del</strong>l'abito degli ufficiali austriaci; forse anche la mia parlata, un<br />

po' alterata dalla lunga dimora all'estero (egli era stato per molti anni nelle ambasciate<br />

tedesche) ha contribuito a generare l'equivoco. Del resto, altra volta mi è successa una<br />

<strong>si</strong>mile gustosa avventura».<br />

Noi fummo lieti di averlo catturato, perchè sentivamo il bisogno di qualche ospite<br />

che venisse a portare una nota allegra alla nostra triste colazione di <strong>Pasqua</strong>; a sua volta il<br />

prigioniero era affamato e fu ben contento di dividere con noi il de<strong>si</strong>nare poco luculliano.<br />

© Tutti i diritti riservati.<br />

Proprietà letteraria Adolfo Zamboni.

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