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La Regina Della Notte - Serie Cat Bones 02<br />

Serie Cat Bones [2]<br />

Jeaniene Frost<br />

Fanucci (2011)<br />

Tag: http://ebooklonyas.blogspot.com/<br />

La mezza vampira Cat Crawfield è diventata l’agente speciale Cat Crawfield, che lavora per il governo al fine di liberare<br />

il mondo dai delinquenti non-morti. Per raggiungere il suo scopo continua a usare tutto quello che Bones, il suo sexy e<br />

pericoloso ex, le ha insegnato. Ma quando diventa il bersaglio di un assassino, l’unico che può aiutarla è proprio il vampiro<br />

che si è lasciata alle spalle. Rivedere Bones e tornare a frequentarlo risveglia in lei tutte le vecchie emozioni, dal flusso di<br />

adrenalina di quando uccidono i vampiri fianco a fianco all’avventata passione che li consumava. Cat cercherà in tutti i modi<br />

di resistere a un amore che va contro tutte le regole, e che adesso non trova più solo l’ostacolo di sua madre, ma anche dei suoi<br />

colleghi di lavoro. Però ben presto scoprirà che il desiderio non muore mai... e visto che Bones stavolta non ha intenzione di<br />

lasciarla andar via, a Cat non resta che tornare a combattere con lui. E non solo... La taglia sulla sua testa assume un<br />

significato molto particolare quando si scopre che ha qualcosa a che fare con il padre a lungo cercato e da sempre odiato. Se<br />

la sua sopravvivenza dipende dal lavorare in squadra con Bones, rischiando ancora una volta di perdere tutto, Cat non può<br />

fare a meno di provarci comunque.


via delle Fornaci, 66 - 00165 Roma<br />

tel. 06.39366384 - email: info@fanucci.it<br />

Indirizzo internet: www.fanucci.it<br />

Proprietà letteraria e artistica riservata<br />

Stampato in Italia - Printed in Italy<br />

Tutti i diritti riservati<br />

Progetto grafico: Grafica Effe


1<br />

A Manhasset ero in attesa davanti alla grande casa a quattro piani di un certo Liam Flannery. Non era una<br />

visita di cortesia, bastava guardarmi per capirlo. Il giaccone che indossavo era aperto e lasciava bene in vista la<br />

pistola e la fondina a spalla, così come il distintivo dell‘fbi. I miei pantaloni erano larghi, e anche la blusa, per<br />

nascondere i dieci chili d’armi d’argento che avevo assicurate alle braccia e alle gambe.<br />

Bussai; venne ad aprire un uomo anziano e ben vestito. «Agente speciale Catrina Arthur» annunciai. «Sono qui<br />

per vedere Mr Flannery.»<br />

Catrina non era il mio vero nome, ma quello scritto sul distintivo falsificato. L’uomo mi rivolse un sorriso di<br />

circostanza.<br />

«Guardo se Mr Flannery è in casa. Aspetti qui.»<br />

Sapevo già che Liam Flannery c’era. L’altra cosa che sapevo era che Mr Flannery non era umano, e non lo<br />

era nemmeno l’uomo che mi aveva aperto.<br />

Be’, non lo ero neanch’io, sebbene fossi l’unica di noi tre con un battito cardiaco.<br />

Pochi minuti dopo, la porta si riaprì. «Mr Flannery ha accettato di vederla.»<br />

Quello fu il suo primo errore. E, per quanto ne sapevo, sarebbe stato anche l’ultimo.<br />

Non appena entrai nella casa, il mio primo pensiero fu: Wow. Pareti decorate con legno intagliato a mano,<br />

pavimenti di un marmo che sembrava molto costoso, e in ogni angolo pezzi d’antiquariato collocati con gusto.<br />

Essere morti di certo non significava non potersela spassare.<br />

Mi venne la pelle d’oca quando la stanza si riempì d’energia. Flannery non sapeva che ero in grado di sentirla,<br />

proprio come avevo percepito quella del suo maggiordomo ghoul. Potevo anche sembrare la classica ragazza<br />

della porta accanto, ma avevo un paio di assi nella manica. Oltre a un discreto numero di coltelli, naturalmente.<br />

«Agente Arthur,» iniziò Flannery «dev’essere a proposito dei miei due impiegati, ma sono già stato interrogato<br />

dalla polizia.»<br />

Aveva l’accento inglese, il che stonava con il suo cognome irlandese. Il solo sentire quella particolare<br />

intonazione mi fece correre un brivido su per la schiena. L’accento inglese mi ricordava molte cose.<br />

Mi voltai. Di persona Flannery era anche meglio che nella foto sul dossier dell’FBi. Il suo incarnato bianco<br />

quasi scintillava in contrasto con il marrone della camicia. Bisogna dire una cosa dei vampiri: avevano tutti una<br />

pelle meravigliosa. Gli occhi di Liam erano celesti, e i capelli castani gli ricadevano oltre il colletto della camicia.<br />

Sì, era carino. Probabilmente non aveva problemi a procurarsi la cena. Ma la cosa più impressionante era la<br />

sua aura: emanava da lui in formicolanti onde cariche d’energia. Un Signore vampiro, senza dubbio.<br />

«Sì, si tratta di Thomas Stillwell e Jerome Hawthorn. D dipartimento apprezzerebbe la sua collaborazione.»<br />

Stavo educatamente temporeggiando per valutare quante altre persone si trovassero nella casa. Drizzai le<br />

orecchie, ma per il momento non riuscivo a percepire nessun altro a parte Flannery, il maggiordomo ghoul, e me<br />

stessa.<br />

«Ma certo. Qualunque cosa per aiutare la giustizia» rispose compiaciuto.<br />

«E per lei va bene se parliamo qui?» domandai, tentando di dare ancora un’occhiata in giro. «O preferisce<br />

spostarsi in una stanza più riservata?»<br />

Fece qualche passo in avanti. «Agente Arthur, se vuoi parlarmi in privato, chiamami Liam. E spero che tu<br />

voglia parlare di qualcosa di meno noioso di Jerome e Thomas.»<br />

Oh, avevo ben poca intenzione di parlare non appena mi fossi ritrovata da sola con Liam. Dato che era<br />

coinvolto nella morte dei suoi impiegati, Flannery era sulla mia lista delle co se da fare, anche se non ero lì per<br />

arrestarlo. Il cittadino medio non crede nei vampiri e nei ghoul, perciò non esistevano procedimenti legali per quelli<br />

accusati di omicidio. No, però esisteva una costola segreta della Sicurezza nazionale, e il mio capo, Don, mandava


me. Nel mondo dei non-morti giravano delle voci sul mio conto: erano vere. Alcune si erano diffuse da quando ero<br />

stata incaricata di svolgere quel lavoro, ma solo un vampiro sapeva chi ero veramente. Ed erano più di quattro<br />

anni che non lo vedevo.<br />

«Liam, non stai flirtando con un’agente federale che sta indagando su di te a proposito di un caso di duplice<br />

omicidio, giusto?»<br />

«Catrina, un uomo innocente non si preoccupa degli ingranaggi della legge quando cigolano in lontananza.<br />

Almeno mi complimento con i federali per aver mandato te a parlare con me, bella come sei. Mi sembra anche<br />

che tu abbia un aspetto leggermente familiare, ma sono sicuro che mi rammenterei se ti avessi già incontrato.»<br />

«Non è successo» mi affrettai a rispondere. «Credimi, me lo ricorderei.»<br />

Non intendevo fargli un complimento, ma lui ridacchiò in un modo troppo insinuante per i miei gusti.<br />

«Ci scommetto.»<br />

Bastardo figlio di puttana. Vediamo per quanto ancora manterrai quel sorriso compiaciuto.<br />

«Torniamo a noi, Liam. Parliamo qui o da qualche altra parte?»<br />

Emise un sospiro di sconfitta. «Se insisti a voler proseguire su questa linea, tanto vale andare in biblioteca.<br />

Vieni con me.»<br />

Lo seguii attraverso altre stanze lussuose e vuote fino alla biblioteca. Era magnifica, con centinaia di libri vecchi<br />

e nuovi. C’erano anche dei rotoli conservati in una vetrinetta, ma ciò che attirò la mia attenzione fu una grande<br />

opera d’arte sul muro.<br />

«Sembra… primitivo.»<br />

A una prima occhiata pareva di legno o d’avorio, ma a un’osservazione più attenta sembravano ossa. Ossa<br />

umane.<br />

«Aborigeno, ha quasi trecento anni. Mi è stato donato da alcuni amici australiani.»<br />

Liam si avvicinò, i suoi occhi turchesi cominciarono a luccicare come smeraldi. Sapevo cos’erano i puntini<br />

verdi nel suo sguardo. Nei vampiri lussuria e fame si presentano nello stesso modo. Entrambe rendono lo sguardo<br />

di smeraldo e i canini sporgenti. Liam era affamato o eccitato, ma non avevo intenzione di soddisfare nessuna delle<br />

sue voglie.<br />

Il mio cellulare squillò. «Pronto?» risposi.<br />

«Agente Arthur, sta ancora interrogando Mr Flannery?» mi domandò il mio secondo in comando, Tate.<br />

«Sì, dovrei concludere fra trenta minuti.»<br />

Traduzione: se non avessi risposto dopo mezz’ora, Tate e la mia squadra sarebbero venuti in mio soccorso.<br />

Tate riattaccò senza ulteriori commenti. Odiava quando facevo di testa mia, ma pazienza. La casa di Flannery<br />

era silenziosa come una tomba, proprio come sarebbe dovuta essere, ed era trascorso molto tempo dall’ultima<br />

volta in cui mi ero battuta con un Signore vampiro.<br />

«Credo che la polizia ti abbia raccontato che i corpi di Thomas Stillwell e Jerome Hawthorn sono stati trovati<br />

quasi completamente dissanguati. E senza nessuna ferita che lo spieghi» dissi, venendo al dunque.<br />

Liam scrollò le spalle. « Ildipartimento ha una teoria?»<br />

Oh, avevamo molto più che una teoria. Sapevo che Liam doveva essersi limitato a chiudere i buchi rivelatori<br />

sul collo di Thomas e su quello di Jerome con una goccia del proprio sangue prima che morissero. Due corpi<br />

prosciugati e nessun biglietto da visita di vampiro con cui richiamare l’attenzione -a meno che non si sapesse quali<br />

trucchi cercare.<br />

Risposi categorica: «Sei stato tu, vero?»<br />

«Sai su cosa ho una teoria io, Catrina? Che assaggiandoti saresti dolce proprio come sembri. In effetti, non ho<br />

pensato ad altro da quando sei entrata.»<br />

Quando Liam diminuì la distanza tra noi e mi sollevò il mento, non resistetti. Dopotutto, questo l’avrebbe<br />

distratto meglio di qualsiasi cosa avessi potuto dire.<br />

Sulle mie, le sue labbra erano fredde e vibravano di energia, lasciandomi in bocca piacevoli formicolii. Baciava


davvero molto bene, sapeva quando insinuarsi e quando affondare davvero. Per un minuto, mi concessi di<br />

godermela - dio, quattro anni di astinenza si facevano sentire! - e poi tornai alle cose serie.<br />

Lo circondai con le braccia, perché non si accorgesse che stavo tirando fuori un pugnale dalla manica. Nel<br />

frattempo, lui mi fece scivolare le mani sui fianchi e sentì le armi che nascondevo sotto i pantaloni.<br />

«Che diavolo…?» mormorò, tirandosi indietro.<br />

Sorrisi. «Sorpresa!» E poi attaccai.<br />

Sarebbe stato un colpo mortale, ma Liam fu più veloce di quanto avessi previsto. Mi fece lo sgambetto mentre<br />

lo colpivo, così la mia lama mancò il suo cuore di pochissimo. Invece di provare a riguadagnare stabilità, mi lasciai<br />

cadere, sfuggendo al calcio che stava per darmi in testa. Liam si mosse velocemente per provarci di nuovo, ma poi<br />

balzò all’indietro appena gli conficcai tre coltelli nel petto. Dannazione, avevo mancato il cuore, di nuovo.<br />

«Oh Gesù» esclamò. Smise di fingersi umano e lasciò che gli occhi gli brillassero di verde mentre tra i denti<br />

superiori gli sporgevano i canini. «Tu devi essere la leggendaria Mietitrice Rossa. Cosa porta lo spauracchio dei<br />

vampiri nella mia casa?»<br />

Sembrava intrigato, ma non impaurito. Era più cauto, comunque, e mi girò attorno mentre balzavo in piedi<br />

liberandomi della giacca per raggiungere meglio le armi.<br />

« Il solito» dissi. «Hai ucciso degli umani. Sono qui per pareggiare i conti.»<br />

Liam alzò gli occhi al cielo. «Credimi, bambola, Jerome e Thomas se la sono cercata. Quei ladri bastardi mi<br />

hanno derubato. E’ difficile trovare un valido aiuto di questi tempi.»<br />

«Continua pure a parlare, carino. Non m’interessa.»<br />

Roteai la testa sulle spalle e presi in mano altri coltelli. Entrambi non battemmo ciglio mentre aspettavamo le<br />

mosse dell’altro. Liam, però, non sapeva che ero conscia che avesse chiamato aiuto. Riuscivo a sentire il ghoul<br />

che si avvicinava furtivamente, muovendo appena l’aria. Le chiacchiere di Liam servivano solo a guadagnare<br />

tempo.<br />

Scosse la testa come per recriminare contro sé stesso.<br />

«Il tuo aspetto avrebbe dovuto mettermi in guardia. Si dice che la Mietitrice Rossa abbia i capelli color del<br />

sangue, gli occhi grigi come il fumo, e la tua pelle… mmm, ecco la vera particolarità. Non ho mai visto un essere<br />

umano con una pelle così bella. Gesù, ragazza, non avevo nemmeno intenzione di morderti. Be’, non nel modo in<br />

cui pensi.»<br />

«Sono lusingata che tu mi voglia sia scopare che uccidere, Liam. Davvero, è dolce.»<br />

Lui sorrise. «Dopotutto, San Valentino è stato solo il mese scorso.»<br />

Mi stava spingendo verso la porta e lo lasciai fare. Tirai deliberatamente fuori dai pantaloni il coltello più lungo,<br />

quello che in pratica era una piccola spada, e lo trasferii nella mano destra insieme agli altri.<br />

Liam sorrise ancora di più quando lo vide. «Impressionante, ma non hai ancora visto la mia lancia. Molla la<br />

tua bardatura e te la mostro. Puoi perfino tenere addosso qualche coltello, se vuoi. Renderà il tutto più<br />

interessante.»<br />

Si scagliò in avanti, ma io non ci cascai. Al contrario gli lanciai i cinque coltelli che avevo nella mano sinistra e<br />

mi girai per evitare 0 colpo del ghoul dietro di me. Con un’unica stoccata che si ripercosse lungo il mio braccio,<br />

conficcai la lama nel collo del mostro con tutta la mia forza.<br />

Fuoriuscì dall’altra parte. La testa del demone roteò sul collo per un attimo, gli occhi spalancati fissi su di me,<br />

prima di cadere a terra con un tonfo. C’era solo un modo per uccidere un ghoul, ed era quello.<br />

Liam si strappò i coltelli d’argento di dosso come se fossero solo stuzzicadenti.<br />

«Brutta stronza, ora ti farò male! Magnus è stato mio amico per più di quarant’anni!»<br />

Questo segnò la fine di ogni sarcasmo. Liam si avventò su di me con una velodtà incredibile. Non aveva altre<br />

anni all’infuori del suo corpo e dei suoi denti, ma quelli erano formidabili. Mi colpì con un pugno, e la mia reazione<br />

fu una serie di colpi pesanti. Per parecchi minuti ci limitammo a picchiarci, rovesciando ogni tavolo e lampada che<br />

incontravamo. Infine mi gettò dall’altra parte della stanza, e mi schiantai accanto all’opera d’arte che avevo


ammirato. Quando si avvicinò, gli diedi un caldo e lo feci cadere all’indietro contro la vetrinetta. Poi strappai la<br />

scultura dal muro e gliela tirai in testa.<br />

Liam si abbassò, imprecando quando l’opera d’arte andò in pezzi dietro di lui.<br />

«Dannazione, non hai un po’ di rispetto per i manufatti? Quel pezzo era più vecchio di me! E come diavolo fai<br />

ad avere gli occhi in quel modo?»<br />

Non importava che guardassi per sapere di cosa stava parlando. Il mio sguardo precedentemente grigio<br />

doveva luccicare di verde come quello di Liam. La lotta aveva messo in risalto la prova delle mie origini miste, che<br />

avevo ereditato dal mio sconosciuto padre vampiro.<br />

«Quel puzzle d’ossa era più vecchio di te? Dunque quanti anni hai, duecento? Duecentocinquanta? Allora sei<br />

forte. Ho infilzato vampiri di settecento anni che non colpivano duro quanto te. Sarà divertente ucciderti.»<br />

Che Dio mi aiutasse, perché non stavo scherzando. Non mi divertivo quando infilzavo semplicemente un<br />

vampiro e poi lasciavo la mia squadra a ripulire i resti.<br />

Liam sogghignò. «Duecentoventi, bambola. Cioè, in anni vampireschi. Gli altri sono stati solo di povertà e<br />

miseria. A quel tempo Londra era una fogna, ora ha un aspetto molto migliore.»<br />

«È un peccato che tu non possa vederla di nuovo.»<br />

«Ne dubito, bambola. Credi che ti piacerà uccidermi? Io so che mi piacerebbe tanto scoparti.»<br />

«Vediamo cosa sai fare» lo provocai.<br />

Attraversò la stanza volando - troppo rapidamente perché lo evitassi - e mi colpì forte in testa, facendomi<br />

esplodere una luce nel cervello. Un’altra persona sarebbe finita direttamente nella tomba, ma io non ero mai stata<br />

normale, per cui lottai contro la nausea e fui svelta a reagire.<br />

Mi accasciai a terra, con la bocca aperta, gli occhi girati all’in-sù e la gola esposta in modo allettante. Accanto<br />

alla mano rilassata avevo uno dei coltelli da lanciò che Liam si era strappato dal petto. Mi avrebbe colpito mentre<br />

ero a terra o avrebbe controllato quant’ero messa male?<br />

Questa mossa rischiosa mi ripagò. «Così va meglio» mormorò Liam e s’inginocchiò accanto a me. Lasdò<br />

scorrere le mani sul mio corpo, e poi grugnì divertito.<br />

«Quando si dice ‘un eserdto di una sola persona’. Questa donna indossa un intero arsenale, dannazione.»<br />

Mi sbottonò i pantaloni con fare metodico. Probabilmente aveva intenzione di spogliarmi dei miei coltelli;<br />

quella sarebbe stata una mossa intelligente. Tuttavia, dopo avermeli fatti passare dai fianchi si fermò e con le dita<br />

percorse il tatuaggio che avevo da una parte e che mi ero fatta quattro anni prima, subito dopo aver abbandonato<br />

la mia vecchia vita in Ohio per quella nuova.<br />

Cogliendo l’occasione, chiusi la mano attorno allo stiletto che avevo vicino e glielo conficcai nel cuore.<br />

Quando Liam si bloccò, i suoi occhi scioccati incontrarono i miei.<br />

«Pensavo che se non mi aveva ucciso l’Alexander, niente l’avrebbe fatto…»<br />

Stavo giusto per dargli l’ultimo giro fatale quando mi si accese una lampadina in testa. Una nave<br />

chiamata Alexander. Veniva da Londra, ed era morto da circa duecentoventi anni. Possedeva un’opera<br />

d’arte aborigena, datagli da un amico australiano…<br />

«Quale sei?» chiesi, tenendo fermo il pugnale. Se si fosse mosso, gli avrebbe lacerato il cuore. Se fosse<br />

rimasto immobile, non l’avrebbe ucciso. Per il momento.<br />

«Come?»<br />

«Nel 1788, quattro detenuti salparono per le colonie penali del Galles del Sud su una nave di<br />

nome Alexander. Uno scappò non appena furono arrivati e un anno dopo tornò a uccidere tutti tranne i suoi tre<br />

amici. Uno dei quali fu trasformato in un vampiro per scelta, gli altri due con la forza. So chi non sei, perciò dimmi<br />

chi sei.»<br />

Se possibile, sembrava ancora più stupito di quando l’avevo pugnalato al cuore. «Al mondo solo pochi<br />

conoscono questa storia.»<br />

Diedi alla lama un colpetto intimidatorio che la fece affondare ancora un po’. Lui afferrò il punto, bene.


«Ian. Io sono Ian.»<br />

Figlio di puttana! Avevo sopra di me l’uomo che quasi duecento anni prima aveva trasformato l’amore della<br />

mia vita in un vampiro. Quando si dice l’ironia…<br />

Liam, o Ian, aveva confessato di essere un assassino. Garantito, sia che i suoi impiegati l’avessero derubato o<br />

no, al mondo gli stupidi non mancano mai. I vampiri hanno regole diverse quando si tratta delle loro proprietà.<br />

Hanno un incredibile senso del territorio. Se sapevano cos’era e l’avevano derubato, Thomas e Jerome avrebbero<br />

dovuto immaginarsi le conseguenze. Ma non era questo che bloccava la mia mano. In fin dei conti si riduceva tutto<br />

a una semplice verità: potevo anche aver lasciato Bones, ma non potevo uccidere la persona responsabile di<br />

averlo portato nella mia vita.<br />

Già, datemi pure della romanticona…<br />

«Liam, o Ian, se preferisci, ascoltami molto attentamente. Tu e io adesso ci alziamo, io tirerò via il coltello, e<br />

poi tu te ne andrai di corsa. Ti ho bucato il cuore, ma guarirai. Devo una vita a qualcuno e voglio che sia la tua.»<br />

Mi fissò. I bagliori nei nostri occhi si fusero.<br />

«Crispin.» Il vero nome di Bones rimase sospeso fra di noi, ma non reagii. Ian emanò una risata sofferente.<br />

«Non poteva che trattarsi di Crispin. Avrei dovuto capirlo dal modo in cui combatti, per non parlare del tatuaggio<br />

che è identico al suo. Davvero uno scherzaccio quello di fingerti svenuta. Lui non ci sarebbe mai cascato. Ti<br />

avrebbe presa a calci fino a quando non avessi smesso di fingere.»<br />

«Hai ragione» convenni moderatamente. «E’ la prima cosa che Bones mi ha insegnato. Prendi sempre a calci<br />

qualcuno quando è a terra. Io sono stata attenta. Tu no.»<br />

«Bene, bene, piccola Mietitrice Rossa, dunque sei tu il motivo per cui negli ultimi anni è stato tanto di cattivo<br />

umore.»<br />

All’improvviso mi si strinse il cuore per la gioia. Ian aveva appena confermato quello che non mi ero concessa<br />

di chiedermi. Bones era vivo. Anche se mi odiava perché l’avevo lasciato era vivo.<br />

Ian sfruttò il suo vantaggio. «Tu e Crispin, eh? Non gli parlo da qualche mese, ma posso rintracciarlo. Posso<br />

portarti da lui, se vuoi.»<br />

Al pensiero di rivedere Bones fui sconvolta dalle emozioni. Per nasconderle, risi in modo ironico.<br />

«Nemmeno per sogno. Bones mi ha trovata e trasformata in un’esca per i bersagli che doveva uccidere a<br />

pagamento. Mi ha perfino convinto a fare quel tatuaggio. Quando lo vedi, digli che mi deve ancora dei soldi. Deve<br />

darmi la mia parte per quel lavoro, come aveva promesso. Oggi è il tuo giorno fortunato perché una volta mi ha<br />

aiutato a salvare mia madre, quindi ho un debito con lui e con te l’ho saldato. Però, se mai rivedrò Bones, sarà<br />

all’altra estremità del mio coltello.»<br />

Ogni parola faceva male, ma era necessaria. Non avrei appeso un bersaglio al collo di Bones ammettendo che<br />

lo amavo ancora. Se Ian avesse riferito quello che avevo detto, Bones avrebbe saputo che non era vero. Non si<br />

era rifiutato di Pagarmi per i lavori che avevo svolto con lui; mi ero rifiutata di prendere i soldi. E non mi aveva<br />

nemmeno convinto a fare il tatuaggio. Mi ero fatta disegnare le ossa incrociate uguali alle sue per via dell’inutile<br />

nostalgia dopo averlo lasciato.<br />

«Devi essere in parte vampiro. Per forza, con quegli occhi scintillanti. Dimmi, in che modo…?»<br />

Stavo quasi per non farlo, ma in fondo che importanza aveva? Ian conosceva già il mio segreto. Il modo non<br />

era cruciale.<br />

«Un vampiro morto da poco stuprò mia madre e, sfortunatamente per lei, i suoi girmi nuotavano ancora. Non<br />

so chi sia, ma un giorno lo troverò e lo ucciderò. Fino ad allora, sistemo gli scarti della società come lui.»<br />

Dall’altra parte della stanza il mio cellulare suonò in un punto imprecisato. Non mi mossi per rispondere, ma<br />

parlai in fretta.<br />

«Questi sono i miei rinforzi. Quando non rispondo, entrano con la forza. Più di quanta tu possa affrontarne<br />

adesso. Alzati muovendoti lentamente. Dopo che ti avrò tolto il coltello, corri più che puoi e non fermarti. Avrai<br />

salva la vita, ma dovrai lasciare questa casa e non ritornarci. Siamo d’accordo? Pensaci prima di rispondere,


perché non sto bluffando.»<br />

Ian fece un sorriso tirato. «Oh, ti credo, hai un coltello nel mio cuore, il che ti dà pochi motivi per mentire.»<br />

Io non battei ciglio. «Allora facciamolo.»<br />

Senza nessun altro commento, Ian cominciò a mettersi in ginocchio. Ogni movimento era un’agonia per lui, lo<br />

vedevo, ma strinse i denti e non aprì bocca. Quando fummo entrambi in piedi, gli tolsi con cautela l’arma dalla<br />

schiena e tenni il coltello insanguinato davanti a me.<br />

«Arrivederci, Ian. Sparisci.»<br />

In una forma indistinta si schiantò contro una finestra alla mia sinistra, a una velocità inferiore a prima ma<br />

sempre impressionante. Sentii i miei uomini che si precipitavano verso la porta. Mi restava da fare un’ultima cosa.<br />

Mi conficcai quello stesso pugnale nell’addome, abbastanza a fondo da cadere in ginocchio, ma non troppo in<br />

alto in modo da evitare ferite mortali. Quando il mio secondo in comando, Tate, entrò di corsa nella stanza, stavo<br />

ansimando piegata in due col sangue che si rovesciava sul bel tappeto spesso.<br />

«Gesù, Cat!» esdamò. «Qualcuno vada a prendere il Bram»<br />

Gli altri due capitani, Dave e Juan, si divisero per ubbidire.<br />

Tate mi sollevò e mi portò fuori dalla casa. Diedi gli ordini con il respiro mozzato.<br />

«Uno è scappato, ma non dategli la caccia. E’ troppo forte. Non c’è nessun altro nella casa, ma controllate<br />

rapidamente e poi ritiratevi. Dobbiamo andarcene nel caso in cui tomi con i rinforzi. Ci massacrerebbero.»<br />

«Una perlustrazione e poi ripiegate, ripiegate!» ordinò Da-ve, chiudendo i portelloni del furgone nel quale mi<br />

avevano portato. Tate strappò il coltello e mi premette delle bende sulla ferita, dandomi da inghiottire un mucchio<br />

di pillole che non teneva nessuna farmacia normale.<br />

In quattro anni e grazie a una squadra di brillanti scienziati, il mio capo, Don, era riuscito a filtrare i componenti<br />

del sangue dei non-morti per ricavarne un farmaco portentoso. Su normali esseri umani, curava ferite tipo ossa<br />

rotte ed emorragie interne come per magia. L’avevamo chiamato Bram, in onore dello scrittore che aveva reso<br />

famosi i vampiri.<br />

«Non saresti dovuta entrate da sola» mi rimproverò Tate. «Dannazione, Cat, la prossima volta dammi retta!»<br />

Risi debolmente. «Tutto ciò che vuoi. Non ho voglia di discutere.»<br />

Poi svenni.


2<br />

Casa mia era una piccola struttura a due piani alla fine di una strada senza uscita. Gli interni erano quasi<br />

spartani nella loro scarsezza. Un solo divano a pianterreno, mensole per i libri, qualche lampada e un minibar pieno<br />

di Gin tonic. Se il mio fegato non fosse per metà quello di un vampiro, sarei già morta di cirrosi. Di certo Tate,<br />

Juan e Dave non si lamentavano mai di tutti i miei alcolici. Una bella scorta di liquore e un mazzo di carte<br />

bastavano per farli tornare. Purtroppo nessuno di loro era un grande giocatore di poker, nemmeno da sobrio.<br />

Dopo averli fatti ubriacare poi, era divertente veder diminuire in un attimo le loro abilità di gioco.<br />

Dunque, come ci si ritrova in una vita così lussuosa? Il mio capo, Don, mi aveva incontrata quando a ventidue<br />

anni mi ero messa nei guai con la legge. Sapete, le solite cose da ragazzi: avevo ucciso il governatore dell’Ohio e<br />

parecchi membri del suo staff, ma erano stati dei moderni schiavisti che avevano venduto donne ai non-morti come<br />

cibo o per divertimento. Già, avevano meritato di morire, specialmente perché ero stata una delle donne che<br />

avevano cercato di vendere. Io e il mio ragazzo vampiro, Bones, avevamo amministrato il nostro concetto di<br />

giustizia, lasciandoci dietro un mucchio di cadaveri.<br />

Dopo essere stata arrestata, i miei strani referti medici blaterarono che non ero del tutto umana. Don mi portò<br />

via per farmi comandare la sua unità segreta della Sicurezza nazionale, facendomi l’offerta che non si può rifiutare<br />

per eccellenza. O, per essere più precisi, fu una minaccia di morte. Accettai il lavoro. Che scelta avevo?<br />

Ma, nonostante i suoi tanti difetti, a Don stava davvero a cuore la difesa di coloro che non avrebbero mai<br />

potuto essere protetti dalla legge ordinaria. E importava anche a me. Era il motivo per cui rischiavo la vita, perché<br />

sentivo che era la ragione per cui ero nata mezza morta ma con un aspetto del tutto umano. Potevo fare sia da<br />

esca che da amo per i cacciatori della notte. Non era certo stato un ‘vissero felici e contenti’, ma almeno per<br />

alcune persone avevo fatto la differenza.<br />

Il mio telefono squillò mentre mi mettevo il pigiama. Siccome era quasi mezzanotte, doveva trattarsi o di uno<br />

dei ragazzi o di Denise, perché mia madre non era mai sveglia così tardi.<br />

«Ciao, Cat. Sei appena tornata?»<br />

Denise sapeva cosa facevo, e sapeva cos’ero. Una notte, mentre badavo ai fatti miei, mi ero imbattuta in un<br />

vampiro che stava cercando di trasformare il suo collo in un Big Mac. Dopo che l’ebbi ucciso, lei aveva già visto<br />

abbastanza per capire che non era umano. Bisogna riconoscerle che non aveva urlato, non era svenuta e, in<br />

generale, non aveva fatto nessuna delle cose che d si aspetterebbe da una persona normale. Aveva semplicemente<br />

sbattuto gli occhi e detto: «Wow. Ti devo come minimo una birra.»<br />

«Sì,» risposi «sono appena rientrata.»<br />

«Mmm, giornataccia?» mi domandò.<br />

Non sapeva nemmeno che l’avevo passata quasi tutta a guarire dalla ferita di una pugnalata autoinflittami,<br />

grazie all’aiuto del Bram e del discutibile vantaggio di essermi sventrata con un coltello ricoperto di sangue di<br />

vampiro, che in sé aveva probabilmente fatto di più delie magiche pillole di Don. Niente è più curativo del sangue<br />

di vampiro.<br />

«Eh, al solito. E tu? Com’è andato l’appuntamento?»<br />

Rise. «Sono al telefono con te; cosa ti dice questo? In effetti, stavo per scongelare un cheesecake. Vuoi<br />

raggiungermi?»<br />

«Magari, però sono in pigiama.»<br />

«Non dimenticarti le babbucce pelose.» Riuscivo quasi a sentire la risata di Denise. «Non staresti bene senza.»<br />

«A fra poco.»<br />

Riagganciammo e sorrisi. La solitudine era stata domata. Almeno finché fosse durato il cheesecake.<br />

A quell’ora della notte, le strade della Virginia erano essenzialmente deserte, ma tenevo gli occhi ben aperti


perché per i vampiri era il momento perfetto per andare a caccia. Di solito era solo uno che faceva uno spuntino.<br />

Usavano il potere dello sguardo e l’allucinogeno nei canini per bere e poi scappare, lasciando il loro pasto con un<br />

ricordo alterato e il ferro più basso. Era stato Bones a rivelarmelo. Mi aveva insegnato tutto sui vampiri: i loro<br />

punti di forza (molti!), le loro debolezze (poche; e la luce del sole, le croci e i paletti di legno non erano tra di<br />

esse), le loro credenze (il primo vampiro era stato Caino, che, come punizione per aver ucciso Abele, Dio aveva<br />

trasformato in un qualcosa che, come promemoria per aver versato quello del fratello, sarebbe stato costretto a<br />

bere sangue per sempre), e che vivevano in una società piramidale con al vertice il vampiro che governava tutti i<br />

‘figli’ che aveva creato. Già, Bones mi aveva insegnato tutto ciò che sapevo.<br />

E poi l’avevo lasciato.<br />

Quando un gatto si buttò sotto le mie ruote, sbandai e frenai. Scesi per trovarlo sdraiato accanto alla<br />

macchina. Provò a scappare, ma lo presi e gli diedi un’occhiata. Aveva del sangue sul naso, qualche graffio, e si<br />

lamentò quando gli toccai una zampa. Rotta, senza dubbio.<br />

Mormorandogli delle sciocchezze per confortarlo, tirai fuori il cellulare. «Ho appena investito un micetto» dissi<br />

a Denise. «Puoi trovarmi un veterinario? Non posso limitarmi a lasciarlo qui.»<br />

Emise un affettuoso verso di compassione e andò a prendere l’elenco del telefono. Dopo un momento, fu di<br />

ritorno.<br />

«Questo sta aperto tutta la notte e non è lontano da li. Fammi sapere come sta il gattino, d’accordo? Rimetto il<br />

cheesecake nel congelatore.»<br />

Riagganciai e chiamai il veterinario per farmi dare le indicazioni. In dieci minuti arrivai alla Furry Ark di Noah.<br />

Sopra al pigiama mi ero messa il cappotto, ma invece degli stivali avevo delle pelose babbucce blu. Dovevo<br />

sembrare maledettamente una casalinga.<br />

Quando entrai, l’uomo dietro la scrivania sorrise. «Lei è la signora che ha appena chiamato? Con il gatto?»<br />

«Sì.»<br />

«E si chiama…?»<br />

«Sono la signorina Cristine Russell.» Questo era il nome<br />

sotto cui mi nascondevo, un altro omaggio al mio amore perduto, visto che il nome umano di Bones era stato<br />

Crispin Russell. La sventura di essere romantica sarebbe stata la mia fine.<br />

Quel sorriso amichevole si allargò. «Io sono il dottor Noah Rose.»<br />

Noah. Ecco spiegato il nome del posto. Portò il gattino a fare i raggi x e dopo pochi minuti fu di ritorno.<br />

«Una zampa rotta, qualche escoriazione, ed è malnutrito. Dovrebbe rimettersi in un paio di settimane. È un<br />

randagio?»<br />

«Per quanto ne so, sì, dottor Rose.»<br />

«Noah, ti prego. Che micetto carino; hai intenzione di tenerlo?»<br />

La parola ‘micetto’ mi fece trasalire, ma lo nascosi e risposi senza pensarci. «Sì.»<br />

Gli occhioni del micio mi fissarono, come se sapesse che il suo destino era stato segnato. Con la zampina<br />

ingessata e la pomata sulle escoriazioni, aveva davvero un aspetto commovente.<br />

«Con cibo e riposo, questo gattino tornerà come nuovo.»<br />

«È fantastico. Quanto ti devo?»<br />

Noah sorrise imbarazzato. «Niente spese. Hai fatto una bella cosa. Devi riportarmelo fra due settimane così gli<br />

tolgo il gesso. Quando ti torna comodo?»<br />

«A qualsiasi ora sul tardi. Io, ehm, ho degli strani orari di lavoro.»<br />

«La sera non è un problema.»<br />

Mi fece un filtro timido sorriso, e qualcosa mi disse che non era così accomodante con ogni cliente. Tuttavia,<br />

pareva innocuo. Il che era una rarità negli uomini che incontravo.<br />

«Che ne dici delle otto fra due giovedì?»<br />

«Va bene


«Grazie per l’aiuto, Noah. Ti devo un favore.»<br />

Con il gatto al seguito, mi avviai verso la porta.<br />

«Aspetta!» Girò intorno alla scrivania e poi si fermò. «Questo non è per niente professionale, ma se ti senti in<br />

debito con non che tu debba, naturalmente, ma… sono appena arrivato in città, e… be’, non conosco molte<br />

persone. La maggior parte della mia clientela è più vecchia o sposata e… quello che …sto cercando di dire è<br />

che…»<br />

Di fronte a questo sproloquio, sollevai un sopracciglio con aria interrogativa, e lui in effetti arrossì. «Non<br />

importa. Se non ti presenterai all’appuntamento, capirò. Mi dispiace.»<br />

Quel poveretto era un tesoro. Gli diedi una rapida occhiata da donna, tutta un’altra cosa rispetto a quella per<br />

valutarne il pericolo di quando ero entrata. Noah era alto, moro, e bello come un adolescente. Magari potevo<br />

piazzarlo con Denise; aveva appena detto che l’altro tizio con cui aveva avuto un appuntamento non le aveva fatto<br />

una buona impressione.<br />

«D’accordo, Noah, la risposta è sì. Effettivamente, lunedì la mia amica Denise e io abbiamo intenzione di<br />

andare a cena fuori. Se ti va di unirti, sei il benvenuto.»<br />

Emanò un sospiro di sollievo. «Lunedì è perfetto. Ti chiamo domenica per la conferma. Normalmente non<br />

faccio queste cose. Dio, sembra una scusa. Lascia che ti chieda il numero, prima di farti cambiare idea.»<br />

Sorridendo, scrissi il mio numero di cellulare. Se Noah e Denise avessero ingranato, me ne sarei<br />

tranquillamente andata prima del dolce. Se si fosse rivelato uno stupido, allora mi sarei assicurata che se ne<br />

andasse per la sua strada senza importunarla ulteriormente. In fondo, a cosa servono gli amici?<br />

«Per favore, non cambiare idea» disse quando gli porsi il numero.<br />

Invece di rispondere, mi limitai a salutarlo con la mano.


3<br />

Alle sei meno dieci del lunedì successivo, il mio telefono squillò. Diedi un’occhiata al numero e aggrottai le<br />

sopracciglia. Perché Denise mi stava chiamando da casa? Sarebbe già dovuta essere arrivata da quindici minuti.<br />

«Cos’è successo?» risposi. «Sei in ritardo.»<br />

Sembrò che facesse un respiro profondo. «Cat, non ti arrabbiare, ma… io non vengo.»<br />

«Ti senti male?» domandai in ansia.<br />

Ci fu il rumore di un altro respiro profondo. «No, non vengo perché voglio che tu esca con Noah. Da sola.<br />

Hai detto che sembrava un ragazzo molto carino.»<br />

«Ma io non voglio uscire con nessuno!» protestai. «Lo facevo solo perché tu lo conoscessi e, nel caso non<br />

fosse il tuo tipo, avessi modo di andartene garbatamente.»<br />

«Per l’amor di dio, Cat, non ho bisogno di un altro appuntamento, ma tu sì! Insomma, mia nonna ha una vita<br />

più movimentata della tua. Senti, lo so che non parli di quell’altro ragazzo, chiunque fosse, ma siamo amiche da più<br />

di tre anni e devi cominciare a darti una mossa. Fa’ colpo su Noah con la tua resistenza all’alcol, infiammagli le<br />

orecchie con il tuo linguaggio, ma prova un po’ a divertirti con un tizio che non hai intenzione di uccidere entro la<br />

fine della serata. Almeno per una volta. Allora forse non sarai più così triste per tutto il tempo.»<br />

Aveva toccato un nervo scoperto. Anche se non le avevo mai raccontato i particolari su Bones, specialmente<br />

il fatto che fosse un vampiro, sapeva che avevo amato qualcuno e poi l’avevo perso. E sapeva come mi sentissi<br />

sola, più di quanto avrei mai ammesso io stessa.<br />

Sospirai. «Non credo che sia una buona idea…»<br />

«Io sì» m’interruppe all’istante. «Non sei morta, quindi devi smettere di comportarti come se lo fossi. È solo<br />

una cena, non una fuga a Las Vegas. Nessuno dice che tu debba rivederlo, ma solo che tu ci esca questa volta.<br />

Dài.»<br />

Guardai il mio nuovo gattino. Sbatté le palpebre, e io lo presi come un sì.<br />

«Va bene. Noah sarà qui tra cinque minuti. Vado, ma probabilmente dirò qualcosa d’inappropriato e tempo<br />

un’ora sarò a casa.»<br />

Denise rise. «Non importa; almeno ci avrai provato. Chiamami quando torni.»<br />

La salutai e riagganciai. A quanto pareva stavo andando a un appuntamento. Che fossi pronta o meno.<br />

Quando passai accanto allo specchio, reagii a scoppio ritardato davanti al mio riflesso. I capelli da poco<br />

castani, tagliati all’altezza delle spalle, mi sembrarono estranei, ma quella era l’idea, nel caso in cui Ian decidesse di<br />

confermare i pettegolezzi a proposito del mio aspetto. Non avevo bisogno che alcun vampiro o ghoul mi<br />

riconoscesse dal colore dei capelli. Forse le bionde si divertono di più, ma speravo di fare più vittime. La<br />

Mietitrice Rossa era stata messa a riposo. Lunga vita a quella bruna!<br />

Quando Noah bussò alla porta, ero preparata quanto mai avrei potuto esserlo. Quando mi vide il suo sorriso<br />

si congelò.<br />

«Prima eri rossa di capelli, giusto? Non me lo sono immaginato per via dell’ansia?»<br />

Inarcai un sopracciglio, non più rosso ma color miele. «Volevo cambiare. Sono stata rossa per tutta la vita, e<br />

avevo voglia di qualcosa di diverso.»<br />

Fece subito marcia indietro. «Be’, sono belli. Tu sei bella. Cioè, lo eri prima e lo sei ancora. Andiamo, prima<br />

che tu cambi idea.»<br />

L’avevo già fatto, ma non aveva niente a che vedere con Noah. Tuttavia, per quanto odiassi ammetterlo,<br />

Denise aveva ragione. Potevo passare un’altra serata a tormentarmi per qualcuno che non avrei mai potuto avere,<br />

oppure potevo uscire e provare a divertirmi tanto per cambiare.<br />

«Brutte notìzie» gli dissi. «La mia amica, ehm, ha avuto un contrattempo e non ce la fa a venire. Mi dispiace.


Se vuoi annullare, ti capisco pienamente.»<br />

«No» rispose Noah all’istante, sorridendo. «Ho fame. Andiamo a mangiare.»<br />

È solo un appuntamento, ricordai a me stessa mentre camminavamo verso la sua auto. Che può esserci di<br />

male?<br />

Noah e io andammo da Renardo, un piccolo ristorante italiano. Per educazione bevvi solo del vino rosso,<br />

perché non volevo rivelare la mia propensione per enormi quantità di Gin tonic.<br />

«Come ti guadagni da vivere, Cristine?» mi domandò.<br />

«Ricerca e reclutamento sul campo per I’fbi.»<br />

In un certo senso era vero, se si potevano chiamare ‘ricerca’ la caccia e l’uccisione delle creature della notte,<br />

e ‘reclutamento’ il nostro girare per il Paese raccogliendo i migliori uomini che l’esercito, le forze dell’ordine, I’fbi,<br />

o perfino il sistema della giustizia criminale avessero da offrire. Come unità che uccideva i non-morti non ci<br />

sognavamo lontanamente di fare discriminazioni tra chi assumevamo, giusto? Alcuni degli elementi migliori della<br />

nostra squadra una volta avevano indossato una tuta arancione. Juan era un laureato in Procedura penale che<br />

aveva scelto di lavorare per Don invece di passare vent’anni alla sbarra. Quest’accozzaglia forse non assicurava<br />

l’unità di combattimento più tradizionalmente ineccepibile, ma di certo una mortale.<br />

Gli occhi di Noah si spalancarono. «L’fbi? Sei un’agente dell’ fbi?»<br />

«Non tecnicamente. Il nostro dipartimento è più un’estensione della Sicurezza nazionale.»<br />

«Oh, allora fai uno di quei lavori in cui potresti dirmi cosa fai, ma poi dovresti uccidermi?» scherzò.<br />

Per poco non mi strozzai col vino. L’hai detto, amico. «No, niente di così eccitante. Solo reclutamento e<br />

ricerca. Sono costantemente di guardia, però, e lavoro a ore strane. Ecco perché a Richmond sarebbe stato<br />

meglio conoscere Denise invece di me.»<br />

Lo dissi francamente per spegnere ogni illusione. Noah era dolce, ma non sarebbe successo nient’altro.<br />

«Capisco gli strani orari di lavoro e il fatto di dover essere sempre reperibile. Mi chiamano a tutte le ore per le<br />

emergenze.<br />

Niente di serio in confronto al tuo campo, però… anche le cose più piccole della vita meritano attenzione. Ho<br />

sempre pensato che il modo in cui trattiamo i più deboli mostri il nostro vero carattere.»<br />

Bene, bene. Aveva appena guadagnato qualche punto ai miei occhi.<br />

«Mi dispiace che Denise non sia potuta venire» dissi forse per la quinta volta. «Penso che ti sarebbe piaciuta<br />

molto.»<br />

Noah si piegò in avanti. «Ne sono certo, ma non mi dispiace che non ce l’abbia fatta. Ho usato la scusa di<br />

voler conoscere gente per chiederti di uscire. In realtà volevo proprio un appuntamento con te. Devono essere<br />

state le babbucce pelose.»<br />

Risi, il che mi stupì. A dire la verità mi aspettavo una serata deprimente, invece era… carina.<br />

«Me lo ricorderò.»<br />

L’osservai da sopra il bicchiere di vino. Noah indossava una camicia grigia col girocollo e una giacca sportiva,<br />

con dei pantaloni larghi color grigio antracite. I suoi capelli neri erano stati appena tagliati, ma un unico ricciolo<br />

continuava a ricadergli sulla fronte. Di sicuro non doveva essere a corto di appuntamenti. Sebbene la sua pelle non<br />

avesse quella cristallina luminescenza color panna che brillava alla luce della luna.<br />

Scossi la testa. Dannazione, dovevo smettere di ossessionarmi con Bones! Non c’erano speranze per noi due.<br />

Anche se fossimo riusciti a superare gli insormontabili ostacoli costituiti dal fatto che il mio lavoro era di uccidere i<br />

non-morti o che mia madre nutriva un odio viscerale per qualsiasi cosa avesse i canini, il nostro rapporto non<br />

avrebbe funzionato comunque. Bones era un vampiro. Sarebbe rimasto giovane per sempre mentre io sarei<br />

inevitabilmente invecchiata e morta. L’unico modo per superare la mia mortalità era che mi trasformassi, ma mi<br />

rifiutavo. Non importava che mi avesse spezzato il cuore, lasciarlo era stata l’unica decisione possibile. Diavolo,<br />

forse Bones non mi pensava nemmeno più. Probabilmente era andato avanti con la sua vita; erano passati più di<br />

quattro anni dall’ultima volta in cui d eravamo visti. Forse era ora che anch’io andassi avanti con la mia vita.


«Ti va di saltare il dolce e andare a fare una passeggiata?» chiesi d’impulso.<br />

Noah non esitò. «Mi piacerebbe molto.»<br />

Per arrivare alla spiaggia guidammo per quaranta minuti. Essendo marzo, faceva ancora fresco e mi strinsi nel<br />

cappotto per ripararmi dalla fredda brezza oceanica. Noah mi camminava vicino, con le mani in tasca.<br />

«Amo l’oceano. È per questo che da Pittsburgh mi sono trasferito in Virginia. Da quando l’ho visto per la<br />

prima volta, ho capito di volerci vivere vicino. C’è qualcosa in esso che mi fa sentire piccolo, ma pur sempre parte<br />

di un disegno più grande. Sembra dozzinale, ma è la verità.»<br />

Sorrisi malinconicamente. «Non è dozzinale. Per me vale lo stesso con le montagne. Ci torno sempre, ogni<br />

volta che ne ho la possibilità…»<br />

La mia voce si smorzò, perché mi ricordai con chi ero quando vidi i monti per la prima volta. Tutto questo<br />

doveva finire.<br />

Spinta dal desiderio di dimenticare, afferrai Noah e con un po’ di violenza gli tirai la testa verso la mia. Esitò<br />

per una frazione di secondo prima di reagire, poi mi abbracciò e, mentre lo baciavo, il suo battito cardiaco triplicò.<br />

Tanto all’improvviso quanto avevo cominciato, lo respinsi. «Scusa. Sono stata maleducata.»<br />

Gli scappò una risatina tremula. «Il tipo di maleducazione in cui speravo. In effetti, avevo pensato a una<br />

manovra delicata, chiedendoti di sederci, magari circondandoti con un braccio… Ma mi piace di più il tuo modo.»<br />

Gesù, il suo labbro stava sanguinando. Che stupida a non aver controllato la forza. A quanto pareva il povero<br />

Noah era un masochista. Almeno non gli avevo fatto ingoiare i denti; a questo forse avrebbe obiettato con maggior<br />

forza.<br />

Noah mi afferrò per le spalle e questa volta fu lui ad abbassare la testa. Contenni la mia forza abituale, e lo<br />

baciai dolcemente lasciando che la sua lingua affondasse tra le mie labbra. Le sue pulsazioni schizzarono alle stelle,<br />

spingendogli il sangue verso il basso. Fu quasi divertente sentire la reazione del suo corpo.<br />

Lo spinsi via. «Questo è tutto dò che sono pronta a concederti.»<br />

«Ne sono molto felice, Cristine. L’unica altra cosa che voglio è rivederti. Voglio davvero rivederti.»<br />

Aveva un’aria sincera e tanto onesta. Del tutto diversa dalla mia con tutti i miei segreti.<br />

Sospirai di nuovo. «Noah, faccio una vita molto… strana. Viaggio di frequente per lavoro, partendo senza<br />

avvertire, e spesso devo cancellare quasi tutti i programmi che faccio. Ti sembra qualcosa in cui vuoi essere<br />

coinvolto?»<br />

Annuì. «Mi sembra fantastico, perché è la tua vita. Mi piacerebbe molto farne parte.»<br />

La porzione assennata del mio cervello mi mandò un avviso chiaro: Non farlo. La mia solitudine la zittì.<br />

«Allora anche a me piacerebbe rivederti.»


4<br />

Come un tuono mi bussarono alla porta, facendomi sobbalzare sul letto. Erano solo le nove del mattino e<br />

nessuno veniva a trovarmi così presto; tutti conoscevano le mie abitudini di riposo. Perfino Noah, con cui ormai<br />

uscivo da un mese, sapeva che era meglio non chiamarmi né passare a un’ora così assurda.<br />

Scesi le scale e per abitudine misi un coltello d’argento nella tasca della vestaglia, poi guardai dallo spioncino.<br />

Dall’altra parte c’era Tate, e sembrava che anche lui si fosse appena svegliato.<br />

«Cosa c’è che non va?» dissi mentre aprivo la porta.<br />

«Dobbiamo andare al lavoro. Don ci sta aspettando, ha chiamato anche Juan e Dave.»<br />

Lasciai la porta aperta e tomai su per mettermi dei vestiti addosso. Non mi sarei mai e poi mai presentata con<br />

il pigiama di Titti; non avrebbe ispirato molto rispetto ai miei uomini.<br />

Dopo essermi cambiata e aver lavato rapidamente i denti, salii in macchina di Tate, sbattendo le palpebre<br />

contro la splendente luce del mattino.<br />

«Sai perché siamo stati convocati? Perché Don non ha chiamato prima me?»<br />

Tate rispose con un grugnito: «Prima di parlare con te, voleva chiedermi cosa pensassi della situazione. La<br />

notte scorsa ci sono stati alcuni omicidi in Ohio. Piuttosto pittoreschi, non è stato fatto alcun tentativo di<br />

nascondere i corpi. Anzi, erano in bella<br />

mostra.»<br />

«Cosa c’è di strano? È terribile, te lo concedo, ma non fuori dal comune.»<br />

Ero confusa. Non ci precipitavamo su ogni orribile scena del crimine, o non saremmo mai riusciti a coprirle<br />

tutte. C’era qualcos’altro che non mi stava dicendo.<br />

«Siamo quasi arrivati. Lascerò che sia Don a metterti al corrente del resto. Il mio lavoro era solo di venirti a<br />

prendere.»<br />

Prima di unirsi a Don, Tate era stato un sergente delle Forze Speciali, e i suoi anni nell’esercito si facevano<br />

sentire. ‘Seguire gli ordini senza discutere’ era quello che Don apprezzava in lui; e il motivo per cui lo deludevo<br />

tanto: a quanto pareva il mio credo era l’esatto opposto.<br />

Dopo venti minuti eravamo nell’edificio. Come sempre le guardie armate ci fecero cenno di attraversare i<br />

cancelli. Erano talmente abituati a vederci che Tate e io non presentavamo più nemmeno i documenti. In pratica di<br />

tutte le guardie sapevamo nome, grado e matricola.<br />

Don era nel suo ufficio, e camminava avanti e indietro accanto alla scrivania; inarcai le sopracciglia di colpo.<br />

Normalmente il mio capo era calmo e tranquillo. Da quando mi aveva reclutata, in quattro anni quella era la<br />

seconda volta che lo vedevo andare su e giù. La prima fu quando scoprì che Ian, o Liam Flannery, per come<br />

ancora lo conosceva lui, era scappato. Don aveva voluto che lo portassi dentro per tenerlo come un animale<br />

domestico, in modo da prelevargli il sangue per produrre altro Bram. Quando fui di ritorno senza Ian, credetti che<br />

Don sarebbe esploso. Fu solo più tardi che si rese conto che ero stata pugnalata. Secondo me, Don aveva una<br />

confusa scala delle priorità.<br />

Sulla scrivania aveva delle foto che sembravano scaricate da internet. Ce le indicò mentre ci avvicinavamo.<br />

«Ho un amico nella polizia della contea di Franklin che ha scansionato queste foto due ore fa e me le ha<br />

spedite. Ha già arginato la zona e bloccato qualsiasi altro esame della scena da parte della polizia o dei medici.<br />

Partirete non appena la squadra sarà riunita. Scegliete i vostri uomini migliori, perché ne avrete bisogno. Avremo<br />

altro personale pronto da schierare al vostro comando. Questa cosa va sistemata immediatamente.»<br />

Contea di Franklin. La mia vecchia città natale. «Smetti di fare il misterioso, Don, hai la mia attenzione.»<br />

In risposta mi porse una delle fotografie. Ritraeva una piccola stanza, con una pila di pezzi di cadavere appena<br />

staccati e sparsi sul pavimento. La riconobbi subito, perché era la mia camera quando stavo dai nonni. La scritta


sul muro mi pietrificò, e capii subito perché Don era fuori di testa.<br />

QUI, MICETTA, MICETTA<br />

Questo non era un bene. Proprio per niente. Il fatto che quello scherzo premeditato fosse chiaramente<br />

indirizzato a me, e nella casa in cui ero cresciuta, dimostrava due cose terrificanti. Qualcuno conosceva il mio<br />

nome d’arte. E quello vero.<br />

«Dov’è mia madre?» Fu lei il mio primo pensiero. Forse sapevano solo di Catherine Crawfield, o forse<br />

sapevano anche di Cristine Russell.<br />

Don sollevò una mano. «Abbiamo mandato degli uomini a casa sua con l’ordine di portarla qui. E’ una<br />

precauzione, perché penso che se sapessero chi sei e dove ti trovi adesso, non si sarebbero interessati al tuo luogo<br />

di nascita.»<br />

Sì, era vero. Ero così sconvolta che non riuscivo a pensare chiaramente. Tutto ciò doveva finire, perché non<br />

c’era tempo di essere stupidi.<br />

«Hai qualche idea su chi possa essere, Cat?»<br />

«Certo che no! perché dovrei?»<br />

Don ci rifletté per un attimo, tirandosi i peli di un sopracciglio.<br />

«E’ una coincidenza che tu stia uscendo con Noah Rose ormai da un mese, e all’improvviso qualcuno ti abbia<br />

scoperto? Gli hai detto cosa sei? Cosa fai?»<br />

Lanciai un’occhiataccia a Don. «Hai fatto un controllo completo sul passato di Noah nell’attimo stesso in cui<br />

hai scoperto che ci stavo uscendo. Senza il mio permesso, devo aggiungere, e no, Noah non sa niente dei vampiri,<br />

di cosa faccio e di cosa sono. È bene che sia l’ultima volta che devo rassicurarti su questo.»<br />

Don annuì, poi continuò a ragionare. «Pensi che possa trattarsi di Liam Flannery? L’altra volta gli hai<br />

detto qualcosa che può aver usato per rintracciarti?»<br />

Fui percorsa da un brivido: giusto, Ian aveva dei legami con il mio passato! Tramite Bones. Bones conosceva<br />

il mio vecchio indirizzo, il mio vero nome, ed era l’unico che era solito chiamarmi ‘micetta’. Poteva trattarsi di<br />

Bones? Poteva aver fatto una cosa così estrema per indurmi a uscire dal mio nascondiglio? Dopo più di quattro<br />

anni, mi pensava ancora?<br />

«No, non ho detto niente a Flannery. E non vedo come possa essere responsabile.»<br />

La bugia mi sfuggì di bocca senza pensarci. Se si trattava di Bones, direttamente o indirettamente, me ne sarei<br />

occupata io stessa. Don e Tate pensavano che il suo corpo fosse impacchettato nel ghiaccio in un congelatore del<br />

seminterrato. Non avevo intenzione di modificare questa loro idea.<br />

Quando arrivarono Juan e Dave, anche loro avevano l’aria di chi si era appena svegliato. Don li mise<br />

rapidamente al corrente della situazione e delle sue conseguenze.<br />

«Cat, lascio voi quattro a occuparvene» concluse. «Raccogli la tua squadra e ripara questa falla. L’aereo sarà<br />

pronto quando lo sarete voi. E stavolta non preoccuparti di portarmi nessun prigioniero. Limitati a eliminare<br />

chiunque sappia di te.»<br />

Annuii amaramente, e pregai che i miei sospetti si rivelassero infondati.<br />

«Sei più stata a casa da quando è partita questa Squadra della Morte? Pensi che qualcuno possa<br />

riconoscerti?»<br />

Dave aveva continuato a parlare ininterrottamente, mentre sorvolavamo la base aerea prima di atterrare.<br />

«No, da quando sono morti i miei nonni, non ci sono più tornata. Avevo solo un amico,» e non mi stavo certo<br />

riferendo a un particolare fantasma arrapato e alcolizzato «ma si è laureato e trasferito a Santa Monica anni fa.»<br />

Era Timmie, il mio ex vicino. L’ultima volta che avevo controllato faceva il reporter per una di quelle riviste<br />

indipendenti del tipo ‘la verità è là fuori’. Quelle che ogni tanto scovavano una storia incredibile e reale, e che<br />

rendevano la vita di Don un inferno mentre cercava il modo di screditarle. Timmie credeva che fossi stata uccisa in<br />

una sparatoria con la polizia dopo aver assassinato i miei nonni, alcuni agenti della polizia e il governatore. Che bel<br />

modo di essere ricordata. Nel farmi sparire, Don non aveva risparmiato la mia reputazione. Avevo perfino una


lapide e dei falsi referti dell’autopsia.<br />

«Inoltre…» mi scrollai di dosso il passato come un impermeabile bagnato. «Con i capelli più corti e castani, ho<br />

tutto un altro aspetto. Ormai non mi riconoscerebbe nessuno.»<br />

A parte Bones. Mi avrebbe riconosciuta anche a chilometri di distanza solo dall’odore. Il pensiero di<br />

rivederlo, anche in circostanze così sanguinarie, mi fece battere il cuore. Com’ero caduta in basso.<br />

«Sei sicura di aver fatto bene a portare Cooper?» Dave mi diede una gomitata e guardò verso il fondo<br />

dell’aereo. Avevamo il nostro piccolo spazio sul davanti. Non eravamo forse quelli speciali?<br />

«So che sono passati solo due mesi da quando abbiamo reclutato Cooper, ma è intelligente, svelto e spietato.<br />

Probabilmente gli anni da agente della narcotici sotto copertura l’hanno aiutato in questo senso. E’ stato bravo<br />

durante le operazioni di addestramento, quindi è giunto il momento di vedere come si comporta sul campo.»<br />

Dave aggrottò le sopracciglia. «Non gli piaci, Cat. Pensa che un giorno ti rivolterai contro di noi perché sei una<br />

mezzosangue. Credo che dovremmo sottoporlo al lavaggio del cervello e spazzar via dalla sua mente gli ultimi due<br />

mesi.»<br />

Negli ultimi anni Don aveva perfezionato la tecnica del lavaggio del cervello grazie ai vampiri che tenevamo<br />

prigionieri e le cui zanne spremevamo come fossero serpenti. Le gocce dalle proprietà allucinogene che<br />

producevano poi venivano raffinate e messe da parte. Quando le combinavamo ai metodi che i militari usavano<br />

per mandare a puttane il cervello, le persone coinvolte venivano lasciate allegramente inconsapevoli di qualsiasi<br />

dettaglio riguardante le nostre operazioni. In questo modo sceglievamo tra le reclute senza preoccuparci che<br />

qualcuno blaterasse di una pollastrella con poteri sovrumani. Si ricordavano solo di una dura giornata di<br />

allenamento.<br />

«Non devo piacere a Cooper… Deve solo eseguire gli ordini. Se non ci riesce, allora è fuori. O morto, se si fa<br />

uccidere prima. Adesso è l’ultimo dei nostri problemi.»<br />

L’aereo toccò terra con un colpo. Dave mi sorrise.<br />

«Bentornata a casa, Cat.»


5<br />

La casa dov’ero cresciuta si trovava su una piantagione di ciliegi i cui frutti sembravano non essere più stati<br />

raccolti da anni. Forse da quando erano morti i miei nonni. Licking Falls, in Ohio, era un posto che non pensavo<br />

che avrei rivisto, ed era inquietante vedere che il tempo sembrava essersi fermato in quella piccola cittadina. Gesù,<br />

che fama negativa si era guadagnata quella casa! Quattro persone vi erano state uccise: due apparentemente dalla<br />

loro stessa nipote, che poi si era messa a fare un’insensata carneficina; e adesso questa coppia.<br />

Era ironico che anche l’ultima volta che avevo salito i gradini del portico fosse stato per trovarmi davanti un<br />

duplice omicidio. Fui invasa dal dolore ripensando a mio nonno accasciato sul pavimento della cucina e alle<br />

impronte digitali rosse di mia nonna che macchiavano le scale dove aveva cercato di scappare.<br />

Dave e io facemmo il giro della cucina, attenti a non buttare all’aria più del necessario.<br />

«Hanno controllato i corpi? Hanno trovato niente?»<br />

Tate tossì. «I cadaveri sono ancora qui, Cat. Don ha ordinato che non venissero rimossi finché non li avessi<br />

guardati. Non è stato sequestrato niente.»<br />

Fantastico. Don era troppo intelligente per il suo stesso bene. «Li hanno fotografati? Documentati? Possiamo<br />

sventrarli per controllare?»<br />

Juan trasalì di fronte alla scelta delle mie parole, ma Tate annuì. All’esterno la casa era circondata dalle truppe<br />

nel caso si fosse trattato di una trappola. Mancava poco a mezzogiorno, quindi in un certo qual modo eravamo più<br />

sicuri. I vampiri odiavano alzarsi presto. No, ero stata condotta lì di proposito, e potevo scommettere che<br />

chiunque l’avesse fatto si stava godendo il meritato riposo.<br />

«Allora, d’accordo, cominciamo.»<br />

Un’ora dopo Cooper non ne poteva più.<br />

«Sto per vomitare.»<br />

Lanciai un’occhiata ai resti di quella che doveva essere stata una coppia felice. Già, la faccia color caffè di<br />

Cooper era proprio verde.<br />

«Se vomiti, soldato, lo leccherai dal pavimento.»<br />

Imprecò, e tornai a esaminare il torso davanti a me. Di tanto in tanto sentivo i suoi conati, ma Cooper<br />

inghiottiva la bile e continuava a lavorare. Nutrivo buone speranze per le sue capacità.<br />

Con la mano colpii qualcosa di strano dentro la cavità toracica della donna. Qualcosa di duro che non era<br />

osso. Lo trassi fuori con cautela, ignorando il ciac ciac che provocai nel liberarlo.<br />

Tate e Juan si piegarono su di me con grande attenzione. «Sembra una qualche specie di roccia» notò il primo.<br />

«Cosa dovrebbe significare?» si domandò Juan.<br />

Divenni di sasso e, dentro di me, urlai.<br />

«Non è una roccia. E’ un pezzo di calcare. Viene da una grotta.»<br />

«State ad almeno dieci chilometri di distanza su ogni lato, perché altrimenti sentiranno i vostri battiti cardiaci.<br />

Nessun supporto aereo, né radio. Solo gesti manuali; non vogliamo far sapere quanti siamo. Entrerò dalla bocca<br />

della caverna e mi lascerete giusto trenta minuti. Se non torno, sparate i razzi, controllate il perimetro e guardatevi<br />

le spalle. Se da quella grotta esce qualcosa che non sono io, sparate fino ad assicurarvi che sia morta per davvero.<br />

E poi sparate dell’altro.»<br />

Tate mi attaccò rabbioso. «Questo piano è una cazzata! Un missile ucciderebbe solo te, ma poi i vampiri si<br />

limiterebbero a uscire scavando. Se non esci, veniamo dentro noi. Punto e basta.»<br />

«Tate ha ragione. Non ti faremo saltare in aria prima che abbia avuto l’occasione di mostrarti la mia salsiccia.»<br />

Anche<br />

Juan sembrava preoccupato. Le sue allusioni erano a dir poco senza entusiasmo.


«Assolutamente no, Cat» fu d’accordo Dave. «Mi hai salvato il culo troppe volte perché prema<br />

quell’interruttore.»<br />

«Questa non è una democrazia.» Le mie parole erano di ghiaccio. «Io prendo le decisioni. Voi ubbidite. Non<br />

avete capito che se non esco dopo mezz’ora, vuol dire che sono morta?»<br />

Parlavamo sull’elicottero per impedire che i non-morti origliassero. Dopo aver trovato quella roccia, ero<br />

diventata esageratamente paranoica. Odiavo crederlo, ma non riuscivo a immaginare chi altro potesse averla<br />

lasciata se non Bones. Quel souvenir dalla caverna era troppo personale perché ce l’avesse messo Ian. Solo<br />

Bones sapeva della grotta, e di tutto il resto. II pensiero di lui che straziava quelle persone mi faceva star male.<br />

Cosa poteva essere successo in quattro anni per cambiarlo talmente tanto da fargli compiere un gesto così<br />

macabro? Ecco perché mi servivano solo trenta minuti. O l’uccidevo io o lui uccideva me, ma a ogni modo<br />

avremmo fatto presto. Bones andava sempre al nocciolo delle questioni, e non si sarebbe aspettato una riunione<br />

romantica. Non dopo avermi mandato un bouquet di pezzi umani.<br />

L’elicottero atterrò a trenta chilometri di distanza. Avremmo preso una macchina per altri venticinque, e io mi<br />

sarei fatta a piedi gli ultimi cinque. Discussi con i miei tre compagni per tutto il tempo, ma poi li ignorai. Non<br />

riuscivo a pensare. Avevo disperatamente voluto rivedere Bones, ma non avrei mai immaginato che sarebbe stato<br />

in questo modo. Perché? Continuavo a domandarmi. Perché avrebbe fatto una cosa tanto orribile, tanto<br />

estrema, dopo tutto questo tempo?<br />

«Non farlo, Cat.»<br />

Tate fece un ultimo tentativo mentre mi agganciavo la giacca. Era rivestita d’armi d’argento, utile non solo per<br />

scaldarmi. Quell’anno l’inverno era restio a mollare la presa. Tate mi afferrò per un braccio, ma io mi liberai con<br />

uno strattone.<br />

«Se cado, guida la squadra. Salvali. È il tuo lavoro. Questo è il mio.»<br />

Prima che potesse aggiungere altro, spiccai la corsa.<br />

Nell’ultimo chilometro rallentai fino a camminare, temevo il confronto. Avevo le orecchie dritte per captare<br />

qualsiasi rumore, ma la grotta era stata un fantastico nascondiglio proprio perché profondità e altezze ingannavano<br />

l’udito.<br />

Non riuscivo a individuare nessun rumore preciso. Mentre mi avvicinavo, mi sorpresi nel sentire un battito<br />

cardiaco, ma forse era solo il mio. Quando toccai l’ingresso della grotta, avvertii l’energia al suo interno. Nell’aria<br />

vibrava un potere vampiresco. Oddio.<br />

Subito prima di accucciarmi per superare la soglia, premetti un pulsante sull’orologio. Il conto alla rovescia,<br />

trenta minuti esatti, era appena cominciato.<br />

In entrambe le mani avevo degli stiletti d’argento dall’aspetto minaccioso, ed ero oppressa dal peso dei coltelli<br />

da lancio. Avevo perfino portato una pistola, infilandomela dentro i pantaloni, con il caricatore pieno di pallottole<br />

d’argento. Bisognava spendere una piccola fortuna per essere pronti a uccidere.<br />

Le mie pupille si adeguarono all’illuminazione quasi inesistente. Grazie a piccole aperture nella roccia, la grotta<br />

non era completamente al buio. Per il momento l’entrata era libera. Sentii solo alcuni rumori più in fondo, e la<br />

domanda che mi ero rifiutata di prendere in considerazione ormai incombeva su di me: sarei riuscita a uccidere<br />

Bones? Sarei stata capace di guardarlo negli occhi castani, o verdi, e brandire il colpo? Non lo sapevo, ecco il<br />

motivo del missile come piano di riserva. Se avessi vacillato, i miei rinforzi non l’avrebbero fatto. Sarebbero stati<br />

forti, nel caso in cui io mi fossi dimostrata debole. O morta, a seconda di quello che succedeva prima.<br />

«Vieni più vicino» m’invitò una voce.<br />

Risuonò per gli echi. Era un accento inglese? Non ne ero sicura. Le mie pulsazioni accelerarono, e mi<br />

addentrai nella caverna.<br />

C’erano stati dei cambiamenti dall’ultima volta in cui l’avevo vista. La zona che prima faceva da salotto era<br />

distrutta. Il divano era smontato, e non era un componibile. L’imbottitura dei cuscini era distribuita come neve sul<br />

pavimento, la televisione era fracassata, ed era passato un bel po’ dall’ultima volta in cui le lampade erano state


accese. Il paravento che aveva salvaguardato la mia molto breve pudicizia era sparpagliato in pezzi. Era ovvio che<br />

qualcuno avesse demolito il posto in un accesso di rabbia. Francamente avevo paura di guardare nella camera, ma<br />

sbirciai comunque all’interno, e mi si strinse il cuore.<br />

Il letto era ridotto in pezzi di gommapiuma. Il legno e le molle ricoprivano lo spazio, affondando di vari<br />

centimetri nel terreno. Qua e là le pietre dei muri erano state scheggiate da un pugno o da qualche altro oggetto<br />

contundente con cui erano state colpite. Venni invasa dall’angoscia. Questa era opera mia, di sicuro come se<br />

avessi usato le mie stesse mani.<br />

Una corrente gelida fendette l’aria dietro di me. Roteai su me stessa con i coltelli pronti. Un vampiro con<br />

brillanti occhi verdi mi stava fissando. Dietro di lui ce n’erano altri sei. Nello spazio angusto la loro energia<br />

appesantiva l’atmosfera, ma erano mal distribuiti, se così si può dire. Solo uno scoppiettava di energia in<br />

abbondanza, ma il suo volto mi era completamente sconosciuto.<br />

«E chi cazzo siete voi?»<br />

«Sei venuta. Il tuo ex ragazzo non stava mentendo. Non eravamo sicuri di potergli credere.»<br />

Questa frase proveniva dal vampiro in prima fila, uno con i capelli ricci e castani. Pareva avere sui venticinque<br />

anni, umanamente parlando. Dal potere che trasudava dal suo corpo, stimai che ne avesse circa cinquecento o<br />

comunque che fosse un Signore giovane. Dei sette era il più pericoloso, e le sue precedenti parole mi<br />

spaventarono a morte. Il tuo ex ragazzo. Ecco come sapevano di me. Mio dio, non era stato Bones a uccidere<br />

quella gente, ma questi vampiri! Quel che potevano avergli fatto per indurlo a parlare mi faceva sia venire la<br />

nausea che infuriare.<br />

«Dov’è lui?»<br />

L’unica domanda importante. Se avevano ucciso Bones, avevo intenzione di ridurli esattamente nello stesso<br />

stato in cui si trovava il materasso dietro di me: in particelle indistinguibili.<br />

«E’ qui. Ancora vivo. Se vuoi che resti tale, dovrai fare quello che ti dirò.»<br />

Gli altri tirapiedi cominciarono a sparpagliarsi, intrappolandomi con la camera come unica via di uscita.<br />

Siccome era una zona chiusa, non sarebbero provenuti aiuti da lì.<br />

«Fatemelo vedere.»<br />

Capelli Ricci sorrise con aria di sufficienza. «Niente richieste, ragazza. Credi davvero che quei coltelli possano<br />

proteggerti?»<br />

Quando i miei nonni furono uccisi e per salvare mia madre usai un’auto come un ariete per farmi strada dentro<br />

una casa, pensai che non mi sarei mai arrabbiata di più. Ma mi sbagliavo. L’assoluta sete di sangue che mi<br />

scorreva dentro mi dava i brividi. I vampiri scambiarono il mio tremore per paura, e sorrisero ancora di più.<br />

Capelli Ricci fece un passo avanti.<br />

Due degli stiletti mi volarono di mano ancor prima che articolassi l’ordine al cervello. Affondarono fino al<br />

manico nel cuore del vampiro alla mia sinistra, che si stava leccando le labbra. Cadde in avanti prima di finire<br />

l’insinuante gesto con la lingua. Altri coltelli rimpiazzarono quelli, ed ebbi di nuovo entrambe le mani piene.<br />

«Adesso te lo chiederò di nuovo, e non farmi arrabbiare. È tutta la mattina che mi faccio il culo e non ho più<br />

molta pazienza. Il prossimo è per te, Capelli Ricci, a meno che tu non mi mostri ciò che voglio. I tuoi ragazzi<br />

possono anche saltarmi addosso in un attimo, ma tu sarai troppo morto per preoccupartene.»<br />

Tenevo gli occhi fissi nei suoi, e gli feci capire che dicevo sul serio ogni singola parola. Se non mi avessero<br />

portato da Bones, avrei pensato il peggio e mi sarei fatta avvolgere dalle fiamme e, perdio, li avrei guardati venire<br />

con me.<br />

Dovette esserci qualcosa nel mio sguardo che lo convinse che dicevo sul serio. Fece un cenno col capo a due<br />

dei suoi luogotenenti e, prima di trottare via, questi lanciarono un’ultima occhiata all’amico, che stava lentamente<br />

cominciando a raggrinzire. Una lama dritta nel cuore non l’avrebbe ucciso, ma due avevano fatto sufficienti danni.<br />

In sottofondo, sentii dei rumori metallici, e capii dove tenevano Bones. Diavolo, una volta c’ero stata incatenata io<br />

stessa. Ora ero sicura di sentire un battito cardiaco. Che Io sorvegliasse una guardia umana?


Il capo mi studiò con freddezza.<br />

«Tu sei colei che negli ultimi anni ha ucciso tanti della nostra specie. Un’umana con la forza di un immortale,<br />

quella che chiamano la Mietitrice Rossa. Sai quanti soldi vali?»<br />

Cazzarola, questo sì che era ironico. Era un cacciatore di taglie, e io ero il suo bersaglio. Be’, immaginai fosse<br />

solo questione di tempo. Non puoi far fuori un centinaio di creature e pensare che nessuno si arrabbi.<br />

«Tanti, spero. Non mi piacerebbe essere in saldo.»<br />

Aggrottò le sopracciglia. «Mi stai prendendo in giro. Io sono Lazarus, e dovresti tremare davanti a me.<br />

Ricordati che da me dipende la vita del tuo amore. Cos’è più importante per te: la sua sorte o la tua?»<br />

Amavo Bones abbastanza da morire per lui? Assolutamente sì. Il sollievo che non fosse dietro a tutto ciò mi<br />

fece quasi rallegrare della mia morte imminente. Avrei preferito morire tutti i giorni della settimana piuttosto che<br />

sospettarlo ancora di una tale crudeltà.<br />

I singhiozzi riportarono la mia attenzione al presente. Cosa stava succedendo? Un’occhiata all’orologio mi<br />

mostrò che mancavano quindici minuti allo scoppio della bomba. Bones avrebbe fatto meglio a sbrigarsi a uscire<br />

prima che il missile ci colpisse. Lazarus non sarebbe stato in giro per ritirare i suoi contanti. Magari gliel’avrei detto<br />

prima che scadesse il tempo.<br />

Qualcosa di umano e piagnucolante fu gettato sulla superficie accanto ai miei piedi. Gli lanciai un’occhiata<br />

sprezzante prima di voltarmi verso Lazarus.<br />

«Smettila di perdere tempo. Non ho bisogno di vedere un altro dei vostri giocattoli da mordicchiare per<br />

sapere che siete tutti dei bastardi. Davvero, sto tremando. Dov’è Bones?»<br />

«Bones?» fece Lazarus, il suo sguardo saettò intorno. «Dove?»<br />

Due cose capii quasi nello stesso istante: uno, dall’espressione di Lazarus, che non aveva idea di dove si<br />

trovasse Bones; due, che la faccia rigata di lacrime che si alzò verso di me apparteneva alla merdina bugiarda che<br />

mi aveva sedotto e abbandonato a sedici anni.


6<br />

«Danny?» esclamai incredula. «Danny Milton? Sei tu il motivo per cui ho dovuto trascinare il culo fin qui dalla<br />

Virginia?»<br />

Neanche Danny era contento di vedermi. «Mi hai rovinato la vita!» piagnucolò. «Prima quel mostro del tuo<br />

ragazzo mi ha distrutto la mano, poi non è vero che sei morta, e adesso sono stato rapito da questecreature!<br />

Odio il giorno in cui ti ho incontrato!»<br />

Sbuffai. «Ti sta bene, stronzo!»<br />

Lazarus mi guardò sospettoso. «Ha detto che eri innamorata di lui. Ora stai solo fingendo che non t’importi<br />

perché non l’uccida.»<br />

«Vuoi ammazzarlo?» Forse ero impazzita perché sapevo che restavano meno di quindici minuti, o forse<br />

semplicemente ne avevo abbastanza. «Fai pure! Guarda, ti aiuto!»<br />

Tirai fuori la pistola dal retro dei pantaloni e sparai a Danny a bruciapelo. Lazarus e gli altri vampiri rimasero<br />

momentaneamente stupiti per la piega che avevano preso gli eventi, e io ne approfittai. Scaricai un’altra raffica<br />

direttamente in faccia a Lazarus. Non mi preoccupai di prenderlo al cuore, perché lo volevo vivo. Aveva delle<br />

informazioni per me, se sopravviveva, e gli svuotai il caricatore addosso mentre con la mano libera lanciavo i<br />

coltelli ai restanti cinque.<br />

Mi attaccarono. Le loro zanne mi affondarono nella carne, lacerandomela prima che riuscissi a sbarazzarmene.<br />

Ci stavamo dando dentro di brutto, rotolandoci su rocce appuntite, mentre colpivo e menavo fendenti a qualsiasi<br />

carne che non fosse la mia. Ero intensamente conscia dei secondi che passavano mentre lottavo per tenere i coltelli<br />

in mano e i loro canini lontani dalla mia gola. Dopotutto, una cosa era morire per Bones, che fosse impazzito o<br />

meno. Tutta un’altra morire per quel piagnucoloso coglione di Danny Milton. Si poteva tranquillamente affermare<br />

che serbavo ancora rancore.<br />

Eliminai l’ultimo vampiro con un fendente al cuore, e vidi sull’orologio che mancavano meno di trenta secondi.<br />

Lazarus, che non era ancora morto dopo aver avuto la faccia riempita di proiettili d’argento, strisciò verso Danny,<br />

che, sempre in vita, gemette con un senso d’impotenza e provò a tirarsi indietro. Non c’era abbastanza tempo per<br />

spremere Lazarus alla ricerca d’informazioni, figuriamoci ucciderlo esalvare Danny. Me ne restava a malapena<br />

abbastanza per fare una delle due cose.<br />

Senza pensarci un attimo, afferrai Danny e me lo gettai sulle spalle, poi corsi a tutta birra verso l’ingresso della<br />

grotta. Urlò per quel rapimento e mi maledisse ansimando. Il timer arrivò a zero proprio quando cominciavo a<br />

vedere l’ingresso della caverna illuminato dal sole. Dietro di me sentii correre anche Lazarus, ma troppo lontano.<br />

Non ce l’avrebbe mai fatta. E nemmeno io. Il tempo a nostra disposizione era finito.<br />

Invece dell’esplosione che mi aspettavo, sentii delle voci. Dei movimenti subito fuori. Due figure entrarono<br />

nella grotta proprio mentre li stavo per raggiungere. Erano Tate e Dave. Gridai perché sapevo che nel buio non mi<br />

avrebbero visto.<br />

«Non sparate!»<br />

«Fermi, è Cat!» tuonò Tate.<br />

Dopo accadde tutto in un attimo, anche se nella mia mente sarebbe stato per sempre al rallentatore.<br />

«Nemici in rapido avvicinamento, puntate in alto!» urlai, e mi acquattai per liberare la linea del fuoco. Tate, che<br />

non aveva una posizione rilassata, sparò alla cieca nel buio dietro di me. Invece Dave, che aveva abbassato la<br />

pistola mentre cercava di localizzarmi nella tetra oscurità, finì con la gola in faccia a Lazarus.<br />

Quando questo gli aprì l’arteria si sentì un disgustoso gorgoglio. Urlai, misi giù Danny e corsi da lui. Lazarus<br />

me lo lanciò con tutta la sua forza, e il corpo di Dave mi gettò a terra. Mentre gli chiudevo le mani intorno alla<br />

ferita sul collo, cercando inutilmente di arrestarne il flusso, il sangue caldo mi spruzzò il viso. In mezzo a tutto ciò


Tate stava ancora sparando e Lazarus lo scaraventò contro il muro della grotta e corse via. All’esterno si sentiva il<br />

crepitare di altri spari mentre le truppe che circondavano il perimetro sparavano al vampiro in fuga.<br />

«Uomo a terra, uomo a terra!»<br />

Juan scattò dentro la caverna, tirando fuori le torce, seguito a ruota da Cooper a da altri tre. Mi strappai la<br />

camicia per fare pressione sul collo di Dave.<br />

Lui riusciva a malapena a parlare: «…’on… lasciatemi… ‘rire…»<br />

C’era solo una possibilità. Forse nemmeno quella.<br />

«Tienilo» dissi bruscamente a Juan. Quindi mi fiondai in fondo alla grotta con la stessa rapidità con cui ero<br />

venuta via. Quando raggiunsi il primo corpo, me Io issai sulle spalle e tomai indietro di corsa.<br />

«Cosa stai facendo?» domandò Cooper.<br />

Lo ignorai, presi un coltello e tagliai a fondo il collo del vampiro morto. Il sangue gocciolò, ma non<br />

abbastanza. Gli mozzai completamente la testa e girai il mostro sottosopra, tenendolo per i piedi. Così un flusso<br />

regolare di liquido purpureo colò direttamente su Dave.<br />

«Aprigli la bocca. Fallo inghiottire» ordinai. Dio, fa’ che non sia troppo tardi. Fa’ che non sia troppo tardi!<br />

Con le lacrime che gli scorrevano lungo il viso, Juan separò le labbra di Dave. Stava anche pregando, ad alta<br />

voce e in spagnolo. Senza pietà diedi un calcio al cadavere per mandare più sangue verso il basso, e Juan<br />

costrinse Dave a inghiottire.<br />

La pelle intorno al suo collo reagì al sangue del non-morto, ma non abbastanza in fretta. Diminuì perfino il<br />

flusso dalla giugulare mentre i bordi si riaccostavano, ma ben presto si fermò: Dave era morto.<br />

Schizzai fuori dalla grotta, ribollendo di dolore. Alcuni uomini stavano setacciando la zona, afferrai il più vicino.<br />

«Dov’è andato? Hai visto che direzione ha preso?»<br />

Vedendomi ricoperta di sangue, il soldato Kelso sbiancò. «Non sappiamo dirlo. Qualcuno ha urlato<br />

‘vampiro’, ma io ho visto solo alberi. Lo stiamo cercando. Non può essere lontano.»<br />

«Col cavolo che non può» ringhiai. Un Signore vampiro al gran galoppo, anche se ferito, poteva raggiungere i<br />

cento chilometri all’ora. Non avrei mai permesso che Lazarus fuggisse. Assolutamente no.<br />

I tre uomini si aggiravano ancora intomo al corpo senza vita di Dave. Juan piangeva senza ritegno, e gli occhi<br />

di Tate erano pieni di lacrime.<br />

«Il vampiro ha superato il perimetro» cominciai senza preamboli. «Gli vado dietro. Tate, sistemami una<br />

ricetrasmittente e fammi seguire dalla squadra. Ve lo dico chiaro e tondo: non me ne frega un cazzo delle regole,<br />

perché le sto cambiando adesso. Quando lo prenderò, ci saranno solo quelli che faranno esattamente ciò che<br />

dico. Se non ne avete l’intenzione, restate pure qui con gli altri. Oggi non me ne starò a guardare il cadavere di un<br />

altro uomo, non importa quel che Don ritiene accettabile. Chiunque voglia essere presente quando questo vampiro<br />

avrà quel che si merita venga con me. Di’ al resto dell’equipaggio di aspettare fino a quando non torneremo.»<br />

Tate e Juan si alzarono subito in piedi. Cooper esitò. Lo fissai senza battere ciglio.<br />

«Ti stai tirando indietro come una femminuccia, Coop?»<br />

Mi valutò con un’occhiata. «Sono mezzo siciliano e mezzo africano. Entrambe le parti credono nella vendetta.<br />

L’unica femmina qui sei tu, comandante.»<br />

«Allora ordina agli uomini rimanenti di stare pronti e seguimi. Vedremo di che pasta sei fatto.»<br />

Indicò bruscamente con la testa il punto dove giaceva Danny, sempre rannicchiato per lo shock. «E lui?»<br />

«Portalo dai dottori. Ha una ferita d’arma da fuoco.»<br />

«Gli hanno sparato i vampiri?» fu la domanda stupita di Tate. Normalmente non usavano le pistole. Perché<br />

avrebbero dovuto quando i loro denti erano più forti?<br />

«Non loro, io. Muoviamoci; ogni secondo è prezioso.»<br />

Cooper si caricò Danny sulle spalle e andò verso la luce senza ulteriori commenti. Lo sentii ordinare alle<br />

truppe di stare pronte mentre noi controllavamo la grotta alla ricerca di superstiti. Nel frattempo chiusi gli occhi di<br />

Dave. Quando Cooper fu di ritomo, tenni la torcia davanti a me in modo che vedessero dove stavano andando.


«Da questa parte.»<br />

Quando raggiungemmo la zona dove avevo ucciso gli altri<br />

vampiri, cominciai.<br />

«D’accordo, gente, lo dirò una volta sola. Prendete un coltello, afferrate un vampiro, e non m’importa se<br />

dovrete succhiargli il sangue dalle palle, ne assumerete il più possibile. Gli esseri umani ne possono bere mezzo<br />

litro prima che il corpo lo rigetti spontaneamente. Me ne aspetto mezzo litro in ognuno di voi, e subito. Il vampiro<br />

che ha ucciso Dave era un Signore e corre a più di un chilometro e mezzo al minuto. Non abbiamo il tempo per<br />

discutere di moralità. Questi corpi si seccano a ogni secondo che passa. O siete dentro o siete fuori.»<br />

Così dicendo, diedi l’esempio e tagliai il collo del cadavere davanti a me, affondandovi la bocca come un<br />

pitbull. Per un attimo non si mosse nessuno. Alzai la testa e li incendiai con il mio sguardo color smeraldo.<br />

«Uno stomaco delicato avrebbe impedito a Dave di vendicare uno qualsiasi di voi?»<br />

Funzionò. Di colpo nella caverna si sentirono i rumori di chi succhia e inghiotte. Quel sangue aveva un sapore<br />

cattivo, perché si stava rapidamente decomponendo, ma perfino dopo la morte manteneva il suo potere. Dopo<br />

parecchie belle sorsate, avvertii il cambiamento. Nell’attimo in cui smise di sembrarmi orribile, gettai via il vampiro,<br />

tremante.<br />

«Fermi tutti» ordinai.<br />

Furono felici di obbedirmi. Con le mie origine miste, ci voleva molto meno tempo perché cominciasse a<br />

piacermi. Al contrario di me loro non correvano il pericolo di soccombere all’impulso di alimentarsi.<br />

«Cat?»<br />

Tate si allungò per toccarmi, e io trasalii. Sentivo il suo battito cardiaco più forte nelle orecchie, e nel naso il<br />

sangue, il sudore e le lacrime che aveva addosso. Quello era il punto. Adesso riuscivo a sentire l’odore suo… e di<br />

tutti gli altri.<br />

«Non toccarmi. Aspetta.» Strinsi le mani. Mi ricordai vagamente di Bones che mi sdraiava sul letto,<br />

trattenendomi dall’aprirgli a morsi la gola. Resisti, micetta, passerà…<br />

Dopo svariati e profondi respiri, riuscii di nuovo a pensare. Andai dritta dove Lazarus si era sdraiato dopo che<br />

gli avevo sparato. Annusai a fondo e a lungo il suo sangue e poi lo leccai, lasciando che l’aroma mi riempisse il<br />

naso. Con cupa soddisfazione mi rivolsi a Tate.<br />

«Ci sono. Dammi la ricetrasmittente e seguimi con la macchina. Quando mi fermerò, vorrà dire che l’ho preso.<br />

Allora scopriremo cosa sa.»<br />

«Cat.» Tate si guardò meravigliato le mani e poi osservò la grotta. Sapevo che stava provando sensazioni del<br />

tutto nuove. «Sento…»<br />

«Lo so. Andiamo.»


7<br />

Siccome l’argento per i vampiri è come la kryptonite, le pallottole avevano rallentato Lazarus, che, pur avendo<br />

usato il proprio potere per curarsi, non aveva più mangiato e quindi non stava andando a tutti i cilindri. La maggior<br />

parte del sangue di Da ve era finito sul terreno, non nella sua bocca, e lui si era precipitato nel bosco senza<br />

fermarsi per un altro spuntino. La mia precedente velocità massima era aumentata e recuperai il terreno perduto, la<br />

sua scia m’indicava il percorso come invisibili segnali stradali. Inoltre, conoscevo quei boschi. Era lì che Bones mi<br />

aveva allenato. Superavo agilmente le radici e le buche in cui inciampava Lazarus, mentre i ricordi mi colpivano<br />

rapidi e dolorosi. Riuscivo quasi a sentire la sua voce dietro di me, quel beffardo accento britannico.<br />

‘E’ questo il massimo che sai fare, micetta? Se ti muovi così lentamente, non sarai altro che un rossore sulle<br />

guance di qualche tizio… Dai, micetta! È uno scontro mortale, non una dannata festicciola!’<br />

Dio, quanto l’avevo odiato in quelle prime settimane, e come avrei voluto adesso portare indietro le lancette<br />

dell’orologio e tornare a quel momento. Il ricordo m’incitò a fare più in fretta. Davanti a me sentivo l’odore di<br />

Lazarus a circa dieci chilometri. Lui non poteva ancora sentire il mio, perché era sopravento, ma ben presto mi<br />

avrebbe udita. Speravo che fosse spaventato. Se non lo era, lo sarebbe diventato.<br />

Lazarus tagliò tra gli alberi per attraversare una strada, schivando il traffico in entrambi i sensi. Dopo pochi<br />

minuti lo seguii». I freni stridettero quando gli autisti si fermarono confusi mentre delle ombre sfrecciavano loro<br />

davanti. Lo rincorsi fra giardinetti e binari, diminuendo la distanza tra noi. Adesso riuscivo a vederlo, a meno di un<br />

chilometro e mezzo, che si dirigeva verso un lago. Non avrei mai e poi mai permesso che ci arrivasse. L’avrei<br />

perso nell’acqua a causa della mia dipendenza dall’ossigeno. Cercai dentro di me una qualche forma d’ispirazione,<br />

e ancora una volta vidi un paio di scuri occhi castani.<br />

‘Non preoccuparti, piccola. Tornerò prima di quanto tu pensi.’<br />

Le ultime parole che Bones mi aveva detto. L’ultima volta che avevo sentito la sua voce. Non mi serviva altro<br />

come incentivo. Forse, se correvo abbastanza forte, sarei potuta tornare indietro e sentire le sue braccia ancora<br />

una volta intorno a me… Acciuffai Lazarus da dietro a meno di venti metri dall’acqua. Con tutta la mia angoscia gli<br />

spinsi nel cuore il coltello d’argento che avevo in mano, ma non lo girai. Non ancora. Prima dovevamo parlare un<br />

po’.<br />

«Come va, Lazarus? Fa male, non è vero? Sai cosa farebbe davvero male? Se ti muovi anche solo un<br />

pochino…»<br />

Spostai un minimo la lama. Lui capì l’antifona e s’immobi lizzò, i suoi occhi color argento stillarono di verde.<br />

«Liberami subito» mi ordinò con voce roboante.<br />

Lo derisi maliziosamente. «Bel tentativo, ma no, il controllo della mente non funziona con me, amico. Sai<br />

perché?»<br />

Per la prima volta, gli concessi di vedere il bagliore nel mio sguardo. Con tutte le pallottole che gli avevo<br />

sparato in faccia, se l’era perso.<br />

Lazarus fissò i miei occhi splendenti senza capire. «Non può essere. Respiri, il tuo cuore batte… è<br />

impossibile.»<br />

«Già, non è vero? La vita fa schifo e poi qualcuno ti pugnala.»<br />

Una macchina si fermò con uno stridore di freni, poi udii dei passi di corsa. Non importava che mi voltassi a<br />

guardare per sapere che erano Tate, Juan, e Cooper.<br />

Be’, amigos, guardate cos’ha catturato la gattina» biascicò Juan velenosamente. Avevano le pistole in mano e<br />

puntate. Lazarus fece un altro tentativo con il controllo della mente.<br />

«Sparatele, le volete sparare. Uccidetela» ordinò, abbagliandoli.<br />

«Non le vogliamo sparare» lo corresse Tate, scaricando una raffica di pallottole nella gamba di Lazarus.


«Vogliamo sparare a te.»<br />

Il vampiro urlò una volta e poi due quando anche Cooper premette il grilletto, colpendolo alla coscia.<br />

«Fermatevi… per ora. Devo fargli delle domande. E spero che sia abbastanza stupido da darmi una scusa per<br />

squarciarlo come ha fatto con quella coppia la notte scorsa.»<br />

Lazarus era stupito dalla sua impotenza. «Cosa sei tu? Com’è che non posso controllare i tuoi uomini?»<br />

«Perché hanno appena bevuto dai tuoi amici e hanno il sangue dei non-morti die gli scorre nelle vene. Come<br />

un telecomando che ha poca batteria, i tuoi segnali non arrivano. Ora basta con queste stronzate. Ho intenzione di<br />

farti delle domande, e i miei amici qui presenti ti taglieranno a pezzetti ogni volta che non risponderai.<br />

Circondatelo, ragazzi. Tanta carne per tutti.» Si accucciarono intorno a Lazarus e ogni mano afferrò un coltello.<br />

Sorrisi mentre lo rigiravo, mettendomelo in grembo con l’argento ancora conficcato nella schiena.<br />

«Ora dimmi come hai conosciuto Danny Milton…»<br />

Un elicottero portò via il corpo di Dave, e noi tre lo guardammo scomparire nel cielo. Quello che avrebbe<br />

trasportato il resto della squadra aspettava lì vicino. Eravamo gli unici che non erano saliti a bordo.<br />

«E’ così che ti senti ogni giorno, Cat? Più forte, più veloce… superiore? E’ così che mi sento con questa<br />

merda in corpo. Superiore. Mi spaventa a morte.»<br />

Tate parlò piano, non c’era bisogno di gridare nemmeno con le pale che ci roteavano intomo. Anche la mia<br />

risposta fu a bassa voce. Per le ore successive avrebbe sentito i sussurri più tenui a un isolato di distanza.<br />

«Credimi, Tate, vedere Dave senza la gola mi fa sentire tutt’ altro che superiore. Perché non mi avete dato<br />

ascolto e sparato quel missile? Ora sarebbe vivo.»<br />

Juan mi toccò una spalla. «Dave non l’avrebbe fatto, querida. Ha detto che non l’avrebbe assolutamente fatto<br />

esplodere. Ha detto che prima di tutto doveva trascinare il tuo culo fuori da lì. poi siamo entrati nella grotta…»<br />

«Non è colpa vostra.» Il mio tono di voce era debole. «Ma mia. Vi ho detto di non sparare, ma innanzitutto<br />

avrei dovuto avvertirvi del vampiro. Subito, prima di qualsiasi altra cosa.»<br />

Mi girai bruscamente e andai verso l’elicottero. Ero quasi alla portiera quando Cooper parlò. Non mi aveva<br />

detto una parola dalla grotta.<br />

«Comandante.»<br />

Mi fermai, in attesa. Con la schiena dritta.<br />

«Sì, Cooper?» Mi sarei meritata qualsiasi accusa. Avevo il comando e un uomo era morto. La responsabilità<br />

era mia.<br />

«Quando ho saputo per la prima volta cos’eri, ti ho creduto un mostro.» Il suo tono era diretto. «O uno<br />

scherzo della natura, un errore… Non lo so. Ma so questo: tu ordini, io eseguo. Proprio come faceva Dave. Lui<br />

non ha mai sbagliato nel farlo.»<br />

Cooper mi superò e salì sull’elicottero. Tate e Juan mi presero ciascuno per una mano, ed entrammo insieme.<br />

Don picchiettava la penna sul rapporto che aveva davanti, uno dei tanti. Eravamo entrambi depressi. Quella<br />

mattina presto c’era stato il funerale di Dave. Prima di unirsi a noi era stato un vigile del fuoco, e a quanto pareva<br />

c’erano tutti quelli del suo ex distretto. Veder crollare sua sorella mentre chiudeva il coperchio della bara mi<br />

avrebbe perseguitato per sempre. Erano passati due giorni da quando eravamo tornati dall’Ohio, e Don stava<br />

leggendo i rapporti finali di cos’era successo.<br />

«Quattro anni fa, dopo aver salvato tua madre quand’era stata rapita dai vampiri, si diffusero delle storie a<br />

proposito di un’umana dai capelli rossi e con delle incredibili capacità. Dopo gli anni che hai passato con noi,<br />

queste voci sono aumentate. Successivamente Lazarus è stato ingaggiato perché rintracciasse e uccidesse questa<br />

misteriosa ‘Mietitrice Rossa’.» Don sospirò. «Il che ancora non spiega come ha collegato Catherine Crawfield a<br />

te. Non sei riuscita a fartelo dire da lui?»<br />

«No.» La mia voce era piatta. «Si è ribellato mentre lo stavamo interrogando e il mio coltello gli ha lacerato il<br />

cuore. Non so come abbia fatto a scoprire che la Mietitrice Rossa è in realtà l’apparentemente morta Catherine<br />

Crawfield. Forse ha solo tirato a indovinare ed è stato fortunato, come per il fatto di aver trovato la grotta


leggendo vecchi rapporti della polizia che mi localizzavano in quella zona del bosco. Danny l’ha scovato perché a<br />

quanto pare al coglione piaceva vantarsi di aver dormito con l’infame assassina del governatore.»<br />

«E il ‘qui, micetta, micetta’?»<br />

«Anni fa Hennessey, il vampiro che gestiva le operazioni dell’ex governatore, conosceva il mio soprannome:<br />

micetta. Deve averlo ripetuto ai suoi.»<br />

Don si sfregò la fronte, segno che era stanco. Eravamo tutti stanchi, ma io non riuscivo a dormire: appena<br />

chiudevo gli occhi vedevo la gola di Dave.<br />

«Immagino che l’unica cosa che conta sia che Lazarus non sapesse la tua attuale identità. Avanti con il<br />

prossimo problema. Quando hai raggiunto Lazarus, andavi alla velocità di centotrenta chilometri all’ora, e alcuni<br />

membri della squadra hanno detto che voi tre siete usciti dalla grotta con il sangue sul viso. Non hai niente da dirmi<br />

in proposito?»<br />

Don non era uno stupido. Sapeva che il mio record precedente era di cento chilometri all’ora. Insieme agli alti<br />

livelli di anticorpi che avevo nel sangue, aveva tutte le ragioni di essere sospettoso. I tre uomini avevano negato<br />

categoricamente ogni attività insolita, incolpando il Bram per gli strani risultati delle loro analisi. Chi ero io per<br />

facilitarlo?<br />

«No.»<br />

Don sospirò e spinse indietro la sedia, poi fissò il muro per un minuto. Quando si voltò, aveva rinunciato a quel<br />

tipo di domande.<br />

«Hai sparato a Danny Milton. In presenza di ostaggi è una nuova tattica di negoziazione che non conosco?»<br />

Sembrava approvare leggermente. Danny non aveva molti fan, soprattutto dopo aver fatto quasi saltare la mia<br />

copertura e di conseguenza aver provocato la morte di Dave.<br />

«Volevo distrarre i vampiri. Ha funzionato.»<br />

«Già, è vero. Adesso è tenuto sotto protezione. Non credo sia così stupido da continuare a vantarsi a<br />

proposito di te. Non che ormai abbia molto da raccontare. Gli addetti alle Pulizie sono stati impegnati con lui.»<br />

Addetti alle pulizie’. Bel termine per quelli che facevano il lavaggio del cervello. Magari gli avessi sparato in<br />

testa invece che al fianco. Allora avrei potuto infilzare Lazarus e Dave<br />

sarebbe vivo. Adesso a Danny dovevo tre cose: la mia verginità, l’avermi sputtanato con la polizia anni prima,<br />

e Dave.<br />

«Cat» Don si alzò e io lo imitai. «So che ti senti in colpa. Dave piaceva a tutti. Dopo aver letto i rapporti, è<br />

chiaro che è stato un suo errore a portarlo alla morte. Avrebbe dovuto restare sull’attenti invece di abbassare la<br />

pistola. E’ stato uno sbaglio che gli è costato la vita. Ho intenzione di lasciarti libere le prossime due settimane.<br />

Niente allenamenti, reclutamenti, né controlli. Chiarisciti le idee e liberati del senso di colpa. Vivere non vuol dire<br />

solamente esistere.»<br />

Risi senza divertimento. «Vivere? Che bella idea. Ci proverò.»


8<br />

«Cat, è bello rivederti.»<br />

Le parole di Don mi fecero piacere, ma dalla sua espressione capii che stava per farmi arrabbiare. Era il mio<br />

primo giorno dopo due settimane di vacanza forzata, e in realtà ero contenta di tornare al lavoro. Avevo passato il<br />

tempo a biasimarmi per la morte di Dave o a rimuginare sulla consapevolezza che ormai avevo davvero perso<br />

Bones. In qualche modo, me l’immaginavo ancora in quella grotta, in attesa nel caso in cui decidessi di tornare.<br />

Illogico, irrazionale e sbagliato, alla luce dei fatti. Il suo odore, anche con un naso migliore, era così debole da<br />

sembrare quasi inesistente. Erano anni che non c’era più.<br />

Quindi di nuovo a sfacchinare rischiando regolarmente la vita? A me andava bene.<br />

«C’è qualcosa di cui non sei a conoscenza» proseguì Don. «Ho pensato fosse meglio non dirtelo subito, ma<br />

ora è il momento d’informarti.»<br />

«Come?» Una singola, tagliente parola. «Cosa hai deciso di nascondermi dall’alto della tua intelligenza?»<br />

Don aggrottò le sopracciglia. «Non pensar male. Ho preso una decisione in base alle informazioni che erano<br />

pertinenti al momento. Dato che anche tu ti stavi riprendendo da una missione andata male, non dovresti essere<br />

tanto svelta a biasimare gli altri.»<br />

Ah ah, stava sulla difensiva. Non era un buon segno.<br />

accordo, sputa il rospo. Cosa c’è che non so?»<br />

«Dopo la morte di Dave, eri comprensibilmente distrutta.<br />

Ecco perché ti ho concesso una vacanza. Quattro giorni dopo l’inizio del tuo congedo, ho ricevuto una<br />

telefonata dalla Protezione Testimoni: Danny Milton era sparito.»<br />

«Lui cosa?!» Saltai su e picchiai il pugno sul tavolo. Tutti i suoi fogli e le suppellettili sobbalzarono. «Come hai<br />

potuto non dirmelo? Non ho ucciso Lazarus per colpa di quello stronzo piagnucoloso, e a causa di questa mia<br />

dedsione Dave è morto!»<br />

Mi valutò con calma. «Non te l’ho detto per come stai reagendo adesso. Prima di conoscerti Dave era un<br />

soldato, Cat. Conosceva i rischi. Non puoi negarlo o ne faresti un uomo peggiore di quel che era.»<br />

«Si risparmi il sermone per la domenica, padre» sbottai. «Si è saputo più niente di Danny? Avete trovato un<br />

corpo, qualcosa? Come cazzo ha fatto a sparire dopo quattro giorni che avevamo lasciato l’Ohio? Non era stato<br />

portato in un posto sicuro come avevo ordinato?»<br />

«L’abbiamo portato in aereo a Chicago e tenuto sotto custodia in ospedale. Francamente non sappiamo cosa<br />

sia successo. Dopo l’accaduto Tate è andato sul posto di persona, ma non ha visto niente. Da allora di Danny<br />

Milton non si sa più nulla.»<br />

«È stato un vampiro.» La mia risposta fu immediata. «Solo un vampiro può entrare e usare tanto facilmente,<br />

senza farsi notare né allertare le guardie. Magari ha mandato in tilt le loro menti per far dimenticare che l’avessero<br />

addirittura visto. Dev’esserci qualcosa sulla scena. I vampiri lasciano sempre un indizio: è come il loro biglietto da<br />

visita! Vado in quell’ospedale.»<br />

«No, non lo farai. La scena è stata controllata e fotografata, ma non è questo il problema adesso. Bisogna<br />

capire se Danny è vivo e in tal caso se è un pericolo per la nostra sicurezza. Hai detto qualcosa davanti a lui che<br />

possa essere usato contro di te? Anche se gli abbiamo alterato la memoria, ti viene in mente qualche rischio che<br />

possiamo correre?»<br />

Mi ero fissata troppo sul modo scaltro in cui Danny era stato portato via. Doveva esserci un indizio. Tate<br />

semplicemente non l’aveva trovato.<br />

«Fammi vedere le foto. Poi penserò al tuo problema.»<br />

Grugnì infastidito. «Ti darò le foto. Anzi farò di meglio. Abbiamo tutto qui nell’edificio, fino all’ultimo pezzetto.


Te le farò portare nel tuo ufficio e potrai perderà tutto il tempo che vuoi, ma quando sarai pronta, mi dirai se c’è<br />

qualcosa di cui dovremmo preoccuparci.»<br />

Sbuffai sgarbatamente. «Lo farò, Don.»<br />

Trenta minuti dopo sfogliavo le foto della camera d’ospedale Don aveva ragione. Sembrava tutto il più pulito<br />

possibile. Perfino l’ago della flebo che era stato tolto dal braccio di Danny riposava innocentemente sul letto,<br />

come se stesse aspettando la vena successiva. Niente orme, né impronte digitali, né sangue, né fluidi corporei, e<br />

nemmeno un fottuto lenzuolo fuori posto. Il trasporto molecolare non sarebbe potuto essere più ordinato. Magari<br />

si trattava di questo. Forse Danny era stato teletrasportato direttamente fuori da lì, dannazione. Sarebbe valsa la<br />

pena dirlo a Don solo per vedere la sua faccia.<br />

Dopo aver esaminato le foto per un’ora, mi concentrai sull’armamentario personale e medico che era infilato in<br />

un’altra scatola di media grandezza. Un paio di scarpe, con la suola nemmeno consumata. Vestiti, biancheria<br />

intima, calzini, crema da barba (ne versai un po’ sulla scrivania. Già, pura e semplice schiuma da barba), tamponi<br />

di cotone, bende, aghi ipodermici attentamente tappati, salviette di carta appallottolate, un orologio…<br />

La vista mi si offuscò. Anche la mano che allungai per prenderlo tremava, lo mancai due volte. Mi batteva<br />

forte il cuore, e mi sembrava di stare per svenire. Conoscevo quell’orologio. Dopotutto, era stato mio.<br />

Per chiunque altro sarebbe stato un normale orologio. Niente di sofisticato, né di una marca costosa, solo un<br />

comune orologio che sarebbe potuto essere da uomo o da donna. L’illuminazione era stata tolta apposta in modo<br />

da non attrarre l’attenzione, ma aveva una funzione extra che non era compresa nel modello base. Se si premeva<br />

un pulsante a malapena visibile su un lato, partiva un allarme a corto raggio, collegato a un solo cercapersone.<br />

Quel pulsante una volta mi aveva salvato la vita, e l’ultima in cui avevo visto quell’orologio era stata quando me<br />

l’ero tolto dal polso e l’avevo lasciato sopra al biglietto d’addio che avevo scritto a Bones.<br />

Se fossi stata io ad andare a Chicago, avrei trovato l’orolo-po. Se Don non mi avesse lasciata fuori dal giro<br />

proprio quella volta, sarei stata io ad andarci. Io, e non Tate, e Bones mi aveva lasciato tutto tranne il suo dannato<br />

numero di cellulare. Il cercapersone funzionava solo in un raggio di died chilometri. Sarebbe stato vicinissimo, ad<br />

aspettare di vedere se arrivavo e premevo quel pulsante.<br />

Strinsi l’orologio così forte che mi tagliò la pelle. Non avevo idea di come Bones avesse saputo di Danny, né<br />

cosa fosse successo, però era stato svelto. Dopo tutti questi anni, mi aveva trovato. E’ solo che non avevo<br />

ricevuto il messaggio in tempo.<br />

La semplice ironia di tutto dò mi fece ridere, e fu così che mi trovò Don: sul pavimento a ridacchiare senza<br />

allegria. Mi squadrò con sospetto ma rimase vicino alla porta.<br />

«Ti dispiace dirmi cosa c’è di tanto divertente?»<br />

«Oh, avevi ragione» ansimai. «Qui non c’è niente. Nessun indizio di nessun genere. Ma puoi smetterla di<br />

preoccuparti per Danny Milton. Credimi quando ti dico che è morto.»<br />

«Di che genere di vampiro stiamo parlando?» domandai mentre salivo sul furgone. Di norma i ragazzi non<br />

venivano a prendermi a casa a meno che non ce ne fosse uno ancora sulla scena. Quando Tate aveva chiamato<br />

per dirmi che stava arrivando, mi ero scusata con Noah, con cui avevo dei programmi per cena, e me n’ero<br />

andata. Un’altra serata interrotta. Non avevo idea del perché Noah stesse ancora insieme a me.<br />

«Probabilmente uno giovane, forse due» rispose Tate.<br />

Da quand’era cominciata la mia relazione con Noah, si era irrigidito nei miei confronti. Non avevo idea di cosa<br />

causasse il suo comportamento, ma in due potevamo far finta di niente.<br />

Non ci parlammo finché non parcheggiammo al locale. Anche sopra il rumore della musica, sentivo i battiti<br />

cardiaci all’interno. Tanti.<br />

«Perché il locale non è stato evacuato?»<br />

«Niente cadaveri, comandante» rispose Cooper. «Qualcuno si è limitato a dire di aver visto una donna lottare<br />

con del sangue sul collo. Poi è scomparsa. Don non voleva che il vampiro s’insospettisse nel caso in cui fosse<br />

ancora qui.»


Cooper aveva superato ogni mia aspettativa nei suoi confronti. Da quel terribile pomeriggio alla grotta, non<br />

aveva più messo in discussione i miei ordini. Continuava a definirmi ‘mostro’ apertamente, ma non mi dava<br />

fastidio. Diceva cose tipo: «Sei un mostro, comandante. Forza, gente, avete sentito la stronza! Andiamo!<br />

Andiamo!» Ma poteva chiamarmi in tutti i modi che voleva fintanto che si mostrava ubbidiente.<br />

«E il resto della squadra è pronto?»<br />

Era l’approccio a un potenziale omicidio più stupido che avessimo mai adottato. I ragazzi non erano nemmeno<br />

adeguatamente equipaggiati. Forse pensavano che fosse una stronzata visto che chi aveva chiamato il 911<br />

sembrava ubriaco. Non sarebbe stato il primo falso allarme che avevamo ricevuto. Né il cinquantesimo.<br />

«Querida, andiamo dentro a controllare e basta» propose Juan con tono impaziente. «Se non è nulla, offro io<br />

da bere.»<br />

Andata. Senza ulteriori indugi mi misi la giacca e ci dirigemmo verso la porta. La serata di maggio non era<br />

fredda, ma il trench nascondeva le mie armi. Come sempre i ragazzi mi fecero entrare per prima, e non appena<br />

ebbi attraversato la soglia, capii che si trattava di una trappola.<br />

«Sorpresa!» gridò Denise.<br />

La parola venne ripetuta da vari membri della mia squadra come pure da una dozzina d’impiegati di quello che<br />

era chiaramente un locale di spogliarelli.<br />

Sbattei le palpebre come una stupida. «Il mio compleanno era la scorsa settimana.»<br />

Lei rise. «Lo so, Cat! Ecco perché è una festa a sorpresa. Puoi ringraziare Tate. È lui che ha organizzato la<br />

montatura del finto lavoro per portarti qui.»<br />

Ero sconvolta. «C’è anche Noah?»<br />

Denise sbuffò. «In un club di spogliarellisti? No. E puoi star sicura che non ho invitato nemmeno tua madre!»<br />

Il solo pensiero di mia madre dentro un locale di spogliarelli maschili mi fece ridere. Sarebbe scappata via<br />

urlando.<br />

Tate mi raggiunse da dietro e mi baciò leggermente sulla guancia. «Buon compleanno, Cat» disse in modo<br />

sommesso.<br />

Lo abbracciai e solo allora mi resi conto di quanto mi avesse sconvolto il nostro recente allontanamento. Lui e<br />

Juan erano come i fratelli che non avevo mai avuto.<br />

Juan mi prese fra le braccia da dietro. «Denise mi ha ingaggio come tuo gigolo per la notte. Dimmi quanti<br />

orgasmi vuoi e prometto di farteli avere. Ti darò tutta una nuova definizione di ‘sesso fra colleghi’, querida.Mmm,<br />

il tuo culo sembra un rotondo pezzo di… ahi!»<br />

Il gomito di Tate nella sua cassa toracica lo interruppe. Alzai gli occhi al cielo.<br />

«Sono sempre armata, Juan. È bene che tu te lo ricordi.» Poi guardai sopra ad alcune teste e individuai un<br />

altro volto familiare. «Quello non è Don? Come avete fatto a farlo venire in un posto come questo?»<br />

Don mi si avvicinò, con l’aria di essere a proprio agio quanto lo sarebbe stata mia madre.<br />

«Buon compleanno in ritardo, Cat» esordì, lanciandomi un sorriso autodenigratorio. «Non sei contenta che sia<br />

stato Juan a scegliere il posto e non io? Avremmo avuto latte macchiato e antipasti al posto di alcolici e perizomi.<br />

Nessuno ti ha ancora portato un gin?»<br />

«Eccolo» cinguettò Denise, passandomi un grosso bicchiere. Sorrise a Don. «Tu devi essere il suo capo. Sei<br />

proprio come immaginavo.»<br />

«Tu devi essere Denise. Io mi chiamo Don, ma non ricordartelo. Non dovresti sapere niente di tutto questo.»<br />

Lei fece un gesto noncurante. «Se può farti sentire meglio, ho intenzione di bere talmente tanto che dopo non<br />

ricorderò nemmeno il mio nome. Che te ne pare per la sicurezza?»<br />

Don sorrise in modo glaciale. «Capisco perché voi due andate d’accordo.»<br />

«Dov’è la festeggiata?» tubò un giovane nudo con un perizoma leopardato mentre si avvicinava.<br />

«Proprio qui!» rispose Denise all’istante. «E ha un bisogno urgente di lap dance!»<br />

«Non preoccuparti, papà, mi prenderò cura della tua ragazza.» Lo spogliarellista fece un largo sorriso a Don.


Per poco non mi strozzai col gin. «Lui non è mio padre» lo corressi subito.<br />

«No? Avete lo stesso aspetto, tesoro. Spalle rigide e sguardo intenso. Ci penso io a te, splendore, ma<br />

per te,» fece l’occhiolino a Don «vado a chiamare Chip.»<br />

Denise scoppiò a ridere. Don sembrò ancora meno a suo agio di quand’era stato scambiato per mio padre.<br />

«Se hai bisogno di me, Cat,» disse con tono scocdato «mi trovi in un angolino. A nascondermi.»<br />

Il locale chiuse alle tre del mattino. Don si era gentilmente<br />

offerto di riportare a casa il resto della squadra, ma anche con il bidone di gin che avevo consumato, ero<br />

abbastanza sobria per accompagnare Denise, Juan e Tate.<br />

Siccome Tate era quello che abitava più vicino a casa mia, fu la mia ultima fermata. Cercò coraggiosamente di<br />

camminare fino alla porta, ma i piedi continuavano a non ubbidirgli. Con una frustrazione divertita, finii per portarlo<br />

dentro. Per fortuna aveva tirato fuori le chiavi, così non dovetti perquisirlo per cercarle.<br />

Con tutte le volte che era stato a casa mia, io non ero mai entrata nella sua. L’interno dell’edificio a un solo<br />

piano era abbastanza pulito da far felice un sergente istruttore. Non aveva nessun animale domestico, neanche un<br />

pesce rosso, e le pareti erano spoglie di qualsiasi forma d’arte. Quando raggiunsi la sua camera, era più o meno lo<br />

stesso. Nessuna decorazione, solo una tv, e avrei potuto far rimbalzare una monetina sul letto, ma dopo averci<br />

buttato di peso Tate e avergli tolto le scarpe, non ero più dell’umore.<br />

Aveva una fotografia sul comodino. Era l’unica che avevo visto in tutta la casa, perciò la guardai incuriosita. E<br />

mi sorpresi di vedere che ritraeva me, e che non ero nemmeno in posa. Ero mezza girata rispetto alla fotocamera<br />

e, fra tutti i posti, su una scena del crimine. Doveva averla scattata mentre fotografava dei corpi.<br />

«Perché ce l’hai?» mi chiesi ad alta voce, senza aspettarmi davvero una risposta.<br />

Tate mormorò qualcosa che doveva essere il mio nome e con una prontezza di cui non l’avrei creduto capace<br />

nelle sue condizioni, mi afferrò e mi spinse sopra di sé.<br />

Ero così stupita che non mi mossi. Tate mi baciò, la sua bocca era calda e sapeva di alcol mentre le sue labbra<br />

si muovevano affamate sopra le mie. Poi si spinse a perlustrare l’interno della mia bocca con la lingua. Quando<br />

raggiunse il davanti dei miei pantaloni, finalmente reagii.<br />

«Fermati» dissi con tono seccato, e lo spinsi indietro così forte che sbatté il capo contro la testata del letto.<br />

Emise un respiro profondo, e i suoi occhi azzurro scuro brillarono per l’ubriachezza e altre cose.<br />

«Hai mai desiderato qualcosa che non potevi avere?» chiese bruscamente.<br />

Ero senza parole. Più di quattro anni di nient’altro che una relazione platonica, e ora ecco che Tate mi<br />

guardava in un modo che avrebbe reso ridicolo il più malizioso sguardo di Juan.<br />

Rise senza divertimento e si passò una mano tra i corti capelli castani.<br />

«Scoccata? Non dovresti esserlo. Ti ho desiderato dal primo momento che ti ho visto in quel letto d’ospedale,<br />

sembravi un angelo maledetto con i capelli rossi e gli occhioni grigi. Si, sono ubriaco, ma è comunque la verità.<br />

Forse domattina non me lo ricorderò nemmeno. Non devi preoccuparti. Posso gestire le cose così come stanno,<br />

ma stasera dovevo badarti, senza preoccuparmi delle conseguenze.»<br />

«Tate, io… mi dispiace.» Cos’altro potevo dire? Anch’io dovevo aver bevuto troppo, perché non mi era mai<br />

sembrato tanto attraente come in quel momento, con quel bagliore quasi pericoloso negli occhi. Denise aveva<br />

sempre detto che sembrava la copia esatta di Brad Pitt in Mr. & Mrs. Smith.<br />

Sorrise in modo beffardo. «Puoi sentire il battito del mio cuore, vero? Quando in Ohio ho bevuto quel sangue,<br />

riuscivo a sentire il tuo. Potevo sentire il tuo odore sulle mie mani.»<br />

«Sei mio amico.» Mi tremò un po’ la voce, perché la crudezza sul suo volto mi preoccupava e - a un livello più<br />

basso - mi eccitava «Ma lavoriamo insieme. Non posso darti di più.»<br />

Emanò un sospiro dal naso e annuì brevemente. «So che non provi le stesse cose per me. Non ancora.»<br />

A quelle due parole mi ritrassi e andai verso la porta. Erano troppo cariche di significati perché restassi un<br />

altro minuto.<br />

«Rispondi a una domanda prima di andartene. Una sola, e dimmi la verità. Sei mai stata innamorata?»


Questo mi fece esitare e balbettai la mia risposta: «Tate, io… io non credo che sia un argomento di cui<br />

dovremmo discutere…»<br />

«Stronzate» m’interruppe. «Io mi sono appena confidato. Rispondi alla domanda.»<br />

Forse anch’io pensavo che l’indomani non si sarebbe ricordato quella conversazione, o magari fu la sua<br />

onestà. In ogni caso, gli dissi la verità.<br />

«Una volta. Anni fa, prima di conoscerti.»<br />

Tate non batté aglio, e fissò gli occhi nei miei. «Chi era? Cos’è successo?»<br />

Mi girai, perché ora gli avrei detto una bugia. Quando gli risposi, stavo uscendo dalla porta.<br />

«Sai chi era. Era il vampiro con cui andavo a letto e che ti ha distrutto l’auto il giorno in cui ci siamo conosciuti.<br />

Quindi sai anche cosa gli è successo. L’ho ucciso.»


9<br />

Avevamo lavorato intensamente, e in un certo senso era stato un bene. Il ritmo frenetico delle ultime due<br />

settimane aveva mantenuto al minimo l’imbarazzo fra me e Tate. Era difficile essere impacciati quando avevi la vita<br />

costantemente in pericolo.<br />

Nemmeno con Noah era tutto rose e fiori. Nonostante si sforzasse moltissimo, le mie frequenti assenze<br />

mettevano a dura prova la nostra già incerta relazione. E ultimamente aveva cominciato a lasciar intendere che<br />

voleva ‘approfondirla’. Non lo biasimavo di certo per averci provato, ormai stavamo uscendo da più di due mesi,<br />

ma non sarebbe successo.<br />

Sapevo già che non poteva funzionare, non importa quanto fosse fantastico Noah: c’erano troppe bugie tra<br />

noi, tutte mie, naturalmente, e in fin dei conti a quanto pareva non ero ancora pronta a dimenticare la mia<br />

precedente, sfortunata relazione. Be’, almeno ci avevo provato. Adesso dovevo lasciare Noah con gentilezza. Gli<br />

avevo già detto che avrei capito se fosse diventato troppo difficile per lui gestire i miei orari. O era testardo o non<br />

capiva l’allusione. Dovevo cominciare a usare metodi più spicci, ma non avevo intenzione di dirgli semplicemente:<br />

‘È finita!’ e chiudere con lui. Mi piaceva, e non sopportavo l’idea di ferirlo.<br />

Poi un martedì, assurdamente presto, mi squillò il telefono. Saltai su per rispondere mentre, già in cerca di<br />

vestiti, maledicevo qualsiasi creatura senza battito cardiaco stesse causando problemi prima delle otto del mattino,<br />

quando udii la voce di Denise.<br />

«Cosa c’è che non va?» domandai senza indugi.<br />

«Niente! Mi dispiace chiamarti così presto, ma non potevo aspettare a dirtelo. Oh, Cat, sono così felice. Sto<br />

per sposarmi!»<br />

Con lei non entrai in nessuna delle obiezioni del tipo: ‘Sei sicura? È così presto!’ Erano solo due settimane che<br />

usava con il suo nuovo ragazzo, Randy, ma Denise normalmente non era impulsiva e aveva detto di sapere che<br />

amava Randy e che lui provava lo stesso per lei. Vedendo il suo sguardo perso, capii che anche se le avessi<br />

parlato di cautela, corsa predpitosa e attesa non mi avrebbe ascoltata. Inoltre, aveva altro a cui pensare. I suoi<br />

genitori si rifiutavano perfino d’incontrare Randy, perché lui era cattolico e loro ebrei. Non andavano pazzi<br />

nemmeno per il loro estremamente breve fidanzamento. Chi dice che innamorarsi è semplice? Io no di certo.<br />

Stavo pensando di fare una chiacchieratina con loro. Erano anni che cercavo di padroneggiare il potere nei<br />

miei occhi. Non erano efficaci come quelli dei vampiri, ma avevo intenzione di usare i miei colpi migliori. Denise si<br />

meritava un matrimonio felice, e avrei fatto del mio meglio perché lo avesse. Cosa poteva andare storto? I suoi<br />

non sarebbero diventati più ostili al matrimonio di quanto non fossero già.<br />

Insistetti per pagare i fiori, il fotografo e la torta. Loro si sarebbero accollati le spese del resto. Denise provò a<br />

rifiutare, ma la minacciai con i coltelli e i miei modi autoritari. Nelle ore in cui non lavoravo, d precipitammo a<br />

scegliere il vestito per lei e per le damigelle, i fiori e le partecipazioni. Incontrai Randy solo quattro giorni prima del<br />

matrimonio. Egoisticamente mi sentii sollevata che fosse lui a trasferirsi da lei, e non il contrario. Denise mi disse<br />

che lavorava in proprio come consulente informatico (‘Un genio del computer’ ne cantò le lodi) e quindi sistemarsi<br />

altrove era più facile per lui che per lei, che faceva un orario d’ufficio.<br />

Denise mi arruolò per aiutarli a scaricare, e quando Randy arrivò con un furgoncino a noleggio, lo guardai per<br />

la prima volta. Era alto quasi un metro e ottanta, aveva i capelli castano chiaro, gli occhiali con la montatura a<br />

giorno e una corporatura magra e slanciata. Era di una bellezza tranquilla, ma gli occhi mi piacquero più di tutto.<br />

S’illuminarono quando guardò Denise.<br />

Dopo averla salutata con un bacio, Randy mi porse la mano. «Tu devi essere Cat. Denise non fa altro che<br />

parlare di te. Grazie per tutto l’aiuto che ci stai dando col matrimonio.»<br />

Ignorai la sua mano e, invece, lo abbracciai. «Sono contentissima di conoscerti finalmente! E non preoccuparti


per l’aiuto. Probabilmente non mi sposerò mai, perciò vivo il matrimonio attraverso di lei. Andiamo a scaricare le<br />

tue cose. Stasera Denise ha l’ultima prova del vestito, e non può arrivare in ritardo.»<br />

Randy tossi. «Ehm, tesoro, non avevi detto che avevamo abbastanza aiuto? Ma siamo solo in tre.»<br />

Denise rise. «Non preoccuparti. Cat viene da una lunga discendenza di agricoltori. Credimi, potremmo sederci<br />

e stare a guardare, ma non sarebbe carino.»<br />

Randy mi guardò con sospetto. Denise aveva mantenuto la parola e non gli aveva detto niente delle mie origini.<br />

Lui credeva semplicemente che lavorassi per il governo.<br />

Randy mi segui sul retro del furgone. «Ne sei sicura? Stasera devo incontrare un amico, uno dei testimoni, e si<br />

è offerto di dare una mano. Gli ho detto che non ne avevamo bisogno per quello che mi aveva raccontato Denise,<br />

ma potrei chiamarlo. Non vorrai stancarti troppo.»<br />

«Randy, sei dolce, ma non temere. Finiremo in men che non si dica.»<br />

Mezz’ora dopo, Randy fissava a bocca aperta i suoi mobili sistemati nella bella casetta a due piani di Denise.<br />

Certe volte essere mezza morta non era affatto male.<br />

«Agricoltori?» chiese incredulo guardandomi.<br />

Sorrisi. «Sì, da ben cinque generazioni.»<br />

«Bene» rispose Randy, mentre Denise soffocava una risatina.<br />

«Vai a farti una doccia» la incitai. «Dobbiamo andare.»<br />

«Randy, quando torni? Cat e io dobbiamo prendere qualcosa per cena?»<br />

«Sì, vedo un amico, quindi farò un po’ tardi.»<br />

Mi schiarii la voce con finta minaccia. «Va bene, sto andando!» Si arrese Denise.<br />

«Grazie di tutto» fece ancora Randy. «Non solo per il trasloco di oggi, o il matrimonio. Denise mi ha detto che<br />

ci sei sempre stata per lei, ed è raro trovare amici così.»<br />

Mi fissò senza falsità, e capii perché Denise sentisse di avere un legame con lui. Aveva uno sguardo molto<br />

diretto.<br />

«Prego.» Non dissi nient’altro. In un certo qual modo, non<br />

ne avevo bisogno.<br />

«Sono pronta» cinguettò Denise svariati minuti dopo.<br />

Diedi un ultimo abbraccio a Randy per salutarlo. «E’ stato un vero piacere averti finalmente incontrato.»<br />

«Anche per me. Prenditi cura della mia ragazza.»<br />

«Oh, lo fa» gli assicurò Denise. «Eccome.»<br />

Quattr’ore più tardi, dopo la prova di Denise e poi una cena ininterrotta -una volta tanto! - la mollai a casa, e<br />

arrivai alla mia che mancava poco all’una di notte. Era quasi presto per me.<br />

Quando usai dall’auto e avvertii una debole carica nell’aria, mi bloccai. Non c’erano rumori insoliti, solo i<br />

suoni di sottofondo delle persone nelle case circostanti, ma non sentivo la presenza di nessuno. Tuttavia, allungai<br />

una mano e tastai l’aria vuota del vialetto come se avesse una forma. Cera una lievissima sensazione di energia non<br />

umana, non abbastanza forte perché la fonte fosse ancora presente, ma qualcosa c’era stato. Magari si era trattato<br />

solo di qualche creatura che era passata di lì. Non sarebbe stata la prima volta. Nell’aria rimasta non sembrava<br />

esserci niente di minaccioso. Quando cacciavano per uccidere, vampiri e ghoul emanavano vibrazioni diverse.<br />

Scrollai le spalle tra me e me. Se qualche malvagio essere morto mi aveva trovato e aveva delle cattive<br />

intenzioni, mi avrebbe aspettato dentro. Per essere sicura entrai con cautela, poi controllai tutte le stanze. Niente.<br />

Feci una doccia ed entrai nel letto. Sotto non si nascondeva nessun mostro (avevo controllato con stupida<br />

cautela), tuttavia quella strana sensazione persisteva. Avrei giurato che qualcuno fosse stato in casa mia. Ma era<br />

assurdo. Gesù, stavo diventando paranoica come Don.<br />

Chiusi gli occhi risolutivamente, cercando di tenere lontano il ricordo di quella vecchia preghierina che da<br />

bambini recitavamo a letto… If should die beforee I wake…, se dovessi morire prima di svegliarmi.<br />

Dormii con uno dei coltelli sotto il letto, dicendomi che non ero paranoica. Ero solo prudente. Sì, è vero, non


ci credevo nemmeno io.


10<br />

«Denise, è quasi ora.»<br />

Per evitare d’imbatterci nello sposo, eravamo barricate nella nostra stanza privata del Country Club dove si<br />

sarebbero svolti la cerimonia e il ricevimento. Denise mi sorrise radiosamente mentre le sistemavo il velo.<br />

«Non so cosa tu abbia detto ai miei genitori. Devi averli drogati, ma non m’importa!»<br />

L’abbracciai facendo l’innocentina. Non era necessario dirle che li avevo drogati per davvero, con l’essenza<br />

di allucinogeno di vampiro nel tè freddo, e che poi con i miei occhi avevo praticato su di loro il controllo della<br />

mente. Con mio grande stupore aveva funzionato. Pur essendo sempre spaventati dalle differenze religiose, erano<br />

venuti.<br />

Felicity entrò nella stanza con passo noncurante. Non mi piaceva, ma era la cugina di Denise e una delle<br />

damigelle, quindi la cortesia era d’obbligo. Mentre aiutavo la sposa a prepararsi, lei era andata in cerca di maschi<br />

single tra gli invitati. Era sempre in calore, la ragazza.<br />

«Finalmente è arrivato anche l’ultimo testimone dello sposo» osservò.<br />

Sospirai per il sollievo. Non dovevamo più ritardare il matrimonio.<br />

«È delizioso» proseguì. Riteneva delizioso chiunque fosse fisicamente a posto e con l’uccello, ma questo lo<br />

tenni per me. «L’ho visto da dietro solo per un attimo, ma che culo!»<br />

«Ehm, Felicity, potresti prendere i fiori?» le indicai, alzando gli occhi al cielo perché Denise mi vedesse.<br />

Lei fece un largo sorriso. «Buone notìzie, Felicity, è quello a cui sei accanto stasera. Non l’ho mai incontrato,<br />

ma Randy<br />

ha detto che è single.»<br />

Denise aveva segregato i testimoni a un lungo tavolo rettangolare dove ragazzi e ragazze si alternavano.<br />

Pensavo fosse un tantino strano averli messi così a parte, ma era la sua<br />

festa, non la mia.<br />

«Delizioso» disse di nuovo Felicity come se facesse le fusa.<br />

Provai compassione per quel tizio. Probabilmente l’avrebbe tastato da sotto il tavolo prima ancora che<br />

cominciassimo a brindare.<br />

Il fratello di Randy, Philip, fece capolino. «Sei pronta, Denise?»<br />

Lei si girò verso di me senza riuscire quasi a contenere l’eccitazione.<br />

«Andiamo a farmi sposare!»<br />

Sorrisi a Philip. «Ci vediamo all’altare.»<br />

Denise aveva evitato la tradizionale marcia nuziale in favore di una deliziosa ballata strumentale. Invece di<br />

accompagnare le damigelle lungo la navata, Randy e i suoi testimoni d aspettavano all’altare. Le ragazze dovevano<br />

percorrere il corridoio una alla volta secondo una gerarchia, per cui, essendo la damigella d’onore, ero l’ultima<br />

prima di Denise. Le sistemai lo strascico del vestito un’ultima volta e poi presi posto sulla porta d’ingresso.<br />

Quando feci un passo dentro la stanza dov’erano radunate quarantacinque persone fra familiari e amici,<br />

avvertii un’ondata di puro potere non umano. Porca puttana, uno degli invitati e un vampiro. Era meglio che<br />

pensasse di mangiare solo la torta, altrimenti avrei dovuto darmi da fare con l’argenteria. Sarebbe stato un gioco<br />

da ragazzi ucddere un ospite a un ricevimento senza che nessuno lo notasse. Con gli occhi scandagliai la folla alla<br />

ricerca della fonte.<br />

Mia madre era seduta accanto a Noah, che Denise aveva<br />

vitato prima che le dicessi che stavo cercando di rompere con lui. Noah mi sorrise mentre percorrevo la<br />

stretta navata.<br />

restituii il sorriso e feci l’inventario come un soldato. Lato della sposa, libero. Lato dello sposo, libero. Per


qualche ragione, non mi venne in mente di guardare di fronte, dove si trovavano lo sposo e i testimoni. Anche<br />

quando lo feci, mi ci volle un attimo prima che la mia mente, di colpo paralizzata, registrasse il riconoscimento.<br />

I suoi capelli erano diversi. Di un castano mielata invece del biondo platino che mi ricordavo. Erano anche più<br />

lunghi di prima, e gli si arricciavano intorno alle orecchie invece di abbracciargli la testa come un casco liscio. La<br />

pelle bianca brillava contro la stoffa color ebano del suo smoking con un contrasto così pannoso da togliere il<br />

fiato. Occhi talmente marroni da essere quasi neri si fissarono nei miei senza lo shock che provavo io.<br />

Gli oggetti in movimento restano tali alla stessa velocità e nella stessa direzione a meno che non vi venga<br />

applicata una forza non bilanciata. Sperimentai il principio d’inerzia di Newton perché, anche se mi si bloccò il<br />

respiro e il cuore perse un battito, in qualche modo riuscii a continuare a camminare lungo la navata.<br />

Lo sguardo di Bones divorò il mio. Dentro mi esplose una sensazione del tutto inconsueta, e alla mia mente<br />

lenta occorse un secondo per diagnosticarla. Gioia. M’invase una gioia pura e schietta. In effetti stavo quasi per<br />

balzare in avanti e gettarmi fra le sue braccia, quando mi fermai.<br />

Cosa ci faceva lì Bones? E perché noti sembrava sorpreso di vedermi?<br />

Questo pensiero mi trattenne dal compiere pazzie tipo buttarmi fra le sue braccia com’ero stata tentata di fare.<br />

Se Bones non era sorpreso di vedermi, allora sapeva che ci sarei stata. Ma come l’aveva saputo? E, domande<br />

ancora più importanti: Come mi aveva trovato? Cosa voleva?<br />

Non era il momento di scoprirlo. Era il matrimonio di Denise. Non l’avrei rovinato con una scenata. Grazie a<br />

dio e a tutti i santi in paradiso, pensai, mia madre non sta guardando molto attentamente i testimoni dello sposo.<br />

Non esiterebbe a rovinare il giorno di Denise in modo spettacolare. Qualunque cosa avesse in mente Bones, mi<br />

sarei occupata di lui dopo il matrimonio.<br />

O sarei svenuta. Qualsiasi cosa succedesse per prima.<br />

Senza ulteriori drammi, presi posto accanto a Felicity. Lei si piegò verso di me e, mentre Denise cominciava a<br />

percorrere la navata, mi sibilò all’orecchio: «Non pensare nemmeno al figaccione; ne rivendico tutti i diritti.»<br />

«Zitta» risposi, abbastanza piano perché gli ospiti non mi sentissero. Mi sudavano i palmi delle mani e le<br />

ginocchia mi sembravano gelatina. Come avrei fatto ad arrivare alla fine di quel matrimonio? La vicinanza di Bones<br />

era incredibile. L’avevo sognato per quattro anni e mezzo, e ora potevo allungarmi a toccarlo. Non mi sembrava<br />

nemmeno vero.<br />

Randy prese Denise dal braccio di suo padre, e si tennero per mano. Il giudice designato cominciò la versione<br />

modificata delle promesse nuziali senza riferimenti religiosi. Bones si voltò a guardare lo sposo mentre gli altri<br />

testimoni non lo fecero.<br />

La cerimonia fu confusa. Al momento dello scambio degli anelli, Felidty dovette darmi una gomitata perché<br />

accettassi il bouquet di Denise. Quando finalmente il giudice li dichiarò marito e moglie, fui sollevata. Terribile da<br />

parte mia: era il matrimonio della mia migliore amica e non volevo altro che finisse in modo da poter avere un<br />

attimo per riprendermi.<br />

Denise e Randy ripercorsero la navata a ritroso, e quando fu il mio turno di seguirli mi misi quasi a correre.<br />

Philip cercò di frenarmi in una camminata tranquilla, ma lo strattonai per il bracdo cosicché si sbrigasse.<br />

«Devo andare in bagno» mentii disperata. In realtà avevo bisogno di un momento da sola per ritrovare<br />

l’equilibrio perduto. «Di’ a Noah di non aspettarmi; dopo vado direttamente a fare le foto.»<br />

Appena lasciata la cappella, mi precipitai nel bagno delle signore, dimenticando il bouquet sul pavimento dove<br />

l’avevo lasciato cadere.<br />

La toilette si trovava dall’altra parte del dub. Una volta dentro, sprofondai sul pavimento accanto al lavandino.<br />

Oddio, oddio, dopo averlo visto tutte le emozioni che avevo cercato di dimenticare erano tornate ruggendo con<br />

crudele intensità. Dovevo riprendere il controllo di me stessa. Alla svelta. La testa mi cadde sulle ginocchia<br />

piegate.<br />

«Ciao, micetta.»<br />

Ero talmente preoccupata del mio esaurimento che non avevo sentito entrare Bones. La sua voce era calma


come la ricordavo, l’accento britannico altrettanto seducente. Feci scattare sulla testa e proprio mentre la mia vita<br />

attentamente costruita andava in pezzi, trovai la cosa più assurda di cui preoccuparmi.<br />

«Gesù, Bones, questo è il bagno delle signore! E se ti vede<br />

qualcuno?»<br />

Rise, un basso e seducente brusio nell’aria. Noah mi aveva baciato con minor efficacia.<br />

«La solita puritana, eh? Non temere: mi sono chiuso la porta dietro.»<br />

Se presupponeva che quello allentasse la mia tensione, si sbagliava: ebbe l’effetto contrario. Balzai in piedi, ma<br />

non potevo correre da nessuna parte. Bones bloccava l’unica uscita.<br />

«Guardati, piccola. Non posso dire che preferisco i capelli castani, ma per il resto sei… succulenta.»<br />

Bones si leccò l’interno del labbro inferiore mentre mi faceva scorrere gli occhi su tutto il corpo. Il loro calore<br />

sembrava strofinarmi la pelle. Quando fece un passo in avanti, mi schiacciai contro il muro.<br />

«Stai fermo dove sei.»<br />

Si appoggiò con noncuranza al ripiano della toilette. «Ma cos’è che ti agita tutta? Pensi che sia qui per<br />

ucciderti?»<br />

«No. Se avessi avuto intenzione di uccidermi, non ti saresti disturbato a farmi l’agguato sull’altare. E’ evidente<br />

che sai il nome che uso adesso, perciò ti saresti limitato ad attaccarmi una sera mentre tornavo a casa.»<br />

Fischiò in segno di elogio. «Giusto, cucciola. Non hai dimenticato come lavoro. Lo sai che per ben tre volte mi<br />

hanno offerto un contratto per la misteriosa Mietitrice Rossa? Un tizio aveva messo una taglia di mezzo milione<br />

sulla tua testa.»<br />

Be’, non mi sorprendeva. Dopotutto, per lo stesso motivo Lazarus aveva cercato d’incassare un assegno con<br />

il mio culo. «Cos’hai risposto, visto che mi hai già confermato che non sei qui per questo?»<br />

Bones si raddrizzò, e ogni canzonatura sparì dal suo atteggiamento. «Oh, ho detto di sì, ovviamente. Poi ho<br />

dato la caccia a quegli stronzi e ho giocato a caldo con le loro teste. Dopodiché ho smesso di ricevere offerte.»<br />

Deglutii al pensiero di quell’immagine. Conoscendolo, era proprio dò che aveva fatto.<br />

«Dunque, allora, perché sei qui?»<br />

Lui sorrise e si avviano, ignorando il mio ordine precedente.<br />

«Non sei contenta di vedermi dopo tutti questi anni? Sai perché ho voluto coglierti di sorpresa? Per poter<br />

vedere i tuoi occhi, e capire cosa provavi in quel preciso istante.»<br />

Pericolo. Pericolo. Ci separavano meno di trenta centimetri. Non ero mai stata capace di resistergli quando<br />

mi toccava, e non avevo intenzione di testare la mia forza di volontà in nel momento. Cercai freneticamente un<br />

modo per distrarlo.<br />

«Hai conosciuto il mio ragazzo?»<br />

Ecco, questo era notevole. Bones ridusse gli occhi a due fessure e le labbra a una stretta linea sottile. Già, per<br />

entrambi Noah era il modo perfetto per deprimerci.<br />

Sfruttai il vantaggio. Il pericolo prima della passione; era più sicuro.<br />

«E comunque, per la precisione, come hai fatto a intrufolarti nella vita di Randy diventando un testimone a<br />

queste nozze? Hai scoperto che la mia migliore amica stava per sposarlo? Devi aver fatto presto a fottergli la<br />

mente. Sono stati fidanzati solo un mese.»<br />

Mi puntò un dito vicino al volto. «Il tuo amico Randy lo conosco da sei mesi. Molto prima che incontrasse<br />

Denise. Un tipo strano, non credi? Sai quali sono state le prime parole che mi ha rivolto, dopo essere stati seduti<br />

fianco a fianco in un bar per un’ora? Ha detto: ‘Spero che non lo scriveranno sulla mia tomba, ma per tutto questo<br />

tempo non hai mai respirato. Ti va di dirmi come fai?’»<br />

Sbattei le palpebre. Una volta Denise mi aveva raccontato che Randy pensava fuori dagli schemi. Molto fuori<br />

dagli schemi, a quanto pareva. E io avevo sottovalutato la grandezza delle sue palle.<br />

«Sa cosa sei?»<br />

Bones annuì. «Gli lanciai uno sguardo dei miei, hai presente?, con le luci verdi accese, e gli dissi che non


aveva visto niente. Lui sbatté le palpebre proprio come te e mi chiese se presupponevo che funzionasse.»<br />

Ora ero davvero colpita. Randy era per natura immune al potere dei vampiri, anche di uno forte come Bones.<br />

«Ovviamente non me l’aspettavo. Cominciai una conversione con lui e diventammo pappa e accia. È stato in<br />

questa settimana, dopo che avevo accettato di fargli da testimone,<br />

che ha raggiunto in un bar con il tuo odore addosso. Quel giorno l’avevi aiutato a traslocare i mobili.»<br />

Ero sollevata, ma nello stesso tempo mi faceva male penare che aver visto Bones era stato solo un caso.<br />

«Quindi incontrarti è solo una coincidenza? Hai, ehm, superato quel che è successo in precedenza?»<br />

Mi puntò gli occhi addosso. «Ti piacerebbe saperlo? Ma non credo che te lo dirò. Puoi lambiccarti il cervello<br />

come ho dovuto fare io da quando ho ricevuto il tuo maledetto biglietto d’addio. Ti dirò questo, però, le cose tra<br />

noi non sono risolte. E puoi star certa che le chiarirai, non importa quanto preferiresti evitarlo.»<br />

Oh merda. L’avevo lasciato con un biglietto perché sapevo che non ce l’avrei fatta ad affrontarlo per dirgli<br />

addio. Ora, a quattro anni di distanza, continuavo a pensare di non essere abbastanza forte.<br />

«Cather… ehm, Cristine! Sei lì dentro?»<br />

Mia madre bussò rumorosamente alla porta, e io mi rilassai sollevata. Per una volta ero contenta che d fosse.<br />

Bones contrasse le labbra. «Credo che presenterò i miei rispetti a tua mamma, micetta. E passato un po’ di<br />

tempo.»<br />

«Non…!»<br />

La minacda che stavo per pronunciare mi morì sulle labbra quando Bones aprì la porta. Mia madre lo guardò<br />

perplessa per un attimo prima di riconoscerlo. Poi il suo viso diventò viola.<br />

«Tu! Tu!»<br />

«È bello rivederti, Justina» esordì Bones con fare diabolico. «Sei molto attraente con quel colore.»<br />

«Animale schifoso!» si scatenò. «Prego tutte le notti che tu sia morto e stia marcendo all’inferno!»<br />

«Mamma!» esdamai bruscamente. La lontananza non l’aveva resa più affettuosa.<br />

Bones si strinse nelle spalle. «Avresti dovuto parlare a voce più alta. L’Onnipotente non deve averti sentito.»<br />

Indicai la porta con un dito. «Bones, qualunque cosa tu voglia dirmi può attendere fino alla fine del matrimonio.<br />

Là fuori d sono i miei amia e i tuoi, che ci stanno aspettando per fare le foto insieme, e questo è dò che faremo.<br />

Mamma, se fai una minima cosa per mandare a puttane il matrimonio di Denise, giuro su dio che ti farò mordere<br />

da lui.»<br />

«Felice di ubbidire, micetta» mi assicurò Bones.<br />

Con uno scatto della testa indicai nuovamente la porta. «Fuori!»<br />

«Signore.» Bones fece un cenno col capo e si scansò. Lo guardai andarsene e poi mi diressi verso il lavandino<br />

per spruzzarmi un po’ d’acqua sul viso. In fondo dovevo essere carina per le foto.


11<br />

Mia madre ebbe bisogno di parecchi altri avvertimenti estremi prima di acconsentire a non far niente per<br />

rovinare il ricevimento. Né rendere noto il mio lavoro a Bones. Le avevo giurato in modo chiaro e tondo che, se<br />

avesse fatto una delle due cose, mi sarei fatta trasformare in un vampiro all’istante.<br />

«È questo che vuole da te, Catherine. Vuole rubarti l’anima e trasformarti in una bestia» disse per la terza volta<br />

mentre mi accompagnava nell’atrio.<br />

«Bene, allora te ne ricorderai e terrai la bocca chiusa, vero? E per l’amor di dio, chiamami Cristine. Non<br />

potresti essere più esplicita.»<br />

Raggiungemmo la porta. Denise abbandonò la posa che aveva assunto insieme a Randy e c’incontrammo<br />

all’ingresso.<br />

«Oh, Cat, non sapevo che l’amico di Randy fosse…» Abbassò la voce. «Un vampiro! Ma non preoccuparti.<br />

Ne ho parlato con lui, e si è stupito che anch’io sapessi della loro esistenza! Abbiamo cosi tante cose in comune.<br />

A ogni modo, Randy giura che è innocuo e che lo conosce’ da mesi.»<br />

Mia madre la guardò come se le fossero spuntate tre teste.<br />

«Innocuo?! Non stiamo parlando di un cane che può mordere o meno! Stiamo parlando di uni assassino…»<br />

«Ehm» la interruppi, massaggiandomi il collo per enfasi Lei chiuse la bocca e si allontanò con. aria impettita.<br />

Più lontano sentii Bones fare una risata cavallina. Era stato in ascolto.<br />

«Va bene, Denise» la rassicurai. «Sa che finché mantiene i denti puliti non avremo problemi.»<br />

«Come fa a saperlo?» mi chiese in modo spiccio. «Gli hai parlato? Sei stata in bagno per un po’ e lui non era<br />

in giro. L’hai messo con le spalle al muro?»<br />

Il contrario, piuttosto. «Ehm, be’, in un certo senso… mmm» balbettai, cosa chee non facevo più da anni.<br />

«Lo conosco. Cioè, l’ho già visto. In Virginia, ecco. Lui, ah, lui e io abbiamo un accordo. Lui non crea problemi a<br />

me e io non ne creo a lui.»<br />

Denise mi credette sulla parola. «Bene, allora andiamo a fare le foto. Sono contenta che voi due non abbiate<br />

intenzione di combattere. Digli di non dire niente di te a Randy, d’accordo? Al tuo capo cadrebbero tutti i peli<br />

delle palle se scoprisse quanta gente sa di voi.»<br />

«Ben detto.» Ben detto, davvero.<br />

Per il matrimonio Bones faceva coppia con Felidty. Lei era entusiasta, e riuscì a strizzarsi indecentemente<br />

accanto a lui in ogni scatto. A rendere le cose peggiori, lui faceva tutto il pia-cione. Avrei potuto allegramente<br />

ucciderli entrambi dopo le foto.<br />

Però non potevo mostrare quanto m’infastidisse per lo stesso motivo per cui non gli ero corsa tra le bracda<br />

appena l’avevo visto. Non importava quali fossero i miei sentimenti, non era cambiato niente nella nostra<br />

condizione. Quindi non potevo permettermi di fargli sapere quanto ancora tenessi a lui. Dovevo solo far finta di<br />

niente; e sperare che Bones credesse alla farsa abbastanza da lasciarmi lui questa volta.<br />

Subito dopo l’ultimo scatto, andai dritta verso il bar. Cera solo una cosa che poteva aiutarmi quella sera, ed<br />

era il gin. Tanto gin. Mi scolai il primo bicchiere tutto d’un fiato davanti al barista.<br />

«Un altro.»<br />

Il barman mi guardò con aria interrogativa, ma mi versò un altro Gin tonic. Osservai il livello che aveva scelto e<br />

gli lanciai un’occhiata torva.<br />

«Più alcol» dissi succintamente.<br />

«Stai affogando i tuoi dispiaceri?» mi prese in giro una voce familiare.<br />

«Non sono affari tuoi» replicai, drizzando le spalle.<br />

«Eccoti qua, tesoro!»


Noah arrivò e mi diede un bacetto sulla guancia. Vedendolo, Bones serrò le labbra in una linea sinistra.<br />

«Ah, Noah… ti accompagno al tuo tavolo.» Volevo portarlo via da Bones, che lo stava guardando come se<br />

preferisse bere dal suo collo che quello che il bar aveva da offrire.<br />

Sistemai Noah a sedere, visto che io sarei stata altrove: al tavolo grande con il resto dei testimoni. Mia madre<br />

mi prese da parte non appena lasciai Noah. Aveva il viso tinto di rosso.<br />

«Sai cos’ha fatto quell’animale quando ti sei allontanata da lui al bar? Mi ha fatto l’occhiolino!»<br />

Presa alla sprovvista, risi. Oddio, era spassosissimo. Doveva esserle uscito il fumo dalle orecchie.<br />

«Lo trovi divertente?» chiese d’istinto.<br />

«Be’, mamma, ha rischiato la vita per te e poi tu hai fatto del tuo meglio per farlo uccidere. Forse non gli<br />

piaci.»<br />

Parlai a bassa voce ma con disinvoltura, perché non mi preoccupavano le azioni di Bones nei suoi confronti.<br />

Non le avrebbe mai fatto del male, lo sapevo, ma di sicuro l’aspettava qualche punzecchiatura. Solo dio sapeva<br />

cos’aspettava me.<br />

C’erano i segnaposti al tavolo grande, che era lungo, rettangolare e avrebbe consentito a tutti di guardare<br />

verso il salone del ricevimento. Mi sedetti a quello contrassegnato ‘Cristine Russell’. Randy si sedette alla mia<br />

sinistra, con Denise alla sua sinistra. Alla mia destra lessi ‘Chris Pin’. Chi…?<br />

«Devi starti prendendo gioco di me» dissi ad alta voce. Perché non mi sparavo e la facevo finita?<br />

«Justina, c’incontriamo di nuovo.» Bones comparve e, mentre sobbalzavo sulla sedia, prese posto accanto a<br />

me. «Non vorrei essere sgarbato, ma credo che il tuo tavolo sia laggiù.»<br />

Piegò la testa verso il punto dov’era seduto Noah, inconsapevole della sceneggiata.<br />

«Eccoti!» squittì Felicity. Afferrò Bones per il braccio e gli sorrise. «Tu e io facciamo coppia stasera, quindi<br />

smetti di fuggire! Spero che a ballare tu sia favoloso quanto d’aspetto.»<br />

«Zoccola» bofonchiai, ma non abbastanza piano.<br />

«Cos’hai detto?» domandò lei, continuando a sbattere gli occhi verso Bones con fare civettuolo.<br />

«Ehm, buona fortuna 1 .» Alzai la voce a un livello normale e mi arresi.<br />

Felicity assunse un’aria compiaciuta. «Non mi serve la fortuna.»<br />

Scolai il gin e mi diressi, un’altra volta, verso il bar. Seguendomi, mia madre landò un’occhiata a Bones.<br />

«Ah, signorina Russell» gridò lui. Mi bloccai. L’enfasi che mise sul mio falso cognome era deliberata. Ma in<br />

fondo, cosa mi aspettavo? Come alias avevo scelto il vero cognome di Bones; credevo che non l’avrebbe notato?<br />

O commentato? «Saresti così gentile da portarmi da bere? Sono sicuro che ricordi le mie preferenze.»<br />

Mi passarono per la mente una serie d’imprecazioni, ma fed un respiro profondo e mi ricordai di stare calma.<br />

Denise era la mia migliore amica. Si meritava una bella festa, non un bagno di sangue.<br />

«Quel ripugnante verme…» comindò mia madre.<br />

«Smettila.» Arrivammo al bar e lanciai al povero barista dietro il bancone uno sguardo assassino. «Un<br />

bicchiere grande di solo gin. E non azzardarti a fare commenti.»<br />

Lui sbiancò ma fece come gli avevo chiesto. Presi un lungo sorso prima di aggiungere: «Ah già, e un dannato<br />

whisky, liscio.»


12<br />

Felicity lanciò un’occhiata al bicchierone mezzo vuoto di gin con cui tomai a posto, e restò senza fiato.<br />

«Cristine, potresti dare un taglio alle bevute? E’ il matrimonio di mia cugina, per l’amor del cielo!»<br />

Il suo tono compassato mi fece stringere il bicchiere talmente forte, per evitare di sbatterglielo sulla testa, che<br />

andò in frantumi. Rovesciai il gin davanti a me e il palmo cominciò a sanguinarmi.<br />

«Porca puttana!» gridai.<br />

Tutte le teste si girarono. Bones soffocò una risata fingendo un improvviso attacco di tosse.<br />

«Va tutto bene?» Randy mi guardò preoccupato e avvolse un tovagliolo intorno alla mia mano. Lanciò<br />

un’occhiata a Bones,che rispose con un’innocente scrollata di spalle.<br />

«Sto bene, Randy» gemetti mortificata.<br />

Denise spostò la testa oltre il suo nuovo marito. «Vuoi che ci scambiamo di posto?» chiese piano.<br />

Pensavano che fossi nervosa perché Bones era un vampiro, ma quello era l’ultimo dei miei problemi. La sua<br />

vicinanza stava mandando in pezzi il mio autocontrollo, e il ricevimento era a malapena iniziato.<br />

«Cristine!» Noah arrivò al tavolo e tolse il tovagliolo dalla mia mano. «E’ un brutto taglio?»<br />

«Sto bene» risposi duramente. Mi feci piccola per l’imbarazzo di fronte al suo volto ferito. «Mi vergogno e<br />

basta» dissimulai. «Guarirà. Toma al tuo posto. Non peggioriamo le cose.»<br />

Noah sembrò calmarsi e tornò al suo tavolo. Sorrisi per mascherare i pensieri che potevano tradirmi.<br />

«Davvero» aggiunsi a benefico di Denise.<br />

Raccolsi i pezzi di vetro e cominciai a impilarli sul tovagliolo insanguinato. «Vado in bagno a lavarmi e a<br />

buttare via<br />

il vetro.»<br />

«Vengo con te» si offrì Denise.<br />

«No!» Sembrò stupita della mia brusca risposta. Lanciai un’occhiata a Bones alla mia destra e poi di nuovo a<br />

lei. Denise spalancò gli occhi, aveva capito la situazione. O quantomeno una parte.<br />

«Cris» gli si rivolse. «Ti dispiacerebbe andare con Cristine a vedere se hanno delle bende? Randy dice…» Si<br />

fermò e poi proseguì maliziosamente: «Randy dice che hai un bel po’ d’esperienza con le ferite sanguinanti.»<br />

«Oooh, sei un dottore?» tubò Felidty.<br />

Bones si alzò e fece un largo sorriso d’elogio a Denise per la scelta delle parole.<br />

«A Londra ero tante cose» rispose evasivo a Felidty.<br />

Prima mi fermai al bar, dove il barman guardò con gli occhi spalancati il fazzoletto macchiato di rosso.<br />

«Gin. Niente bicchiere, solo la bottiglia» ordinai senza mezzi termini.<br />

«Ehm, signorina, forse dovrebbe…»<br />

«Dai la bottiglia alla signora, amico» s’intromise Bones con gli occhi lampeggianti di verde.<br />

Senza ulteriori indugi del gin intonso fu spinto nella mia mano ancora sanguinante. Svitai il tappo, buttai via il<br />

vetro e il fazzoletto sporco, e presi un lungo sorso. Poi condussi Bones nell’angolo più lontano del parcheggio,<br />

dove c’erano solo pochissime auto. Aspettò pazientemente mentre continuavo a bere. Stavo sporcando di sangue<br />

tutto l’esterno della bottiglia, ma non me ne importava.<br />

«Meglio?» domandò quando alzai la testa per respirare. Le labbra gli tremavano per il divertimento.<br />

«Non poco» ribattei. «Senti, non so per quanto ancora mia madre starà buona ma, nel caso non l’avessi<br />

notato, ti odia e chiamerà le truppe per cercare di farti infilzare con uno spiedo d’argento e arrostire su una<br />

fiamma. Devi andartene.» «No.»<br />

«Maledizione, Bones!» La mia collera esplose. Perché doveva essere così meraviglioso, perché doveva starmi<br />

così vicino e perché l’amavo ancora così tanto? «Stai cercando di farti uccidere? Una telefonata al mio capo è


tutto quel che ci vuole e, credimi, probabilmente in questo momento mia madre sta accarezzando il cellullare<br />

fantasticando in proposito.»<br />

Bones alzò gli occhi al cielo.<br />

«Gli stronzi come il tuo capo mi hanno dato la caccia per la maggior parte della mia vita da non-morto, però io<br />

sono ancora qui e loro no. Non mi fanno paura né tua madre, né il tuo capo, micetta. A meno che tu non decida di<br />

avere adesso la nostra conversazione a lungo rimandata, suggerisco di tornare ai festeggiamenti. Ma puoi scordarti<br />

che me ne vada; o che te ne vada tu, per quanto mi riguarda. Sono giorni che ti ho trovata, e c’è un motivo per cui<br />

non ne hai saputo niente fino a ora: se cerchi nuovamente di svanire, sarà una fuga breve, te lo assicuro. Inoltre,<br />

faremmo la nostra chiacchierata in condizioni molto diverse. Tipo con te incatenata da qualche parte in modo che<br />

non possa più cercare di sgattaiolare via. Scegli tu la modalità, piccola, ma ho aspettato dannatamente abbastanza<br />

per risolvere questa cosa con te.»<br />

Oh oh. Sapevo già che Bones non bluffava mai, ma anche se non lo avessi saputo, lo sguardo nei suoi occhi<br />

indicava die diceva sul serio ogni parola.<br />

«Eri tu che ho sentito fuori da casa mia l’altra notte, vero?» gli domandai in tono accusatorio. Per forza. Era la<br />

stessa sera in cui aveva incontrato Randy al bar.<br />

Un lieve sorriso gli sfiorò la bocca. La brezza gli arruffò i riccioli scuriti e con lo smoking e la luna che gli<br />

carezzava le superfici cesellate del volto, aveva un aspetto decisamente devastante.<br />

«Dunque mi hai sentito. Mi chiedevo se l’avresti fatto.»<br />

Non potevo continuare a guardarlo. Anche se ero immune ai poteri dei vampiri, Bones era sempre stato la mia<br />

kryptonite.<br />

«Dobbiamo tornare al ricevimento» fu tutto dò che dissi distogliendo lo sguardo.<br />

Lui allungò la mano. «Ti dispiace se prima prendo un sorso dalla tua bottiglia?»<br />

Gli porsi il gin, attenta a non lasciare che le mie dita sfiorassero le sue. A ogni modo, invece di bere, Bones<br />

afferrò la bot-tiglia e puntò gli occhi nei miei mentre leccava via il sangue dalla liscia superficie di vetro. La sua<br />

lingua seguì tutti i contorni della bottiglia e, mentre guardavo ipnotizzata, mi sentii invadere dal calore. Quando<br />

non d fu più nemmeno una goccia rossa, me la rimise nella mano che di colpo si era messa a tremare.<br />

pensa al lavoro!, gridava il mio cervello. Pensa a qualsiasi cosa non sia com’eri sensibile a quella lingua sulla<br />

tua pelle!<br />

Mi allontanai di un passo, ma lui mi afferrò la mano. Diedi uno strattone, ma era come lottare contro l’acciaio<br />

inossidabile.<br />

«Smettila» fece Bones con dolcezza, tirando fuori un coltello. Spalancai gli occhi, ma lui si limitò a incidere la<br />

stessa mano che stava tenendo la mia e poi premette il suo sangue sul mio taglio, che formicolò mentre guariva<br />

grazie al contatto.<br />

Ritrassi la mano. Questa volta me lo concesse, ma il turbinio verde nel suo sguardo indicava che avermi<br />

toccato l’aveva scosso quanto io ero turbata dal sentire la sua pelle sulla mia.<br />

Sì, dovevo andarmene. Ora e subito.<br />

Mi voltai e mi allontanai alla svelta, riuscendo non so come a non guardare indietro.<br />

La festa di ricevimento fu un inferno. Non appena Bones tornò, Felidty cominciò un continuo e costante flusso<br />

di discorsi provocanti, e lui non fece niente per scoraggiarla. Io restai a guardarli torva, bevendo con la<br />

determinazione di un condannato a morte.<br />

Noah, fra tutte proprio quella sera, fu chiamato sul cercapersone dalla clinica veterinaria. Prima di avviarsi si<br />

scusò profusamente con Denise, ma io mi accorsi a malapena che non c’era più.<br />

La sposa e lo sposo furono quasi gli ultimi ad andarsene. Sarebbero partiti per la luna di miele due giorni<br />

dopo, e quella notte sarebbero tornati a casa di lei. Li badai augurando loro ogni felicità, mentre continuavo a<br />

pensare che erano dnque minuti die non vedevo più Felidty e Bones. Per quanto ne sapevo erano ancora lì.<br />

Non potendo farne a meno, li cercai, seguendo la scia d’invisibile energia emanata da lui. Quando li trovai, mi


fermai di colpo.<br />

Erano in un angolo del patio della stanza principale. Il buio era fitto, ma per me era fin troppo facile vedere<br />

tutto. Felicity mi dava la schiena e lo circondava con le braccia. La luce della luna si rifletteva sulla pelle di lui,<br />

illuminandogli il viso mentre si piegava a baciarla.<br />

Sono stata accoltellata, ferita da una pallottola, bruciata, morsa, picchiata fino a perdere conoscenza troppe<br />

volte per poterle contare, e perfino infilzata con un paletto, ma niente si è minimamente avvicinato al dolore che<br />

provai guardando la bocca di lui su quella di lei. Mi scappò un verso lieve, che a malapena turbò l’aria, ma fu un<br />

suono di pura agonia.<br />

In quell’istante, Bones alzò gli occhi e mi fissò direttamente. Il suo sguardo sembrava gridare: ‘Non ti piace?<br />

Cos’hai intenzione di fare in proposito?’<br />

Scappai il più velocemente possibile, corsi alla mia auto e inserii la marcia con violenza. Il territorialismo che<br />

hanno tutti i vampiri mi stava ribollendo dentro. Dovevo andarmene o avrei ucciso Felicity, e tecnicamente lei non<br />

aveva fatto niente di sbagliato. No, ero io quella con un problema. Lei stava solo baciando il tizio che amavo… E<br />

che avevo dato via.


13<br />

Ero talmente scossa che dovevo fare qualcosa. La notte seguente avremmo dovuto indagare sul GiGi Club, un<br />

posto dov’erano sparite due ragazze. I loro corpi non erano stati trovati, ma qualcosa nel modo in cui la polizia<br />

aveva lasciato perdere ogni connessione con il locale puzzava di vampiri. Per fortuna era vicino. A solo un’ora di<br />

distanza. Ancora col vestito da damigella, mi legai i coltelli alle gambe e guidai fin là. Fanculo i rinforzi. Il giorno<br />

dopo Tate e i ragazzi potevano prendersi la serata libera. Stavo andando a caccia di vampiri e lo stavo facendo da<br />

sola.<br />

Cinquanta minuti dopo scesi dall’auto, camminando sempre incazzata, ed ero a metà del parcheggio quando<br />

un urlo mi fece voltare di scatto la testa. Vicino all’entrata del locale c’era un giovane con del sangue sul collo, che<br />

stava agitando le braccia e gridando aiuto. Nessuno alzava la testa. Tutti gli passavano tranquillamente accanto. Fu<br />

solo quando qualcuno gli passò attraverso che capii.<br />

«Ehi amico!» gridai, avvicinandomi a grandi passi. «Quaggiù!»<br />

Varie teste si voltarono. Il buttafuori mi lanciò un’occhiata molto strana, senza dubbio domandandosi<br />

esattamente quanto alcol avessi già consumato. Il ragazzo insanguinato assunse un’espressione di notevole sollievo<br />

e mi sfrecciò accanto in un lampo indistinto.<br />

«Grazie a dio! Nessuno mi ascolta, ma la mia ragazza sta morendo! Non so perché tutti m’ignorano…»<br />

Dannazione. L’unico altro fantasma senziente che avevo incontrato era stato ben consapevole di essere morto.<br />

La maggior parte di loro è solo un’immagine frammentata che recita sempre la stessa scena in un’automatica<br />

ripetizione di qualche evento passato da tempo. Non sono spaventati e confusi, senza alcuna idea del perché<br />

all’improvviso nessuno li consideri.<br />

«Dov’è?»<br />

Magari non serviva a niente. La sua ragazza poteva essere morta da anni, ma lui era vestito con abiti moderni,<br />

completi di piercing al sopracciglio e alla lingua. Immaginatevi di tenerveli per tutta l’eternità!<br />

«Qui dentro!» Superò la porta di corsa mentre provavo a farmi strada tra le persone in fila.<br />

«Sto cercando il mio ragazzo» spiegai a vari sguardi ostili. «So che è qui con quella troia con cui lavoro.»<br />

Questo portò le donne dalla mia parte. Mi spinsero in avanti con qualche: «Vai a prenderlo, tesoro!» Quando<br />

superai l’ingresso, il buttafuori non mi chiese nemmeno la carta d’identità. Immagino di aver dimostrato più di<br />

ventuno anni.<br />

Il ragazzo morto mi condusse a una porta dall’altra parte del locale, vicino ai bagni. Era chiusa, ma bastò darle<br />

un bello strattone e si aprì. Rivelò uno stretto corridoio buio che percorsi fino a un’altra porta chiusa a chiave. Ah,<br />

un privé completo d’insonorizzazione. Lì non si riusciva quasi a sentire il pompare della musica.<br />

Non vedevo più il fantasma. Davanti alla porta c’era solo una ragazza su una sedia di pelle, e di certo non era<br />

in pericolo di morte, a meno che non contasse anche darsi lo smalto. Quando mi vide spalancò gli occhi.<br />

«Come sei entrata qui? Questa è una zona riservata ai soli membri!»<br />

Sorrisi e le porsi il tesserino, uno dei tanti che mi portavo dietro. «Polizia, dolcezza. Il che mi rende un membro<br />

ovunque» risposi, dirigendomi verso l’unica altra porta dietro di lei.<br />

Scosse la testa e riprese a leccarsi le unghie.<br />

«Non ti conviene entrare lì dentro, ma, be’, peggio per te.»<br />

Dopo questa discutibile dimostrazione di riguardo, mentre aprivo la porta si diede un’altra passata di rosa<br />

sull’alluce che teneva davanti a sé.<br />

Dentro c’era il fantasma del ragazzo, che m’indicò una ragazza svenuta tra le braccia di un vampiro. «Aiutala,<br />

per favore!»<br />

Dentro c’era circa una dozzina di vampiri, di cui nessuno sembrava più vecchio di me in anni da non-morti, e


sul pavimento due corpi. Uno dei quali era del mio fantasma, che si librava freneticamente intorno alla ragazza<br />

altrettanto giovane che stava facendo da spuntino. Era ancora viva, ma non per molto a giudicare dal suo battito<br />

cardiaco. Il vampiro non si era nemmeno fermato a guardare il fantasma, anche se sapevo che quel bastardo nonmorto<br />

riusciva a vederlo. Io sarei stata a disagio con lo spettro di qualcuno che avevo appena ucciso che mi<br />

gironzolava intorno mentre mangiavo, ma quel verme sembrava indifferente. Anche l’altro corpo era di una<br />

giovane donna, e ce riera una terza che lottava fra la vita e la morte in braccio a un vampiro. Sbatteva gli occhi e<br />

poi li chiuse quando la colpii col mio sguardo.<br />

«Avresti dovuto dare ascolto a Brandy» mi disse uno dei vampiri facendo le fusa in una cattiva imitazione di<br />

una voce minacciosa.<br />

«Miss Unghie Rosa?» domandai mentre mi alzavo il vestito.<br />

Guardarono interessati l’orlo che mi saliva lungo le gambe. Non lo alzai per distrarli - anche se questo era un<br />

vantaggio ulteriore - ma per raggiungere i coltelli che avevo legati alle cosce. Quando li rivelai, l’umore nella stanza<br />

passò da affamato e lascivo a sospettoso.<br />

«Ora, fottuti bastardi» dissi ruotando la testa sulle spalle e nascondendo nella mano alcuni coltelli «lasciate che<br />

mi presenti.»<br />

«Ne hai dimenticato uno.»<br />

Stavo per tirare altri coltelli quando la sua voce mi bloccò. Bones entrò ed esaminò la carneficina. Avevo<br />

ammazzato la maggior parte dei vampiri con le lame, ma quelli che avevano ucciso i ragazzi li avevo squartati a<br />

mani nude. Era il minimo che potessi fare. «Chi?»<br />

Aveva un sorriso gradevole. «La troietta che si aggirava furtivamente alla ricerca di una pistola; ma adesso non<br />

lo farà più.»<br />

Doveva trattarsi di Brandy dalle unghie rosa. La sua benevola espressione non m’ingannò. Conoscendolo, lei<br />

si sarebbe Portata quel colore all’inferno.<br />

«Due ragazze sono ancora vive. Dagli del sangue. Il tuo funzionerà più rapidamente di quel che ho da offrire<br />

io.»<br />

Bones prese il coltello che gli porgevo e si tagliò il palmo, poi andò da ciascuna ragazza e le fece inghiottire il<br />

suo sangue.<br />

«Starà bene?» domandò il fantasma, svolazzando sulla sua ragazza.<br />

Mentre il sangue di Bones faceva il suo lavoro controbilanciando le ferite, sentivo gradualmente tornarle il<br />

polso, lento ma regolare. Un attimo dopo sorrisi. «Sì, ora sì.»<br />

Lui mi restituì il sorriso, mostrando die in vita aveva avuto le fossette. Gesù, era talmente giovane! Poi aggrottò<br />

le sopracciglia.<br />

«Non sono tutti qui. Ce n’erano altre tre di quelle creature. Hanno detto che sarebbero tornate.»<br />

Probabilmente erano andate a procacciarsi altra cena. Bastardi. «Li prenderò» promisi. «Non preoccuparti. E’<br />

il mio lavoro.»<br />

Mi sorrise di nuovo… E poi cominciò a svanire ai bordi, diventando sempre più indistinto, fino a quando di lui<br />

non restò niente.<br />

Rimasi a guardare in silenzio. Poi dissi: «Se n’è andato?»<br />

Bones sapeva cosa intendevo. «Immagino di sì. Ha portato a termine quello che voleva, quindi è andato<br />

avanti. Certe volte le persone più testarde restano in sospeso abbastanza a lungo per fare un’ultima cosa.»<br />

E si era fidato di me perché mi occupassi di quell’ultima cosa per lui. Forse non potevo dire di avere molte<br />

eccellenze, ma vendicare la gente a cui era stata strappata la vita era densamente la mia spedalità.<br />

Mi diressi verso la porta.<br />

«Cosa pensi di fare?» domandò Bones.<br />

«Prendere Miss Unghie Rosa e ammucchiarla qui con tutti gli altri» buttai lì da sopra le spalle. «Poi ho<br />

intenzione di aspettare fino a quando i loro amia non saranno tornati per ammazzarli come si meritano.»


Bones mi seguì. «Sembra divertente.»<br />

Eravamo sulla pista più vicina ai bagni. Chiunque cercasse di entrare in quell’orribile privé prima avrebbe<br />

dovuto passarti accanto. Mi ero rifiutata di ballare con lui, anche se sarebbe stata la nostra migliore copertura, ma<br />

Bones si era limitato a<br />

trascinarmi sulla pista in modo molto simile a come aveva fatto durante il nostro primo appuntamento.<br />

«Sei una killer professionista, vero?» domandò. «Non puoi gironzolare per quel corridoio tutta sporca di<br />

sangue e aspettarti di passare inosservata.»<br />

Sul mio vestito color lavanda c’erano davvero delle strisce rosse. Mi ero lavata le mani in bagno, ma quello<br />

non potevo sistemarlo. Bones aveva ragione: sarei risaltata come un pugno in un occhio a vagabondare<br />

nell’ingresso o anche al bancone. Schiacciata contro di lui sulla pista da ballo, però, nessuno le avrebbe viste.<br />

A parte il fatto che stare appiccicata a Bones sulla pista faceva male al mio autocontrollo. L’ultima volta che<br />

l’avevo tenuto così stretto era stato il mattino in cui l’avevo lasciato. Lo ricordavo come se fosse stato il giorno<br />

prima: io che cacciavo indietro le lacrime rammentandomi che era l’unica possibilità.<br />

Già, alcune cose erano cambiate.<br />

Guardai in giro alla ricerca di una distrazione. Qualsiasi cosa non mi facesse focalizzare su quanto mi fosse<br />

mancato stare tra le sue braccia.<br />

«A ogni modo perché sei qui? Credevo che fossi occupato con Felicity, da quel che ho visto.»<br />

Inarcò le sopracciglia. «Guardarmi mentre la badavo ti ha dato fastidio? Non riesco a immaginare perché. Nel<br />

tuo biglietto non mi avevi forse detto di andare avanti con la mia vita?»<br />

Un colpo basso. Cominciai a scostarmi, ma lui si limitò a stringere la presa. O restavo ferma o facevo una<br />

scenata e probabilmente mi lasciavo sfuggire gli assassini.<br />

Ricominciai a ballare imbronciata, odiando che a me importasse ancora così tanto mentre a quanto pareva a<br />

lui era rimasta solo la rabbia.<br />

«Sapevano cos’ero, Bones. Gli uomini che quel giorno vennero in ospedale, sapevano tutto dai miei referti<br />

media. Ed erano a conoscenza dei vampiri. Quello a capo…»<br />

«Don?» suggerì.<br />

Oh, quindi aveva fatto i compiti. «Sì, Don. Disse che era tutta la vita che cercava qualcuno abbastanza forte<br />

per combattere i vampiri, ma che non fosse uno di loro. Mi offrì un accordo. Ci avrebbe trovato un altro posto<br />

dove stare e io avrei comandato la sua squadra. In compenso promise che ti avrebbe lascia-to in pace. Non<br />

avevamo altro modo di sopravvivere. Ci avrebbero dato la caccia come animali, e sai che mia madre avrebbe<br />

preferito morire piuttosto che venire via con te. Avrebbe anche preferito vedermi morta che trasformata in un<br />

vampiro e, diciamoci la verità, alla fine sarebbe stato questo che avresti voluto da me!»<br />

Bones emanò uno sbuffo amaro, facendomi roteare un po’ troppo forte.<br />

«E questo il punto di tutta questa maledetta storia? Credevi che ti avrei trasformato in un vampiro?<br />

Maledizione, micetta, ti è mai venuto in mente di parlarmene invece di limitarti a scappare di corsa?»<br />

«Sarebbe stato inutile. Alla fine avresti insistito» replicai cocciuta.<br />

«Avresti dovuto fidarti di me» mormorò. «Quando mai ti ho mentito?»<br />

«Quando mi hai mentito?» saltai su. «Che ne did di quando hai rapito e ucciso Danny Milton? Mi avevi giurato<br />

che non l’avresti toccato, ma non penso che sia in Messico a sorseggiare Margarita, vero?»<br />

«Mi facesti giurare di non uccidere, azzoppare, mutilare, smembrare, accecare, torturare, far sanguinare, né<br />

arrecare nessun’altra ferita a Danny Milton. Né stare a guardare mentre lo faceva qualcun altro. Avresti dovuto<br />

lasciare le tue preoccupazioni per qualcuno che lo meritasse: Danny ti ha tradita senza indugi, abbandonandoti<br />

come una cattiva abitudine. Sai che la distruzione dei ricordi dovuta al lavaggio del cervello non regge sotto gli<br />

occhi di un Signore vampiro. Almeno alla fine quel bastardo è stato utile. Mi ha detto dove vivevi. In Virginia.<br />

Avevo ristretto la tua zona a tre stati, e Danny mi ha risparmiato del tempo. Ecco perché ho ordinato a Rodney di<br />

ucciderlo rapidamente e in modo indolore - e non sono stato a guardare.»


«Bastardo» riuscii a rispondere.<br />

Bones si strinse nelle spalle. «Dal giorno in cui sono nato.»<br />

Ballammo in silenzio per alcuni minuti. Continuavo a guardarmi intorno alla ricerca di qualche eloquente pelle<br />

cristallina tra gli avventori, ma per il momento Bones e io eravamo gli unici non umani. Dove siete,<br />

succhiasangue? Qui, zannine, zannine, zannine…<br />

«Dunque da quanto tempo esci con il veterinario dei cuccioli?» mi chiese Bones.<br />

Il suo tono canzonatorio mi fece irrigidire la schiena. «Non<br />

sono affari tuoi.»<br />

Fece una breve risatina. «Davvero? Prima avevi l’aria di stare per conficcare un paletto nel cuore di Felicity,<br />

tuttavia sei riluttante a darmi una semplice risposta?»<br />

Il ritmo cambiò e divenne più lento. Maledissi la musica, Bones e gli assassini che mi avevano messo in quella<br />

situazione.<br />

«Volevo conficcarle un paletto nel cuore perché è una stronza superficiale che mi manda in bestia. Tu non<br />

c’entri niente.»<br />

La risata di Bones divenne più smorzata. «Bugiarda.»<br />

Si avvicinò, e seguendo il ritmo affondò il corpo nel mio. La sensazione dei suoi muscoli che guizzavano<br />

sinuosamente sotto i suoi vestiti mi fece stringere le mani. Mentre rammentavo a me stessa che non avrebbe mai<br />

funzionato tra noi, ricacciavo indietro qualcos’altro oltre alle lacrime.<br />

Le sue narici tremarono. Imprecai fra me e me. Potevo fingermi spavalda quanto volevo, ma Bones era un<br />

vampiro. Avrebbe potuto capire l’effetto che mi faceva semplicemente annusandomi.<br />

«Forse ti sono mancato dopotutto» disse piano, mentre delle macchioline verdi gli comparivano negli occhi.<br />

Mi finsi indifferente. «Non esserne lusingato; sei solo un bravo ballerino. Anche Felicity sembrava pensarlo.»<br />

«Vedermi con Felicity era il minimo che ti meritassi dopo che ho dovuto guardare quell’orsacchiotto umano<br />

farti gli occhi dolci» rispose Bones seccamente. «Davvero, micetta, cos’avevi in mente? Tua mamma ha più palle<br />

di Noah.»<br />

«Le sue palle stanno benissimo!» sbottai, poi arrossii. Figuriamoci se lo sapevo e, oddio, l’avevo detto<br />

davvero?<br />

Bones sbuffò e mi fece fare una giravolta prima di tirarmi più vicino. «Giusto. Non mi meraviglio che tu sia così<br />

eccitata accanto a me. Ritengo che ti sia divertita di più a masturbarti che a farti scopare da lui. Dev’essere<br />

frustrante.»<br />

Prendendosi gioco di me, strusciava i fianchi contro i miei. Mi sentii avvampare da una rabbia che coprì la mia<br />

libidine. Non avrei mai e poi mai ammesso di non aver dormito con Noah né, dannazione, con nessuno dopo<br />

Bones. Frustrante? Non si avvicinava nemmeno a come mi sentivo.<br />

Ma potevamo essere in due a prenderci in giro. Tirai su una gamba e l’avvolsi intomo al fianco di Bones,<br />

stringendolo forte e facendogli diventare lo sguardo di un verde fisso.<br />

«Sembra che non sia la sola a essere frustrata, Mr Erezione Ottica. «Magari vuoi abbassare il tono dei tuoi<br />

occhi? La gente lo noterà.»<br />

Bones li chiuse, poi mi cinse la vita e si piegò fino a toccarmi l’orecchio con la bocca.<br />

«Attenta, piccola. Potrò anche essere arrabbiato con te, ma questo non significa che non ti desideri ancora.<br />

Quindi se lo rifai, ti scoperò proprio qui, in questo momento, e fanculo chiunque voglia guardare.»<br />

La sua improvvisa erezione sottolineò il fatto che non stava facendo una minaccia a vuoto. Il che mi<br />

spaventò… E mi eccitò in modi che non volevo nemmeno contemplare.<br />

Bones prese un lungo respiro. Rabbrividii perché sapevo che, siccome i vampiri non hanno bisogno di<br />

respirare, stava inalando l’aroma traditore del mio desiderio.<br />

«Oh, micetta…» La sua voce diventò più roca. «Adesso mi stai sfidando, vero?»<br />

Fui risparmiata dal dargli una risposta - o peggio - quando l’energia nella stanza variò. Anche Bones lo capì,


molto più chiaramente di me. S’irrigidì e aprì gli occhi di scatto, con le pupille non più verdi ma di un marrone<br />

scuro.<br />

«Sono qui.»


14<br />

Il gruppo di vampiri era composto da due uomini e una donna. Si muovevano per il bar con una grazia<br />

pericolosa e sensuale che nessun umano poteva copiare. Peccato che cionondimeno gli esseri viventi che li<br />

circondavano non potessero avvertire il pericolo. Al contrario, gareggiavano per contendersi l’attenzione dei bei<br />

predatori.<br />

Poi una loro azione mi fece lamentare ad alta voce. Si divisero. Accidenti. Avevo sperato che si sarebbero<br />

diretti tutti in massa nella loro segreta stanza dei divertimenti, consentendo a me e a Bones di bloccare l’uscita e<br />

ucciderli a nostro piacimento. Ma ovviamente così sarebbe stato troppo facile.<br />

«Dovrò chiamare la mia squadra» dissi piano a Bones. «E far mettere in sicurezza il perimetro.»<br />

Lui sbuffò sprezzante. «Giusto. I tuoi soldatini giocattolo sono a più di un’ora di distanza, e in pratica posso<br />

sentire la sete di sangue che trasuda da questi bastardi. Si sfameranno presto. Se aspetti, qualcuno morirà.»<br />

Aveva ragione. Sembrava che i tre stessero già scegliendo l’ antipasto. Se uno di loro si recava nel<br />

disordinatissimo privé e dava l’allarme, gli altri due potevano scappare. Inoltre, non potevo fare la mia mossa<br />

abituale di offrirmi come morso di prova. Il sangue sul mio vestito rovinava il mio aspetto da snack innocuo.<br />

«Hai qualche idea?» domandai.<br />

Bones sorrise. «Sì.»<br />

Mi stupì afferrando la ragazza più vicina a sé e avvicinandosela con uno strattone. Le prese la testa fra le mani<br />

mentre accostava il viso al suo. Stavo per chiedergli cosa diamine stesse facendo quando i suoi occhi<br />

s’illuminarono, parzialmente nascosti dalle sue mani. Gli occorse solo un attimo, poi tornarono del loro marrone<br />

naturale, e lei fissò davanti a sé con un’espressione molto obbediente.<br />

«Va’ in bagno» le ordinò Bones «e scambiati i vestiti con questa donna.»<br />

Stavo scuotendo la testa con ammirazione quando mi venne in mente una cosa.<br />

«Avresti potuto farlo anche prima; e non ci sarebbe stato bisogno di ballare insieme!»<br />

Bones fu il solo a ridere. «Sì, avrei potuto.»<br />

Gli lanciai un’unica occhiata significativa prima di portare la ragazza in bagno. Quando entrammo tutt’e due<br />

nello stesso gabinetto, ricevemmo qualche strana occhiata, ma non era il momento di preoccuparsi di<br />

ammiccamenti e gomitate. Mi tolsi subito l’abito e lei fece altrettanto, proprio come le era stato ordinato. Il suo era<br />

un po’ stretto e molto più volgare del mio da damigella. Lasciava anche la schiena scoperta, quindi mi dovetti<br />

togliere il reggiseno. Quando uscimmo dal gabinetto, mi guardai rapidamente allo specchio. Le tette mi sporgevano<br />

dallo scollo profondo, e chiunque avrebbe capito che non stavo indossando il reggiseno.<br />

Proprio come ai vecchi tempi, pensai con ironia. Sembro ima sgualdrina e Bones mi guarda le spalle mentre<br />

vado a uccidere i festaioli con le zanne. L’unica cosa che completerebbe il quadro sarebbe che mi togliessi gli slip.<br />

Al che sorrisi e tomai nel gabinetto.<br />

Quando spuntai davanti al vampiro che sembrava il prossimo a portare la sua compagna in una passeggiata a<br />

senso unico, non mi preoccupai nemmeno di fare conversazione. Mi limitai a spostare per un braccio la bionda<br />

carina con cui stava parlando e a colpirlo sul petto con le mie mutandine.<br />

«Appena ti ho visto,» miagolai «ho capito che queste non mi servivano.»<br />

Questo attrasse la sua attenzione. Abbassò lo sguardo sugli slip, poi se li portò al naso e respirò a fondo.<br />

Bleah, pensai, ma il mio sorriso non vacillò. Quindi spostò da parte la propria compagna, che stava protestando.<br />

«Non importa» le disse.<br />

«puttana!» sibilò quella prima di andarsene a grandi passi. Gesù. Le avevo appena salvato la vita, e questo era<br />

il ringraziamento che ottenevo?<br />

Lo presi a braccetto, assicurandomi di strofinargli il seno addosso. «Non sei uno a cui piace parlare, spero?»


La sua risposta fu di cominciare a spingermi tra la folla di gente. Non vidi Bones, ma questo non mi<br />

preoccupò. Se io non lo vedevo, allora non l’avrebbero fatto nemmeno gli altri vampiri. Magari non mi fidavo dei<br />

miei sentimenti nei suoi confronti, ma non avevo alcuna esitazione ad affidargli la mia vita.<br />

Eravamo arrivati in fondo al corridoio e quasi alla prima stanza nascosta quando il mio compagno si fermò e<br />

annusò con aria interrogativa.<br />

«Cosa dia…?» iniziò.<br />

Non lo lasciai finire. Raggiunsi rapidamente il davanti del mio vestito e gli piantai una lama d’argento nel cuore<br />

prima che avesse la possibilità di dire un’altra parola. Fu veramente facile. Mi dava la schiena, senza sospettare<br />

alcun pericolo.<br />

Poi alla svelta lo trascinai dentro la stanza, brontolando e cercando di non lasciare macchie di sangue. Grazie a<br />

dio dai vampiri il sangue non sgorga come nei film, ma perfino poche gocce sarebbero state troppe con l’olfatto<br />

che si ritrovano.<br />

Mentre ero lì dentro, controllai le altre due ragazze. Erano ancora svenute, ma secondo Bones avevano il<br />

polso abbastanza regolare da poter tentare il nostro agguato. Notai quanto fossero pallide e aggrottai le<br />

sopracciglia. Dovevamo far presto a sistemare gli altri due vampiri, perché avevano bisogno di andare in ospedale<br />

e non di stare sdraiate in quella stanza da film dell’orrore con dei cadaveri tutto attorno.<br />

Un rantolo scioccato mi fece alzare di scatto la testa. La femmina di vampiro era in piedi nel vano della porta<br />

perfettamente immobile, ma non il suo compagno umano, che ansimo un’altra volta e poi si mise a urlare.<br />

«Oh, merda» sospirai.<br />

Lei lo colpì alla testa talmente forte che svenne prima di toccare il pavimento. Poi mi balzò addosso con una<br />

velocità incredibile e i mortali canini in fuori.<br />

Lasciai che entrasse, poi all’ultimo minuto rotolai all’indie-tro e scalciai. Il suo slancio più la mia mossa la<br />

fecero schiantare sul muro dietro di me. Le saltai addosso prima che avesse la possibilità di riorganizzarsi,<br />

lanciandole il coltello nel cuore e dandogli due appaganti giri violenti.<br />

«Micetta, fuori!»<br />

Subito dopo aver sentito il grido di Bones ero fuori dalla porta e lungo il corridoio, tuttavia feci a malapena in<br />

tempo per vederlo rincorrere l’ultimo vampiro, che stava scappando a gran velocità dal locale. Ecco finita la<br />

speranza di uccidere il trio in modo pulito e discreto.<br />

Passai accanto alla gente con quasi la sua stessa sconcertante velocità. Una volta nel parcheggio, mi fermai<br />

solo per strappare il cellulare a una persona abbastanza sfortunata da averne uno premuto all’orecchio mentre gli<br />

galoppavo accanto.<br />

«Grazie!» gridai, poi aggiunsi: «Vi richiamerà!» E riattaccai il telefono in faccia a chiunque fosse all’altro capo.<br />

Feci il numero mentre tenevo d’occhio Bones che zigzagava dietro al nostro ultimo assassino. Era a circa<br />

cinquanta metri davanti a me e stava guadagnando terreno. Maledizione, mi ero dimenticata quanto fosse veloce.<br />

«Tate» ansimai non appena rispose. «Non posso parlare, ma abbiamo bisogno di un gruppo di contenimento<br />

al GiGi Club, subito. Ci sono cadaveri di vampiri, umani e tre vittime che respirano ancora, poi un sacco di<br />

testimoni.»<br />

«Cosa ci fai al GiGi Club?» abbaiò Tate. «Non sarebbe dovuto essere domani sera, con noi?»<br />

Saltai una staccionata, strappando il vestito che avevo preso in prestito, e come una ranocchia mi lanciai<br />

attraverso una strada trafficata.<br />

«Non posso parlare ora» ripetei senza fiato. «Sto correndo dietro a un vampiro; ti chiamo più tardi!»<br />

Poi buttai via il telefono e al suo posto tirai fuori uno dei miei coltelli.<br />

Non riuscivo più a vedere Bones. Era uscito come un lampo dalla mia visuale mentre ero concentrata a non<br />

farmi investire dal traffico che sopraggiungeva. Ciononostante continuai a correre a perdifiato nella stessa<br />

direzione, maledicendo i tacchi e ragionando se avessi fatto prima a fermarmi e togliermi i dannatissimi sandali o a<br />

continuare a correre col rischio di rompermi l’osso del collo. Non sarebbe stato un epitaffio carino? ‘Qui giace


Cat. Uccisa non dai canini, ma da un tacco dodici.’<br />

Ero a metà di un campo da calcio vuoto, e stavo quasi per dire: ‘Fanculo!’ e togliermi le scarpe, dato che<br />

tacchi più corsa nell’erba uguale equilibrio molto precario, quando vidi un lampo verde in lontananza. Occhi di<br />

vampiro, che brillavano nel buio. Fanculo i tacchi, avanti a tutta velocità!<br />

Li vidi proprio mentre Bones strappava la lama dal petto del vampiro. Si trovavano sul terreno recintato di un<br />

cantiere. Mentalmente emisi un sospiro di sollievo. A quell’ora le squadre se n’erano andate da tempo. Bene.<br />

Niente testimoni di cui preoccuparsi.<br />

Dopo aver saltato al di là della staccionata, mi fermai accanto a Bones con il cuore che batteva per<br />

l’adrenalina e la corsa. Lui diede un ultimo caldo al corpo e poi si voltò a guardarmi.<br />

«Tu e io dobbiamo parlare, micetta.»<br />

«Adesso?» domandai incredula, indicando il vampiro morto ai suoi piedi.<br />

«Non è che vada da nessuna parte, quindi sì, adesso.»<br />

Comindai a retrocedere all’istante. Nell’ultima ora ero stata talmente presa dalla caccia agli assassini che<br />

avevo dimenticato come le cose fossero diverse fra Bones e me. Che stupida. Ero così a mio agio nella nostra<br />

routine di caccia ai cattivi che ero finita in un cantiere deserto senza nessun posto dove poter fuggire. Se fossi stata<br />

intelligente, sarei rimasta al GiGi Club e avrei lasciato che Bones desse la caccia a quest’ultimo babbeo da solo.<br />

Lui mi osservò spostarmi leggermente all’indietro, e ridusse gli occhi a due fessure. «Non fare un altro passo.»<br />

«De… devo tornare al locale, sta arrivando la mia squadra…» risposi elusiva.<br />

«Mi ami ancora?»<br />

Quella domanda schietta mi fece quasi inciampare. Distolsi lo sguardo, mordendomi il labbro e odiandomi per<br />

la bugia che stavo per dire.<br />

«No.»<br />

Lui non rispose per talmente tanto tempo che osai guardarlo di sottecchi. Bones mi stava fissando in un modo<br />

che mi fece domandare se fosse capace di vedere attraverso la mia nuca.<br />

«Se non mi ami, allora perché non hai ucciso Ian? Avevi un coltello piantato nel suo cuore, non dovevi far altro<br />

che rigirarlo. Dopotutto il tuo lavoro è uccidere vampiri, ma hai lasciato vivo lui. È come se tu mi avessi mandato<br />

un maledetto regalo di San Valentino.»<br />

«Sentimentalismo.» Mi stavo arrampicando sugli specchi. «In memoria dei tempi andati.»<br />

Storse la bocca. «Be’, piccola, come si usa dire: nessuna buona azione resta impunita. Avresti dovuto<br />

ucciderlo, perché adesso ti sta cercando. Gli hai fatto una certa impressione. Mentre io non ti farei mai fare<br />

qualcosa contro la tua volontà, Ian vuole trovarti proprio per questo.»<br />

«Di cosa stai parlando?»<br />

Bones sorrise, ma non in un modo piacevole. «E’ affascinato, ovviamente. Colleziona oggetti rari, e non c’è<br />

nessuno più raro di te, mia bella mezzosangue. Sei in pericolo. Ian non sa che ti ho trovato, ma ben presto ti<br />

rintraccerà da solo.»<br />

Rimuginai su quelle parole, poi scossi la testa. «Non importa. Ho già sconfitto Ian e posso farlo di nuovo.»<br />

«Non stando alle sue regole.» C’era qualcosa nella sua voce che me lo fece guardare con attenzione.<br />

«Conosco il mio signore. Ian non si limiterà a venire da te una notte per cercare di sfidarti in un combattimento<br />

leale. Prima rapirà tutti quelli che ami e poi farà un accordo con te, alle sue condizioni. Credimi, non ti piaceranno.<br />

Ora, il tuo vantaggio sono io. A causa della tua breve, ingegnosa descrizione del nostro rapporto, Ian è convinto<br />

che tu mi odi e viceversa. Bel colpo, quello. Specialmente la parte dei soldi. Vuoi ancora un assegno?»<br />

«Te ne faccio uno io se te ne vai» borbottai.<br />

Bones m’ignorò. «Inoltre, c’è sempre una taglia sulla tua testa. In bagno ti ho detto che prima che arrivassi<br />

alla loro fonte, mi sono state fatte delle offerte per te, ma non so chi sia dietro quest’ultima. Lui o lei sta agendo in<br />

maniera molto discreta. Per cui c’è un’altra spada che ti pende sulla testa ed è ancora più pericolosa di Ian. Che ti<br />

piaccia o no, avrai bisogno del mio aiuto.»


«Vampiri e ghoul mi danno la caccia in continuazione» tagliai corto. «Se mi serve aiuto, ho la mia squadra.»<br />

«Umani?» Le sue parole stillarono disprezzo. «L’unico modo in cui potrebbero proteggerti è se annientano<br />

l’aggressore facendolo mangiare troppo!»<br />

«Sei talmente arrogante.»<br />

Bones si avvicinò fino a trovarsi a pochi centimetri da me. «Sono potente. Più di quanto ti renda conto. È la<br />

verità, non arroganza- Messi tutti insieme i membri della tua squadra non saprebbero proteggerti bene quanto me,<br />

e tu lo sai. Non è più il tempo di voler insistere cocciutamente a fare tutto da sola, micetta. Avrai il mio aiuto, che ti<br />

piaccia o meno.»<br />

«Dannazione, Bones, quante volte devo dirti che il modo migliore di aiutarmi sarebbe andartene?<br />

Apprezzo gli avvertimenti su Ian, ma se mi stai intorno, sei tu quello che sarà in pericolo. Non preoccuparti per<br />

me, so prendermi cura di me stessa.»<br />

Inarcò le sopracciglia con insolenza. «Lo stesso vale per me, cucciola. Il tuo capo e la sua banda di allegri<br />

compagni non mi fanno minimamente paura. Vuoi sbarazzarti di me? Allora dovrai uccidermi.»<br />

Oh merda. Non potevo farlo. Diamine, non ero stato in grado di ucciderlo quando pensavo che avesse<br />

assassinato una famiglia innocente!<br />

«Allora me ne andrò io» replicai, la frustrazione mi rendeva avventata. «Sono scappata una volta; posso farlo<br />

di nuovo!»<br />

All’improvviso mi ritrovai stretta fra le braccia di Bones con la testa piegata all’indietro, senza averlo visto se<br />

non come uno spasmo di avvertimento. Forse era colpa mia e non dipendeva solo dalla sua velocità. Ero stata<br />

così occupata a tenere alzato uno scudo emotivo, che mi ero quasi del tutto dimenticata quello fisico. E a dire la<br />

verità, non mi sarei mai aspettata che mi mordesse.<br />

Già, con Bones abbassavo sempre la guardia che di solito riservavo ai vampiri.<br />

Mi affondò i canini nel collo: proprio come quella volta tanti anni prima, quando mi aveva morso, quel che la<br />

logica mi diceva che avrebbe dovuto fare male era piacevole, invece. Molto, molto piacevole, e sempre di più a<br />

ogni sorsata. Mi sentii invadere da una stranissima sensazione di calore, anche se, con il mio sangue che stava<br />

defluendo dentro Bones, avrei dovuto sentire più freddo e non più caldo.<br />

Fermati’ volevo dire, ma era solo l’impressione di riuscire a formulare le parole. Al contrario mi uscì un gemito<br />

selvaggio. Bones mi strinse con le breccia, piegandomi all’indietro<br />

leccandomi il collo prima di affondarvi di nuovo i denti.<br />

Tremai di piacere tinche se fui colpita da un’improvvisa preoccupazione. Aveva intenzione di uccidermi?<br />

Trasformarmi in un vampiro? Nessuna delle due possibilità mi andava a genio. Cominciai a vedere dei puntini,<br />

sempre che i miei occhi fossero ancora aperti, ai quali si aggiunse il rimbombo nelle orecchie, che era o il battito<br />

del mio cuore o il rumore che si sente prima di svenire.<br />

Cominciai a tempestarlo di pugni sulla schiena. Era l’unica azione che riuscivo a fare per dirgli di fermarsi, visto<br />

che la mia bocca sembrava buona solo a fare dei brevi versi estasiati. Fu allora che mi resi conto che potevo<br />

fermarlo, se davvero lo volevo. Avevo ancora il coltello d’argento in mano. Riuscivo a sentire il metallo freddo tra<br />

le dita.<br />

Doveva averlo sentito anche Bones, perché ritrasse un attimo la testa, con gocce del mio sangue che gli<br />

macchiavano la bocca come rubini, e poi lentamente e spontaneamente si piegò di nuovo sul mio collo. La lunga e<br />

profonda suzione che seguì mi fece piegare le ginocchia e fui percorsa da un brivido talmente deliziato che mi<br />

ritrovai a pensare che, anche se stavo per morire, almeno sarei morta felice.<br />

Però non dovevo morire. Per vivere bastava che piegassi la lama e le dessi una bella spinta. Bones non mi<br />

stava trattenendo le braccia. Erano appoggiate mollemente sulla sua schiena mentre lui mi teneva una mano<br />

aggrovigliata nei capelli, sostenendomi con l’altra. Il nero in cui era avvolta la mia visuale divenne più spesso, il<br />

rumore nelle mie orecchie fu quasi assordante. Si trattava di me o di lui, perché era chiaro che non si sarebbe<br />

fermato.


Avvolsi le dita attorno al coltello per colpire… E poi mi rilassai. Questo mi scivolò dalla mano, che invece usai<br />

per stringere ancora di più Bones. Non posso farlo, fu il mio ultimo pensiero. Inoltre ci sono molti modi peggiori di<br />

morire.


15<br />

Tornai cosciente poco per volta. In primo luogo, mi resi conto che mi batteva ancora il cuore. Bene, non sono<br />

morta né mi ha trasformato in un vampiro. Buono cosi. Poi scoprii di avere un cuscino sotto la testa. Mentre<br />

mi svegliavo a poco a poco capii che ero sdraiata su un fianco coperta da una trapunta. La camera era buia, le<br />

tende chiuse. Braccia quasi dello stesso colore delle mie mi avvolgevano da dietro.<br />

Fu in quel momento che mi svegliai del tutto.<br />

«Dove siamo?»<br />

Con chi fossi non era in discussione, anche se sentivo la testa ancora ovattata.<br />

«Nella casa che ho in affitto, a Richmond.»<br />

«Quanto tempo sono rimasta svenuta?» I dettagli stupidi mi sembravano importanti; il perché non lo sapevo.<br />

«Più o meno quattro ore. Abbastanza perché Ribassi tutte le coperte. Ti ho ascoltato russare e ti ho guardato<br />

avvolgerti a bozzolo nel copriletto, e ho capito che stringerti mentre dormi era ciò che più mi mancava.»<br />

Mi misi seduta, e con la mano tastai la gola. Come mi aspettavo, era liscia. Niente punture né asperità lasciate<br />

a dimostrazione di quant’era successo. Bones aveva richiuso i buchi con una goccia del suo sangue, cancellando<br />

ogni traccia di quello che mi era accaduto.<br />

«Mi hai morso» gli dissi in tono accusatorio, ma con molta meno rabbia di quanta avessi voluto. O era la<br />

combinazione del succo nei suoi canini o la perdita di sangue che faceva sembrare tutto non così… stressante. E<br />

avrei dovuto essere stressata.<br />

Pur essendo entrambi ancora vestiti, ero a letto con Bones, e non era una buona idea se volevo mantenere le<br />

distanze dal punto di vista emotivo.<br />

«Sì» fu tutto ciò che mi rispose. Non si preoccupò nemmeno di mettersi seduto, ma rimase steso sui cuscini.<br />

«Perché?»<br />

«Per molte ragioni. Vuoi che te le elenchi tutte?»<br />

«Sì.» Un certo astio s’insinuò nella mia voce. Sembrava maledettamente troppo indifferente per i miei gusti.<br />

«Principalmente per dimostrati una cosa» cominciò, mettendosi finalmente seduto. «Avresti potuto uccidermi.<br />

Di regola avresti dovuto. C’era un vampiro che ti stava succhiando via la vita e tenevi in mano un coltello<br />

d’argento. Solo un pazzo non avrebbe brandito quell’arma o qualcuno più coinvolto di quanto non ammetta.»<br />

«Bastardo, mi hai morso per mettermi alla prova?» esclamai, scendendo dal letto e ritrovandomi a<br />

barcollare per l’improvvisa ondata di vertigini. A quanto pareva Bones aveva ripulito completamente il piatto.<br />

«Scommetto che ti sarebbe dispiaciuto parecchio se ti avessi squarciato il cuore, non è vero, maledizione? Come<br />

hai fatto a essere tanto stupido; avresti potuto farti ammazzare!»<br />

«Anche tu» rispose arrabbiato. «Francamente dopo anni passati a domandarmi cosa provassi per me, valeva<br />

la pena rischiare la vita per scoprirlo. Ammettilo, micetta. Non ti è passata quanto non è passata a me, e tutte le<br />

tue smentite, bugie o il coglione con cui esci non lo cambieranno.»<br />

Dovetti distogliere lo sguardo, perché sentirgli dire che non gli era passata era come un martello rivestito di<br />

velluto sul cuore. A malapena registrai l’insulto a Noah.<br />

«Non importa» dissi infine. «Non può funzionare tra noi, Bones. Niente può cambiare quello che sei, e<br />

io non cambie-rò quello che sono.»<br />

«Rispondi a questo, micetta: quando siamo solo tu e io, senza nessun altro, t’infastidisce che non sia un essere<br />

umano? So cosa pensano gli altri - tua madre, i tuoi colleghi e amici - ma a te importa che io sia un vampiro?»<br />

In realtà, non l’avevo mai pensata in quei termini. C’erano sempre altri aspetti da considerare. Eliminati i quali,<br />

però, no esitai a rispondere.<br />

«No, non m’importa.»


Chiuse gli occhi per un secondo. Poi li riaprì con un lampo intenso.<br />

«So che mi hai lasciato perché pensavi di dovermi proteggere, che non riuscissi a gestire gli ostacoli che ci si<br />

paravano davanti. Così hai cercato di andare avanti con la tua vita perché credevi che tra noi non avrebbe mai<br />

funzionato. Ma vedi, io non riuscivo a voltare pagina perché sapevo che avrebbe potuto funzionare. Da quando<br />

mi hai lasciato ti ho cercato tutti i giorni, micetta, e non ne posso più di stare senza di te. Hai fatto come volevi, ora<br />

lascia che provi io.»<br />

«Di cosa stai parlando?»<br />

«Di fidarti di me, che è ciò che avresti dovuto fare più di quattro anni fa. Sono abbastanza forte da gestire<br />

qualsiasi cosa mi possano riservare il tuo lavoro o tua mamma. T’importa ancora di me, e di certo io non ho perso<br />

le speranze con te. Possiamo sconfiggere le difficoltà, se ci concedi una chance.»<br />

Oddio, se solo fosse davvero così semplice!<br />

«Anche togliendo mia madre e il mio lavoro, siamo comunque condannati, Bones. Sei un vampiro. Ero seria<br />

quando ti ho detto che non m’importa, ma a te sì! Cosa farai quando invecchierò, ti limiterai a passarmi le<br />

medicine per l’artrite? Vorrai trasformarmi. Te la prenderai quando mi rifiuterò, e questo ci distruggerà.»<br />

Mi fissò senza battere ciglio.<br />

«Per la cronaca: non ti forzerò mai a diventare un vampiro. Non ti farò pressioni, non ti costringerò, non<br />

t’ingannerò, né f incolperò. E abbastanza chiaro?»<br />

«Quindi ti sta bene che diventi rugosa, grigia, decrepita e poi morta?» domandai con crudeltà. «È questo che<br />

stai dicendo?»<br />

Qualcosa che doveva essere compassione gli attraversò il<br />

«Micetta, siediti.»<br />

«No.» Un brivido mi corse lungo la schiena. Se all’improvviso sembrava tanto compassionevole, non poteva<br />

esserci un bel motivo. L’avrei ascoltato in piedi. «Dimmi. Cosa c’è che non per morire o cosa?» Questo avrebbe<br />

spiegato perché<br />

non era preoccupato che invecchiassi.<br />

Bones si alzò e mi si parò davanti. «Ti sei mai chiesta quanto a lungo potresti vivere? Ci hai mai riflettuto<br />

veramente?»<br />

«No.» Feci una risata amara. «Pensavo che sarei stata uccisa piuttosto in fretta con il lavoro che faccio.»<br />

«A parte quello» proseguì. Il cuore cominciò a martellarmi. «Pensaci: sei per metà un vampiro. Non ti sei mai<br />

ammalata. Il tuo corpo guarisce a una velocità disumana e non puoi prendere nessuna delle malattie che affliggono<br />

la popolazione vivente. Perfino droghe e veleni devono esserti somministrati in dosi massicce prima che facciano<br />

effetto, quindi cosa tifa pensare che vivrai quanto la gente normale?»<br />

Aprii la bocca per ribattere, ma mi rimase spalancata. In un certo qual modo mi sentii come la notte in cui mia<br />

madre mi disse cos’ero, perché negare fu il mio primo istinto.<br />

«Stai cercando di fregarmi. Ho un battito cardiaco, respiro, ho il ciclo, mi depilo le gambe… Sono viva. Ho<br />

avuto un’infanzia!»<br />

«Una volta mi hai raccontato che le tue differenze sono emerse in modo più evidente durante la pubertà.<br />

Probabilmente è stata la spinta ormonale, la stessa che può innescare le malformazioni congenite negli esseri umani<br />

ha aumentato i tuoi tratti da Nosferatu, e da li in poi sono cresciuti. Il tuo battito cardiaco e il fatto che respiri ti<br />

rendono solo più facile da uccidere, ma non sei un essere umano. Non lo sei mai stata. È solo che li imiti meglio di<br />

quanto facciano i vampiri.»<br />

«Bugiardo!» gridai.<br />

Lui non si scompose. «La tua pelle non è invecchiata di un giorno da quando mi hai lasciato. Non una ruga,<br />

non una grinza. Certo, hai solo ventisette anni e non dovresti mostrare troppi segni ancora per un po’, tuttavia<br />

dovrebbero esserci delle differenze nei pori e nella struttura della pelle…» Per enfasi mi fece scorrere un dito lungo<br />

la guancia. «Ma non ce ne sono. Poi c’è il sangue.»


La mia mente turbinò. «Che sangue?»<br />

«Il mio. Non ho avuto l’occasione di dirtelo prima, perche te ne sei andata due giorni dopo. Probabilmente<br />

non farà molta differenza nel quadro generale, ma il fatto è che la notte in cui abbiamo salvato tua mamma, hai<br />

bevuto il mio sangue. Non solo poche gocce per guarire, ma un litro abbondante. Solo quello aggiungerebbe<br />

cinquantanni alla durata media della vita di un umano. Alla tua, chissà? Con tuttaprobabilità il doppio.»<br />

Tirai indietro la mano, ma lui l’afferrò prima che lo schiaffeggiassi. «Bastardo! Non me l’hai detto. Non mi<br />

hai avvertito!»<br />

«Ti avrebbe fatto cambiare idea? Se ricordi bene, quella notte credevi che stessimo per morire entrambi, per<br />

non parlare del fatto che eri pronta a tutto per salvare la tua mamma. E sinceramente potresti arrivare a diventare<br />

vecchia quanto me anche senza quello. Non fidarti solo della mia parola, vai a trovare il tuo capo. Guardalo negli<br />

occhi e chiedigli cosa sa già. Con tutti gli studi che devono aver fatto su di te in questi anni,<br />

sono maledettamente sicuro che lo sappia. Ecco perché non devo farti pressioni affinché tu diventi un vampiro.<br />

Con le tue origini miste e il consumo occasionale del mio sangue, vivrai quanto vuoi già così come sei.»<br />

Non poteva essere vero. Era come se mi stesse crollando il mondo addosso. Desideravo solo scappare dalla<br />

verità e restare da sola, lontana anche da Bones. Spedalmente da Bones.<br />

M’incamminai verso la porta con aria assente, ma lui mi bloccò. «Dove credi di andare?»<br />

Lo spinsi via. «Fuori. Per adesso non riesco a guardarti.»<br />

Non si mosse. «Non sei in condizione di guidare.»<br />

Emisi una risata amara. «Allora perché non ti apri una vena giusto per me? Cosa sono altri dnquant’anni, no?»<br />

Bones allungò una mano, ma io mi ritrassi bruscamente.<br />

«Non toccarmi.»<br />

Sapevo che quello che stavo provando era un’illogica reazione di rabbia. In fondo, ambasciator non porta<br />

pena e tutto quanto. Ma non potevo farne a meno.<br />

Bones abbassò la mano. «Bene. Dove vuoi andare? Ti accompagno io.»<br />

«Portami a casa.»<br />

Tenne la porta aperta. «Dopo di te.»<br />

Bones mi lasciò a casa dicendomi che d saremmo visti l’indomani notte. Non risposi. Mi provocava troppe<br />

emozioni contrastanti, e avevo già troppe cose a cui pensare.<br />

Una volta entrata, chiamai Don per dirgli che stavo bene. Come mi aspettavo, in segreteria avevo numerosi<br />

messaggi suoi e di Tate. Capivo la loro preoccupazione: la mia ultima telefonata in cui dicevo che stavo dando la<br />

caccia a un vampiro risaliva a ore prima. Poi non avevano più avuto mie notizie.<br />

M’inventai una storia su una caccia lunga un’ora che era finita in un cantiere che per pura coincidenza non era<br />

lontano dal GiGi Club. Speravo che Bones avesse lasciato lì il corpo perché altrimenti sarei dovuta uscirmene con<br />

una rete di menzogne alternativa. Poi dissi a Don che ero distrutta dalla caccia al vampiro e che non sarei andata al<br />

lavoro fino al giorno dopo. Non fece domande sul mio resoconto degli eventi. Perché avrebbe dovuto? Non gli<br />

avevo mai mentito prima.<br />

Di positivo c’era che Don m’informò che le due vittime erano in ospedale e i medici si aspettavano che si<br />

riprendessero del tutto. Non sapeva che c’era voluto l’intervento di un vampiro per salvarle dall’attacco di un<br />

altro. E io mi guardai bene dallo spiegarne l’ironia al mio capo.<br />

Poi feci una doccia calda, lavando via gli ultimi residui di sangue. Se solo fosse stato altrettanto facile lavare via<br />

gli errori dalla mia vita. La voce di Bones continuava a riecheggiarmi nella testa. Da quando mi hai lasciato ti ho<br />

cercato tutti i giorni… Vivrai quanto vuoi già così come sei… Hai fatto come volevi, ora lascia che provi<br />

io…<br />

Il giorno prima, tutto aveva senso per me. Sapevo cosa dovevo fare, non mettevo in discussione le mie<br />

decisioni (anche se alcune mi avevano ferito in modo insopportabile) e sapevo in che direzione andava la mia vita.<br />

Quel giorno, era cambiato tutto. Avevo molte più domande che certezze, non sapevo cosa diavolo stessi facendo


e avevo scoperto di avere molto più tempo per mandare a puttane la mia vita di quanto avessi immaginato in<br />

precedenza.<br />

Avrei voluto poter parlare con Denise. Lei riusciva a sfrondare le stronzate per trovare buonsenso nel caos.<br />

Ma il giorno prima c’era stato il suo matrimonio, quindi dire che non era disponibile era poco.<br />

Avrei chiamato mia madre solo se all’ultimo minuto mi fosse servito un motivo per saltare da un ponte. Era<br />

piena di ciechi pregiudizi, non di buonsenso, e una telefonata a lo avrebbe seriamente rischiato di farmi porre fine a<br />

tutto. Anche se devo ammettere che mi aveva piuttosto stupita che le prime parole di Don non fossero state:<br />

‘Allora, dov’è il vampiro che era al matrimonio?’ Mia madre non aveva parlato di Bones.-per il momento. Per lei,<br />

quella era una dimostrazione di notevole contenimento.<br />

Nella mia squadra non c’era nessuno con cui potessi discu-i miei sconvolgimenti personali. Per questo non<br />

potevo fidarmi nemmeno di quelli che consideravo amici: Tate, Juan e Cooper.<br />

Noah, be’… dovevo parlargli, d’accordo, ma non per confidargli i miei più profondi segreti. Avrei dovuto<br />

dirgli che tra noi era finita. Avevo lasciato che le cose andassero avanti troppo a lungo, e non era giusto. Mi<br />

sentivo già una stronza; lasciar passare altri giorni mi rendeva solo più stronza.<br />

Passai un’altra ora ad andare su e giù per la casa, stanca ma consapevole che non avrei dormito. Il mio gatto<br />

si annoiò d’inseguire le mie caviglie mentre cercavo di bucare il tappeto, e andò al piano di sopra. Io continuai a<br />

camminare, ossessionata dalle parole di Bones. ‘Da quando mi hai lasciato ti ho cercato tutti i giorni…’ ‘Vivrai<br />

quanto vuoi già così come sei…’ ‘Hai fatto come volevi, ora lascia che provi io…’<br />

«Chi sto prendendo in giro?» mi chiesi infine, delusa, ad alta voce. Più che delle intenzioni di Ian di darmi la<br />

caccia, della taglia sulla mia testa, o di quant’altro, ero preoccupata di questo: Bones e io avevamo davvero<br />

qualche speranza insieme? Con la consapevolezza della mia longevità, era stato rimosso l’ostacolo più grande alla<br />

nostra relazione. Certo lavoravo per una versione governativa di pompe funebri e mia madre si sarebbe cavata gli<br />

occhi piuttosto che vedermi uscire con un vampiro… Ma se Bones avesse avuto ragione? E se noi due insieme<br />

non fossimo stati così senza speranza? Gesù, dopo tutti quegli anni, riuscivo a malapena a credere di avere ancora<br />

una possibilità di prendere in considerazione la cosa.<br />

Adesso la domanda era: Cos’ero pronta a rischiare per scoprirlo?


16<br />

Quando più tardi quel giorno entrai nel suo ufficio, Don mi guardò con moderata curiosità. Quando mi chiusi la<br />

porta alle spalle e girai la chiave, divenne sospettoso. Normalmente mi doveva ricordare perfino di chiuderla.<br />

«Cosa succede, Cat? Hai detto che era urgente.»<br />

Già, lo era. Ripensando a Bones che m’informava che Don conosceva il segreto della mia longevità mi ero<br />

irritata di brutto. Era giunto il momento di agitare le acque.<br />

«Vedi, Don, ho una domanda e spero che sarai onesto con me.»<br />

Si tirò i peli in fondo al sopracciglio. «Penso che tu sappia di poter far affidamento sulla mia onestà.»<br />

«Davvero?» chiesi in tono tagliente. «Bene, dimmi allora: da quanto tempo mi stai fottendo?»<br />

Questo lo indusse a smettere di tirarsi il sopracciglio. «Non capisco cosa tu stia dicendo…»<br />

«Perché se io avessi avuto intenzione di fottere te,» lo interruppi «mi sarei procurata una bottiglia di gin, un<br />

po’di musica di Frank Sinatra… e una barella per l’attacco di cuore che ti sarebbe venuto. Ma tu, Don, mi hai<br />

fottuto per anni ormai, e senza liquore, musica, fiori, caramelle né quant’altro!»<br />

«Cat…» Sembrava sospettoso. «Arriva al punto. Questa metafora comincia a stancarmi.»<br />

«Quanti anni ho?»<br />

«Il tuo compleanno è appena passato; lo sai quanti anni hai. Ventisette…»<br />

La sua scrivania si frantumò dall’altra parte della stanza, riducendosi in schegge di mogano. Volarono fogli e il<br />

computer cadde sul tappeto con un tonfo. Fu tutto più veloce del battito scioccato delle sue palpebre.<br />

«Quanti anni ho?»<br />

Don lanciò un’occhiata al mobilio distrutto, poi raddrizzò le spalle e mi guardò dall’altra parte dello spazio<br />

ormai vuoto<br />

che ci divideva.<br />

«Diciannove o venti, se consideri la tua densità ossea e i referti medici. Anche i tuoi denti lo confermano.»<br />

A quanto pare il mio corpo aveva deciso di smettere d’invecchiare alla fine della pubertà. Feci una risatina<br />

aspra.<br />

«Immagino che non mi serviranno scorte di crema antirughe, vero? Brutto stronzo, avevi intenzione di dirmelo<br />

prima o poi? O volevi limitarti a guardare se vivevo abbastanza a lungo da notarlo?»<br />

Ogni finzione era sparita in Don, e se non l’avessi saputa lunga, avrei detto che sembrava sollevato.<br />

«Prima o poi te l’avrei detto, certo. Al momento giusto.»<br />

«Già, e sapevi di avere un sacco di tempo, non è vero? Chi altro lo sa?» Camminavo avanti e indietro,<br />

continuando a tenerlo d’occhio mentre si rimetteva seduto tra le rovine del suo ufficio.<br />

«Tate, l’anatomopatologo di qui, il dottor Lang, e probabilmente il suo assistente, Brad Parker.»<br />

«A Tate hai detto dei decenni aggiunti alla sua vita? O anche per quello aspettavi il ‘momento opportuno’?»<br />

Nel tempo in cui pronunciai queste frasi, Don da calmo e sereno divenne agitato. Mentre esitava, colsi<br />

l’occasione.<br />

«Non provare nemmeno a dire che non sai di cosa sto parlando! Quella notte in Ohio hai condotto test su tutti<br />

noi, e da allora ogni maledetta settimana. Non gli hai detto niente?»<br />

«Non ne ero sicuro» rispose impacciato.<br />

«Be’, lascia che ti rassicuri allora! Ciascuno di loro ha bevuto circa mezzo litro di sangue di vampiro ben<br />

invecchiato, il che dà a ognuno, quanto? Altri ventanni almeno? Sai, ho sempre pensato che tu ci proibissi di bere<br />

il sangue direttamente Perché eri preoccupato che cominciasse a piacerci, specialmente a me, ma invece ti<br />

preoccupava ben altro, non è vero? Sapevi già cosa ci avrebbe fatto! Come l’hai scoperto?»<br />

Il suo tono era freddo. «Anni fa qualcuno che conoscevo


cominciò a lottare dalla parte giusta come me, poi finì per piacergli di più il nemico. Nei decenni non è mai<br />

invecchiato, fu così che capii cosa può fare il sangue di vampiro, ed è il motivo per cui il Bram è tanto<br />

minuziosamente esaminato e filtrato. In esso non è contenuto niente di quel veleno pericoloso.»<br />

«Quel veleno a cui fai riferimento scorre in metà del mio dna» risposi aspramente. «è per questo che non te ne<br />

frega un cazzo ogni volta che vado in missione e potrei rimanere uccisa? Perché sarei solo un essere spregevole in<br />

meno di cui preoccuparsi?»<br />

«All’inizio era così» tornò a dire brusco, alzandosi a sua volta. Allargò le braccia in un gesto che mi<br />

comprendeva. «Guardati, sembri una bomba a orologeria ricoperta di pelle. Tutto quel potere, tutta quell’abilità<br />

disumana… Pensavo che ti saresti annoiata di tutti i tuoi limiti e che te ne saresti liberata, finendo per passare<br />

dall’altra parte. Ecco perché quando ti sei arruolata ho detto a Tate di prepararsi a ucciderti. Ma tu non hai mai<br />

tentennato, e non hai ceduto al desiderio di altro potere. Francamente… è stato illuminante.»<br />

Don fece un sorriso autodenigratorio. «Cinque anni fa, ero piuttosto disilluso dalla natura umana quando viene<br />

esposta a influenze soprannaturali. Quando ti ho scoperto, pensavo che saresti andata in pezzi ancora più<br />

velocemente proprio per quello che c’era nel tuo sangue. Sì, all’inizio ti ho affidato le missioni più pericolose per<br />

sfruttarti al massimo prima che ti trasformassi e dovessi essere mandata via. Però, non è successo. Tu, che porti<br />

nella tua composizione genetica la stessa alterazione che ha fatto sbagliare così tanti prima di te, ti sei rivelata la<br />

migliore fra noi. In breve, e per non drammatizzare troppo, mi hai ridato la speranza.»<br />

Lo fissai. Lui non distolse lo sguardo dai miei occhi severi, e infine scrollai le spalle.<br />

«Che tu ci creda o meno, ho fiducia in quello che facdo. Mi prendo una settimana per pensare e deridere la<br />

mia prossima mossa. Quando torno faremo un’altra chiacchierata e in questa saranno compresi Tate, Juan e<br />

Cooper. Dirai a tutti le conseguenze dell’aver bevuto quel sangue. E su un punto ti sbagli, Don, non è il sangue di<br />

vampiro che contamina: tanto per cominciare bisogna vedere se la persona che lo beve era già contaminata. Ehi,<br />

non basarti solo sulla mia parola, guar<br />

da i ragazzi. Anche loro hanno avvertito quel potere, hanno<br />

pito quanto poteva renderli diversi… E tuttavia non sono vventati cattivi. Non cambia quello che sei, si limita a<br />

incrementarlo, nel bene e nel male. Ricordatelo, ma sento che dovrò farlo io.»<br />

«Cat.»<br />

Don mi fermò mentre con un calcio spostavo le macerie per aprire la porta.<br />

«Tornerai, non è vero?»<br />

Mi fermai con una mano lo stipite. «Oh, tornerò, che ti piaccia o no.»<br />

più tardi quella sera, quando percepii un cambiamento di energia nella mia casa, non mi sorpresi. Ero in cucina<br />

che riscaldavo una cena congelata nel microonde, quando di colpo seppi che non ero da sola.<br />

«E educazione bussare» dissi senza voltarmi. «La mia porta non è rotta, sai.»<br />

Mentre Bones entrava in cucina quella sensazione di energia aumentò.<br />

«Sì, ma così è più drammatico, non sei d’accordo?»<br />

La mia cena suonò. La tirai fuori dal microonde, afferrai una fordietta e mi sedetti al tavolo del tinello. Bones<br />

mi si mise davanti, guardandomi con moderata circospezione.<br />

«Non mi preoccupo di offrirtene» dissi irriverente. «Il mio collo e io sappiamo entrambi che hai già mangiato.»<br />

Increspò leggermente le labbra. «Ti ho spiegato che non si trattava di nutrimento.»<br />

«No, per te si trattava di una dimostrazione.» Infilzai un morso e masticai. «La prossima volta magari usa<br />

qualcos’altro invece della mia giugulare!»<br />

«Non era la tua giugulare. Saresti svenuta troppo alla svelta, e io volevo che tu avessi il tempo di prendere la<br />

decisione di uccidermi o meno» replicò Bones, sostenendo il mio sguardo. «Perciò ti ho morso intorno alla<br />

giugulare. Ecco per-ce voluto più tempo… E perché mi sono potuto godere il<br />

o sangue che mi rifluiva dentro invece di limitarmi a inghiottire uno zampillante flusso arterioso.»<br />

A queste parole esitai a inghiottire il mio stesso boccone.


me coccolato alla menta, gli occhi di Bones turbinarono di<br />

verde al ricordo e, a essere onesti, devo ammettere che anch’io sentii dentro un guizzo di piacere.Ilsuo morso<br />

avrebbe potuto costituire i preliminari, tanto era stato bello.<br />

Ma c’erano cose più importanti a cui pensare, anche se di sicuro la mia libido non era d’accordo.<br />

«Dunque,» dissi dopo aver finito di masticare «sei decisissimo a non andartene fino a quando questo<br />

pericolo con Ian non sia passato e tu abbia neutralizzato chiunque sventoli un assegno in cambio del mio cadavere,<br />

giusto?»<br />

Bones annuì. «E’ così.»<br />

«E forse prima, quando sono andata al lavoro, mi hai seguito giusto per vedere se cercavo di scappare?»<br />

Scrollata di spalle. «Diciamo solo che lì, oggi, nessun aereo si sarebbe sollevato da terra.»<br />

Indurii lo sguardo. «Quindi presumo che dopo mi abbia seguito da Noah e abbia origliato anche lì.»<br />

Bones si piegò in avanti con un’espressione di assoluta freddezza sul volto. «Normalmente non farei mai del<br />

male a un innocente, ma devo ammettere una certa mancanza di razionalità quando si tratta di te. Oggi rompendo<br />

con lui gli hai salvato la vita, perché se avessi sentito qualcos’altro succedere in quella casa, l’avrei squarciato in<br />

due.»<br />

«Avresti dovuto provarci» risposi in tono rauco. «Noah non crede nei vampiri, nei ghoul né a nient’altro che<br />

sia più soprannaturale di Babbo Natale. Farai meglio a non fargli del male.»<br />

«Micetta, se avessi voluto ammazzare Noah, l’avrei fatto prima ancora che tu sapessi che ero in città. Ma è<br />

diffìcile che tu possa aspettarti che stia a girarmi i pollici mentre vi ascolto scopare. Ricordi la tua reazione l’altra<br />

sera quando ho baciato Felicity?»<br />

Sì, avevo sentito quell’impulso di strapparle gli arti uno alla volta. Il territorialismo vampiresco non<br />

si preoccupa affatto di chi è innocente o meno.<br />

«Bene» riconobbi. «Proviamo ancora entrambi qualcosa l’uno per l’altra. Tu ritieni che possa<br />

funzionare nonostante il mio lavoro e l’odio virulento di mia madre per i vampiri. Siccome ti rifiuti di andartene<br />

comunque per via di Ian e della taglia sulla mia testa…»<br />

Cominciò a sorridere. « Stai sventolando bandiera bianca?” «Non così alla svelta. Sto dicendo che possiamo<br />

andarci piano e vedere se ci si ritorcerà contro. Non sto dicendo di dichiararci amore eterno mentre cado<br />

all’indietro a gambe aperte.»<br />

Il suo sorriso si allargò. «Ci sono altre posizioni.»<br />

Quelle parole, e lo sguardo nei suoi occhi, mi sfiorarono come una carezza sul corpo. Feci un respiro<br />

profondo, ecco perché avevo scelto una soluzione di astinenza. Non sarei mai riuscita a tenere a bada le emozioni<br />

se tiravo in ballo finche il sesso. Dopo cinque secondi netti avrei urlato a Bones il mio amore<br />

eterno.<br />

«Prendere o lasciare.»<br />

«Affare fatto.»<br />

Sbattei le palpebre, una parte di me non credeva a quello che stava accadendo. Era reale? O solo un altro<br />

pazzo sogno, uno dei mille che avevo fatto su Bones?<br />

«D’accordo.»<br />

Non sapevo cosa dire. Né fare. Stringergli la mano? Sigillare il tutto con un bado? Gridare: Fanculo l’astinenza<br />

e strappargli i vestiti di dosso? Mi sarebbe servito un manuale d’appuntamenti con i non-morti, perché a quel<br />

punto mi ero persa.<br />

Bones piegò la testa, ed emise un suono rassegnato.<br />

«Micetta… la tua derisione sarà messa alla prova prima di quanto ti aspetti.»<br />

Eh? «Di cosa stai parlando?»<br />

Si alzò. «Tua mamma è qui.»


17<br />

Balzai in piedi. «Oh merda!»<br />

Per la paura tentai di camminare prima di essermi completamente alzata dalla sedia, e prontamente inciampai.<br />

A tanto mi valsero i miei riflessi da mezza morta. Poi vidi Bones con la coda dell’occhio. «Ehm, cosa stai<br />

facendo?»<br />

Con tutta calma era andato nella stanza accanto e si era seduto sul divano.<br />

«Resto esattamente qui. Hai appena acconsentito a dare una possibilità a noi due, e stavolta mi rifiuto di essere<br />

spinto dentro un armadio. Stai per uscire allo scoperto con tua mamma per quanto mi riguarda. Avrei dovuto<br />

forzarti prima. Invece, ha scoperto della nostra relazione solo dopo che dei vampiri hanno ucciso i suoi genitori<br />

davanti a lei. Non c’è da meravigliarsi che l’abbia presa male.»<br />

«L’ha presa male?» D ricordo della morte dei miei nonni mi surriscaldò la voce. «Ha cercato di farti<br />

uccidere!»<br />

Bussarono energicamente alla porta. Mia madre non era mai stata delicata.<br />

Bones inarcò un sopracciglio. «Vai tu, o devo andare io?»<br />

Si preannunciava un disastro, ma la posizione della sua mascella non m’invogliò a convincerlo a nascondersi,<br />

ed era davvero troppo forte perché lo spingessi un’altra volta dentro l’armadio.<br />

«Solo un secondo, mamma!» gridai. Poi rovistai in giro alla ricerca di una bottiglia di gin. Ragazzi, quanto ne<br />

avrei avuto bisogno!<br />

«Andrà dritta da Don» borbottai.<br />

«Lascia che lo faccia» ribatté Bones. «Io non mi muovo.»<br />

Gli lanciai un’ultima occhiata stizzosa prima di dirigermi verso la porta. Avevo finito di andare con i piedi di<br />

piombo in questa relazione: a quanto pareva stavo per buttarmi a capofitto nei guai. Immaginai che non ci fosse<br />

momento migliore per vedere se Bones aveva ragione in quanto al superamento dei nostri ostacoli. In particolare<br />

quello di mia madre era più spaventoso di quanto Don avrebbe mai potuto essere.<br />

La mamma irruppe in casa mia non appena aprii la porta. Stava già brontolando.<br />

«…cercato sul cellulare di Noah prima, e mi ha detto che avete rotto! Non credere che non sappia perché,<br />

Catherine, e sono qui per dirti che devi finirla. In questo istante. Ti sei sbarazzata di quel rifiuto assassino anni fa, e<br />

lo farai ancora! Non resterò seduta a guardare mentre ti trasformi nello stesso tipo di demone infernale che ti ha<br />

generato…»<br />

La sua voce si affievolì fino a un sussurro quando scorse Bones sul divano, la stava guardando con un’aria che<br />

non poteva che dirsi divertita.<br />

«Ciao Justina» parlò piano. «E’ un piacere rivederti. Non vuoi sederti?»<br />

Per sottolineare le sue parole, diede un colpetto al posto vuoto accanto a sé.<br />

In un battito di ciglia mia madre passò dal bianco al color porpora. Chiusi la porta e presi un bel sorso del mio<br />

drink. Che le crisi isteriche avessero inizio!<br />

La mamma si girò verso di me in un impeto di collera. «Per l’amor di dio, Catherine! Cosa c’è di sbagliato in<br />

te. Ti ha stregato un’altra volta?»<br />

A quelle parole Bones rise di gusto. Si srotolò dal divano senza alcuno sforzo, andandole incontro mentre lei<br />

faceva molti passi indietro.<br />

«Se qualcuno è rimasto vittima di un incantesimo, Justina, sono io. Tua figlia me ne ha fatto uno cinque anni fa,<br />

e ancora non me ne sono liberato. Oh, e sarai contentissima di sapere che abbiamo deciso di riprendere la nostra<br />

relazione. Non stare a congratularti: fidati, la tua espressione mi basta.»<br />

Presi un sorso più lungo dalla bottiglia. Evidentemente Bones aveva deciso di non essere clemente con mia


madre e gli era saltato direttamente alla gola. Tipico di un vampiro.<br />

Il tono della mamma era acido. «Pensavo che avessi finito di fare la puttana quando l’hai lasciato, Catherine,<br />

ma a quanto pare hai solo rimandato l’attività.»<br />

Il viso di Bones divenne di pietra, e parlò perfino prima che riuscissi a rivolgerle una risposta indignata.<br />

«Non azzardarti mai più a parlarle in quel modo.» C’era una minaccia esplicita nelle sue parole sferzanti. «Di<br />

me puoi dire tutto quello che vuoi e anche di più, ma non me ne starò in disparte mentre la infami per colpa della<br />

tua stessa ignoranza.»<br />

Lei fece un altro passo indietro, e qualcosa nella sua espressione cambiò. Come se alla fine avesse capito che<br />

doveva lottare direttamente con lui e non solo tramite me.<br />

«Hai intenzione di limitarti a stare lì e lasciare che mi minacci?» mi chiese poi, cambiando tattica. «Immagino<br />

che te ne starai seduta e gli concederai anche di dissanguarmi.»<br />

«Oh smettila, mamma» abbaiai. «Non ti farà del male, il che è decisamente meglio di quello che gli faresti tu,<br />

se ne avessi la possibilità. Scusa se non ti difendo mentre t’incazzi perché non vuole che tu mi offenda. Dev’essere<br />

un difetto del mio carattere.»<br />

Mi scosse un dito davanti. «Il sangue si rivela sempre, diceva mio padre, e aveva ragione! Guardati! Ti sei<br />

abbassata a lasciare un brav’uomo per uno schifoso animale, anzi una creatura che non è nemmeno un<br />

animale! Peggio!»<br />

«Sono esattamente qui, Justina, e sarà meglio che ti d abitui. Vuoi darmi dell’animale? Allora guardami in<br />

faccia.»<br />

Bones mi si parò davanti cosicché lei fu costretta a osservarlo o a distogliere lo sguardo. Mia madre lo fissò<br />

attentamente per la prima volta, guardandolo dritto negli occhi. Le va riconosciuto che non fece marcia indietro<br />

davanti al suo sguardo. Di lei si potevano dire molte cose, ma di certo non che fosse una codarda.<br />

«Ridimmi un po’ come ti chiami.»<br />

Il suo provocante accenno al fatto che non fosse importante mi fece nascondere un sorriso alle spalle di<br />

Bones. Mia madre sapeva maledettamente bene qual era il suo nome.<br />

«Bones. Non posso dire die sia un piacere esserci presentati degnamente, ma ormai era ora, non trovi?»<br />

La intravedevo dietro di lui. La marrana lo squadrò da capo a piedi in modo sprezzante, e infine scosse le<br />

spalle.<br />

«In effetti non sono d’accordo. Be’, non sei brutto.» Non era un complimento dal modo in cui le uscì dalle<br />

labbra. «Anche suo padre era bello, anzi favoloso. Ovviamente lo sai: lei è uguale Certe volte riesco a malapena a<br />

guardarla per quanto gli somiglia.»<br />

Avvertii una fitta di dolore, perche l’avevo sempre saputo, poteva anche volermi tanto bene, ma non mi<br />

accettava. Forse non l’avrebbe mai fatto.<br />

«Le assomiglierà, può essere, non lo so» replicò fermamente Bones. «Non ho mai conosciuto il tizio, ma lascia<br />

che te lo assicuri: ha preso molto anche da te. La testardaggine per esempio. Il coraggio. Un brutto carattere<br />

quando si arrabbia. Riesce anche a portare rancore piuttosto bene, ma in questo la batti: dopo ventisette anni<br />

continui ancora a punirla per quello die ti è successo.»<br />

Al che mia madre avanzò fino a puntargli un dito a un centimetro dal petto. «Come osi! Hai il coraggio di<br />

rinfacciarmi quello che uno della tua specie mi ha fatto, quello che senza dubbio hai fatto anche tu,<br />

sporco demone assassino!»<br />

Anche Bones fece giusto un passo avanti. Erano uno di fronte all’altra.<br />

«Se fossi stato solo un demone assassino, ti avrei spedito all’inferno anni fa. Ti assicuro che mi avrebbe<br />

semplificato di molto la vita. L’hai mandata in confusione quando quegli avvoltoi sono venuti con la loro golosa<br />

offerta, e sappiamo entrambi perché l’ha accettata, vero? Non t’importa minimamente che negli ultimi anni sia stata<br />

infelice quanto me, o che abbia avuto più esperienze ai confini della morte di Houdini, diamine! No, ti crogiolavi<br />

nella tua soddisfazione perché stava uccidendo i vampiri invece di scoparsene uno! Be’, Justina, spero che tu ti sia


goduta l’intervallo, perché è finito. Sono tornato e ho intenzione di restare.»<br />

Mia madre mi landò un’occhiata carica di tensione da sopra la spalla di Bones. «Catherine! Non puoi voler<br />

stare con questa creatura! Si prenderà la tua anima, ti trasformerà…»<br />

«La mia anima appartiene solo a me e a Dio, mamma. Bones non potrebbe prenderla nemmeno se d<br />

provasse.» Mi spostai per affrontarla e inspirai a fondo. Tieni duro. Ora o mai più. «Ma non lascerò più che né<br />

tu né nessun altro decidiate cosa fare della mia vita privata. Bones non deve piacerti, maledizione, per quel che me<br />

ne frega puoi odiarlo a morte; ma fintanto che starò con lui, dovrai sopportarlo. E così dovranno fare Don e gli<br />

altri, o… o me ne andrò e non tornerò più.»<br />

Lei si limitò a guardarmi con aria assente, spostando lo sguardo da me a lui e viceversa. Poi le comparve un<br />

bagliore negli occhi. Fed una risata amara.<br />

«Provaci, mamma. Prova a chiamare i miei colleghi e a farlo ammazzare. Hai visto cos’ha fatto anni fa sulla<br />

superstrada, e non era nemmeno arrabbiato! Inoltre, ucciderò con le mie mani chiunque venga a cercarlo.» Lasciai<br />

che mi leggesse negli occhi che dicevo sul serio. Magari avrei fatto tutto dò che potevo per evitarlo… Ma in<br />

definitiva era vero. «Dopo di che Bones e io spariremo. Per sempre. Lo vuoi davvero? In fondo se resto qui con<br />

te e loro, avrò meno probabilità di volermi trasformare in un vampiro. Ma se mi allontano dai miei appoggi<br />

umani… be’, non si sa mai.»<br />

Stavo spudoratamente giocando con le sue peggiori paure, ma se lo meritava. Bones increspò le labbra.<br />

«Guarda il lato positivo» spronò la mamma con intenzioni maligne. «Se d lasci in pace, un giorno potrebbe<br />

stancarsi di me. Ma se ci costringi a fuggire, non mi lasci molte alternative…» Bones lasciò la frase in sospeso.<br />

«Come se credessi a una sola parola di quel che hai detto» ribatté mia madre. «Sarebbe meglio per tutti se tu<br />

t’impalassi da solo e morissi per sempre. Se l’amassi davvero, lo faresti.»<br />

Bones le landò un’occhiata stanca e poi affondò: «Sai qual è il tuo problema, Justina? Che hai disperatamente<br />

bisogno di una bella scopata.»<br />

Inghiottii un sorso di gin per coprire la risata che mi stava fuoriuscendo. Gesù, quante volte l’avevo pensato!<br />

Lei emise uno sbuffo scandalizzato. Bones la ignorò.<br />

«Bada bene, non è che te ne stia offrendo una io. I miei giorni da gigolò sono finiti nel lontano Settecento.»<br />

Mentre ansimavo, il gin mi finì repentinamente nei polmoni. Non stava raccontando veramente a mia madre<br />

della sua precedente professione! Gesùssanto, fa’ che abbia capito male!<br />

No, avevo capito bene, e Bones proseguì: «Ma ho un amico che mi deve un favore e potrei convincerlo a…<br />

micetta, ti senti bene?»<br />

Avevo smesso di respirare nell’attimo in cui aveva ammesso con disinvoltura la sua precedente occupazione.<br />

Aggiungete a questo il liquido che mi si era bloccato nei polmoni e no, non mi sentivo bene.<br />

La mamma non mi considerava. Un torrente d’insulti le eruppe dalla gola.<br />

«Schifoso sodomita depravato e molesto…»<br />

«Non è un perfetto ritomo alla sua infanzia? Ti preoccupi più di te stessa che di tua figlia, maledetta; non vedi<br />

che sta soffocando?»<br />

Bones mi picchiò sulla schiena mentre tossivo per espellere il gin dalla trachea. Quando mi arrivò nei polmoni il<br />

primo respiro, bruciò. Gli occhi mi si riempirono abbondantemente di lacrime, ma almeno riuscii a farne un altro<br />

doloroso, e poi un altro ancora.<br />

Rassicurato dal fatto che respirassi di nuovo, Bones riprese da dove si era interrotta mia madre.<br />

«’Sodomita’ non è corretto, Justina. Le mie clienti erano donne, non uomini. Giusto per chiarire; non mi<br />

sarebbe piaciuto che tu pensassi qualcosa di falso su di me. Certo, se non ti fidi delle mie raccomandazioni per una<br />

scopata, suppongo che l’amico di tua figlia, Juan, potrebbe essere disponibile per l’arduo compito…»<br />

«Ora basta!» gridò la mamma, spalancando la porta con violenza.<br />

«Torna presto» le gridò dietro Bones, mentre lei se la richiudeva alle spalle con tanta forza da far tremare le<br />

finestre.


«Andrà dritta da Don» decretai con la voce roca per il mio fortuito tentativo di respirare il gin.<br />

Solo Bones fece un largo sorriso. «No, non lo farà. È arrabbiata, ma è furba. Le ha fatto bene vedere che<br />

l’affrontavi. Ribollirà per un po’, e poi aspetterà un’occasione. Nonostante quello che ti ha detto, non rischierebbe<br />

mai che tu la lasciassi. Non ha nessun altro, e lo sa.»<br />

Non ero convinta. «Faresti comunque bene a guardarti le spalle. Potrebbero mandarti dietro una squadra.»<br />

Bones rise. «A che scopo? Ci vorrebbe un piccolo esercito per mettermi all’angolo, e lo sentirei arrivare. Non<br />

temere, piccola. Non è così facile uccidermi. Ora, vuoi venire con quello? O vuoi metterti qualcos’altro?» «Per<br />

cosa?» chiesi sospettosa.<br />

«Ti porto a cena fuori» rispose. «È un classico negli appuntamenti, no? Tantopiù che il tuo antipasto di prima si<br />

è freddato, e non era molto invitante nemmeno quand’era caldo.»<br />

«Ma… e se…» iniziai, poi mi fermai.<br />

Dalla sua espressione, capii che Bones sapeva che ero stata sul punto di dire: ‘E se d vedono insieme?’ Se<br />

davvero volevo dare un’opportunità a quella relazione, allora dovevo conciliare Bones con il mio lavoro. Più<br />

specificatamente, dovevo conciliare Don con Bones. O andarmene… E sperare con tutto il cuore di non diventare<br />

il successivo bersaglio da eliminare della squadra.<br />

Ora o mai più. «Vado a cambiarmi; aspettami.»<br />

Bones mi fece un sorriso ironico. «Ci sono piuttosto abituato.»


18<br />

Nonostante le mie paure, passarono tre giorni senza un accenno da parte di mia madre o dal lavoro. Ero<br />

stupita che Bones sembrasse avere ragione e la mamma non fosse corsa da Don urlando: ‘Nosferatu, aaah!’ o<br />

qualche variante. Aveva davvero così tanta paura di perdermi come aveva detto Bones? Dopo un’intera vita<br />

passata a credere che mia madre sarebbe stata più felice senza di me, era molto strano pensare che avesse<br />

sacrificato un po’ dei suoi infiniti pregiudizi per avere una relazione.<br />

Oppure stava semplicemente guadagnando tempo. Questo scenario era molto più probabile.<br />

Bones mi portava fuori tutte le sere. Andavamo a cena, al cinema, nei bar o semplicemente a passeggiare in<br />

giro per Richmond. A essere onesti, devo ammettere di non essere mai stata più felice in vita mia. Ogni volta che<br />

aprivo la porta e lo vedevo lì ad aspettarmi, il cuore prendeva a battermi all’impazzata. Lui doveva sentirlo,<br />

naturalmente, ma non fece mai commenti. Bones restava nei limiti dell’andiamoci piano’ che avevo imposto,<br />

aspettando che facessi la prima mossa.<br />

Cosa che stava diventando sempre più difficile non fare. Certo, avevo detto di andarci piano, ma più tempo<br />

passavo con Bones meno mi ricordavo perché avevo pensato che fosse una buona idea. Ogni volta che mi teneva<br />

la mano, ogni volta che i nostri corpi si toccavano - maledizione! -, ogni notte che mi lasciava sulla veranda e se<br />

ne andava con solo un bacio della buonanotte, mi struggevo di desiderio. Non sarei riuscita ad andarci piano<br />

ancora per molto: avrei finito per saltargli addosso.<br />

La quarta sera, Bones disse che voleva cucinare per me invece di andare fuori. Mi dissi d’accordo,<br />

domandandomi se fosse un modo per organizzare una serata più romantica, e non obiettai. Se avessi dato retta al<br />

mio corpo, il dessert non sarebbe stato di genere alimentare.<br />

Siccome in casa non avevo nulla a parte pasti pronti da scaldare nel microonde, prima di tutto Bones andò al<br />

supermercato. Usai in veranda per farlo entrare, sorridendo davanti alle varie buste della spesa, e poi rimasi<br />

sconcertata nel vedere la sua espressione indurirsi.<br />

«Ci stanno osservando.»<br />

Mentre lo diceva, Bones non si voltò e anni di pratica mi fecero resistere all’impulso di guardarmi intorno. Gli<br />

tolsi qualche sacchetto e gli domandai a bassa voce: «Ian?»<br />

«No, è il tuo amico, quello dell’Ohio. È in macchina in fondo alla strada, e dal modo in cui le sue pulsazioni<br />

sono aumentate, deduco che sei stata scoperta. Ha capito cosa sono.»<br />

«Tate?» Era l’unica persona che Bones avesse visto ai tempi dell’Ohio quando Don usò la sua tattica di<br />

reclutamento ‘unisciti a me o muori’. «Credi che l’abbia chiamato mia madre?»<br />

Bones mi spinse dentro con il proprio corpo.<br />

«Dalla sua frequenza cardiaca, intuisco che è sdoccato. No, non ne aveva idea. Probabilmente pensava di<br />

offrirti un po’ di compagnia nella speranza che tu cedessi e andassi a letto con lui. Coglione.»<br />

Cominciai a camminare avanti e indietro. Bones mise a posto la spesa come se niente fosse. La praticità era<br />

decisamente il suo forte. Ecco cos’ho ottenuto a insegnare ai ragazzi a notare le lievi sfumature nell’aspetto e nei<br />

movimenti che distinguono un vampiro dal resto della popolazione, pensai. A quanto pareva avevo fatto fin troppo<br />

bene il mio lavoro, visto che Tate aveva capito cos’era Bones dal fondo della strada. Mi misi in ascolto, allertando<br />

i sensi verso l’esterno. Dopo un secondo, sentii anch’io il respiro e il ritmo cardiaco di Tate accelerati. Già, si<br />

poteva dire in tutta sicurezza che era scosso.<br />

Dopo un altro istante, mandò su di giri il motore. Guidava in direzione opposta rispetto a casa sua, e non d<br />

voleva molto a indovinare dove fosse diretto.<br />

«Avrei voluto più tempo» dissi lievemente disperata.<br />

Bones si limitò a preparare un Gin tonic e me lo porse. Lo finii ancor prima che il ghiaccio si sciogliesse.


«Meglio, piccola?» Increspò le labbra. «Quella roba è come la tua coperta di Linus.»<br />

«Mi piace il sapore. E’ quello che dicono tutti gli ubriaconi, non è vero?» Sospirai, improvvisamente stanca.<br />

«Vuoi che me ne vada, o che aspetti per vedere cosa faranno? Te l’ho detto, se vengono in gran numero, li<br />

sentiremo molto prima che arrivino. A te la scelta.»<br />

Dopo un minuto di riflessione silenziosa, lo guardai.«Be’, suppongo che prima o poi l’avrebbero scoperto<br />

comunque. A Tate occorrerà mezz’ora per arrivare al nostro stabile, almeno trenta minuti serviranno a Don per<br />

deridere il da farsi, e infine altri trenta per mandare qui una squadra, se sarà questa la loro scelta. Tate non sa che<br />

l’abbiamo visto, quindi non penserà che ci sia fretta. Puoi anche rimanere. Se sono riusdta a dirlo a mia madre,<br />

Don dovrebbe essere una passeggiata.»<br />

Provai a fare la spiritosa per coprire l’agitazione del mio stomaco, ma Bones comprese che ero molto meno<br />

sicura di quanto sembrassi.<br />

«Andrà tutto bene, micetta. Vedrai.»<br />

Esattamente un’ora dopo, il mio cellulare squillò. Per poco non lo ruppi per la fretta di rispondere.<br />

«Pronto?» Devo riconoscermi il merito che non ci fosse un filo di apprensione nella mia voce. All’altro capo<br />

della linea, Don sembrò meno cortese.<br />

«Cat? Sei tu?»<br />

«E’ il mio cellulare, chi altro dovrebbe essere?»<br />

Ci fu un attimo di silenzio, e poi mi chiese guardingo: «Va tutto bene lì?»<br />

Oh, forse allora pensava che avessi trascinato un vampiro in casa per divertirmi un po’ e poi ucciderlo. Be’, un<br />

punto a suo vantaggio per avermi concesso il benefico del dubbio. Tate non l’aveva fatto.<br />

«Sì, sì, perché? Cosa succede?»<br />

Ci fu un altro momento di silenzio e poi Don proseguì: «C’è un’emergenza. Quando puoi venire?»<br />

Landai un’occhiata a Bones, che si strinse nelle spalle. «Dammi un’ora.»<br />

«Va bene, ti aspetto.» Oh, non avevo dubbi.<br />

Dopo aver chiuso, esplosi: «Non ho intenzione di consegnarti!»<br />

Non appena queste parole mi furono uscite di bocca, mi resi conto di dire sul serio. Gli ultimi giorni mi<br />

avevano ricordato esattamente quant’ero stata triste senza Bones. Tornare alla mia vita vuota solo perché così tutti<br />

quelli intorno a me sarebbero potuti stare più tranquilli? No, grazie.<br />

Bones rise spietatamente. «Hai davvero ragione. Non voglio andarmene solo perché forse non d daranno la<br />

benedizione.»<br />

«Tuttavia, non ho intenzione di lasciare il lavoro.» Inconsciamente avevo già preso anche quella decisione, ma<br />

fino a quel momento non l’avevo ancora espressa a voce. «Questo è più di un mestiere per me. Posso fare la<br />

differenza nella vita di persone che non hanno nessun altro a cui rivolgersi, Bones. So di dover affrontare Don e i<br />

ragazzi, ma non me ne andrò a meno che non mi costringano.»<br />

«Dannazione.» Bones sospirò. «Se vuoi continuare la tua crociata per liberare il mondo dagli assassini nonmorti,<br />

puoi farlo con me. Non hai bisogno di loro.»<br />

«Ma loro hanno bisogno di me. Se non mi lasceranno altra scelta, me ne andrò, ma lotterò perché ci<br />

ripensino.»<br />

Mi fissò con un misto di frustrazione e rassegnazione. Infine alzò le mani.<br />

«Va bene. Devo pensare a cosa fare in proposito, e anche per quanto riguarda Ian, anche se con lui abbiamo<br />

un po’ più di tempo. Magari un mese, se la fortuna d assiste. Se il tuo amico non l’ha capito, non dire ancora al<br />

tuo capo chi sono veramente. Devo sistemare alami dettagli prima che si rendano conto di non avermi ucciso<br />

nell’Ohio.»<br />

«Quali dettagli? Con Ian?»<br />

«Non Ian. Don. Un tizio interessante. Negli ultimi svariati mesi ho fatto delle ricerche su di lui e sto aspettando<br />

conferma di alcune informazioni. Te lo dirò quando le avrò.»


Don? «Quali informazioni?»<br />

«Te lo dirò quando le avrò» ripetè. Poi cambiò argomento. «Sai che ti seguirò fin laggiù, ma quant’è sicuro<br />

quel vostro edificio? Se cercano di costringerti ad andartene, dove ti porteranno? Alla pista di atterraggio?»<br />

«Sì, se la prendono male, cercheranno di farmi andar via in aereo. Normalmente da lì non ne partono, perciò<br />

se ne vedi uno che rulla, ci sono buone probabilità che io sia a bordo.»<br />

«Non devi andare per forza, ma vedo che hai già deciso in proposito. Pensaci un attimo, però. Se non<br />

riescono a convincerti a rinunciare a me e pensano che cercherai di scappare nel caso in cui ti trattengano, cosa li<br />

fermerà dal limitarsi a ucciderti? Ti garantisco che non decollerà nessun aereo con te a bordo, ma non mi piace<br />

l’idea che tu finisca in una trappola. Quanto sei sicura di questa gente?»<br />

Ci pensai, in modo freddo e distaccato. Poi scossi la testa.<br />

«A meno che non abbiano esaurito tutte le altre opzioni, non premeranno quel grilletto. Prima cercheranno di<br />

salvarmi. Se cominciassi a uccidere le persone, allora proverebbero a farmi fuori, ma altrimenti… no. Non è nello<br />

stile di Don.»<br />

Incontrai il suo sguardo, perché volevo che mi guardasse negli occhi mentre dicevo il resto.<br />

«Quando ti ho lasciato, pensavo che fosse l’unico modo di salvare te e mia madre. Lo credevo davvero. Ma<br />

negli anni, ho imparato a conoscere Don. Può essere un insensibile figlio di puttana, ma non è la fredda creatura<br />

che avevo creduto inizialmente. Se scappassi con te, Don non lascerebbe mia madre senza protezione, non<br />

importa se la prima volta che ci siamo incontrati ha minacciato di farlo. Sì, mi ucciderebbe se pensasse che<br />

distruggerei la sua operazione, ma sarebbe solo l’ultima spiaggia. Non ho paura di entrare, ma come ho detto, non<br />

ho intenzione di consegnarti solo perché a Don non piacerà che sei un vampiro e che sto uscendo con te.»<br />

Bones si avvicinò.<br />

Molto gentilmente, mi accarezzò il viso. Poi mi fece scivolare la mano tra i capelli e si piegò in avanti. Quando<br />

le sue labbra si chiusero sulle mie, gemetti piano.<br />

L’istantaneo brivido che mi percorse forse era dovuto alla sua energia, dato che le mie labbra pizzicarono al<br />

contatto con le sue. Ma pensai che doveva trattarsi di altro, specialmente quando avvertii una scossa più forte<br />

mentre mi sfregava la lingua con la sua. Lo strinsi di più, finché i nostri corpi non furono stretti l’uno all’altro tanto<br />

saldamente quanto le nostre bocche. Di colpo il bisogno che avevo soffocato per anni tornò ruggente in superficie.<br />

Gli strinsi le mani intomo alle spalle, e poi lo accarezzai tutto per l’impulso repentino e frenetico di toccarlo il più<br />

possibile.<br />

Le braccia di Bones si spostarono sulla mia schiena per schiacciarmi dolorosamente contro di lui.<br />

La sua bocca saccheggiò la mia con una fame che mi fece salire alle stelle il battito cardiaco e da sotto sentii<br />

erompere un fremito vorace. Dovette averlo sentito anche lui, forse ne aveva percepito l’odore, perché strofinò<br />

l’inguine contro il mio con un massaggio forte e carezzevole che mi fece quasi venire lì dov’ero.<br />

Mi staccai da lui. O lo facevo in quel momento o non l’avrei mai fatto. Bones mi tenne per le braccia mentre<br />

fissava il bagliore verde chiaro dei suoi occhi nei miei. Abbassò le mani sulla mia pelle, come se fosse combattuto<br />

perché non sapeva se tirarmi indietro o lasciarmi andare.<br />

«Se ti bado di nuovo, non mi fermerò» ammise duramente.<br />

L’avvertimento era un’eco dei miei stessi pensieri.<br />

Respiravo con brevi sbuffi ansimanti che con il loro ritmo eccitato sembravano prendersi gioco di me. ‘Resta’<br />

dicevano. A Don occorrerà almeno un’ora prima di presentarsi con i rinforzi…’<br />

«Non possiamo, non adesso» mi lamentai. «O sarebbe piuttosto facile per i ragazzi ucciderti, visto che saresti<br />

già inchiodato sotto di me.»<br />

Bones rise, ma fu più una specie di brontolio rauco. «Sarei felice di rischiare.»<br />

Mi ritrassi, staccandogli letteralmente le dita dal mio braccio.<br />

«Non ora» ripetei, anche se quello che avrei davvero voluto fare era urlare: ‘Sì, ora, e sbrigati!’ «Devo<br />

occuparmi di questa cosa. Non trovi che abbiamo aspettato fin troppo?»


Lanciò un’occhiata frustrata al rigonfiamento dei suoi pantaloni.<br />

«Assolutamente.»<br />

Risi. «Non quello; sai cosa intendevo.»<br />

Bones si passò una mano tra i capelli, lanciandomi un’occhiata da cui si capiva che stava ancora ponderando<br />

se gettarmi sul tappeto o no. Dovetti distogliere lo sguardo per la paura che quello che avrebbe visto nei miei occhi<br />

non avrebbe fatto altro che incoraggiarlo.<br />

«Giusto» disse infine. «Il tuo lavoro. Passiamo in rassegna le possibilità nel caso in cui prendessero male la<br />

notizia. Voglio che tu sia preparata a scappare se ce ne fosse bisogno.»<br />

«Non preoccuparti per quello» risposi, ridendo stancamente fra me e me. «Sono anni che tengo pronta una via<br />

di fuga.»


19<br />

La guardia all’ingresso non mi fece cenno d’entrare come al solito.<br />

«Scusi, ma… ehm, dobbiamo controllare il suo veicolo.»<br />

Nascosi un sorriso dietro la mano. Quindi Don era nervoso. «Cosa c’è, Manny? Nuove regole?»<br />

«Sì, è così» mi confermò subito.<br />

Altri tre uomini armati circondarono la mia auto. Esplorarono gli interni, il telaio e perfino il motore. Alla fine<br />

Manny si raddrizzò e annuì.<br />

«Vada pure.»<br />

Mi fermarono anche al secondo e al terzo cancello, e ripeterono la stessa procedura. Impiegai più di venti<br />

minuti solo per entrare nel perimetro di sei chilometri e mezzo che girava intorno all’edificio principale.<br />

Non mi avevano più controllato in modo così esauriente dal mio primo anno con Don. Quello che non<br />

sapevano era che Bones non aveva bisogno di venire con me. Si era fatto strada da solo con la sua nuova,<br />

fiammante motocicletta, e mi aspettava senza essere visto accanto alla pista di atterraggio. Non si sa mai.<br />

Una volta dentro, le guardie all’interno furono meno diligenti. Passai senza problemi dai normali checkpoint. A<br />

quanto pareva erano preoccupati solo che non mi portassi dietro un visitatore indesiderato. Quando entrai<br />

nell’ufficio di Don, vidi che c’erano anche Juan e Tate. Oh bene, si trattava di una mediazione.<br />

«Salve ragazzi» li salutai.<br />

Juan mi fece un cenno con la testa, ma Tate non mi considerò neppure. Don si alzò dalla scrivania.<br />

«Cat, sei in ritardo di venti minuti.»<br />

«Mi hanno bloccato.» Non ero riuscita a resistere. «Poi, mentre entravo nello stabile, le guardie mi hanno<br />

quasi spogliato per perquisirmi.»<br />

«Chiudi la porta, Juan» ordinò Don freddamente. Con un gesto, m’indicò il mio solito posto.<br />

Mi sedetti, e misi prontamente un piede sulla sua nuova scrivania.<br />

«Bel colore» commentai. «E’ più carina di quella vecchia. Qual è l’emergenza?» Come se non lo sapessi.<br />

«Sei tu» rispose aspramente Tate.<br />

Don gli fece cenno di stare zitto e lo guardò male. Dunque voleva fare il paparino, mentre Tate e Juan erano i<br />

rinforzi.<br />

«Cat, giusto l’altro giorno ti ho detto di quanto fosse sorprendente il tuo impeccabile comportamento qui da<br />

noi. A quanto pare ho parlato troppo presto. Sappiamo del vampiro. Cos’hai da dire tu?»<br />

Gli feci un sorriso freddissimo. Bones aveva detto di non rivelare chi fosse, e per il momento mi andava bene.<br />

Erano già notevolmente arrabbiati.<br />

«Mi hai spiato? Pensavo che ci avessi rinunciato molto tempo fa. Bastardo ficcanaso, cosa te ne frega di chi<br />

vedo fintanto che faccio il mio lavoro?»<br />

Don non si aspettava quella risposta, evidentemente credeva che mi sarei fatta piccola davanti al suo sguardo<br />

fulminante, ma se non c’era riuscita mia madre, lui non aveva alcuna possibilità.<br />

«Stai uscendo con un vampiro! L’hai appena ammesso!» proruppe Tate.<br />

Mi strinsi nelle spalle. «Sai come si dice: una volta che hai cominciato, a letto non c’è niente di meglio di un<br />

morto.»<br />

«Cristo» mormorò Juan.<br />

«Questa non l’avevo mai sentita» rispose Don con durezza. «Non ti rendi conto dell’enormità di quello che stai<br />

ammettendo? Stai fraternizzando con il nemico nel modo più compromettente possibile, mettendo in pericolo la<br />

vita di tutti quelli che comandi. Questa creatura ti sta sicuramente usando per infiltrarsi nelle nostre operazioni.»<br />

A queste parole sbuffai in modo sgarbato. «Non gliene può fregare di meno delle nostre operazioni, Don. Che


tu ci creda o no gli importa più di me che di quello che succede qui.»<br />

«Mi sfugge come sia possibile» abbaiò lui, perdendo il suo sangue freddo. «Guarda solo l’influenza che ha su<br />

di te: ti fa rischiare la vita per il sesso. E mi sembra di ricordare che, quando ti sei impegnata con noi, i legami<br />

personali con i vampiri erano espressamente proibiti nel nostro accordo.»<br />

Non volevo correggere la presupposizione sbagliata di Don sulla mia relazione, e inoltre avevo già deciso di<br />

dare un taglio alla nostra astinenza. In più, era chiaro che prima Tate non aveva riconosciuto Bones, o le cose<br />

sarebbero andate in modo molto diverso. Be’, chi poteva biasimarlo? L’aveva visto solo per una frazione di<br />

secondo, giusto prima che Bones gli demolisse l’auto, gli succhiasse il sangue e lo buttasse per aria. E poi Bones<br />

aveva i capelli diversi.<br />

«Sì, be’, sono cambiate un bel po’ di cose da allora, no?» osservai con calma. «Prendi ad esempio<br />

l’invenzione del Bram. O i vampiri che teniamo in gabbia nel nostro stabile. Ah, e non dimenticare gli anni aggiunti<br />

alla loro vita.»<br />

Feci un cenno del capo verso Juan e Tate. L’espressione di Don mi confermò che non li aveva informati. Non<br />

c’è niente di meglio che imbrogliare le carte per spostare gli equilibri.<br />

«Questo non è importante adesso» fece Don con voce stridente.<br />

Inarcai un sopracciglio in modo beffardo. «Chiediamolo a loro, no? Tate, Juan, sapevate che bevendo il<br />

sangue di vampiro allungavate la vostra vita di venti anni? Io no, ma il vecchio Don qui presente di sicuro sì.<br />

Sapeva cos’era successo in Ohio, ma ha pensato di non dirvelo. Presumo credesse che non foste interessati.»<br />

«Madre de Dios, è vero?» si lasciò sfuggire Juan. Anche Tate sembrò leggermente stupito, e mi scagliai<br />

contro di lui.<br />

«Non è carino quando qualcuno sa quanto a lungo potresti vivere e lo tiene per sé, vero? Almeno io ho detto<br />

a Don che avrebbe dovuto informarvi, mentre tu non mi hai riservato la stessa cortesia!»<br />

«E’ una sorta di rivincita?» domandò a bassa voce.<br />

Il dolore nei suoi occhi aveva poco a che vedere con quest’ultima rivelazione e tutto con la mia precedente<br />

ammissione. In quel momento mi resi conto di ciò che non ero riuscita a capire prima. Gesù, Tate era innamorato<br />

di me. Era così evidente che nemmeno io non potevo accorgermene.<br />

«No, non ha niente a che vedere con quello.» Non avevo bisogno di mentire in questo caso. «Non ha niente a<br />

che vedere con nessuno di voi, ed è così che starino le cose.»<br />

«Non posso assolutamente permettere che tu continui con questo comportamento» affermò Don in modo<br />

chiaro e tondo. «Ci sono troppe vite in pericolo, e me ne preoccupo anche per te.»<br />

Mi alzai in piedi per incombere su di lui. «Fanculo, capo. A me interessa la vita di ogni singolo uomo della mia<br />

squadra, e l’ho dimostrato un’infinità di volte. Se non mi credi, licenziami.»<br />

«Querida, non essere tanto precipitosa» m’implorò Juan. Don non si era mosso. «Siamo preoccupati per te; e<br />

se questo vampiro scopre cosa sei…»<br />

«Lo sa» lo interruppi.<br />

Don bestemmiò senza cerimonie. Al che sbattei gli occhi. Non perdeva mai la calma.<br />

«Come fa a saperlo, Cat? Gliel’hai detto tu? Gli hai anche disegnato una mappa con il nostro indirizzo,<br />

maledizione? Spero che sia fantastico a letto, perché hai appena rovinato tutto quello per cui abbiamo lavorato!»<br />

«No, non gliel’ho detto io.» A mano a mano che parlavo improvvisavo. «L’ho incontrato anni fa. Sapeva<br />

cos’ero fin da allora, e se ne andò dall’Ohio prima che succedesse tutto il casino. Non l’ho più rivisto fino a un<br />

mese fa, quando l’ho incontrato per caso da queste parti. Ha solo un centinaio di anni e sono più forte di lui, quindi<br />

sa di dover tenere la bocca chiusa altrimenti lo ucciderò. Ecco come stanno le cose.»<br />

«Come fai?» Questo era Tate, che mi lanciò uno sguardo leggermente disgustato. «Come fai a scopare un<br />

cadavere? Sei veramente passata da un estremo all’altro. Prima Noah, poi direttamente la necrofilia!»<br />

Al che m’incazzai. «Vi siete scordati tutti che sono per metà vampiro? Quando dite delle stronzate a proposito<br />

dei non-morti, parlate anche di me! È come se gli skinhead cercassero di convincere Halle Berry a marciare nella


loro parata neo-nazista! Come faccio? Perché non me lo dici tu, Tate?<br />

O tu, Juan? Avete cercato entrambi di venire a letto con me. Suppongo che questo faccia anche di voi dei<br />

necrofili.»<br />

Era un colpo basso, ma l’avevo fatto apposta. Dovevano smettere di considerare malvagi tutti i vampiri, e solo<br />

dio sapeva che difficile abitudine fosse da perdere. Dopotutto per allargare le mie vedute mi erano occorsi anni, e<br />

avevo dovuto innamorarmi di uno di loro.<br />

Don tossì, perché non gli piaceva la piega che stava prendendo la chiacchierata. «Nessuno dimentica cosa sei.<br />

Tuttavia, questo non cambia la tua missione: uccidere i non-morti. E’ quello che fate tutti. E’ un compito molto<br />

importante con una grande responsabilità. Cosa impedisce al tuo amante di fare un favore ai suoi simili<br />

informandoli su dove vive l’inafferrabile Mietitrice Rossa? In fondo, se muori, è difficile che tu costituisca una<br />

minaccia per lui.»<br />

«Juan, con quante donne diverse hai dormito negli ultimi quattro anni?» domandai bruscamente.<br />

Si grattò il mento. «Yo no se, querida, forse… una alla settimana?» rispose prima che Don lo ammonisse con<br />

un’occhiata.<br />

«Non è necessario!»<br />

«Io penso di sì» replicai tagliente. «Più o meno una alla settimana, il che ammonta a più di duecento donne<br />

diverse negli ultimi quattro anni in cui hai lavorato qui, e fra parentesi: Juan, sei una puttana. Ma quante di loro<br />

sono state esaminate con attenzione per assicurarsi che non fossero amiche di vampiri o tirapiedi di qualche ghoul?<br />

Bastardi sessisti, sono l’unica chiamata alla sbarra per il tizio con cui esco! Be’, ne ho abbastanza di questo<br />

periodo di castità. Don, le cose stanno così: o ti fidi di me, o no. Non ti ho mai deluso, e non me ne andrò a meno<br />

che tu non mi butti fuori. Punto. Ora a meno che non ci sia una vera emergenza, gradirei tornare al mio riposo. E al<br />

mio cadavere, grazie.»<br />

M’incamminai verso la porta, ma Tate non si spostò da lì davanti.<br />

«Togliti dai piedi» dissi con un sommesso tono di minaccia.<br />

«Cat.» Don si alzò e mi prese con delicatezza per il gomito. «Se non dobbiamo temere niente dal tuo rapporto<br />

con questo vampiro, non ti dispiacerà fermarti in laboratorio per lasciare un campione di sangue. Non ne hai<br />

bevuto a casaccio, vero?»<br />

Sbuffai. «Mi dispiace, ma non è il mio drink preferito.<br />

Comunque, se controllare le mie analisi ti fa sentire meglio, va bene. Fammi strada.»<br />

«Sarò sincero con te» ammise Don mentre andavamo al secondo livello, con Tate e Juan che ci seguivano.<br />

«Non so cosa deciderò in proposito. Devo pensare alla squadra. Non sono a mio agio a rischiare le loro vite<br />

basandomi solo sulla tua parola che questa creatura non è pericolosa.»<br />

«Ed è qui che entra in gioco la fiducia. Inoltre, se avesse voluto fare del male ai membri della squadra, avrebbe<br />

potuto farlo lo scorso week-end al GiGi Club. Non mandare a puttane una bella cosa per semplice pregiudizio,<br />

Don. Sappiamo entrambi che hai bisogno di me.»<br />

Mi guardò mentre mettevo piede in laboratorio. «Voglio credere che tu non ti possa rivoltare contro di noi, ma<br />

non so se posso.»<br />

In seguito, dopo che un esame ebbe dimostrato che non mi ero riempita di spremuta di Nosferatu, Tate mi<br />

accompagnò alla macchina. Non aveva più detto una parola dall’ufficio di Don, e non parlai nemmeno io. Mi<br />

lasciavano andare, ma sapevo che non era tutto davvero sistemato. Però mi stava bene; ora non avevo più niente<br />

da nascondere. Be’, quasi niente.<br />

Tate mi aprì la portiera solo per gentile abitudine. Scivolai dentro ma non la chiusi. Lui picchiettò con le dita sul<br />

tettino.<br />

«Immagino tu abbia pensato che era stata fatta giustizia, per il fatto che non sapessi quanto più a lungo potevo<br />

vivere. Tre anni fa, quando ne furono sicuri, consigliai a Don di dirti la verità sul tuo modo d’invecchiare. Lui non<br />

fu d’accordo, ed è il capo. A volte bisogna limitarsi a seguire gli ordini, anche se non ci piacciono.»


«A volte.» Lo fissai senza battere ciglio. «Non sempre. Non quando interessa gli amici, ma in proposito<br />

abbiamo opinioni diverse.»<br />

«Già, be’, abbiamo opinioni diverse su un sacco di cose.» I suoi occhi azzurri incontrarono i miei. «Mi hai<br />

davvero fatto il culo là dentro. Prima ammetti con nonchalance di avere un ragazzo vampiro, successivamente dici<br />

a tutti che ho cercato di venire a letto con te. Quale sarà la tua prossima mossa? Hai intenzione di tirare fuori<br />

l’uccello e dire che in realtà sei un uomo?»<br />

Il suo tono acido non voleva essere ironico, ma sorrisi debolmente. «Mettimi all’angolo e tirerò fuori le unghie.<br />

Lo sai. Vorrei che aveste un po’ più di fiducia. Tengo alla mia squadra e al lavoro che faccio. Se non fosse così,<br />

perché sopporterei tutta questa merda?»<br />

Storse la bocca. «Puoi aver ingannato Don, Cat, ma non me. Ho visto la tua faccia stasera. Non hai mai<br />

sorriso a nessuno come a quel vampiro. Ecco perché non mi fido che tu non perda la testa. L’hai già fatto.»


20<br />

Il giorno dopo Bones si presentò puntuale alle sette di sera. I nostri piani erano di cenare presto e poi<br />

scappare, almeno fino al mattino successivo. Non appena ebbi lasciato lo stabile la sera precedente, Don mi aveva<br />

messo sotto sorveglianza ventiquattr’ore su ventiquattro. Era un atteggiamento a dir poco ostile. Presumibilmente<br />

aveva piazzato i microfoni anche contro casa mia, per spiarmi meglio.<br />

M’irritò tantissimo. Cosa credeva Don, che se mi avesse lasciato senza controlli, avrei radunato i non-morti<br />

per dare a tutte le persone senza battito cardiaco nel raggio di centocinquanta chilometri una mappa del suo<br />

edificio? Se Don non avesse avuto come scopo principale il ‘bene comune’, avrei lasciato il lavoro su due piedi.<br />

Ci stavo ancora pensando accigliata quando andai ad aprire la porta per far entrare Bones… Poi mi fermai e<br />

lo guardai a bocca aperta.<br />

Indossava pantaloni neri fatti su misura e una camicia blu scuro, la sua pelle splendeva a contrasto con i colori<br />

sairi. L’insieme era completato da una giacca di pelle scura che gli ricadeva abbondante sulle spalle. Fu proprio<br />

questa a catturare la mia attenzione. Era lunga e gli arrivava fino quasi ai polpacci.<br />

«Merda, è quello che penso?» mi sfuggì.<br />

Bones fece un largo sorriso e una giravolta. «Ti piace? Dopotutto ti sei tenuta il tuo regalo di Natale,» con un<br />

cenno della testa indicò la mia auto nel vialetto «quindi mi è sembrato che fosse giusto recuperare il mio,<br />

specialmente visto che ti eri presa l’altra mia giacca.»<br />

La giacca che anni fa gli avevo comprato per Natale gli stava alla perfezione. Non avevo mai avuto<br />

l’occasione di dargliela, perché Don mi era piombato addosso prima delle vacanze. Bones doveva averla cercata<br />

nel posto in cui l’avevo nascosta: sotto l’asse rimovibile del ripostiglio nel mio vecchio appartamento. Gli avevo<br />

detto dov’era il giorno prima di lasciarlo. Il pensiero che Bones fosse andato a prenderla mi fece quasi scoppiare a<br />

piangere.<br />

Qualcosa doveva essere trapelato sul mio volto, perché la sua espressione si addolcì.<br />

«Scusa, piccola» disse, prendendomi fra le braccia. Mi pareva di sentire il gracchiare delle telecamere mentre<br />

le spie di Don zumavano su di noi. «Non credevo che ti avrebbe rattristato.»<br />

Misi un freno alle mie emozioni. «Sto bene» risposi allegra, accarezzando dolcemente il cuoio. «Stai benissimo,<br />

proprio come immaginavo… A parte che hai i capelli diversi, ovviamente.»<br />

Bones scosse la testa, facendo ondeggiare i riccioli castano ramato. «Questo è il mio colore naturale.<br />

Ultimamente non m’importava più molto di colorarli, e il platino risalta di più, non sei d’accordo? Perché, quale<br />

preferisci?»<br />

Ci pensai su. «Dato che ti ho conosciuto biondo, è così che mi sembri più naturale, ma non preoccuparti: non<br />

vado a prendere l’acqua ossigenata.»<br />

Rise sotto i baffi. «Va bene qualsiasi cosa ti ecciti.»<br />

Mentre lo diceva mi fece scorrere gli occhi addosso, e io sentii bruciare ogni punto in cui mi guardava. Avevo<br />

un semplice abito aderente senza maniche, con il collo a V davanti e dietro. Un trucco leggero, niente gioielli,<br />

e decisamente non il profumo. Tutti i vampiri che conoscevo lo odiavano, perché con il loro olfatto lo sentivano<br />

sempre troppo forte, non importa quanto poco ne mettessi.<br />

«Sei pronta?» mi chiese con dolcezza.<br />

«Mmh-mh.» Non so perché, ma non riuscii ad articolare meglio una risposta. Gesù, erano letteralmente anni<br />

ormai che non desideravo altro che passare la notte fra le sue braccia, e ben presto il mio sogno si sarebbe<br />

realizzato. Allora perché all’improvviso ero tanto nervosa? Sembrava che in qualche modo mi fossi trasformata in<br />

un’adolescente al ballo di fine anno.<br />

Bones salì sulla sua moto nuova, una Ducati fiammante. Gli erano sempre piaciute le due ruote, sebbene non


fossero il mio mezzo di trasporto preferito. Tuttavia, la moto era chiaramente la scelta più adatta per far<br />

successivamente perdere le nostre tracce a Don. Da una parte non mi sarei meravigliata se, quando il giorno prima<br />

ero andata da lui, avesse ordinato di mettermi delle cimici nella macchina, e dall’altranessuno poteva prendere un<br />

vampiro su una motocicletta.<br />

Bones mi lanciò un’occhiata divertita quando mi misi il casco e gli montai dietro.<br />

«Riesco a sentirli; si stanno muovendo come ratti adesso. Vediamo quanto ce la fanno a resistere. Ci andrò<br />

piano all’inizio.»<br />

E diede gas alla moto, sfrecciando giù per la via senza nessun riguardo per i limiti di velocità.<br />

Gli strinsi le braccia intorno alla vita. Sì, tutto ciò mi ricordava decisamente i vecchi tempi.<br />

Il ristorante dove Bones mi portò si chiamava Skylines ed era in cima a un edificio di venti piani che dominava<br />

la città. Le mura esterne erano fatte di vetro per non ostruire la visuale, e il nostro tavolo era proprio accanto alla<br />

finestra. I fari rossi e bianchi delle auto che avanzavano lentamente lungo la strada sotto di noi catturarono il mio<br />

sguardo, e mi chiesi inutilmente in quale fossero gli uomini di Don. Con tutto il rumore del traffico che ci<br />

circondava e la gente nello stabile, era difficile dirlo. Però sapevo che erano là fuori. Non potevo far altro che<br />

evitare di salutarli con la mano dalla finestra dov’ero appollaiata.<br />

«Vuoi fargli vedere che non abbiamo cercato di scappare?» fu il mio commento dopo aver ordinato il vino e<br />

gli antipasti al cameriere.<br />

Bones mi sorrise. «Non volevo che si prcipitassero qui a rovinarci la cena. Forza, non hai nemmeno guardato<br />

il menu.»<br />

Scorsi le alternative che avevo davanti, ma tornavo sempre a guardare Bones. Non ero l’unica ad ammirarlo. I<br />

suoi tratti perfettamente cesellati, abbinati alla sua grazia da animale in caccia, avevano fatto girare la testa a tutte le<br />

donne quand’era entrato. I suoi capelli più scuri contrastavano con l’uniforme splendore della sua pelle, e mi<br />

domandai quale sarebbe stata la sensazione che avrei provato toccandoli ora che erano più lunghi. Aveva il primo<br />

bottone della camicia slacciato e potei intravedere un briciolo del suo petto, che sapevo essere duro quanto il<br />

tavolo al quale eravamo seduti. Mi ricordai quanto fosse eccitante fargli scorrere le unghie sulla schiena e tirarlo<br />

più vicino. Come la sua energia pulsava contro la mia pelle quando i nostri corpi si univano. Com’erano verdi i<br />

suoi occhi quand’era dentro di me. E come la sua capacità vampiresca di dirigere il sangue nel corpo gli<br />

consentisse di fare l’amore con me fino a quando non ero più che soddisfatta.<br />

Non c’era da meravigliarsi che non riuscissi a concentrarmi sul menu. Il cibo? E chi ne aveva bisogno? Tutto<br />

d’un tratto non ero più minimamente nervosa per il dopo. In effetti volevo che il dopo arrivasse dannatamente<br />

prima.<br />

Bones dovette accorgersene, perché i suoi occhi cominciarono a splendere di macchie verdi.<br />

«Smettila, piccola. Mi stai rendendo molto difficile comportarmi bene.»<br />

«Non capisco di cosa tu stia parlando» dissi accavallando di nuovo le gambe, in modo che sentisse la pelle<br />

strofinare contro altra pelle visto che ero senza calze.<br />

Arrivò il vino. Lo sorseggiai cambiando posizione e accarezzandomi con disinvoltura l’incavo fra i seni. Dopo<br />

anni di pratica, una cosa avevo perfezionato: come eccitare un vampiro. In un certo senso era il modo in cui mi<br />

mantenevo, solo che in questo caso non ci sarebbero stati paletti d’argento alla fine. Che sollievo!<br />

Bones si piegò in avanti. «Hai idea di quanto sei bella?» La sua voce era un po’ roca. «Assolutamente<br />

incantevole. Ho intenzione di passare ore a rinnovare la conoscenza della mia bocca con ogni centimetro del tuo<br />

corpo, e a malapena posso aspettare di vedere se il tuo sapore è buono come ricordo.»<br />

Tenni il vino ancora un po’ nella bocca prima d’inghiottire. Per me quella era la parte non usuale. I miei<br />

bersagli precedenti non avevano mai suscitato una risposta tanto accalorata.<br />

«Dobbiamo restare per forza per tutto il pasto?» Incollai gli occhi nei suoi e gli feci scorrere un dito sulla mano.<br />

«Prendiamolo da portar via, eh?»<br />

Aprì la bocca per rispondere… E all’improvviso mi ritrovai a rotolare sotto i tavoli vicini con lui sopra di me.


Si sentì il rumore del vetro che s’infrangeva e urla acute. I tavoli si rovesciarono e la gente fu sbalzata via dalle<br />

sedie mentre mi chiedevo cosa diavolo fosse successo e perché avessi la fronte in fiamme.<br />

Dovevo aver istintivamente chiuso gli occhi, perché quando li riaprii di scatto, gridai. Il viso di Bones era<br />

vicinissimo al mio, e un buco sporco di sangue gli stava macchiando i capelli di rosso prima d’incominciare a<br />

richiudersi su sé stesso.<br />

«Ti hanno sparato!» rantolai. «Qualcuno ha cercato di ucciderti!»<br />

Mi occorse un attimo per registrare i fatti. Eravamo sul pavimento. Mi aveva fatto rotolare via dal tavolo, ma<br />

vedevo ancora dov’eravamo stati. Il vetro era bucato in tre punti e nessuno di essi si trovava vicino a dov’era<br />

seduto lui.<br />

Bones mi mise in piedi dando la schiena alla finestra, e la verità mi colpì proprio mentre lui mi rispondeva.<br />

«Non me, micetta. Te.»


21<br />

Non ebbi il tempo di digerire la notizia. «Attaccati al mio collo e non mollare» fece poi Bones ribollendo di<br />

rabbia. «Andiamo a prendere quello stronzo.»<br />

Mi avvolse le braccia intomo al corpo nello stesso istante in cui mi aggrappai al suo collo, e poi fece una<br />

giravolta all’indietro passando direttamente dalla finestra dietro di noi.<br />

Il fragore del vetro che andava in pezzi sommerse le mie grida per il fatto di essere improvvisamente in caduta<br />

libera da un edificio di venti piani. Non potevo impedire alle gambe di agitarsi convulsamente e allo stomaco di<br />

finirmi in gola con un senso di nausea. Il vento mi pungeva gli occhi, che erano fissi per il terrore di vedere il<br />

terreno avvicinarsi rapidamente. Rinforzai la presa sul collo di Bones come una dannata, poi successe una cosa<br />

incredibile. Cominciammo a rallentare.<br />

Incredula guardai verso l’alto per vedere se era miracolosamente comparso un paracadute, ma non c’era<br />

niente a parte le luci del grattacielo. Prima che potessi farmene una ragione, però, sentii un sibilo, e poi non<br />

stavamo più cadendo. Volavamo in diagonale verso un furgone nero che stava sfrecciando nel traffico. Le urla mi<br />

morirono in gola, strozzate dallo stupore.<br />

Le auto stridettero sia per il modo irregolare di guidare del furgone che per la gente che aveva frenato<br />

incredula nel vedere una forma scura muoversi velocemente sopra di sé. Il furgone accelerò, ma noi eravamo più<br />

svelti. In pochi secondi Bones lo raggiunse e lo prese per il paraurti posteriore, facendolo volare senza nemmeno<br />

lasciare me con l’altra mano.<br />

Il veicolo finì rovesciato con un fragore spettacolare. Le auto clic sopraggiungevano deviarono all’improvviso<br />

e si sentirono stridere altri freni. Bones volò verso l’alto con un solo balzo che ci mise al riparo dalla confusione del<br />

traffico, e mi sistemò sul marciapiede con un ordine laconico.<br />

«Resta qui.»<br />

Come un lampo, tornò al furgone distrutto prima ancora che potessi brontolare una risposta. Si sentì lo<br />

scoppio degli spari, altre grida dai passanti, e poi dopo pochi minuti ricomparve con un uomo sulle spalle.<br />

«Andiamo.»<br />

Bones mi afferrò saldamente ancora una volta, e poi i nostri piedi si staccarono dal terreno. Spalancai gli<br />

occhi. Stavamo andando talmente veloce! Per impedire ai piedi di vorticare all’impazzata, come stava facendo la<br />

mia mente, intrecciai le gambe a quelle di Bones e tenni duro, un po’ impaurita di guardare in basso per vedere a<br />

che altezza fossimo.<br />

Dieci minuti dopo Bones ci depositò nel vialetto di un magazzino, tutto tranquillo come se avesse accostato al<br />

marciapiede. Ansimavo stupita e lo fissavo come se non l’avessi mai visto prima.<br />

«Sai volare?» osservai col fiato mozzo.<br />

Lui mi squadrò mentre sbatacchiava lo sfortunato assassino come una bambola di pezza.<br />

«Te l’avevo detto che ero più potente di quanto pensassi.»<br />

Continuai a fissarlo. Bones sarebbe potuto sembrare indifferente se non fosse stato che stava scuotendo come<br />

un pazzo il tizio che aveva fra le mani.<br />

«Ma tu sai volare?» ripetei infine, istupidita dallo shock.<br />

«Sono lui Signore vampiro. Se un Signore diventa abbastanza potente e abbastanza vecchio, questo è uno dei<br />

vantaggi. Ce ne sono altri, ma li scopriremo dopo» dichiarò, mentre l’uomo apriva gli occhi sbattendoli, lo metteva<br />

a fuoco e poi li spalancava. Ormai era sveglio, e aveva la mia stessa espressione di quando Bones ci aveva<br />

catapultati fuori da quella finestra. Se la stava facendo sotto dalla paura.<br />

Bones lo appoggiò sul pavimento e s’inginocchiò davanti a lui. Dai suoi occhi si riversò un flash color<br />

smeraldo, e dopo un ordine severo, l’uomo smise di lottare e rimase immobile.


«Perché hai cercato di uccidere questa donna?» domandò Bones indicandomi con un cenno della testa.<br />

«Per lavoro» rispose l’uomo con tono uniforme, ipnotizzato dagli occhi scintillanti fissi su di lui. «Mi hanno<br />

ingaggiato.»<br />

Un altro assassino prezzolato. Immagino che Bones non si fosse sbagliato a proposito della taglia sulla mia<br />

testa.<br />

« Chi ti ha ingaggiato?» chiese all’istante.<br />

«Non lo so. Mi è arrivato il contratto, con dentro le indicazioni, e il denaro sarebbe stato spedito una volta<br />

completato il lavoro. A volte ottengo lavori tramite referenti, ma non questa.»<br />

«Micetta.» Bones non gli staccò gli occhi di dosso. «Scrivi.»<br />

Tirò fuori il portafoglio, con attaccata una piccola penna. Usai il primo pezzo di carta die trovai, era una<br />

banconota.<br />

«Nome.»<br />

«Ellis Pierson.»<br />

Un nome talmente normale che s’intonava alla perfezione con il suo aspetto. A parte il naso ormai sanguinante<br />

e i lividi, sembrava minaccioso quanto Topolino. Ellis aveva i capelli neri tagliati con predsione, la panda e le<br />

guance tonde come quelle di un bambino. Tuttavia era evidente che il coglione fosse bravo con un fucile e un<br />

bersaglio. Se non fosse stato per Bones che mi aveva afferrato, ormai mi sarebbero mancati un bel po’ di pezzi<br />

vitali del cervello. Come avesse fatto a sapere degli spari esulava dalla mia comprensione.<br />

«Gli pseudonimi, tutti quanti.»<br />

Ne aveva diversi. Mi sarebbero serviti altri soldi. Una alla volta, Bones fece a Ellis tutte le domande a<br />

proposito della taglia sulla mia testa, e sapeva meglio di chiunque altro quali fossero. Trucchi del mestiere, pensai<br />

ironicamente mentre scrivevo. Ci vuole un cacdatore di taglie per interrogarne un altro.<br />

Serrai la mascella quando Ellis delineo con voce piatta come avesse ricevuto istruzioni specifiche per la mia<br />

esecuzione. Poteva trattarsi solo di un colpo alla testa, con un minimo di tre pallottole, e ad almeno una distanza di<br />

cento metri. Niente bombe in auto, veleno, scontro fisico, né contatti virino alla mia residenza o all’auto. Ellis non<br />

era al corrente di cosa fossi, ma chiunque l’avesse ingaggiato lo sapeva dannatamente bene. Quegli accordi erano<br />

troppo specifici per essere una coincidenza.<br />

Alla fine avevo scritto su più di una dozzina di banconote diverse, e mi erano venuti i crampi alla mano per<br />

colpa della penna minuscola. Considerando le alternative, però, non potevo lamentarmi. Infine Bones si appoggiò<br />

al muro e chiese se ci fosse altro di cui Ellis non aveva fatto cenno.<br />

«Nell’ultima email il cliente si era fatto ansioso e ha anticipato i tempi di attuazione. Ha detto che nuove<br />

circostanze richiedevano risultati immediati. Il mio compenso sarebbe aumentato del venti percento se avessi<br />

eseguito il lavoro stasera. L’ho seguita da casa sua al ristorante. Lì sarebbe stato più facile scappare nella<br />

confusione.»<br />

Figlio di puttana. Qualcuno mi voleva far fuori alla svelta, e chiunque fosse sapeva anche dove vivevo. Una<br />

brutta sensazione mi attraversò, perché esisteva solo un numero ristretto di persone che lo sapeva.<br />

Non pensavo che l’avremmo consegnato alla polizia, ma la velocità con cui Bones afferrò Ellis e gli chiuse la<br />

bocca sulla gola mi fece trasalire lo stesso. Non era la prima volta che assistevo a una morte grazie ai canini, ma fu<br />

la prima volta in cui non feci niente e mi limitai a guardare. All’inizio il battito cardiaco di Ellis accelerò, poi rallentò<br />

e infine si fermò.<br />

«Gli ha fatto male?» chiesi freddamente quando Bones lo mollò, facendolo cadere a terra.<br />

Lui si pulì le labbra con il dorso della manica. «Non si avvicinava minimamente a quanto si sarebbe meritato,<br />

ma non abbiamo tempo per questo.»<br />

Con un tocco talmente gentile che avrebbe calmato un bambino, mi fece scorrere le dita lungo il graffio sulla<br />

tempia. Sapevo cos’era: il colpo di striscio di una pallottola.<br />

«Sono stato così vicino a perderti» mormorò. «Non l’avrei potuto sopportare, micetta.»


Mi attirò a sé, con forza, e la mia reazione al fatto di aver sfiorato la morte arrivò in ritardo. Certo, c’erano<br />

stati altri che avevano cercato di uccidermi. Troppe volte per contarle, ma un colpo di pistola da lontano mi<br />

sembrava talmente… meschino. Rabbrividii.<br />

«Hai freddo? Vuoi la mia giacca?» Cominciò a togliersi il soprabito di pelle quando lo fermai.<br />

«Sei caldo. Non ti ho mai sentito così caldo prima d’ora.»<br />

Il motivo della sua nuova temperatura era a tre metri da noi, ma non me ne importava. Lo strinsi e mi gustai il<br />

suo insolito calore. Poi gli tirai il colletto della camicia, facendone saltare un bottone, giusto per sentire la pelle<br />

accaldata sulla guancia.<br />

«Non farlo, piccola» disse Bones con voce tesa. «Mi è rimasto ben poco autocontrollo.»<br />

Peccato che in quel preciso momento non desiderassi il suo autocontrollo. Né il mio. Al ristorante ero stata a<br />

pochi nanosecondi dal saltare nell’aldilà, e invece eccomi lì. Viva, illesa… e riluttante a perdere un altro minuto.<br />

Lo baciai sulla clavicola, sacrificando un altro bottone per arrivarci meglio. Bones mi strinse le braccia intorno<br />

alla schiena. Le ondate di energia tenuta al guinzaglio che emanavano da lui mi eccitarono. Al contatto con la mia<br />

bocca la sua pelle pareva attraversata da corrente elettrica che pregava per essere liberata. Tirai fuori la lingua,<br />

facendogliela scorrere sul petto e seguendo gli incavi massicci; poi Bones mi fece alzare la testa di scatto e mi<br />

coprì la bocca con la sua.<br />

Sentii un gusto metallico, ma non mi fece schifo. Al contrario lo baciai come se cercassi di divorarlo,<br />

succhiandogli la lingua mentre gli strappavo la camicia. Bones mi prese e andò velocemente in fondo al<br />

parcheggio, dove c’erano più ombre. Qualcosa di duro e irregolare mi toccò la schiena, ma non mi voltai per<br />

vedere cosa fosse. Ero troppo occupata a far scorrere le mani sulla carne calda messa in mostra dalla camicia<br />

strappata.<br />

Ci fu uno strattone al mio vestito, che si strappò sul davanti. La bocca di Bones mi lasciò una traccia rovente<br />

lungo il collo e fino ai seni, con i canini che mi graffiavano deliziosamente la pelle. Un gemito soffocato mi sfuggì<br />

con forza mentre mi faceva scendere il reggiseno e mi succhiava forte il capezzolo. Pulsazioni di desiderio talmente<br />

intense da essere quasi dolorose mi bruciarono dentro.<br />

Mossi la mano tra i nostri corpi strettamente incastonati con l’unico intento di distruggere i suoi pantaloni. Poi<br />

ogni pensiero mi abbandonò quando le sue dita scivolarono sotto i miei slip e dentro di me. M’inarcai con una tale<br />

forza che colpii la testa contro qualsiasi cosa alla quale fossi appoggiata, ed emisi grida rauche per il desiderio. A<br />

ogni nuovo sfregamento i miei lombi si contorcevano dal piacere, l’intensità dentro di me cresceva fino a quando<br />

Bones non ritrasse la mano, lasciandomi bagnata e dolorante.<br />

«Non posso aspettare» borbottò Bones con ferocia.<br />

Se fossi stata ancora capace di parlare, mi sarei detta subito d’accordo, ma tutte le mie abilità vocali erano<br />

rivolte ad ansimare per le incredibili sensazioni che le sue dita avevano causato. Bones si spostò, sentii un altro<br />

strappo, e poi entrò con forza dentro di me. Nello stesso istante la sua bocca reclamò la mia, soffocando le mie<br />

grida per l’estasi di avere la sua carne dura che mi riempiva. Quindi avvertii il più dolce dei dolori mentre<br />

cominciava a muoversi ritmicamente, quasi bruscamente, dentro di me.<br />

La mia mente era presa da un singolo pensiero confuso: Più fòrte-più veloce-ancora-sì! Non riuscivo a<br />

pensare ad altro mentre gli affondavo le unghie nella schiena, cercando disperatamente un modo per stargli più<br />

vicino. Bones aveva un braccio sotto le mie natiche per tenermi più stretta, sebbene il supporto contro la mia<br />

schiena dondolasse seguendo il nostro ritmo. Tra il suo bacio, la mia presa, e quel sostegno sconosciuto respiravo<br />

a malapena, ma non m’importava. L’unica cosa che contava era la passione crescente dentro che mi faceva<br />

contrarre le terminazioni nervose in modo frenetico.<br />

«Non fermarti, non fermarti!» gridai, ma mi uscì come un urlo confuso contro la sua bocca. Bones dovette<br />

averlo comunque tradotto, perché aumentò la velocità finché non seppi più nemmeno se ero cosciente. Cominciai<br />

a essere scossa da spasmi intemi mentre il mio corpo era in preda alle convulsioni per il piacere eccessivo. Sentii<br />

Bones gemere, a malapena udibile sopra al fragore del mio battito cardiaco, e poi dopo pochi minuti sentii dentro


di me l’umidità della sua liberazione.<br />

Mi occorsero alcuni minuti prima che riuscissi a parlare. «C’è qualcosa che mi si sta conficcando… nella<br />

schiena.»<br />

Ansimavo ancora. Ovviamente Bones no, per via del fatto che non aveva bisogno di respirare. Mi scostò e<br />

poi lanciò un’occhiata all’oggetto incriminato.<br />

«Un ramoscello.»<br />

Infine mi girai anch’io a guardare. Sì, c’era un albero, con un ramo molto malridotto sul davanti.<br />

Le mie gambe scivolarono giù dalla sua vita fino a quando non fui di nuovo in piedi. Mi guardai il vestito.<br />

Rovinato. Supposi di non potermi lamentare, non con la camicia di Bones a pezzi. Poi lanciai un’occhiata - tardiva<br />

- nel parcheggio per vedere se avessimo appena offerto vino spettacolo gratuito. Grazie a dio, non c’era nessuno<br />

in giro a fissarci a bocca aperta. Era un bene che quell’emporio chiudesse presto e che Bones avesse scelto un<br />

albero in una zona non illuminata.<br />

«Ci siamo tolti la voglia dopo anni di privazioni» mormorai, continuando a crogiolarmi nei formicolii residui.<br />

Bones mi stava baciando il collo. A quelle parole si fermò. «Anni?» domandò piano.<br />

All’improvviso mi sentii inspiegabilmente in imbarazzo. Già, dopo quello che era appena successo, la timidezza<br />

non aveva senso, ma era così. Una cosa era rischiare di farsi trovare con le mutande abbassate - letteralmente - in<br />

pubblico nell’impeto del momento. Un’altra farsi beccare a sventolare ai quattro venti la mia precedente castità.<br />

Tuttavia, era troppo tardi per tirarsi indietro. Feci un respiro profondo. «Già. Noah è stato il primo ragazzo<br />

con il quale sono usata dopo di te e noi non… be’, noi niente. Tutto qui.»<br />

Bones mi fece scorrere le mani lungo le braccia in una lenta carezza. «Non avrebbe avuto importanza se d<br />

fossero stati altri uomini dopo di me, micetta. Oh, mi sarebbe importato, non fraintendermi, ma in fondo non<br />

sarebbe stato rilevante. Però mi perdonerai se confesso di essere molto, ma molto contento che non d siano stati.»<br />

Mi baciò, a lungo e minuziosamente. Poi si staccò con un sospiro di rassegnazione. «Dobbiamo andarcene da<br />

qui, piccola. Presto qualcuno d scoprirà.»<br />

Già, e con un cadavere dall’altra parte del parcheggio, se si fosse trattato di un agente di polizia, saremmo stati<br />

accusati di molto più che atti osceni in luogo pubblico.<br />

«Bones.» Mi fermai. D’accordo, non avevo alcun diritto di chiederlo, perché l’avevo scaricato io e gli avevo<br />

lasciato disposizioni scritte di andare avanti con la sua vita. Ma non riuscii a trattenermi. «Direi la stessa cosa, che<br />

non importa, ma… tu? Preferisco saperlo che domandarmelo.»<br />

Mi guardò direttamente negli occhi. «Una volta d sono andato abbastanza vicino perché conti. Non farò come<br />

Clinton in proposito e non gli darò un nome diverso. Dopo Chicago, quando ti lasciai quell’orologio ma tu non<br />

venisti, ero proprio di malumore. Pensai che forse ti eri davvero dimenticata di me, o che non t’importasse. Nello<br />

stesso periodo, una mia vecchia fiamma era in città. M’invitò nella sua stanza, e a andai.»<br />

A quel punto si fermò, ma non riuscii a lasciar correre. Proprio da me!<br />

«E poi?»<br />

Anche se il suo sguardo non esitò, la sua espressione s’indurì. «Lei e io eravamo a letto. L’avevo assaggiata,<br />

poi mi ero fermato prima di andare oltre. Stavo immaginando che fossi tu, e non potevo continuare a fingere. Per<br />

cui mi scusai e me ne andai.»<br />

Assaggiata. Sapevo che non si riferiva all’alimentazione. Fui invasa da una bruciante gelosia, e chiusi gli occhi<br />

di fronte all’immagine mentale della sua bocca su un’altra donna in quel modo.<br />

«Non importa» riuscii ad affermare, e dicevo sul serio. Ma, oddio, faceva male lo stesso.<br />

«Mi dispiace» rispose. Riuscivo a sentire il rimorso che gli macchiava la voce. «Non avrei mai dovuto<br />

permettere che le cose arrivassero fino a quel punto. Ero arrabbiato, mi sentivo solo e decisamente autorizzato.<br />

Non una combinazione onorevole.»<br />

Aprii gli occhi. La luna spiccava bianca contro il cielo della notte, e i suoi raggi sembravano far risplendere la<br />

pelle di Bones.


«Non importa» ripetei, con più enfasi stavolta. «E per la cronaca, ho scoperto dell’orologio solo troppo tardi.<br />

Non sto dicendo che sarei scappata con te se l’avessi trovato prima, ma… avrei premuto quel pulsante. Non sarei<br />

riuscita a trattenermi.»<br />

Sorrise, e vidi alleviarsi un po’ del dolore della sua precedente confessione. «Neanch’io sono mai riuscito a<br />

trattenermi quando si tratta di te, micetta. Ma adesso dobbiamo veramente andare.»<br />

Mi schiarii la voce. «Ehm, a piedi?»<br />

«No» sbuffò mentre si tirava su i pantaloni. «In un modo più veloce.»<br />

«Ancora non riesco a credere che tu non mi abbia detto di saper volare» mi lamentai. «Mi vengono in mente<br />

un paio di volte in Ohio in cui avrei risparmiato un po’ di soldi di benzina!»<br />

«Non te lo dissi allora, perché avevo paura di farti vedere ulteriori caratteristiche che mi distinguono da un<br />

uomo normale.»<br />

Considerando i miei molti pregiudizi del tempo, mi era difficile biasimarlo per una tale precauzione. «Riesci<br />

anche a saltare gli edifici più alti con un unico balzo?» chiesi dopo una pausa.<br />

Mi abbracciò e il respiro della sua risata mi solleticò il collo. «Lo proveremo domani sera.»<br />

Indicai con un cenno l’assassino morto dall’altra parte del parcheggio. «Che ne facciamo di lui?»<br />

«Lo lasciamo qui. Sono sicuro che i tuoi amici arriveranno abbastanza alla svelta, quindi sarà un problema<br />

loro. Torniamo a casa mia a scoprire chi ha ingaggiato il defunto Ellis Pierson.»<br />

Serrò le braccia e, quando balzò verso l’alto come se avesse dei razzi invisibili ai piedi, produsse<br />

un’esplosione d’aria. Questa volta non chiusi gli occhi, ma lo tenni stretto mentre la distanza tra noi e la strada<br />

sottostante diminuiva.<br />

«Non hai mai avuto incidenti, vero?» riuscii a domandare trattenendo il fiato.<br />

Lui ridacchiò, e il rumore fu portato via dal vento.<br />

«Non ultimamente.»


22<br />

Bones aveva lasciato il portatile e altre possibili informazioni incriminanti nella casa che aveva in affitto, ed era<br />

lì che stavamo andando. Per fortuna, invece, aveva il cellulare al sicuro nel soprabito di pelle che aveva ancora<br />

addosso. Non saremmo più tornati a casa mia per ovvie ragioni. Con la fretta che aveva avuto l’attentatore alla<br />

mia vita, poteva esserci un altro assassino ad aspettarmi. Nei giorni successivi avrei dovuto mandare qualcun altro<br />

a dar da mangiare al gatto.<br />

Una volta che fummo al sicuro dentro casa e potei concentrarmi su qualcos’altro rispetto a ‘Ohi, troppo in<br />

alto, troppo veloci!’ la mia mente cominciò a vorticare di possibilità.<br />

«Credi che ci fosse Ian dietro al cacciatore di taglie?»<br />

«Nemmeno per sogno» rispose Bones senza esitare. «Ian ti vuole viva per aggiungerti alla sua collezione.<br />

Sarebbe un po’ difficile se la tua testa fosse in pezzi.»<br />

Ricordai i tre buchi precisi nella finestra. «Come hai capito di dovermi togliere di mezzo buttandomi a terra?»<br />

«Ho sentito partire i colpi. Non ha usato il silenziatore.»<br />

In quel momento la mia testa era a meno di un metro dalla finestra. Cavolo, quanto si era mosso veloce!<br />

Lui capì la mia espressione. «Non abbastanza. Uno ti ha sfiorato la pelle. Decisamente troppo lento per il mio<br />

solito.»<br />

Feci una risatina senza divertimento. «È sempre più veloce di quanto credessi che fosse possibile. E anche il<br />

trucco del volo mi ha sorpresa. Comunque, non possiamo più tornare in quel ristorante. Hai distrutto il posto e non<br />

hai nemmeno pagato il vino.»<br />

«Sappiamo entrambi chi dev’essere stato, micetta» dichiarò Bones, ignorando tutto il resto. «È evidente che<br />

Don ha deciso di non fidarsi di te.»<br />

Ci pensai un attimo, poi scossi la testa.<br />

«Non si tratta di Don. Non ha senso. Ellis ha detto che la prima volta è stato ingaggiato una settimana fa,<br />

quindi l’omicidio è stato organizzato prima che si sapesse che eri entrato nella mia vita. Allora Don non aveva<br />

nessun motivo per volermi morta. Stavo seguendo tutte le sue regole.»<br />

Bones si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro. «Hai ragione. Sono ancora talmente sconvolto per<br />

essere stato sul punto di ritrovarmi addosso pezzi del tuo cervello che non riesco a pensare chiaramente. Bene,<br />

Don sembra pulito. Forse. Ma allora questo significa che avete un traditore a lavoro. Non è stato un semplice<br />

ingaggio fortuito di un tizio non-morto che voleva eliminare la misteriosa Mietitrice Rossa. Questo è qualcuno che<br />

è al corrente di chi sei, cosa sei e dei posti che frequenti. Quanta gente vi corrisponde?»<br />

Riflettendoci, mi strofinai la ferita vicino all’attaccatura dei capelli. «La mia intera unità, gli scienziati di Don,<br />

alcune guardie… Un centinaio di persone.»<br />

Bones aggrottò le sopracciglia. «Questo fa un bel numero di sospetti, e significa anche che Ian non ci metterà<br />

molto a trovare informazioni su di te. Devo fare un giro dove lavori per annusare i potenziali Giuda uno a uno.»<br />

«Bones.» Feci un passo verso di lui. «Non capisci. Quel posto è pesantemente armato e controllato. Lo so<br />

bene, ho aiutato a progettarne la difesa! Ci sono solo due modi in cui un vampiro può entrare nell’edificio senza un<br />

massiccio bagno di sangue. Uno è disseccato, li conserviamo nel ghiaccio per studiarli, e l’altro è altrettanto<br />

spiacevole: con una lama d’argento conficcata nel cuore e trasportato dentro una capsula. Questi vampiri sono<br />

tenuti in vita per fornirci il sangue per il Bram. Basta. Fine della storia.»<br />

Invece di essere scoraggiato, Bones si picchiettò il mento con un dito, poi prese il cellulare e fece un numero.<br />

«Sì, grazie, resto in attesa… Va bene, una pizza grande, con doppia mozzarella, peperoni e funghi. Anche due<br />

litri di Coca-Cola. Mmh-mh, in contanti. Quaranta minuti? Ecco l’indirizzo…»<br />

Quando riabbassò, lo guardai sbattendo le palpebre confusa. «È un codice per qualcosa?»


Rise. «Sì, è un codice. Per una pizza grande e una bibita gassata. Non hai ancora mangiato niente, e non<br />

posso guardarti morire di fame. Non temere: è tutta tua. Come sai, io sono pieno. Ora parlami di questa capsula.»<br />

«Questa è l’idea peggiore che tu abbia mai avuto.»<br />

Mi faceva male la mandibola per aver digrignato i denti, ero praticamente spossata da quanto avevo discusso,<br />

ma Bones era irremovibile.<br />

«Questo è l’unico modo in cui posso arrivare ad annusare chiunque stia cercando di farti fuori. Se sono i<br />

tirapiedi di un vampiro o di un ghoul, lo scoprirò dal loro odore: cercheranno di scappare o puzzeranno di paura.<br />

In entrambi i casi, lo sapremo.»<br />

«Oppure verrai impacchettato nel ghiaccio accanto a Switch»<br />

«Non accadrà, cucciola. Chiamali.»<br />

Bones mi porse il suo telefono per la quinta volta. Con un’occhiata fulminante, infine lo presi e composi il<br />

numero. Ci avevo provato, ma niente.<br />

«Don, sono io» dissi, quando rispose.<br />

«Cat, sei ferita?» Gli va riconosciuto che sembrava sinceramente preoccupato.<br />

«No, ma qualcuno ci sta lavorando. Senti, sto per arrivare; ci vediamo fra un’ora. Non far uscire nessuno, e<br />

intendo nessuno, finché non sono lì. Richiama chiunque sia fuori. C’è una spia.»<br />

«Certo, vieni subito. Ne parleremo quando arrivi. Ma non è possibile che sia coinvolto qualcuno di qui…»<br />

«Vuoi che venga o no? Queste sono le mie condizioni, e sono dannatamente inflessibile in proposito, dato che<br />

ieri sera la mia testa per poco non si separava dalle mie spalle.»<br />

Don si fermò e poi sospirò. «Se questo ti fa sentire al sicuro. Dov’è, ehm, il tuo compagno?»<br />

«E uscito, non so dove sia andato. In questo momento mi preoccupo di più di salvarmi il culo.»<br />

«Sbrigati ad arrivare. Richiamo le squadre, ma se non arrivi entro un’ora, li rimando via.»<br />

Riagganciai e quasi lanciai il telefono a Bones. «Contento ora?»<br />

Lui premette le labbra sulla crosta che avevo sulla tempia. «Non ancora, ma lo sarò. Vai dritta là; non fermarti<br />

per nessun motivo.»<br />

Cominciai ad andare, ma poi mi fermai.<br />

«Bones, prima che lo facciamo, devo dirti una cosa. Ovviamente sai che tengo ancora a te, ma c’è dell’altro.<br />

Sono… ti amo ancora. Non ho mai smesso, in effetti, anche se anni fa d ho provato. Non mi aspetto che per te sia<br />

lo stesso, ma…»<br />

«Non ho mai smesso di amarti» m’interruppe, avvicinandosi per prendermi tra le bracda. «Nemmeno per un<br />

istante. Anche quand’ero arrabbiatissimo con te perché mi avevi lasdato, ti ho sempre amato, micetta.»<br />

Mi badò, un bado lento e accurato, come se avessimo tutto il tempo del mondo. Avrei voluto che fosse così,<br />

ma in quel momento, temevo che non l’avrei più rivisto.<br />

Con un brivido e un sospiro, lo allontanai. «Ti darò un altro bado dopo. Per adesso ho troppa paura di quello<br />

che stai per fare.»<br />

Bones sorrise, tranquillo, e mi fece scorrere un dito sul labbro inferiore. «Non vedo l’ora. C’è ancora una<br />

cosa, e devi giurarmi che farai esattamente come ti dico. Prendi questa.» Mi mise in mano una busta sigillata.<br />

«Nascondila negli abiti e non aprirla fino a quando non te lo dirò. Questa è l’informazione che stavo aspettando, e<br />

ho bisogno di essere presente quando la vedrai. Giurami che aspetterai.»<br />

«Smettila di fare il melodrammatico.» Infilai la busta nella camicia, rimboccandola nel reggiseno. «Parola di<br />

scout, va bene?»<br />

«Ti amo.» Era difficile restare arrabbiata con lui.<br />

A quelle parole mi fermai accanto alla porta, con la mano sul pomo. «Non farti uccidere. A qualunque costo.»<br />

Da come lo guardai, capì cosa volevo dire.<br />

«Non dovremmo arrivare a tanto, ma se succede, cercherò di non ammazzare nessuno di loro.»<br />

«Bene.» Il mio tono era brusco. «Non so se ti faranno la stessa cortesia.»


Questa volta, quando mi presentai in moto dalle guardie ai cancelli e mi tolsi il casco, fui fatta subito passare<br />

senza esitazioni. Dopotutto non è che potessi nascondere un vampiro sul manubrio, no? Portai la moto<br />

direttamente davanti all’ingresso e la lasciai lì, poi Tate e Juan mi vennero incontro. Avevano entrambi un aspetto<br />

terribile.<br />

«Cristo, querida, temevamo il peggio» esclamò Juan. Tate fu meno eloquente, ma mi fissò il graffio sulla fronte<br />

come se fosse paralizzato.<br />

«Gesù. È stato un proiettile?»<br />

«Certo» risposi con disinvoltura. «Eri uno di quelli che mi spiava ieri sera o l’hai saputo di seconda mano?»<br />

Ci dirigemmo verso l’ufficio di Don. Vidi con sollievo che sigillarono prontamente le porte dell’edificio alle mie<br />

spalle. Bene, Don stava tenendo tutti dentro.<br />

Tate sembrava ancora nervoso. «Veramente l’ho visto in video. Ti stavano registrando. Don ha i nastri.»<br />

«Almeno vedrò come mi stava il vestito, anche se ormai è andato.»<br />

«Ti stava benissimo, querida.» Si può star sicuri che Juan non perde mai un’occasione, non importa quali<br />

siano le circostanze. «Butta via quel tizio pallido e senza pulsazioni e mi occuperò io di te.»<br />

«Quel ‘tizio pallido e senza pulsazioni’ mi ha salvato la vita, Juan» gli ricordai cupamente. «Non sarei stata<br />

carina con tre buchi in testa, vero?»<br />

Quando entrammo, Don si alzò, una rarità. Mi fissò un attimo, e sul voltò gli passò un lampo di non so cosa.<br />

«Fammelo vedere» esordii senza giri di parole.<br />

Sapeva a cosa mi riferivo e mentre Tate chiudeva la porta, premette un pulsante che accese un televisore al<br />

plasma.<br />

Chiunque mi stesse filmando era in una posizione migliore del mio aspirante assassino. A quanto pareva si<br />

trovava su un edificio adiacente, perché la pendenza era inferiore. Guardai con freddezza il filmato di me e Bones<br />

ai nostri posti, il cameriere che ci portava il vino, lui che si piegava verso di me, e io che gli accarezzavo la mano.<br />

La scena successiva era una macchia di un movimento indistinto difficile da cogliere a occhio nudo. Poi d fu<br />

l’incredibile visione della finestra che e splodeva verso l’esterno e una forma fasciata di nero in caduta libera<br />

insieme a me prima di predpitarsi a distruggere il furgone che era sotto.<br />

A quanto pareva il cameraman aveva smesso di filmare e si era spostato, perché la sequenza successiva era<br />

molto più banale. Mostrava il cadavere di Ellis Pierson, con un primo piano dei buchi sulla gola. Bones non si era<br />

preoccupato di chiuderli. Sapeva che la mia squadra avrebbe notato quella prova.<br />

Don spense il filmato e mi guardò con cauta speranza.<br />

«Immagino che quello fosse il tiratore ingaggiato?»<br />

«Già. Il mio compagno non è stato contento che abbia interrotto la cena.»<br />

«Be’, il tuo compagno però ha cenato!» bofonchiò Tate sarcastico.<br />

«Sai, Tate, non è che me ne importasse molto al momento. Dopotutto, avevo appena ascoltato una<br />

descrizione dettagliata di come fosse stato pagato per farmi saltare la testa.»<br />

«Cat.» Mentre si sedeva, Don appoggiò le mani sulla scrivania. «Devi parlarci di questo vampiro con cui stai.<br />

Cominci a uscire con un non-morto e all’improvviso diventi il bersaglio di un omicidio? Da parte di qualcuno che<br />

sa esattamente dove ti trovi? Troppe coincidenze.»<br />

«Ti sei perso qualcosa di quello che hai appena visto?» Il mio tono era carico d’esasperazione. «Quel vampiro<br />

si è preso un maledetto proiettile in testa per me! Spiegami come fa a essere un nemico!»<br />

«Ho studiato questa registrazione fotogramma per fotogramma, Cat» rispose Tate senza sottintesi. «È stato<br />

letteralmente più veloce di un proiettile, e poi è saltato da un palazzo e ha volato! Quindi non solo dev’essere un<br />

Signore vampiro, ma anche il Signore più potente che abbiamo mai incontrato, dannazione.»<br />

Era un bene che Tate non avesse ancora riconosciuto Bones dall’Ohio, anche se aveva studiato il filmato della<br />

sera prima. Forse aveva ragione il vecchio pregiudizio: tranne che a Tate, erano i vampiri che sembravano tutti<br />

uguali. Ciononostante, di quel problema mi sarei occupata un’altra volta. Lasciamo loro credere che Bones è solo


un nuovo vampiro che ho conosciuto. In seguito avrebbero saputo la verità, ma per il momento che ignorassero<br />

chi fosse si accordava perfettamente al piano.<br />

«Non sono un’idiota, Tate. Ho capito la stessa cosa una volta che aveva finito con l’assassino, ma come ho<br />

già detto, è evidente che lui non mi volesse morta. Però pensa che lo voglia<br />

qualcuno a me molto vicino, solo da un altro punto di vista: ritiene che sia una persona di qui, e che Don sia la<br />

chiave.»<br />

«Cosa? Eh? Que?»<br />

Parlarono tutti insieme e io feci un gesto con la mano.<br />

«Non mi ha detto molto, solo che doveva trovarne conferma. Ho il suo cellulare, chiamerà quando avrà finito.<br />

Ma mi ha fatto un nome, e ha detto che questa persona è coinvolta. Forse tu lo conosci, Don, perché a me non<br />

dice niente.»<br />

Su quella parte Bones era stato molto preciso. Non battei ciglio quando incontrai lo sguardo dell’uomo più<br />

vecchio. «Maximillian. Ne hai mai sentito parlare?»<br />

Al volto di Don successe qualcosa che non avevo mai visto. Sbiancò e sembrò che stesse per svenire. Figlio<br />

di puttana. Se Don si era sentito così male, aveva sicuramente riconosciuto il nome!<br />

«Capo, perché sembra che ti abbiano appena camminato sulla tomba?» dissi sommessamente.<br />

Anche Tate e Juan lanciarono occhiate interessate nella sua direzione, ma le loro facce erano inespressive.<br />

Forse Don era l’unico a conoscenza del segreto.<br />

Don aprì la bocca per rispondere, ma si salvò quando gli squillò il cellulare. Guardò di sfuggita il numero,<br />

rispose, poi mi lanciò un’occhiata guardinga e coprì il telefono.<br />

«Io, ehm, devo andare un attimo nel corridoio dove c’è una ricezione migliore.»<br />

«C’è qualcosa che non va?» domandai all’istante.<br />

«No, no» mi assicurò mentre indietreggiava. «Dammi un secondo.»<br />

Don lasciò l’ufficio, e mi parve anche il sottolivello, perché non lo sentii più.<br />

Tate sfruttò l’interruzione per cominciare con me. «Cat, devi dirci chi è questo vampiro con cui stai, e qualsiasi<br />

altra cosa tu sappia di lui, perché conosce molte più cose di quante ne dica.»<br />

Mostrai i denti perché mi aveva parlato come a un ufficiale subalterno. «Si chiama Crispin, negli ultimi dieci<br />

anni ha vissuto in Virginia e dintorni, e a letto può andare avanti per tutta la notte.» Ecco, prendi e ingoia.<br />

Tate mi lanciò un’occhiata arrabbiata. «Buon per lui, ma questo non ci dà ancora nessuna indicazione utile.»<br />

Mi strinsi nelle spalle. «Non è un problema più grosso chi<br />

sia Maximilian, o che contatti abbia qui dentro? Ti dice niente questo nome?»<br />

«No» negò immediatamente. Dalla sua espressione non pensai che stesse mentendo, ma non c’avrei giurato.<br />

Poi il cellulare di Tate squillò. Lui gli lanciò un’occhiata e aggrottò le sopracciglia.<br />

«Sì… cosa? D’accordo, arrivo.» Tate chiuse la comunicazione e si alzò. «Devo andare, Don ha bisogno di<br />

me per qualcosa. Juan, vuole che tu aspetti qui con Cat… E dice che nessuno di voi deve lasciare la stanza prima<br />

che sia di ritorno.»<br />

Tate se ne andò. Rimanemmo Juan e io.<br />

«Fra la gelosia di Tate e la paranoia di Don, probabilmente stanno facendo una telefonata a tre con mia madre<br />

per discutere la mia mancanza di cervello» osservai con amarezza. «Sono passati più di quattro anni e con tutte le<br />

volte che ho rischiato la vita, questa è la ricompensa che ottengo: mi tiene qui ad aspettare con te che mi fai da<br />

baby-sitter. Divertente.»<br />

Juan non rispose, ma il suo silenzio diceva tutto.<br />

«Juan.» Mi girai per essergli di fronte. «Sei l’unico che agisce senza essere accecato dal pregiudizio. Ci sono<br />

altre cose in una persona rispetto alla sua temperatura. Hai visto abbastanza per saperlo. Non lasciare che<br />

mandino tutto all’aria per colpa dei pregiudizi. Guarda tutti i fatti prima di correre a condannare qualcuno, non<br />

chiedo altro.»


«Ti sono debitore, querida. Mi hai salvato la vita tante volte.» L’usuale allegria di Juan se n’era andata, e<br />

anche lui era triste. «Ti concederò il beneficio del dubbio, ma il tuo amante… a lui non devo niente.»<br />

Gli presi la mano e la strinsi. «Allora fallo per me. Ti prego. Per me.»<br />

La porta si spalancò quando Don e Tate furono di ritorno. Don fu il primo a parlare.<br />

«Cat, sto mandando alcuni uomini a prendere tua madre perché l’accompagnino qui, dove sarà al sicuro finché<br />

non avremo individuato chi C’è dietro la minaccia alla tua vita. E’ solo una precauzione. Devo fare altre telefonate<br />

e radunare alcuni impiegati, quindi puoi aspettare nel tuo ufficio. Come hai chiesto, lo stabile verrà chiuso quando<br />

se ne saranno andati. Parleremo quando torneranno.»<br />

Mi venne la nausea per l’ansia, ma cercai di tenerla a bada. Bones mi aveva detto di fidarmi di lui. Stavolta<br />

avrei fatto esattamente in quel modo.<br />

«Bene. Procedete. Andate a prendere mia madre.» Tate afferrò Juan per un braccio e lo trascinò quasi con<br />

violenza fuori dalla porta. «Stiamo andando.»


23<br />

Il tempo arrancava. Erano passate più di tre ore quando sentii dei movimenti nell’estremità più lontana<br />

dell’edificio. Parecchi della mia squadra si trovavano là, e stavano parlando a voce alta e concitata. Quello era<br />

l’unico modo di accedere al quarto sottolivello, dov’erano tenuti i vampiri. Tesi le orecchie, e udii l’inconfondibile<br />

allarme dell’ascensore rinforzato che veniva usato solo per trasportare la capsula all’interno.<br />

Feci irruzione direttamente nell’ufficio di Don. Era al telefono, e con aria estremamente fiduciosa, lo posò.<br />

«Sono tornati, e hanno la capsula con sé. Cosa cazzo sta succedendo, Don?»<br />

«Siediti.» Inclinò la testa verso la sedia, e io obbedii con uno sbuffo. «Temo di avere delle notizie<br />

preoccupanti, Cat. Non ho potuto parlartene perché non potevo rischiare che tu ti mettessi in pericolo<br />

andandotene. Prima mi ha chiamato tua madre perché era spaventata. A quanto pare il tuo nuovo ragazzo vampiro<br />

le ha telefonato dicendole che stava andando da lei. Una volta lì, l’ha attaccata. Sta bene, solo qualche graffio e<br />

dei lividi. Dopo che siamo arrivati, lui si è arreso ed è stato portato qui. Ha già lasciato intendere di sapere chi ti<br />

sta dando la caccia e di avere delle informazioni riservate. I ragazzi lo stanno legando adesso, poi lo<br />

interrogheranno nel dettaglio.»<br />

«Voglio vederlo» chiesi subito.<br />

Don scosse la testa. «Nemmeno per sogno. Sei troppo coinvolta emotivamente, e non saresti obiettiva. Da<br />

un’ora il tuo ingresso ai livelli più bassi è interdetto. Non devi avere nessun contatto con i vampiri. Mi dispiace, ma<br />

la mia reazione è dovuta ai tuoi comportamenti. Non essere troppo dura con te stessa. Molti altri sono caduti<br />

vittime della loro influenza. Che ti serva da lezione, e ti terrò informata.»<br />

Mi stava congedando. Balzai in piedi, imbestialita.<br />

«Bene, se vuoi fare il duro in questo caso, allora lasciami parlare con Tate prima che lo interroghi. Almeno<br />

questo puoi farlo. Porta Tate qui, se sei così terribilmente preoccupato che io faccia una scenata giù. Mi troverà<br />

nel mio ufficio.»<br />

Don mi lanciò un’occhiata di malcelata irritazione, ma alzò il telefono e fece la chiamata.<br />

«Sarà qui fra quindici minuti.»<br />

Sbattei la porta dietro di me.<br />

Se quando aprì la porta Tate pensava di trovarmi tremante sul divano, rimase deluso. Ero seduta con calma<br />

alla mia scrivania e con una mano indicai la porta.<br />

«Chiudila.»<br />

Tate ubbidì e poi incrociò le braccia sul petto.<br />

«Sono venuto come hai chiesto, ma puoi risparmiare il fiato, Cat. Niente di quello che dirai potrà cambiare le<br />

cose. L’abbiamo trovato con le mani nel sacco, a casa di tua madre. E fortunata a essere viva, se riesci a vedere<br />

oltre l’apprensione per il tuo amante tanto da preoccupartene.»<br />

Anche se sembrava leggermente disgustato da me, il suo battito cardiaco accelerò lo stesso quando gli andai<br />

vicino.<br />

«Oh, m’interessa più di quanto immagini, Tate. Non solo di lui, ma anche di te. Ecco perché prima te lo<br />

chiederò, e spero che farai la cosa giusta. Porta Juan con te e liberalo. Poi chiuderemo l’edificio in modalità<br />

d’emergenza e cercheremo la nostra talpa. Ci sono due modi per farlo, e comunque sarà fatto.»<br />

Allargò le narici mentre scuoteva la testa. «Hai perso la testa, Cat. L’hai assolutamente persa! Gesù, non può<br />

valere la pena di buttar via la propria vita per nessuna scopata…»<br />

«Lo amo» lo interruppi.<br />

Imprecò selvaggiamente prima che finissi, dicendo: «Ora so che sei pazza! Lo stai vedendo solo da un paio di<br />

settimane e credi di essere innamorata? Queste sono delle vere cazzate!»


Mi afferrò per le spalle e mi diede una forte scrollata. Io mi limitai a chiudere le mani sulle sue.<br />

«Tate, una volta mi hai accusato di non fidarmi di nessuno. Avevi ragione: non lo facevo. Però adesso ho<br />

intenzione di fidarmi di te, e spero che tu ti fiderai di me. Quando oggi l’hai visto, quando l’hai guardato negli occhi<br />

e l’hai visto per davvero… non ti è sembrato familiare?»<br />

«Certo che sì. Sono stato davanti a quel maledetto video per ore! E sono io che l’altra sera l’ho individuato<br />

fuori da casa tua.»<br />

Strinsi le mani. «Non dall’altra sera o dal video. Da prima. A dire la verità, l’hai visto solo per un secondo, ma<br />

è stato un secondo memorabile. Dopotutto, gli hai sparato. Appena prima che l’auto gli finisse addosso.»<br />

«Questo è…»<br />

Tate s’interruppe. Una crescente espressione di consapevolezza si fece strada sui suoi lineamenti. Mi fissò con<br />

occhi spalancati, e poi la sua bocca s’irrigidì in una stretta linea sottile.<br />

«Bene» disse sommessamente. «Ci hai proprio presi in giro, Catherine Crawfield, non è vero?»<br />

Feci un respiro profondo. «È Bones, il vampiro che ti ho detto che avevo amato e ucciso in Ohio, ma non l’ho<br />

ucciso. L’ho lasciato e ho fatto passare il cadavere di un altro per il suo. Non l’ho più visto fino a poco tempo fa,<br />

quando l’ho incontrato al matrimonio di Denise. Quella di oggi è stata tutta una montatura per far entrare qui<br />

Bones in modo che potesse individuare il traditore. Sapeva che se fosse andato da mia madre, lei avrebbe<br />

chiamato le truppe, e io gli avevo detto che l’unico modo di entrare era in quella capsula o morto. Bones ha scelto<br />

la capsula, nonostante il rischio di poter essere ucciso una volta che vi fosse stato legato dentro.»<br />

Tate era ancora sotto shock. «L’ho quasi ammazzato. L’avevo imprigionato, e sapevo che sarebbe bastato<br />

scuoterlo perché quegli spuntoni gli squarciassero il cuore. Mi ha fermato Juan. Mi ha detto che prima di<br />

condannarlo avremmo dovuto interrogarlo. Sono passati più di quattro anni. Non hai più visto questo vampiro se<br />

non di recente, ma per tutto questo tempo sei rimasta innamorata di lui?» «Si.»<br />

Tate rise, un breve latrato sgradevole. «Certo che sì. Ma questo non significa che romperò ogni regola che sia<br />

mai stata perfezionata sui vampiri per lasciarlo andare.»<br />

«Lui sarà liberato.» Gli affondai le dita nelle mani. «L’unica questione è: sarai sveglio quando succederà? Sei<br />

mio amico, Tate. Per molti versi, il mio migliore amico, ma voglio essere chiara con te: lo libererò e distruggerò<br />

chiunque cerchi di ostacolarmi. Tu. Juan. Don. Chiunque. Ti voglio con me, come partner e amico, ma lo farò da<br />

sola se non avrò nessun’altra scelta.»<br />

Sembrò che volesse darmi uno schiaffo. «Accidenti a te, Cat. Accidenti a te! Sei stata con lui per un totale di<br />

quanto? Sei mesi? Sei stata al mio fianco per più di quattro maledettissimi anni! E’ così importante per te? Più di<br />

tutto quello per cui hai combattuto e di tutto quello che hai fatto? Pensaci, per l’amor del cielo!»<br />

Lo fissai direttamente negli occhi e non esitai. «Sì, lo è. Forse non capisci. Hai mai dovuto tutto a qualcuno?<br />

Tutti i tuoi punti forti, le tue vittorie, ogni minima cosa importante della tua vita… e ciò può essere fatto risalire a<br />

un’unica persona? Bones è questo per me.»<br />

Di colpo Tate mi avvicinò con violenza a sé. «Certo che capisco, stronza, perché è quello che sei tu per me.»<br />

Non lo spinsi via, ma lasciai che mi stesse a pochi centimetri di distanza. «Se ti ho trasmesso qualcosa<br />

d’importante, è perché prima di tutto l’ho imparato da lui. Quindi anche tu gli sei debitore.»<br />

Anche se abbassò le spalle, il suo sguardo ombroso s’illuminò. «Non gli devo un cazzo. Ma sì… a te devo<br />

molto. È questo il tuo prezzo?»<br />

«Se vuoi chiamarlo così.» Meglio negoziare che picchiarlo fino a fargli perdere i sensi.<br />

«Non basta aprire la capsula, Cat. Ci sono quattro livelli di guardie altamente specializzate, e non appena<br />

qualcuno vedrà un prigioniero che cammina per i corridoi, chiuderà tutto automaticamente. Non può soggiogare<br />

tutti con il suo sguardo verde; qualcuno suonerà l’allarme. Lo sai, l’hai progettato tu!»<br />

«Ecco perché andrai giù con calma e nonchalance insieme a Juan, e io me ne resterò quassù e annienterò la<br />

sicurezza.»<br />

Tate si allontanò da me e cominciò a camminare avanti e indietro. «Don ha cambiato l’autorizzazione al tuo


computer non appena ha scoperto di te e del vampiro. I tuoi codici non funzioneranno più. Anche i miei funzionano<br />

solo fino a un certo punto.»<br />

Ignorandolo, tirai fuori il cellulare e feci un numero.<br />

«Randy, siamo in orario. Esattamente fra dieci minuti stacca la spina. Tutti i livelli tranne il quarto e l’ascensore<br />

di collegamento fino al primo. Tutto spento, come nella preistoria. Dai un bacio a Denise da parte mia. Sono in<br />

debito con te.»<br />

Abbassai il telefono e guardai Tate. «Va’, ora. Fra dieci minuti verrà staccata la corrente e questo posto<br />

diventerà una tomba. Appropriato, non trovi? Visto che stiamo per liberare un uomo morto. Le uniche cose che<br />

funzioneranno saranno quelle che voglio io. Credevi davvero che dopo tutti questi anni non mi sarei lasciata<br />

qualche password di riserva nel caso in cui Don si fosse rivoltato contro di me?»<br />

Si alzò con un’espressione incredula.<br />

«Se avevi questa possibilità, perché ti sei preoccupata di chiedere il mio aiuto?»<br />

«Sei mio amico» ripetei, aprendo un cassetto della scrivania e infilandomi la pistola che conteneva nei<br />

pantaloni. «E voglio ancora comandare questa squadra, sebbene nessuno di voi sembri crederà. Sbrigati, hai solo<br />

nove minuti ormai…»<br />

Denise aveva ragione su Randy: era davvero un genio del computer. Con le password che gli avevo dato, si<br />

era inserito in quello centrale e vi aveva scaricato un virus che controllava da lontano. Aveva bloccato tutto. Non<br />

funzionavano nemmeno i telefoni. Il vicino ripetitore per i cellulari, che intercettava tutti i nostri segnali senza fili,<br />

aveva appena subito un’interruzione di corrente. Il mio telefono era satellitare e funzionava ancora, e quando andò<br />

via la luce, fui l’unica a non restare senza fiato per il buio improvviso. Mi limitai ad andare verso l’ascensore e<br />

aspettai.<br />

Quando le porte si aprirono, mi ritrovai davanti Bones. Gli buttai le braccia al collo anche se stavo dando<br />

istruzioni a Tate e Juan, che si erano rintanati con diffidenza nell’angolo più lontano.<br />

«State di guardia a questa porta. Che non si avvicini nessuno, neppure Don.»<br />

«Cos’hai intenzione di fare?» domandò Tate facendo un passo avanti.<br />

«Di dargli un po’ di sangue. Quella scatola l’ha prosciugato. Ha bisogno di una ricarica.»<br />

«Gesù, Cat…»<br />

Premetti il pulsante e le porte dell’ascensore si chiusero, interrompendo efficacemente le proteste di Tate.<br />

«Sapevo che ci saresti riuscita, piccola» disse Bones.<br />

Lo abbracciai forte. «Gesù, sono stata in pensiero da morire in queste ultime ore!»<br />

Mi baciò, esplorando con delicatezza ogni fenditura della mia bocca mentre mi faceva scorrere le mani<br />

addosso. Lo tenni stretto, sentendomi male per i molteplici buchi nei suoi vestiti dove gli spunzoni della capsula<br />

l’avevano perforato.<br />

«Non c’è bisogno dei preliminari» sussurrai, interrompendo il bacio. «Mordimi e basta.»<br />

Bones rise piano. «Sei sempre impaziente.»<br />

Poi spostò le labbra sul mio collo mentre mi tirava indietro i capelli. Prima di affondarvi i canini mi carezzò per<br />

un attimo l’incavo della gola con la lingua.<br />

Rabbrividii, aggrappandomi istintivamente di più a lui per la sensazione che mi diedero quelle due ferite<br />

gemelle. Fu diverso dalle altre due volte in cui mi aveva morso. Meno erotico e più rapace. Tuttavia il cuore prese<br />

a battermi forte, le ginocchia mi divennero deliziosamente molli, e il solito strano calore mi si propagò dentro.<br />

Le porte dell’ascensore si aprirono proprio nel momento in cui Bones sollevò la testa. Mentre tiravo fuori la<br />

pistola, sentimmo il rumore sinistro di una che veniva armata.<br />

«Allontanati, Tate! Se spari, io sparerò a te.»<br />

Dovevamo fare una certa impressione, Bones che si leccava le ultime gocce del mio sangue dai canini e io che<br />

tenevo l’arma puntata contro tutti tranne che contro il vampiro che stava bevendo dal mio collo. Dannazione,<br />

potevo capire la reazione di Tate, ma ciò non significava che l’avrei lasciato sparare a Bones. Anche Juan aveva


tirato fuori la pistola, ma almeno la teneva abbassata. Ragazzo astuto.<br />

Bones squadrò Tate e non si preoccupò di rinfoderare i denti. «Non preoccuparti della sua sicurezza, amico.<br />

Non le ho mai fatto del male, ma ho visto come la guardi, quindi non hai lo stesso lasciapassare.»<br />

«Tate» lo avvertii. «Abbassa la pistola.»<br />

Tate mi fissò. «Accidenti, Cat. Spero che tu sappia quello che stai facendo.»<br />

«Va tutto bene, micetta» s’intromise Bones. «Non sparerà.»<br />

Tate abbassò la pistola proprio nel momento in cui l’improvvisa vertigine dovuta alla perdita di sangue mi<br />

faceva ondeggiare. Bones prese la mia pistola e la porse con naturalezza a Juan, che lo fissò stupito a bocca<br />

aperta.<br />

«L’hai chiamata micetta? E te lo lascia fare? Mi ha mandato in coma per tre giorni quando l’ho fatto io! Le<br />

mie palle non sono mai guarite da quando me le ha scaraventate nella spina dorsale’.»<br />

«E ha fatto bene» si disse d’accordo Bones. «È la mia micetta, e di nessun altro.»<br />

Gli diedi una gomitata nel petto. «Ti dispiace? Mi sento un po’ stordita.»<br />

«Scusa, piccola.»<br />

Mi sollevò mentre con uno scatto di mandibola e mascella si conficcava i canini nella lingua. C’erano mille altre<br />

modi per farmi avere il suo sangue, ma immaginai che avesse scelto questo per via del commento di Tate.<br />

Ricambiai il bado mentre inghiottivo quelle gocce preziose. Tipico di Bones prendere due piccioni con una fava:<br />

nello stesso tempo aveva riaffermato i propri diritti e rimpinguato le mie energie.<br />

Don scelse quel momento per farsi strada a grandi passi tra la folla di spettatori stupiti, giusto in tempo per<br />

vedermi con i piedi penzoloni tra le braccia di un vampiro.<br />

«Cosa diavolo sta succedendo?»<br />

Bones mi appoggiò a terra e in un lampo fu da lui. Va riconosciuto a Don che non cercò di scappare.<br />

«Devi essere molto determinato a uccidermi, se ti sei spinto a tanto» commentò senza emozioni, drizzando le<br />

spalle.<br />

«Non sono qui per te, vecchio mio» rispose Bones, guardandolo dall’alto in basso. «Sono qui per scoprire la<br />

talpa che avete in giardino. Ma prima noi tre d faremo una chiacchierata. L’hai tenuta all’oscuro abbastanza a<br />

lungo.»<br />

«Tate, Juan, assicuratevi che nessuno entri da quella porta e che nessuno si agiti troppo. Il posto è al sicuro,<br />

ma qualcuno potrebbe tirare fuori un’arma. State attenti.»<br />

Inclinai la testa in direzione dell’ufficio di Don. «Dopo di te, capo.»<br />

* * *<br />

Don prese posto come se si trattasse di una visita qualunque e non fosse in ostaggio, noi ci sedemmo davanti a<br />

lui.<br />

«Don, sono orgogliosa di presentarti Bones. Quello vero, non l’impostore congelato in frigorifero. Te lo<br />

ricorderai dall’Ohio, dove diede alla superstrada un aspetto del tutto nuovo.»<br />

«Per tutti questi anni, Cat,» esordì Don con tristezza «hai lavorato per l’altra parte. Brava, mi hai<br />

completamente raggirato.»<br />

Aprii la bocca offesa, ma Bones mi precedette. «Cazzone ingrato, l’unico motivo per cui adesso non ti sto<br />

sfilando dai miei denti è lei. Dice che sei una persona perbene, non che io sia d’accordo, e non ha mai tradito la<br />

tua fiducia. È difficile per te dire lo stesso.»<br />

Roteai gli occhi. Gesù, una minaccia di morte era proprio un bel modo per cominciare la nostra chiacchierata.<br />

«Non mi sono affatto presa gioco di te, Don» dissi. «Quando me ne sono andata dall’Ohio, pensavo di<br />

lasciarmi Bones alle spalle per sempre. Lui mi ha seguito e mi ha trovato solo due settimane fa, e non ho mai<br />

tradito questa operazione.»


Don scosse la testa colmo di rammarico. «Avrei dovuto fiutare la trappola. Nessun vampiro si arrende mai.<br />

Come hai fatto a far sì che tua madre stesse al gioco?»<br />

«Non lo è stata» risposi in tono grave. «Bones gli ha detto che voleva incontrarla senza die io lo sapessi.<br />

Sapevamo cos’avrebbe fatto.»<br />

Bones sbuffò. «Quando sono arrivato a casa sua, si era già fatta due occhi neri e aveva buttato a terra tutti i<br />

mobili. Ma torniamo a te, Don. Per la maggior parte della mia vita, ho fatto un lavoro: trovo le persone, e mi riesce<br />

molto bene. Per cui immagina la mia sorpresa quando ho fatto una fatica cane a rintracciare lei, e poi non sono<br />

riuscito nemmeno a trovare molto su suo padre. Ora, fallire nel trovare una persona potevo anche capirlo, ma<br />

due? Entrambe nascoste così bene che sembrava quasi che fossero state fatte sparire… dalla stessa persona.»<br />

Una specie di presentimento mi corse lungo la schiena. Bones mi strinse la mano.<br />

«Due cose mi parvero strane quando lei scomparve nel nulla. La prima è come la trovasti tanto alla svelta. Ti<br />

presentasti con tutti i suoi dati e numeri il giorno in cui fu arrestata. Troppo preciso. Quel tipo di ricerche richiede<br />

tempo. Dovevi stare monitorando le sue attività da molto, e come facevi a saperlo? Cera un solo modo. Sapevi<br />

già cos’era.»<br />

«Come?» Balzai dalla sedia con un urlo. «Don, cosa mi hai nascosto?»<br />

«Siediti, piccola.» Bones mi afferrò nel momento in cui sarei saltata dall’altra parte della scrivania per strozzare<br />

Don, che si era fatto bianco come un cencio.<br />

«La seconda cosa che mi aveva sbalordito era che non ci fossero resoconti di nessuna morte recente che<br />

corrispondessero alla descrizione di suo padre nel periodo in cui fu stuprata sua madre. Nemmeno una persona<br />

fittizia. E’ stato Ian a risolvere questo mistero. Tu lo conosci come Liam Flannery, Don, e l’hai mandata a dargli la<br />

caccia, ma non era il suo bersaglio abituale, vero?»<br />

«No» risposi io per Don, la cui bocca era sigillata in una linea stretta. «Non lo era. Arriva al punto, Bones.»<br />

«Preferibilmente avevo sperato che Don s’intromettesse per finire al posto mio, ma sta rimanendo in silenzio.<br />

Forse spera con tutte le sue forze che stia solo cercando di ottenere una confessione, non è così?»<br />

Don non replicò. Bones emise un suono pieno di rammarico. «Apri quella busta che ti ho dato prima, micetta.»<br />

Con mani tremanti tirai fuori la busta dalla camicia, l’aprii e spiegai l’unico foglio che c’era dentro. Era un<br />

articolo con una foto, ma la didascalia sotto sfumò nel nulla perché mi bastava aver visto il volto fotografato.<br />

L’uomo in piedi con un largo sorriso aveva i capelli rossi, gli zigomi alti, il naso dritto, una mascella che pur<br />

essendo maschile era spaventosamente simile alla mia, e non potevo dirlo con certezza ma avrei giurato che avesse<br />

gli occhi grigi. Anche se sbiadita, la somiglianza era incredibile. Finalmente avevo un volto da abbinare al mio odio,<br />

ed era lo specchio del mio. Non mi meravigliai che mia madre avesse tante difficoltà.<br />

Ero talmente presa dal divorare l’immagine di mio padre che mi occorse un minuto per guardare l’altra<br />

persona nella foto. Quella con un braccio intorno alle sue spalle. ‘La famiglia festeggia l’encomio dell’agente<br />

federale’ diceva il titolo.<br />

Il tempo non era stato generoso, ma lo riconobbi all’istante. Mi uscì una risatina furiosa e tirai la pagina a Don.<br />

«Be’, estremamente ironica la vita, no? Un enorme, cosmico scherzo! Adesso capisco come si è sentito Luke<br />

Skywalker quando Darth Vader gli ha detto chi era, solo che tu non sei mio padre. Ma suo fratello.»


24<br />

Gettai uno sguardo al mio capo. «Dovrei chiamarti zio Don? Figlio di puttana, in quante missioni suicide mi hai<br />

mandato pur sapendo che ero tua nipote? Tu e mia madre avete molto in comune, dovreste essere<br />

parenti voi due!»<br />

Alla fine Don ruppe il silenzio. «Perché avrei dovuto pensare che fossi diversa? Trentacinque anni fa mio<br />

fratello maggiore stava indagando su Liam Flannery, poi scomparve. Gli anni passarono. Credemmo che fosse<br />

morto, e nessuno voleva dirci qual era stato il suo ultimo caso. Entrai anch’io nell’FBi per scoprire cosa gli fosse<br />

successo. Nel tempo ho scoperto a chi stava dando veramente la caccia mio fratello. Ho giurato di continuare il<br />

suo lavoro e di rendergli giustizia, ma un giorno all’improvviso è venuto da me. Mi ha detto di dimenticarmi di<br />

Liam e del mondo sotterraneo su cui stavo indagando, altrimenti mi avrebbe ucciso. Il mio stesso fratello. Non<br />

potevo crederà.<br />

«Sei mesi dopo tua madre è stata attaccata nella stessa città dell’Ohio in cui l’avevo seguito. Quando lessi la<br />

descrizione dello stupratore, seppi che si trattava di lui e che alla fine era passato dall’altra parte. Poi, dopo cinque<br />

mesi, lei partorì. Una figlia con un’anomalia genetica documentata alla nasata. Sì, ho avuto a lungo dei sospetti, e<br />

mi sono riproposto di controllarti periodicamente mentre creavo questo reparto. Gli anni sono passati, non è<br />

successo niente, e ho cominciato a scordarmi di te. Poi il tuo nome è saltato fuori in collegamento con una serie di<br />

strani omicidi e di furti. Ero già di ritomo in Ohio quando furono uccisi i tuoi nonni.»<br />

Don sorrise, ma non di felicità. «Anch’io penso che la vita sia una presa in giro. Ecco che Dio mi dava l’unica<br />

cosa abbastanza forte da fermare mio fratello e la sua specie, ed era la sua stessa figlia. Sì, ti ho usato aspettando<br />

il giorno in cui ti fossi trasformata come aveva fatto lui, ma non è successo. Quando finalmente mi sono convinto<br />

che fossi diversa, ti ho mandato a catturare Flannery per poterlo usare per far venire allo scoperto Max. Ma il<br />

caso ha voluto che Liam sia scappato. Presumo che ci sia lui dietro a chi ti ha sparato l’altra sera.»<br />

La mia mente annaspava di fronte a quell’ultimo fulmine a del sereno. lan aveva creato mio padre? Lo stesso<br />

che aveva trasformato Bones era anche il Signore di Max? Questo rendeva Ian in parte responsabile della mia<br />

esistenza da mezza morta. Incredibile.<br />

«Non è Flannery che ha ingaggiato il tiratore» cominciò Bones. «Lui la vuole viva. No, dev’essere qualcun<br />

altro che sta cercando di ucciderla. Qualcuno affiliato qui.»<br />

Don emise un verso ironico. «Come riuscirai a capire chi è questo leggendario traditore? Torturerai tutto il<br />

personale?»<br />

Bones lo guardò in cagnesco. «Per uno che ha studiato i vampiri per anni, di certo non d dai molto credito. Ti<br />

sei dimenticato di questi?»<br />

Accese gli occhi di verde, e la loro luce colpì il viso di Don. Il mio capo distolse lo sguardo.<br />

«Gli occhi che incantano dei Nosferatu. Ho desiderato molto spesso di saper estorcere la verità alla gente con<br />

uno sguardo, ma senza tutte le altre conseguenze.»<br />

«Sì, be’, il potere ha sempre un prezzo che va pagato. Devo lasciarti andare, micetta, così puoi sfondargli la<br />

testa?»<br />

Bones non sembrava preoccupato all’idea. Fissai Don. Mi resi conto che avevamo gli stessi occhi. Come<br />

avevo fatto a non notarlo prima?<br />

«Dovrei ucciderti per quello che mi hai fatto, ma non lo farò. Guarda caso capisco il desiderio di vendetta<br />

meglio della maggior parte delle persone. Può farti fare delle cose avventate, tipo mandare tua nipote a farsi<br />

uccidere per poter, un giorno, incastrare tuo fratello. Inoltre,» scrollai le spalle «a parte mia madre, sei l’unica vera<br />

famiglia che mi sia rimasta. Puoi venire con noi o restare qui, non m’importa, ma se vieni, non devi interferire.<br />

Pensi di potercela fare?»


Don si alzò. «Credo di sì.»<br />

Tate e Juan erano ancora davanti alla porta.<br />

«Siamo a posto, Cat?» domandò Tate. Lanciò un’occhiata a Bones, che stava valutando gli impiegati dalla<br />

bocca aperta con occhio esperto.<br />

«Per adesso. Tate, tu e Don potete essere d’aiuto. Cominciamo dalle cose ovvie. Dov’è la squadra? Loro<br />

sanno sia cosa sono che dove vivo. Dopo questa, loro sono la nostra prima fermata.»<br />

«Li abbiamo richiamati tutti e trenta, sono nella stanza degli allenamenti, ma sono armati, Cat. Dobbiamo farli<br />

uscire a gruppi in modo che non infilzino Mr Denti Affilati a vista.» Tate lanciò un’occhiata sprezzante a Bones,<br />

che aveva ammansito l’orrore degli impiegati e li stava annusando uno a uno.<br />

«Pensi che m’inquieti davanti a una stanza piena di esseri umani?» ribatté Bones. «Lasda che tengano i loro<br />

giocattoli; impareranno una lezione molto utile. Non importa quanto li abbia allenati bene, non sono lei.»<br />

Juan sbatté le palpebre. «Può affrontarli tutti mentre sono armati d’argento?»<br />

Per quanto volessi discuterne, visto che avevo lavorato sodo allenandoli, la semplice verità era che prima<br />

d’ora non si erano mai imbattuti in un vampiro forte come Bones. Special mente in uno spazio ristretto, non<br />

importa se della grandezza di un campo da caldo.<br />

«Già, ma è davvero necessario, Bones? Il momento è giusto? E non ammazzarne nessuno; sono i miei uomini.»<br />

«Sì, così sarà più efficace. Se sono in un posto solo si fa prima che a gruppi. Il colpevole sarà colui che<br />

cercherà più di tutti di uccidermi. O che si piscerà addosso, è lo stesso. Questa stanza è a posto, nessuna di<br />

queste persone è il tuo voltagabbana. Non preoccuparti dei tuoi allegri compagni, Robin Hood, vivranno per<br />

morire un altro giorno.»<br />

«Voglio esserci anch’io.» Don sembrava professionalmente affascinato. «Non ce la facdo mai a vedere un<br />

Signore vampiro in azione. Ne vedo solo i convulsi risultati finali.»<br />

«E’ qui che ti sbagli di nuovo» affermò Bones. «Hai visto combattere lei per anni, quindi hai visto un Signore<br />

vampiro in azione. E’ solo che a lei batte anche il cuore.»<br />

La nostra stanza per gli allenamenti era più di una palestra.<br />

Era una fantastica composizione con il percorso a ostacoli, le corde per arrampicarsi, le macerie in caduta, il<br />

pavimento che si sposta, ostacoli d’acqua, e un sacco di spazio per correre. Le basse luci d’emergenza lì dentro<br />

avvantaggiarono Bones, fornendo solo una scarsa illuminazione. Lui insistette perché aspettassimo nel séparé che<br />

sovrastava l’area. Non voleva che in mezzo alla confusione venissi accoltellata né che mi sparassero.<br />

Certo, qualcosa da vedere ci fu. Quando il suo viso pallido divenne visibile nelle luci a intermittenza ci furono<br />

grida, e poi una frenesia di movimenti che nemmeno io riuscii del tutto a seguire.<br />

«Cristo» esclamò Juan in soggezione. «Guardate come volai»<br />

Bones fluttuava da una parte all’altra sconfiggendo la<br />

legge di gl’avita mentre rompeva la formazione che avevo<br />

insegnato ai miei uomini, si lanciava con il corpo in mezzo<br />

a loro e li sparpagliava come birilli. Tate scosse la testa<br />

disgustato.<br />

«Anni di lavoro buttati nel cesso. Mi fa venire voglia di<br />

suonarle a tutti io stesso.»<br />

«Cooper sta cercando di riorganizzarli» osservai. «Ups,<br />

ecco che è andato giù. Accidenti, Bones picchia davvero


come un figlio di puttana. Dopo mi servirà mezzo litro del<br />

suo sangue per curarli tutti.»<br />

«Cosa ti fa credere che te lo darà?» chiese Don scettico.<br />

«Perché glielo chiederò io, ecco il motivo. Sei davvero<br />

ottuso. Poco fa è entrato in quella dannata capsula per me,<br />

tuttavia pensi che si rifiuterà di regalarmi un po’ di sangue<br />

per farmi felice? Maledetto zuccone.»<br />

Il mio capo - o dovrei dire mio zio - non rispose.<br />

«Va bene, micetta» gridò Bones. «Sono puliti. Non male<br />

come gruppo di ragazzi.»<br />

Un po’ sbrigativamente diede un caldo a una delle forme<br />

a terra, provocando un lamento in risposta. Scossi la testa<br />

davanti all’espressione di Tate.<br />

«Te l’ho detto che mi ha insegnato tutto quello che so.<br />

‘Colpiscili mentre sono a terra’ era la sua regola preferita.<br />

Le altre le conosd bene.»<br />

«Maledizione, Cat, non è stato lì dentro nemmeno dieci<br />

minuti. Come fa a dire che nessuno di loro è coinvolto? La<br />

maggior parte non è nemmeno cosciente al momento!»<br />

«Mi fido di lui» risposi semplicemente. «Bones non lo<br />

direbbe se non fosse sicuro, e questo mi basta.»<br />

Mentre studiava quel che rimaneva della nostra squadra,<br />

Juan aveva un’espressione sbalordita sul volto. Poi un<br />

sorriso gli increspò le labbra.<br />

«È stato tutto fichissimo!» affermò con enfasi.<br />

Fu solo quando d avvicinammo ai laboratori che Bones<br />

affrettò il passo. I suoi occhi divennero verdi non appena si<br />

aprirono le porte dell’ascensore, e mi diede un rapido bado<br />

con lo schiocco prima di spingermi di nuovo dentro.


«Resta qui» disse agitato. «Sento qualcosa.»<br />

Bones si allontanò con Juan e Don che lo seguivano. Tate<br />

rimase indietro con me.<br />

«E un’inutile ricerca del cazzo» mormorò. «Sente<br />

qualcosa? Cosa può sentire…»<br />

«Sssh!» dissi, drizzando le orecchie per percepire ogni<br />

minimo rumore nella stanza accanto. Sentimmo il trambusto<br />

di una lotta che durò molto poco, un grido acuto, e poi<br />

un’insopportabile risata di scherno.<br />

«Bene, bene, cos’abbiamo qui? No, non andrai da nessuna<br />

parte, guardami dritto negli occhi…»<br />

«Ha preso qualcuno» dissi a beneficio di Tate, e lo<br />

superai velocemente.<br />

Dentro al laboratorio, Bones teneva l’assistente del<br />

dottore, Brad Parker, attaccato al muro con una mano<br />

pallida. Il bagliore del suo sguardo illuminava la stanza di<br />

un verde inquietante.<br />

«Allora, dov’eravamo? Parlami di cosa stavi combinando<br />

e sii preciso. Puoi iniziare da qualsiasi partner.»<br />

«Uno» borbottò Brad. «E’ proprio uguale a lei.»<br />

M’irrigidii. Fui percorsa da un brivido, mentre<br />

incrociavo lo sguardo di Don. Non c’erano dubbi a chi si<br />

stesse riferendo Brad.<br />

Bones mi landò un’occhiata e poi tornò a concentrarsi<br />

sull’uomo davanti a sé.<br />

«Ma davvero? Ora dimmi tutto il resto…»<br />

Questa volta, Juan e Tate scrissero sotto dettatura e io mi<br />

limitai ad ascoltare per la seconda volta in due giorni il<br />

piano progettato per uccidermi. Brad lo chiamò con un


nome diverso, ma era chiaro che il mandante fosse mio<br />

padre. A quanto pareva, dopo che Ian aveva ricostruito la<br />

somiglianza genetica tra la Mietitrice Rossa con cui si era<br />

preso e il suo stesso lacchè Max, mio padre aveva deciso che<br />

non voleva essere un papà. Mi aveva rintracciato<br />

inseguendo Don, sapendo che dovevo avere lui alle spalle.<br />

Trovatone uno, l’altra non doveva essere lontana, aveva<br />

giustamente presupposto. Conoscendo di prima mano sia<br />

I’fbi che suo fratello, Max aveva fatto progressi con<br />

eccezionale velocità. Poi aveva trovato quello che stava<br />

cercando in Brad Parker, un uomo la cui lealtà poteva<br />

essere comprata e che sapeva abbastanza perché il<br />

pagamento fosse speso bene.<br />

Aveva quasi funzionato. Se non fosse stato che ero uscita<br />

con un vampiro, la mia testa sarebbe saltata in aria.<br />

Quando Bones ebbe finito, inarcò un sopracciglio in<br />

direzione di Don. «Hai qualche altra domanda per lui?»<br />

Don parve scioccato. «Posso tranquillamente affermare<br />

che hai chiesto tutto. Tate? Juan? Qualcos’altro?»<br />

Loro scossero la testa in silenzio. La risposta di Tate fu<br />

più a denti stretti, le sue labbra si serrarono in una linea<br />

sottile, ma Juan guardava Bones con un lampo di<br />

ammirazione. Era un inizio.<br />

«Volete metterlo sottochiave?»<br />

Anche quella domanda fu rivolta a Don. Apprezzai il gesto<br />

che vi si nascondeva dietro. Bones stava posticipando il<br />

destino di Brad. Mi sopresi che Don facesse un gesto con la<br />

mano.<br />

«Sai che non lo lasceremo vivere, non con quello che sa.


Limitati a non fare troppa confusione.»<br />

Tate era furibondo. «Per l’amor del cielo, portiamolo giù<br />

e spariamogli!»<br />

«Non fare il bambino, Tate» sbottò Don. «Proiettili o<br />

morsi, la fine è la stessa, ed è un suo diritto. L’ha trovato<br />

lui; non noi. Cat sarebbe morta fra breve se non l’avesse<br />

fatto, e nonostante quello che lei pensa di me, non voglio che<br />

accada.»<br />

Mentre diceva quest’ultima parte, Don mi guardò dritto<br />

negli occhi, e capii cosa intendesse. Mi stava offrendo un<br />

segno di pace sotto forma della giugulare di Brad Parker.<br />

Non era bello, ma come ho detto, era un inizio.<br />

«Fai in fretta» dissi a Bones. «So che vuoi prenderti il tuo<br />

tempo, ma non farlo. Non ne vale la pena.»<br />

Non lasciai la stanza, come invece fece Tate con uno<br />

sbuffo. Juan si spostò ma rimase, e Don non si mosse da<br />

dov’era.<br />

A Bones il pubblico non dava fastidio. Morse il collo di<br />

Brad con i canini completamente fuori, inghiottendo a fondo<br />

e ripetutamente. Quando sopraggiunse, nessuno a parte me<br />

sentì l’inevitabile rumore della morte, e fedele alla mia<br />

richiesta, fu veloce.<br />

«Ecco, vecchio mio» dichiarò Bones un minuto dopo<br />

quando lasciò cadere Brad senza vita sulle mattonelle.<br />

«Nemmeno una goccia versata.»<br />

Andai da lui, scavalcando Brad, che era seduto<br />

scompostamente ai suoi piedi. Bones mi baciò la fronte con<br />

le labbra calde. Due esecuzioni in due giorni, doveva essersi<br />

riempito lo stomaco. Poi mi tornò in mente che la cena della


sera prima era andata persa nella capsula.<br />

«Sai che gli darò la cacda, Don.» Non c’era bisogno che<br />

dicesse il nome, e per qualche motivo non volevo che lo<br />

facesse.<br />

«Sì, lo so.» Ci squadrò insieme e si tirò un sopracciglio.<br />

«Voglio parlare in privato con te, Cat. Dobbiamo discutere<br />

di alcune cose.»<br />

«Possiamo parlare, ma Bones viene con noi. Tanto, anche<br />

se non potesse sentirci, cosa che invece sa fare, glielo direi<br />

subito dopo.»<br />

Bones rivolse a Don un sorriso compiaciuto. Be’, si<br />

meritava di gongolare un po’.<br />

Don tossì. «Se insisti. Juan, rimuoveresti…?» Indicò con<br />

aria distratta il corpo di Brad, mentre lo seguivamo nel suo<br />

ufficio.


25<br />

«Ci stai lasciando?» cominciò Don senza preamboli quando chiusi la porta.<br />

Era una bella domanda, visto che ormai sapevo quello che mi aveva tenuto nascosto in quegli ultimi anni.<br />

Guardai in giro per l’ufficio di Don e poi di nuovo lui. Non avevamo i tratti simili, ma avevamo lo stesso<br />

sangue, sicuro come che avevo quello di mia madre. Dopo parecchi minuti di silenzio, mi resi conto che non lo<br />

odiavo per le bugie e le omissioni che mi aveva rifilato. Chi ero io per giudicare tanto duramente i suoi errori?<br />

Dopotutto ne avevo fatti un numero eccezionale io stessa.<br />

«No.»<br />

Don emise un sospiro che sarebbe potuto essere di sollievo, ma Bones si passò una mano tra i capelli per la<br />

frustrazione.<br />

«Accidenti, non sceglierai la via più facile!»<br />

«Devo farlo.»<br />

Bones mi fissò per un lungo istante, poi si girò verso Don.<br />

«L’unico modo per averla è se vengo con lei. Considerala un’offerta due per uno. Non le impedirò di fare<br />

quello che considera il suo lavoro, ma non starò a guardarla morire per esso. Nessuno di quegli uomini è<br />

abbastanza forte da coprirle le spalle, ma io sì. Vuoi lei? Allora prenderai anche me.»<br />

Questo non me l’ero aspettato. Ed evidentemente nemmeno Don. Rimase a bocca aperta.<br />

«Non puoi aspettarti che permetta a un vampiro di entrare in un’operazione progettata per uccidere i vampiri!<br />

Non è nemmeno una follia; è un suicidio!»<br />

Bones sorrise molto paziente e si sedette, picchiettando le dita sulla scrivania di Don.<br />

«Senti, amico, potrebbe anche non fregarmene un fico secco della tua operazione, ma si dà il caso che<br />

m’importi parecchio della vita di lei, quindi ti farò un’offerta, e tu l’accetterai.»<br />

Don sbatté gli occhi per la schiettezza dell’affermazione. Anch’io ero curiosa di sentire quale sarebbe stata<br />

quest’offerta, perché era nuova pure per me.<br />

«Perché il successo delle vostre missioni dipende interamente da lei?» prosegui Bones. «Perché è la tua<br />

combattente più forte. Senza di lei, hai un gruppo di uomini che sarebbero molto validi in una guerra normale, ma<br />

che contro ghoul e vampiri fanno la fine degli animali in autostrada. Lo sai anche tu. Ecco perché ti sei arrabbiato<br />

tanto quando hai scoperto quant’era letale a ventidue anni. E non credere che abbia dimenticato che sono state<br />

le tue manipolazioni a farmi stare da solo negli ultimi anni. Solo per questo, mi piacerebbe sbucciarti come<br />

un’arancia mentre sei vivo e gridi, ma ora stiamo andando fuori tema.»<br />

«Decisamente» affermai nervosa.<br />

Bones proseguì come se non avessi parlato. «Ma dato che insiste nel continuare a lavorare qui, dobbiamo<br />

trovare un accordo. Per quanto sia abile in battaglia, non è infallibile. Se dovesse cadere in combattimento proprio<br />

ora, la tua operazione sarebbe finita, perché non hai nessun altro con cui rimpiazzarla. Questa è la prima parte<br />

dell’offerta. Non dovrai mai temere che non torni da un incarico, perché a meno che non sia squarciato sul<br />

pavimento, lo farà.»<br />

«Vuoi lavorare per me?» chiese Don stupito.<br />

Bones rise. «Non per te, vecchio mio. Per lei. Sarebbe comunque l’unica a cui darei ascolto.»<br />

La mia espressione doveva essere stupita quanto quella di Don, perché Bones si fermò e mi prese la mano.<br />

«Non voglio litigare con te per il comando. Puoi avere tutto quello che desideri fintanto che siamo insieme.<br />

Serberò le mie richieste per la camera da letto.»<br />

Arrossii. Bones si limitò a ridacchiare e si portò la mia mano alle labbra.<br />

Anche dall’espressione di Don si capiva che era meglio cambiare argomento. «Qual è la seconda parte della


tua offerta?»<br />

Bones drizzò le spalle ma continuò a tenermi la mano. «Ah, la seconda parte è il motivo per cui non potrai<br />

dirmi di no. Ti darò quello per cui hai segretamente smaniato fin da quando hai iniziato questo piccolo progetto<br />

scientifico.»<br />

«E cosa pensi che sia?» chiese Don senza nascondere il suo scetticismo.<br />

«I vampiri» rispose Bones. «Vuoi creare i vampiri da solo.»<br />

«No, non è vero!» mi affrettai a negare.<br />

Peccato che Don non stesse saltando su per difendersi. Anzi, guardò Bones in un modo molto strano. Come<br />

se l’avesse appena trovato interessante.<br />

Bones si riappoggiò allo schienale della sedia. «Vuoi quello che vuole ogni comandante di truppe: soldati fedeli<br />

che siano più forti del suo nemico. Quante volte hai desiderato che altri della squadra avessero i suoi poteri?<br />

Quanto spesso hai sognato dei soldati che avessero la fortuna di possedere gli stessi vantaggi dei tuoi nemici? Ti<br />

farò quest’offerta una sola volta, amico. Scegli i tuoi uomini migliori, e io li renderò perfetti.»<br />

Scioccata, guardai Don prendere in considerazione l’offerta, poi appoggiò le mani sulla scrivania.<br />

«E se dopo essere passati dall’altra parte, si rivoltano contro di noi come so che succede? A quel punto avrei<br />

dei cani sciolti contro di me e il resto della squadra.»<br />

«Semplice. Se minacciano te, e poi lei, li uccido. Non esiterei un attimo a eliminare un pericolo nei suoi<br />

confronti, e hai già due cadaveri come prova. Comunque, un periodo di apprendistato dovrebbe tranquillizzarti.<br />

Fai le tue scelte e dà loro del sangue puro. Vediamo come gestiscono il potere. Se non ce la fanno a controllarne<br />

poco, allora non ce la farebbero con il resto. Ma se ci riescono…» Bones lasciò la frase in sospeso.<br />

«Fammi capire bene» disse prontamente Don. «Tu accompagnerai Cat nelle missioni per minimizzare i suoi<br />

rischi. Hai anche acconsentito a trasformare dei soldati selezionati in vampiri, che sarebbero sotto la tua<br />

supervisione, soppressi se necessario, e comandati da me tramite lei. Ho capito bene?»<br />

«Sì.» Non ci fu nessuna esitazione nella risposta di Bones. Ero ancora stordita dall’intera trattativa.<br />

«Nient’altro?»<br />

«Ho delle condizioni» m’intromisi, cogliendone l’opportunità. «I miei programmi cambiano. La tua operazione<br />

ha appena subito un notevole miglioramento, Don, per cui non voglio sentire lamentele. Primo, basta sorveglianza.<br />

È bene che non veda né senta più nessuno della mia squadra che mi spia, perché da stasera la mia posizione sarà<br />

segreta. In questo modo, nessuno potrà torturare o estorcere informazioni ai miei uomini con uno sguardo verde,<br />

né farsele dare con i soldi, com’è successo con Brad Parker. E tutto il resto passerà in secondo piano fino a<br />

quando non avremo messo le mani su mio padre. Tuo fratello ha la priorità, non sei d’accordo, zio?»<br />

Don rimase in silenzio per parecchi minuti. Alla fine sorrise malignamente.<br />

«Bene, Cat, Bones… mi pare che abbiamo un accordo.»<br />

Finita la discussione, c’erano ancora alcuni dettagli da ciliari re prima che ce ne andassimo. «Mia madre è<br />

sempre qui?»<br />

«E’ in uno dei bunker. Vuoi vederla?»<br />

«No. Ma tienila qui. Se mio padre sa dove trovarmi, non è al sicuro a casa sua.»<br />

«Non possiamo nemmeno avere la tua squadra che se ne va in giro, così Max può rapirli e scoprire che sono<br />

coinvolto, micetta» dichiarò Bones. «Radunali insieme al resto degli impiegati. Non ricorderanno di avermi visto.»<br />

«E Noah?» Questo lo chiese Don e io sussultai.<br />

«Non sa niente.»<br />

«Non è quello che intende» disse Bones in tono piatto. «Noah potrebbe costituire una buona esca, anche se<br />

non ne sa il motivo. Max potrebbe pensare che provi ancora qualcosa per lui.»<br />

Non ci avevo pensato. «Allora metti qualcuno di guardia a Noah, Don, a lavoro e a casa. Al primo segno di<br />

qualcosa di soprannaturale, entriamo in azione. Magari becchiamo Max con la sua stessa trappola.»<br />

«Telefono subito» promise Don.


Ci alzammo. Era stata una lunga giornata, e non era finita.<br />

«Bones, mentre tu e Don giocate a illuminare con gli occhi il resto dello staff, io andrò a parlare con la squadra<br />

a proposito del tuo nuovo stato.»<br />

Bones fece un largo sorriso. «Salutami il tuo amico, micetta. Non vedo l’ora di cominciare a lavorarci.»<br />

Sapevo cosa intendeva. «Lavorarci… insieme, Bones. Mi raccomando.»<br />

Il suo sorriso si allargò. «Giusto.»<br />

* * *<br />

Un’ora dopo, le tempie mi pulsavano per un brutto mal di testa. Tate, come mi aspettavo, era andato su tutte<br />

le furie. Juan era rimasto inaspettatamente indifferente quando avevo risposto ad alcune sue preoccupazioni, e<br />

siccome Cooper era il terzo capitano, era stato risvegliato dalla sua commozione cerebrale e informato che la sua<br />

causa adesso si sarebbe ufficialmente unita alla squadra. Tate immaginava che Cooper l’avrebbe appoggiato, ma<br />

lui invece l’aveva presa meglio di Juan.<br />

«Ci ha fatto il culo, comandante. Se ci avesse voluti morti, presumo che adesso lo saremmo.»<br />

«È il vampiro che mi ha addestrata, Coop. Oh, e ci vado a letto insieme, tanto per risparmiare a Tate il<br />

disturbo di annunciarlo dopo. Vi crea dei problemi?»<br />

Cooper non esitò. «Sei uno scherzo della natura. Perché non dovresti anche volerne uno?»<br />

«Non posso crederci, maledizione» commentò Tate disgustato.<br />

Bones entrò a grandi passi nella stanza. Tate gli lanciò uno sguardo truce quando mi abbracciò.<br />

«Ti senti meglio, amico?» chiese a Cooper. «Se così non è, lo starai fra poco. Don mi ha appena tolto mezzo<br />

litro di sangue, micetta» disse con un sorriso. «A quanto pare l’anatomopatologo non voleva bucarmi. Il poveretto<br />

era un po’ agitato, anche se non riesco a capirne il motivo.»<br />

«Forse perché hai cenato con il suo assistente, amigo» fu il sarcastico commento di Juan.<br />

Cooper non lo sapeva. Spostò lo sguardo su di me.<br />

«Gli lasciamo mangiare la gente?»<br />

«Così pare» ringhiò Tate.<br />

«Brad Parker si era organizzato con un altro vampiro per farmi smettere di soffrire, Cooper.» Guardai male<br />

Tate. «Hai saputo della notte scorsa? Be’, puoi ringraziare il defunto Mr Parker per aver rivelato la mia ubicazione<br />

e quali sono le mie debolezze<br />

Cooper squadrò Bones e poi si strinse nelle spalle. «Allora se l’è meritato. Sei stato anche troppo svelto,<br />

prima avresti dovuto fargli male.»<br />

Bones soffocò una risata contro la mia tempia. «Tu e io andremo meravigliosamente d’accordo, soldato.»<br />

Tate borbottò una sconcezza, e ne ebbi abbastanza.<br />

«Ti voglio con me, Tate, ma non ti costringerò. Ci stai o no? Decidi ora.»<br />

Tate incrociò le braccia sul petto. «Ci sto, Cat. Non ti lascerei mai. Specialmente quando hai la morte che ti<br />

alita sul collo.»<br />

«Molto divertente» gli risposi a tono, visto che Bones mi stava a pochi centimetri dalla gola. «E come sai, lui<br />

non respira. Adesso che i dettagli sul nuovo membro della squadra sono sistemati, me ne vado. Ho una riunione di<br />

famiglia da organizzare.»


26<br />

Accostammo sul lato meridionale del campus del Politecnico della Virginia. Bones spense la motocicletta e la<br />

lasciò appoggiata a un albero. Lanciai un’occhiata agli edifici con la facciata in pietra e alle strade acciottolate, gli<br />

studenti erano ancora in giro sebbene fossero le undici di sera, e mi schiarii la gola.<br />

«Mi sembrava avessi detto che dovevamo incontrare un certo vampiro molto importante. Ti sei fermato qui<br />

solo perché prima volevi farti un boccone?»<br />

Bones ridacchiò. «No, piccola. E’ qui che lo incontreremo. Be’, qui sotto, per così dire.»<br />

Inarcai le sopracciglia. «Qui sotto?»<br />

Mi prese per un braccio. «Seguimi.»<br />

Attraversammo il campus verso Derring Hall. Vedendo tutti quei volti giovani clic gironzolavano mi vennero in<br />

mente i miei giorni all’università. Non mi ero laureata; tutta quella storia dell’uccisione del governatore e<br />

dell’ingaggio da parte di Don aveva interferito con i miei programmi accademici. Tuttavia, avevo avuto lo stesso la<br />

possibilità di andarmene dalla mia piccola cittadina e viaggiare. Chi l’avrebbe detto che sarebbero state le mie<br />

abilità con un coltello d’argento, invece di una laurea a pieni voti, a costituire il mio biglietto per una nuova vita?<br />

Una volta dentro Derring Hall, scendemmo giù. Dopo molte svolte e poi un lungo corridoio, arrivammo al<br />

seminterrato. Lì c’era una guardia, e Bones gli si avvicinò con un sorriso cordiale, poi lo colpì con il suo sguardo.<br />

«Facci passare, e non siamo mai stati qui» ordinò. La guardia annuì e lasciò che lo superassimo senza che dal<br />

suo volto sparisse quello sguardo vitreo.<br />

Nel seminterrato non c’erano altre persone. Bones mi fece attraversare vari depositi fino a quando non<br />

raggiungemmo un piccolo cancello chiuso con un catenaccio. Strappò con noncuranza il chiavistello dall’inferriata<br />

e la tenne aperta per me.<br />

«Dopo di te, micetta.»<br />

Entrai e mi fermai all’ingresso di uno stretto tunnel angusto che conduceva nell’oscurità. Sui muri cartelli con la<br />

scritta attenzione, amianto! e altre cose del genere annunciavano il pericolo.<br />

«Non potevamo semplicemente incontrarci da Star-bucks?» osservai.<br />

Bones chiuse la grata dietro di sé. «Quaggiù abbiamo meno probabilità che qualcuno d veda o senta quel che<br />

didamo. Nessuno sa ancora che Mencheres è negli Stati Uniti.»<br />

«E hai detto che Mencheres è lo stesso vampiro che ha trasformato Ian» commentai con aria pensierosa.<br />

«Quindi, in termini vampireschi, sarebbe tuo… nonno.»<br />

Dopo una breve camminata, il tunnel si allargò. Tubi e fili correvano sul muro e la temperatura cambiò<br />

rapidamente da normale a rovente. Una volta superata quella sezione, c’era una moltitudine di corridoi fra cui<br />

scegliere. Sembrava un labirinto, laggiù.<br />

Bones imboccò il tunnel sulla destra. «È il mio antenato, sì, ma cosa più importante, è un vampiro molto<br />

potente contro cui Ian non vorrà mettersi. Siccome tuo padre, Max, è un membro della discendenza di Ian e<br />

ancora sotto la sua protezione, nel mondo dei vampiri attaccare Max sarebbe lo stesso che attaccare Ian.»<br />

«Ma il fatto che Max abbia cercato di farmi saltare la testa va bene?» domandai irritata.<br />

«Tu non hai un Signore che ti redami sotto la sua discendenza» replicò Bones con tono piatto. «Ricordi che ti<br />

ho detto di come i vampiri operino secondo una forma di feudalesimo? Quando un vampiro ne crea un altro, lo<br />

prende sotto la propria protezione, e per contro, lo fa anche il Signore a capo della discendenza. Ma tu non sei<br />

stata trasformata, sei nata, quindi nessun vampiro si è mai assunto responsabilità nei tuoi confronti. Il che ti fa<br />

restare senza un Signore a difenderti dagli attacchi esterni.»<br />

«Per cui il solo fatto di uccidere Max dopo averlo trovato scatenerebbe una guerra all’ultimo sangue con la<br />

gente di Ian, come se, tanto per cominciare, non ci fossero già abbastanza problemi con il tuo eccitato genitore.»


Bones annui. «Ecco perché ho intenzione di cambiare il tuo status nell’universo vampiresco. Ti reclamerò sotto<br />

la mia protezione, ma prima devo staccarmi dalla stirpe di Ian. Altrimenti, tutto quello che rivendico come mio è<br />

anche suo, perché è il capo della mia discendenza. Ecco perché incontriamo Mencheres. Sarà altamente meno<br />

probabile che Ian si ritorca contro di me se Mencheres sceglie di stare dalla mia parte.»<br />

«Ian sa che mi stavi cercando… prima?»<br />

«Dopo il vostro battibecco, sì. Gli ho detto che ti stavo dando la caccia per limitare i danni che avresti potuto<br />

fare al mondo dei non-morti. Quando ha espresso il suo interesse nei tuoi confronti e mi ha rifilato la tua<br />

descrizione del nostro precedente rapporto, gli ho detto un paio di cose non proprio signorili per cercare di<br />

dissuaderlo dal venirti dietro.»<br />

«Tipo?»<br />

«Vediamo… gli ho detto che piagnucolavi in continuazione, russavi in modo abominevole, e scopavi in<br />

maniera terribile. Oh, e che la tua igiene lasciava molto a desiderare.»<br />

«Tu cosa?!»<br />

Ridacchiò. «Micetta, in quel momento avevo a cuore solo il tuo benessere. Dopotutto, mi hai fatto passare per<br />

uno che non paga i debiti. Non eri preoccupata della mia reputazione, vero?»<br />

«Stavo cercando di proteggerti, non di calunniarti!»<br />

«Anch’io. Ma Ian non c’è cascato ed è rimasto ossessionato da te. Non quanto me, ma questo non lo<br />

sapeva.»<br />

Sarei tornata sul modo in cui aveva cercato di scoraggiare lan più tardi. In fondo, sarebbe potuto uscirsene<br />

con qualcosa di diverso invece di dire che a letto ero una schiappa piagnucolosa, puzzolente e che russavo come<br />

un trombone.<br />

Raggiungemmo un’altra diramazione del tunnel. Stavolta Bones andò a sinistra, e ci avventurammo più a fondo<br />

nel ventre del campus. Alla faccia della privacy, pensai. Dovevamo essere ad almeno quindici metri sotto terra.<br />

«Perché non ci limitiamo tu a uccidere Ian e io Max?» mormorai. «Se vuoi il mio parere, ci risparmieremmo un<br />

sacco di controversie politiche da non-morti.»<br />

Bones si fermò. Mi prese per le spalle, e il suo volto si fece serissimo.<br />

«Se dovessi scegliere tra te e Ian, micetta, sì, lo ucciderei. Ma nonostante le nostre molte ostilità negli anni, o il<br />

fatto che nel darti la caccia si comporta da stronzo spietato…» Bones chiuse gli occhi per un attimo «siamo legati»<br />

disse alla fine. «Ian mi ha trasformato in quello che sono, e ha fatto parte della mia vita per ben più di due secoli.<br />

Se c’è un modo di risolvere la questione senza ucciderlo, sceglierò questa strada.»<br />

Fui assalita da un’ondata di vergogna. Idiota, mi criticai con durezza. Avresti dovuto saperlo.<br />

«Mi dispiace. E’ ovvio che non puoi semplicemente ucciderlo. Non ce l’ho fatta neanch’io, quando ho capito<br />

chi era.»<br />

Bones sorrise un po’ torvo. «Potrei anche doverlo ucddere prima che sia tutto finito. Ma se lo farò, almeno<br />

saprò che è stata la mia unica scelta.»<br />

Ricominciammo a camminare. Di tanto in tanto vedevo dei graffiti sui muri, a dimostrazione del fatto che quei<br />

tunnel non erano sempre privi di visitatori.<br />

«Li ogni caso perché c’è tutta questa roba quaggiù?»<br />

«Erano principalmente tunnel per il vapore» rispose Bones. «Era così che riscaldavano l’università di sopra.<br />

Ora li sfruttano anche per i cavi elettrici, del telefono e dei computer. Alcuni di essi corrono fino alla centrale<br />

elettrica. Qui è abbastanza facile perdersi, se non sai dove stai andando.»<br />

Infine raggiungemmo un’altra sommità, e lì mi stupii di vedere un ruscello sotterraneo.<br />

Bones si fermò. «E qui che incontreremo Mendieres.»<br />

«Assolutamente no» sbuffai.<br />

Un minuto dopo, sentimmo un rumore stridulo. Poi, proprio come in un vecchio film di Dracula, in uno dei<br />

muri si aprì lentamente una porta a forma di cripta, e ne uscì un vampiro dai capelli neri. Gli manca solo il mantello,


pensai sfacciatamente. Poi sarebbe perfetto.<br />

Tuttavia il vampiro non aveva un mantello, e sentii l’elettricità scorrermi lungo la pelle, intensa come una scossa<br />

elettrica. Wow. Chiunque sia, non scherza con l’alta tensione.<br />

«Maestà» disse Bones, facendo un passo avanti. «Grazie per essere venuto.»<br />

Mencheres non sembrava avere più di trent’anni. Aveva i capelli neri, gli occhi color carbone, e il naso<br />

aquilino che, insieme alla pelle magnificamente scura, lasciava intendere che fosse di etnia mediorientale. Ma fu il<br />

suo livello di energia che mi sbalordì. La sua aura scoppiettante non assomigliava a niente che avessi avvertito in<br />

precedenza. Non c’era da meravigliarsi se Bones aveva detto che Ian non avrebbe voluto Mencheres come<br />

nemico. Sentendo l’energia che si sollevava da lui come un’onda, non l’avrei voluto neanch’io.<br />

«Bones» esordì, abbracciando il mio innamorato. «È passato troppo tempo.»<br />

Bene, almeno sembrava amichevole.<br />

Bones si girò verso di me. «Lei è Cat.»<br />

Mi feci avanti e gli porsi la mano, incerta su quale fosse il protocollo giusto. Mencheres mi rivolse un debole<br />

sorriso e me la prese.<br />

Non appena le sue dita si chiusero sulle mie, avrei voluto tirarla indietro. Zzz! Avrei anche potuto ficcare un<br />

dito bagnato nella presa della corrente. Riusai a rispondere con una semplice stretta, poi lasciai andare la mano e<br />

usai tutto il mio autocontrollo per non strofinarla cercando di scacdame l’intorpidimento. Dopo mi sarei dovuta<br />

ricordare di chiedere a Bones esattamente quanti anni avesse Mencheres. Avrei scommesso che contava i<br />

compleanni in millenni, non in secoli.<br />

Dopo che d fummo adeguatamente scambiati i saluti, Bones andò subito al sodo.<br />

«Voglio lasdare la discendenza di Ian» annunciò. «Ian la vuole, e lei vuole uccidere uno dei suoi, quindi capisci<br />

bene perché ho bisogno di sottrarmi alla lealtà nei suoi confronti e mettermi a capo di una stirpe tutta mia.»<br />

Mendieres spostò rapidamente lo sguardo su di me. «Credi davvero che uccidere tuo padre migliorerà la tua<br />

vita?»<br />

Non ero pronta per quella domanda, perdo mentre rispondevo balbettai un po’.<br />

«Ehm, sì. Diamine sì, certo. Tanto per cominciare non dovrei più preoccuparmi dei cacciatori di taglie che<br />

prendono di mira la mia testa, e poi credo che mi darebbe molta, ma molta soddisfazione.»<br />

«La vendetta è la più vuota delle emozioni» commentò Mencheres ponendo fine alla questione.<br />

«Sempre meglio della rabbia repressa» fu la mia secca risposta.<br />

«Non ho detto che è suo padre che vuole ucddere» s’inserì Bones con voce monotona. «Come faceva a<br />

saperlo, maestà?»<br />

Già, come faceva? Sollevai le sopracdglia. Mencheres fece spallucce.<br />

«Lo sai come ho fatto.»<br />

A Bones sembrò che bastasse quell’affermazione. A me no. «E…?» lo spronai.<br />

«Mencheres ha delle visioni» rispose Bones. «Barlumi di futuro, cose di questo genere. È uno dei suoi poteri.»<br />

Fantastico. Dovevamo convincere un guai vampiro a passare dalla nostra parte. Presumo che se poteva<br />

vedere il futuro, sapesse già se fosse una buona idea o meno.<br />

«Ha dei suggerimenti che le avanzano?» non riusdi a trattenermi. «Lo stipendio governativo non è un granché.»<br />

«Hai intenzione di redamarla come tua?» domandò Mencheres a Bones, ignorandomi. «E’ per questo che hai<br />

voluto vedermi di nascosto? Per chiedere il mio appoggio nel caso in cui fossi entrato in guerra con Ian per lei?»<br />

«Sì» rispose Bones senza battere aglio, mentre io mi trattenni a malapena dal chiedere con tono seccato: ‘Non<br />

avresti già dovuto saperlo, Mister Sfera di Cristallo?’<br />

Mencheres mi lanciò un’occhiata che mi fece spostare a disagio. Gesù, non l’avevo mica detto ad alta voce!<br />

Bones sospirò. «Micetta, immagino di doverti informare che Mencheres sa anche leggere la mente degli esseri<br />

umani, e a quanto mi sembra di capire dalla sua espressione, pure quella dei mezzosangue.»<br />

Oh-oh. Ero davvero una frana. «Ops» dissi. Poi ridussi gli occhi a due fessure. «Non quella dei vampiri, a


quanto pare, o non l’avresti detto in questo modo.»<br />

«No, non la mente dei vampiri» riconobbe Bones. Le sue labbra s’incresparono. «A meno che non abbiate<br />

tenuto nascosto qualcosa, maestà.»<br />

Anche Mencheres aveva l’ombra di un sorriso sulle labbra. «Se avessi avuto un potere del genere, mi avrebbe<br />

salvato da molte derisioni sbagliate. No, solo degli umani. E dei mezzosangue. Le hai detto con quale scusa la<br />

rivendicheresti come tua?»<br />

Da come all’improvviso Bones s’irrigidì capii, senza bisogno di saper leggere la mente, che in effetti c’erano<br />

delle informazioni che non mi aveva detto.<br />

«Confessa» lo esortai caldamente.<br />

Bones mi guardò negli occhi. «Ogni vampiro ha un grande senso del territorio. Questo lo sai. Ti ho trovato io,<br />

ti ho morso, e ti ho scopato. Tutto prima che Ian ti mettesse gli occhi addosso. Nel mondo dei vampiri, questo ti<br />

rende una mia… proprietà, a meno che non rinunci di mia spontanea volontà ai miei diritti di…»<br />

«Figlio di puttanai» scoppiai. «Bones! Dimmi che non hai intenzione di ringhiare su di me come se fossi una<br />

fetta di carne che non vuoi spartire!»<br />

«Non ti vedo così, quindi che importanza ha la scappatoia che utilizzo?» mi rispose adirato. «Francamente non<br />

capisco nemmeno perché Mendieres abbia dovuto tirar fuori l’argomento.»<br />

«Perché mi rifiuto di stare dalla tua parte a meno che lei non sia consapevole di tutte le conseguenze» replicò<br />

freddamente Mencheres.<br />

Sbuffai. «E non ha avuto bisogno di poteri spedali per immaginarsi che mi sarei arrabbiata. E nemmeno tu,<br />

ovviamente, perché è poco ma sicuro che hai omesso quel particolare. Assolutamente no, Bones. Assolutamente.<br />

No. Fai pure, dichiara la tua indipendenza da Ian e diventa il Signore della tua stirpe. Ma puoi scordarti di<br />

considerarti il mio Signore, con o senza scappatoie.»<br />

«Ti rendi conto che ti stai comportando da ipocrita?» chiese lui con tono accalorato. «Proprio l’altro ieri, ho<br />

detto in tutta sincerità a Don che in missione sarei stato ai tuoi ordini, e ora tu ti rifiuti di lasciare che degli<br />

sconosciuti possano anche solo pensare che tu prenda in considerazione i miei?»<br />

Aprii la bocca, ma non trovai niente con cui ribattere. Accidenti alle persone che discutono usando la logica.<br />

Tanto per parlare d’ingiustizie.<br />

«Dev’esserd un altro modo» fu quello che decisi di dire con un tono più razionale.<br />

Invece di aggirare Ian con scappatoie sessiste, dev’esserci qualcosa che possiamo fare per convincerlo a<br />

lasciarmi in pace.»<br />

«Non è sessismo» osservò Mencheres con un’alzata di spalle. «Se Bones fosse stato una donna e tu un uomo,<br />

avrebbe avuto comunque gli stessi diritti su di te. I vampiri non fanno discriminazioni di genere. Quello è un difetto<br />

umano.»<br />

«È uguale» ribattei seccata; non m’interessava mettere a confronto l’imparzialità della cultura umana con quella<br />

Nosferatu.<br />

Poi un pensiero cominciò a formarsi nella mia mente. Forse c’era un modo per sfruttare a mio vantaggio la<br />

struttura sociale dei non-morti…<br />

Rivolsi a Bones un largo sorriso. «Dirai a Ian che mi hai trovata. E ti offrirai di portarmi da lui.»


27<br />

«Cat.» Don alzò gli occhi dalle sue carte. «Entra. Stavo giusto esaminando i rapporti medici dell’altro giorno.»<br />

Sembrava quasi allegro mentre lanciava un’occhiata a Bones. «Hai una componente piuttosto massiccia nel<br />

sangue. Se te ne prelevassimo mezzo litro alla settimana, potremmo quasi sbarazzarci degli altri vampiri interni.»<br />

«Hai intenzione di incidermi come un albero?» domandò Bones divertito. «Anche tu sei un po’ un avido<br />

succhiasangue, non è vero?»<br />

«Siamo venuti per un motivo, Don. Puoi chiamare anche Juan, Tate e Cooper. Così lo ripeterò solo una<br />

volta.»<br />

Don, curioso, telefonò. Dopo qualche minuto anche gli altri tre si presentarono nella stanza, e quando ebbero<br />

chiuso la porta, cominciai senza preamboli.<br />

«Sapete tutti che sono una mezzosangue. Quello che non sapete, e che non sapevo nemmeno io fino a poco<br />

tempo fa, è che il vampiro che ha stuprato mia madre è il fratello di Don.»<br />

Don sembrò considerevolmente dispiaciuto di essere smascherato, ma lo ignorai.<br />

«Vi ricordate Liam Flannery di New York? Il suo vero nome è Ian, ed è il vampiro che ha creato Bones. Ian è<br />

anche il vampiro che ha creato mio padre, Max. Anche questo Don lo sapeva da anni; è il vero motivo per cui<br />

siamo stati mandati a prenderlo. Così, dopo che d siamo azzuffati, Ian si è tutto eccitato all’idea che fossi una<br />

mezzosangue e ha deciso di volermi come nuovo gusto della settimana. Secondo Bones, Ian è il tipo che non<br />

esiterebbe a usare le persone a me care per assicurarsi il mio asservimento. C’è un modo per levarmelo dalle<br />

calcagna senza troppi spargimenti di sangue, ma è pericoloso.»<br />

Questa era la parte difficile. Il mio piano era stato di sfidare Ian di persona, chi vinceva prendeva tutto, ma<br />

Bones aveva sottolineato che molto probabilmente il vampiro avrebbe rifiutato. No, Ian doveva sentire di avere il<br />

controllo, e c’era solo un modo per garantirglielo.<br />

Bones fece un suono esasperato e affondò. «Sentite, perché lei possa cambiare le carte in tavola ai danni di<br />

Ian, bisogna che lui sia sicuro di avere qualcosa in più rispetto a lei. Più specificatamente, un ostaggio prezioso.<br />

Ora, Ian è un tipo sveglio die probabilmente non ucdderebbe una persona che può usare come mezzo di scambio,<br />

ma non d sono garanzie. Lei ha intenzione di soccorrere chiunque sia l’esca, poi usare le guardie di Ian per<br />

contrattare e obbligarlo a giurare di lasciarla in pace. Se Ian giura con un patto di sangue, nell’universo vampiresco<br />

sarà tenuto a rispettarlo, e sarebbe considerato molto meschino da parte sua se, solo per mera lussuria, si<br />

rifiutasse di negoziare per la sua gente. Ma fino a quando lei non arriverà… non d sarà nessuno a garantire la<br />

sicurezza di chiunque si offra.»<br />

Quando Bones fini, restò il silenzio. Tate fu il primo a romperlo.<br />

«Se servirà a far smettere un vampiro di darti la cacda, Cat, allora conta su di me.»<br />

Don tossì in modo un po’ incerto. «Ci sarà un altro approccio che possiamo adottare…»<br />

«Anche su di me, querida» aggiunse Juan. «Sarà ancora più allettante quel pendaho con due vermi all’amo<br />

invece di uno.»<br />

«Ci sto anch’io» fece Cooper. «Tanto chi è che vuol vivere per sempre?»<br />

Gesù, Giuseppe e Maria, stavo per scoppiare a piangere. Quant’ero poco professionale.<br />

Bones ignorò le istantanee obiezioni di Don con una secca interruzione.<br />

«Risparmiatela, vecchio mio. Sono adulti, e non è che negli ultimi anni siano stati a fare giardinaggio, no?<br />

Inoltre, sapevo che si sarebbero offerti tutti, e li ho appena conosciuti. Come potevi aspettarti qualcosa di<br />

diverso?»<br />

«Cat, non puoi portare i tre migliori membri della squadra in un covo ostile come non ne hanno mai visti! Se<br />

muoiono tutti, distruggeremo quest’operazione, la chiuderemo definitivamente!»


Per enfasi Don batté il pugno sulla scrivania. Bones lo calmò con uno sguardo privo di verde.<br />

«Qui e ora, decidi cos’è più importante per te: tua nipote… o mettere in pericolo questi uomini e la tua<br />

operazione? Facciamo tutti delle scelte con le quali convivere. Ora tocca a te.»<br />

«E non è che siano docili agnellini» aggiunsi. «Non sono solo un’esca: sono cavalli di Troia. Chiunque Ian<br />

scelga per custodirli non si aspetterà mai che siano tanto tosti. Combattono i vampiri da molto tempo, Don. Se<br />

non pensassi che possono farcela, non lascerei che si offrissero.»<br />

Don mi guardò con occhio furioso. Io ressi il suo sguardo, senza battere ciglio. Bones aveva previsto anche<br />

questo esito.<br />

Don fu il primo a distogliere lo sguardo. Quando parlò, aveva la voce rauca.<br />

«Prego Dio che tu abbia ragione a fidarti di questa creatura, Cat. Se ti ha preso in giro, andrà tutto in fumo.<br />

Sarà meglio che sia tanto bravo quant’è arrogante.»<br />

Quattro su quattro. Bones sorrise trionfante. «Non temere, amico. Non la sto prendendo in giro, e som tanto<br />

bravo quanto sono arrogante. Dopotutto, ti avevo già classificato. Lei era sicura che avresti rifiutato. Io le ho detto<br />

che non l’avresti fatto.»<br />

Don parve nervoso quanto me, ma non si oppose ulteriormente.<br />

«Ci vorrà qualche settimana per mettere insieme il tutto,» osservò Bones «e fino ad allora voi tre sarete<br />

occupati. Se le cose andranno male, dovrete reagire alla svelta. Sapete tutti il prezzo che si paga per aver bevuto il<br />

sangue dei vampiri, giusto?»<br />

Cooper non lo sapeva. In pochi minuti venne informato delle conseguenze delle sue azioni nella grotta. La<br />

prese molto meglio di quanto non avessi fatto io. Si limitò a sbuffare una volta, incredulo.<br />

«Benvenuto nel club degli scherzi della natura» lo compatii. «Dovrete essere tutti immuni dal potere di<br />

controllo della mente che hanno i vampiri, e il sangue è l’unico modo per riuscirci. Chi si rifiuterà, resterà a casa.<br />

Non rischierò le vostre vite, né quelle di chi vi circonda, lasciando che qualche vampiro vi sottometta con uno<br />

sguardo verde.»<br />

«Sono pronto per un po’ di rifornimento.» Fu di nuovo Tate il primo a offrirsi. «Ma non ti dispiace mica se non<br />

gli succhio il sangue direttamente dalla lingua come hai fatto tu?»<br />

Bones emise un latrato divertito. «Non preoccuparti; non sei il mio tipo. Qualcun altro ha dei dubbi?»<br />

Non ci furono altre voci di dissenso. Bones si alzò.<br />

«Bene allora. Andiamo in laboratorio, così Don potrà mettere di nuovo il rubinetto alla mia vena. Sul serio,<br />

vecchio mio, il mio sangue ti eccita come farebbe un’arteria succosa con qualsiasi vampiro. Sei sicuro che non ci<br />

nascondi qualche caratteristica di famiglia?»<br />

«Non è divertente» rispose bruscamente Don, ma anche lui si alzò in piedi, e procedemmo verso il laboratorio.<br />

La strada che vi conduceva era stata sgombrata dagli altri impiegati, per ridurre al minimo l’esposizione di Bones<br />

nello stabile. Lo stesso era successo per l’unità medica. Una volta che fummo arrivati, Bones valutò Tate con<br />

un’occhiata.<br />

«Pronto per essere perfezionato? Dopo la prima dose, voglio dartele di santa ragione per vedere quanto<br />

reggi.»<br />

«Fatti sotto» fu la replica di Tate. «Sono anni che Cat mi prende a pugni. Anni. Quanto tempo hai passato<br />

insieme a lei, in tutto? Solo sei mesi?»<br />

Bones l’afferrò, senza dubbio con l’intenzione di fargli male, ma io lo tirai per il braccio.<br />

«Smettetela! Tate, basta provocazioni, e Bones, quanti anni hai? Potrei darti un paio di mie mutandine da<br />

appenderti al collo, così ogni qualvolta sei geloso, puoi sventolarle sotto il naso di chi ti sta facendo incazzare.»<br />

«Come se tu portassi le mutandine» borbottò Tate.<br />

Lo colpii con un pugno. «Non che siano affari tuoi, ma non le metto solo quando sto svolgendo un lavoro!»<br />

Invece di adirarsi perché Tate sapeva del mio intimo, Bones mi lanciò un’occhiata strana mentre si sedeva<br />

sulla sedia che Don gli indicava. Quesf ultimo preparò la flebo e inserì l’ago, perché il dottor Land,


l’anatomopatologo, continuava a rifiutarsi di bucare Bones.<br />

«Micetta, stai ancora dando la caccia ai vampiri senza slip?» mi domandò Bones con quella stessa espressione<br />

strana.<br />

«Se faccio da esca, sì; ma se andiamo in perlustrazione per distruggerli, no. Perché?»<br />

Increspò le labbra. «Ne riparliamo dopo» rispose riluttante.<br />

Lo spronai. Se aveva quella faccia strana, doveva essere qualcosa d’importante.<br />

«Dimmelo adesso.»<br />

Cinque paia d’occhi lo guardarono in attesa. Solo Don non sembrava affascinato dal nostro dialogo. Aveva gli<br />

occhi incollati alla flebo che si stava riempiendo di liquido rosso.<br />

Bones increspò le labbra ancora di più. «E’ solo che puoi ampliare un po’ il tuo guardaroba, piccola. Non che<br />

voglia difendere questa causa, ma in fondo sono prevenuto. Quando ti ho detto che a cacda di vampiri la<br />

mancanza di mutandine avrebbe fatto la differenza… be’, forse ho un tantino esagerato.»<br />

«Tu cosa?» spalancai la bocca per l’incredulità.<br />

Juan lanciò a Bones l’occhiata più colma di ammirazione che gli avesse mai riservato.<br />

«L’hai convinta ad andare in giro senza slip per tutti questi anni? Madre de Dios, questo sì che è<br />

impressionante. Potrei imparare molto da te, amigo.»<br />

«Mi hai mentito.»<br />

Ignorai il complimento di Juan e avanzai fino a conficcare un dito nel petto di Bones, che stava tremando per le<br />

risate trattenute.<br />

«Be’, micetta, non era proprio una bugia, ma solo un abbellimento della verità. Ti ho detto che i vampiri Io<br />

trovano irresistibile, ed è così per alcuni. Per me ad esempio, ogni volta che ti sto intorno. E ricordi com’eri allora?<br />

Talmente tesa e affettata che non ho resistito a punzecchiarti. Davvero, in tutta sincerità, non ho mai avuto<br />

l’intenzione di farla durare così a lungo…»<br />

La mia voce tremava di rabbia: «Pervertito bastardo depravato, come hai potuto!»<br />

«Che tiro mancino!» si disse subito d’accordo Tate.<br />

Ridendo sotto i baffi, Bones si allungò verso di me, ma io gli schiaffeggiai la mano.<br />

«Non toccarmi. Sei un uomo morto.»<br />

«Fino a quando non ti ho incontrato» concordò con un largo sorriso. «Ti amo, micetta.»<br />

«Non cercare scappatoie. Vedremo se mi amerai quando mi sarò vendicata.»<br />

«Ti amerò anche in quel caso» urlò Bones mentre me ne andavo con passo pesante. «Anche allora.»<br />

Guardai con empatia Tate sconquassato dai fremiti. Il bicchiere bianco dov’era stata mezza pinta di sangue di<br />

Bones gli cadde dalle mani tremanti. Bones l’afferrò per le spalle fino a quando il bagliore negli occhi di Tate non<br />

sfumò, lui smise di tremare e tornò a respirare come se non stesse soffocando.<br />

«Lasciami andare» ringhiò non appena riuscì a parlare.<br />

Bones lo liberò. Tate fece parecchi respiri profondi, e i suoi occhi sgranati incontrarono i miei.<br />

«Gesù, Cat. Non è come quella volta nella grotta. Che diavolo c’è nel sangue di questo stronzo?»<br />

Non risposi all’insulto ma solo alla domanda. «Energia. Il sangue che hai bevuto quella volta era di un vampiro<br />

più debole e che si stava disseccando, quindi non c’è paragone. Stai bene adesso?»<br />

«È tutto così rumoroso, e chiaro.» Si scosse come un cane appena uscito dall’acqua. «E l’odore! Maledizione,<br />

Juan, puzzi! Non ti sei fatto la doccia oggi?»<br />

«Fanculo» brontolò Juan, con aria imbarazzata. «Me la sono fatta, ma ho finito il sapone. Non sapevo che<br />

saremmo stati testati con un’annusata.»<br />

Sapevo che ritrovarsi all’improvviso con l’odorato di un vampiro era un’esperienza incredibile. Era come<br />

nascere ciechi e poi acquistare la vista. Non si riusciva a credere a tutto quello che ci eravamo persi.<br />

«Benissimo, Juan, tu sarai il prossimo.»<br />

Dopo aver dato il sangue a tutti e tre, ci dirigemmo nella stanza degli allenamenti. Andò bene, anche se sono


sicura che i miei ragazzi avessero un’opinione diversa di come Bones li aveva trattati. Don era nervoso, ma si<br />

rilassò visibilmente quando Bones rianimò Tate dopo il loro incontro, mandandolo per la sua strada con critiche<br />

costruttive e anche qualche lode. Tate mi venne accanto e mi fece il suo resoconto dell’esperienza.<br />

«Quel bastardo picchia più forte di un dannatissimo treno merci.»<br />

Io mi limitai a sorridere. «Lo so.»<br />

«Li hai addestrati brillantemente, micetta.»<br />

Cooper era appena stato fatto rinvenire con un digestivo a base di sangue, e Bones mi scivolò accanto.<br />

«Sono senza dubbio gli esseri umani più forti che abbia mai incontrato» disse poi a Don. «Con la forza<br />

supplementare del sangue, eguaglieranno un vampiro giovane.»<br />

Mentre parlava, Bones mi baciò sulla fronte. Quell’unico tocco, insieme all’ultimo paio d’ore in cui avevo<br />

guardato il suo balletto da predatore senza camicia, mi fece reagire in modo puramente istintivo. Sentii stringere i<br />

lombi, che chiedevano bramosamente attenzione.<br />

Oh-oh. Dovevo uscire da lì. Alla svelta. Prima che i ragazzi si accorgessero del profumo della mia libidine.<br />

«Vado a lavarmi; sono sudata. Ehm, ci vediamo dopo» dissi, e in pratica uscii di corsa dalla stanza nel<br />

tentativo di salvare la mia dignità.<br />

«Dove credi di andare?» sentii che chiedeva Tate, con voce tagliente. «Hai sbagliato strada, Bones, le docce<br />

degli uomini sono dall’altra parte.»<br />

« Archivierò l’informazione insieme a tutte le altre che non mi riguardano» fu la risposta beffarda di Bones.<br />

Li ignorai e proseguii, poi arrivai al mio spogliatoio, chiusi la porta, e mi tolsi i vestiti in un lampo. Una doccia<br />

fredda, ecco cosa mi serviva.<br />

La voce di Tate mi raggiunse lo stesso al di là della porta. «Hai qualcosa che ti vergogni di mostrarci,<br />

vampiro?» lo canzonò.<br />

Bones semplicemente rise. Dal rumore, capii che era quasi alla porta.<br />

«E’ solo che non sono stupido. Tu dove preferiresti essere?»<br />

«Non rispondergli» udii Juan mettere in guardia Tate, e poi Bones entrò nel mio spogliatoio.<br />

Ero già sotto il getto d’acqua fresca. Quando Bones mi posò gli occhi addosso, rabbrividii; ma non aveva<br />

niente a che fare con la doccia fredda.<br />

«Non qui. Non è… appropriato.»<br />

Bones si tolse i pantaloni e le scarpe in un unico gesto che mi fece trattenere il respiro. Mi venne incontro,<br />

allungando una mano dietro di me e girando la manopola dell’acqua da fredda a calda.<br />

«Fanculo» rispose, inginocchiandosi davanti a me. La sua<br />

bocca mi accarezzò il ventre. «Ti voglio, micetta, e tu vuoi me.» Tirò fuori la lingua e la spostò verso il basso<br />

con spietata precisione. «Non m’importa di nient’altro.»<br />

Lo afferrai per le spalle mentre le ginocchia mi diventavano deboli e le mie preoccupazioni sulla decenza<br />

uscivano dalla metaforica finestra. L’acqua calda ci si riversava addosso quasi nello stesso modo in cui il sangue<br />

correva dentro di me.<br />

«Sto per cadere» lo avvertii con un rantolo.<br />

«Ti tengo io» promise gutturalmente.<br />

Gli credetti.<br />

Quando uscimmo un’ora dopo, la mia faccia era arrossata per il sesso, il calore della doccia e lo sguardo che<br />

Tate mi lanciò quando entrai nel mio ufficio. Mi stava aspettando lì. Bones si era fermato di nuovo in laboratorio<br />

per un altro prelievo di sangue, come richiesto da Don.<br />

«Cristo, Cat, non potevi aspettare prima di strisciare dentro la bara con lui?» mi domandò Tate, scrollando la<br />

testa disgustato. Questo riuscì a fanni passare il buonumore. «Prima di tutto non sono affari tuoi, e seconda cosa<br />

come fai a sapere che non stavamo solo parlando?» Non stavamo solo parlando, ma non era quello il punto.<br />

Tate sbuffò sgarbatamente. «Ho tutti i sensi drogati, ricordi? Non solo vi ho sentito; ma adesso lo percepisco


anche addosso a te. Puzzi, anche dopo la doccia.»<br />

Gesù, come avevo fatto a essere tanto stupida? Francamente, ero abituata a essere l’unica con delle<br />

percezioni extra.<br />

«Allora torno al mio primo punto: non sono affari tuoi.» Non mi sarei mai e poi mai fatta piccola sotto il suo<br />

sguardo.<br />

Un altro sbuffo, ma stavolta amaro. «Già, l’hai spiegato alla perfezione.»<br />

Il dolore sul suo volto mi frenò dal fare un altro commento velenoso. «Tate. Non sto cercando di farti del male<br />

né di dimostrare qualcosa. Quello che succede tra me e lui non ha niente a che vedere con te.»<br />

Come se fosse stato chiamato col pensiero, Bones comparve sulla soglia. Tate lo superò velocemente senza<br />

nemmeno mostrare di averlo visto, e mi lanciò un ultimo commento di saluto, mentre se ne andava.<br />

«Forse tu non starai lì a voler dimostrare qualcosa, ma lui di sicuro sì, maledizione. Non importa che indossi i<br />

tuoi slip al collo; si è appena ricoperto del tuo odore.»<br />

«Sei pronta, piccola?» domandò Bones ignorando Tate.<br />

«Ha ragione?» Non lasciai cadere l’argomento, anche se potevo già indovinare la risposta.<br />

Bones mi guardò tutto serio. «In parte. Io ti voglio sempre, e sai quanto i combattimenti mi facciano ribollire il<br />

sangue, ma mi stai chiedendo se mi è passato per la mente che gli ci stavo facendo strofinare il naso contro? Sì.<br />

Quando si tratta di te, è bene che perda ogni speranza, e alla svelta. Mi sarei comportato diversamente se fossimo<br />

stati da soli? Certo che no. Non mi basti mai.»<br />

«Non sarà facile» brontolai mentre ci dirigevamo verso l’uscita.<br />

Bones si strinse nelle spalle. «Nulla di conveniente lo è mai.»


28<br />

Il giorno dopo, Bones fu molto impegnato a far tornare i suoi da tutto il Paese e anche dall’altra parte del<br />

mondo. Li voleva vicini quando avrebbe detto a Ian che mi aveva trovato e che aveva degli ostaggi. Bones mi fece<br />

restare dov’ero mentre andava a casa mia a prendere il gatto, che non era felice di essere rimasto solo per più di<br />

due giorni. Poi la mattina seguente ci alzammo alle dieci, paurosamente presto per entrambi, e andammo subito al<br />

lavoro.<br />

«Hai detto che tenete dei vampiri prigionieri qui, giusto, micetta?» mi domandò una volta arrivati.<br />

«Sì, tre, perché?»<br />

Bones schioccò la lingua meditabondo. «Potrebbero tornarci utili. Portami da loro.»<br />

Tate, Juan e Cooper ci accompagnarono giù all’ultimo livello dove tenevamo i vampiri. Gli agenti distolsero lo<br />

sguardo quando Bones li superò, perché Don aveva ordinato che non s’intromettessero, ma non avevano mai<br />

visto un vampiro senza catene che se ne andava in giro. Il loro evidente disagio riempì l’aria.<br />

«In questo recinto abbiamo Grumpy» illustrai, dando un colpetto allo schermo che lo nascondeva. Lo alzai<br />

solo quando gli altri agenti furono al sicuro lontano dal suo sguardo. Dato che Tate, Juan e Cooper erano pieni del<br />

sangue di Bones, potevano guardarlo senza problemi. «Il suo vero nome è Dillon, o almeno così ci ha detto.<br />

Presumo che abbia circa trent’anni, tombali.»<br />

Dillon spalancò gli occhi azzurri quando incrociò quelli freddi e marroni che lo stavano valutando. Bones annuì<br />

per indicare che aveva finito di osservarlo.<br />

«Il prossimo è Jack, ma noi lo conosciamo come Chirpy. Direi sessanta? Settanta? L’abbiamo preso a una<br />

partita di baseball. Gli piaceva bere le ragazze che vendevano la birra.»<br />

Sessanta o settanta si riferivano di nuovo agli anni da nonmorto, ma anche quelli da vivo non sembravano<br />

lontani da quel numero. Jack era piccolo, rugoso e dall’aspetto fragile. Almeno fino a quando non cercava di<br />

squarciarti la gola.<br />

«E questa,» alzai l’ultimo schermo di protezione per rivelare una femmina bionda che avevo catturato mesi<br />

prima «è Sunshine. Non sappiamo il suo vero nome; non ce l’ha mai detto.»<br />

Non appena ci vide, in un lampo Sunshine saltò su dalla cuccetta per appiccicarsi al vetro.<br />

«Bones! Come hai fatto a entrare? Non ha importanza, ammazzali e fammi uscirei»<br />

«Belinda, che piacere vederti qui» ridacchiò Bones. «Mi dispiace deluderti, ma non sono qui per salvarti.»<br />

«La conosci?» fu la mia stupida domanda, visto che era ovvio.<br />

Lei toccò il vetro. «Come puoi dire così, dopo quello che c’è stato fra noi?»<br />

M’irrigidii, ma Tate s’intromise subito. «Ti sei fatto Sunshine?»<br />

Anch’io aspettavo la risposta di Bones, con uno sguardo tagliente.<br />

«Non c’è stato niente fra noi, Belinda, a parte qualche scopata.» Bones rispose alla domanda senza mezzi<br />

termini.<br />

Strinsi i pugni, e in quel momento avrei voluto averla uccisa invece che catturata.<br />

Juan disse qualcosa in spagnolo che non riuscii a seguire, e con mio ulteriore stupore Bones rispose nella<br />

stessa lingua. Juan corrugò la fronte mentre rideva per qualsiasi cosa si fossero detti.<br />

«E’ da maleducati» sbottai per niente divertita. In un modo o nell’altro sapevo che non stavano discutendo dei<br />

denti di Sunshine, o di Belinda.<br />

Per la prima volta la esaminai come donna, e quello che vidi non mi piacque. Belinda era molto carina, anche<br />

senza un briciolo di trucco. Aveva lunghi capelli biondi, i seni grandi e una vita piccola in cima ai fianchi<br />

arrotondati. Gli occhi color fiordaliso facevano da complemento alle labbra piene e rosa. Per baciare meglio<br />

Bones…


«Mi dispiace, micetta» si scusò Bones nella nostra lingua.<br />

Juan mi diede una pacca sulla spalla. «Parla spagnolo meglio di me, querida.»<br />

«A quanto pare ci sono un sacco di cose che non so di lui» ringhiai pericolosamente.<br />

Tate nascose un sorriso con un brusco colpo di tosse.<br />

Bones tornò a rivolgersi a Belinda. «Smettila di farmi gli occhi dolci. Se sei lì dentro, significa che hai provato a<br />

farle del male.» M’indicò con un cenno della testa. «Quindi potresti finire in polvere, per quanto me ne frega. A<br />

ogni modo la tua permanenza qui potrebbe diventare più piacevole se succedono due cose. La prima coinvolge<br />

l’adorabile signora al mio fianco. Deve essere d’accordo. La seconda riguarda la tua assoluta cooperazione o, in<br />

mancanza di essa, la tua lunga e orribile morte. È chiaro?»<br />

Belinda annuì e si allontanò dal vetro. Chiusi lo schermo oscurante, perché non volevo più vedere la sua<br />

faccia.<br />

«Una volta tanto voto per la sua lunga e orribile morte» dissi mentre mi allontanavo con passo pesante.<br />

Quando fummo usciti dal piano dove tenevamo i vampiri, aggredii Bones.<br />

«Tu e lei? Bleah.»<br />

I miei tre capitani rimasero indietro, ma con le loro nuove abilità uditive, non serviva a nulla. Bones incrociò le<br />

braccia sul petto ed emise un suono rassegnato.<br />

«Micetta, è stato prima di te. Non ha significato niente.»<br />

Lo capivo, ma era lo stesso. Mi faceva più male di quando avevo incontrato un’altra delle ex di Bones,<br />

Francesca. Almeno lei ci aveva aiutato a rintracciare un bastardo che gestiva un giro di consegne a domicilio di cui<br />

il piatto forte erano stati gli esseri umani. Belinda, che avevo conosciuto quando la sua coinquilina mi aveva portato<br />

a casa pensando che avrei costituito una bella cenetta per due, non aveva questo vantaggio.<br />

«E’ chiaro che ha significato qualcosa per lei.»<br />

Bones si strinse nelle spalle. «Allora ammazzala, se ti fa sentire meglio. Non posso dire che ti biasimerei, e<br />

davvero non me ne importa. Se vuoi, lo faccio io.»<br />

Questo mi bloccò. Capii dalla sua espressione che Bones era serio. L’avrebbe uccisa davvero, o sarebbe<br />

stato a guardare mentre lo facevo io.<br />

«Non faccio fuori la gente solo perché sono gelosa.» Non ancora perlomeno. «Bene. Mi comporterò da<br />

adulta, anche se il solo pensiero di te con lei mi fa diventare violenta. Allora, qual è la tua idea?»<br />

Tate, Juan e Cooper s’infilarono nella stanza degli allenamenti. Non indossavano tutto l’armamentario da<br />

combattimento, che sarebbe stato costituito da un giubbotto antiproiettile, una protezione per il collo flessibile e<br />

ricoperta d’argento (che avevo progettato dopo la morte di Dave), e le pistole automatiche o semiautomatiche<br />

caricate con cartucce d’argento. No, vestivano solo i pantaloni di cotone e la maglietta a girocollo che tutta la<br />

squadra portava durante gli allenamenti.<br />

A parte il fatto che non era un addestramento normale, nemmeno per i nostri standard. Accanto a me, Bones<br />

teneva Belinda in una morsa d’acciaio. Don, in alto al sicuro nel séparé da cui poteva guardarci, sembrava<br />

decisamente cupo. L’idea non gli era piaciuta. Nemmeno a me, ma ciò non significava che non ne capissi i meriti.<br />

«Siete pronti ragazzi?» chiesi.<br />

Il mio tono era calmo e mascherava l’agitazione che avevo dentro. Annuirono tutti e tre.<br />

«Allora prendete un coltello ciascuno. Solo uno.»<br />

Ubbidirono e si diressero verso il contenitore dove tenevamo i coltelli impilati come tanto ciarpame. Lanciai<br />

un’occhiata a Bones. Annuì una volta e poi si piegò verso l’orecchio di Belinda.<br />

«Ricorda cosa ti ho detto» disse a voce molto bassa, ma che stillava ghiaccio.<br />

Poi la lasciò andare, e lei assalì i miei uomini come un biondo diavolo della Tasmania.<br />

Questi si sparpagliarono, muovendosi a una velocità che una settimana prima sarebbe stata impossibile per<br />

loro. Riempiti del sangue di Bones, però, riuscirono a evitare il primo attacco di Belinda. Tate le roteò dietro,<br />

lanciandole il coltello nella schiena, che si piantò giusto dove aveva il cuore.


Mentre sbraitavo un rimprovero, lei si voltò e si allungò a prenderlo.<br />

«Sarebbe stato fantastico se avessi voluto ucciderla, ma ti ho detto di considerarlo un test per le guardie di<br />

Ian. Se sono morti, che ostaggi uso per le trattative?»<br />

Una fugace espressione d’imbarazzo attraversò il viso di Tate. «Scusa» mormorò. «Immagino sia stata una<br />

reazione involontaria.»<br />

Belinda si strappò il coltello dalla schiena e lo tirò ai piedi di Tate.<br />

«Idiota» gli ringhiò.<br />

Bones mi lanciò uno sguardo d’intesa. «Capisci perché insisto sui coltelli d’acciaio anziché d’argento? Temo<br />

che uno di loro possa andare nel panico e cerchi di ucciderli invece che catturarli.»<br />

Capivo die poteva essere snervante affrontare un vampiro con solo un’arma, ma Tate e gli altri dovevano<br />

dominare le proprie emozioni. Rimanere senza ostaggi non sarebbe stato un male solo per le negoziazioni: se<br />

ammazzavamo gli uomini di Ian, presupponevo che sarebbe stato ancora più irragionevole trattare con lui.<br />

«Il tuo scopo è imprigionare Belinda senza mezzi letali» dissi aspramente. «Se non d riesci, sei fuori dalla<br />

missione. Punto.»<br />

«E se fra un’ora non l’avrete fatto,» ringhiò Belinda «mi gusterò uno di voi. Mmm, sangue fresco, è da più di<br />

un anno che non ne bevo.»<br />

Mentre lo diceva si leccò le labbra guardandoli con una bramosia che non aveva niente a che vedere con il<br />

sesso. Juan inghiottì. Tate fece un passo indietro. Perfino Cooper, di solito impassibile, sembrava a disagio. Era<br />

una cosa nuova per loro.<br />

«Che vi serva da stimolo» dissi freddamente. «Ora vediamo fra un’ora chi sarà contento: voi ragazzi o lei?»<br />

Belinda mise in mostra i canini e balzò di nuovo loro addosso. Stavolta ne scelse uno solo e volò basso,<br />

facendo lo sgambetto a Juan. Lui saltò, ma Belinda fu più veloce. Gli aveva già messo i canini alla gola prima che<br />

lui riusasse a spingerla via.<br />

M’irrigidii, pronta a entrare in azione, ma Bones mi afferrò il braccio. Nello stesso istante, Cooper e Tate<br />

aggredirono Belinda. Prendendola per i capelli, Cooper le tirò la testa all’indietro e Tate le diede un calcio in<br />

faccia che a una persona normale avrebbe staccato la testa.<br />

Belinda rimase un attimo stordita, ma fu solo un attimo. Poi allungò le braccia all’indietro e, facendoselo<br />

passare sopra la testa, landò Cooper talmente forte che lui atterrò a quasi quattro metri di distanza.<br />

«Lascia che se la cavino da soli» mi disse piano Bones. «Non puoi essere sempre li a proteggerli.»<br />

Serrai la mascella. Certo, Bones aveva minacciato Belinda con una punizione davvero orribile nel caso in cui<br />

non si fosse mantenuta in riga e ne avesse ucciso uno, ma questo non avrebbe reso lo sfortunato meno morto.<br />

Bones non pensava che sarebbe stata tanto stupida da farlo, ma io non ero così fiduciosa. Tuttavia, il suo<br />

ragionamento era inappuntabile. Belinda era un vampiro con una forza media, e se i miei ragazzi non ce la<br />

facevano con lei, allora non potevamo contare su di loro contro gli uomini di Ian. Niente di meglio che fare una<br />

prova con i canini, pensai in tono grave. Forza ragazzi, rendetemi orgogliosa. Abbattete l’oca bionda.<br />

Tate e Juan circondarono Belinda mentre Cooper si alzava e si scuoteva. Gli stava sanguinando la testa. Le<br />

narici di Belinda si dilatarono per la fame. Lanciò un’occhiata a Juan, sorrise, e poi si strappò la maglietta. I suoi<br />

seni completamente nudi balzarono in bella vista.<br />

Juan li fissò, esitando un attimo. Era tutto il tempo che serviva a Belinda. Affondò, sbattendogli il pugno in<br />

testa. Juan roteò gli occhi verso l’alto e poi cadde a terra. Tate la rincorse, ma lei aveva già raggiunto Cooper. Un<br />

forte colpo all’addome lo fece piegare d’istinto, e Belinda tirò fuori la lingua per leccare la striscia rossa che gli<br />

colava dalla fronte.<br />

«Un aperitivo» borbottò, poi sollevò Cooper come se fosse un giocattolo e lo scagliò contro Tate, che era<br />

quasi su di loro. I due uomini finirono a gambe all’aria in un groviglio di membra.<br />

Digrignai i denti. Bones mi prese la mano e me la strinse. Sapevo cosa stava pensando. Dovevamo trovare un<br />

piano b per catturare gli uomini di Ian, perché Betty Boop stava facendo il culo ai miei anche se erano tre contro


uno. Be’, due contro uno ormai, visto che Juan era svenuto per bene. Aspettate di vedere quando l’avessi<br />

ribeccato, lasciare che un paio di tette lo distraessero in quel modo: avrebbe preferito non essersi risvegliato.<br />

Cinquanta minuti dopo, Tate e Cooper erano fradici di sudore, Juan stava cominciando a rinvenire, e Belinda<br />

non era ancora stata fermata con successo. Oh, Tate e Cooper c’erano andati vicino un paio di volte, ma non<br />

erano riusciti a trattenerla abbastanza a lungo da riconsegnarla a Bones, che era il loro obiettivo. Mi caddero le<br />

braccia. Se fosse stata solo questione di darle il colpo di grazia, ci sarebbero riusciti più e più volte. Ma non<br />

potevano sottometterla senza ricorrere a mezzi inaccettabili. Maledizione. Ora ci sarebbero state due<br />

conseguenze, la prima delle quali sarebbe cominciata subito.<br />

Belinda sorrise con i canini completamente fuori. «Ho vinto, quindi voglio il mio premio. A meno che tu non sia<br />

un bugiardo, Bones.»<br />

Bones incrociò le braccia sul petto, lanciandole uno sguardo duro. «Ho detto che l’avresti avuto, ma non ho<br />

specificato quando.»<br />

Belinda si mise a insultarlo e Tate, stranamente, la interruppe.<br />

«Facciamola finita» commentò laconicamente, camminando - o meglio zoppicando - verso di lei.<br />

Spalancai gli occhi. «Tate…» iniziai.<br />

«Risparmia le parole» mi zittì. «Abbiamo fallito, Cat. Pensi che se mi morde mi farà più male?»<br />

La rudezza nel suo tono mi fece sbattere le palpebre e guardare da un’altra parte. Avrei voluto dirgli che non<br />

era colpa sua, che nonostante la forza supplementare di Bones, era pur sempre un essere umano e<br />

Belinda no. Anche per me era molto più facile uccidere un vampiro che catturarlo, altrimenti nella sua stalla di nonmorti<br />

Don avrebbe avuto un assortimento molto più vasto di canini. Ma sapevo che la mia compassione l’avrebbe<br />

solo fatto stare peggio, perciò non dissi niente. Finsi di essere affascinata dal muro nella direzione opposta rispetto<br />

a dov’era lui.<br />

«Chi dice che voglia te?» domandò Belinda sprezzante.<br />

«Non importa; sono io quello che avrai» rispose Tate, inasprendo il tono. «Capisci la gerarchia del comando,<br />

io sono il più in alto dei tre, quindi avrai la mia vena e quella di nessun altro.»<br />

A queste parole sbattei le palpebre ancora più velocemente. Gesù, era proprio tipico di Tate insistere per<br />

prendersi la pallottola o, in questo caso, il morso. Era questo che faceva di lui un grande leader. Non si sottraeva<br />

mai ai suoi doveri nei confronti dei propri uomini.<br />

Più che vederlo, percepii il sorriso di Belinda. «Allora, vieni qui.»<br />

«Non cosi presto» s’intromise Bones, anche se io mi stavo già preparando a voltarmi. «Solo dal polso,<br />

Belinda, non dal collo.»<br />

Lei mise un broncio che era allo stesso tempo minaccioso e sensuale. «Ma mi piace di più la gola.»<br />

«Già, troppo, dannazione» rispose freddamente Bones. «Continua a discutere e non avrai niente.»<br />

Ero stata sul punto d’insistere su quella stessa cosa. Un braccio squarciato era di gran lunga meno letale di una<br />

giugulare squarciata, qualora Belinda avesse pensato di venire meno alla promessa di comportarsi bene.<br />

Comunque sembrava avere abbastanza paura di Bones da sapere che se l’avesse fatto, se ne sarebbe più che<br />

pentita, il che presumevo fosse dovuto alla conoscenza della sua reputazione. Ecco perché per testare i ragazzi<br />

aveva scelto Belinda invece degli altri due vampiri in gabbia, mi aveva spiegato. Loro non lo conoscevano, quindi<br />

non sapevano che avrebbe seguito alla lettera quello che aveva detto. Belinda lo conosceva anche troppo per i<br />

miei gusti, ma non potevo farci niente.<br />

Sorrise mentre andava verso Tate. Aveva ancora la maglietta aperta che le lasciava il seno nudo, e si strinse al<br />

petto il braccio di lui. Il cuore di Tate batteva più del normale e stava aumentando il ritmo, ma credo che questo<br />

avesse più a che fare con l’ansia di essere morso che con l’eccitazione per le tette di Belinda.<br />

«Non preoccuparti, bellissimo, ti piacerà» miagolò lei, leccandosi un’ultima volta i canini.<br />

Tate grugnì: «Non in questa tua vita dopo la morte, stronza.»<br />

Belinda si limitò a ridere. In modo basso, gutturale e sagace. «Sì, ti piacerà.» Poi affondò gli incisivi affilati


nell’avambraccio di Tate.<br />

Lo vidi tremare tutto proprio mentre il cuore cominciava a battergli più forte. Ridusse le labbra a una fessura,<br />

ma non prima che a entrambi scappasse un rumore lieve, quasi di sorpresa. Quando Belinda ingoiò succhiando più<br />

a fondo il suo braccio, gli occhi di Tate sbatterono per un attimo e poi si spalancarono. E lui mi fissò.<br />

Furono solo pochi istanti, ma sembrarono protrarsi più a lungo. Lo sguardo blu indaco di Tate divenne della<br />

stessa calorosa intensità di quello della notte in cui si ubriacò e mi confessò cosa provava per me. Sapevo che<br />

avrebbe sentito quel calore inebriante scorrergli nelle vene. Quel flusso seducente che dà alla testa e che smentisce<br />

ogni logica. Ovviamente, non succede ogni volta che un vampiro morde qualcuno. Dalle mie esperienze dopo<br />

alcuni brutti combattimenti con loro, so che un morso può fare un male cane. Ma quando un vampiro non vuole<br />

che faccia male, non lo fa. Nemmeno un po’.<br />

«Può bastare» disse Bones con tono tagliente.<br />

Belinda si tirò lentamente indietro, leccandosi via le gocce di sangue dai canini. Tate non si mosse. Continuò a<br />

fissarmi come se in qualche modo avessi sviluppato dei poteri da nonmorto e l’avessi ipnotizzato.<br />

«Chiudi i buchi» ordinò Bones a Belinda. Tate non si era nemmeno preoccupato di leccare il sangue che gli<br />

stava gocciolando lentamente dal braccio.<br />

Belinda s’incise un pollice con un canino e lo passò sulle ferite. Svanirono in pochi secondi.<br />

«È per questo che non riesci a stargli lontano, Cat?» domandò infine Tate, ignorando tutti gli altri nella stanza.<br />

La domanda mi aveva scioccato, ma Bones si limitò a sorridere, mostrando un accenno dei suoi stessi canini.<br />

«Ti piacerebbe crederlo, non è vero, amico?»<br />

«Tate, perché ti è venuta in mente una cosa del genere?» riuscii a dire.<br />

«Non preoccuparti, piccola» rispose Bones con leggerezza, continuando a mostrare un po’ di zanne nel<br />

sorriso. «Non m’interessa che bugie usa per confortarsi quando la notte è da solo e tu sei con me. Belinda, la tua<br />

ora di libertà è finita. Toma in cella.»<br />

Ce ne andammo senza aggiungere altro, con Belinda che continuava a leccarsi le labbra mentre la spingevamo<br />

di nuovo nel suo isolamento dell’ultimo livello.


29<br />

Ogni giorno facevamo uscire Belinda perché si allenasse con Tate, Juan e Cooper. Furono loro a insistere,<br />

non io. Si rifiutavano di accettare di non riuscire a essere all’altezza d’immobilizzarla, ed erano decisi a giocare<br />

ancora un ruolo attivo nel catturare gli uomini di Ian. Non mi piaceva, però Tate era stato inflessibile come non<br />

l’avevo mai visto.<br />

A Belinda non sembrava importare. Sebbene non ricevesse più in premio sangue fresco, per la sua<br />

collaborazione quotidiana ottenne il permesso di lasciare la piccola cella e anche una sacca extra di plasma. Inoltre<br />

credo che le piacesse vederli frustrati perché non riuscivano a fermarla; o perlomeno all’inizio.<br />

Dopo quattro giorni di umiliazioni, i ragazzi cominciarono a migliorare. Riuscirono a colpire Belinda al petto<br />

proprio con l’angolazione giusta perché una rotazione la finisse, se il coltello fosse stato d’argento.<br />

E sapevo che quello era abbastanza per far diventare qualsiasi vampiro improvvisamente molto,<br />

ma molto collaborativo. Con arca un’altra settimana di allenamento, sarebbero potuti essere pronti perché Bones<br />

facesse quella telefonata a Ian dicendo di avermi trovato e di avere degli ostaggi. Poi avrei dovuto mettere in<br />

pratica l’altro mio piano. Quello che riguardava mio padre e di cui non avevo parlato a Bones. Eh già, non<br />

vedevo l’ora.<br />

Giovedì andammo all’aeroporto a prendere una del gruppo di Bones. Questa persona arrivava da Londra, e a<br />

quanto pareva era il primo vampiro che Bones avesse mai creato. Certi giorni la gerarchia vampiresca mi<br />

sembrava come II padrino. All’ennesima potenza.<br />

«Non me l’hai chiesto e c’è stato poco tempo, ma devi sapere chi è che stiamo andando a prendere, micetta.»<br />

Avevamo appena raggiunto la zona dell’aeroporto dove le persone che non sarebbero partite aspettavano<br />

l’arrivo dei passeggeri. Con le misure di sicurezza delle compagnie aeree di oggi, non potevamo andare oltre, a<br />

meno che Bones non accendesse i suoi fari ottici.<br />

«Un’altra vecchia fiamma?» scherzai.<br />

Bones non rise. «Puoi chiamarla cosi, sì.»<br />

Mi serviva il gin per questo brutto tiro. «Fantastico, non vedo l’ora di conoscerla.»<br />

«Ti ricordi quando ti dissi che quand’ero un essere umano, una delle mie clienti mi salvò la vita convincendo il<br />

giudice a mandarmi in Australia invece d’impiccarmi per furto? Bene, quella era Annette. Dopo essere tornato a<br />

Londra da vampiro, cercai le persone che si erano dimostrate gentili con me. Madame Lucille, la proprietaria del<br />

bordello che aveva contribuito ad allevarmi, era morta ormai, così come tante prostitute con «E’ lei che siamo<br />

venuti a prendere.»<br />

Merda. La odiavo già, e non l’avevo ancora incontrata. Stavo cadendo sempre più in basso.<br />

«E stanotte resterà da noi. Che bello.»<br />

Bones mi prese la mano. «Non lasciarti turbare. Sei l’unica donna per me, micetta. Credici.»<br />

Dopo pochi minuti, sentimmo il fruscio dell’elettricità nell’aria. «E’ qui» affermò Bones senza che ce ne fosse<br />

bisogno.<br />

Una donna ci venne incontro con la grazia senza uguali di cui solo un vampiro può fare sfoggio. I suoi freddi e<br />

nobili tratti parlavano chiaramente di aristocrazia, e la sua pelle appena appena rugosa aveva la brillante<br />

luminescenza che era il loro marchio di fabbrica. Uffa, non poteva essere brutta?, fu il mio primo pensiero. Sembra<br />

un incrocio fra Marilyn Monroe e Susan Sarandon!<br />

Fissò subito gli occhi color champagne nei miei, e capii all’istante che avevamo qualcosa in comune: neanch’io<br />

le piacevo già. «Crispin, posso avere un bado dopo il mio lungo viaggio?»<br />

Aveva il puro accento britannico delle classi più alte. Era anche vestita alla moda con una giacca blu e i<br />

pantaloni in coordinato, e scommetto che le sue scarpe costavano quanto la mia ultima busta paga. Solo a


guardarla mi sembrò di avere una macchia d’unto sul viso o del cibo tra i denti.<br />

«Ma certo» rispose Bones, accarezzandole con le labbra entrambe le guance. Lei gli restituì il gesto mentre mi<br />

squadrava da capo a piedi, facendomi sentire tanto insignificante quanto mi giudicava il suo sorrisetto compiaciuto.<br />

Bones si girò verso di me. «Lei è Cat» mi presentò.<br />

Le porsi la mano. Lei la strinse con la grazia di una signora, serrando la sua pallida zampa dall’aspetto delicato<br />

solo per un attimo.<br />

Oh, ed era anche potente. Non come un Signore, ma con un buon livello di forza.<br />

«Lietissima di conoscerti finalmente, tesoro. Speravo così tanto che Crispin riuscisse a trovarti.» Gli fece<br />

scorrere un dito sul volto come per confortarlo. «Povero, dolce tesoro, era davvero distrutto al pensiero che ti<br />

fosse successo qualcosa.»<br />

Era ufficiale. La odiavo. Era proprio cortese da parte sua ricordarmi che l’avevo reso infelice per svariati anni.<br />

Dov’era un bel pugnale d’argento quando mi serviva?<br />

«Come puoi vedere, Annette, mi ha trovato sana e salva.» Per sottolineare il concetto, mi portai la sua mano<br />

stretta a pugno alle labbra e la baciai.<br />

Il suo sorriso divenne freddissimo. «Le mie valigie dovrebbero arrivare a momenti. Crispin, perché non vai a<br />

prendere l’auto mentre Cat e io recuperiamo le mie cose?»<br />

Non so quale sorte mi sarebbe piaciuta di più: restare da sola con lei o offrirmi di andare a prendere la<br />

macchina così ci sarebbe rimasto lui. Scelsi la prima perché era più sopportabile, e Bones ci lasciò per andare a<br />

prendere il nostro mezzo.<br />

Annette aveva un sacco di cose, che mi caricò efficacemente addosso come se fossi un asino da soma, mentre<br />

portava avanti una conversazione con un’ostilità sottintesa.<br />

«Che bella pelle che hai, avrà sicuramente contribuito tutta quell’aria di campagna. Crispin non mi ha detto che<br />

provieni da una fattoria?» ‘Come gli animali’ implicava il suo sorrisetto affettato.<br />

Prima di rispondere mi caricai una pesante valigia sulle spalle. Gesù, cosa si era portata, dei mattoni?<br />

«Da una piantagione di ciliegi. Ma sarà difficile che abbia contribuito alla mia carnagione. Quella me l’ha<br />

tramandata il vampiro che ha stuprato mia madre.»<br />

Schioccò la lingua. «Ecco vedi! Mi fu difficile credere a Crispin quando mi disse cos’eri, ma quando passi<br />

duecento anni con una persona, la prendi alla lettera.»<br />

Del colpo. Sbattimi in faccia da quanto tempo lo conosci, contese non lo sapessi già. Ma potevamo<br />

giocare sporco in due.<br />

«Non vedo l’ora di sapere tutto di te, Annette. Bones ti ha nominato a malapena, ha solo detto qualcosa su<br />

come fossi solita pagarlo perché facesse sesso con te quand’era un essere umano.»<br />

Increspò leggermente le labbra. «E’ incantevole che tu lo chiami con il nome che si è dato dopo. Lo fanno<br />

tutte le sue nuove conoscenze.»<br />

Conoscenze? Digrignai i denti. «E’ il nome che mi ha detto la prima volta che d siamo conceduti. Siamo quello<br />

che diventiamo, non quello che nasciamo.» Non è più il tuo giocattolino, capito?<br />

«Davvero? Ecco, ho sempre ritenuto che la gente non cambiasse mai veramente.»<br />

«Lo vedremo» borbottai.<br />

Con i suoi numerosi oggetti che mi schiacciavano al suolo, procedemmo verso l’usata. Mentre la seguivo, colsi<br />

l’occasione di studiarla. Aveva i capelli lunghi fino alle spalle e di un pallido biondo ramato, semplicemente deliziosi<br />

sulla sua pelle color panna con le morbide guance rosee. Era molto più sensuale di me, e quasi dieci centimetri<br />

meno del mio metro e ottanta. Se fosse stata umana, l’avrei giudicata sui quarantacinque anni. Non che questo<br />

fosse negativo per lei, però, perché emanava una bruciante e matura sensualità che faceva sembrare la giovinezza<br />

una noiosa perdita di tempo.<br />

Bones mi landò un’occhiata mentre ero sommersa dai bagagli e corse in mio aiuto. «Accidenti, Annette.<br />

Avresti dovuto dirmi quante valigie avevi!»


«Oh, perdonami, Cat» ridacchiò Annette fingendo di scusarsi. «Sono abituata a viaggiare sempre con un<br />

subalterno.»<br />

«Non dirlo neanche» fu la mia tesa risposta. Subalterno 1 . Chi diawlo si crede di essere?<br />

Dopo aver finalmente sistemato le valigie nel bagagliaio, partimmo.<br />

«Quando arriva il resto della nostra gente?» domandò appoggiandosi allo schienale del sedile. Eravamo su un<br />

mezzo diverso, perché Max conosceva la mia auto. Quella era una bmw con tutti gli optional. Dopo avrei chiesto<br />

a Bones dove l’avesse trovata.<br />

«Oggi e domani. Ritengo che entro venerdì saremo tutti qui.»<br />

Annette tirò su col naso, ma non come se avesse bisogno di soffiarselo. «Pensavo, Crispin, come ha fatto<br />

Belinda a cadere nella trappola di Cat? Non la vedo dal tuo compleanno di sei anni fa, o erano cinque?»<br />

«Si è fatta catturare perché era entrata in un gruppo a cui piaceva portare a casa i pasti vivi.»<br />

Cera qualcosa di freddo nel suo tono che mi fece drizzare le orecchie proprio mentre il sorriso di Annette<br />

diventava più malizioso.<br />

«Terribile. Dev’essere cambiata molto. Non è stato solo cinque anni fa che noi tre siamo stati insieme?»<br />

Bones la fulminò con lo sguardo dallo specchietto retrovisore mentre io traducevo ‘noi tre siamo stati insieme’.<br />

Avrei scommesso che non era stato per prendere un tè. E cinque anni fa, Bones stava con me.<br />

«Rispondi alla domanda, tesoro. È stato sei o cinque anni fa che avete scopato tutti insieme? Vedi Annette,<br />

Bones mi ha già detto di essersi fatto Belinda, ma grazie per avermi fatto sapere che hai partecipato anche tu.»<br />

Bones accostò al margine della strada.<br />

«Non tollererò una tale maleducazione, Annette» disse, girandosi a guardarla. «Come puoi vedere, sa<br />

benissimo cosa stai insinuando, e non capisco perché tu senta il bisogno di spiattellarglielo in faccia. Sai anche che<br />

è stato otto anni fa, prima che la conoscessi, e ti sarei grato se non la intrattenessi più con altri ricordi.»<br />

Sembrava seccato quanto me. Annette mi landò un’occhiata prima di sollevare le sopracciglia fingendosi<br />

innocente.<br />

«Scusate. Forse è stato il lungo volo che mi ha fatto dimenticare come ci si comporta.»<br />

«Micetta.» Bones mi guardò. «È sufficiente?»<br />

No, non lo era, e avrei volentieri gettato Sua Maestà e i suoi cinquanta chili di bagagli sul ciglio della strada,<br />

ma sarebbe stato da immaturi.<br />

«Penso di poter sopportare qualche reminiscenza di ménage à trois, ma giusto per la cronaca, Annette,<br />

puoi scordarti che si ripeta tra noi tre.»<br />

«Non me lo sognerei mai» mi assicurò con un luccichio che colsi dallo specchietto retrovisore. Oh, lei e io<br />

non avevamo minimamente finito. Ci avrei scommesso la vita.<br />

Il resto del viaggio passò senza incidenti. Con mio grande sollievo, Annette si organizzò per trovare una<br />

sistemazione diversa dopo quella notte. Bones pianificò di dire a Ian che mi aveva trovato la settimana dopo, e<br />

fingere di aver catturato i miei tre capitani quella successiva.<br />

E da qualche parte tra la preoccupazione per Ian, la sicurezza dei miei uomini, il fatto che mio padre si stesse<br />

adoperando per cercare di uccidermi, e Bones che si guadagnava con successo la libertà, avevo in testa<br />

l’immagine di Annette, Belinda e Bones che, nudi, si attorcigliavano come un pretzel. Accidenti a lei. Quella era<br />

l’ultima cosa a cui avevo bisogno di pensare.<br />

Quando Annette sentì la parte del piano che coinvolgeva i miei uomini, ne fu affascinata.<br />

«Dei meri esseri umani? Che si recano spontaneamente nel covo di Ian come suoi ostaggi? Oh, Crispin, devi<br />

farmeli conoscere. Possiamo averli per cena stasera?»<br />

«Sarà meglio che intenda cenare con del vero dbo in tavola» mormorai.<br />

«Ma sì, Cat, è proprio quello che volevo dire. Non possiamo certo mangiare l’esca, vero?» ridacchiò.<br />

Bones mi landò un’occhiata. Io mi strinsi nelle spalle. «Non è un’idea malvagia farli incontrare prima. Forse li<br />

renderà meno nervosi a proposito di tutta questa storia dell’Esercito delle Tenebre.» O di più, dipendendo da


Annette.<br />

«Come vuoi. Non m’importa. Se sono d’accordo, passo a prenderli insieme a Rodney. È l’altro nostro ospite<br />

di stasera.»<br />

«Rodney il ghoul?» Quant’ero scivolata in basso nella mia umanità se ero tanto contenta di rivedere un<br />

necrofago, sebbene questo complicasse il mio menu. «Oh, mi piace. Nonostante tutte le offese di mia madre, non<br />

si arrabbiò.»<br />

Bones mi fece un sorriso sghembo. Aveva appena finito di portare le valigie di Annette nella sua camera. Lei<br />

era seduta<br />

al tavolo della cucina e sorseggiava il tè. Io ero seduta sul divano con un bicchierone di Gin tonic che era quasi<br />

vuoto.<br />

«Aspetta.» Odiavo dirlo davanti alla Regina delle stronze, ma sussurrare sarebbe stato troppo. «Lui… cioè,<br />

dopo l’ultima volta in cui mi ha visto… mi odia?»<br />

Fu a casa di Rodney che eravamo stati anni fa quando lasciai Bones. Loro due erano andati a fare una<br />

commissione, ed era stata senz’altro una scena spiacevole, quando tornarono, trovarla vuota.<br />

Bones si sedette accanto a me, e posò a terra il bicchiere.<br />

«Certo che non ti odia. Era molto irritato con Don per averti minacciato, anche se al tempo non sapevamo chi<br />

l’avesse fatto. Per quanto riguarda tua madre… be’, non si è fatta un amico.»<br />

Feci una risata smorta. «Succede di rado.»<br />

Bones si avvicinò. «A dire il vero, anche lui è un po’ turbato di rivederti, ma non per lo stesso motivo. Rodney<br />

pensa che forse ce l’hai con lui per via di Danny.»<br />

Ah. Me n’ero dimenticata. L’assassino del mio ex ragazzo non era tra le mie principali preoccupazioni. Povero<br />

Danny. Di certo si era definitivamente pentito di avermi sedotto.<br />

«E’ stata più colpa tua che sua, Bones. Ne abbiamo già parlato. Inoltre, viene ad aiutarci.»<br />

«Gli ho detto che avresti risposto così.»<br />

Offesa, gli diedi una gomitata nel petto. «Credi di sapere tutto?»<br />

Le sue mani mi accarezzarono la schiena. «Non tutto, ma alcune cose. So senza dubbio di essermi innamorato<br />

quando d siamo incontrati. Poi so che avrei fatto qualsiasi cosa per farti provare lo stesso sentimento.»<br />

La tazza di Annette sbatté sul tavolo. «Adesso vado a farmi una doccia<br />

Bones non alzò nemmeno gli occhi. «Fai pure.»<br />

La porta del bagno si richiuse con decisione dietro di lei.<br />

«Continui a dirmi che ti sei innamorato subito, ma mi hai picchiata fino a farmi svenire, ed eri molto burbero<br />

con me in quelle prime settimane.»<br />

Bones ridacchiò. «Hai chiesto tu quel trattamento, e se avessi mostrato la minima debolezza mi avresti<br />

sottomesso. Certo che non ti ho fatto capire quello che provavo. Odiavi solo guardarmi.»<br />

«Ora non ti odio.»<br />

Come prova gli diedi una lunga e lenta leccata sul collo. La sua risposta fu di prendermi fra le braccia e andare<br />

su per le scale.<br />

Restai senza fiato davanti alle sue manifeste intenzioni. «Aspetta, stavo scherzando! Non possiamo, ci sentirà!»<br />

Perfino con l’acqua della doccia, dopotutto tanto valeva invitarla a unirsi a noi.<br />

Bones non si fermò, salì le scale tre alla volta, e poi mi depositò sul letto.<br />

«Io non stavo scherzando, non m’importa.» Mi baciò in modo accurato, strappandomi via i vestiti. «Abbiamo<br />

solo un’ora. Non sprechiamola.»


30<br />

«Mi occorreranno due ore per andare a prendere Rodney e i tuoi ragazzi, micetta. Starai bene con Annette<br />

fino ad allora?»<br />

Bones era già in ritardo, la colpa era mia, e non potevo indurmi a preoccuparmene.<br />

«Stai tranquillo. Se diventa troppo impertinente, ho il mio argento.» Per enfatizzare il concetto, lanciai<br />

un’occhiata al mucchio di armi nell’armadio.<br />

Lui fece una risata cavallina. «Se per te è lo stesso, preferirei ritrovarvi come vi ho lasciato.»<br />

«Se insisti. Vai pure, ti aspetto.»<br />

Lo dissi automaticamente, ma il suo sguardo si adombrò. Con un sospiro, mi lanciai fuori dal letto e lo<br />

abbracciai.<br />

«Di’ a Rodney che può pure scommettere il culo che stavolta mi troverà qui.»<br />

Bones mi premette le labbra sulla fronte e sorrise, di nuovo allegro.<br />

«Sarà bene che tu lo faccia. Chiama i tuoi uomini e falli preparare; ci vediamo tra poco.»<br />

«Non punzecchiare Tate per strada.»<br />

Lui sbuffò. «Vedremo.»<br />

Dopo che se ne fu andato, comunicai l’invito a cena, poi ascoltai per cinque minuti Don che sbraitava perché i<br />

ragazzi lasciavano lo stabile con Max in libertà.<br />

«Con due vampiri e un ghoul, Don, più me, chi vuoi che ci provi? E’ solo una cena, per l’amor di dio. Giuro<br />

che non sono nè menu. Potranno anche incontrare una delle persone a cui consegneranno la propria vita, no?»<br />

Alla fine lasciò il telefono a Tate e ripetè l’offerta. Tate accettò subito. Voleva controllare ogni testa morta che<br />

poteva, e mi disse esattamente così. In casa non c’era cibo e non avevo tempo di cucinare, così feci la doccia e<br />

andai in cucina a prendere l’elenco del telefono. Rodney era maledettamente sfortunato, perché in nessuno dei<br />

posti che facevano consegne a domicilio vidi pubblicizzata carne cruda o pezzi di cadavere. Decisi per un<br />

ristorante italiano, e ordinai un piatto diverso per ognuno. La consegna sarebbe stata dopo un’ora, giusto per<br />

quando dovevano arrivare.<br />

Venti minuti dopo, Annette scivolò nella stanza, vestita con una lunga gonna dalla linea morbida e un top di un<br />

chiaro color pesca. Sembrava valere un milione di dollari, ma non appena sentii le sue vibrazioni, capii che<br />

smaniava dalla voglia di creare problemi.<br />

«Be’, cara mia, devi sentirti molto soddisfatta di te dopo quella scenata in macchina, ma lascia che ti ricordi<br />

che io sto con Crispin da più di duecento anni, e che durerò anche per i prossimi duecento. Tu, invece, mi stupirei<br />

se arrivassi alla fine del mese.»<br />

Chiusi l’elenco telefonico con un tonfo. Oh, quindi avevamo sfoderato i guantoni, non è vero?<br />

«Capisco perché ti senti minacciata, Annette. Quando la persona che ami s’innamora di un’altra, è davvero<br />

una giornataccia, giusto? Guarda, non vedo l’ora di lasciar perdere la vostra precedente relazione ed essere<br />

amichevole, ma se mi fai incazzare te ne pentirai.»<br />

Lei sorrise, arricciando lievemente e in modo sgradevole le labbra. «Stupidina, sono sopravvissuta a migliaia<br />

d’illuse come te. Decine di migliaia, in verità. Crispin torna sempre da me, e sai il motivo? Perché gli do quello che<br />

vuole veramente. Non ti ha raccontato il resto della storia sul suo compleanno di tempo fa, vero? Non eravamo<br />

solo noi tre; eravamo in cinque. Due ragazze umane, più Belinda e io, tutti a scopare insieme. Le umane le scelsi io<br />

stessa. Crispin semplicemente adora la calda carne viva, e inoltre, dovevamo mangiare qualcosa. Cioè,<br />

qualcos’altro, ecco.»<br />

Figlia di puttana. Annette ridacchiò nel vedere la mia espressione livida, aveva segnato un gol. «Oh,<br />

dolcezza, non riesco nemmeno a contare tutte le volte che siamo state almeno in due con lui. Crispin è così


dannatamente insaziabile. Lo è sempre stato, anche da essere umano. E non sei così irrinunciabile per lui, tesoro.<br />

Ti ha detto di noi due giusto un paio di mesi fa? Non sei altro che una mera ametta in una strada lunga e tortuosa.<br />

E’ meglio che tu te ne renda conto adesso.»<br />

Un paio di mesi fa. Allora era lei la ‘quasi’ di Chicago. Sul tavolo le nocche mi divennero bianche.<br />

«In effetti Bones me ne ha parlato, Annette, ma non hai ottenuto il tuo solito servizio, vero? Bones mi ha detto<br />

che ti ha dato una leccata e poi ti ha lasciato in secca. Deve aver fatto un po’ male, eh? Essere terribilmente<br />

ecdtata e non avere un maschio da cavalcare?» Se voleva giocare sporco, ero pronta a rotolarmi nel fango.<br />

Vediamo chi ne restava più coperta.<br />

Inarcò entrambe le sopracciglia perfettamente curate. «Non hai avuto molte esperienze con gli uomini, vero?<br />

Mi avrà anche lasciato eccitata, ma assolutamente non all’asciutto. Crispin può fare con la bocca più di quello che<br />

la maggior parte degli uomini sa realizzare con tutto il corpo. Ti assicuro che quando se n’è andato ero più che<br />

soddisfatta. Non era certo quello che avrei preferito, ma i vampiri sono una razza paziente. Tornerà, e io lo<br />

aspetterò.»<br />

E quello bastò. «Sai cos’hai fatto?» chiesi con tono gentile. Annette mi landò un’occhiata inquisitoria. «Hai<br />

esaurito la mia pazienza.»<br />

Il tavolo le finì addosso prima che potesse sbattere gli occhi, e poi l’atterrai con un pugno tra i capelli<br />

perfettamente sistemati. Crollò scompostamente sulle mattonelle del pavimento prima di saltare su con una rapidità<br />

da Nosferatu. Il mio gatto decise di correre su per le scale, a quanto pareva non gli interessava sapere chi avrebbe<br />

vinto quella battaglia.<br />

«Sei una ragazzetta veloce, non è vero?» mi canzonò Annette. «Devi esserlo, se sei ancora viva. Oh cara, ti ho<br />

sconvolto? Sentire voi due a letto prima mi ha fatto quasi da ninnananna. Crispin non mi è mai parso tanto<br />

annoiato.»<br />

«Ti farò passare la voglia di fare la zoccola a suon di pugni, Annette» grugnii a denti stretti. «E ci vorrà un bel<br />

po’ di lavoro, arrogante barbona inglese!»<br />

«Non sono così facilmente… ah!»<br />

La sedia le si schiantò in testa, andando in pezzi, e poi la lanciai di peso nella stanza accanto. Annette non era<br />

comunque una mammoletta: mi raggiunse con gli occhi accesi e i canini in fuori, ricoperta dalle schegge della sedia<br />

distrutta. Invece di aspettare che facesse una mossa, la caricai gettandola a terra. Lei serrò di proposito mascella e<br />

mandibola, ma io la tenni per il collo, riempiendola di colpi brutali con le gambe e il pugno libero. Rotolammo sul<br />

pavimento in un ammasso di membra, ma per tutto il tempo la stronza non smise di parlare.<br />

«Non l’hai mai avuto come l’ho avuto io, piccola puritana. Lasciare Crispin è stata la cosa più intelligente che<br />

tu potessi fare, perché ha solo acceso il suo desiderio. Se non l’avessi fatto, ti avrebbe già buttata via da tempo.<br />

Non riesco proprio a immaginare perché sopporti la noia di scoparti, dato che non potresti reggerlo se non<br />

indossasse il suo guinzaglio. Oh, e Crispin che continua a dirti che ti ama? Gliel’ho sentito dire mille volte anch’io,<br />

ma nel mio caso il tempo ha dimostrato che è vero. Puoi anche fare le valigie e andartene adesso; sei già finita.»<br />

Per farla stare zitta le sfondai la testa sul pavimento, sorridendo quando sentii lo schiocco di qualcosa che si<br />

rompeva. Annette era forte, ma non abbastanza. Le conficcai un ginocchio nella schiena fino a quando non sentii<br />

un rumore secco. Quando il suo corpo si piegò con un’inclinazione sbagliata, gridò. Mentre era temporaneamente<br />

immobilizzata, mi precipitai su per le scale, e in camera afferrai un coltello d’argento ricurvo.<br />

Quando corsi giù, Annette era ancora sul pavimento, e mi sfuggì un latrato di macabro piacere.<br />

«Perdio, credi che ci caschi? La prima cosa che mi ha insegnato Bones è di colpire qualcuno mentre è a<br />

terra.»<br />

Tirai indietro il piede per sbatterglielo nelle costole quando si mosse più velocemente di quanto l’avrei creduta<br />

capace, spazzandomi via l’altra gamba.<br />

«Lo so, insolente mezzosangue, ma evidentemente non l’hai ascoltato mentre t’insegnava a bloccarlo!»<br />

Rotolammo di nuovo sul tappeto, con la mobilia che volava dietro di noi. Per dieci minuti buoni,


lottammo corpo a corpo. Annette mandò a segno vari colpi, ma alla fine le conficcai la lama d’argento nel petto.<br />

S’immobilizzò. Gli occhi le passarono istantaneamente dallo smeraldo di nuovo al color champagne, e le sfuggì<br />

un unico sussurro canzonatorio.<br />

«Almeno sei all’altezza della pubblicità che ti hanno fatto, ma hai sbagliato il tiro. Non è abbastanza vicino.»<br />

Mi misi a cavalcioni su di lei, e tenni fermo il coltello. «Non ho sbagliato il tiro, stronza. Mi basta dare un<br />

colpetto al polso e lascerai solo un brutto ricordo e un olezzo anche peggiore. Penso che dobbiamo fare una<br />

chiacchieratina, da donna a puttana. So perché lo fai. Vuoi che lo lasci di nuovo, ma risparmia pure l’ossigeno,<br />

perché non succederà. Bones mi ha perdonato per averlo abbandonato ed essere sparita per anni, quindi puoi<br />

scommettere la tua abusata fica da orge che lo perdonerò per averti inopportunamente leccato. Ora, ci siamo<br />

chiarite su questo punto?»<br />

Annette mi guardò dal basso con occhi furiosi e un’espressione dolorante. La lama faceva male, lo sapevo per<br />

esperienza. «Non lo meriti.»<br />

Scoppiai quasi a ridere. «Hai ragione. Quello però è un problema suo, non tuo. Il tuo problema, invece, è: hai<br />

intenzione di accettare le cose come stanno, o vuoi uscire dalla sua vita? Vedi, non ho intenzione di spegnere il tuo<br />

cuore adesso perché Bones tiene davvero a te. Il poveretto non ha alcun buonsenso quando si tratta di donne,<br />

vero? Se ce la fai a stargli intorno in modo platonico, mi adatterò a non squarciarti il cuore anche se lo vorrei<br />

davvero tantissimo. Che ne dici? Siamo d’accordo?»<br />

Di colpo spalancò gli occhi impaurita. «Alzati, è quasi arrivato! Scommetto che sarà furioso con me!»<br />

Stupita sbattei le palpebre nella sua direzione. Ero lì con un coltello nel suo cuore, e la preoccupava di più un<br />

rimprovero di Bones? Aveva decisamente delle strane priorità.<br />

«Siamo d’accordo?» insistetti.<br />

Mi lanciò un’occhiata irritata. «Oddio sì, ora fammi alzare! Devo mettere a posto la casa. Sbrigati, ha appena<br />

accelerato!»<br />

Alzai gli occhi al cielo e con cautela le tolsi il coltello dal petto. Saltò subito su, ma non in modo ostile. Al<br />

contrario, si mise a pulire in un lampo, come una casalinga fatta di cocaina.<br />

Un attimo dopo sentimmo sbattere la portiera dell’auto, e poi si spalancò la porta dell’ingresso. Bones guardò<br />

Annette con un’espressione talmente infuriata che lei mi fece quasi pena.<br />

«E questo, Annette, si chiama Pilates» dissi, allungandomi in modo esagerato.<br />

«Molto divertente» si affrettò a convenire, guardandolo con occhi innocenti. «Guarda, guarda, Crispin, sei<br />

tornato presto…»<br />

«Risparmiatelo» la interruppe. Con un sopracciglio sollevato, venne da me, allungò una mano dietro i miei<br />

pantaloni e tirò fuori il coltello insanguinato che mi ero affrettata a ficcare lì. Poi andò con aria minacciosa verso<br />

Annette e glielo fece penzolare davanti al volto provato.<br />

«A meno che il Pilates non sia diventato assolutamente letale, direi che voi due stavate combattendo. Così<br />

fragorosamente, in effetti, che vi ho sentito da chilometri di distanza.»<br />

Il suo tono ribolliva di minaccia. La tensione aumentò. Dietro di lui, un viso fece capolino nel vano della porta.<br />

«Rodney!»<br />

Gettai le braccia al collo del ghoul sbalordito, che non sembrò essersi aspettato un benvenuto così caloroso.<br />

Tate, Juan e Cooper erano rimasti accanto alla macchina, ma feci loro cenno di entrare. Qualsiasi cosa pur di<br />

disinnescare la bomba a orologeria di una scena nella quale non volevo ritrovarmi. Nello stesso momento, nel<br />

vialetto accostò un altro veicolo con un logo italiano sulla portiera.<br />

«Guardate.» Enorme sorriso falso. «È arrivato il cibo. Chi ha fame?»


31<br />

Educatamente Annette si scusò e andò a cambiarsi d’abito, io feci altrettanto. Rodney raccolse gli oggetti rotti<br />

senza commentare, mentre Bones mi seguì in camera.<br />

«Non adesso» cominciai prima che aprisse bocca. «Abbiamo risolto. I ragazzi sono qui e anche la cena.<br />

Sediamoci su qualsiasi mobilio sia rimasto e mangiamo. D resto può aspettare.»<br />

Ridusse le labbra a una fessura. «D’accordo, ma non è risolto nulla. Stai ancora ribollendo di rabbia, ne sento<br />

l’odore, e ce ne occuperemo dopo cena.»<br />

Bones lanciò la giacca sul letto e poi un ultimo commento da sopra le spalle, mentre se ne andava.<br />

«E meglio che tu ti metta qualcosa con le maniche; hai le braccia ricoperte di graffi.»<br />

La cena fu un esercizio di sopportazione. Annette non fece fatica a essere carina con i miei tre uomini. Per lei<br />

non c’era stata nessuna imbarazzante delusione. Il burro non le si sarebbe sciolto in bocca, ma comunque aveva di<br />

nuovo raggiunto una temperatura normale. Juan flirtò con lei in modo scandaloso, e Annette riuscì perfino a<br />

strappare qualche sorriso a Tate. Nel frattempo, Bones stava seduto e meditava in un silenzio che sfiorava la<br />

maleducazione.<br />

Coinvolsi Rodney in una chiacchierata e cercai d’ignorare quegli occhi castani che mi bruciavano di lato.<br />

Bones era arrabbiato perché avevo pugnalato Annette? Gesù, lei stava ancora parlando e occupando la scena!<br />

Inoltre, nonostante le mie smentite, quello che aveva detto era velenoso. Molteplici donne in una volta sola.<br />

Calda carne viva. Decine di migliaia.<br />

Era vero? Certo, sapevo che prima di me Bones non era stato un monaco - d’altra parte era un gigolò, quindi<br />

mi aspettavo una certa promiscuità - ma quel genere di storia mi aveva sconcertato. Già, sapevo che dovevano<br />

esserci delle ex. Probabilmente molte ex, ma non mi aspettavo che il numero delle sue conquiste sarebbe stato<br />

simile ai chilometri della mia auto! AI solo pensiero mi veniva voglia di ucciderlo e allo stesso tempo scivolare in<br />

una palla instabile. Quando finimmo di portare via i piatti, ero un ammasso di emozioni contrastanti.<br />

«Carte, signori?» domandò Annette. Tirò fuori un mazzo da una delle sue tante borse e lo mischiò con mani<br />

esperte. Gli occhi di Tate e Juan s’illuminarono. C’erano poche cose che gli piacevano più di una bella partita a<br />

poker.<br />

Bones si alzò all’istante. «Non per noi due. Goditi la partita, Annette, più che puoi. Poi riporta i suoi amici a<br />

casa. Rodney ti accompagnerà per mostrarti la strada. Dopodiché la tua fortuna sarà esaurita.»<br />

Loro quattro non erano degli stupidi. Avevano capito tutti che c’era stata una rissa, e non era difficile<br />

indovinarne il motivo. Diamine, probabilmente l’aveva sentita anche Rodney. Lanciò ad Annette un’occhiata<br />

comprensiva.<br />

«Non sei stato molto gentile» sibilai mentre salivamo le scale, poi Bones si chiuse la porta alle spalle. «Puoi<br />

anche lasciarla aperta; tanto ci sentono lo stesso.»<br />

«Chiunque sia abbastanza maleducato da origliare quando può scegliere di ignorarci ascolta a proprio rischio e<br />

pericolo» rispose Bones in un chiaro monito per quelli di sotto. Si appoggiò alla porta. «La cena è stata una<br />

perdita di tempo; hai mangiato a malapena. Ora dimmi cos’è successo.»<br />

Francamente stavo cercando di dimenticare, perché i vermi del dubbio mi serpeggiavano dentro. Non c’era<br />

da meravigliarsi che non avessi fame.<br />

«Una scazzottata tra gatte, senza giochi di parole. Annette mi ha detto cose sgradevoli e io ho fatto altrettanto,<br />

poi l’ho pugnalata per fare il punto. Questo, invece, era un gioco di parole.»<br />

Bones non era divertito. «Allora tutto qui? Tutto a posto e niente risentimenti?»<br />

Annuii senza convinzione.<br />

Si spostò all’improvviso, solo di pochi centimetri in un battito di ciglia. Quando abbassò la testa per


aciarmi, sussultai.<br />

Lui si raddrizzò. «Bene. Ci sono due modi in cui posso sapere ogni maledetta parola che ti ha detto Annette.<br />

Una è chiederlo a te. L’altra è tirarlo fuori a lei a suon di pugni. Ora, la parte egoista di me spera che tu stia zitta,<br />

ma questa sarebbe una sconfitta del bene maggiore. Puoi dirmi qualsiasi cosa, micetta, come spesso ti ho detto.<br />

Assolutamente qualsiasi cosa. La domanda è: lo farai?»<br />

Sul comodino c’era una bottiglia di gin piena per un quarto. Mi sedetti sul letto e la vuotai prima di rispondere.<br />

«Bene. Ecco come sono andate le cose. Annette ha detto che sostanzialmente eri un grandissimo pervertito a<br />

cui le donne piacevano in un minimo di due, specialmente quelle umane per via dei loro corpi caldi, che hai<br />

scopato più donne della popolazione di questo Stato, che non ti ho mai interessato…» Mi fermai per prendere<br />

fiato. «Che prima a letto con me sembravi annoiato, che non sono mai stata capace di gestire quello che ti<br />

piace veramente, che dici a metà delle donne che ti fai che sei innamorato di loro, che mi avresti gettata via anni fa<br />

se non ti avessi lasciato prima io… oh, e che è lei che hai leccato un paio di mesi fa.»<br />

«Vado a scuoiare Annette a forza di frustate.» La voce di Bones era bassa e furiosa. «Se fossi stato te, l’avrei<br />

uccisa. Maledizione.»<br />

Aprì la porta di uno spiraglio. «Rodney, riportali a casa e lascia qui Annette!»<br />

Non si preoccupò di aspettare una risposta prima di sbatterla di nuovo. Sentii che Rodney bofonchiava un<br />

assenso e poi il rumore di loro che se ne andavano.<br />

«E vero?» chiesi. «Sei arrabbiato con lei, ma è perché mi ha mentito o perché mi ha detto la verità?»<br />

Chiuse un secondo gli occhi. «Mi dispiace fare questa conversazione in queste circostanze, micetta, ma non ho<br />

intenzione di nasconderti il mio passato. In breve la risposta a quello che ti ha detto Annette è: sì, sono stato con<br />

molte donne. Molte. Umane e non solo.»<br />

Molte. Ancora, questo me l’aspettavo, considerata la sua età, la sua precedente professione e il suo aspetto<br />

incredibilmente favoloso. Ma avevo bisogno di qualche chiarimento in più rispetto alla parola ‘molte’.<br />

«Di solito a gruppi? Migliaia? Decine di migliaia?»<br />

Bones si avvicinò al letto e s’inginocchiò accanto a dov’ero seduta.<br />

«Lascia che ti spieghi com’ero quando sono stato trasformato in un vampiro. Per qualche anno, ho rimuginato<br />

sul destino che Ian mi aveva imposto, ma alla fine sono arrivato alla conclusione che da morto potevo anche<br />

spassarmela. A quel tempo avevo talento giusto per una cosa, ed era scopare. Se alle ragazze piaceva la<br />

compagnia femminile mentre eravamo a letto, di certo non facevo obiezioni. Poi, col passare degli anni, cominciai<br />

a infliggere la morte a coloro che ritenevo se la meritassero. Più tardi ho cominciato a ricavarne un reddito. Ben<br />

presto uccidere divenne un’altra cosa in cui eccellevo, e tra le due credetti di aver raggiunto la massima felicità che<br />

meritassi.<br />

«La mia vita è proseguita in questo modo e sì, spesso Annette era una delle donne die mi facevo, sia da solo<br />

che in compagnia. Poi un giorno un mio amico mi chiese di trovare l’assassino di sua figlia, e seguii il killer e la sua<br />

operazione fino a un bar nell’Ohio. Lì ho incontrato te e mi sono innamorato. Non puoi immaginare come sia stato<br />

dopo secoli di ..vuoto. Non credevo di essere capace d’innamorarmi, ma finalmente sentivo di avere qualcos’altro<br />

da offrire rispetto a una buona scopata o all’omicidio di un tizio per qualcuno. E adesso la mia fidata amica<br />

Annette ha cercato di strapparmelo via punzecchiandoti con notizie del mio passato, nella speranza che<br />

distruggessero i sentimenti che provi per me.»<br />

Non avevamo mai parlato di come Bones fosse diventato un cacciatore di taglie, né dei suoi primi anni.<br />

Nonostante i mesi insieme, mi resi conto che avevamo passato più tempo a dare la caccia ai cattivi che a parlare di<br />

com’eravamo, o di com’eravamo stati. Non era nemmeno difficile immaginare il tipo di vita che Bones aveva<br />

descritto. Non potevo fare riferimento al sesso, ma negli ultimi quattro anni e mezzo anch’io avevo avuto poco da<br />

offrire alla gente se non la mia capacità di uccidere. E alla fine della giornata, era molto triste rendersene conto.<br />

«Non giudicarla così duramente, Bones. Annette ti ama; è per questo che ha fatto quello che ha fatto. Non mi<br />

piace la tua vasta esperienza sessuale, ma posso sopportarla; se fa parte del passato. Ma non parteciperò mai a


orge a tre, quattro, cinque, di nessun genere. Se questo è quello a cui speri che alla fine arrivi… allora abbiamo un<br />

problema.»<br />

«A parte quell’occasione con Annette di cui mi pento sinceramente, non ho toccato un’altra donna mentre<br />

eravamo lontani, perché non voglio nessun’altra che te. E per quanto riguarda l’aver detto ad altre donne che le<br />

amavo, quand’ero un gigolò, ero solito dirlo a tutte le mie clienti. Faceva pressoché parte del lavoro, per così dire.<br />

Ecco perché in precedenza l’ho detto ad Annette, ma da quando non sono più un essere umano non l’ho detto a<br />

nessuna tranne te.»<br />

Gli lessi la verità negli occhi, e questo fece sparire il dolore dell’aver scoperto tutto, e tutte quelle che c’erano<br />

state prima di me.<br />

«Be’, allora… va bene.»<br />

«Va bene?» Bones mi tirò sul pavimento con lui fino a quando le nostre facce non furono allo stesso livello.<br />

«Già» risposi piano, toccandogli il volto. «Va bene.»<br />

Questa volta, quando mi badò, non trasalii. Mi avvolsi intorno a lui.<br />

Bones si staccò dopo un lungo momento. «Devo ancora occuparmi di Annette. Tu puoi anche considerarla<br />

con più indulgenza, ma ha tradito la mia fiducia, e non posso far finta di niente. Annette!» la chiamò all’improvviso.<br />

«Vieni su!»<br />

Rabbrividii, un’idea che normalmente non avrei preso in considerazione si fece strada nella mia testa.<br />

«Fai pure a modo tuo, ma te ne suggerisco un altro. Puoi proseguire e picchiarla fino a farla sanguinare, o…<br />

puoi farmi avere degli orgasmi per cui urlerò talmente forte da infiammarle le orecchie. Se hai dei trucchi da ex<br />

gigolò diventato un vampiro promiscuo che mi hai tenuto nascosti, be’, tirali fuori. Ho solo una condizione: sarà<br />

meglio che tu esegua un servizio migliore di quello che hai fatto a lei o a qualsiasi altra, perché se domani non mi<br />

sveglio rossa in viso per l’imbarazzo di quello che mi hai fatto, sarò delusa.»<br />

Annette aprì la porta senza bussare. Bones si alzò e le landò un’occhiata spaventosa.<br />

«Abbiamo una faccenda da risolvere, tu e io» la minacciò in modo suadente. Poi tornò a guardare<br />

me. «Dopo.»<br />

E le chiuse la porta in faccia.<br />

«Stai cercando di metterti le mie mutandine intorno al collo?»<br />

I suoi occhi, già chiazzati di verde, mi fecero vacillare alla risposta. «Non le porti.»<br />

Lui mi scivolò accanto e mi mise in piedi. «Dovrei assicurarti che a letto non devi provarmi niente, o che non<br />

mi è mai piaciuto fare l’amore con nessuna come con te, ma solo un pazzo rinuncerebbe a quello che mi hai<br />

appena offerto. Al momento sono a corto di oggetti di scena, e in una notte non ho minimamente il tempo di<br />

passare in rassegna tutti i modi in cui ho fantasticato di prenderti, ma ti prometto questo…» La sua voce divenne<br />

più profonda. «Domattina, quando riuscirai di nuovo a pensare, sarai scandalizzata.»


32<br />

Con deliberata lentezza, Bones cominciò a sbottonarsi la camicia. Osservai apparire la sua pelle color panna a<br />

ogni bottone slacciato. Quando ebbe finito, se la tolse e poi strappò ciascuna manica con uno strattone. Compresi<br />

il motivo di quella strana azione quando mi bendò con la stoffa.<br />

Affondai le unghie nei palmi mentre tutto diventava nero. Aveva fatto un buon lavoro. Successivamente sentii<br />

le sue mani che mi spingevano sul letto, e poi mi toglievano i vestiti fino a quando non rimasi nuda.<br />

Qualcosa mi fu assicurato al polso, stendendomi completamente il braccio e imprigionandolo,<br />

presumibilmente, alla testiera del letto. La stessa azione fu ripetuta con l’altro braccio.<br />

«Non ti opporre» sussurrò Bones. «Non sono abbastanza robusti da trattenerti» Risatina bassa. «Lasciami<br />

lavorare.»<br />

Ammanettata in questo modo, riuscivo solo a sentirlo muoversi in giro. Sembrava che fosse in bagno a<br />

rovistare negli armadietti non so alla ricerca di cosa. Stare bendata e legata nuda a un letto era a dir poco<br />

sconcertante, ma Bones non impiegò molto tempo a tornare.<br />

Le sue mani seguirono la forma delle mie spalle e si abbassarono a stringermi a coppa i seni. Una bocca mi si<br />

chiuse sul capezzolo, con i canini già fuori. Ne bagnò la punta con la lingua, e poi con i suoi denti umani lo<br />

mordicchiò fino a farlo indurire.<br />

Quando poi affondò con attenzione gli incisivi arrivando quasi a rompere la pelle, inspirai a fondo. Mi succhiò<br />

il capezzolo più forte finché non mi sentii invadere da fitte di puro desiderio.<br />

«Voglio toccarti» mormorai, tirando i lacci che mi trattenevano.<br />

Mi chiuse le mani intorno ai polsi senza staccare la bocca.<br />

«Dopo.»<br />

Il suo accento britannico era più forte e dallo sfregamento dei suoi fianchi capii che era nudo anche lui. Giù si<br />

accese la televisione, e Annette alzò esplicitamente il volume, ma io me ne resi conto a malapena. Non con Bones<br />

che aumentava la pressione finché non sentii il capezzolo in fiamme, e poi una puntura acuta quando i suoi canini lo<br />

bucarono.<br />

Mi scappò un grido, ma non di dolore. Lui fece un verso rauco e cominciò a succhiare più forte, tirando il mio<br />

sangue nella sua bocca. Come quando prima aveva bevuto da me, cominciai a sentirmi tutta calda. Il seno mi<br />

bruciava sul serio, ma avvertivo anche un fremito d’inquietudine. Avevo detto che andava bene tutto, e Bones non<br />

stava perdendo tempo.<br />

«Il tuo cuore mi sta rimbombando nelle orecchie, ma non avrai paura a lungo» bisbigliò, spostandosi<br />

sull’altro seno. «Ho intenzione di toglierti ogni paura.»<br />

Ansimai e incurvai la schiena sotto di lui quando mi morse nello stesso modo. Adesso entrambi i miei capezzoli<br />

sfrigolavano e ciascun seno pulsava di calore. Mentre si spostava in alto sul letto, allontanandosi da me, le sue<br />

labbra scivolarono lungo il mio braccio.<br />

Sentii la sua lingua indagare il mio polso sotto a dove quei lacci invisibili mi tenevano. L’istante successivo<br />

mi bucò così velocemente con i canini che non ebbi nemmeno il tempo d’inquietarmi.<br />

Le stesse pulsazioni dei seni adesso erano raddoppiate sul polso. Calde onde martellanti picchiavano al ritmo<br />

del mio battito cardiaco. Se gli eroinomani provano qualcosa di simile, pensai presa dalle vertigini mentre quella<br />

sensazione mi si diffondeva come caldo caramello lungo il braccio, allora capisco decisamente perché lo fanno.<br />

«E’ il succo che ho nei canini quello che senti» osservò Bones di gola. «Si muove lungo le tue vene a ogni<br />

battito del cuore. Se fossi un essere umano,non avreiosato morderti ancora. Troppo ti drogherebbe, ma non sei<br />

umana. Quindi posso fare così…»<br />

Gemetti ad alta voce quando mi morse


l’altro polso. Adesso quel calore incredibilmente dolce stava ricoprendo interamente la parte superiore del mio<br />

corpo. Buon dio, non sapevo che i morsi dei vampiri facessero sentire in questo modo, altrimenti gli avrei chiesto<br />

di bermi ogni giorno.<br />

Bones mi strizzò il polso e io sobbalzai. La pressione sembrò spingermi quel calore ancora più a fondo.<br />

«Non muoverti, piccola.»<br />

Più facile a dirsi che a farsi. Volevo tirare i lacci perché la loro tensione mi spingesse quel calore ancora più a<br />

fondo. Però, mentre Bones mi scivolava lungo il corpo pizzicandomi con fermezza i capezzoli, la sua pelle che mi<br />

accarezzava la bocca mi distrasse. Quell’improvvisa puntata di fuoco doppio mi fece contorcere verso di lui con<br />

un grido. «Di più!»<br />

Bones rise sommessamente. «Oh sì. Molto di più.»<br />

Quando mi allargò le gambe muovendosi tra di esse con un braccio sotto le mie natiche, il desiderio crebbe<br />

dentro di me. La sua bocca era vicina, ma non fece quello che volevo. Invece lui cominciò a strofinarmi il viso<br />

contro la coscia.<br />

«Bones, ti prego.» Fu una richiesta rauca. Avevo bisogno di sentire la sua lingua dentro di me. Che mi<br />

esplorava. Che mi leccava.<br />

«Non ancora.»<br />

Il soffio delle sue parole mi stuzzicò, facendo aumentare la voglia. Digrignai i denti, maledicendolo<br />

mentalmente.<br />

«Sì. Ora.»<br />

«Non ancora.»<br />

Volevo davvero mettermi a litigare presa dal vortice di lussuria dovuto al calore che mi scorreva dentro,<br />

quando Bones mi morse la coscia.<br />

Tutto il mio corpo s’inarcò, e inavvertitamente tirai i lacci che mi tenevano. Altro fuoco liquido si riversò<br />

dentro di me, triplicato da nuove fiamme nella gamba, e venni con uno spasmo interno che mi lasciò tremante.<br />

Dannazione! Non mi aveva nemmeno toccata fra le gambe ed eccomi a tremare per un orgasmo di magnitudo<br />

9.0.<br />

La bocca di Bones abbandonò la mia coscia, che stava pulsando talmente forte che sembrava che l’arteria<br />

stesse cercando di spingere i succhi del vampiro nelle mie vene. Non feci nemmeno in tempo a riprendere fiato che<br />

un’imponente leccata nelle mie profondità me lo tolse di nuovo. Con il braccio sotto le mie natiche, Bones mi<br />

avvicinò a sé, e con la bocca prese avidamente a mandarmi in estasi il clitoride. Mi cadde indietro la testa mentre i<br />

miei gemiti diventavano più acuti. Si stava avvicinando un altro orgasmo, accelerato dalla sua bocca che roteava e<br />

affondava dentro di me, poi di colpo Bones si fermò.<br />

«No, ancora!» gridai accecata dal desiderio.<br />

«Resisti.»<br />

Le sue braccia mi s’irrigidirono attorno finché non fui immobilizzata dalla vita in giù. Uno sfregamento della sua<br />

bocca sulla pelle mi fece tremare, poi la chiuse sul clitoride e succhiò lentamente. Deliberatamente. Pur intorpidita<br />

dall’estasi, qualcosa nel modo in cui lo fece mi riempì di trepidazione. Non voleva mica…?<br />

In una frazione di secondo di lucidità sentii penetrare i canini, poi nient’altro che fuoco incandescente. Avvertii<br />

vagamente altre suzioni e grida da spaccare le orecchie, ma non potevo essere sicura su chi le avesse prodotte.<br />

Uno dopo l’altro gli orgasmi mi sconvolsero, spaccandomi dall’interno. Tutto bruciava e poi esplodeva, per poi<br />

bruciare di nuovo. Infine ripresi coscienza e scoprii che quelle urla convulse provenivano da me.<br />

Le bende erano venute via. Le strisce della camicia che mi avevano tenuta legata alla testiera del letto si erano<br />

rotte e a quanto pareva avevo strappato le lenzuola intorno a noi. Bones mi teneva bloccata sotto di lui,<br />

imprigionata dal suo corpo. Sollevata quell’ultima foschia, il suo volto tornò a fuoco.<br />

Aveva il classico sorriso da uomo che non era più nemmeno compiaciuto, ma indugiava verso la presunzione.<br />

Non riuscivo a smettere di tremare, specialmente quando mi badò e sentii sulla sua lingua il sapore del sangue e di


altre cose.<br />

«Oh, micetta» borbottò. «Non hai idea di quanto mi sia piaciuto. Ti sono già venuto dentro, dannazione,<br />

credevo che tu mi avessi castrato con il tuo piacere. Sai quanto a lungo ti sei contorta per gli effetti del mio<br />

morso?»<br />

Per niente. «Cinque minuti?»<br />

Scioccata sentii che avevo la voce rauca e quasi irriconoscibile. Lui ridacchiò.<br />

«Fai anche venti, più o meno. La polizia è già venuta e andata; Annette li ha mandati via. Credo che i vicini<br />

pensassero che stessero ammazzando qualcuno.»<br />

«Eh?» dissi con voce rauca, e poi gemetti quando Bones si spostò verso il basso e con un solo colpo mi<br />

penetrò completamente. Quel rantolo si trasformò in un grido quando il suo bacino affondò sul mio clitoride<br />

morsicato e pulsante. Fu come se un fulmine mi avesse appena colpito sotto la vita.<br />

Mormorò soddisfatto. «Senti caldo, vero?»<br />

Il che non si avvicinava nemmeno a descrivere la sensazione. «Brucia. Brucia. Gesù, Bones, è così<br />

bello!» Internamente la mia veemenza mi sorprese, ma a pelle ne volevo di più. Me ne serviva di più, e non mi<br />

vergognavo a dirglielo.<br />

«Non fermarti, non fermarti!»<br />

Bones si mosse più forte e più veloce, e godetti della sua furia. Ogni spinta mi faceva esplodere dentro ondate<br />

di rinnovato calore, rendendomi pazza di desiderio. Mi schiacciò i seni col petto, premendomi sui capezzoli, e mi<br />

avvolse le mani intorno ai polsi. La combinazione delle due pressioni mi fece prendere da un altro orgasmo, e<br />

tuttavia non era ancora abbastanza. Tra le grida continuavo a incitarlo, urlando di volerne ancora finché non riuscii<br />

più a parlare, e quando venne, mi unii a lui con un urlo che si portò via tutta la mia voce.<br />

Bones uscì da dentro di me e scese dal letto, ma lo notai a malapena. Non riuscivo a muovermi, e il cuore mi<br />

batteva talmente forte che ero sicura fosse pericoloso.<br />

Tornò dopo pochi minuti, e mi girò su un fianco. Le sue dita mi scivolarono tra le cosce ricoperte da qualcosa<br />

di liquido e denso. Mi baciò il collo, e poi unse l’incavo tra le mie natiche.<br />

Tremai. Oddio. Sapevo cos’aveva intenzione di fare.<br />

Bones piegò il corpo lungo il mio, mettendosi in posizione. «Va tutto bene, micetta, non temere. Rilassati…»<br />

Grugniti senza senso mi emersero dalla gola quando mi allargò le natiche e sentii l’inizio della penetrazione.<br />

Emisi un grido soffocato, quasi un lamento. Bones gemette, afferrandomi per i fianchi. Con una spinta successiva si<br />

aprì un varco dentro di me, e la sua punta mi scivolò dentro.<br />

Fremette, o forse ero io. In ogni caso, la nuova sensazione era strana e un po’ molesta. Bones allungò una<br />

mano verso il basso, strofinandomi il clitoride per riaccendere alla svelta il calore dentro di me. Poi lentamente<br />

penetrò ancora più a fondo in spazi che non erano mai stati varcati in precedenza.<br />

Un altro rumore lacerante mi scappò dalla gola. Bones si fermò all’istante.<br />

«Ti fa male?»<br />

La sua voce era carica di eccitazione, ma lui non si mosse in attesa della mia risposta. La pienezza dentro di<br />

me non era dolore nel vero senso della parola, ma era incredibilmente intensa. Non ero sicura se mi facesse male,<br />

se mi piacesse, o entrambe le cose.<br />

Quando non risposi affermativamente, mi fece un’altra domanda. «Vuoi che smetta?»<br />

La mia voce, quando uscì, era stridente e molto bassa.<br />

«No.»<br />

Bones spostò il collo per baciarmi. Le sue dita bombardavano il mio clitoride mentre lui cominciava a<br />

muoversi dentro e fuori, lentamente, ogni volta un po’ più a fondo. Non so se era la passione del suo bacio, le sue<br />

dita che alimentavano il fuoco dentro di me, o qualcos’altro, ma quando piegai la schiena, mi stupii di ritrovarmi a<br />

muovermi con lui.<br />

«Sì» gemetti. «Si…»


La mia mente poteva anche obiettare a quella nuova attività, ma il mio corpo non aveva una morale. Mentre a<br />

ogni colpo mi strofinava il clitoride, Bones aumentò un minimo il movimento, raggiungendo un ritmo moderato a cui<br />

non potei fare a meno di rispondere. Gli affondai le dita nel braccio, e mormorai nella sua bocca, lasciandomi<br />

prendere da un istinto nascosto.<br />

Non pensavo che fosse possibile. Probabilmente non lo sarebbe stato se avessi acceso il cervello, ma alla fine<br />

la mia liberazione mi colpì sicuramente come lo stupore per ciò che l’aveva causata.<br />

Bones gemette dal profondo della gola e si ritirò bruscamente. Dopo poco un umore caldo mi si rovesciò sulla<br />

coscia.<br />

«Non muoverti, piccola» sussurrò, con la voce ancora vibrante del suo orgasmo. «Pulisco tutto.»<br />

Pochi secondi dopo l’inutile ordine, perché non penso che sarei riuscita a muovere niente, tirò fuori un<br />

asciugamano schiumoso da una ciotola lì vicino e me lo passò sulla coscia. Con gli occhi mezzi chiusi, lo guardai<br />

pulirsi con un altro panno dopo che si fu preso cura di me. Poi gettò gli stracci sul pavimento e mi prese tra le<br />

braccia.<br />

Mi baciò mordendosi la lingua dimodoché la sua bocca avesse il sapore delle gocce di sangue che inghiottii<br />

come se fossi assetata. Il dolore che avevo in gola svanì, il che fu un bene, ma quindi diminuì anche il calore<br />

dirompente che avevo avuto dentro. Interruppi il bacio per guardarmi i seni. I segni delle punture sui capezzoli<br />

svanirono davanti ai miei occhi. Ovviamente, il sangue di Bones li aveva curati più di quanto avesse fatto con la<br />

mia voce, e non potei fare a meno di essere un tantino delusa.<br />

Lui sorrise quando vide cosa stavo guardando. «Oh, micetta, non ho minimamente finito di banchettare con la<br />

tua carne. Non mi bastano mai gli schiocchi della tua pelle quando si rompe, o il sapore del tuo dolcissimo sangue<br />

che mi riempie la bocca…»<br />

Mi diede una prova della sua affermazione mordendomi in ogni punto in cui l’aveva fatto prima, fino a quando<br />

non rischiai di rovinarmi la voce un’altra volta. Non che me ne importasse quando stavo sopra di lui, perché ogni<br />

oscillazione del mio corpo scaricava un piacere squisito dentro di me. Le corde vocali? Chi ne aveva bisogno?<br />

Bones si mise seduto, mi avvicinò a sé, e affondò i canini nel mio collo. Gesù, mi sarei stupita se prima<br />

dell’alba non mi avesse ucciso. Succhiò dai fori mentre mi spostava in grembo finché non gli avvolsi le gambe<br />

intorno alla vita. La sua spinta provocò un’altra profonda suzione, e un’altra, e un’altra ancora, mentre mi<br />

domandavo vagamente perché la mia pelle non stesse fumando, visto che sembrava davvero che fosse in fiamme.<br />

«Mordimi, micetta. Bevimi come io ho bevuto te.»<br />

Gli affondai i denti nel collo con molta più asprezza di quanta ne avesse mostrata lui. Si sentì la pelle rompersi -<br />

con uno schiocco, sì - e poi il sangue mi riempì la bocca. Era bollente, riscaldato dall’essere stato fino a pochi<br />

minuti prima nel mio corpo, ma irrimediabilmente alterato dopo essere stato nel suo. Bevemmo l’uno dall’altra, io<br />

più a fondo, e ormai sembravamo una cosa sola: il suo corpo era il mio corpo, il suo sangue era il mio sangue,<br />

il nostro sangue, e a ogni sorsata fluiva avanti e indietro tra noi.<br />

Il naso mi si riempì di profumi. I colori divennero più intensi e più chiari. Il battito del mio cuore, che mi era<br />

sembrato forte già prima, adesso mi stava praticamente assordando Proprio come per un travolgente attacco di<br />

fame, Bones mi spinse via.<br />

«Basta.»<br />

Presa dalla furia lo ghermii per arrivargli alla gola. Lui mi sbatté sul materasso, strappandomi con un impeto<br />

senza freni che non fu ancora abbastanza. Si sentì uno scricchiolio quando il letto si ruppe sotto di noi.<br />

«Maledizione,Bones, dammene ancorai» ruggii, e non sapevo se chiedevo sangue, sesso o entrambi.<br />

«È tutta qui la tua forza?» mi tentò.<br />

Gli squarciai la schiena con le unghie, provando a leccare il sangue che dai graffi mi era rimasto sulle mani. Lui<br />

mi tenne insieme i polsi e affondò ripetutamente dentro di me, con la gola provocatoriamente vicina. Volevo quella<br />

gola nella bocca. La volevo tagliare e sentire il sangue che mi sgorgava dentro, che mi inondava, che mi copriva.<br />

Dentro di me qualcosa aveva preso il sopravvento e stava raspando per uscire.


«È meglio che tu non smetta di scoparmi» ringhiai, e un sorriso stanco gli illuminò il viso. «Perché altrimenti, ti<br />

dissanguo.»<br />

Bones rise, selvaggio ed esultante. «Mi dissanguerai, ma non il collo, e mi pregherai di smettere prima che<br />

abbia finito» promise, poi si abbandonò alla lotta.


33<br />

«Sveglia, piccola, è quasi mezzogiorno.»<br />

Sbattei le palpebre e incontrai un paio di occhi marrone scuro. Bones era seduto sul letto. O su quel che ne<br />

rimaneva.<br />

Tomai straordinariamente lucida. Lui rise per il colore che mi scaldò subito il viso.<br />

«Ed ecco la mia ricompensa, il rosso vivo sulle tue guance. Sei opportunamente scandalizzata per il tuo cattivo<br />

comportamento? Se fossi cattolica, bruceresti le orecchie del confessore. Ricordi di avermi fatto giurare di ripetere<br />

tutte quelle sporche azioni, non importa cos’avessi detto stamattina?»<br />

Ora che tirava fuori l’argomento, in effetti ricordavo di averlo detto. Fantastico. Tradita dalla mia stessa<br />

immoralità.<br />

«Gesù, Bones… alcune cose sono state depravate.»<br />

«Lo prendo come un complimento.» Diminuì la distanza tra noi. «Ti amo. Non vergognarti di niente di ciò che<br />

abbiamo fatto, anche se la tua pudicizia è in coma profondo.»<br />

Studiai il suo collo dove l’avevo morso. Non c’erano segni, ovviamente, e nemmeno sulla mia gola. Con tutto<br />

il sangue che avevo bevuto da lui, nei giorni successivi probabilmente sarei guarita alla sua stessa velocità.<br />

«Dopo la notte scorsa non guarderò mai più i tuoi canini nello stesso modo. Una parte di me vuole scusarsi<br />

per averti fatto trattenere, e un’altra vuole le tue scuse nei miei confronta perché la sapevi più lunga!»<br />

Bones rise di nuovo. «Ho ancora altro da mostrarti, fidati,ma adesso non abbiamo tempo. Siamo in ritardo,<br />

visto che ti ho lasciato dormire.»<br />

Mi tolsi le coperte e andai in bagno. Che fossimo in ritardo o meno, mi sarei fatta una doccia.<br />

Bones si era già lavato e vestito. Aveva ancora i capelli leggermente umidi.<br />

«C’è qualcosa che devi sapere» mi gridò dietro. «Tate è qui. Ci ha passato la notte.»<br />

Lo shampoo schizzò sul muro invece che in mano mia. Per la prima volta, notai il battito cardiaco al piano di<br />

sotto. «Perché?»<br />

Mentre entrava in bagno, c’era una misurata cautela nelle parole di Bones. «Ha convinto Rodney a lasdare gli<br />

altri e a riportare lui qui, per un’infondata preoccupazione nei tuoi confronti. Quand’è arrivato, tu e io eravamo<br />

notevolmente occupati. Annette l’ha invitato a rimanere e a intrattenerla. Lui ha accettato.»<br />

L’asta della docda venne via quando, per guardarlo, tirai la tenda con troppa forza. Bones l’afferrò e la rimise<br />

a posto senza fare commenti.<br />

«Tate e Annette? Non hanno giocato a poker, vero?»<br />

«No, perché, sei gelosa?» domandò senza mezzi termini.<br />

«No, e tu?»<br />

«Per niente. Sono solo seccato per il suo astio nei tuoi confronti, ma a quello abbiamo provveduto.»<br />

«Una volta Tate mi ha chiamato necrofila.» C’era un certo rancore nella mia voce. «Dovrò restituirgli il<br />

complimento.»<br />

«L’hai appena fatto. Sta ascoltando. Lo sento.»<br />

Davvero? Quel coglione curioso. Sapeva che Annette non mi piaceva. Non era l’unica a fare la dispettosa. Mi<br />

resi conto di un’altra cosa. «Ieri sera lo sapevi, non è vero?»<br />

Bones inclinò la testa in segno di conferma. «Non puoi dimenticarti di chiedermi perché non te l’ho detto. Non<br />

d avrei interrotto per niente al mondo, e se aveva deciso di rimanere, era una sua scelta. Non temere: mi sono<br />

subito dimenticato di lui, perché hai richiesto tutta la mia attenzione.»<br />

Mentre m’insaponavo i capelli, decisi di non arrabbiarmi con Bones. Dopotutto era piuttosto difficile perfino<br />

farsi la doccia e non ributtarlo sul letto. Il mio pudore poteva essere ancora scandalizzato, ma il resto di me non lo


era.<br />

Bones inalò, e quando avvertì la mia scia gli s’illuminarono gli occhi. «Vado giù. Non posso starti così vicino<br />

senza desiderarti, e non c’è tempo.»<br />

Se ne andò con un movimento frusciante, facendomi sorridere mentre riprendevo a lavarmi.<br />

Quando scesi, quattro teste si girarono nella mia direzione. Il tavolo della cucina era al completo. Siccome la<br />

maggior parte delle sedie era rotta dal giorno prima, eravamo a corto di posti. Bones mi prese sulle ginocchia<br />

senza smettere di chiacchierare con Rodney, e picchiettò sul piatto di cibo davanti a sé.<br />

«Mangia qualcosa. Non possiamo permetterci che tu svenga perché continui a saltare i pasti.»<br />

«Mi stupisco che riesca perfino a camminare» si lamentò Tate senza alzare lo sguardo. «Devi averle dato quasi<br />

quattro litri di sangue dopo quello che ho sentito ieri sera.»<br />

«Sono per caso fatti tuoi?» domandò freddamente Bones, stringendo la presa quando fui sul punto di alzarmi<br />

per dare uno schiaffo a Tate. «Al lavoro hai la tua anzianità, micetta, ma adesso è su un terreno personale, quindi<br />

quelle regole non valgono.»<br />

«Se fossi in te, Tate, ci metterei una pietra sopra» gli consigliai. «È bello vedere che anche tu non zoppichi, o<br />

sì? Sei seduto quindi non posso dirlo.»<br />

Tate non fece marcia indietro. «Sei tu che hai detto che una volta cominciato, a letto non c’è niente di meglio<br />

di un morto. Immagino di aver voluto vedere se avevi ragione.»<br />

Rodney rise. «Hai detto così, Cat?»<br />

Bones mi fece un sorrisetto sghembo. «Sono felice di rappresentare la mia specie» mi assicurò.<br />

Lanciai uno sguardo truce a Tate, ma poi increspai le labbra. Lo fece anche lui, e brontolò confuso: «Cristo,<br />

Cat, f immagini se Dave ci stesse guardando ora? Probabilmente non crederebbe ai suoi occhi. A colazione con<br />

una tavolata di vampiri.»<br />

Soltanto a sentir nominare Dave, le lacrime mi offuscarono gli occhi. Tate distolse lo sguardo imbarazzato per<br />

l’improvvisa umidità anche nei suoi.<br />

«Avrei voluto che fossi con noi quel giorno, testa morta» disse con voce rauca a Bones. «Almeno forse avresti<br />

potuto salvarlo con il tuo super sangue. Cat non è riuscita a dargliene abbastanza, nemmeno quando ha strizzato<br />

un vampiro come una spugna. Se riesci a evitare che succeda di nuovo, forse vale la pena averti nella nostra<br />

squadra. Anche se non ti sopporto.»<br />

Invece di fare l’offeso, Bones si picchiettò il mento pensieroso. Si scambiò un’occhiata con Rodney, e poi mi<br />

fece girare completamente sulle sue ginocchia.<br />

«Micetta, non mi avevi detto di aver versato sangue di vampiro sul tuo amico quando è morto. Ne ha<br />

inghiottito?»<br />

«Juan gliene ha fatto inghiottire un po’, ma Gesù, Bones a Dave mancava quasi metà della gola. È morto<br />

dissanguato prima di poter guarire del tutto.»<br />

«Situazione spinosa» affermò Rodney.<br />

Gli lanciai un’occhiataccia. «Molto più che spinosa. Era un amico.»<br />

Il ghoul cominciò ad aprire la bocca quando Bones lo interruppe.<br />

«Non ora, amico. Micetta, il tempo stringe. Mentre dormivi, mi ha chiamato Ian e mi ha detto di aver ricevuto<br />

delle informazioni sulla tua posizione. Sapevamo che era solo una questione di tempo, anche se avrei preferito<br />

avere un’altra settimana o due per mettere tutto a posto. Non importa, il dado è tratto. Ho detto a Ian che ieri sera<br />

ti avevo trovato io stesso, e che avevo degli ostaggi da portargli più tardi in giornata. È felicissimo, e sta<br />

organizzando una festa di benvenuto. A quel maledetto piace sempre fare le cose in modo appariscente.»<br />

M’irrigidii. «D’accordo, bene, allora lo faremo stasera. Chiamo Don, faremo preparare il resto dei ragazzi,<br />

e… sistemeremo tutto.»<br />

«A dire la verità, piccola, ci sono alcuni problemi. Ian non era soddisfatto quando gli ho detto di avere in<br />

ostaggio tre dei tuoi uomini. Ne vuole di più, e ha inviato qualcuno a prenderli.»


Un brivido mi corse lungo la schiena. «In che senso di più?»<br />

«Noah» suggerì schiettamente Tate. «E non è nemmeno la battuta finale.»<br />

«Ti dispiace?» Bones lanciò uno sguardo a Tate prima di continuare. «Il tuo amico frettoloso ha ragione,<br />

micetta, e quello è il secondo problema. Ian pensa di uccidere uno dei tuoi uomini davanti a te, sia per<br />

incentivarti a prestare attenzione alle sue richieste che come ricompensa per aver ucciso il suo maggiordomo<br />

Magnus. Comunque ha intenzione di serbare Noah per il colpo di grazia, perché chiunque gli<br />

abbiafornito informazioni su di te non sapeva che avete rotto. Inoltre, a prendere Noah, ha mandato tuo padre,<br />

Max, che a quanto pare si è offerto.»<br />

Scansai il piatto e mi girai sulle sue ginocchia. «Don sta sorvegliando la casa di Noah, giusto? Prenderemo<br />

Max, quel pezzo di merda, e lo ucciderò. Così la mia esistenza sarà completa.»<br />

Bones scosse la testa. «Non possiamo, piccola. Se lo facciamo, Ian capirà che lo stiamo ingannando.<br />

Altrimenti come faresti ad avere una squadra di vampiri killer lì pronta? Perderemmo il vantaggio della sorpresa, e<br />

non voglio metterti in pericolo in questo modo. Perché credi che Max si sia offerto di andare? Probabilmente ha<br />

intenzione di ricattarti con Noah e poi ucciderti appena ti vede! Ian questo non lo sa, ma noi sì. Non temere;<br />

voglio mandare Rodney a garantire l’incolumità di Noah. Lo prenderà per primo, battendo Max sul tempo. Ian<br />

non ucciderà Noah; lo ritiene troppo importante. Max, invece, farà proprio quello per spingerti con la rabbia a<br />

dargli la caccia.»<br />

«Vai tu» dissi all’istante. «Rodney, non ho niente contro di te, ma se qualcosa va male… se Max si presenta<br />

prima di quanto tu pensi, voglio che ci sia qualcuno che spaventi mio padre al punto di non fare scherzi. E questo<br />

sei tu, Bones. Non sei soltanto un vampiro vecchio e con una buonissima reputazione come cacciatore di taglie, sei<br />

anche più in alto nella discendenza di Ian, e Max lo sa. Non oserebbe cercare di fare stronzate con te intorno, e<br />

senza di te, vedo la pietra tombale di Noah che mi danza in testa.»<br />

«No» rispose Bones inflessibile. «Starò con te, ad aiutarti a catturare le guardie di Ian. Se Max ti preoccupa,<br />

Annette può accompagnare Rodney a prendere Noah.»<br />

«Ti prego» lo derisi. «Come se ad Annette dispiacesse se le cose andassero male per Noah. Se morisse,<br />

difficilmente le spezzerebbe il cuore, o spezzerebbe il tuo, ma per me è importante!»<br />

Era stato un colpo basso, ma era la verità. Bones l’ammise alzando una spalla.<br />

«Se fosse per me, non me ne fregherebbe nulla se Noah morisse. Non lo nego. Ma tu ne soffriresti, e di<br />

questo mi preoccupo.»<br />

«Prendo Annette.» Le parole mi scapparono senza che ci avessi pensato troppo. «Può venire con me come<br />

supporto per aiutarmi con le guardie di Ian, così tu puoi andare con Rodney a prendere Noah.»<br />

Bones mi lanciò un’occhiata come se fossi impazzita, cosa che non era tanto lontana dalla verità. «Credi che ti<br />

lascerò assalire un gruppo di vampiri (un gruppo che non hai nemmeno intenzione di uccidere, il che come<br />

sappiamo rende il compito maledettamente più difficile), mentre sono via a mettere al sicuro il tuo veterinariuccio?»<br />

La sua mordace scelta di parole mi rese ancora più determinata ad assicurare protezione a Noah. Rodney<br />

sapeva che Bones non si sarebbe veramente arrabbiato se fosse successo qualcosa a Noah. E anche Annette.<br />

Ma se Bones fosse andato di persona… allora si sarebbe sentito obbligato per una questione d’onore ad<br />

assicurare che Noah fosse tenuto al sicuro. Non importa quanto non gli piacesse.<br />

«A dire la verità, funzionerebbe meglio in questo modo» improvvisai. «Possiamo presupporre due cose: uno,<br />

all’inizio le guardie non capiranno chi sono, grazie ai miei capelli castani; e due, una volta che avranno capito chi<br />

sono, cercheranno di non uccidermi. Ian s’incazzerebbe se si vedesse privato del suo premio, giusto? Lo<br />

sapranno. Sono più al sicuro con loro che con chiunque altro.»<br />

«Potrebbe davvero funzionare meglio, Crispin» convenne Annette. «Sarà meno probabile che sospettino<br />

un’imboscata se pensano che siamo là per il loro… divertimento.»<br />

Per un lungo momento Bones non rispose, poi si girò verso Annette e le sorrise freddamente.<br />

«Dopo ieri, ho motivo di chiedermi se la tua idea non abbia delle ragioni nascoste, quindi lascia che ti dica


cosa succederà se lei sarà ferita. Ti allontanerò dalla mia stirpe.» Bones prese un coltello dalla tasca e se lo fece<br />

scivolare lungo il palmo, senza mai distogliere gli occhi da quelli di Annette. «Giuro sul mio sangue che ti<br />

allontanerò. E poi offrirò una ricompensa eterna a chi renderà la tua vita un inferno insopportabile, hai capito?»<br />

Effettivamente Annette deglutì e io non potei fare a meno di trasalire per empatia nei suoi confronti. Quello che<br />

Bones le aveva promesso era peggio di una condanna a morte. Annette sarebbe diventata selvaggina a<br />

disposizione di qualunque igoista non-morto, e non era abbastanza forte per proteggersi la sola. Buttando dentro<br />

anche un premio in denaro per ogni lepravato morto che fosse interessato, era davvero fottuta.<br />

Bones sollevò un sopracciglio nella mia direzione. «Ora puoi arti accompagnare da Annette, e io vado in cerca<br />

di Noah.»<br />

Povero Noah. Tanto per cominciare l’unica ragione per cui ;ra coinvolto in tutto questo era che aveva avuto la<br />

sfortuna li uscire con me. In effetti, fra tutti, ero l’unica veramente al sicuro in quel piano incasinato. Adesso<br />

Annette mi avrebbe protetta a costo della sua seconda vita, e gli uomini di Ian presumibilmente si sarebbero fatti<br />

uccidere piuttosto che fare del male al nuovo giocattolino tanto agognato dal loro signore. Il che lasciava Bones in<br />

pericolo mentre cercava di tenere al sicuro Noah, per non parlare del caso in cui Annette e io non fossimo riuscite<br />

a sconfiggere gli uomini di Ian: i miei tre ragazzi sarebbero stati più in pericolo di tutti. Ian aveva detto cheavrebbe<br />

ucciso uno di loro, per vendetta e per dimostrare le sue ragioni. In quella notte si sarebbe deciso tutto, e di colpo<br />

non potevo sopportare di limitarmi a scommettere che fossimo tutti abbastanza forti o abbastanza in gamba da<br />

cavarcela. E se non lo fossimo stati? Perché chiunque di loro avrebbe dovuto rischiare di morire per salvarmi?<br />

Dopotutto c’era un altro modo per uscirne. Richiedeva solo il mio sacrificio, e presi la decisione in una frazione di<br />

secondo.<br />

«Bones.» Mi avvicinai e gli presi la mano. «Niente di tutto questo deve succedere. Ian mi vuole solo perché<br />

essere una mezzosangue mi rende rara, ma se sono un vampiro completo, non sono niente di speciale. Quindi<br />

fallo. Trasformami. Rendimi un vampiro.»<br />

L’urlo di protesta di Tate me l’aspettavo, ma il rifiuto più enfatico fu molto più sommesso.<br />

«No.»<br />

Sbattei le palpebre per la rabbia e la sorpresa. «Andiamo, maledizione, fallo! Oppure Annette aveva ragione?<br />

Significa cosi tanto per te la mia temperatura corporea?»<br />

Colpo basso numero due. Bones serrò la presa quando cercai di liberarmi con uno strattone.<br />

«Non salterai il fosso prima di averci pensato bene. Mettere le stupidaggini davanti al cervello non servirà.» Il<br />

suo rifiuto alla fine sfondò la rabbia di Tate, che stette zitto e fissò<br />

Bones incredulo. «Non lo vuoi, piccola» proseguì. «Credi di non avere scelta, ma come ti ho detto più volte,<br />

c’è sempre un altro modo. Se desiderassi veramente che ti trasformi, lo farei Lo sai. Ma non così. E’una decisione<br />

dalla quale non si torna indietro, e poi anche il rimorso più intenso sarebbe sprecato.»<br />

Mi avvicinò a sé, e le sue parole seguenti caddero sommessamente vicino al mio orecchio.<br />

«E se davvero fossi solo tanto entusiasta della tua carne calda, ti getterei ogni volta in una vasca riscaldata<br />

prima di scoparti. Raggiungeresti i trentasei gradi in venti minuti, vampiro o no, per cui fanculo Annette e i suoi<br />

commentini sgradevoli.»<br />

«Potrebbe succederti qualcosa con Max» mormorai.<br />

Bones sbuffò. «Assolutamente no. Hai ragione: Max è troppo codardo per attaccarmi, e se lo facesse, lo<br />

piegherei in due nel verso sbagliato e te lo consegnerei in una scatola.»<br />

«Allora restano i ragazzi. Se Annette e io falliamo, non posso limitarmi a stare a guardare mentre Ian uccide<br />

uno di loro.»<br />

Bones si appoggiò alla spalliera, ma non mi lasciò la mano.<br />

«C’è una via d’uscita anche per questo, se ci dovessimo arrivare. Una volta che sarò libero dalla stirpe di Ian,<br />

sarò libero di prendermi la mia gente - e le mie proprietà. Non ti piacerà, ma resta il fatto che nella cultura<br />

vampiresca sei considerata mia per diritto di sangue e di letto. Reclamerò anche i tuoi uomini come miei. A quel


punto Ian non potrebbe ucciderli, senza rischiare una guerra con me.»<br />

«Ma non ti sei nutrito di loro né li hai scopati!» esplosi. «E a meno che le cose non diventino davvero bizzarre,<br />

non succederà!»<br />

«Io per una volta preferirei morire» bisbigliò Tate.<br />

«Sei già coperto, coglione» fece Bones bruscamente. «Annette fa parte della mia stirpe, per cui quando è<br />

venuta a letto con te, questo le ha dato la facoltà di chiamarti suo. Il che ti rende mio per default, anche se non mi<br />

renderà orgoglioso ammetterlo.»<br />

«Cosa?» chiese Tate, furioso. «Non sono un giocattolo per i vostri canini!»<br />

Annette rise sotto i baffi. «Ma secondo le leggi dei vampiri, tesoro, se lo dico io, lo sei.»<br />

«Avresti dovuto leggere tutte le clausole prima di saltare nel letto con lei, Tate» osservai senza pietà. «Sarai<br />

fortunato se non te la faccio pagare per quello che mi hai fatto, spettegolandone con Don. Tuttavia, per<br />

il momento abbiamo questioni più importanti. Va bene, Bones, se tu o Annette mordete Cooper e Juan, siamo<br />

a posto nel caso in cui le cose dovessero mettersi male con Ian?»<br />

«Sì» rispose, ignorando lo sguardo di Tate.<br />

Per me andava bene. Non volevo presentarmi come un bene materiale davanti a una stanza piena di vampiri,<br />

ma se l’alternativa era vedere morire i miei uomini… fanculo il mio orgoglio. E anche il loro. La vita era più<br />

importante di qualche ego ferito.<br />

«D’accordo» dissi, alzandomi in piedi. «Andiamo al lavoro così uno di voi può mordere Juan e Cooper, quindi<br />

Annette e io porteremo i ragazzi a fare da esca per scambiarli con gli uomini di Ian, tu e Rodney andrete a<br />

prendere Noah… Quando ci dobbiamo incontrare più tardi con Ian?»<br />

«Intorno alla mezzanotte, micetta, il che ti dà un po’ di tempo, perché tra catturare i tizi di Ian e andare da lui,<br />

hai bisogno di recarti in una beauty farm.»<br />

«In una beauty fami?» ripetei, come se non avessi mai sentito la parola prima di allora. «Perché mai dovrei<br />

farlo?»<br />

«Perché ti serve almeno un’ora dentro una sauna per liberare i pori dal mio odore» replicò Bones con calma.<br />

«Se vai da Ian come sei adesso, con una sola sniffata capirà che abbiamo fatto il doppio gioco con lui, e allora<br />

possiamo anche cominciare a fare casino. Non temere, è tutto organizzato.»<br />

«Una beauty farm» ripetei di nuovo, scuotendo la testa. Sarebbe potuta essere tra le prime dieci cose<br />

che non contavo di fare quel giorno, ma a quanto pareva avevo appuntamento con una sauna. E con gli uomini di<br />

Ian. E con Ian. E con mio padre.<br />

Quella sarebbe stata una nottata impegnativa, non c’erano dubbi in proposito.


34<br />

Tate, Juan e Cooper erano nel retro del furgoncino, ammanettati, con il nastro adesivo sulla bocca e tre rotoli<br />

non utilizzati ai piedi. Quel furgone non era nemmeno di quelli di lusso con il lettore dvd, il dolby surround, o i sedili<br />

riscaldati. Li realtà sul retro non c’erano proprio i sedili e a parte la griglia di metallo che separava i due sedili<br />

anteriori dal resto della cabina, l’interno era spoglio. Rodney ci aveva fornito il furgoncino, e dal suo aspetto si<br />

capiva che i miei ragazzi non erano le uniche persone che fossero state rinchiuse lì dentro.<br />

Annette guidava. Non me ne lamentai, perché aveva senso per come ci presentavamo. Bones aveva detto a<br />

Ian che per consegnare gli ostaggi ai suoi uomini avrebbe mandato Annette, e Ian avrebbe controllato che fosse<br />

vero. Si presumeva che fossi la groupie bisessuale dei vampiri che più tardi doveva uscire con Annette. Una<br />

groupie bisessuale dei vampiri molto arrapata, dato che avrei anche dovuto suggerire alle guardie di fare fuoco e<br />

fiamme insieme a noi. Né Annette né Bones credevano che sarebbe stato difficile convincerli, visto che quale<br />

danno avrebbe recato lasciare tre umani legati da soli per una breve foto di gruppo tra vampiri? Nessuno di cui<br />

fossero consapevoli, ecco qual era il punto.<br />

«Ci siamo quasi» esordì Annette, le sue prime parole nell’intero viaggio. Il silenzio durato un’ora mi era andato<br />

più che bene. Chiacchierare con Annette non era all’apice della mia lista delle priorità.<br />

Una nuova zaffata di odore dal retro coincise con l’aumento del battito cardiaco dei miei ragazzi. La notizia<br />

che eravamo quasi arrivati stava mettendo in moto la loro adrenalina. Siccome non avevamo avuto più tempo di<br />

farli allenare con Belinda, non mi aspettavo che fossero in grado di bloccare gli uomini di Ian abbastanza a lungo<br />

perché Annette e io li legassimo. Ma speravamo che Tate, Juan e Cooper si sarebbero rivelati una distrazione<br />

sufficiente da rendere più facile il compito a me e ad Annette. E, naturalmente, da non restare uccisi nel frattempo.<br />

Inspirai di nuovo. Era davvero insolito riuscire a percepire le emozioni solo dall’odore. Avevo ereditato molto<br />

dal mio non-morto padre, ma l’olfatto non era stato uno dei sensi potenziati. Magari quando l’avessi visto quella<br />

sera, l’avrei ringraziato per le mie altre abilità. Giusto prima di ucciderlo.<br />

Poi feci un altro respiro profondo e aggrottai le sopracciglia. Avevo ancora attaccato addosso l’odore di<br />

Bones, ovviamente, anche dopo la doccia della mattina. Ecco il perché di tutta quella storia della beauty farm dove<br />

sarei dovuta andare più tardi, ma non mi sarebbe stata di nessun aiuto in quel momento, a dieci minuti dal<br />

fronteggiare gli uomini di Ian.<br />

«So ancora di Bones» riferii ad Annette. «Avere il suo odore addosso non farà insospettire le guardie di Ian<br />

mentre insceniamo la nostra commediola?»<br />

Annette increspò le labbra. «Credono che tu sia solo un’altra ragazza carina, non la Mietitrice Rossa a cui sta<br />

dando la caccia Ian, quindi ha perfettamente senso che tu abbia lo stesso odore di Crispin. Si presuppone che noi<br />

due stiamo venendo proprio da lui, ricordi? Crispin ha una certa reputazione. In effetti, dovresti profumare anche<br />

un po’ di me, per rendere le cose davvero credibili.»<br />

Digrignai i denti, cosa che fece solo allargare il sorriso compiaciuto di Annette. «Neanche per idea» risposi<br />

con voce pacata.<br />

Schioccò la lingua. «Peccato.» E mi lanciò una lenta occhiata da capo a piedi che mi ricordò forte e chiaro che<br />

Annette trovava le donne attraenti proprio quanto gli uomini. Immagino che, non essendo riuscita ad allontanarmi<br />

da Bones, avesse pensato di provare l’approccio ‘se non puoi sconfiggerli, unisciti a loro’.<br />

Tamburellai con le unghie sulla portiera del furgoncino, contenendo l’impulso di mormorare con<br />

disapprovazione: «Non siamo ancora arrivati?» Combattere i vampiri m’interessava molto più che ricevere delle<br />

avance dalla principale ex fidanzatina di Bones. Specialmente visto che voleva portarmi a letto solo perché lui<br />

potesse unirsi a noi.<br />

Cinque minuti dopo, Annette accostò nel parcheggio di una serie di magazzini. Mi guardai attorno. Era venerdì


ed erano passate le sei del pomeriggio, quindi la maggior parte del mondo lavorativo se n’era andata, sempre che<br />

qualcuno di quei magazzini fosse di un’azienda normale con impiegati normali. Annette tirò fuori il cellulare e<br />

compose il numero.<br />

«Apri la porta del rifugio» esordì in forma di saluto. «Siamo qui.»<br />

Annette fece passare il furgoncino a marcia indietro dalla porta del covo, che si richiuse non appena fummo<br />

all’interno. Mi ero chiesta come avremmo fatto a consegnare tre uomini ammanettati e imbavagliati senza attirare<br />

l’attenzione. Lanciai ima rapida occhiata a tutto quello che riuscivo a vedere del magazzino dall’alto del furgone. A<br />

parte i sei vampiri che si stavano avvicinando, non sembrava che ci fosse nessun altro nelle immediate vicinanze.<br />

Questo era un vantaggio.<br />

Però il fatto che il magazzino consistesse solo di un’enorme stanza aperta era decisamente negativo. Il furgone<br />

era l’unica cosa in mezzo a quella superficie, e imprecai mentalmente. Non c’erano più speranze di trascinare i<br />

vampiri due alla volta in una stanza perché nessuno vedesse cosa stava succedendo. Incontrai lo sguardo di<br />

Annette e accennai allo spazio aperto che ci circondava. Lei si limitò a stringersi nelle spalle e uscì dal furgone.<br />

Stronza.<br />

«Ciao, bellezza» uno dei vampiri salutò Annette con una voce molto marcata. Aveva una benda sull’occhio<br />

destro, e il naso storto che, quand’era umano, doveva essersi rotto più e più volte. Tuttavia, questi difetti in un<br />

certo qual modo funzionavano nel suo insieme, dandogli un’aria furfantesca che completava il suo aspetto tetro.<br />

Annette diede all’uomo un bacio sulla bocca. Uno lungo. Le mie sopracciglia schizzarono verso<br />

l’alto. Bene, o Annette era molto amichevole quando incontrava qualcuno o quello non era un estraneo.<br />

«Francois» mormorò. «È passato troppo tempo.»<br />

Lui disse qualcosa in francese che non riuscii a capire, ma Annette sì, perché rise e rispose nella stessa lingua.<br />

Era irritante non sapere cosa stessero dicendosi. Appunto per me stessa: espandere le competenze<br />

linguistiche.<br />

Di qualunque cosa avessero parlato, fece sì che Francois mi squadrasse con un luccichio negli,<br />

ehm, occhi. All’improvviso non ero più tanto sicura della mia brillante idea di avere Annette come supporto invece<br />

di Bones. Non le piacevo; questo l’avevamo fermamente stabilito. E se stava dicendo all’altro vampiro che era<br />

una trappola? E se l’avviso di una punizione orribile da parte di Bones non l’avesse spaventata quanto avrebbe<br />

dovuto? La gelosia era un sentimento irrazionale, e forse dopo Annette immaginava di potersene uscire con una<br />

grossa balla per sviare la rabbia di Bones. Mi spostai a disagio sul sedile, lanciando una rapida occhiata ai miei tre<br />

ragazzi legati sul retro. La situazione poteva diventare molto brutta, molto in fretta.<br />

Francois spostò un ricciolo biondo ramato dal viso di Annette prima di girare i tacchi e venire dalla mia parte<br />

del furgone. M’irrigidii, e la mia mano scivolò verso gli stivali che mi arrivavano fino alla coscia, dove avevo<br />

riposto i coltelli d’argento. Forse, dopotutto, non avrei avuto nessun ostaggio da usare per ricattare Ian.<br />

Francois aprì la mia portiera e sorrisi, mentre fingevo di giocherellare con il bordo degli stivali flirtando come<br />

una ragazzina, mentre in realtà stavo tastando il manico di una delle mie lame.<br />

«Non ho avuto il piacere di conoscerti» disse Francois. «Io sono Francois, e la mia amica Annette mi ha detto<br />

che tu sei Selena.»<br />

Lasciai che mi prendesse la mano e la baciasse, anche se significava allontanarmi dai miei coltelli. Dietro la<br />

spalla di Francois vidi che Annette salutava le altre guardie. Trasalendo dentro di me, mi resi conto che conosceva<br />

tutti i loro nomi. Se non mi stava pugnalando alle spalle, allora lo stava facendo alla grande con quelle persone.<br />

Alla fine capii l’immensità di quello che Bones stava facendo. Quella era la gente di Ian, perciò probabilmente<br />

Bones li conosceva un po’, se non abbastanza bene. E per me, li stava tradendo. Certo, non è che fossero<br />

innocenti, dato che avevano acconsentito a essere le guardie e i potenziali carnefici dei miei uomini, però… era<br />

molto più facile tradire degli estranei che degli amici.<br />

«Selena, cucciola mia, vieni qui» ordinò Annette, facendomi cenno di avvicinarmi.<br />

Sorrisi un’altra volta a Francois e mi scusai. Mentre andavo incontro ad Annette in mezzo a un gruppo di


vampiri, Francois con nonchalance si recò sul retro del furgoncino, dove non lo vedevo. Se lei ha intenzione di<br />

prendersela con me, pensai cupamente, questo è il momento perfetto per farlo.<br />

Ma Annette non fece altro che tiranni a sé, baciarmi il collo mentre mi accarezzava un braccio con naturalezza.<br />

Dietro di noi, sul retro del furgone, sembrava che Francois stesse scaricando Tate, Juan e Cooper. I loro cuori<br />

battevano più velocemente, ma niente che mi facesse ritenere che fossero in imminente pericolo.<br />

«Selena, ti presento i miei amici» fece Annette.<br />

Fui subito avvolta in caldi baci di saluto, come se quello fosse un club per gli scambi di coppie e non un<br />

magazzino per la consegna di ostaggi. Annette rise quando uno degli uomini, mi pare che avesse detto di chiamarsi<br />

Hatchet, mi diede un bel bacio con la lingua e decise di tastarmi il culo.<br />

«Basta, Hatchet» disse Annette, tirandomi giocosamente indietro. «A Selena prima piace essere riscaldata, ma<br />

dal genere femminile. Non è vero, tesoro?»<br />

Stronza, pensai di nuovo, vedendo la provocazione nei sui occhi, ma sorrisi e lasciai che Annette mi prendesse<br />

tra le braccia. Almeno non mi stava palpando il culo. Non ancora.<br />

«È vero» risposi gutturalmente. «Tuttavia, è bello avere qualcosa di più sostanzioso di una lingua che mi porti<br />

al culmine. Voi ragazzi siete molto occupati qui? O potete prendervi, ehm, qualche pausa?»<br />

Mi leccai le dita mentre parlavo. Annette era dietro di me, e mi accarezzava i fianchi in modo provocatorio, e<br />

fu quasi buffo vedere cinque paia di occhi diventare all’improvviso completamente verdi.<br />

«Quando dovremmo essere da Ian?» domandò uno di loro.<br />

La voce di Francois sopraggiunse dall’altra parte del furgone. «Non prima delle undici, quindi fra più di<br />

quattro ore.»<br />

La bocca di Annette percorse il contorno del mio collo fino alla spalla, e rabbrividii di piacere senza fingere. Il<br />

modo in cui i suoi denti mi graffiavano la cute mi aveva fatto venire la pelle d’oca. Quindi seguì lo stesso percorso<br />

con la lingua, strofinandomi lentamente e voluttuosamente la schiena.<br />

Hatchet cominciò a togliersi i vestiti. Sbattei le palpebre. A quanto pareva quello fu uno stimolo sufficiente per<br />

lui.<br />

Francois tornò da dietro il furgone e circondò Annette con le braccia. Lei fece le fusa e strusciò i fianchi<br />

contro di lui, il che fece muovere anche me nello stesso modo, perché le sue mani mi stavano ancora tenendo<br />

stretta per i fianchi. Poi Francois si allungò e mi mise le mani a coppa sui seni. Anche il resto dei ragazzi cominciò a<br />

spogliarsi e ben presto ebbi la prova visiva che nessuno di loro nascondeva armi. Fino a quel momento gli unici<br />

coltelli che avevo visto erano appoggiati alla bell’e meglio a parecchi metri di distanza da dove avevamo<br />

parcheggiato il furgoncino. Non si aspettavano davvero una trappola.<br />

Mi piegai in avanti, come se mi stessi godendo le sensazioni… E poi nascosi nella mano quattro coltelli che<br />

avevo negli stivali. Tempismo perfetto, perché Francois stava per spostarsi sotto la camicetta, o erano le mani<br />

di Annette che cominciavano a diventare esuberanti?<br />

«Ora!» gridai, e lanciai i pugnali.<br />

Due finirono negli occhi di Hatchet, e altri due in quelli del vampiro accanto a lui. Urlarono, strappandosi i<br />

coltelli mentre io balzavo in avanti, gettandomi su di loro e picchiando le loro teste insieme abbastanza forte da<br />

sentirle scricchiolare.<br />

Ma non abbastanza forte da ucciderli. Hatchet e il suo amico erano a terra, che si contorcevano accecati, ma<br />

sarebbero guariti. Gli altri tre vampiri erano andati a prendere le loro armi… E invece si ritrovarono faccia a faccia<br />

con Tate, Juan e Cooper.<br />

«Vi ricordate le manette?» domandò Tate, facendone dondolare una. «Erano finte.»<br />

I vampiri non si preoccuparono di tentare d’indurii alla sottomissione con uno sguardo verde. Invece, si misero<br />

a dilaniarli con canini e pugni. Vidi tutto questo mentre lottavo corpo a corpo sul pavimento con i due feriti,<br />

cercando di dare ai coltelli la giusta angolazione su entrambi senza ucci-derli. Annette era occupatissima con<br />

Francois, che sembrava la stesse maledicendo sia in inglese che in francese.


I miei tre ragazzi avevano esattamente un coltello d’argento ciascuno, che era stato nascosto nella suola delle<br />

loro scarpe. Erano tutto quello che stava tra i vampiri e la loro scorta di armi. Proprio in quel momento, vedendoli<br />

caricare dai vampiri come se il tempo stesse scorrendo al rallentatore, capii che non potevo intervenire. Non senza<br />

uccidere i due vampiri con cui stavo lottando.<br />

Mi misi a cavalcioni di Hatchet, tenendolo giù, mentre tagliavo violentemente la gola dell’altro vampiro<br />

talmente in profondità che quasi gli si staccò la testa dal collo. Questo lo tenne un attimo occupato. Abbastanza a<br />

lungo perché afferrassi uno dei miei coltelli, ignorando il dolore quando Hatchet mi sferrò un colpo brutale allo<br />

stomaco, e conficcandoglielo nel petto.<br />

Lui s’immobilizzò. Il pugnale gli era finito completamente nel cuore. Mi piegai fino a quando i miei capelli non<br />

gli sfiorarono il viso.<br />

«Se non ti muovi, non rigirerò la lama. Non ti voglio morto. Ti voglio solo mansueto.»<br />

Mi fissò dal basso e disse solo una parola. «Mietitrice.»<br />

Sapevo che il mio sguardo doveva essersi acceso, il che era tipico date le circostanze. Annuii.<br />

«E’ vero. Ora, non muoverti, maledizione.»<br />

Saltai giù da lui, cogliendo il lampo di movimenti alla mia destra che era costituito da Juan, Tate e Cooper<br />

coinvolti in una lotta per la vita. Cooper aveva già due ampi squarci sulla clavicola, ma teneva duro e rispondeva a<br />

ogni mossa veloce come un lampo. A Tate colava il sangue dalla bocca, ma anche lui sembrava relativamente<br />

illeso, e Juan… dove diavolo era Juan?<br />

Il vampiro accanto a me si stava alzando, la sua gola era quasi completamente guarita. Gli sbattei la testa<br />

contro il terreno duro, tramortendolo e trascinandolo parecchi metri lontano da Hatchet. Poi saltai per evitare che<br />

la sua gamba mi spazzasse via il piede facendomi cadere, e gli trapassai il petto.<br />

«Vuoi vivere?» chiesi, dando un colpetto alla lama. «Allora non osare minimamente fare una mossa.»


Annette teneva Francois a terra. Nessuno di loro aveva delle armi, quindi sembrava che<br />

stessero cercando di uccidersi l’un l’altra a morsi. Lanciai un’occhiata a lei, e poi ai miei<br />

ragazzi. Ancora non vedevo Juan. Doveva essere dall’altra parte del furgone. Mi fermai, poi<br />

lanciai una lama quando notai che la mano di Hatchet stava cominciando a scivolare verso<br />

il coltello che aveva nel petto. Gli finì precisamente in fronte.


«La prossima ti darà il colpo finale» ringhiai. «Non mettermi ulteriormente alla prova.»


Juan fece un volo sopra il furgoncino. Era ammaccato su tutto il corpo, ma la sua<br />

frequenza cardiaca era stabile. Maledettamente alta, ma stabile, e io saltai per afferrarlo<br />

prima che si schiantasse al suolo.


«Guarda dove vai» dissi con un rapido sorriso, mentre lo rimettevo in piedi e poi saltavo<br />

sul tettuccio del furgoncino. Da quel punto d’osservazione più alto, vidi il vampiro biondo<br />

con cui aveva combattuto Juan che stava quasi per raggiungere la catasta di armi. Non<br />

esitai, ma mi spinsi giù dal lato del furgone come se fosse un trampolino e mi scagliai<br />

contro di lui. Cadde violentemente, mentre lo tenevo per la schiena.


«Juan, assicurati che quei due vampiri non si strappino i coltelli che hanno addosso!»<br />

riuscii a gridare prima che un gomito in faccia m’interrompesse. Ohi ohi ohi! Mi si ruppe il<br />

naso e sentii il sapore del sangue. Il che, però, non m’impedì di restituire il favore<br />

sbattendo il viso del vampiro contro il pavimento, cosa che produsse uno scricchiolio<br />

soddisfacente.


«Ora siamo pari» ansimai, poi tirai fuori un coltello dagli stivali e glielo conficcai<br />

precisamente nella schiena. «E ora sono in vantaggio io.»


«Cat, attenta!» urlò Cooper.


Alzai di scatto la testa per vedere un altro vampiro che mi volava incontro. Allungai una<br />

mano negli stivali… e non trovai niente. Non avevo più coltelli, e nemmeno il tempo di<br />

scappare.


Poi il vampiro fu improvvisamente gettato di lato. La testa di Tate comparve dal groviglio di<br />

membra volanti. Doveva essere atterrato sul vampiro all’ultimo secondo. Mi diressi carponi<br />

verso i coltelli d’argento, graffiandomi terribilmente le ginocchia sul cemento, ma mi<br />

ritrovai con tante adorabili lame luccicanti.


«Attenti!» annunciai. I miei ragazzi si accucciarono subito, quei pugnali finirono dentro<br />

carne non-morta, provocando nuove urla. Tate saltò all’indietro sul vampiro che aveva<br />

cerato di tendermi un agguato, e gli lanciai una lama che prese on una mano sola prima di<br />

dirigerla nella schiena del vampiro.


«Non ruotarla, non ruotarla!» gli ricordai, unendomi al combattimento di Cooper.


Cinque minuti dopo avevamo finito. Francois era l’ultimo vampiro a essere preso in<br />

trappola, e quando lo tirai via da Annette, sistemandogli fermamente un coltello nella<br />

schiena, a stava ancora maledicendo.


«Perché?» le chiese infine, con un tono che rendeva le parole quasi incoerenti.


Annette era tutta ricoperta di sangue, un po’ suo, un po’ di Francois. Con quella pelle<br />

perfetta e il sangue rappreso che la rivestiva di rosso, sarebbe potuta passare per una<br />

Sissy Spaek tutta curve alla fine diCarrie - Lo sguardo di Satana.


«Lo vedi chi è?» domandò bruscamente a Francois, con uno scatto della testa nella mia<br />

direzione. «Il tuo signore la vuole. Il mio signore la ama. Mi dispiace, Francois, ma io sono<br />

fedele a Crispin, non a Ian.»


Condussi Francois verso il furgone, dove Annette cominnciò ad avvolgergli il nastro<br />

adesivo intorno ai polsi. Normalmente non sarebbe bastato a trattenere un vampiro, ma<br />

troppi guizzi avrebbero spinto il coltello nel cuore di Francois, e lui lo sapeva.


«Tanto valeva che mi uccidessi» osservò amaramente Francois. «Perché sarà quello che<br />

farà Ian quando scoprirà che siamo stati ingannati e abbiamo fallito.»


«Non credo» replicai. «Altrimenti dirò a tutti che a febbraio Ian è caduto nella stessa<br />

trappola. Vedi, Francois, l’ho avuto nella stessa posizione in cui sei tu adesso, e Ian<br />

sembra proprio il tipo arrogante che non vorrebbe che diventasse di dominio pubblico. Se<br />

voi ragazzi vi comportate bene, vi prometto che vivrete per mordere un altro giorno.»


Tate si avvicinò. Si tolse la camicia e me la porse.


«Ti sta ancora sanguinando il naso, Cat.»


Già, lo sapevo. Ne sentivo il sapore, perché mi stava lentamente gocciolando in bocca. Mi<br />

strofinai il viso con la carni-cia di Tate. Dopo aver finito con i polsi di Francois, Annette si<br />

ferì il palmo di una mano, tenendolo a un centimetro da me.


Incrociai il suo sguardo… E poi mi portai la sua mano alla bocca. Il taglio era stato<br />

profondo, e sebbene la ferita fosse guarita all’istante, il sangue che aveva fatto uscire<br />

rimase. Lo succhiai per un secondo, notando con indifferenza che lei aveva un sapore<br />

diverso da Bones, poi sentii il naso pizzicare mentre guariva.


«Grazie» dissi, lasciando ricadere la sua mano.


Un lieve sorriso le increspò le labbra. «Non vorrei che il visino ti si sciupasse proprio<br />

adesso, no? Dopotutto, hai un’altra festa a cui andare.»


35<br />

Un’ora dopo nessuno avrebbe immaginato che in quella giornata avessi fatto qualcosa di più faticoso che<br />

dipingermi le unghie o fare shopping al centro commerciale. Mi stavo rilassando nella camera piena di vapore, con<br />

una ragazza del personale che mi massaggiava i piedi, chi l’avrebbe mai detto. Avevo educatamente cercato di<br />

rifiutare tali coccole, ma mi avevano detto che faceva parte del trattamento che era stato ordinato in precedenza. E<br />

sinceramente era così meraviglioso che le mie proteste furono, nella migliore delle ipotesi, tiepide.<br />

Dopodiché ci fu la sauna, il trattamento esfoliante, un bagno a base di erbe con oli esotici e menta.<br />

Maledizione, se dopo tutto ciò avevo ancora addosso qualche traccia dell’odore di Bones, sarebbe stato un<br />

miracolo. Mi trattarono con una soluzione sbiancante anche i denti, e per poco non mi distrussero le gengive.<br />

Quando ebbero finito di farmi passare da una versione sofisticata di un autolavaggio, la ragazza entrò e mi<br />

porse una scatola.<br />

«Ecco, signorina. Questa è per lei.»<br />

Dentro c’erano un vestito, un cellulare, le chiavi di un’auto con la descrizione del veicolo, e un paio di scarpe<br />

con il tacco alto. Non appena le tirai fuori, sorrisi. I ragazzi non sarebbero stati gli unici con calzature pericolose. I<br />

tacchi di quelle erano d’argento massiccio, ricoperti da un solo strato di vernice nera.<br />

Mi vestii alla svelta, controllando l’orologio al muro. Poi guardai il mio riflesso e mi bloccai. Su tutto il vestito<br />

c’era la firma di Bones, perché assomigliava più a un unico pezzo di biancheria intima che a un abito da sera.<br />

Aveva un corpetto aperto fino alla vita in uno stile che avrebbe fatto esitare perfino Jennifer Lopez. Del nastro<br />

biadesivo teneva su le strisce di materiale nero che avevo sui seni. La parte inferiore era attaccata, tagliata alta<br />

sulle gambe davanti e dietro, e l’unica cosa che salvava il completo dall’essere osceno erano tutto intorno dei pezzi<br />

di tessuto semitrasparente che dai fianchi arrivavano fino a metà coscia e che oscillavano quando mi muovevo.<br />

Una cosa era certa, diamine: quel vestito non mancava di fluidità. Non ce n’era abbastanza per impedire i<br />

movimenti.<br />

Quando mi fui truccata, dalla scatola cominciò a suonare il cellulare nuovo come se avesse ricevuto un<br />

segnale. Dall’altra parte sentii una voce che non conoscevo.<br />

«Mietitrice, incontriamoci al cavalcavia tra la Quarantacinquesima e Wilkes. Sarà meglio che tu sia sola. Ormai<br />

dovresti sapere che abbiamo quattro dei tuoi, e non ci servono tutti.»<br />

Che carini. Nemmeno un ciao. «Collaborerò, ma se ne uccidete qualcuno, sarete i prossimi.»<br />

Mi stavo già dirigendo verso il parcheggio, con le chiavi nuove in mano. Entrarono nella serratura di un’auto<br />

blu parcheggiata vicino all’ingresso. Partendo allacciai la cintura di sicurezza, perché attraversare il parabrezza non<br />

faceva parte dei miei piani per quella notte. Almeno non che io sapessi.<br />

Nell’area designata mi aspettavano due auto con quattro vampiri in ciascuna.<br />

«Diamo questo spettacolo per strada, ragazzi» li salutai.<br />

Sedici paia di occhi mi percorsero dalla testa ai piedi muniti di tacchi alti. Affabilmente feci una piroetta e<br />

allargai le braccia.<br />

«Controllatemi pure alla ricerca di armi, ma quel che vedete è quello che troverete. Ora, se avete finito di stare<br />

a bocca aperta, ho appuntamento con chiunque sia il vostro capo.»<br />

«Ciao, dolcezza» disse una voce alle mie spalle, con un marcato accento inglese.<br />

Mi girai rapidamente per vedere un vampiro alto, con i lunghi capelli a spazzola che dietro gli arrivavano fino al<br />

guardrail. Un attimo prima non c’era. La sua aura lo identificava come il più potente del gruppo, un Signore<br />

vampiro, e non era la prima volta che lo incontravo.<br />

«Da dove vengo io è buona educazione presentarsi prima i chiamare qualcuno con degradanti soprannomi<br />

sessisti, o forse non ti hanno insegnato le buone maniere?»


Sorrise e si raddrizzò dal suo disinvolto atteggiamento scomposto per rivolgermi un inchino che continuava a<br />

essere il più cerimonioso che avessi mai visto.<br />

«Ma certo. E’stato molto maleducato da parte mia. Il mio noie è Spade.»<br />

Controllai la mia espressione per non lasciar trapelare niente, ma dentro sghignazzavo. Quello era il migliore<br />

amico di Bones. Quando ci conoscemmo anni prima, avevo dato per scontato che fosse cattivo e avevo cercato<br />

di spaccargli la testa con alcune grosse pietre. Dopo che fu arrivato Bones ed ebbe chiarito la sua identità, Spade<br />

si era scosso gli abiti… E poi mi aveva criticata apertamente per come mi ero presentata.<br />

«Spade. Bel nome. Sei stato costretto a sceglierlo da un libro di fumetti o cosa?»<br />

Naturalmente sapevo perché aveva scelto quel nome. Spale era stato prigioniero nel Galles del Sud insieme a<br />

Bones. I sorveglianti erano soliti chiamare il barone Charles DeMortimer con il nome inglese dello strumento che<br />

gli era stato assegnato, una vanga. Aveva mantenuto il nome per non dimenticare la sua precedente impotenza.<br />

La sua bocca tremolò prima che la calmasse. «Mediterò sulla mia scelta più tardi, angelo. Puoi venire da<br />

questa parte? Voglio perquisirti alla ricerca di armi.»<br />

Gli altri otto formarono un cerchio protettivo intorno a noi mentre Spade mi faceva scorrere le mani senza<br />

fretta su tutto il corpo. Quando ebbe finito, mostrò un lieve sorriso.<br />

«Ora è un piacere conoscerti.» Inclinò la testa verso una delle auto. «Dopo di te.»<br />

Andammo in una strada deserta dove ci aspettava un elicottero. Non facemmo ulteriori conversazioni. Mentre<br />

decollavamo, tamburellavo con le dita sulla mia gamba. Gli altri vampiri continuavano a fissarmi, ma li ignorai. Da<br />

parte sua Spade stava in silenzio, ma ogni tanto, mi lanciava un sorrisetto sghembo.<br />

Atterrammo giusto un paio d’ore dopo. Non avevo un orologio, ma presupponevo che fossero circa le undici<br />

e mezzo. Manca poco, ormai. Molto poco. Pregai in silenzio che quella sera rimanesse ucciso solo mio padre, e<br />

poi uscii perché la festa avesse inizio.<br />

* * *<br />

Certamente a Ian piaceva intrattenere con stile. Quella casa era perfino più grande dell’ultima, di fatto un<br />

palazzo. Al chiaro di luna i giardini creavano delle figure misteriose, e le torce erano sistemate decorativamente per<br />

creare il massimo effetto. Le sculture erano congelate in pose fisse sia di benvenuto che di ammonimento, e alcune<br />

erano assolutamente sgargianti. Mentre passavamo sotto a un pergolato di marmo, mi domandai inutilmente se<br />

quelle greche dall’aspetto antico fossero autentiche. Conoscendo la propensione di Ian per gli oggetti rari e di<br />

valore, probabilmente lo erano.<br />

La forza collettiva d’energia soprannaturale che mi colpì quando si aprirono le porte m’immobilizzò. Con tutte<br />

le correnti disumane che ronzavano lì intorno, era come attraversare una scarica elettrica liquida. Buon dio, che<br />

genere di creature c’erano lì dentro? Mi sentii percorrere da una fitta di apprensione. Quella era la serie A e non<br />

ero certa di essere pronta per giocare da professionista, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro.<br />

C’era un guanto protettivo di vampiri e ghoul allineati lungo il corridoio che percorremmo a grandi passi. Il<br />

peso dei loro sguardi era intenso, ma io guardai fisso davanti a me e costrinsi le mie gambe a non tremare. Mai<br />

mostrare paura. Sarebbe stato come suonare il campanello della cena.<br />

Un insieme di gigantesche porte a due battenti, straordinariamente intagliate, erano tenute aperte da due<br />

vampiri della servitù. Spade mi fece cenno di entrare. Raddrizzai le spalle e la schiena, scivolando nell’ignoto<br />

pericoloso con la stessa disinvoltura di una Cenerentola al ballo.<br />

Thunderdome, fu il mio primo pensiero. Gotico, lussuoso Thunderdome. Un anfiteatro di sedie, divani e<br />

piedistalli sontuosi circondavano una zona aperta e spoglia che sarebbe potuta essere un’arena. La stanza aveva lo<br />

stile di uno stadio, con ciascun livello che dava sull’inquietante palco squadrato. Siccome la mia traiettoria mi<br />

portava direttamente al centro della scena, fu lì che andai.<br />

Alla mia vista esplosero dei mormorii, così tanti che era difficile capirli. A quanto pareva ero la principale


attrazione della serata. Lusingante. Con una forza di volontà assoluta mi rifiutai di perlustrare le dozzine e dozzine<br />

di facce alla ricerca di quella che amavo. Bones era lì. Potevo sentirlo anche nel gorgo di energie turbinanti.<br />

Dannazione, dopo aver mandato giù tutto il sangue della sera precedente riusavo a sentirne l’odore.<br />

Ian era seduto davanti, al centro come un re. La balconata più bassa era a un piano dal palco, per cui inclinai<br />

la testa verso di lui e mi finsi sorpresa.<br />

«Dunque d sei tu dietro a tutto questo? Che mi serva da lezione per non aver rigirato quel coltello l’altra volta.<br />

Vieni giù e rimedierò alla mia svista.»<br />

Ian era anche vestito elegante. Indossava una camicia dalla linea morbida con le pieghe di seta all’antica che,<br />

dallo stile, immaginai fosse del tardo Settecento. Il colore perlaceo faceva quasi pendant con la sua pelle, e i<br />

capelli castani erano acconciati con gusto. Con impazienza mi fece brillare addosso gli occhi color turchese.<br />

«Il tuo affettato completo pantaloni non ti rendeva minimamente giustizia, Catherine. Sei semplicemente<br />

radiosa.»<br />

«Una volta per tutte, ed è un bene che senta un siffatto numero di persone, così non dovrò ripeterlo: il mio<br />

nome è Cat.» Dato che mi avevano visto tutti, nascondere il mio nome d’arte non mi sembrava per niente<br />

importante. «Ora, ho trasanato qui il mio culo per una ragione, e non è sentire che ti piace il mio vestito. Dove<br />

sono i miei uomini? E cosa vuoi? Devo essere davvero straordinaria perché tu m’insegua e mi ricatti.»<br />

Quando rispose, Ian mostrò un sorriso superiore; era a suo agio presumendo di avere tutto sotto controllo.<br />

«Puoi ringraziare il tuo vecchio amico per avermi aiutato a trovarti, Cat. Ho il presentimento che tu te lo ricordi.<br />

Crispin, saluta la tua ex protetta.»<br />

«Ciao, piccola. È tanto che non ti gusto» una voce mi apostrofò lentamente.<br />

Nascosi una smorfia e mi voltai nella sua direzione.<br />

Secondo me, che ero prevenuta, Bones rendeva meglio di Ian, e non potei trattenere un sorriso quando vidi i<br />

suoi capelli. Dall’ultima volta in cui l’avevo visto, se li era colorati dello stesso splendente biondo platino di cui<br />

erano stati quando ci eravamo incontrati la prima volta. Erano anche tagliati da poco, e i ricci attentamente spuntati<br />

gli abbracciavano la testa. La sua camicia era di un porpora corposo, moderna in confronto a quella di Ian, e sullo<br />

sfondo del tessuto intenso la sua pelle luccicava come diamanti ricoperti di panna. Per me era giunto il momento di<br />

distogliere lo sguardo. Alla svelta. Prima di mettermi a sbavare.<br />

«Bones, che cambiamento inaspettato» dissi educatamente. «Gesù, non sei ancora morto? Speravo di averti<br />

visto per l’ultima volta anni fa. Hai ancora quel problema di eiaculazione precoce?»<br />

Ian scoppiò in una sguaiata risata divertita. Così come il resto del suo gruppo. Erano separati a seconda del<br />

lignaggio, con i membri più giovani rifilati in piccionaia. Bones era simbolicamente seduto al limitare più basso del<br />

gruppo di Ian, e lo sbuffo di una risata accompagnò la sua risposta.<br />

«Magari se nel frattempo non avessi russato così dannatamente forte, sarei riuscito a concentrarmi meglio.»<br />

Touchée. Gli girai le spalle. «D’accordo, Ian. Basta con queste stronzate. Sono tutta agghindata con il mio bel<br />

vestito e questa è chiaramente una festa. Qual è la circostanza?»<br />

Ian si buttò subito sul melodrammatico. «Ho detto a tutti in lungo e in largo che la vendicatrice umana detta la<br />

Mietitrice Rossa in realtà è un vampiro che si nasconde dietro a un cuore che batte e a carne calda. Al mondo non<br />

c’è nessun altro mezzosangue. Detto semplicemente, ti voglio con me, Cat, a far parte della mia gente. Siccome, al<br />

pensiero del nostro ultimo incontro, non contavo che tu fossi disposta ad accettare, ho preso quattro dei tuoi<br />

uomini per assicurarmi che fossi più-di mentalità aperta, quando ne avessimo discusso.»<br />

Ian non sapeva che me ne ero già ripresi tre, e che ne avevo anche sei dei suoi. Probabilmente pensava che<br />

Francois e gli altri fossero solo in ritardo.<br />

«Ah ah» feci cinicamente. «Presumo che tutto questo ‘far parte della tua gente’ significhi che dovrei passare un<br />

sacco di tempo con te.»<br />

Ian sorrise con più di un tocco di cattiveria. «Dopotutto, all’inizio dovrai essere sorvegliata.»<br />

«E se rifiuto, immagino che ucciderai i miei uomini?»


Fece spallucce. «Davvero, bambola, c’è bisogno che li uccida tutti prima che tu ti renda conto che quello che<br />

ti sto offrendo non è così ripugnante? Penso che richiederà l’uccisione di uno o due, al massimo.»<br />

Insensibile bastardo, pensai, squadrando Ian. Il fatto che si stesse comportando in modo pratico e non<br />

maniacale mi diceva molto su di lui. Non sembrava che gli piacesse particolarmente uccidere un paio dei miei<br />

uomini, ma l’avrebbe fatto. Bones aveva un po’ di quella stessa freddezza, lo sapevo. E anch’io, se devo essere<br />

onesta.<br />

«Hai raccontato alla gente di me» dissi bruscamente, cambiando tattica. «Ma scommetto che hanno avuto dei<br />

problemi a crederti. Vuoi che dia loro una dimostrazione di quello che so fare? Insomma, hai tutti questi ospiti, ma<br />

finora non hanno visto niente di eccitante.»<br />

Sul volto di Ian comparve uno sguardo interessato. Bones aveva detto che gli piacevano gli spettacoli<br />

appariscenti. Non sembrava che si fosse sbagliato.<br />

«Cosa d offri come dimostrazione, mia adorabile Mietitrice Rossa?»<br />

«Fai venire il tuo lottatore più forte. Batterò lui o lei, e lo farò con solo quello che ho addosso in questo<br />

momento.»<br />

Allargai le bracda e fed una piroetta per far vedere che non avevo armi, ma ovviamente Ian sapeva che ero<br />

stata perquisita. Non era colpa mia se nessuno mi aveva guardato a modo le scarpe.<br />

«Cosa vuoi se vinci?» domandò Ian.<br />

«Indietro uno dei miei uomini illeso. E voglio scegliere chi.»<br />

Lui mi scrutò per un lungo momento. Io gli mostrai la mia espressione più innocente. «D’accordo» disse infine.<br />

«Bene» replicai all’istante. «Prenderò Noah.»<br />

Merda, se riuscivo a guadagnarmi la riconsegna di Noah da sola, mi sarei tolta un bel peso. Chissà come<br />

sarebbe rimasto sorpreso Ian più tardi quando avrebbe scoperto che aveva barattato il suo unico ostaggio.<br />

Bones scelse quel momento per alzarsi. «Ian, prima che lo spettacolo inizi, ho una questione da risolvere con<br />

te. Francamente mi sarei risparmiato del tutto quest’evento se non mi avessi ordinato di venire. Ecco il punto, mio<br />

signore. Desidero non essere sotto alcuna autorità se non la mia, ed è giunto il momento. Liberami dalla tua<br />

stirpe.»<br />

Prima che nascondesse la sua espressione, Ian sembrò essere stato colpito allo stomaco.<br />

«Ne riparleremo dopo, Crispin, quando non d saranno troppe distrazioni» rispose, cercando di prendere<br />

tempo senza apparire debole.<br />

Con un gesto della mano, Bones indicò tutta quella moltitudine. «Non c’è un momento migliore di adesso, con<br />

tutti presenti a osservare la tradizione. Quando me ne andrò voglio solo quello che mi spetta di diritto: i vampiri<br />

che ho creato, i miei possedimenti, e tutti i miei beni umani. Ho aspettato abbastanza a lungo per questo, Ian, e<br />

non ho intenzione di aspettare ancora.»<br />

Mise una punta d’intransigenza in quell’ultima frase, e lo sentirono tutti.<br />

Da lusinghiero il tono di Ian passò istantaneamente a perentorio. «E se mi rifiuto? Minaccerai di sfidarmi per<br />

conquistarti la libertà?»<br />

«Sì» rispose Bones senza mezzi termini. «Ma perché dovremmo? Le nostre strade si sono intrecciate quando<br />

eravamo esseri umani, e non dovremmo separare con uno di noi distrutto per colpa della sua ostinazione.<br />

Rilasciami di tua volontà e non con un combattimento, perché è così che desidero.»<br />

Non potevo immaginare di avere una storia lunga secoli con qualcuno come Bones l’aveva con Ian, e<br />

addirittura una che aveva letteralmente trasceso la morte. A me Ian non sembrava niente di spedale, ma se Bones<br />

cercava con così tanto accanimento di non doverlo uccidere, in lui doveva esserci più di quanto vedevo. Sapevo<br />

che la fedeltà di Bones per il fatto che Ian lo avesse trasformato arrivava solo fino a quel punto. Forse Ian<br />

era lui po’ come Don. Spietato e manipolatore quando si trattava di ciò che voleva, ma in fondo non una persona<br />

malvagia. Altrimenti Bones non si sarebbe preoccupato di domandare la propria libertà, potendo sfidare Ian a<br />

duello e ucciderlo per ottenerla. Bones poteva battere Ian se fossimo arrivati a tanto, e lo sapeva. La domanda


era: Ian poteva farlo?<br />

Per un minuto quest’ultimo soppesò la sua derisione in silenzio. Nell’aria c’era una calma sensazione di attesa.<br />

M’irrigidii quando prese un coltello dai pantaloni e si fece strada tra gli ospiti verso Bones.<br />

Guardò il coltello, poi Bones, e quindi diede un colpetto alla lama fino a quando non fu rivolta verso l’interno<br />

anziché all’esterno.<br />

«Vai, allora, e sii il signore della tua discendenza, soggetto a nessuno all’infuori di te stesso e delle leggi che<br />

governano tutti i figli di Caino. Io ti libero.»<br />

Quindi porse il coltello a Bones, che lo accettò con deferenza.<br />

«Siete tutti testimoni» annunciò Bones, perché lo sentissero in tanti.<br />

Wow, era stato breve e sdolcinato. Mi ero aspettata qualcosa di più cruento o formale.<br />

Ian fece un verso rassegnato. «Siamo stati insieme a lungo, Crispin. Mi sembrerà strano non averti come uno<br />

dei miei. Che programmi hai?»<br />

«Gli stessi di un nuovo Capostipite, immagino» rispose con leggerezza Bones, anche se la sua espressione<br />

s’indurì. «Proteggerò a tutti i costi quelli che mi appartengono.»<br />

Sapevo cosa intendeva con quello, anche se il suo significato più profondo sfuggiva a Ian.<br />

«Non hai più alcun obbligo di rimanere; te ne andrai? O aspetterai di vedere se la tua ex protetta vincerà la sua<br />

sfida?»<br />

Bones sorrise, e i suoi occhi guizzarono verso di me. «Non mi perderei questo momento, amico. Scommetto<br />

che vincerà, a meno che non abbia dimenticato tutto quello che le ho insegnato.»<br />

«Ne dubito assai» rispose Ian sarcastico.<br />

«Quali sono le regole di questo combattimento?» domandai. «Giudicherai il vincitore a seconda di chi è il<br />

primo a rimanere bloccato e inerme?»<br />

Ian tornò al suo divanetto e vi si mise comodo. «No, bambola, questo non sarà un incontro di wrestling. Avrai<br />

indietro il tuo uomo se ucdderai il tuo avversario. Anche se il tuo avversario non ha la possibilità di ucciderti. Ma<br />

potrà consegnarti a me in qualsiasi stato, e da quel momento sarai mia.»<br />

Assorbii quell’informazione. E con essa, liberai il chiarore nei miei occhi. Il loro bagliore bucò l’aria come due<br />

laser gemelli color smeraldo, facendo parlare tutte insieme una moltitudine di voci. Ian aveva detto loro cos’ero,<br />

ma dovevano vedere per credere.<br />

«Fai entrare quel che hai di meglio, Ian. Sono pronta.»<br />

Lui sorrise. «Non vuoi che prima il tuo ex amante ti auguri buona fortuna?» E indicò il soffitto sopra di me.<br />

Guardai in alto… E rimasi allibita. Figlio di puttana. Sospeso in una gabbia in cima al soffitto a volta, c’era<br />

Noah. Quando si dice la vista dall’alto. Era anche piegato con un’angolazione che gli consentiva una perfetta<br />

visuale. Che posizione di merda in cui trovarsi: a guardare compiersi il tuo destino senza poterci fare niente.<br />

Il fulgore verde del mio sguardo ricadde sul viso di Noah, che mi stava guardando inorridito. Era l’espressione<br />

che avevo sempre saputo avrebbe assunto se avesse scoperto cos’ero. Certe volte faceva veramente schifo avere<br />

ragione.<br />

«Grendel» chiamò Ian. «Quanto ti piacerebbe consegnarmi questa mezzosangue?»<br />

Dall’altra parte della stanza si sentì una risata. Un tizio pelato si alzò e fischiò lentamente in segno di<br />

apprezzamento.<br />

«Te la consegnerò, Ian. Sarà un piacere per me sconfiggerla.»<br />

Guardai il mio sfidante da capo a piedi. Oh oh. Questo potrebbe essere un problema.


36<br />

In primo luogo, il tizio che si era alzato doveva essere alto almeno due metri. Aveva le braccia più spesse della<br />

mia vita, e le gambe come tronchi d’albero ricoperti di pelle. Per uno della sua stazza, percorse il corridoio con<br />

una grazia rapida e leggera che mi fece venire il mal di stomaco. Massiccio e veloce: non era un bene. Ma quello<br />

che mi preoccupava di più fu che il tizio che in quel momento stava saltando nell’arena non era un vampiro. Era un<br />

ghoul.<br />

Avrei potuto conficcargli i miei tacchi d’argento nel cuore all’infinito, ma questo non l’avrebbe ucciso. Non<br />

avrei nemmeno potuto sfruttare i tacchi come una spada per staccargli via la testa. Sarebbe stato divertente!<br />

Ian mi fece un largo sorriso con l’aspettativa di vincere. «Sai chi è lui, Cat? E’ Grendel, il mercenario più<br />

famoso tra i ghoul. Ha quasi seicento anni ed è un ex stradiotto dell’esercito veneziano. Grendel era solito venir<br />

pagato in base al numero di teste che mozzava in battaglia, e questo, mia cara bambolina, solo finché era un essere<br />

umano.»<br />

Incontrai lo sguardo di Bones. Lui inarcò un sopracciglio. ‘Vuoi che intervenga?’ mi stava chiedendo<br />

silenziosamente. Poteva fermare tutto tirando fuori la carta della proprietà, lo sapevo, e la sua espressione mi<br />

diceva che Ian non aveva minimamente esagerato nella sua descrizione di che personcina fosse Grendel.<br />

Valutai ancora a fondo il ghoul dal cranio liscio. Già, sembrava proprio un meschino figlio di puttana, non<br />

c’erano dubbi. Ed eccomi lì armata solo di un paio di tacchi alti. Lanciai un’occhiata verso l’alto a Noah, che<br />

aveva sul volto un’espressione rassegnata. Chiaramente pensava di essere un uomo morto, qualunque cosa<br />

succedesse. Sarei potuta uscirne nel modo più facile. Dichiararmi la puttana morsa da Bones e andarmene senza<br />

nemmeno un’unghia rotta da mostrare, ma quello non era il mio stile. No, avrei preferito combattere con quel<br />

gigante e vincere la mia libertà piuttosto che vedermela assegnata per default. Ma dov’è un cannone quando mi<br />

serve?<br />

«Non ridurla troppo male, Grendel; dopo ho dei progetti per lei.» Ian fece un sorrisetto compiaciuto.<br />

Il ghoul rise in modo minaccioso. «Sarà viva. Starà a te guarire qualsiasi altra cosa.»<br />

Confortante. Scossi molto lievemente la testa verso Bones, indicando che non volevo che intercedesse. Poi,<br />

mentre guardavo Grendel che si avvicinava, scrocchiai le nocche con una certa ferocia. Il ghoul mi squadrò in<br />

modo professionale e distaccato, senza dubbio per decidere quale delle mie ossa rompere per prima.<br />

«Per dimostrarti che non ho paura,» disse con la sua voce profonda «ti farò colpire per prima senza<br />

difendermi.»<br />

«Io non ti concederò lo stesso» risposi all’istante.<br />

Un freddo sorriso gli contorse il volto. «Spererei di no, perché finirebbe tutto subito rovinandomi il<br />

divertimento.»<br />

Bene. Grendel il gigante era un sadico. Chi ha detto che nella vita c’è qualcosa di semplice?<br />

Presi un respiro profondo; poi gli saltai addosso, scalciando con tutta la mia forza. I tacchi gli finirono nella<br />

gola e sforbiciai verso l’esterno, sperando di troncargli la colonna vertebrale nel collo.<br />

Ma non successe. Quello che successe fu che gli strappai due grossi pezzi di collo e gli finii a cavalcioni mentre<br />

cadevamo entrambi per via dell’impatto. Atterrai con le ginocchia intomo al suo viso in maniera molto indecente, e<br />

quindi saltai all’indietro.<br />

Ian rise talmente forte che gli occhi gli diventarono rosa dalle lacrime. «Con me non hai usato quella tecnica di<br />

combattimento l’altra volta, Cat. Oserei dire che mi sento ingannato.»<br />

Grendel non era di un umore altrettanto allegro. Si mise in piedi, si strofinò la gola nel punto in cui stava<br />

guarendo, e mi landò uno sguardo molto sgradevole.<br />

«La pagherai con dolore.»


Cos’avrei dovuto dire? Non era un bene nemmeno per me.<br />

Grendel sparò un pugno. Fu quasi comico perché vidi solo una macchia indistinta e poi, bum’., fui<br />

scaraventata nelle tribune dietro di me, finendo addosso a due vampire ben vestite che in modo efficace mi<br />

gettarono di nuovo nell’arena senza nemmeno un ‘salve, come va?’ Non appena colpii il terreno, rotolai, evitando<br />

per un pelo un calcio che mi avrebbe fatto finire le budella nella cassa toracica. Poi saltai per evitare che mi<br />

schiacciasse a terra come un lottatore di wrestling. Cazzo, quant’era veloce! E non stava scherzando! Un altro<br />

salto e il suo pugno mi fini sulla spalla anziché nelle costole. Si sentì il rumore della clavicola che si rompeva. E un<br />

altro quando fece una finta a sinistra con la conseguenza di un subdolo destro che mi fracassò almeno tre costole.<br />

Schizzai via, ansimando, per essere colpita alla schiena quando non fui abbastanza svelta. Caddi scompostamente<br />

di faccia sul pavimento dell’arena, mi misi carponi, e mi sentii mancare quando avvertii un pugno d’acciaio<br />

chiudersi sulla mia caviglia.<br />

Con uno strattone Grendel mi avvicinò a sé e mi affondò un cazzotto nel fianco. Mi tirai indietro all’ultimo<br />

secondo, perciò non mi prese l’intera cassa toracica, ma mi distrusse un rene. Mi piegai in due, tossendo un filo<br />

cremisi di sangue, a malapena capace di respirare. Grendel mi mollò la caviglia. Si rimise in piedi e cominciò a<br />

ridere.<br />

«Era questa la temuta Mietitrice Rossa? Questa?»<br />

Scoppiò un applauso. Ovviamente non ero la favorita della folla. Grendel fece un inchino, continuando a<br />

ridere, mentre in me esplodeva una rabbia fredda. Quello stronzo non mi avrebbe consegnato a Ian ridacchiando<br />

per com’era stato facile. L’avrei sconfitto, nonostante il dolore. Forza, Cut. Non è ancora finita.<br />

«Micione.»<br />

Lo dissi mentre mi mettevo in una posizione mezza accuc-ciata. Grendel smise all’istante di ridere. Incombette<br />

su di me, tirando indietro la mano pronto a colpire.<br />

Invece d’indietreggiare, partii come un razzo. Il mio trovarmi più in basso mi mise in una posizione perfetta per<br />

arrecare il maggior danno possibile con la bocca.<br />

Grendel fece un urlo acuto. Non morsi ulteriormente, perche lo scopo principale era distrarlo, e non c’era<br />

niente che attirasse l’attenzione di un tizio come un inguine rosicchiato. Quando lui si difese istintivamente fra le<br />

gambe, con un rapido gesto gli saltai sulla schiena come una scimmia, usando le mie per fare presa. Quindi gli<br />

ficcai le dita negli occhi.<br />

A quel punto Grendel gridò sul serio. Io spinsi le dita ancora più a fondo, ignorando la disgustosa sensazione<br />

di qualcosa di spiaccicato. Agitò le braccia all’indietro cercando di colpirmi in qualsiasi punto. Balzai giù, evitando<br />

quelle botte mortali, e gli feci lo sgambetto. Anche se non gli tenevo più le dita negli cicchi, non poteva comunque<br />

vedere. Non era ancora guarito. Avevo solo pochi secondi.<br />

Mi lanciai di nuovo contro di lui, usando la velocità della carica per fare leva e gli strinsi la testa, girandogliela<br />

violentemente con tutta la forza che avevo. Si sentì il rumore di qualcosa che si rompeva, ma non fu abbastanza.<br />

Tesi tutti i muscoli mentre tiravo con l’ultimo sprazzo di forza che avevo, usando le gambe per reggermi; poi caddi<br />

all’indietro con la testa di Grendel in braccio, e due orbite insanguinate che mi fissavano dal basso.<br />

«Hai dimenticato… di colpirmi… mentre ero a terra» riuscii a sibilare.<br />

L’attimo di scioccato silenzio fu interrotto quando svariate voci cominciarono a parlare tutte insieme. Sputai un<br />

po’ di sangue dalla bocca, senza preoccuparmi di quanto fosse indecente per una signora, e mi afferrai il fianco<br />

dolorante. Grendel avrebbe avuto la meglio su di me se non fosse stato tanto pieno di sé. Un’altra botta al fianco<br />

come l’ultima e non sarei più riuscita ad aprire nemmeno una bibita gassata. Anche così, mi sentivo come se fossi<br />

stata coinvolta in un incidente stradale. Anzi, facciamo un incidente ferroviario. Uno grosso. La facda di Grendel<br />

mi guardava dal basso, con la pelle che cominciava a raggrinzirsi, e spinsi via il cranio disgustata. Ad alcune<br />

persone piace tenersi i trofei. Non ero una di quelle.<br />

Mi misi lentamente in piedi e gettai uno sguardo a Ian, che era ancora a bocca aperta.<br />

«Metti… giù… la gabbia.»


Non riuscivo ancora a parlare per via della pressione delle costole rotte. Ian annuì, a labbra serrate, e con un<br />

raschio metallico, Noah venne portato sul pavimento. Quando fu fatto uscire dalla gabbia, guardò me e il ghoul<br />

senza testa, inorridito. Poi cominciò a urlare.<br />

«Qualcuno lo zittisca» ordinò Ian, scocciato.<br />

Spade fece subito un passo avanti, e con il suo sguardo penetrante, senza dire una parola, ordinò a Noah di<br />

calmarsi immediatamente. Poi lo portò con sé verso la porta a due battenti dov’era stato a guardare. Io mi rilassai<br />

un pochino. Per Noah era un posto sicuro come un altro dove stare.<br />

Sorprendentemente, Ian si mise ad applaudire, ma in un modo più canzonatorio che sincero com’era stato,<br />

invece, quello che si era brevemente guadagnato Grendel.<br />

«Ben fatto, Mietitrice Rossa! Adesso nessuno potrà più prendere in giro questo nome. Sono più che<br />

impressionato, come tutti qui. Ti sei dimostrata piena di risorse, forte e spietata. Hai vinto la tua sfida ed eccoti un<br />

uomo indietro. Tuttavia… ne ho ancora altri tre. Quanto valgono per te le loro vite, bambola? Unisciti a me,<br />

giurami fedeltà, e li lascerò andare. Su, non sarà tanto spiacevole. Anzi, scoprirai che ci sono un sacco di<br />

benefici.»<br />

Mentre diceva quell’ultima frase, Ian sorrise, lasciandomi pochi dubbi a proposito di quello di cui stava<br />

parlando.<br />

Bones si alzò. «Ho visto abbastanza, Ian. Ora me ne vado.»<br />

«Ma è il momento migliore» rispose Ian, strizzandomi l’occhio. Io gli mostrai il dito medio. Lui rise. «Ora mi<br />

stai leggendo nel pensiero, Cat.»<br />

Bones s’incamminò lungo il corridoio. Più di cento persone si alzarono e cominciarono a seguirlo. Io spalancai<br />

gli occhi. Tutti quelli erano suoi?<br />

«Non c’è bisogno di trattenersi più a lungo, amico. Ti auguro buonanotte.» Scese ancora fino a trovarsi al<br />

livello più basso sopra l’arena, quindi si girò e fece un largo sorriso a Ian.<br />

«Ma prima di andare, credo che renderò omaggio alla tua ospite d’onore.»<br />

Ian rise sguaiatamente. «Stai attento. Potresti finire accanto a Grendel.»<br />

«Mi è sempre piaciuto vivere pericolosamente» rispose Bones, saltando dentro lo spazio quadrato con me.<br />

Una volta li, il suo sorriso si allargò.<br />

«Congratulazioni per la magnifica dimostrazione di condotta non proprio sportiva. Come giochi sporco! Ti<br />

deve aver addestrato uno veramente esperto.»<br />

Risi, anche se faceva male. «Già. Un arrogante bastardo.»<br />

«Dài, piccola, che ne dici di un bacio d’addio in memoria dei vecchi tempi?»<br />

«Vuoi un bacio? Vieni a prendertelo.»<br />

Per un pelo riuscivo a vedere Ian sulla destra dietro a Bones. Ridacchiò e mormorò qualcosa alla persona<br />

accanto a sé sul fatto che Bones avesse un’alta probabilità di farsi strappare le labbra a morsi. Quella risatina si<br />

trasformò in uno sbuffo offeso quando Bones mi prese tra le braccia e io posizionai la bocca sulla sua. Mentre lo<br />

baciavo non chiusi nemmeno gli occhi. L’espressione sul viso di Ian era impagabile.<br />

«Cosa diamine…?»<br />

Ian si alzò così bruscamente che il divanetto si rovesciò dietro di lui. Lo ignorai, succhiando a fondo il taglio<br />

che Bones si era fatto sulla bocca facendosi vedere bene da tutti. Guarì proprio mentre cominciavo a stare meglio,<br />

con il suo sangue che riparava i danni dentro di me.<br />

Ian era livido per quel cambiamento di programma. Lanciò a Bones un’occhiata sfrigolante di rabbia color<br />

smeraldo.<br />

«Può bastare, Crispin! Cat è mia adesso, quindi puoi toglierle le mani di dosso e andartene.»<br />

Invece Bones serrò la presa su di me. «Temo di dover dissentire. Le mie mani mi piacciono parecchio dove<br />

sono.»<br />

«Sei impazzito?» Ian saltò nell’arena. Se fosse stato umano, avrebbe avuto un attacco di cuore. «Che storia è


questa? Oseresti metterti contro di me per una donna che sopporti a stento? Una che non vedi da anni? Non è<br />

proprio il comportamento che un nuovo leader mostra alla sua gente, a meno che non d sia dell’altro?E’ una<br />

specie di scusa per iniziare una guerra con me?»<br />

Bones landò a Ian una cauta occhiata. «Non sto cercando di iniziare una guerra con te, Ian, ma se lo farai tu,<br />

starò al gioco. E’ molto semplice. Non lascerò che tu la costringa a fare niente, ma se le piad, me ne andrò.<br />

Dunque, piccola, con chi preferiresti stare? Ian o me?»<br />

«Tu» risposi all’istante, con un sorrisetto furbo. «Mi dispiace Ian, ma non sei il mio tipo. Inoltre non è stata<br />

una mossa astuta rapire i miei amia per cercare di farmi diventare il tuo trofeo.»<br />

Lo sguardo di Ian fu attraversato da un lampo di rabbia e, quando sorrise, divenne pericoloso.<br />

«Ti ricordi quando hai massacrato il mio amico Magnus, Cat? Hai appena scelto quel destino per uno dei tuoi<br />

amici.»<br />

Poi tirò fuori il cellulare, proseguendo mentre componeva il numero. «Se ti allontani da Crispin in questo<br />

preciso istante, potrei prendere in considerazione l’idea di lasciarti provare a convincermi di permettere a questa<br />

persona di vivere. Ma farai meglio a propormi un’offerta dannatamente allettante, perché sono molto stufo.<br />

Altrimenti, sarà il caso a scegliere chi metteranno a morte i miei uomini.»<br />

Sentii il primo squillo provenire dal cellulare di Ian. Poi rispose la voce di Tate.<br />

«Pronto» disse allegramente. «E’ il telefono di Francois.»<br />

«Passami Francois» sbottò Ian.<br />

«Ciao, amico» gridai abbastanza forte perché Ian mi sentisse. «Stai parlando con Ian. Dagli la buona notizia.»<br />

La risata di Tate sgorgò dal telefono. «Oh ciao, Ian. Francois non può venire al telefono in questo momento.<br />

E’ legato… E ha un pugnale d’argento nel petto.»<br />

Ian chiuse il cellulare di scatto, e la sua espressione divenne di puro ghiaccio livido.<br />

«Non hai nessuno dei miei uomini in ostaggio, Ian» dissi con decisione. «Ma io ne ho molti dei tuoi.»


37<br />

Ian fissò Bones, con l’aria di volerlo attaccare su due piedi. «Mi hai tradito» disse con un ringhio.<br />

Bones non si scompose. «Ho fatto i passi necessari per assicurarmi che tu non costringessi Cat a prendere una<br />

decisione sventata. Non siamo nel xviii secolo, Ian. Raggirare le donne per portarle a letto non è più di moda.»<br />

«Se rivuoi indietro i tuoi ragazzi, Ian,» proseguii «acconsentirai a lasciare me - e i miei - in pace. Non ho<br />

ucciso nessuno dei tuoi, e te li restituirò illesi. Ma prima ho bisogno che tu mi dia la tua parola che non mi darai più<br />

fastidio. Cosa sceglierai? I tuoi uomini o la tua erezione?»<br />

Ian fece scorrere lo sguardo in giro, esaminando le tante facce che aspettavano una sua decisione. Poi si<br />

soffermò su Bones, lanciandogli un’altra occhiata veramente furiosa, e infine fissò gli occhi nei miei.<br />

«Ben fatto, Mietitrice Rossa» disse di nuovo, ma stavolta con una punta di amarezza. «A quanto pare ho<br />

sottovalutato ancora una volta te… e le tue risorse.» Fulminò Bones con un altro sfrigolante sguardo color<br />

smeraldo, e poi fece un rapido gesto con la mano. «Siamo d’accordo. Sei libera di andare.»<br />

Bones sorrise, prendendomi per un braccio, ma io puntai i tacchi nel terreno.<br />

«Non così alla svelta» dissi, facendo un respiro profondo. «Prima dobbiamo sistemare un’ultima questione.»<br />

«Micetta, cosa stai facendo?» domandò Bones a bassa voce.<br />

Non lo guardai, invece mi concentrai su Ian. Se avessi detto prima a Bones cos’avevo in mente, si sarebbe<br />

messo a discutere. Avrebbe detto che era troppo pericoloso, forse si sarebbe anche rifiutato di portarmi al<br />

cospetto di Ian. Ma Bones non capiva che non sarei potuta arrivare così lontano e non fare quello che stavo per<br />

fare.<br />

«So che i vampiri hanno il diritto di sfidare il proprio signore in duello. Be’, Ian, sfido mio padre, Max. Se sei<br />

qui, allora c’è anche lui da qualche parte. Fallo uscire. Rivendico il mio diritto di vampiro di battermi con lui.»<br />

Bones gemette qualcosa che suonava tipo: «Dannazione, micetta.» E con mia grande sorpresa Ian cominciò a<br />

ridere. Di gusto. Come se gli avessi appena raccontato la barzelletta più divertente del mondo. In effetti gli<br />

comparvero le lacrime rosa agli angoli degli occhi, e se le asciugò mentre era ancora sopraffatto dalle risate.<br />

«Cosa c’è di tanto divertente?» domandai.<br />

«Avete sentito?» chiese Ian, controllando la sua ilarità abbastanza da fare una piroetta e rivolgersi al nostro<br />

pubblico. Accanto a me, il viso di Bones divenne di pietra.<br />

«Avresti dovuto parlarmene, micetta» disse in tono stridente.<br />

«Mi avresti detto di aspettare» sibilai in risposta, il che fece solo ridere Ian più forte.<br />

«Oh, l’avrebbe fatto sì, Cat. Vedi, hai appena ammesso di considerarti un vampiro. E tu, Crispin, come<br />

chiunque altro qui dentro, sai cosa questo significhi. Se sei un vampiro, Cat, appartieni a me, e ti sarei grato,<br />

Crispin, se ti scansassi da una dei miei.»<br />

«Ma ho sfidato Max» dissi arrabbiata. «Quindi lui deve accettare. E se lo uccido, sarò una vampira che<br />

appartiene solo a sé stessa, e nessuno mi potrà reclamare!»<br />

Ian rise ulteriormente, mentre Bones mi lanciò un’occhiata da cui si capiva che era tentato di strozzarmi.<br />

«Oh, bambola, hai capito male un paio di cose. Potresti sfidare Max per la tua libertà se fosse a capo della<br />

sua discendenza. Ma non lo è. E’ ancora sotto la mia autorità, e tu, come membro straordinariamente nuovo di<br />

zecca della mia stirpe, non puoi sfidarmi per un anno. Questa legge venne introdotta per impedire agli avventati<br />

cuccioli di vampiro di osare più di quello che potevano gestire nel loro primo anno di vita» spiegò gentilmente Ian.<br />

«Quindi per come sono andate le cose, non avevo affatto bisogno di rapire i tuoi uomini, perché ti sei appena<br />

consegnata nelle mie mani. E temo che tu abbia altri trecentosessantacinque giorni prima di poter rivolgere la<br />

stessa sfida a me. Mi chiedo cosa faremo per occupare il tempo.»<br />

Dal largo sorriso di Ian si capiva che aveva già selezionato alcune idee di prima qualità. Imprecai tra me e me.


Maledizione, perché non mi ero assicurata di scoprire di più su stirpi e lignaggio prima di decidere che fosse una<br />

buona idea? Perché avevo lasciato che il cieco bisogno di vendetta nei confronti di mio padre m’inducesse con<br />

l’inganno a nasconderla a Bones? Mencheres aveva detto che la vendetta era la più vuota delle emozioni. A<br />

quanto pareva spingeva anche la gente a fare le cose più stupide.<br />

«A parte il fatto che appartengo già a Bones» dissi usando la carta della proprietà come ultima spiaggia. «Mi<br />

ha morso e a letto insieme abbiamo fatto cose che almeno in certi Stati sono illegali!»<br />

«Il lignaggio vince sulla proprietà, mia cara Mietitrice» rispose Ian in modo suadente. «Per cui, mentre Crispin<br />

avrà senza dubbio dei dolci ricordi del tempo che avete passato insieme… i ricordi saranno tutto quello che gli<br />

resterà di te.»<br />

«Mi permetto di non essere d’accordo, Ian» replicò Bones, raddrizzandosi. «Hai ragione, le pretese del<br />

lignaggio sono maggiori di quelle della proprietà. Ma non hai alcun diritto su di lei se è mia moglie.»<br />

Ian parve confuso quanto me. «Ma non lo è» dichiarò l’evidenza.<br />

Bones tirò fuori un coltello dalla tasca. M’irrigidii, presupponendo che fosse il segnale per il ‘libera tutti’. Ma<br />

Bones si limitò a passarselo una volta sul palmo e poi sbatté la mano sanguinante sulla mia.<br />

«Col mio sangue, ti dichiaro mia moglie» affermò con voce limpida. Poi mi disse più piano: «Avevo pensato a<br />

qualcosa di un po’ più romantico per questo, micetta, ma le circostanze non lo permettono.»<br />

«Devi essere impazzito!» urlò Ian, strappando la sua lama dai pantaloni.<br />

«Non muovetevi!» rimbombò all’improvviso una voce dall’alto.<br />

Ian si bloccò, e Bones, che era stato sul punto di lanciargli contro il proprio coltello, fece altrettanto. Una<br />

figura dai capelli scuri si mosse silenziosamente lungo il corridoio. Non avevo nemmeno bisogno di vederlo in<br />

faccia per sapere che era Mencheres. Lo capii per l’incontaminato potere che mi pervase.<br />

«Mencheres,» chiese Bones, inclinando la testa «la mia ipotesi è corretta?»<br />

«In ogni aspetto tranne uno» fu la tranquilla risposta del vampiro.<br />

«Stai sempre dalla sua parte e mai dalla mia!» esplose Ian, perdendo la sua calma deferenza.<br />

Bones alzò gli occhi al cielo. «No, non di nuovo.»<br />

«Non è questione di stare da una parte o dall’altra» dichiarò tranquillamente Mencheres. «Ho detto che Bones<br />

aveva ragione in ogni aspetto tranne uno. Cat non l’ha ancora dichiarato suo marito.»<br />

Ian si aggrappò a quello. «Non sai cosa significa, Cat. Questo non è come un matrimonio tra esseri umani, in<br />

cui il divorzio è normale quanto respirare. Se acconsenti, sarai legata a Crispin per il resto della vita. Non potrai<br />

cambiare idea, né liberartene, fino a quando uno di voi non sarà veramente morto. Se anche andassi a letto con un<br />

altro uomo, per questo Bones avrebbe il diritto di ucciderlo senza essere punito.»<br />

Mencheres sorrise, ma non era allegro. «Sì. Una volta celebrato, non può essere ritrattato.»<br />

Occhi castani incontrarono i miei quando distolsi lo sguardo da Mencheres. Bones inarcò un sopracciglio, in<br />

attesa.<br />

«Non pensi che sia giunto il momento d’incontrare tuo padre?» cercò poi di farmi abboccare Ian.<br />

Quello attrasse la mia attenzione. Mi dondolai verso di lui, e la mia mano si richiuse sul coltello che avevo<br />

appena accettato da Bones.<br />

Ian sfruttò il vantaggio. «Ti offro un patto, Cat. Uno molto diverso da quello che intendevo all’inizio. Stasera<br />

potrai andartene da qui con la promessa da parte mia di non insistere sui miei diritti nei tuoi confronti, né di<br />

tormentare più i tuoi uomini. Inoltre, ti consegnerò Max perché tu ci faccia quello che vuoi. Tutto quello che ti<br />

chiedo in compenso è che tu rifiuti questa proposta e ti separi per sempre da Crispin. Dammi la tua parola.»<br />

Spalancai la bocca, le dita che sbiancavano sul manico del coltello.<br />

«Maximillian, vieni qui!» strombazzò Ian.<br />

Le porte dell’ingresso si spalancarono, e Spade si tolse di mezzo per far passare un uomo alto. Bene, bene. A<br />

quanto pareva quella foto aveva mostrato solo una parvenza della nostra somiglianza. Faccia a faccia non c’erano<br />

dubbi. Ero proprio uguale a lui.


Ritirai la mano da quella di Bones presa da una specie di shock. Max raggiunse il bordo dell’arena e poi si<br />

fermò, senza venire più vicino. Io coprii gli ultimi passi che d separavano.<br />

Aveva i capelli color cremisi, lucidi e spessi proprio come i miei. Gesù, quegli occhi, grigio-argento ed<br />

esattamente come i miei. Aveva gli zigomi alti, la bocca carnosa, il naso dritto, la mandibola robusta… Era del<br />

tutto uguale a me, ma con le proporzioni da uomo. Anche il suo portamento era simile. Era come guardare in uno<br />

specchio magico che ti faceva cambiare genere, e per un minuto non potei fare altro che fissarlo.<br />

Da parte sua Max non disse niente. Mentre passava lo sguardo da me a Ian, il suo viso mandava bagliori di<br />

disprezzo e rassegnazione in parti uguali. Tuttavia, non chiese pietà. A nessuno di noi due. Era coraggio… o la<br />

semplice comprensione che non gli avrebbe minimamente giovato?<br />

Alla fine ritrovai la voce. «Sai cosa mi sono ripromessa quando mia madre mi ha detto cos’ero, e cos’era<br />

successo?»<br />

Gli scivolai accanto il più possibile senza toccarlo. Lui si mantenne tutto d’un pezzo, come una delle statue<br />

all’esterno. Si muovevano solo i suoi occhi, seguendomi con rapita concentrazione.<br />

Le mie dita gli graffiarono le spalle mentre gli giravo attorno. Sotto il loro peso sussultò, e io risi con voce<br />

bassa e maligna.<br />

«Oh, Max, percepisco il livello della tua energia, e non è tanto alto. Sono molto più forte di te, ma lo sapevi<br />

già, vero? E’ per questo che hai cercato di farmi saltare il cervello, dimodoché non potessi trovarti per prima. Hai<br />

idea di quanto tempo è che aspetto di ucciderti?»<br />

Lui continuò a non dire niente. Ian mi landò un’occhiata interrogativa, ma lo ignorai. Era chiaro che non sapeva<br />

cos’aveva organizzato Max. Camminai intorno a mio padre, diventando sempre più arrabbiata per il fatto che non<br />

parlasse.<br />

«La prima volta che ho saputo di te avevo sedici anni. Che tenera età, e cosa ricevetti in regalo? Tutta la verità<br />

sul mio retaggio da incubo. Così giurai a me stessa che un giorno ti avrei trovato e ti avrei ucciso per lei. Che<br />

avresti pagato con la vita il fatto di aver stuprato mia madre. Hai sentito cosa mi ha appena offerto Ian? Il tuo culo,<br />

con tutte le altre parti attaccate!»<br />

La rabbia mi gocciolava dai pori, e quando tornai a fronteggiarlo lo fulminai con il bagliore degli occhi.<br />

«Forza, Max, che ne pensi? Bel regalo, vero? Chi potrebbe dirgli di no? Insomma, in tutta la mia vita contorta,<br />

anomala e disfunzionale, più di qualsiasi altra cosa ho desiderato ucciderti!»<br />

Il coltello che mi aveva dato Bones mi tremava nelle mani per la voglia che avevo di affondarglielo nel cuore.<br />

Alla fine, dopo un altro lungo sguardo, ridacchiai di nuovo. Fu una risata dolce e amara allo stesso tempo. Quella<br />

notte il mio bisogno di vendetta mi era quasi costato Bones già una volta. Almeno non mi sarei concessa di fare<br />

due volte Io stesso errore.<br />

«Inutile pezzo di merda, stai per fare per me la prima, ultima, e unica cosa da padre, perché nella mia vita c’è<br />

qualcuno più importante perfino della voglia di ucciderti. Congratulazioni, schifoso. Hai appena accompagnato la<br />

sposa all’altare.»<br />

Invece di rigirare quel coltello nel cuore di mio padre, mi tagliai il palmo e con un rumore secco colpii la pallida<br />

mano che era ancora allungata verso di me.<br />

«Legati per sempre, eh? Mi sta bene. Col mio sangue, Bones, ti dichiaro mio marito. E’ questo che si<br />

presuppone che dica? E corretto?»<br />

Bones mi piegò all’indietro con la forza del suo bado, e immaginai che quella fosse la risposta.


38<br />

Max ruppe il silenzio solo dopo che Bones mi tirò su dal bacio. Mi squadrò con un’occhiata e poi sorrise.<br />

Freddamente.<br />

«Se non riesci alla prima, prova e riprova ancora. Q credi, ragazzina? Io sì. Ascoltami bene, tu e io avremo la<br />

nostra giornata.»<br />

«La sta minacciando?» domandò Bones a Ian con fredda affabilità mentre incrociavo lo sguardo d’acciaio di<br />

mio padre. «Forse è bene che tu gli ricordi che chiunque dia la caccia a mia moglie - o a chiunque lei tenga, tipo<br />

suo zio - in effetti dichiara guerra anche a me. È questa la tua posizione, Ian? Parla a nome tuo?»<br />

Ian guardò Max in modo davvero minaccioso. «No, e non ha nient’altro da dire sull’argomento. Vero, Max?»<br />

Max lanciò un’occhiata anche a tutta la gente di Bones, che lo stava guardando con aria intimidatoria.<br />

«No, non ho nient’altro da dire in proposito» rispose con un tono da cui si capiva che avrebbe avuto molto da<br />

dire in altre circostanze. «Ma devo aggiungere una cosa su sua madre.» Tornò a fissarmi gli occhi addosso. «Sei<br />

stata male informata. L’ho scopata, certo, ma non l’ho violentata.»<br />

Sentendo che stavo per esplodere, Bones strinse la presa su di me. Lo vide anche Ian.<br />

«Hai rinunciato alla tua occasione, Cat, e funziona in entrambi i sensi. Max appartiene a me ed è sotto la mia<br />

protezione. Se gli metti le mani addosso, è un atto di guerra.»<br />

Mi trattenni. In un altro posto, in un altro momento. Non lì dove si sarebbe trasformato in un bagno di<br />

sangue tra Bones e la gente di Ian.<br />

«Probabilmente hai stuprato talmente tante donne che non ti ricordi neanche chi era» stabilii con voce pacata.<br />

Max sorrise. «La prima volta non si scorda mai, e lei fu la prima dopo che fui trasformato. Era una bella<br />

brunetta con grandi occhi azzurri e belle tette rotonde. Così giovane e vogliosa. Così fresca. Mi sono divertito<br />

tantissimo a scoparla sui sedili posteriori dell’auto, e l’unica volta in cui ha sollevato obiezioni è stato quando<br />

avevo finito. Aprì gli occhi, vide i miei brillare di verde, vide i canini… E cominciò a urlare come una pazza. Si<br />

mise anche a piangere. Strillava veramente in modo isterico e diceva che ero figlio del demonio o qualcosa del<br />

genere. Fu divertente. Tanto divertente che non mi preoccupai di negarlo. Le dissi che aveva ragione, che ero un<br />

demone, che tutti i vampiri lo erano, e che si era appena fatta scopare da uno di loro. Poi bevvi il suo sangue fino a<br />

quando non smise di urlare e svenne, e questo, ragazzina, è quello che è successo veramente tra tua madre e<br />

me.»<br />

«Bugiardo» sputai.<br />

Mi fece un crudele sorriso d’intesa. «Chiedilo a lei.»<br />

Era ovvio che Max sapesse dire le bugie. Chiunque riuscisse a cospirare per uccidere la sua stessa figlia non si<br />

sarebbe fatto problemi a mentire spudoratamente, ma non so perché… in qualche modo… non ero sicura che<br />

stesse dicendo una bugia in quel momento. Fin da quando ricordo, mia madre ha sempre affermato con veemenza<br />

che tutti i vampiri sono dei demoni. Pensavo fosse solo un termine generale di disgusto, ma forse c’era di più. Se<br />

Max le aveva detto che era un demone, che tutti i vampiri lo erano, questo certamente spiegava tanto i suoi<br />

sentimenti contrastanti nei miei confronti quanto il suo aperto rifiuto di considerare i vampiri nient’altro che malvagi.<br />

«Ricordi sua madre molto chiaramente, vero?» domandò Bones in tono colloquiale mentre io mi dibattevo tra<br />

quei pensieri.<br />

Max non perse quell’odioso sorrisetto compiaciuto. «Non è quello che ho appena detto?»<br />

«Come si chiamava?» Di nuovo, con mitezza.<br />

«Justina Crawfield!» sbottò Max. «Poi hai intenzione di chiedermi di che colore aveva le mutandine?»<br />

All’improvviso Bones sorrise, ma in modo per niente affabi le. «Quando Ian capì che eri suo padre,<br />

scommetto che ha anche accennato a quanto lei ti volesse morto. Scoprire che qualcuno abbastanza forte da


sconfiggere lui ti stava dando la caccia ti ha spaventato a morte, non è vero? Ricordavi sua madre - chiaramente<br />

come d hai dimostrato - e dev’essere stato un gioco da ragazzi cercare il nome della bambina che aveva dato alla<br />

luce tanti anni fa. Hai passato l’informazione a un cacciatore di taglie di nome Lazarus, non è così? Gli hai fatto<br />

uccidere quella coppia nella sua vecchia casa per farla usare allo scoperto, tuttavia anche dopo che era caduta<br />

nella sua trappola, lui non è riuscito a ucciderla. Allora devi essere stato davvero terrorizzato, così hai deciso<br />

d’inseguirla attraverso l’unica fonte che avevi: tuo fratello. Sapevi che l’aveva spedita a dare la caccia a Ian, chi<br />

altri l’avrebbe fatto, così hai scavato alla ricerca di una talpa nella sua operazione. Qualcuno che potesse dire a un<br />

altro cacciatore di taglie dove si trovasse e soprattutto quali fossero le sue debolezze. Bel piano, amico, ma sono<br />

qui per informarti che il tuo spione e il suo complice sono stati sterminati.»<br />

«Brutto stronzo!» rantolai, vedendo tutti i pezzi andare a posto.<br />

«Che storia è questa?» domandò Ian sospettoso.<br />

«Max l’ha trovata molto prima di me, però l’ha tenuto per sé. Ha tramato alle tue spalle per mesi, Ian,<br />

cercando di ucciderla per proteggere il suo miserabile culo. Non molto leale da parte sua, vero?»<br />

«Non so di cosa stia parlando!» insistette Max.<br />

Fissai l’uomo che era mio padre e capii che in quel momento stava mentendo in modo inequivocabile. Ian<br />

assunse un’espressione da cui si capiva che lo sapeva anche lui.<br />

«Ne hai qualche prova, Crispin?»<br />

Nessuno fu ingannato dal suo atteggiamento tranquillo. Gli occhi di Ian erano diventati apertamente verdi.<br />

Bones annuì. «Ho alcune copie di resoconti e transazioni bancarie del tentativo più recente. Questo stupido<br />

bastardo usava un conto personale per pagare l’informatore all’interno dell’operazione di suo zio, e ritengo che se<br />

controlli, quel conto potrà essere fatto risalire a Max. Senza dubbio troverai anche un possente trasferimento di<br />

denaro contante ad aprile, quando furono uccise le persone che vivevano nella sua vecchia casa.»<br />

Ian sbiancò intorno alle labbra. Io feci un largo sorriso malvagio a Max.<br />

«Oh-oh. Sembra che qualcuno sia nei guai.»<br />

Non è che avesse un piede sul patibolo, ma dall’espressione di Ian si capiva che ben presto Max avrebbe<br />

desiderato che prima avessi scelto di ucciderlo, garantito.<br />

Ian lanciò a Bones un’ultima, lunga occhiata, e poi si girò, facendo bruscamente cenno a Max di seguirlo.<br />

«Ehi Max» gridai mentre seguiva silenziosamente Ian. «Guardati le spalle. Non si può mai sapere quando ti ci<br />

pianteranno un coltello.»<br />

Lo vidi irrigidirsi, ma non si voltò. Attraversò subito le grosse porte a due battenti e poi sparì. Ci rivedremo, gli<br />

promisi tra me e me. Ora so chi sei, e puoi scappare, ma non puoi nasconderti.<br />

Forse il mio più grande shock fu quando anche gli altri vampiri cominciarono a dileguarsi, senza sibilare la<br />

minima minaccia. Presumo che avessero preso seriamente l’avvertimento di Bones sul fatto che chiunque creasse<br />

problemi a me avrebbe dovuto provare anche un pezzo di lui e della sua gente.<br />

Spade venne dentro l’arena per dare a Bones un’affettuosa pacca sulle spalle.<br />

«Maledizione, amico. Sei un uomo sposato? Ora ho visto proprio tutto.»<br />

Mentre sorrideva al suo amico, la tensione sparì visibilmente dal volto di Bones. «Charles,» dichiarò,<br />

chiamandolo con il suo nome da essere umano «credo che abbiamo bisogno di un passaggio.»<br />

Spade ci diede un passaggio fino alla pista dove lo stesso elicottero che mi aveva portata lì adesso ci avrebbe<br />

riportati tutti al magazzino. Una volta arrivati, Bones liberò i sei uomini di Ian dicendo che potevano andare. Loro<br />

parvero stupiti di essere rilasciati così facilmente, ma non fecero domande, e sparirono nella notte. Quindi, prima<br />

di andare al lavoro, facemmo un’altra fermata per lasciare Spade. A quel punto ero stanca, fisicamente ed<br />

emotivamente, ma c’erano ancora alcune cose da fare.<br />

Quando arrivammo, andammo tutti e cinque direttamente nell’ufficio di Don. Mio zio increspò la fronte per<br />

quel che poteva essere imbarazzo, poi smise subito di esaminare il mio abbigliamento. Ah già, avevo dimenticato<br />

di essere a malapena vestita.


«Ehm, Cat, vuoi un camice da laboratorio o… qualcosa del genere?»<br />

Bones si tolse la giacca. «Tieni, piccola, mettiti questa prima che tuo zio diventi rosso. E bene che tu lo facda<br />

comunque perché sto per prendere Juan a frustate, visto che sta cercando di memorizzare ogni curva del tuo<br />

sedere.»<br />

Presi il soprabito che mi stava porgendo e gettai uno sguardo esplicito a Juan. Lui sorrise, impenitente come<br />

sempre.<br />

«Cosa ti aspettavi? Se non volevi che la guardassi, amigo, non avresti dovuto farla camminare davanti a me.»<br />

«Siete tutti qui, quindi ovviamente l’operazione ha avuto successo.» Con Don andavi subito al sodo. «Cat, hai<br />

dato istruzioni per far trasferire Noah Rose direttamente in ospedale? E per far archiviare la sua auto distrutta e i<br />

rapporti di polizia sul suo incidente con omissione di soccorso?»<br />

«E’ così. Bones ha risparmiato un lavoro a quelli dei tuoi che fanno il lavaggio del cervello, Don. Noah non ha<br />

idea di cos’ha visto stanotte. E ricorderà solo di aver avuto un incidente d’auto e di dover chiamare l’assicurazione<br />

domattina. Non devi preoccuparti di lui.»<br />

«Sai, questo solleva una questione interessante.» Tate lanciò un’occhiata ostile a Bones. «Come facciamo a<br />

sapere che per tutto questo tempo non d ha mandato il cervello a puttane? Potrebbe averti indotto a prendere la<br />

decisione d’inserirlo in questa squadra, Don!»<br />

Bones rispose alle accuse al posto suo. «Sa che non è andata così. Prima di tutto, questo ufficio è registrato<br />

da una videocamera a batterie inserita nel soffitto. La sento, vecchio mio» spiegò davanti all’espressione sbalordita<br />

di Don. «Certo, avrei potuto limitarmi a farti credere di vedere cosa stava succedendo quando invece non era<br />

così, ma sei stato all’erta dal momento in cui hai saputo che tua nipote si faceva un vampiro. Hai chiuso le stalle,<br />

per così dire, mettendoti a bere il nostro sangue per immunizzarti contro il controllo della mente. Ti sento addosso<br />

l’odore.»<br />

La faccia di Don confermò tutto. Scossi la testa.<br />

«Non ti fiderai mai di me, vero? Senti, sono stanca, faccia-mola breve. Ian e Max sono ancora vivi, ma non<br />

interferiranno più con noi. Abbiamo sistemato tutto. Secondo le leggi dei Nosferatu, Bones mi ha tipo… ehm…<br />

sposato.»<br />

Don si tirò il sopracciglio come un pazzo. «Cosa?»<br />

Spiegai alla svelta le norme che ci legavano, e poi scrollai le spalle.<br />

«Parlando in termini di esseri umani, sono ancora single. Ma per quanto riguarda i non-morti, sono sposata<br />

con Bones armi e due bagagli compresi. Mi dispiace di non aver potuto fare a Max i tuoi migliori auguri, Don, ma<br />

un giorno lo prenderò. Te lo prometto.»<br />

Quegli stessi occhi grigio-argento mi fissarono. Alla fine, Don sorrise debolmente.<br />

«Ma gli ho mandato quel che ho di meglio. Te.»<br />

Come un razzo mi sali un groppo in gola, e dovetti sbattere le palpebre.<br />

«C’è un altro problema che dobbiamo discutere» disse Bones, sorprendendomi.<br />

«D’accordo, ma fai in fretta. Sto per addormentarmi in piedi.»<br />

«Ieri Tate mi ha detto che il tuo amico ha bevuto sangue di vampiro mentre moriva. Questo è un dettaglio<br />

piuttosto significativo.»<br />

Aggrottai stancamente le sopracciglia. «Com’è possibile? Non può averlo trasformato in un vampiro. Ne ha<br />

preso al massimo pochi sorsi. L’abbiamo seppellito tre giorni dopo e, credimi, era morto.»<br />

«Esattamente, per quanto riguarda un vampiro o un essere umano. Ma esiste un’altra specie, non è vero?»<br />

Lo guardammo tutti con sconcerto. Bones emise un sospiro di comprensione.<br />

«Vampiri e ghoul sono razze sorelle, come vi ho detto. Sapete che un vampiro nasce dopo che un essere<br />

umano viene portato in punto di morte per dissanguamento e poi gli viene fatto bere molto sangue di vampiro.<br />

Creare un ghoul non è tanto diverso. Prima si ferisce a morte un essere umano, poi gli si fa bere il sangue di un<br />

vampiro, ma non abbastanza perché sopravviva. Dopo che è morto, un ghoul prende il suo cuore e lo scambia


con il proprio. I ghoul sopravvivono anche se gli viene strappato il cuore, ecco perché si possono ammazzare solo<br />

decapitandoli. Una volta che i cuori sono stati scambiati, si rovescia sangue vampiresco su quello trapiantato. Cosi<br />

viene attivato, mi manca un termine migliore, ed ecco nato un nuovo ghoul.»<br />

Capii quel che voleva dire. In un lampo mi venne in mente il viso di Rodney della sera precedente quando<br />

aveva lanciato un’occhiata a Bones e detto: ‘Situazione spinosa.’ Non si stava riferendo all’assassinio di Dave.<br />

Stava alludendo alla sua possibile rinascita.<br />

«Dave è morto da mesi, Bones. Piantato nel terreno dopo essere stato riempito di formaldeide. Mi stai<br />

dicendo che è fattibile? Certo che sì; altrimenti perché l’avresti tirato fuori? Oddio. Oddio.»<br />

«È fattibile, ma lo vuoi? Sarà sempre il tuo amico, con tutti i suoi ricordi e i suoi tratti personali a parte uno:<br />

quello che mangia. Ora, i ghoul mangiano principalmente solo carne cruda, ma di tanto in tanto, devono variare la<br />

propria dieta, e sai di cosa sto parlando.»<br />

«Gesù» borbottò Tate. Ero d’accordo. Ecco svanito il mio appetito.<br />

«Passate sopra alla vostra istintiva avversione per un momento» proseguì Bones. «Ora, normalmente non<br />

prenderei nemmeno in considerazione l’idea di trasformare una persona senza il suo consenso, ma dato che non è<br />

disponibile per rilasciare un commento, lo chiedo a tutti voi. Eravate suoi amici; cosa pensate che sceglierebbe? Di<br />

restare morto nel terreno… o di venirne fuori?»<br />

La possibilità di riavere Dave - a camminare, parlare, raccontare barzellette ed esserci sul serio - era reale.<br />

All’improvviso non ero più minimamente stanca.<br />

«Dobbiamo decidere adesso?» chiese Don.<br />

Bones annuì. «Normalmente il ringiovanimento viene fatto al momento della morte, per ovvie ragioni. Ogni<br />

giorno in più che rimane nel terreno diminuisce le probabilità di risvegliarlo. Per come stanno le cose, occorrerà<br />

una notevole quantità d’energia per riuscirci. Rodney si è offerto di generarlo, micetta, ma vuole lasciare la città<br />

per via di questa storia con lan. Lui fa parte di una stirpe a sé, quindi non è sotto la mia protezione, e ritiene che<br />

lan possa cercare di rifarsi su quelli con cui non incorrerà in punizioni. Parte domani, quindi nel caso dobbiamo<br />

farlo stanotte.»<br />

«Se il tuo amico se ne va, cosa succederà a Dave, se lo facciamo?» domandò Don in modo pratico. «Andrà<br />

con lui?»<br />

Bones spazzò via quella preoccupazione con un gesto della mano. «Non necessariamente. Posso pensarci io. I<br />

vampiri hanno fatto da genitori adottivi ai ghoul per millenni e viceversa. Come ho detto, sono razze sorelle. Dopo<br />

qualche settimana di assestamento, lo riavrete indietro meglio di prima, per cosi dire.»<br />

«E se noi diciamo di sì, tu lo fai, e Dave decide che era meglio essere morti che non-morti? Come si fa?» Tate<br />

sembrava tormentato da quel pensiero. Lo stesso che era venuto a me.<br />

«In tal caso soddisferemo il suo desiderio» rispose sommessamente Bones. «Ora come ora è morto, e se<br />

sceglie di tornare a esserlo, lo sarà. Ecco perché avremo una spada accanto alla tomba. Faremo veloce, e tornerà<br />

a essere com’era.»<br />

Al pensiero mi venne voglia di vomitare. La sensazione sembrò accomunarci tutti lì dentro. Bones strinse la<br />

mano sulla mia.<br />

«Se nessuno di voi può accettarlo da ghoul, allora non aspettatevi che lui si accetti. Dovrà avere tutto il vostro<br />

appoggio senza pregiudizi o questa conversazione finisce qui. Essere un ghoul non lo cambierà come persona;<br />

cambierà solo le sue capacità. Sarà più forte, più veloce, e con nuovi sensi, ma sarà sempre lo stesso. Quell’uomo<br />

per voi è più importante della repulsione per cosa mangerà?» «Sì.»<br />

Era Juan ad aver parlato. Aveva gli occhi lucidi di lacrime non versate. «Lo svegliamo e lo facciamo decidere.<br />

Mi manca il mio amico. Non m’importa di cosa mangia.»<br />

Di nuovo quel groppo, rinforzato. Accanto a me Cooper si strinse nelle spalle. «Io non lo conoscevo molto<br />

bene, quindi la mia opinione conta meno. Tuttavia, se Cat può sopportare di essere un mezzo scherzo della natura,<br />

perché Dave non dovrebbe riuscire a esserne uno intero? A me sembrerebbe più facile.»


Tate fissò Bones con fare accorto e controllato. «Non te ne importa un cazzo di cosa pensa il resto di noi. Ci<br />

stai offrendo di farlo solo per lei.»<br />

«Certo che sì» rispose subito Bones. «Ma è meglio anche per voi, no? Siete semplicemente fortunati.»<br />

«Sì, bene, allora io dico di farlo, ma penso che tu spari solo stronzate e che non riuscirai a tirarlo fuori da sotto<br />

quella lapide. Ma mi assicurerò di scusarmi se mi sbaglio.»<br />

Don e io eravamo gli unici a non aver alzato la posta, e stavamo temporeggiando. Mentre fissava Bones, a mio<br />

zio non erano rimasti quasi più peli in fondo al sopracciglio.<br />

«Abbiamo un detto nell’esercito: ‘Non lasciare mai uomini indietro.’ Fino a ora non l’abbiamo fatto in nessuna<br />

delle nostre missioni, e non ho intenzione d’iniziare adesso. Tiratelo su.»<br />

Rimanevo solo io. Pensai a Dave, e alla paura di provare a riportarlo indietro e non riuscirci. O, peggio<br />

ancora, che una volta riportatolo indietro fosse talmente disgustato da sé stesso da volersi suicidare. Poi pensai<br />

all’ultimo commento farfugliato di Dave mentre mi moriva dissanguato tra le braccia: ‘…’on…<br />

lasciatemi…’rire…’<br />

Questo mi fece decidere. «Fallo.»


39<br />

Il cimitero fu completamente isolato. Anche lo spazio aereo al di sopra venne chiuso. Tutta la mia squadra era<br />

in posizione intorno al perimetro. Più indietro c’erano altri agenti. Don non voleva correre il rischio di essere<br />

interrotto. Stava anche filmando, e uno dei dodici uomini nelle immediate vicinanze della tomba reggeva una<br />

telecamera portatile.<br />

Rodney landò un’occhiata a tutta quell’ostentazione e scosse la testa.<br />

«Forse mi state prendendo in giro. Guardate quante stronzate.»<br />

‘Quante stronzate’ comprendeva la presenza di più di cento soldati. Rodney era riluttante a farsi riprendere. Si<br />

fidava dei rappresentanti del governo in maniera proporzionale a quanto lontano poteva scagliarli, il che, in quel<br />

caso, era parecchio, ma basti dire che non gli piaceva il pubblico di ufficiali.<br />

A Bones non importava degli spettatori. Quando infine fu il momento, alzò tre dita. Dalla dozzina di volontari<br />

nella nostra unità, si staccò quel numero. Avremmo potuto usare sacche di plasma, ma secondo Bones il sangue<br />

fresco aveva un effetto più stimolante. I miei tre capitani e io non eravamo sul menu quella notte, perché d voleva<br />

in forze nel caso in cui le cose fossero andate a puttane. Come la testa di Dave, per esempio. Ai piedi tenevo una<br />

spada, non si sa mai. Se fossimo arrivati a tanto, avevo insistito per essere io a usarla. Dave era mio amico. Se<br />

voleva morire una seconda volta, sarebbe stato per mano di qualcuno che gli voleva bene, anche se quanto questo<br />

potesse essere di conforto era discutibile.<br />

Una squadra di medici era pronta, discretamente fuori dalla visuale diretta. Dopo che Bones li ebbe<br />

prosciugati fino alle vertigini, i tre uomini si diressero barcollando verso l’unità medica. Sarebbero stati sottoposti a<br />

trasfusione sul posto grazie alle comodità della scienza moderna.<br />

La bara era già stata tirata fuori dal terreno. Solo guardarla faceva male. Vennero rotti tutti i sigilli e i morsetti,<br />

e quando il coperchio fu rimosso con un colpetto, i riflettori illuminarono il viso di Dave. Anche se era ormai buio<br />

da tempo, eravamo sotto una tenda. La cui necessità fu dettata più di qualsiasi altra cosa dalla paranoia di Don<br />

che qualcuno potesse vedere il nostro tentativo. Una piccola rianimazione di cadavere lo agitava di brutto.<br />

Per la parte successiva, Rodney aveva uno speciale coltello incurvato. Mentre Dave veniva sollevato dal<br />

feretro e appoggiato sul terreno, noi cinque ci raccogliemmo più vicini.<br />

«Gesù» mormorò Tate quando vide Dave completamente sotto le luci.<br />

Gli presi la mano e scoprii che stava tremando. Anch’io. Perfino Juan vacillava accanto a me, e chiusi una<br />

mano anche sulla sua. Aumentai la presa quando tagliarono gli abiti di Dave dalla vita in su.<br />

Soffocai un rantolo quando quella lama perfidamente ricurva si fece strada nel petto di Dave tanto facilmente<br />

quanto un coltello in una torta. Rodney ritagliò un considerevole pezzo di cassa toracica, mettendo in mostra il<br />

cuore e gli organi circostanti. Bones mise via quel frammento con disinvoltura su un vassoio che adesso sembrava<br />

niente di meno che un piatto da portata.<br />

‘Chi ha ordinato le costolette?’ Il macabro pensiero si fece velocemente strada nel mio cervello.<br />

Rodney si tolse la camicia e la piegò con cura prima di piazzarla ben fuori dal cerchio. Lì aveva già un paio di<br />

pantaloni di riserva. Poi si accucciò accanto a Bones, che indossava solo un paio di pantaloncini neri. La sua pelle<br />

brillava sotto le luci fluorescenti, ma la mia consueta ammirazione era assente. Doveva dipendere dal fatto di<br />

vederlo affondare quello stesso pugnale sotto la cassa toracica di Rodney, torcerlo, e poi tirare fuori il cuore del<br />

ghoul.<br />

Due dei donatori di sangue in attesa vomitarono. Gli altri sembrarono volersi unire a loro. Non potevo<br />

biasimarli, ma per fortuna la mia gola rimase pulita. Rodney fu sorprendentemente tranquillo per tutto il tempo,<br />

brontolò solo qualche volta bofonchiando di risarcimenti. Al che Bones sbuffò macabramente divertito. Poi<br />

appoggiarono il cuore di Rodney su un altro vassoio e tornarono a rivolgere l’attenzione a Dave.


Quella parte fu molto più semplice senza un pezzo di torace. Ciac, ciac, ciac, e il cuore di Dave venne via.<br />

Rodney se lo conficcò senza tante cerimonie nella propria cavità toracica mentre Bones sistemava quello che<br />

precedentemente era stato di Rodney dentro Dave. Alla fine, soddisfatto della collocazione, si piegò sul torso di<br />

Dave e si affondò il coltello nella gola.<br />

Il debole grido venne da me, non da lui, alla vista del suo collo tagliato in due. Bones mi aveva avvertito che<br />

avrebbe fatto impressione, ma un conto era sentirlo dire e un altro vederlo. Con la sua energia, obbligò il sangue a<br />

uscire dal proprio corpo. Questo lo fece in flussi cremisi. Dovette tagliarsi il collo altre tre volte dopo che fu<br />

guarito, e sentimmo altri rumori di cattiva digestione da parte delle truppe. Quando il flusso rosso infine rallentò,<br />

Bones posò il coltello e fece un cenno ai restanti donatori.<br />

«Muovetevi» sibilai quando esitarono.<br />

Uno alla volta i sette uomini s’inginocchiarono, Bones bevve dal loro collo, e poi si spostarono con passo<br />

malfermo. Quando l’ultimo si diresse verso l’unità medica, Bones si riaprì l’arteria e il rubinetto ripartì.<br />

Cominciò a succedere qualcosa. Riuscii a sentirlo prima ancora di vederlo. L’aria si caricò d’energia. Mentre<br />

mi scivolava addosso, mi si accapponò la pelle. Il sangue continuava a zampillare nel petto di Dave, traboccando<br />

dalla cavità, e poi il mio stesso cuore si fermò per un secondo quando gli vidi muovere un dito.<br />

«Cristo santo» mormorò Tate.<br />

Dave piegò la mano, flettendola. Poi fu la volta dei piedi, con le dita che sussultavano sporadicamente proprio<br />

mentre il torrente di sangue tornava a sgorgare da Bones.<br />

«Gliene serve ancora. Fate venire altri sei uomini» sbraitò Rodney, visto che con la gola aperta Bones faticava<br />

a parlare.<br />

Gridai l’ordine, incapace di distogliere lo sguardo. Altri donatori fecero a gara per radunarsi. Rodney li tenne<br />

efficacemente davanti a Bones abbastanza a lungo perché avvenisse il rifornimento, e poi ciascuno venne<br />

trascinato via dai medici. Freddamente sperai che avessero portato abbastanza plasma, perché stava occorrendo<br />

molto più sangue di quanto ci fossimo aspettati.<br />

Quando Dave inclinò la testa da una parte e aprì gli occhi, caddi in ginocchio. Rodney gli rimise sul petto il<br />

frammento di cassa toracica come se fosse un pezzo di puzzle che andava a posto. Bones ripulì la zona con il<br />

sangue che gli si era raccolto intorno, e io dovetti provare due volte prima di riuscire a parlare.<br />

«Dave?»<br />

La sua bocca si aprì e si richiuse prima che una risposta scommessa mi facesse scendere le lacrime lungo le<br />

guance.<br />

«Cat? Il vampiro… è scappato?»<br />

Gesù, pensava di essere ancora nella grotta in Ohio! Aveva senso, dato che era il suo ultimo ricordo. Bones e<br />

Rodney si spostarono. Juan piangeva, mormorando qualcosa in spagnolo. Tate s’inginocchiò, sotto shock, prima<br />

di toccare la mano di Dave e scoppiare in lacrime per la stretta che ricevette in risposta.<br />

«Non ci credo. Cazzo, non ci credo!»<br />

Dave aggrottò le sopracciglia nella nostra direzione.<br />

«Cos’è successo? Voi ragazzi avete un aspetto terribile… Sono in ospedale?»<br />

Aprii la bocca per rispondere quando lui all’improvviso si spostò indietro e si alzò.<br />

«C’è un vampiro! Cosa…»<br />

Alla fine notò il sangue. Dov’era seduto a qualche centimetro di distanza, ne era coperto anche Bones. Tenni<br />

Dave per le spalle e gli parlai con impellenza.<br />

«Non muoverti per ora. Il tuo torace non si è ancora completamente saldato insieme.»<br />

«Cosa…?» Si guardò in basso, e poi osservò la zona ricoperta dalla tenda prima che i suoi occhi si posassero<br />

sulla bara e sulla lapide che portava il suo nome.<br />

«Dave, ascoltami.» La mia voce era rauca. «Non preoccuparti del vampiro; non ti farà del male. Nemmeno il<br />

ghoul accanto a lui. Tu… tu non sei stato ferito in quella grotta nell’Ohio. Sei stato ucciso. Questa è la tua tomba,


e quella è la bara nella quale sei stato negli ultimi tre mesi. Quel giorno sei morto, ma… noi ti abbiamo riportato<br />

indietro.»<br />

Mi fissò come se fossi impazzita, poi un sorriso straziante gli increspò le labbra.<br />

«Stai cercando di spaventarmi perché ho disubbidito agli ordini. Sapevo che ti saresti infuriata, ma non avrei<br />

mai pensato che saresti arrivata a questo punto…»<br />

«Non sta cercando di spaventarti» gracchiò Tate fra le lacrime. «Sei morto. Ti abbiamo visto morire.»<br />

Dave lanciò un’occhiata preoccupata a Juan, che deglutì e l’abbracciò forte, strisciandogli dietro.<br />

«Mi amigo, eri morto.»<br />

«Ma cosa… come…»<br />

Andai da Bones e Rodney, mettendo una mano su entrambi.<br />

«Avevamo una scelta, Dave, e adesso devi farla anche tu. Questi due ti hanno riportato indietro, ma c’è un<br />

prezzo da pagare. La tua umanità è morta con te, e niente può cambiarlo. Ora sei con noi solo… perché sei un<br />

ghoul. Mi dispiace tantissimo di non averti avvertito in tempo quando quel vampiro è uscito di corsa dalla grotta.<br />

Ti ha ucciso, ma puoi continuare a vivere da… non-morto.»<br />

Mentre guardava noi, ciò che lo circondava e poi la pietra tombale, i tratti del suo viso si riempirono di<br />

diniego.<br />

«Senti, amico, toccati il collo» disse Bones in modo pratico. «Non hai pulsazioni. Prendi quel coltello.» Indicò<br />

lo strumento che era stato occupato tutta la sera. «Passatelo sulla mano e guarda cosa succede.»<br />

Con cautela Dave si mise due dita sulla gola, aspettò, poi spalancò gli occhi. Afferrò la lama insanguinata e se<br />

la fece scorrere rapidamente sull’avambraccio. Ne sgorgò una sottile linea di sangue prima che la pelle si<br />

richiudesse accuratamente, e poi Dave urlò.<br />

Abbandonai la mia precedente posizione e gli strinsi la mano. «Dave, lascia che ti dica per esperienza che si<br />

può superare un lignaggio inaspettato. Siamo ciò che diventiamo, non importa cosa. Non importa. Sei ancora tu.<br />

Continui a ridere, piangere, fare il tuo lavoro, perdere a poker… Ti vogliamo tutti bene, ascoltami, c’è di più in te<br />

del battito cardiaco! Molto di più.»<br />

Cominciò a piangere, lacrime rosa gli fuoriuscivano dagli occhi. Juan, Tate e io lo avvolgemmo in un abbraccio<br />

di gruppo, coprendolo mentre tremava. Infine ci spinse indietro e si asciugò gli occhi, fissando il sangue sulle sue<br />

dita.<br />

«Non mi sento morto» sussurrò. «Ricordo… di averti sentito urlare, Cat, e di aver visto il tuo volto, ma non<br />

ricordo di morire! E come faccio a vivere se sono morto?»<br />

La risposta di Tate fu feroce: «Morto è ciò che riempiva quella cassa, non ciò che sei adesso. Sei mio amico e<br />

lo sarai sempre, chi se ne frega di cosa mangi. Non credevo a quel cazzone pallido quando ha detto che poteva<br />

svegliarti, ma eccoti qui e non osare pensare di tornare a coprirti di terra, perché ho bisogno di te, amico. E’ stato<br />

un inferno senza di te.»<br />

«Mi sei mancato, amigo» disse Juan con un bile accento da risultare quasi incomprensibile. «Non puoi<br />

lasciarmi di nuovo. Tate è noioso e Cooper vuole solo allenarsi. Devi restare.»<br />

Dave ci fissò. «Cos’è successo perché ora abbiate un vampiro e un ghoul che resuscitano i morti per voi?»<br />

Gli afferrai l’altra mano. «Vieni con noi e ti diremo tutto in proposito. Starai bene, te lo prometto. Eri abituato<br />

a fidarti di me una volta; ti prego, per favore, fidati di me anche adesso.»<br />

Rimase seduto dov’era, fissando in silenzio la lapide e i volti accanto a sé. Alla fine un sorriso ironico gli<br />

increspò le labbra.<br />

«La cosa più strana di tutte è che mi sento bene. Ho la testa come nell’ovatta, ma per essere un morto mi<br />

sento piuttosto alla grande, dannazione. Siamo in un cimitero?»<br />

A un mio cenno affermativo, si alzò con lentezza. «Odio i cimiteri. Andiamocene da qui, cazzo.»<br />

Gli gettai le braccia al collo e versai altre lacrime, ma stavolta tra esse sorridevo.<br />

«Ti seguo a ruota.»


Juan lo condusse fuori dalla tenda. Senza parlare, Don gli mise una mano sulle spalle, anche i suoi occhi erano<br />

lucidi, mentre si allontanavano a piedi. Bones era ancora seduto a terra accanto a Rodney. Mi lanciai su di lui così<br />

forte che lo atterrai, incurante del sangue di cui era inzuppato. Lo baciai con tutta la mia gioia, e quando alla fine mi<br />

tirai indietro, sorrise.<br />

«Prego.»<br />

«Ehm,» Rodney fece un largo sorriso «ho aiutato anch’io, ricordi?»<br />

In segno di gratitudine gli d iedi un fervente bacio con la lingua per cui Bones mi strattonò all’indietro con uno<br />

sbuffo divertito.<br />

«Questo ringraziamento può bastare, piccola. Non riusciresti più a liberartene se proseguissi.»<br />

«Hai un aspetto terribile, Bones. Gesù, è una cosa sempre così brutale?» Alla domanda rispose Rodney. «No,<br />

di solito no. Normalmente per questo giochetto ne basta mezzo lit che avrebbe funzionato. Sei fortunata che<br />

Bones sia forte.»<br />

«Sono fortunata» mi dissi d’accordo, ma non solo per quel motivo.<br />

«Ehi, Guardiano di Cripte.»<br />

Era Tate, e sul volto aveva un’espressione risoluta.<br />

«Io mantengo sempre la parola, perdo sono venuto a scusarmi. Mi dispiace di aver detto che sparavi cazzate<br />

e, in questo caso, sono maledettamente entusiasta di essermi sbagliato. Però, siccome i vampiri sono più per i fatti<br />

che per le parole, puoi bere un sorso a mie spese. Hai un aspetto di merda. Ti ha mai detto nessuno che sei<br />

troppo pallido?»<br />

Bones rise. «Una volta o due e, dato che sono esausto, accetterò la tua offerta.»<br />

Si alzò in piedi e Tate inclinò la testa. «Non mi baci prima?» osservò maliziosamente.<br />

Bones non rispose, ma si limitò ad affondargli i denti dentro. Dopo un minuto, la sua testa bionda si sollevò.<br />

«Scuse accettate. Micetta, non vogliamo far aspettare ulteriormente il tuo amico. Ha molto da imparare.<br />

Rodney, abbiamo apprezzato tantissimo il tuo aiuto, ma so che vuoi andare. Ti chiamo fra qualche giorno.»<br />

Diedi al ghoul un ultimo abbraccio prima che scomparisse nella notte. Bones s’incamminò circondandomi con<br />

un braccio, mentre Tate teneva il passo al mio fianco.<br />

«Dobbiamo ancora affrontare mia madre» dissi.<br />

«Li effetti, sì. Non possiamo certo andare avanti con lei che cerca sempre di uccidermi. Ma non temere: non<br />

sarà più difficile da affrontare che resusdtare un morto.»<br />

«Non esserne tanto sicuro.» Ma nemmeno mia madre poteva smorzare il mio buonumore. Non con la tomba<br />

vuota dietro di me e il suo precedente occupante davanti a noi, che d aspettava accanto alla macchina.


Ringraziamenti<br />

Quest’ultimo anno mi ha fatto veramente capire perché nei libri ci sia una pagina dei ringraziamenti. La prima<br />

stesura si può scrivere in solitudine, ma tutto il resto no.<br />

In primo luogo voglio ringraziare Dio, per avermi concesso quello per cui non avevo nemmeno osato pregare.<br />

Poi voglio ringraziare mio marito, Matthew, per avermi dato l’amore e il sostegno che mi hanno fatto credere<br />

di poter inseguire i miei sogni, e per avermi accettato così come sono, il che ha fatto tutta la differenza.<br />

Desidero ringraziare i fan della serie. Per me il vostro entusiasmo per i miei personaggi significa più di quanto<br />

potrò mai esprimere.<br />

Devo un enorme grazie alla mia editor, Erika Tsang, che per questo si è davvero rimboccata le maniche<br />

insieme a me. A parte il suo eccezionale feedback su ciò che era e non era necessario affinché questa storia<br />

venisse raccontata, ha anche passato un’ora con me a discutere le varie possibili diete di un ghoul (spero che alla<br />

fine ti sia tornato l’appetito!). Sei la migliore, Erika.<br />

Grazie anche alla mia agente, Rachel Vater. Non so immaginarmi nessun altro che mi aiutasse durante questo<br />

viaggio.<br />

Sono immensamente grata a Tom Egner, per le stupende copertine. E un ulteriore grazie alle meravigliose<br />

persone della Avon Books, che hanno reso tanto piacevole la mia esperienza nel mondo dell’editoria. I miei più<br />

sinceri ringraziamenti a Melissa Marr, Jordan Summers, Mark Del Franco e Rhona Westbrook, per aver letto il<br />

libro e avermi mantenuto sulla retta via. Grazie anche a Vicky Pettersson, per tutte le ore d’incoraggiamento con le<br />

quali si è assicurata il compenso di una terapista.<br />

Ovviamente, sono grata alla mia famiglia, in particolare ai miei genitori e alle mie sorelle. Per me il vostro<br />

sostegno incondizionato ha significato moltissimo. Ultima cosa ma non meno importante, voglio ringraziare di<br />

nuovo Melissa Marr. Non potrai mai sapere quand’è stata importante la tua amicizia lungo questa strada<br />

sconosciuta e accidentata. Proverei a esprimerlo, ma sappiamo entrambe che con le parole sei più brava di me.


Incipit<br />

Pubblichiamo in anteprima<br />

l’incipit del terzo romanzo<br />

di questa serie,<br />

At Grave’s End (titolo originale)<br />

L’uomo sorrise, e io lasciai vagare lo sguardo sul suo viso. Aveva gli occhi di una graziosa sfumatura di<br />

azzurro, un colore che mi ricordava quelli di un husky. Se non fosse per il fatto che la persona seduta vicino a me<br />

non era un animale. E di certo non era neanche umano.<br />

«Ora devo lasciarti, Nick» dissi. «Grazie per i drink.»<br />

Mi strinse il braccio. «Prendine un altro, consentimi di godere del tuo bel viso ancora per un po’.»<br />

Repressi uno sbuffo di disappunto. Che adulatore, se apprezzava tanto il mio viso allora perché i suoi occhi<br />

rimanevano incollati alla mia scollatura?<br />

«Okay. Barman…»<br />

«Fammi indovinare.» Una voce profonda provenne dall’altra parte del bar e un volto sconosciuto ghignò nella<br />

mia direzione. «Un Gin tonic, giusto, Mietitrice?»<br />

Cazzo.<br />

Nick si irrigidì, e poi fece esattamente quello che temevo: iniziò a correre.<br />

«Codice rosso!» gridai, lanciandomi all’inseguimento del fuggitivo. Uomini armati in abiti scuri fecero irruzione<br />

nel bar, spingendo da parte i clienti.<br />

Mentre lo inseguivo, Nick mi scagliò contro delle persone. Venni colpita da corpi urlanti, che si dibattevano<br />

convulsamente, rendendo 0 mio tentativo di afferrarli e scagliare un coltello d’argento verso il cuore di Nick<br />

ancora più complicato. Una delle mie lame affondò nel torace del vampiro, ma troppo lontana dal cuore. Eppure<br />

non potevo soltanto lasciare che queste persone si spiaccicassero per terra come immondizia. Nick poteva<br />

pensare alle persone in questo modo, ma non certo io.<br />

La mia squadra si dispose a ventaglio, sorvegliando tutte le uscite e tentando di radunare il resto degli<br />

avventori fuori, per strada.<br />

Nick raggiunse la parte opposta del bar e si guardò intorno in modo frenetico. Io avanzavo con i miei coltelli<br />

d’argento, e i miei uomini con le loro pistole Desert Eagle spianate contro di lui.<br />

«Sei circondato.» Constatai dò che era ovvio. «Non farmi arrabbiare, altrimenti non mi troveresti più così<br />

graziosa. Consegna le ragazze.»<br />

Ne teneva due tra le grinfie, con una mano su ogni gola vulnerabile. Vedere il terrore negli occhi di quelle<br />

ragazze fece divampare la mia rabbia. Soltanto i codardi si nascondevano dietro gli ostaggi. O gli assassini, come<br />

Nick.<br />

«La mia fuga per le loro vite, Mietitrice» sibilò, nel suo tono non c’era più traccia di romanticismo. «Avrei<br />

dovuto saperlo. Hai una pelle troppo perfetta per essere umana, anche se ti batte il cuore e i tuoi occhi non sono<br />

grigi.»<br />

«Lenti a contatto. La scienza moderna è stronza.»<br />

I glaciali occhi di Nick stinsero nel bagliore verde dei vampiri, e le sue zanne scivolarono fuori.<br />

1


«E stato un incidente!» urlò. «Non volevo ucciderla, ho soltanto attinto troppo a lungo.»<br />

Un incidente? Oh, doveva aver voglia di prendermi in giro. «Il battito che rallentava avrebbe dovuto avvisarti»<br />

replicai. «Non tentare di rifilarmi queste stronzate: vivo con un vampiro, e non ha mai dovuto dire ‘Ops’ una<br />

volta.»<br />

Se possibile, Nick sembrò ancora più cinereo. «E se tu sei qui…»<br />

«E’ corretto, amico.»<br />

L’accento era inglese, e il tono letale. Invisibili onde di potere mi si riversarono sulla schiena quando i miei<br />

uomini si separarono per permettere a Bones, il vampiro di cui più mi fidavo - e che amavo - di passare.<br />

Nick non distolse lo sguardo, come avevo sperato. No, i suoi occhi non mi lasciarono mentre all’improvviso<br />

strattonava via la mia lama dal suo torace per pugnalare al petto una delle ragazze.<br />

Trasalii, prendendola istintivamente quando Nick me la lanciò.<br />

«Aiutala!» gridai a Bones, che scattò immediatamente verso Nick. Con una simile ferita, a meno che Bones<br />

non l’avesse guarita, avrebbe avuto solo pochi secondi da vivere.<br />

Ebbi il tempo di sentire Bones borbottare un’imprecazione prima di girare su sé stesso, abbandonando<br />

l’inseguimento di Nick per lasciarsi cadere sulle ginocchia vicino alla ragazza. Saltai dietro a Nick, imprecando a<br />

mia volta. Gli spari cessarono, ma solo per poco. Con il resto della clientela ancora strapazzata verso le porte, e<br />

Nick che si faceva scudo con l’altra ragazza, la mia squadra non poteva semplicemente aprire il fuoco. Lo sapeva<br />

Nick, e lo sapevo anch’io.<br />

Il vampiro scattò attraverso la folla in un balzo che sfidava la legge di gravità, lanciando la ragazza su uno dei<br />

miei uomini come se fosse stata un’arma. Il soldato più vicino cadde, impotente, con la ragazza sopra di lui, giusto<br />

in tempo per permettere a Nick di scendere in picchiata e scagliare lontano la sua pistola.<br />

Lanciai altri tre coltelli, ma con tutti gli spintoni che ricevevo dalla folla la mia mira era andata. Nick emise un<br />

grido quando si piantarono nella sua schiena, mancando il cuore. Poi si girò e fece fuoco su di me.<br />

In una frazione di secondo mi resi conto che, se avessi schivato, quei proiettili avrebbero colpito le persone<br />

che mi circondavano. Non erano mezzi vampiri come me; probabilmente sarebbero rimasti uccisi. Così mi feci<br />

forza… e in un attimo tutto vorticò in una forma indistinta, la mia testa venne bloccata contro il torace di Bones<br />

mentre tre forti vibrazioni lo scuotevano. I proiettili per me.<br />

Bones mi lasciò andare, roteando e volando per la stanza verso Nick, che tentò di arraffare un altro ostaggio<br />

senza riuscirci. Bones si gettò a corpo morto contro di lui, abbastanza forte da scagliare entrambi contro il muro.<br />

Io mi affrettai, superando la folla con un balzo, in tempo per vedere Bones mentre girava il coltello nel petto di<br />

Nick.<br />

Mi rilassai: l’argento rigirato nel cuore voleva dire sipario per Nick, così come per ogni altro vampiro.<br />

Bones girò la lama un’ultima volta per precauzione e poi estrasse il coltello, facendo guizzare lo sguardo su di<br />

me.<br />

«Sanguini» disse, con aria preoccupata.<br />

Mi toccai la guancia, dove la cintura o la scarpa di qualcuno mi aveva graffiata mentre Nick usava le persone<br />

come ostacoli per rallentarmi.<br />

«Ti hanno sparato e ti preoccupi per un mio graffio?»<br />

Bones venne verso di me, sfiorandomi il viso. «Io guarisco all’istante, amore. Tu no.»<br />

Anche se sapevo che stava dicendo il vero, non potei evitare di toccargli la schiena per assicurarmi che la sua<br />

pelle fosse liscia, non più carne affettata dai proiettili.<br />

«A proposito, qui ci sono dozzine di feriti che devi guarire. Potrai dedicarti al mio graffio più tardi.»<br />

Bones mi ignorò, passandosi il pollice sulle zanne e toccando il mio taglio dalla guanria alla bocca.<br />

«Per me tu vieni sempre per prima, micetta.»<br />

Nessun altro mi chiamava così. Per mia madre ero Catherine. La mia squadra mi chiamava Cat. Per i non<br />

morti ero la Mietitrice Rossa.


Leccai il sangue, sapendo che con lui era inutile discutere. Per di più mi sentivo anche io così nei riguardi di<br />

Bones, non potevo fard niente.<br />

«Va bene» dissi. Il bruciore sulla guancia ormai era passato. «Facciamola finita.»<br />

La ragazza che Nick aveva lanciato contro uno dei miei uomini giaceva poco distante. Bones le riservò<br />

un’ampia occhiata, vide che non aveva riportato danni fisici, e passò oltre.<br />

«Ma è… Lui non…» cominciò a balbettare, notando le sue zanne e gli occhi verdi brillanti.<br />

Le diedi delle pacche sulle spalle. «Non ti preoccupare, tra dieci minuti non ti ricorderai più niente.»<br />

«Ma… che…?»<br />

Ignorai il resto delle sue farneticazioni e cominaai a controllare le altre persone. Sembrava che nessuno fosse<br />

rimasto ucd-so, grazie al delo, salvo Nick. Bones aveva guarito l’altra ragazza che era stata presa in ostaggio. Ora<br />

la sola tracda rimasta sul suo petto era una macchia di sangue e uno strappo sulla maglietta dove era stato<br />

conficcato il mio coltello. Eravamo stati fortunati.<br />

«Qualche danno?» chiesi a Cooper, inginocchiato davanti a un avventore che mi era stato scaricato addosso.<br />

«Non troppi, comandante. Fratture multiple, abrasioni, contusioni, il solito.»<br />

Guardai Bones mentre si faceva strada tra i feriti in gravi condizioni per forzarli a inghiottire qualche goccia del<br />

suo sangue. Nulla funzionava meglio del sangue di vampiro per le guarigioni.<br />

«Un altro codice rosso, querida» osservò Juan, uno dei miei capitani. Indicò il vampiro sbruffone dall’altra<br />

parte della stanza, controllato da Dave, l’altro capitano della squadra. Dave era un ghoul, il che significava che<br />

poteva tenere il vampiro mentre si contorceva. Nessun umano della mia squadra avrebbe potuto.<br />

Annuii. «Sfortunatamente.»<br />

Juan sospirò. «È la terza volta di seguito. Non è facile camuffarti, anche con un colore degli occhi e dei capelli<br />

diverso.»<br />

Non stava dicendo nulla di nuovo. Colsi lo sguardo di Bones, e la sua espressione urlava chiaramente: ‘Te<br />

l’avevo detto, io.’<br />

Le cose si erano fatte più pericolose negli ultimi mesi. Troppe persone nel mondo dei non morti ormai<br />

sapevano che c’era un’umana mezzosangue che dava la caccia ai vampiri, e sapevano cosa guardare.<br />

Diedi un’occhiata truce al vampiro catturato. «Grazie per aver fatto saltare la mia copertura.»<br />

«Volevo solo offrirti un drink» farfugliò il vampiro. «Non ero sicuro che fossi tu, ma la tua pelle… sembra<br />

troppo perfetta per essere umana, non importa che tu respiri. E hai i capelli rossi, me ne sono accorto quando hai<br />

sollevato il braccio. Il riflesso dei peli non era biondo.»<br />

Sollevai il braccio, incredula, e lo ispezionai. Ora le avevo sentite tutte.

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