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Esperimento di diffrazione elettronica 17 maggio 2006<br />
1. Cos’è la diffrazione elettronica<br />
I fasci di elettroni danno interferenza quando attraversano strutture aventi lunghezze dell’ordine di<br />
h/p (circa 1 Å = 10 -10 m, dove h è la costante di Planck = 6,6·10 -34 J·s e p = mv la quantità di moto<br />
dell’elettrone non relativistico).<br />
De Broglie elaborò nel 1923 la storica tesi del comportamento ondulatorio dell’elettrone, secondo cui tale particella<br />
avrebbe dovuto comportarsi come onda di materia con lunghezza d’onda λ = h/p.<br />
La tesi di Louis de Broglie fu confermata, come tutti sanno, con gli esperimenti di Davisson e Germer e da G.P.<br />
Thomson nel 1927, i quali dimostrarono che fasci di elettroni generavano figure di diffrazione del tutto simili a quelle<br />
dei raggi X e che, applicando la legge dei Bragg, si poteva ricavare la lunghezza d’onda di tali onde in perfetto accordo<br />
con la formula di de Broglie.<br />
Nell’esperimento che vedremo, potremo considerare <strong>qui</strong>ndi il fascio di elettroni come un fascio di<br />
onde aventi la giusta lunghezza d’onda (né troppo grande né troppo piccola) per dare interferenza<br />
con i nodi reticolari di un campione di grafite policristallina, che sarà attraversato da tale fascio.<br />
La lunghezza d’onda λ si calcola usando la formula di de Broglie, ricavando la quantità di moto<br />
dalla tensione U che accelera gli elettroni (che si potrà regolare nell’esperimento).<br />
Energia cinetica degli elettroni = q e·U, dove q e è la carica dell’elettrone, 1,6·10 -19 coulomb.<br />
Poiché l’energia cinetica (a velocità molto più basse della velocità della luce) è data da ½m e v² (dove<br />
la massa dell’elettrone è m e = 9,1·10 -31 kg), possiamo ricavare la velocità dell’elettrone in funzione<br />
del voltaggio dato al cannone elettronico:<br />
½m e v² = q e·U<br />
<strong>qui</strong>ndi la quantità di moto p è:<br />
e λ = h/p =<br />
h<br />
2q e·m e·U<br />
v =<br />
2q e·U<br />
m e<br />
p = m e·v = 2q e·m e·U<br />
= K U , dove K = 1,228·10-9 in unità S.I. (U espresso in volt)<br />
Poiché il campione di grafite è policristallino, come accennai, non si genera un diffrattogramma<br />
puntiforme come si avrebbe per un monocristallo, ma una serie di cerchi concentrici (Figure di<br />
Debye- Scherrer), ovvero i raggi in uscita dopo l’attraversamento del cristallo daranno interferenza<br />
costruttiva lungo le superfici di coni concentrici a vari angoli θ 1 , θ 2 , ...dati, in questo caso, dalla<br />
legge di Fraunhofer, nλ = d i·senθ i .<br />
L'angolo θ 1 che misureremo corrisponde alla distanza reticolare d 1 della grafite in figura, cioè a<br />
metà altezza degli esagoni aventi per vertici atomi di carbonio.
2. Il campione da esaminare e l’obiettivo dell’esperimento<br />
Questo link consente una visualizzazione dinamica della struttura della grafite:<br />
http://www.geneva-link.ch/jdesiebenthal/physique/java/graphite3.html<br />
3. L’apparato sperimentale<br />
Approntato dal Prof. Dr. H.-J. Jodl in un laboratorio della<br />
Fachbereich Physik Technische Universität<br />
Erwin-Schrödinger-Str.<br />
67663 Kaiserslautern<br />
Germania (http://pen.physik.uni-kl.de/w_jodl/)<br />
Da sinistra verso destra: Modem, alimentatore in cc, cannone elettronico con raggio focalizzato<br />
sulla grafite e schermo fluorescente distante 135 mm dalla grafite stessa, webcam.
4. Cosa si deve misurare<br />
Una volta scelto un potenziale (tra 3 e 5 kilovolt) e messo in funzione il cannone elettronico, la<br />
webcam invierà le videate dello schermo, di questo tipo:<br />
3,0 kV 4,0 kV 5,0 kV<br />
Dal raggio dell’anello esterno (la scala è in cm), conoscendo il percorso lineare L = 135 mm dalla<br />
grafite allo schermo, si determina senθ 1 = R 1 /L. Quindi si applica l’equazione di Fraunhofer<br />
nλ = d 1·senθ 1 ponendo n = 1, per ricavare d 1 = λL/R 1.