scarica la pubblicazione - Teatro del pratello
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Ciò che mi ha colpito di più <strong>del</strong>lo spettacolo è stata non tanto <strong>la</strong> rappresentazione in<br />
sè, ma il modo in cui i ragazzi sembravano viver<strong>la</strong>. Vederli emozionati al termine di<br />
una scena mentre si guardavano intorno soddisfatti e mossi dall’emozione; vedere<br />
come nel recitare davano una ragione a ciò che dicevano. La vera bellezza di questo<br />
spettacolo non sta nel<strong>la</strong> costruzione, ma nell’impegno che vi è stato messo che ha<br />
dato risvolti sorprendenti. Dallo spettacolo sembravano fuoriuscire le emozioni dei<br />
ragazzi.<br />
Giorgia<br />
Lo spettacolo mi è rimasto molto impresso: prima di tutto perché è <strong>la</strong> prima volta<br />
che vedo recitare dei ragazzi che vengono da una realtà così diversa da quel<strong>la</strong> in<br />
cui vivo io.<br />
Camil<strong>la</strong><br />
Mi è piaciuta <strong>la</strong> scena dove cavalcavano il cavallo di legno, il dadà, perché anch’io<br />
di solito mi perdo nel<strong>la</strong> mia immaginazione. Mi piace molto immaginare, soprattutto<br />
il futuro, come sarò da grande.<br />
Grace0<br />
La scena che mi ha colpito di più: quel<strong>la</strong> in cui Tristram par<strong>la</strong> ai sui genitori mentre<br />
si dondo<strong>la</strong> sull’altalena e dice “preferisco stare qui dentro”, perché penso che, in<br />
qualunque posto tu sia, dentro <strong>la</strong> pancia <strong>del</strong><strong>la</strong> mamma o anche tra le quattro mura<br />
di un carcere, se sei protetto da qualcun altro, non hai paura di affrontare il mondo.<br />
Nicole