scarica la pubblicazione - Teatro del pratello

SERENDIPITÀ
24
La risata dell’uomo la intimidì
– cara signora, scusi se rido ma non mi era mai capitato
di esser scambiato per un milanese!
– ora che me lo fa notare, il suo accento la tradisce,
la sua cadenza mi fa tornare alla mente casa mia
– casa sua?
– si, Sicilia, è da quando sono piccola che mi son trasferita al nord
con i mie genitori
– curioso, anche io vengo dalla Sicilia, la cosa che rimpiango di più
è certamente il mare
– ah non me ne parli, la più bella estate che ho passato li, purtroppo,
è stata anche l’ultima, ho incontrato il mio primo amore
ma non voglio annoiarla con i mie malinconici ricordi
– non c’è problema, anzi, le dirò, ciò che mi ha appena detto ha risvegliato
in me un ricordo che credevo di aver perso. Proprio riguardo il mare,
proprio riguardo la mia infanzia e proprio riguardo l’amore.
Ricordo la bambina che aveva rapito il mio giovane cuore mi portava sempre
sul molo a guardare il tramonto, a parlare dei viaggi che avremmo voluto fare
– non ci credo! Che strana coincidenza, mi descriva quell’istante
– poi la riaccompagnavo a casa, quel suo bacio sulla guancia
accendeva in me ogni volta la speranza di rivederla
– ah si! E lei ha mai detto a quella bambina quello che provava?
– non ho fatto in tempo, è scomparsa, dicevano si fosse trasferita.
Altro starnuto.
La ragazza sollevando la testa vede sul fazzoletto il nome dell’uomo ricamato.
– per caso quella bambina aveva la casa in riva al mare vicino ad uno scoglio
da cui ci si poteva tuffare?
– come fa a saperlo?
– beh! Quella bambina ero io.
Non parlarono più.
Giunti alla stazione di Milano centrale, si salutarono sorridendosi e ancora una
volta le loro strade si separarono, forse, questa volta per sempre.
Francesco e Federica