scarica la pubblicazione - Teatro del pratello
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SERENDIPITÀ<br />
20<br />
Il caso vuole le nostre vite<br />
Le migliora, le rovina, le incasina<br />
Ma non le <strong>la</strong>scia mai in pace.<br />
E ci ritroviamo a pensare che poteva accadere, doveva accadere.<br />
Arrabbiati, felici o sorpresi.<br />
Il caso è imprevedibile ma infondo <strong>la</strong>scia sempre indizi.<br />
Come cenerento<strong>la</strong> e <strong>la</strong> sua scarpetta di cristallo.<br />
Il caso è fortuna,<br />
un dado che cade sul<strong>la</strong> faccia giusta,<br />
l’aver preso al volo l’autobus<br />
ma è anche perdita, oblio<br />
non ci si può opporre al caso,<br />
bisogna assecondarlo<br />
come i pesci con <strong>la</strong> corrente<br />
Laura<br />
Il caso vuole che io abbia paura di me stesso.<br />
Colpevole <strong>del</strong><strong>la</strong> mia volubilità emotiva, <strong>la</strong> sicurezza scema.<br />
Se qualcuno mi chiedesse di chi ho più paura credo che senza troppa esitazione<br />
risponderei “di me”.<br />
Il caso vuole che con me stesso io non sia sincero,<br />
che sia <strong>la</strong> persona che più mi mente, quel<strong>la</strong> che più mi tradisce.<br />
Se qualcuno mi chiedesse di chi io mi fidi di meno credo che senza troppi giri di parole<br />
risponderei “di me”.<br />
Il caso vuole che ci siano situazioni che ti consumano completamente, come un guscio<br />
vuoto, contenitore <strong>del</strong>l’inesistente.<br />
Ti dici: “sapevo che poteva accadere”.<br />
E anzi cambiando <strong>la</strong> tua impossibilità di cambiare alcunchè, con un velo di rassegnazione<br />
ma<strong>la</strong>mente ce<strong>la</strong>to, aggiungi un “doveva accadere”, abbandonandoti al caso ad occhi<br />
chiusi, aprendoti al vuoto che ti riempie.<br />
Talvolta ritorni cosciente <strong>del</strong> tuo vivere, diverso dal tuo esistere nelle mani <strong>del</strong> caso<br />
e colto nuovamente da un vortice di emozioni, ascolti come ti batte forte il cuore.<br />
Francesco