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Dicembre 2009 - Comune di Carrara

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Il mensile del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong><br />

Anno V n. 5 - Novembre-<strong>Dicembre</strong> <strong>2009</strong><br />

www.comune.carrara.ms.it/agora<br />

Agorà


Il mensile del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong><br />

Anno V n. 5 - Novembre-<strong>Dicembre</strong> <strong>2009</strong><br />

www.comune.carrara.ms.it/agora<br />

Agorà<br />

bUONE FESTE <strong>2009</strong><br />

IL PIù SINCERO AUGURIO<br />

DI UN FUTURO SERENO<br />

17-12-<strong>2009</strong> 8:52:37<br />

AGORÀ<br />

Mensile del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong><br />

Anno V n. 5 - Novembre-<strong>Dicembre</strong> <strong>2009</strong><br />

Direttore<br />

Angelo Zubbani<br />

Direttore Responsabile<br />

Vittorio Prayer Galletti<br />

Coor<strong>di</strong>namento<br />

Andrea Zanetti, Marco Tonelli,<br />

Vittorio Prayer<br />

Comunicazione/URP<br />

Elettra Casani<br />

Direzione, Amministrazione e Pubblicità<br />

Piazza Due Giugno 1, <strong>Carrara</strong><br />

tel. 0585 641276, fax 0585 641275<br />

e-mail: agora@comune.carrara.ms.it<br />

Autorizzazione Tribunale <strong>di</strong> Massa<br />

n. 373 del 31 gennaio 2005<br />

Realizzazione e<strong>di</strong>toriale<br />

SEA <strong>Carrara</strong><br />

Stampa<br />

Grapho Srl<br />

Copertina<br />

Le luminarie in piazza Alberica<br />

Questo numero è stato chiuso<br />

in tipografia giovedì 17 <strong>di</strong>cembre <strong>2009</strong><br />

Le festività <strong>di</strong> fine anno come occasione per affidare il tra<strong>di</strong>zionale scambio<br />

<strong>di</strong> auguri a poche riflessioni sincere, come merita l’occasione. Riflessioni<br />

che un sindaco affida alla comunità cui appartiene come elementi<br />

per costruire insieme, un para<strong>di</strong>gma comune per fronteggiare la barbarie,<br />

allontanare le incertezze e le minacce <strong>di</strong> povertà.<br />

Siamo una città che ha sempre cercato <strong>di</strong> cavarsela con le proprie risorse,<br />

e per questa nostra ostinata propensione abbiamo pagato nel tempo<br />

costi anche molto elevati, non ultimo un processo <strong>di</strong> marginalizzazione<br />

graduale che ha rischiato <strong>di</strong> spingerci alle periferie <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong>fficile<br />

da comprendere per i valori che lo ispirano, gli interessi che lo muovono,<br />

gli obiettivi che persegue.<br />

Questa spinta alla crescita in un unico sistema globale che azzera ogni<br />

identità a favore <strong>di</strong> una omologazione guidata dalla irragionevole ricerca<br />

<strong>di</strong> un profitto che non produce benessere ma solo ricchezze accentrate e<br />

ben eclissate, non appartiene alla tra<strong>di</strong>zione della nostra città; eppure con<br />

questa dobbiamo misurarci. Tuttavia talvolta si ha l’impressione che trovarsi<br />

ai margini <strong>di</strong> un sistema imperfetto possa non significare arretratezza<br />

bensì consapevolezza e dunque risorsa. In altre parole sono convinto che<br />

la nostra unicità possa rappresentare, in questa stagione <strong>di</strong> smarrimento,<br />

una formidabile ricchezza. Questo nostro pensiero <strong>di</strong>vergente, mai omologato,<br />

ostinatamente originale, orgoglioso della propria storia e delle fatiche<br />

con cui è stata scritta, non vuole piegarsi all’anomia sociale, alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

identità imposta.<br />

È ancora tra noi la memoria delle lotte e delle fatiche per cercare all’interno<br />

della comunità, in mezzo ad equilibri non facili, soluzioni eque che<br />

allontanassero lo spettro della miseria dalle nostre famiglie. Non è certo<br />

questa la stagione per cercare soluzioni in forme <strong>di</strong> autarchia municipale,<br />

ma è senza alcun dubbio la stagione <strong>di</strong> riscoprire le <strong>di</strong>fese legate alla consapevolezza<br />

<strong>di</strong> essere una comunità speciale: quella dei “Carrarini”.<br />

Tuttavia è tempo <strong>di</strong> riscoprire la memoria del nostro stare insieme, <strong>di</strong> costruire<br />

solidarietà, sentire <strong>di</strong> appartenere ad uno stesso popolo che, pur<br />

chiuso tra cielo, mare e montagna non si è mai sentito schiacciato, semmai<br />

più libero.<br />

L’augurio è che si impari a rafforzare l’identità del nostro essere comunità.<br />

All’interno <strong>di</strong> questa dobbiamo cercare le risposte per <strong>di</strong>alogare con “il<br />

mondo <strong>di</strong> fuori”; noi soli conosciamo il valore dei beni sui quali viviamo<br />

e dobbiamo impegnarci a costruire un sistema che produca ricchezza partendo<br />

dalle risorse che abbiamo ere<strong>di</strong>tato. Un sistema equo e accogliente<br />

che permetta a tutti i membri della nostra comunità <strong>di</strong> vivere con decoro<br />

sotto questo cielo. Qui, ed ora.<br />

Noi conosciamo, noi sappiamo stimare, noi dobbiamo anche saper costruire<br />

una prospettiva cre<strong>di</strong>bile e originale a misura della nostra unicità.<br />

Di fronte all’anno che viene il sindaco non domanda ulteriori deleghe;<br />

domanda semmai partecipazione attiva, convinto che ognuno rappresenti<br />

una risorsa. E non ci spaventano i conflitti, ci spaventa la rassegnazione ed<br />

il ritrarsi.<br />

Che sia dunque una stagione <strong>di</strong> feste vissuta con fiducia, una fiducia sostenuta<br />

dalla convinzione che la città <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> non abbandonerà nessuno e<br />

che insieme ce la si possa fare a costruire un futuro sereno per noi e per i<br />

carrarini <strong>di</strong> domani.<br />

Agorà è stampato su carta <strong>di</strong> pura<br />

cellulosa ecologica ECF.<br />

Angelo Zubbani<br />

Sindaco del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>


AgorÀ n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> pagina 2<br />

PIANO STRUTTURALE<br />

I CONTENUTI<br />

GLI STRUMENTI<br />

GLI ObIETTIVI<br />

La Variante al Piano Strutturale<br />

costituisce il nuovo<br />

strumento urbanistico che<br />

delinea le scelte ed i contenuti<br />

essenziali e strategici <strong>di</strong> assetto e<br />

<strong>di</strong> sviluppo del territorio comunale<br />

negli anni a venire, ponendosi<br />

al sostegno <strong>di</strong> una <strong>di</strong>namica<br />

economica nuova e variamente<br />

articolata, che, partendo dalla<br />

salvaguar<strong>di</strong>a e dalla valorizzazione<br />

della identità storica, culturale<br />

ed ambientale <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>, punta<br />

al potenziamento ed al miglioramento<br />

delle risorse locali e delle<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita della comunità<br />

carrarese.<br />

Ponendosi quale obiettivo strategico<br />

fondamentale lo sviluppo<br />

qualitativo e sostenibile <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong><br />

come città capitale del marmo,<br />

città <strong>di</strong> mare, città <strong>di</strong> cultura e<br />

turismo, città <strong>di</strong> servizi, il nuovo<br />

Piano muove dalla sud<strong>di</strong>visione<br />

del territorio in tre gran<strong>di</strong> sistemi<br />

territoriali con caratteri <strong>di</strong> sostanziale<br />

omogeneità: il sistema della<br />

pianura costiera, il sistema collinare<br />

e pedecollinare, il sistema<br />

dell’alta colline e della montagna.<br />

In<strong>di</strong>vidua poi alcuni sistemi funzionali,<br />

che sono trasversali ai sistemi<br />

territoriali e che risultano<br />

propedeutici alla definizione <strong>di</strong><br />

obiettivi riferiti a specifici ambiti<br />

che presentano propri caratteri, a<br />

tematiche la cui funzione è ritenuta<br />

<strong>di</strong> particolare interesse socioeconomico<br />

e storico-culturale, a<br />

strutture <strong>di</strong> rete. I sistemi funzionali<br />

sono in<strong>di</strong>viduati: nel Viale XX<br />

Settembre, nel marmo, nell’offerta<br />

turistica sostenibile della cultura e<br />

delle tra<strong>di</strong>zioni locali, nel torrente<br />

Carrione, nelle infrastrutture per<br />

la mobilità, negli impianti e reti<br />

tecnologiche.<br />

Foto <strong>di</strong> Simone Bertolini, Club Fotografico Apuano<br />

All’interno dei sistemi territoriali<br />

e tenuto conto dei sistemi funzionali<br />

in<strong>di</strong>viduati, vengono <strong>di</strong>sciplinate<br />

le unità territoriali organiche<br />

elementari (UTOE), che il nuovo<br />

Piano riduce a 12 attraverso una<br />

fusione basata essenzialmente su<br />

un’opera <strong>di</strong> semplificazione e <strong>di</strong><br />

migliore applicazione del <strong>di</strong>mensionamento<br />

degli inse<strong>di</strong>amenti e<br />

degli standars urbanistici, che ovviamente<br />

variano a seconda delle<br />

<strong>di</strong>verse destinazioni d’uso (residenziale,<br />

industriale/artigianale,<br />

terziaria/commerciale/ turisticoricettiva)<br />

Ri<strong>di</strong>segnato così il territorio comunale,<br />

il Piano <strong>di</strong>segna anche,<br />

sia pure in maniera emblematica<br />

e lasciando a successivi strumenti<br />

il compito <strong>di</strong> una più precisa definizione<br />

e perimetrazione, alcune<br />

macro aree che assumono un<br />

ruolo rilevante nei processi <strong>di</strong> trasformazione<br />

da attuare attraverso<br />

una progettazione unitaria e complessiva,<br />

dove le logiche <strong>di</strong> ambito<br />

prevalgono su quelle <strong>di</strong> una singola<br />

zona e dove si organizza una<br />

riqualificazione più ra<strong>di</strong>cale e <strong>di</strong>ffusa,<br />

che può coinvolgere anche<br />

un territorio più vasto.<br />

Si tratta dei cosiddetti “ambiti<br />

<strong>di</strong> trasformazione”, che sono sia<br />

aree libere, <strong>di</strong>smesse o sottoutilizzate<br />

pronte alla riqualificazione,<br />

sia aree industriali ad oggi ancora<br />

attive, sia aree appartenenti al tessuto<br />

residenziale esistente.<br />

Il Piano in<strong>di</strong>vidua tipi <strong>di</strong>fferenti<br />

<strong>di</strong> Ambiti, <strong>di</strong> cui tre sono definiti<br />

come strategici per localizzazione,<br />

vocazione e potenzialità: si tratta<br />

<strong>di</strong> Villa Ceci, il grande parco urbano<br />

della città, <strong>di</strong> Avenza-Stazione,<br />

il nuovo centro integrato per la<br />

mobilità; <strong>di</strong> San martino, il nuovo<br />

centro terziario della città.<br />

Accanto agli Ambiti, il Piano prevede<br />

poi aree <strong>di</strong> trasformazione,<br />

che sono aree <strong>di</strong> nuovo impianto<br />

e/o riutilizzo connotate da un<br />

generale stato <strong>di</strong> degrado, sulla<br />

cui definizione e classificazione si<br />

articola e si fonda la strategia <strong>di</strong><br />

trasformazione urbana. Tali aree<br />

non sono territorialmente in<strong>di</strong>viduate,<br />

ma vengono definite le <strong>di</strong>verse<br />

classi in cui esse si devono<br />

riconoscere e vengono delineate<br />

le caratteristiche e le regole <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento<br />

<strong>di</strong> ogni singola classe,<br />

in modo da facilitarne la classificazione<br />

e l’attuazione ogni volta che<br />

un’area si trova nelle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> poter essere trasformata.<br />

In particolare sono cinque le classi<br />

<strong>di</strong> aree in<strong>di</strong>viduate: le aree <strong>di</strong>smesse<br />

e da riconvertire, le aree <strong>di</strong><br />

riqualificazione, le aree <strong>di</strong> trasformazione<br />

urbana, le aree per attività<br />

integrate, le aree per attività<br />

produttive ed artigianali.<br />

Al fine <strong>di</strong> tutelare, salvaguardare<br />

e valorizzare la corretta utilizzazione<br />

<strong>di</strong> alcuni ambiti caratterizzati<br />

da particolari funzioni, livelli<br />

<strong>di</strong> qualità e relative prestazioni,<br />

il nuovo strumento urbanistico


pagina 3<br />

n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> AgorÀ<br />

Il Piano è il risultato <strong>di</strong> una lettura<br />

d’insieme, rispettosa della tra<strong>di</strong>zione,<br />

che permetta le migliori con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> vita e sostenga benessere ed<br />

equilibrio sociale ed economico<br />

adottato in<strong>di</strong>vidua alcune “invarianti”<br />

strutturali del territorio<br />

carrarese, quali gli ambienti umi<strong>di</strong><br />

(per es. la zona umida del battilanino),<br />

le aree prevalente naturalità<br />

<strong>di</strong>ffusa (per es. le pinete litoranee),<br />

le aree <strong>di</strong> interesse agricolo,<br />

gli inse<strong>di</strong>amenti esistente che rappresentano<br />

elementi fondamentali<br />

dell’identità del territorio, le<br />

aree <strong>di</strong> valore paesaggistico-naturalistico-ambientale,<br />

gli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong><br />

interesse storico, l’arenile, le sorgenti,<br />

le aree comprese nel Parco<br />

Regionele delle Apuane, i percorsi<br />

escursionistici e turistici, la rete<br />

museale e bibliotecaria citta<strong>di</strong>na.<br />

Tutti i contenuti e gli strumenti<br />

previsti dal Piano sono conformi<br />

agli obiettivi ed agli in<strong>di</strong>rizzi per<br />

la programmazione del governo<br />

del territorio, che sono stati assunti<br />

dallo stesso piano per guidare<br />

il processo <strong>di</strong> trasformazione e<br />

lo sviluppo qualitativo e sostenibile<br />

della città. Tra questi obiettivi<br />

sono ricompresi:<br />

- la preferenza accordata al recupero<br />

ed alla riqualificazione urbanistica<br />

ed e<strong>di</strong>lizia, offrendo<br />

la possibilità <strong>di</strong> ristrutturare gli<br />

inse<strong>di</strong>amenti esistenti per renderli<br />

più adeguati alle moderne<br />

esigenze dei citta<strong>di</strong>ni;<br />

- la tutela <strong>di</strong> tutto ciò che rappresenta<br />

la memoria storica e<br />

l’identità culturale della città;<br />

- il rilancio delle aree industriali<br />

attraverso mirate politiche territoriali<br />

tali da renderle nuovamente<br />

competitive rispetto ad<br />

altre aree concorrenti e facilitare<br />

così nuovi investimenti;<br />

- il potenziamento delle infrastrutture,<br />

a cominciare dal porto<br />

e dal completamento della<br />

strada dei marmi;<br />

- il rilancio turistico <strong>di</strong> tutto il<br />

territorio che non può prescindere<br />

dal marmo, dalla cultura,<br />

dal mare (con particolare riguardo<br />

al porto turistico), dal<br />

complesso fieristico, dai prodotti<br />

tipici, dai saperi e dalle<br />

tra<strong>di</strong>zioni locali;<br />

- l’incentivazione del settore ricettivo-alberghiero;<br />

- il miglioramento della qualità<br />

della vita nei centri abitati,<br />

attraverso la dotazione <strong>di</strong> adeguati<br />

servizi, <strong>di</strong> spazi pubblici e<br />

aree ver<strong>di</strong>, <strong>di</strong> arredo e decoro<br />

urbani, <strong>di</strong> salubrità del territorio<br />

e dei fabricati;<br />

- il potenziamento e la riorganizzazione<br />

della mobilità complessiva,<br />

con interventi sulla viabilità,<br />

sul traffico, sul sistema della<br />

sosta e dei parcheggi.<br />

Per ultimo merita <strong>di</strong> essere sottolineata<br />

un’altra caratteristica fondamentale<br />

assunta dal nuovo Piano,<br />

quella della perequazione urbanistica<br />

compensativa generalizzata,<br />

strumento che è previsto per tutti<br />

i nuovi ambiti <strong>di</strong> trasformazione,<br />

con regole e criteri che saranno<br />

poi <strong>di</strong>sciplinati dai successivi atti<br />

<strong>di</strong> governo del territorio, a cominciare<br />

dal regolamento urbanistico.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un meccanismo<br />

che tende a favorire l’incontro tra<br />

i <strong>di</strong>ritti dei privati e le aspettative<br />

pubbliche, che non riguarda in<br />

particolare questa o quella area,<br />

ma che, in un contesto <strong>di</strong> chiarezza<br />

e <strong>di</strong> regole precise, potrà interessare<br />

tutte le <strong>di</strong>verse situazioni<br />

in un confronto aperto tra i singoli<br />

e l’Amministrazione comunale.<br />

PIANO STRUTTURALE<br />

UNA CITTÀ CAPACE<br />

DI DISEGNARE<br />

IL PROPRIO FUTURO<br />

Nell’impostare ed elaborare la Variante al Piano Strutturale adottata<br />

pochi giorni fa dal Consiglio Comunale, abbiamo innanzitutto<br />

tenuto conto dei no<strong>di</strong> problematici del Piano Strutturale 1997,<br />

constatando come alcune delle principali previsioni <strong>di</strong> quel piano<br />

abbiano <strong>di</strong> fatto prodotto l’incapacità ad avviare quegli interventi<br />

cui era stato affidato il compito <strong>di</strong> trasformare e riqualificare in<br />

modo sostanziale la città.<br />

Valgono per tutti gli esempi dei cosiddetti “Progetti d’Area” e del<br />

sistema funzionale del torrente Carrione: per i primi, le in<strong>di</strong>cazioni<br />

e le scelte funzionali del Piano 1997 si sono <strong>di</strong>mostrate inadeguate<br />

e quanto meno improprie, sia rispetto al tessuto esistente<br />

che alle potenzialità operative, e pertanto incapaci <strong>di</strong> agevolare<br />

ed avviare una possibile proposta <strong>di</strong> trasformazione; per il secondo,<br />

le più recenti ricognizioni sullo stato <strong>di</strong> fatto e le conseguenti<br />

analisi sulle potenzialità delle attività inse<strong>di</strong>ate, hanno portato a<br />

considerare problematiche e quin<strong>di</strong> sconsigliabili l’ipotesi <strong>di</strong> delocalizzazione<br />

e la trasformazione dell’asta produttiva in parco<br />

fluviale.<br />

Ma assieme a questa constatazione <strong>di</strong> natura più tecnica, abbiamo<br />

svolto anche una accurata riflessione <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne più politico,<br />

cercando <strong>di</strong> raccogliere e decifrare i segnali che in questi ultimi<br />

anni la città ha inviato: segnali <strong>di</strong> una ostinata resistenza, sostenuti<br />

da una volontà tenace legata alla riscoperta <strong>di</strong> quella che si<br />

potrebbe definire “carrarinità”.<br />

Abbiamo, cioè, l’impressione <strong>di</strong> una città che prende coscienza<br />

della necessità <strong>di</strong> riscoprire la propria identità come risorsa prima,<br />

che merita <strong>di</strong> essere valorizzata e non certo tra<strong>di</strong>ta. Ma nello<br />

stesso tempo, una città che guarda avanti, che cerca <strong>di</strong> anticipare<br />

il futuro e, per quanto possibile, <strong>di</strong> creare le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> un<br />

generale miglioramento.<br />

Da qui la sfida che abbiamo voluto raccogliere con il nuovo Piano<br />

Strutturale: quella <strong>di</strong> ricercare un equilibrio tra passato e futuro,<br />

con scelte e strumenti che non impoverissero il patrimonio ricevuto,<br />

ma tendessero semmai a valorizzarlo.<br />

Un Piano, quin<strong>di</strong>, che è espressione della voglia <strong>di</strong> rinascere proprio<br />

in virtù dell’identità che in questi anni la città sta riscoprendo,<br />

coniugata con la voglia <strong>di</strong> rinnovarsi, fi presentarsi <strong>di</strong> fronte al<br />

futuro in una veste migliore che indubbiamente merita.<br />

È una sfida complessa e per affrontarla abbiamo cercato <strong>di</strong> assumere<br />

la prospettiva che ci restituisce la visione <strong>di</strong> un territorio<br />

come un mosaico, composto da tanti pezzi <strong>di</strong>stinti tra loro e con<br />

identità a volte storicamente <strong>di</strong>verse, ma da ricondurre ad un insieme<br />

unico, funzionale, armonico ed anche bello.<br />

Questo è il para<strong>di</strong>gma che sostiene il Piano: una lettura d’insieme<br />

rispettosa della tra<strong>di</strong>zione, accompagnata dalla ricerca della<br />

massima funzionalità del tessuto urbano, che permette le migliori<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita e per sostenere benessere ed equilibrio, sociale<br />

ed economico.<br />

Pur in un momento <strong>di</strong> grande <strong>di</strong>fficoltà, abbiamo voluto adottare<br />

un Piano Strutturale che guarda oltre la crisi, che, pur non<br />

rinunciando ad una sana dose <strong>di</strong> realismo, si propone <strong>di</strong> offrire<br />

alla comunità carrarese la possibilità <strong>di</strong> affermarsi in virtù delle<br />

proprie risorse, competenze, ambizioni e capacità.<br />

Ci siamo immaginati una città che non si lascia sorprendere, ma<br />

che assume su <strong>di</strong> sé la responsabilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare il proprio futuro,<br />

cercando <strong>di</strong> valorizzare le proprie risorse con intelligenza,<br />

impegno e sentimento: tutto questo abbiamo cercato <strong>di</strong> trasferire<br />

nel Piano Strutturale adottato.<br />

Angelo ZubbAni


AgorÀ n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> pagina 4<br />

CANTIERE NAVALE<br />

CERTEZZE E QUALITÀ<br />

DEL LAVORO.<br />

NOI CI SIAMO E CI SAREMO.<br />

http://www.nca-spa.it<br />

L’Amministrazione Comunale<br />

ha sempre sostenuto<br />

che il Cantiere<br />

Navale <strong>di</strong> Marina <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong><br />

non è solo simbolo <strong>di</strong> lavoro<br />

e dell’occupazione <strong>di</strong> qualità,<br />

ma è anche l’emblema <strong>di</strong><br />

gran<strong>di</strong> capacità professionali<br />

che lo hanno portato ad essere<br />

considerato come una delle<br />

eccellenze della cantieristica<br />

italiana.<br />

Difendere questo caposaldo,<br />

per chi esprime anche posizioni<br />

politiche saldamente<br />

legate al mondo del lavoro,<br />

non è solo un dovere istituzionale<br />

ma anche la tutela <strong>di</strong><br />

un patrimonio fatto <strong>di</strong> storie<br />

personali, <strong>di</strong> lotte sindacali,<br />

<strong>di</strong> mobilitazione della Città e<br />

delle Istituzioni per <strong>di</strong>fendere<br />

questa eccellente realtà.<br />

Un grande capitale forte <strong>di</strong><br />

competenze ed esperienze,<br />

ma oggi fragile perché deve<br />

confrontarsi non solo con le<br />

leggi <strong>di</strong> mercato che ha sempre<br />

saputo affrontare, ma poichè<br />

deve fronteggiare il passaggio<br />

forse più <strong>di</strong>fficile della<br />

sua storia.<br />

Per affrontare il mercato, per<br />

concorrere con serie possibilità<br />

<strong>di</strong> successo all’acquisizione<br />

<strong>di</strong> commesse importanti che<br />

possano mantenere il cantiere<br />

ancorato alla sua missione storica<br />

(quella della navalmeccanica),<br />

così come chiedono fermamente<br />

i lavoratori ed i loro<br />

rappresentanti, è necessario<br />

che la proprietà con<strong>di</strong>vida la<br />

richiesta e faccia scelte conseguenti<br />

mantenendo NCA<br />

nell’orbita pubblica. Inserendolo<br />

fra i cantieri che debbono<br />

essere considerati strategici<br />

per continuare a mantenere<br />

attiva in Italia una navalmeccanica<br />

che possa considerarsi<br />

tale. Senza la chiara volontà<br />

dell’azionista pubblico <strong>di</strong> garantire<br />

un futuro all’azienda e<br />

<strong>di</strong> mantenerla viva e competitiva,<br />

è molto <strong>di</strong>fficile ipotizzare<br />

scenari positivi.<br />

Negli ultimi mesi l’impegno<br />

del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> e delle<br />

Istituzioni: dall’Amministrazione<br />

provinciale a quella<br />

Regionale, a sostegno dei lavoratori<br />

e dell’azienda è stato<br />

totale e convinto, sebbene in<br />

una situazione <strong>di</strong> estrema <strong>di</strong>fficoltà<br />

per l’economia locale,<br />

già sofferente per la chiusura<br />

<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> aziende. Quin<strong>di</strong>,<br />

non possiamo permettere che<br />

uno dei capisal<strong>di</strong> dell’occupazione<br />

locale entri in crisi.<br />

Ma è una partita davvero <strong>di</strong>fficile<br />

oltre che assai complicata.<br />

Gran<strong>di</strong> realtà cantieristiche<br />

già inserite nell’ambito del<br />

controllo pubblico avvertono<br />

le <strong>di</strong>fficoltà, chiedono tutele e<br />

garanzie <strong>di</strong> commesse e stabilità<br />

<strong>di</strong> occupazione. Contano<br />

su numeri enormemente superiori<br />

ai nostri. E il nostro<br />

Cantiere, se non sarà definito<br />

un piano nazionale per la cantieristica<br />

che assegni anche a<br />

<strong>Carrara</strong> carichi <strong>di</strong> lavoro adeguati,<br />

non può affrontare da<br />

solo la partita e tanto meno<br />

sperare <strong>di</strong> vincerla.<br />

In questa ottica si collocano l’<br />

impegno personale del Sindaco<br />

ed i continui viaggi a Roma<br />

per incontrare tutti gli attori<br />

che possono offrire un contributo<br />

concreto a risolvere<br />

questo problema che riguarda<br />

non solo una grande azienda e<br />

i suoi lavoratori, ma anche la<br />

qualità dell’economia locale.<br />

È una partita <strong>di</strong>fficile questa<br />

che stiamo affrontando tutti<br />

assieme: lavoratori, sindacati<br />

e istituzioni con la consapevolezza<br />

che ogni passaggio, ogni<br />

incontro, ogni momento della<br />

trattativa possono essere decisivi.<br />

Sempre pronti a cogliere<br />

ogni opportunità e percorrere<br />

ogni piccolo sentiero che possa<br />

donare al nostro Cantiere<br />

un risultato positivo.<br />

Angelo ZubbAni


pagina 5<br />

n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> AgorÀ<br />

UN’ANNOSA QUESTIONE<br />

LA VERA STORIA<br />

DELLA “E”<br />

E DEL TRATTINO<br />

Un gruppo <strong>di</strong> persone che<br />

amano profondamente<br />

<strong>Carrara</strong> si sta battendo<br />

per riconquistare la<br />

fati<strong>di</strong>ca E tra le due città<br />

Correva il mese <strong>di</strong> luglio dell’anno<br />

1945 quando un eminente massese,<br />

furbacchione e malizioso, lungo il<br />

tragitto su rotaia nella linea “Massa Centro<br />

- Roma Termini”, tirò fuori dalla valigetta<br />

la deliberazione cartacea in calce riproposta.<br />

Inforcò gli occhiali da vista, estrasse il<br />

temperino a multilame e piano piano, con<br />

la cauta destrezza del bulinatore, raschiò<br />

via la E della appena ripristinata “Provincia<br />

<strong>di</strong> Massa e <strong>Carrara</strong>”.<br />

La sottile raspata, accuratamente data anche<br />

nel retro della delibera, sottrasse il segno<br />

ovoidale della “e” lasciando in evidenza<br />

solo il trattino, a bella posta scampato.<br />

Va da sé che l’allora Ministro dell’Interno,<br />

inconsapevole del piccolo-grande atto <strong>di</strong><br />

abrasione, nel pieno rispetto della “volontà”<br />

espressa da massesi e carrarini, sancì<br />

il ripristino della provincia <strong>di</strong> Massa con<br />

“trattino” <strong>Carrara</strong>.<br />

La rivelazione dell’avvenuto inghippo la<br />

fece <strong>di</strong>versi anni dopo nientemeno che<br />

l’On. Ministro Antonio Maccanico al suo<br />

amico Piermarco Fontana in sede romana,<br />

dopo avere aperto il plico e appuratone la<br />

“fregatura” della fati<strong>di</strong>ca E, con tracce <strong>di</strong><br />

raschiamento ancora in evidenza. Un falso<br />

storico per un falso in atto pubblico”; ma<br />

nel frattempo l’autore dal bisturi selvaggio<br />

del “Gratta e Vinci” tra Massa... <strong>Carrara</strong><br />

era morto e sepolto. Quin<strong>di</strong>, non luogo a<br />

procedere per ulteriori decenni.<br />

Ora compiamo un balzo in avanti nel tempo.<br />

Correva l’anno 1990 quando il compianto<br />

avvocato Piermarco Fontana costituì<br />

la “Associazione Provincia Nuova”, assieme<br />

a carrarini Doc quali Enzo boce<strong>di</strong>, Giorgio<br />

Lattanzi, Alessandro Conti, Sergio Lugarini,<br />

beniamino Gemignani ed altri il cui nome<br />

ci sfugge. Loro compito: ricercare tutta la<br />

documentazione antica a far si che la terra<br />

nostra riprendesse la vecchia denominazione<br />

<strong>di</strong> “Provincia <strong>di</strong> Massa e <strong>Carrara</strong>”. Proprio<br />

come lo era fino al 1938 quando il fascismo<br />

la tramutò in “Apuania”. Da troppi<br />

lustri con un pugno <strong>di</strong> persone che amano<br />

profondamente <strong>Carrara</strong> ci stiamo battendo<br />

per riconquistare quella fati<strong>di</strong>ca E tra le due<br />

città, che a nostro avviso è sinonimo <strong>di</strong> congiunzione<br />

e non <strong>di</strong> separazione. Il minuscolo<br />

congiungimento ristabilisce la verità storica<br />

e rende <strong>di</strong>gnità a <strong>Carrara</strong>, che da famosa nel<br />

mondo per il suo marmo e la sua civiltà <strong>di</strong><br />

lavoro, era stata ridotta alla stregua <strong>di</strong> aggettivo<br />

subalterno a Massa. Inau<strong>di</strong>to, per<br />

ciò che ha rappresentato <strong>Carrara</strong> nel corso<br />

della storia antica e moderna. Per tutto ciò<br />

che ha saputo magnificare nei 5 continenti<br />

grazie all’abilità dei suoi uomini e delle<br />

sue donne, dai titanici esempi <strong>di</strong> lavoro e<br />

<strong>di</strong> sacrificio espressi dai monti al mare. La<br />

vera storia della E tra le due città vicine trae<br />

origine dalla unificazione dell’Italia: “Decreto<br />

Farini” del 1860, mentre già nel 1927<br />

Il Golfalone Provinciale<br />

il grande poeta Giacomo Leopar<strong>di</strong> definiva<br />

per iscritto come realtà la denominazione <strong>di</strong><br />

“Massa <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>”… Al contrario e beffa<br />

nella beffa nel 1992 noi della “Associazione<br />

Provincia Nuova” ci accorgemmo che i<br />

“cugini” massesi avevano eliminato pure il<br />

famigerato trattino tra le due realtà civiche.<br />

E tramutato <strong>Carrara</strong> in semplice epiteto <strong>di</strong><br />

Massa. Ma ricorremmo subito al Tribunale<br />

Amministrativo Regionale (Tar), che ci dette<br />

ragione con formula ampia.<br />

Non è finita: pochi sanno che dopo la “fregatura”<br />

della E, e persino del trattino, oltre<br />

Foce ne avevano combinata un’altra:<br />

il Gonfalone Provinciale precedente l’anno<br />

1938, recante la <strong>di</strong>citura “Provincia <strong>di</strong><br />

Massa e <strong>Carrara</strong>” era stato fatto sparire.<br />

Sostituito ed esposto successivamente da<br />

quello falsamente ricamato a mano con<br />

sopra stampigliato “Provincia <strong>di</strong> Massa -<br />

<strong>Carrara</strong>”. Dopo peripezie varie abbiamo<br />

ritrovato quello originale.<br />

È incre<strong>di</strong>bile che ancora oggi si tergiversi<br />

sulla annosa e ormai farsesca questione.<br />

Per concludere, anche alla luce del “Decreto<br />

Calderoli”, ritengo sia giusto e sacrosanto<br />

che Oltre Foce non ci facciano perdere<br />

tempo ulteriore. <strong>Carrara</strong> ha il <strong>di</strong>ritto legittimo<br />

<strong>di</strong> riven<strong>di</strong>care non solo il ripristino<br />

della E tra le due città, ma anche quello <strong>di</strong><br />

riottenere il Capoluogo <strong>di</strong> Provincia per la<br />

pari <strong>di</strong>gnità storica e morale con Massa.<br />

Il Sindaco <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> Angelo Zubbani pochi<br />

giorni fa si è recato a Roma per ottenere giustizia.<br />

Quello <strong>di</strong> Massa è andato a Roma per<br />

mortificare ancora la nostra città. Il Presidente<br />

della Provincia invece si barcamena<br />

tentando <strong>di</strong> svalutare il riscatto <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>.<br />

Citta<strong>di</strong>ni, a voi l’analisi finale <strong>di</strong> questa<br />

“tragicomme<strong>di</strong>a” da troppi anni posta in<br />

essere tra Massa e/o trattino, e/o niente,<br />

e/o… sbarra… <strong>Carrara</strong>”.<br />

Pietro giorgeri


AgorÀ n. 5 - NOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> pagina 6<br />

LA VERA STORIA<br />

DELLA “E”<br />

E DEL TRATTINO<br />

DELIBERAZIONE della giunta comunale<br />

<strong>di</strong> carrara n. 130 SEDUTA<br />

n.14 del 9 luglio 1945<br />

OGGETTO: Ricostituzione dei Comuni <strong>di</strong><br />

<strong>Carrara</strong>, Massa e Montignoso.<br />

L’anno millenovecentoquarantacinque (1945)<br />

il giorno nove del mese luglio nella residenza<br />

comunale <strong>di</strong> Apuania-<strong>Carrara</strong>;<br />

Convocatasi la Giunta Comunale con le solite<br />

formalità, sotto la Presidenza del sig. Andrei<br />

Carlo, Sindaco, e con l’assistenza del Segretario<br />

Generale Dr. Giuseppe Santoni, intervennero<br />

alla seduta i Signori assessori:<br />

Grassi Gino, Giromella Dr. Giulio, Orlan<strong>di</strong><br />

Francesco, Del Papa Mario, Sivoli Dr. Giuseppe,<br />

Guidoni Giulio, Lattanzi Mario, Palla<br />

Emilio<br />

Essendo il numero legale per deliberare;<br />

LA GIUNTA<br />

Veduta la nota prefettizia in data 27 giugno<br />

1945 n. 829 Div. II, con la quale si invita l’Amministrazione<br />

Comunale ad esprimere il parere<br />

circa la separazione del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Apuania<br />

nei due Comuni <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> e <strong>di</strong> Massa ed eventualmente<br />

anche alla ricostituzione del <strong>Comune</strong><br />

<strong>di</strong> Montignoso;<br />

Ritiene <strong>di</strong> dover premettere quanto segue:<br />

Il Comitato Provinciale <strong>di</strong> Liberazione Nazionale<br />

<strong>di</strong> Massa e <strong>Carrara</strong>, investito, con mandato<br />

del Governo Democratico Italiano, della<br />

raprresentanza legittima del Governo stesso,<br />

decretava, in data 27 marzo 1945, come una<br />

delle prime, più importanti, sue decisioni, la<br />

<strong>di</strong>visione del <strong>Comune</strong> dì Apuania nei due Comuni<br />

<strong>di</strong> Massa e <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>.<br />

Le ragioni che avevano indotto il C.L.N. ad<br />

assumere il suddetto provve<strong>di</strong>mento possono<br />

riassumersi come segue:<br />

Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Apuania è una creazione recente;<br />

fu costituito con deliberazione del 16 <strong>di</strong>cembre<br />

1938, riunendo in un unico Ente I Comuni <strong>di</strong><br />

Massa, <strong>Carrara</strong> e Montignoso che esistevano<br />

da tempo immemorabile.<br />

Quale giustificazione della costituzione del<br />

nuovo <strong>Comune</strong> era stato addotto:<br />

- che la vita economica dei tre ex Comuni era<br />

fondata, prevalentemente e per con<strong>di</strong>zioni naturali,<br />

sopra una sola industria, quella marmifera<br />

- che le necessità della vasta zona industriale,<br />

creata nella fascia costiera del territorio dei Comuni<br />

<strong>di</strong> Massa e <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>, imponevano unità<br />

d’in<strong>di</strong>rizzo in tutte le provvidenze <strong>di</strong> carattere<br />

e<strong>di</strong>lizio, sanitarie, stradale e delle comunicazioni<br />

in genere, connesse allo sviluppo della zona<br />

stessa e che ciò non si sarebbe potuto conseguire<br />

se dette provvidenze fossero state stu<strong>di</strong>ate,<br />

decise ed attuate da Comuni <strong>di</strong>versi.<br />

Ma, invece, il vero motivo della fusione dei tre<br />

Comuni deve essere ricercato nella politica <strong>di</strong><br />

accentramento e <strong>di</strong> innovazioni a qualsiasi costo,<br />

dalla quale sono stati informati, in tutti i<br />

campi della vita nazionale, gli atti del Governo<br />

fascista nell’infausto periodo del suo funzionamento<br />

e che, a cominciare dai Principali organi<br />

amministrativi, si era esercitata fino alle cellule<br />

fondamentali della vita nazionale, quali sono i<br />

Comuni, tantoché il numero dei medesimi da<br />

oltre 10.000, quale era anteriormente all’avvento<br />

del fascismo, fu ridotto a circa 7.000,<br />

riunendo due o più Comuni limitrofi in uno<br />

solo o facendo assorbire da vari centri urbani i<br />

Comuni agli stessi limitrofi.<br />

Se nel caso <strong>di</strong> alcuni maggiori Comuni ciò poteva<br />

apparire giustificato dalla prorompente<br />

espansione del centro urbano (Milano, Torino,<br />

Genova), nella maggior parte degli altri casi,<br />

invece, nessuna ragione veramente fondata<br />

avrebbe potuto trovarsi; fu più che altro, cone<br />

si è detto uno sfogo <strong>di</strong> mania innovatrice che,<br />

data la natura del provve<strong>di</strong>mento, si inquadrava<br />

anche nella poIitica accentratrice del Regime,<br />

unita inoltre, nella quasi totalità dei casi,<br />

alle debolezze, ugualmente insite nel Regime,<br />

<strong>di</strong> dover sod<strong>di</strong>sfare a malintese ambizioni locali<br />

<strong>di</strong> cui si facevano pala<strong>di</strong>no gerarchi più o<br />

meno in vista.<br />

Questi e non altri furono i motivi che portarono<br />

alla costituzione del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Apuania,<br />

me<strong>di</strong>ante l’unificazione dei Comuni <strong>di</strong> Massa,<br />

<strong>Carrara</strong> e Montignoso.<br />

Ma, se i provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> unificazione dei Comuni<br />

hanno causato inconvenienti più o meno<br />

gravi quasi dappertutto, in nessun caso può<br />

ben affermarsi, le conseguenze sono state così<br />

dannose come quelle derivate della costituzione<br />

del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Apuania: perché in nessun<br />

altro caso le con<strong>di</strong>zioni, geografiche ed economiche,<br />

si opponevano in modo e misura così<br />

insormontabili alla sua attuazione.<br />

Tali <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni si verificavano e<br />

si verificano essenzialmente per i Comuni <strong>di</strong><br />

Massa e <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>;<br />

1˚ Difficoltà geografiche per la costituzione<br />

<strong>di</strong> un unico centro <strong>di</strong> vita comunale<br />

I territori dei due ex Comuni <strong>di</strong> Massa e <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong><br />

sono nettamente <strong>di</strong>visi da una vera linea<br />

non interrotta <strong>di</strong> vette e costoni montuosi che<br />

dalle più alte cime delle Alpi Apuane si prolunga,<br />

decrescendo man mano <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne, fino a<br />

circa km 2500 dal mare. I due centri urbani, capoluogo<br />

dei due Comuni, sono situati nelle due<br />

principali vallate poste ai due lati della detta<br />

catena montuosa <strong>di</strong>visoria e ben lontani dalle<br />

ultime propaggini della stessa; cosicchè nessuna<br />

possibilità poteva prospettarsi circa l’unificazione<br />

materiale dei due centri me<strong>di</strong>ante un<br />

futuro sviluppo e<strong>di</strong>lizio, anche artificiosamente,<br />

coattivamente, in<strong>di</strong>rizzato a tale scopo dato<br />

l’ostacolo montano che li <strong>di</strong>vide da un lato e<br />

data la considerevole <strong>di</strong>stanza che li <strong>di</strong>vide dal<br />

lato della pianura costiera.<br />

D’altronde, anche l’accorciamento delle <strong>di</strong>stanze<br />

me<strong>di</strong>ante un sistema <strong>di</strong> mezzi celeri<br />

fequentissimi <strong>di</strong> comunicazione, mentre si è<br />

<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> assai <strong>di</strong>fficile attuazione, anche<br />

perchè assai costoso, non raggiungerebbe affatto<br />

lo scopo, permarrebbero pur sempre nello<br />

stesso <strong>Comune</strong> due centri urbani nettamente<br />

<strong>di</strong>visi con le stesse particolare esigenze.<br />

2° Differenze <strong>di</strong> carattere economico<br />

Il territorio <strong>di</strong> Massa è essenzialmente agricolo.<br />

Vi si trovano bensì delle cave <strong>di</strong> marmo e<br />

qualche laboratorio; ma la base quasi esclusiva<br />

della vita economica della popolazione è fondata<br />

sull’agricoltura. Da ciò deriva anche una<br />

peculiarità <strong>di</strong> costumi e carattere della popolazione<br />

e pertanto <strong>di</strong> bisogni collettivi che si<br />

riflettono <strong>di</strong>rettamente sulle necessità inerenti<br />

all’organizzazione dei servizi pubblici.<br />

Il territorio <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> è invece in gran<strong>di</strong>ssima<br />

parte negato all’agricoltura.<br />

Con superficie assai minore del territorio <strong>di</strong><br />

Massa, quello <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>, mentre è assai più<br />

intensamente popolato, non si presta all’agricoltura<br />

che nelle ultime propaggini delle alture<br />

verso il mare e nella esigua fascia costiera <strong>di</strong><br />

appena due chilometri <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà.<br />

Il resto è montagna, nuda da ogni vegetazione,<br />

nella quale si svolge, però, una intensa attività<br />

che costituisce l’unica grande sorgente <strong>di</strong> vita<br />

economica della zona: l’escavazione del marmo<br />

<strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>.<br />

Nello stesso centro urbano e nel rimanente territorio<br />

tutte le energie sono de<strong>di</strong>cate alla lavorazione<br />

dei marmi nelle numerosissime segherie<br />

e laboratori, ed anche l’attività commerciale<br />

<strong>di</strong> gran lunga prevaente è quella del commercio<br />

dei marmi, greggi, segati e lavorati.<br />

La popolazione <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> è, perciò, costituita<br />

essenzialmente <strong>di</strong> addetti come <strong>di</strong>rigenti,<br />

artisti, impiegati ed operai, all’industria ed al<br />

commercio del marmo ed ha tutte le caratteristiche<br />

delle popolaziono dei centri industriali,<br />

con connessi particolari bisogni ai quali anche<br />

gli Enti citta<strong>di</strong>ni, a cominciare dal <strong>Comune</strong>,<br />

debbono adeguatamente provvedere.<br />

Queste <strong>di</strong>fferenze non sono state affatto eliminate<br />

dalla creazione della zona industriale,


pagina 7<br />

n. 5 - NOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> AgorÀ<br />

Pubblichiamo integralmente la Deliberazione del 9<br />

luglio 1945 nella quale viene decisa la separazione del<br />

<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Apuania nei tre comuni <strong>di</strong> Massa, <strong>Carrara</strong><br />

e Montignoso e che la provincia sia denominata,<br />

“come lo fu sempre, Provincia <strong>di</strong> Massa e <strong>Carrara</strong>”<br />

essendo pur sempre rimasta finora a base delle<br />

economie citta<strong>di</strong>ne, per Massa l’agricoltura e<br />

per <strong>Carrara</strong> l’industria del marmo; non solo ma<br />

è da ritenere per certo che permarranno anche<br />

qualora la zona industriale dovesse affermarsi -<br />

che, pur essendo nei voti <strong>di</strong> molti, non è per ora<br />

dato prevedere - perché rimarranno pur sempre<br />

prevalenti in <strong>Carrara</strong>, l’industria ed il commercio<br />

dei marmi ed in Massa l’agricoltura.<br />

Le <strong>di</strong>fferenze tra i due ex Comuni, quali come<br />

sopra descritte, non potevano che opporre una<br />

insormontabile <strong>di</strong>fficoltà alla <strong>di</strong>sposta unificazione;<br />

e <strong>di</strong> fatto la medesima, pur a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

oltre sei anni, è rimasta un mero atto formale.<br />

Ogni dei due centri, infatti, ha conservato una<br />

vita propria e nettamente <strong>di</strong>visa dell’altro, tantoob,<br />

NONOSTANTE ogni sforzo, non essendosi<br />

neppure riusciti ad unificare i servizi e gli<br />

uffici comunali, si è dovuto lasciare finora in<br />

piena efficienza i preesistenti uffici Comunali<br />

<strong>di</strong> Massa, <strong>Carrara</strong> e Montignoso, non solo, ma<br />

sono rimasti nettamente separati anche i ruoli<br />

delle imposte, tasse ed altri tributi, come separati<br />

uffici, oltre che per l’accertamento degli<br />

stessi anche per la loro esazione.<br />

Le <strong>di</strong>fficoltà che si sono dovute superare - spesso<br />

anche rasentando i limiti della legalità - per<br />

la costituzione ed il funzionamento <strong>di</strong> Commissioni<br />

Comunali composte promiscuamente <strong>di</strong><br />

citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Massa, <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> e <strong>di</strong> Montignoso,<br />

sono facilmente immaginabili, quando si ponga<br />

mente alle necessità inerenti alle riunioni <strong>di</strong><br />

detta Commissione in uno od in altro <strong>di</strong> detti<br />

centri in mancanza <strong>di</strong> una sede centrale del <strong>Comune</strong>,<br />

e dovendosi perciò superare gli inconvenienti<br />

derivati dalla deficienza dei mezzi <strong>di</strong> comunicazione<br />

senza contare le per<strong>di</strong>te d tempo<br />

e la conseguente gravosità degli incarichi per i<br />

singoli componenti, in genere esercitanti una<br />

libera attività, e perciò le numerose assenze<br />

degli stessi che hanno spessissimo causato la<br />

mancata legale vali<strong>di</strong>tà delle sedute per deficienza<br />

del numero dei presenti.<br />

Per quanto non così sostanziale come per la separazione<br />

tra <strong>Carrara</strong> e Massa, tuttavia ragioni<br />

importantissime sussistono anche per l’autonomia<br />

Comunale <strong>di</strong> Montignoso.<br />

A parte la ragione storica e l’attaccamento che<br />

i Montignosini hanno sempre avuto per il loro<br />

non esiguo <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> circa seimila abitanti,<br />

per cui forse anche più che i Massesi ed i Carraresi<br />

hanno sofferto per la perduta autonomia,<br />

cui non si sono mai completamente adattati,<br />

sta <strong>di</strong> fatto che <strong>di</strong>versità non lievi <strong>di</strong> costume<br />

e <strong>di</strong> ambiente, anche tra Montignoso e la non<br />

lontana Massa, consigliano <strong>di</strong> ritornare al comune<br />

separato <strong>di</strong> Montignoso; tanto più che il<br />

medesimo, come ha sempre avuto, avrà certamente<br />

anche in avvenire la possibilità <strong>di</strong> sussistere<br />

e dl progre<strong>di</strong>re, dopo aver sanato, con il<br />

tenace lavoro delle sua operosa popolazione, le<br />

tremende piaghe lasciate dalla guerra.<br />

Il provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> separazione perciò potrà<br />

essere considerato dalla popolazione quale riparatore<br />

dell’ingiustizIa sofferta soltanto quando<br />

abbia a <strong>di</strong>sporre il pieno ritorno ai tre Comuni<br />

<strong>di</strong> Massa, <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> e <strong>di</strong> Montignoso.<br />

Anche nella costituzione della nuova Amministrazione<br />

del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Apuania successivamente<br />

alla liberazione del territorio ed in<br />

applicazione del R.D.L. 4 aprile 1944 n˚ 111,<br />

l’autorità prefettizia ha dovuto necessariamente<br />

tener conto delle ragioni e delle con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> fatto summenzionate. Infatti il Prefetto, nel<br />

suo decreto <strong>di</strong> nomina <strong>di</strong> detta Amministrazione,<br />

oltre a presceglieré gli Assessori tra persone<br />

residenti nei tre centri suin<strong>di</strong>cati, ripartendoli<br />

proporzionalmente al numero degli abitanti<br />

delle rispettive zone, ha anche ritenuto in<strong>di</strong>spensabile<br />

- al fine <strong>di</strong> assicurare il funzionamento<br />

dei tre <strong>di</strong>stinti uffici comunali, rimasti,<br />

come si detto, sempre in essere pur dopo l’unificazione,<br />

e <strong>di</strong> rafforzare, me<strong>di</strong>ante il ritorno<br />

ad un più stretto contatto, quei legami <strong>di</strong>retti,<br />

imme<strong>di</strong>ati, tra l’amministrazione del <strong>Comune</strong><br />

e la popolazione che, specialmente nei piccoli<br />

e me<strong>di</strong> centri citta<strong>di</strong>ni, sono il fondamento<br />

organico, e mai superato, dell’organismo municipale<br />

- <strong>di</strong> nominare, come ha nominato, un<br />

pro-Sindaco per ognuno dei tre centri suddetti<br />

affidando al Sindaco prescelto nella persona <strong>di</strong><br />

uno dei tre pro-Sindaci, la cura degli interessi<br />

generali del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Apuania.<br />

Di fatto l’Amministrazione attualmente funziona,<br />

come non potrebbe fare a meno <strong>di</strong> funzionare,<br />

me<strong>di</strong>ante le riunioni parziali dei componenti<br />

della Giunta residenti nei due centri<br />

<strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> e <strong>di</strong> Massa, unendosi ogni volta a<br />

questi ultimi anche quelli <strong>di</strong> Montignoso, per<br />

la <strong>di</strong>scussione e decisione <strong>di</strong> tutti i problemi<br />

che interessano in modo particolare cìascuno<br />

dei tre centri e che sono la stragrande maggioranza,<br />

mentre le riunioni della Giunta in<br />

seduta plenaria avvengono soltanto quando<br />

debbono essere trattati argomenti <strong>di</strong> carattere<br />

generale per l’intero <strong>Comune</strong>.<br />

Si è inoltre ravvisata l’opportunità <strong>di</strong> tener nota<br />

separata della gestione finanziaria per ciascun<br />

ex <strong>Comune</strong> tanto per le entrate che per le spese,<br />

pur rimanendo unica la contabilità generale.<br />

Ciò porta necessariamente a qualche <strong>di</strong>fficoltà<br />

che soltanto con non lieve fatica viene superata<br />

- relativa in special modo alla determinazione<br />

ed al controllo circa la competenza ed i limiti<br />

che della attività <strong>di</strong> ciascuna delle tre sezioni<br />

amministrative, specialmente in materia finanziaria,<br />

è in<strong>di</strong>spensabile nettamente determinare<br />

e controllare.<br />

Ma anche dalla constatazione <strong>di</strong> detta <strong>di</strong>fficoltà<br />

si trae la convinzione della necessità <strong>di</strong> ritornare<br />

ai tre separati Comuni.<br />

La separazione stessa, per i motivi su esposti,<br />

è un vivo desiderio <strong>di</strong> tutta la popolazione sia<br />

<strong>di</strong> Massa che <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> e <strong>di</strong> Montignoso e fu,<br />

pertanto, entusiasticamente approvato da tutti<br />

il decreto del C.L.N. che la <strong>di</strong>sponeva.<br />

Nessun notevole inconveniente potrà sorgere<br />

circa l’attuazione del provve<strong>di</strong>mento. E’ ben<br />

vero che le attività e passività patimoniali degli<br />

ex Comuni risultano attualmente unificate; ma<br />

agevole ne sarà la sud<strong>di</strong>visione essendo sempre<br />

rimaste separate le attività e passività stesse <strong>di</strong><br />

provenienza anteriore al 1939, non solo negli<br />

inventari, ma anche nelle contabìlità del residui<br />

attivi e passivi con le rispettive variazioni.<br />

Rimane perciò soltanto la liquidazione delle<br />

attività e passività creatisi in questi sei anni <strong>di</strong><br />

funzionamento del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Apuania. Pur<br />

non essendo qui il caso <strong>di</strong> prospettare quali potranno<br />

essere i criteri e le modalità da seguire<br />

per operare detta liquidazione, si può tuttavia<br />

prevedere per certo che l’organo che ne sarà incaricato<br />

non si troverà <strong>di</strong> fronte a <strong>di</strong>fficoltà insormontabili<br />

e che, perciò, una equa soluzione<br />

sarà raggiunta ed entro breve periodo.<br />

Quanto sopra premesso e considerato:<br />

LA GIUNTA ALL’UNANIMITÀ DELIBERA<br />

<strong>di</strong> esprimere il voto:<br />

1. che sia al più presto pre<strong>di</strong>sposto il provve<strong>di</strong>mento<br />

per la separazione del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />

Apuania nei tre Comuni <strong>di</strong> Massa, <strong>Carrara</strong><br />

e Montignoso al fine <strong>di</strong> procedere alla<br />

detta separazione imme<strong>di</strong>atamente dopo<br />

le restituzione della Provincia all’Amministrazione<br />

del Governo Italiano;<br />

2. che la Provincia sia denominata, come lo<br />

fu sempre Provincia <strong>di</strong> Massa e <strong>Carrara</strong>.<br />

Letto, approvato e sottoscritto<br />

All’originale firmati:<br />

IL SINDACO: Andrei<br />

GLI ASSESSORI: Grassi, Orlan<strong>di</strong>, Sivoli, Lattanzi,<br />

Giromella, Del Papa, Guidoni, Palla.<br />

IL SEGRETARIO GENERALE: Santoni<br />

Si certifica che la presente deliberazione è stata<br />

pubblicata ed affissa all’albo pretorio per quin<strong>di</strong>ci<br />

giorni consecutivi e ciò dal 15 al 30 luglio<br />

1945, senza che siano pervenuti opposizioni o<br />

reclami.


AgorÀ n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> pagina 8<br />

APUAFARMA<br />

LA CAPACITÀ<br />

IMPRENDITORIALE<br />

AL SERVIZIO DI CARRARA<br />

Apuafarma Spa è soggetto composito e attivo<br />

a 360° nei servizi pubblici primari a beneficio<br />

dei citta<strong>di</strong>ni carraresi. L’Azienda oggi ne gestisce<br />

un variegato e coerente “trust”:<br />

1) Farmacie Comunali.<br />

2) Servizi Cimiteriali.<br />

3) Mense e Trasporti Scolastici.<br />

4) Assistenza Domiciliare agli Anziani.<br />

5) Sostegno Socio-Educativo alle Persone Disabili:<br />

(a Scuola, nei Centri <strong>di</strong> Socializzazione<br />

e in Famiglia).<br />

6) Formazione educativa ai Minori a rischio<br />

<strong>di</strong> Esclusione Sociale.<br />

L’Azienda annovera oltre 150 unità, tutte a<br />

contratto <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong>pendente. Le assunzioni<br />

<strong>di</strong> ruolo negli ultimi due anni sono state 70.<br />

I bilanci <strong>di</strong> Apuafarma chiudono in positivo,<br />

pur destinando annualmente circa 500 mila<br />

euro dei propri utili ai servizi comunali in gestione.<br />

Apuafarma Spa rappresenta una bella realtà<br />

aziendale e un punto <strong>di</strong> forza per <strong>Carrara</strong>.<br />

brevi cenni relAtivi<br />

AllA SuA vicenDA “StoricA”<br />

Nel 1972, la neo-nata “Azienda Municipalizzata<br />

delle Farmacie Comunali” ne gestisce 3<br />

<strong>di</strong>slocate sul nostro territorio: (il “Dispensario”<br />

<strong>di</strong> Nazzano e due Farmacie a Marina <strong>di</strong><br />

<strong>Carrara</strong>). In seguito allo sviluppo del territorio<br />

<strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> e alla utilità pubblica <strong>di</strong> servire<br />

zone decentrate: (Fossone ed i Peep <strong>di</strong><br />

Avenza e bonascola); al subentro nella “Farmacia<br />

dell’Ospedale”, le farmacie gestite da<br />

Apuafarma crescono gradualmente.<br />

››› Nel 1995, <strong>di</strong>etro la spinta della riforma<br />

dell’or<strong>di</strong>namento comunale, l’impresa si<br />

costituisce in forma <strong>di</strong> “Azienda Speciale<br />

Farmaceutica <strong>Carrara</strong>”. Acquisisce una<br />

propria personalità giuri<strong>di</strong>ca ed autonomia<br />

gestionale e finanziaria dal <strong>Comune</strong>.<br />

In questi anni, viene anche acquisita la<br />

gestione della Farmacia Comunale <strong>di</strong> Fivizzano,<br />

mentre quella <strong>di</strong> Nazzano viene<br />

affidata in appalto privato. Si inizia a de<strong>di</strong>carci<br />

all’apertura <strong>di</strong> centri me<strong>di</strong>ci ambulatoriali.<br />

››› Nel 2001, avviene la trasformazione in<br />

Società per Azioni, soggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto privato<br />

con spiccata propensione impren<strong>di</strong>toriale.<br />

Nasce prima con la ragione sociale<br />

<strong>di</strong> “Unifarma” poi, dal 2004, con quella<br />

<strong>di</strong> “Apuafarma - Farmacie comunali carrara<br />

Spa”. In questi anni si raggiunge un<br />

sostanziale consolidamento patrimoniale<br />

societario, accompagnato da un significativo<br />

miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni red<strong>di</strong>tuali.<br />

››› Nel 2004, grazie alla volontà del Consiglio<br />

Comunale, Apuafarma si arricchisce della<br />

gestione <strong>di</strong> attività socio-assistenziali. E<br />

della organizzazione del servizio “Estate<br />

Ragazzi” a rappresentare un primo intervento<br />

in un contesto più ampio, che<br />

recepisca la vocazione aziendale ad accogliere<br />

e sod<strong>di</strong>sfare le domande più varie<br />

poste dalla collettività. Nell’anno successivo<br />

giunge l’affidamento all’azienda del<br />

servizio <strong>di</strong> Assistenza Domiciliare agli<br />

Anziani, tramite appalti a cooperative sociali.<br />

Queste prime importanti esperienze<br />

consentono ad Apuafarma <strong>di</strong> perfezionare<br />

il “know-how” tecnico-organizzativo,<br />

necessario per le prestazioni ottimali nei<br />

Servizi alla Persona.<br />

››› Il 2006 ed il 2007 sono i veri e propri


pagina 9<br />

n. 5 - NOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> AgorÀ<br />

“La complessità e l’articolazione della prestazioni,<br />

strategiche per la città e la citta<strong>di</strong>nanza, fanno <strong>di</strong><br />

Apuafarma un punto <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> prima evidenza<br />

nel panorama comprensoriale dei servizi al citta<strong>di</strong>no”<br />

anni <strong>di</strong> svolta dell’attività aziendale coi<br />

nuovi incarichi affidati ad Apuafarma: il<br />

Sostegno ai Disabili con Operatori dell’<br />

infanzia su Scuolabus. I servizi <strong>di</strong> Mensa<br />

Scolastica, dei Cimiteri Comunali e quello<br />

della gestione <strong>di</strong>retta dell’ Assistenza Domiciliare.<br />

››› Negli anni 2008 e <strong>2009</strong>, giungono le gestioni<br />

totali del “Centro Anch’ io” <strong>di</strong> Fossola,<br />

dell’Educativa Territoriale e –ultimo<br />

ma non ultimo- delle Mense e del Trasporto<br />

Scolastico.<br />

L’attività <strong>di</strong> Apuafarma ha sempre presentato<br />

sin dal suo primo operare una vocazione tesa<br />

a recepire le domande della clientela, con l’<br />

intento <strong>di</strong> coniugare il semplice esercizio<br />

della professione farmaceutica, all’aggiunta<br />

<strong>di</strong> un plusvalore fondato sull’ ascolto sensibile<br />

dei bisogni del pubblico.<br />

In questo contesto si armonizza lo sviluppo<br />

dell’attività impren<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> Apuafarma<br />

con le sue attività sociali. In definitiva Apuafarma<br />

attua la sua originaria missione, <strong>di</strong>retta<br />

a sod<strong>di</strong>sfare le esigenze e la qualità della vita<br />

delle fasce più deboli della popolazione. Dal<br />

primo istante abbiamo operato con finalità<br />

solidali e <strong>di</strong> miglioramento assiduo delle<br />

nostre prestazioni.<br />

Non può e non deve sfuggire l’utilità della<br />

nostra opera collettiva che coniuga un’ ottica<br />

impren<strong>di</strong>toriale con l’attività sociale del <strong>Comune</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>. Questo metodo permette<br />

al <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> destinare altrove i fon<strong>di</strong> già<br />

allo scopo stanziati, consentendo all’Azienda<br />

<strong>di</strong> utilizzare al meglio risorse altrimenti<br />

assorbite dal prelievo fiscale.<br />

Il bilancio <strong>di</strong> questi anni, nel complesso dei<br />

servizi, consente <strong>di</strong> elencare il raggiungimento<br />

<strong>di</strong> obiettivi generali <strong>di</strong> grande rilevanza,<br />

non solo per l’azienda ma per tutti i citta<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>.<br />

››› Apuafarma è in grado <strong>di</strong> fornire maggiori<br />

prestazioni per 800 ore settimanali complessive<br />

<strong>di</strong> Servizi alla Persona.<br />

››› Dato luogo a protocolli istituzionali che<br />

co<strong>di</strong>ficano procedure <strong>di</strong> garanzia e <strong>di</strong><br />

qualità dei progetti sociali gestiti.<br />

››› Eliminati tutti rapporti <strong>di</strong> lavoro “Co.<br />

co.co o co.co.pro”, sui quali si reggevano<br />

molti servizi sociali e scolastici negli enti<br />

locali.<br />

››› Assunti in ruolo 70 nuovi lavoratori.<br />

››› Raggiunti con le Organizzazioni Sindacali<br />

momenti d’intesa e <strong>di</strong> equilibrio sulla<br />

gestione degli organici dei servizi, anche<br />

atipici e <strong>di</strong>sarticolati, ponendo in campo<br />

nuovi strumenti quali i piani orari “Multiperiodali”<br />

e “Pluri-settimanali”.<br />

››› Avviato un processo <strong>di</strong> stabilizzazione<br />

occupazionale per altre decine <strong>di</strong> lavoratori<br />

<strong>di</strong>pendenti a tempo determinato. In<br />

ossequio alla legge “Brunetta”, abbiamo<br />

dato vita a “Selezioni Pubbliche” in tutti i<br />

servizi gestiti.<br />

››› Assolto il rispetto della normativa per<br />

l’accesso al lavoro delle categorie protette,<br />

con il raggiungimento ed il superamento<br />

tendenziale dei rapporti invali<strong>di</strong>\normodotati<br />

richiesti dalla legge in materia.<br />

Le incombenze che l’Amministrazione Comunale<br />

ha affidato ad Apuafarma in varie<br />

fasi, costituiscono una realtà che dal punto<br />

<strong>di</strong> vista occupazionale e della valenza civica<br />

proiettano l’azienda ben oltre i confini storici<br />

del pur fondamentale nucleo farmaceutico.<br />

La complessità e l’articolazione della prestazioni,<br />

strategiche per la città e la citta<strong>di</strong>nanza,<br />

fanno <strong>di</strong> Apuafarma un punto <strong>di</strong> riferimento<br />

<strong>di</strong> prima evidenza nel panorama comprensoriale<br />

dei servizi al citta<strong>di</strong>no.<br />

Noi <strong>di</strong> Apuafarma riteniamo che un servizio<br />

debba essere la risposta pubblica ai bisogni<br />

sociali rilevati e rilevabili, attraverso la conduzione<br />

personalizzata <strong>di</strong> prestazioni e <strong>di</strong><br />

progetti. Il Citta<strong>di</strong>no è portatore <strong>di</strong> Diritti<br />

e <strong>di</strong> una Sua Propria necessità. Ed attende<br />

risposte esatte, non generiche. Apuafarma fa<br />

<strong>di</strong> tutto e farà sempre <strong>di</strong> più, per essere pronta<br />

a fornirle: materialmente e moralmente.


AgorÀ n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> pagina 10<br />

RICORRENZA<br />

GUGLIELMO MARCONI<br />

A 100 ANNI DAL NObEL<br />

E L’ObELISCO DI DAZZI<br />

Il 10 <strong>di</strong>cembre 1909, esattamente cento<br />

anni fa, Guglielmo Marconi (Bologna<br />

1874 - Roma 1937), inventore della ra<strong>di</strong>o,<br />

venne insignito del Premio Nobel per la fisica<br />

<strong>di</strong>venendo il primo italiano ad avere conseguito<br />

il più ambito riconoscimento mon<strong>di</strong>ale.<br />

Marconi aveva allora 35 anni, ma già da 15<br />

egli aveva elaborato e sperimentato i principi<br />

della ra<strong>di</strong>otrasmissione. I primi esperimenti<br />

<strong>di</strong> telegrafia “senza fili” li aveva condotti dal<br />

laboratorio ricavato nella casa paterna <strong>di</strong> Villa<br />

Griffone sulle colline bolognesi. La sua fama<br />

<strong>di</strong>venne grande quando realizzò i collegamenti<br />

ra<strong>di</strong>otelegrafici fra Europa - Canada e Stati<br />

Uniti (1901-1903), e già allora si era parlato <strong>di</strong><br />

conferire il Nobel allo scienziato italiano che<br />

inventò il più utile dei sistemi <strong>di</strong> comunicazione<br />

e che regalò immensi benefici all’umanità<br />

intera.<br />

Cosa lega Guglielmo Marconi a <strong>Carrara</strong> e precisamente<br />

ai marmi e all’arte <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>?<br />

Subito dopo la morte <strong>di</strong> Marconi lo scultore<br />

Arturo Dazzi (<strong>Carrara</strong> 1881 - Pisa 1966) venne<br />

incaricato <strong>di</strong> realizzare un monumento ad “imperituro<br />

ricordo” dell’immenso scopritore delle<br />

onde ra<strong>di</strong>o, da collocarsi all’Eur.<br />

Dazzi elaborò la “Stele Marconiana” che si eleva<br />

per un’altezza <strong>di</strong> 45 metri, da una base <strong>di</strong><br />

m. 5 per 5. Essa si compone <strong>di</strong> 92 blocchi <strong>di</strong><br />

marmo bianco - chiaro Apuano, per un peso<br />

complessivo <strong>di</strong> 800 tonnellate.<br />

Cominciata nel 1937, l’opera è stata portata a<br />

compimento nel 1959. I temi illustrati e scolpiti<br />

da Arturo Dazzi nelle decorazioni sono così<br />

ripartiti nelle quattro pareti della grande Stele:<br />

“Le Danze”, pareti est ed ovest. “Guglielmo<br />

Marconi”, parete est. “La caccia”, parete sud.<br />

“Il <strong>di</strong>luvio”, pareti est e nord. “Le voci della<br />

ra<strong>di</strong>o”, parete ovest. “Il sabato santo”, parete<br />

nord. “I canti d’amore”, pareti sud ed ovest.<br />

Un racconto figurato nel marmo <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>,<br />

quasi un affresco misto <strong>di</strong> religiosità, natura e<br />

aspirazioni spirituali non più espresso in termini<br />

realistici, ma in termini mitici, inclini a<br />

comprendere memorie arcaiche suggerite dalla<br />

natura classica <strong>di</strong> Arturo Dazzi. Al proposito<br />

il Maestro <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> scrisse nel 1954 all’amico<br />

architetto Marcello Piacentini: “Ho quasi<br />

ultimato un grande modello dell’antenna, un<br />

quinto dal vero… Robe da pazzi, fatiche da gigante.<br />

Composizioni nuove, umanità e poesia.<br />

E poi verranno i marmi per scavare in profon<strong>di</strong>tà.<br />

Che Dio mi <strong>di</strong>a la forza <strong>di</strong> finire questo<br />

lavoro, che è tutta la ragione della mia vita”.<br />

In omaggio al monumento a Guglielmo Marconi<br />

ed al suo autore, riportiamo ciò che scrisse<br />

in recensione il famoso pittore e futurista<br />

Carlo Carrà, amico fraterno dell’artista Arturo<br />

Dazzi da <strong>Carrara</strong>.<br />

PRESENTAZIONE<br />

Per comprendere il carattere figurativo della<br />

gigantesca composizione marmorea <strong>di</strong> Arturo<br />

Dazzi de<strong>di</strong>cata alla memoria <strong>di</strong> Guglielmo<br />

Marconi. sarebbe, a parer mio, necessario sapere<br />

quali furono le prime inclinazioni, i primi<br />

tentativi, e quali <strong>di</strong>fficoltà vinse prima <strong>di</strong> farsi<br />

una strada questo autore, oggi onorato dai<br />

suoi conterranei ed apprezzato da tutti coloro<br />

che seguono fatti e vicende della vita artistica<br />

italiana. Il contrasto fra le opere giovanili<br />

e quelle della maturità, <strong>di</strong> cui ha dato esempi<br />

significativi Arturo Dazzi, è certamente notevole<br />

per gli accostamenti stilistici e psicologici;<br />

soprattutto per la maggiore consapevolezza<br />

formale raggiunta. Così, se prima nutrivo sincera<br />

amicizia, ora sento ancora più <strong>di</strong> apprezzarlo<br />

come uomo e come artista.<br />

In questa ultima opera Dazzi ci fa passare sotto<br />

agli occhi una serie <strong>di</strong> composizioni tagliate<br />

spesso nel vivo della vita con acutezza. Anche<br />

qui la sincerità dell’uomo è assoluta, ed è da<br />

questa sincerità che sboccia la sua alta lezione<br />

morale.<br />

Aggiungerò che Arturo Dazzi compen<strong>di</strong>a tutto<br />

il suo credo artistico a poche massime che<br />

riassumono un unico sentimento, ed è questo<br />

sentimento che testimonia la sua alta e conti-


pagina 11<br />

n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> AgorÀ<br />

Subito dopo la morte <strong>di</strong> Marconi il grande scultore Arturo<br />

Dazzi (<strong>Carrara</strong> 1881 - Pisa 1966) venne incaricato <strong>di</strong> realizzare<br />

un monumento ad “imperituro ricordo” dell’immenso<br />

scopritore delle onde ra<strong>di</strong>o, da collocarsi all’Eur. Riportiamo<br />

ciò che scrisse in recensione il famoso pittore e futurista Carlo<br />

Carrà, amico fraterno dell’artista carrarese<br />

nuata passione. E, infine, anche l’uomo ci interessa<br />

perché si tratta <strong>di</strong> un autentico artista, in<br />

secondo luogo perché egli fu ed è infaticabile<br />

nel lavoro, <strong>di</strong>rò meglio: il gusto del lavorare è<br />

sempre stato una forte necessità ed oggi, raggiunto<br />

e superato il settantottesimo anno, non<br />

è affatto sminuito, anzi forse è accresciuto.<br />

Nato a <strong>Carrara</strong> il 13 gennaio 1881, da povera<br />

gente - suo padre era marmoraro - vissuta l’infanzia<br />

in un paese dove l’industria marmifera<br />

è predominante, Arturo Dazzi fin da ragazzo<br />

sentì per il marmo una veramente singolare attrazione<br />

e sbozzatore <strong>di</strong> marmo lo fu prima <strong>di</strong><br />

entrare all’Accademia <strong>di</strong> belle Arti della città.<br />

Con tutto ciò quelli furono anni abbastanza<br />

allegri, si rideva, si stu<strong>di</strong>ava e si giocava pur<br />

attraverso la miseria e i <strong>di</strong>sgusti che accompagnavano<br />

un essere sensibile e sovraccarico <strong>di</strong><br />

amore proprio, quale immagino fosse il nostro<br />

Dazzi.<br />

Dei corsi, oltre quelli <strong>di</strong> pittura e <strong>di</strong> scultura,<br />

vi era quello <strong>di</strong> anatomia con nozioni <strong>di</strong> osteologia<br />

e <strong>di</strong> miologia. e questo appassionò il giovane<br />

scultore, il quale mi confessa che a <strong>di</strong>segnare<br />

su pezzi anatomici provava un ineffabile<br />

piacere. Uscito dall’Accademia, desideroso <strong>di</strong><br />

lavorare e pieno <strong>di</strong> speranze, Dazzi sognava <strong>di</strong><br />

poter eseguire commissioni per le quali fosse<br />

necessaria un’opera impegnativa. Immaginate<br />

dunque quale fosse il suo stato d’animo, costretto<br />

a passare parte della giornata a scalpellare<br />

nelle botteghe dei marmisti carraresi, senza<br />

<strong>di</strong>menticare mai che la scultura era la sua<br />

vera vocazione.<br />

bisogna proprio <strong>di</strong>re che Arturo Dazzi, come<br />

tutti i giovani artisti <strong>di</strong> quel tempo, doveva fare<br />

le sue esperienze, <strong>di</strong>fendere le sue speranze e<br />

le sue aspirazioni.<br />

Per sua fortuna a vent’anni vinse i concorsi<br />

Albacini e Stanzani, e a 23 il pensionato artistico<br />

nazionale. Nei quattro anni <strong>di</strong> pensionato<br />

<strong>di</strong>ede prova del suo valore con la statua del «<br />

Car<strong>di</strong>nale De Luca » per il Palazzo <strong>di</strong> Giustizia<br />

<strong>di</strong> Roma, e con i « Costruttori » acquistati<br />

per la Galleria d’Arte Moderna <strong>di</strong> Roma. Io<br />

lo conobbi in quegli anni. Quante primavere?<br />

Eh, forse più <strong>di</strong> cinquanta! Era un meriggio<br />

Arturo Dazzi all’opera<br />

azzurro e sereno e poiché eravamo entrambi al<br />

<strong>di</strong> sopra delle rivalità e delle miserie umane, ci<br />

sentivamo felici. Così <strong>di</strong>ventammo amici. Ora<br />

abbiamo i capelli bianchi, ma la nostra amicizia<br />

è sempre giovane, e, anzi, con gli anni, si<br />

è fatta più calda e fraterna. In quanto all’arte,<br />

<strong>di</strong>rò che Dazzi ha sempre cercato <strong>di</strong> dare<br />

alle sue opere un significato umano, poetico<br />

e talora drammatico; e ciò vuol <strong>di</strong>re operare<br />

secondo la tra<strong>di</strong>zione italiana. Voglio <strong>di</strong>re con<br />

impegno totale.<br />

Naturalmente la sua nativa attitu<strong>di</strong>ne alla scultura<br />

si è con la maturità e attraverso gli anni<br />

sempre più affinata, come provano le opere<br />

numerose che egli ha realizzato, fino a raggiungere<br />

il suo grande sogno nei monumento de<strong>di</strong>cato<br />

a Guglielmo Marconi, ultimato dopo più<br />

<strong>di</strong> vent’anni <strong>di</strong> duro lavoro, in questi giorni.<br />

A questo punto ricorderò qui la « Vittoria<br />

dell’Arco trionfale <strong>di</strong> bolzano », il grande «<br />

Fregio del monumento ai Caduti <strong>di</strong> Genova<br />

», due opere in cui il carattere della composizione<br />

predomina, il che comprova che scultore<br />

alla italiana Dazzi lo fu sempre.<br />

In quanto all’uomo, <strong>di</strong>rò che Dazzi quando<br />

parla delle sue esperienze artistiche ne parla<br />

con una toccante umiltà, il che, considerando<br />

le dure lotte e il non scarso dolore che sempre<br />

accompagnano la vita dell’artista, può anche<br />

stupire e sembrare artificiosa a chi non lo<br />

conosce bene. Per me, però, questa umiltà è<br />

connaturata al suo spirito, necessariamente,<br />

come accade soltanto ai veri artisti, dubbioso<br />

in quanto più è rivolto alle supreme verità<br />

dell’arte.<br />

Credo pertanto che il mio vecchio amico abbia<br />

raggiunto un po’ <strong>di</strong> quella serenità che prelude<br />

alla sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> aver operato sempre<br />

con quella sincerità e quel <strong>di</strong>sinteresse propri<br />

dell’anima dell’autentico artista. E siccome<br />

Arturo I)azzi si è forgiato un ideale <strong>di</strong> rettitu<strong>di</strong>ne<br />

artistica, ha potuto accogliere con animo<br />

sereno il buono e il cattivo che il destino gli ha<br />

serbato. Nella sua opera, noi ve<strong>di</strong>amo la sua<br />

inflessibile volontà, la sua profonda passione<br />

artistica. Ed ecco perché intorno a questa gigantesca<br />

impresa ha potuto per un numero<br />

così ragguardevole <strong>di</strong> anni lavorare infaticabilmente.<br />

Ora è bene ricordare l’origine <strong>di</strong> questa enorme<br />

opera <strong>di</strong> scultura. Appena morto Marconi<br />

si era progettata l’idea <strong>di</strong> far eseguire un ricordo<br />

marmoreo all’insigne scienziato scomparso.<br />

Invitato dal Commissario italiano, per<br />

la grande Esposizione internazionale <strong>di</strong> New<br />

York, Dazzi pensò <strong>di</strong> fare una grande antenna<br />

alta 90 metri da collocare davanti al pa<strong>di</strong>glione<br />

italiano. Ma data la ristrettezza del tempo - 22<br />

mesi - dovette cambiare progetto e fece la statua<br />

in marmo alta 5 metri « La Ra<strong>di</strong>o col cuore<br />

del mondo in mano ».<br />

L’antenna fu poi scelta dal governo italiano per<br />

la grande piazza dell’ E.U.R. Dazzi accolse con<br />

entusiasmo l’idea e si mise con lena al lavoro,<br />

sembrandogli più che giusto, doveroso che<br />

l’Italia non fosse seconda a nessun’altra nazione<br />

ad onorare in Guglielmo Marconi l’eterno<br />

genio creativo e inventivo del popolo italiano.<br />

Queste sono parole scritte da Arturo Dazzi in<br />

una breve relazione dettata per chiarire gli scopi<br />

a cui si accingeva nell’ideare la grande opera<br />

della quale cercheremo <strong>di</strong> illustrare il valore e<br />

per meglio <strong>di</strong>re la grande importanza per il


AgorÀ n. 5 - NOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> pagina 12


pagina 13<br />

n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> AgorÀ<br />

GUGLIELMO<br />

MARCONI<br />

A 100 ANNI<br />

DAL NObEL<br />

E L’ObELISCO<br />

DI DAZZI<br />

Un particolare del monumento a Guglielmo Marconi<br />

suo alto significato artistico e civile.<br />

E anzitutto giova ricordare che costò<br />

22 anni <strong>di</strong> duro lavoro e <strong>di</strong> indomito coraggio.<br />

E basterebbe questo per sentirei in dovere<br />

<strong>di</strong> scriverne col dovuto entusiasmo le nostre<br />

considerazioni. Atto <strong>di</strong> fede questo, che può<br />

sentirsi eroico se si pensa alle enormi <strong>di</strong>fficoltà<br />

che il ciclopico obelisco alto 45 metri, istoriato<br />

da ben 92 altorilievi che illustrano i molteplici<br />

aspetti civili, sociali e religiosi, in cui, a ben<br />

intendere, si concretizza la meravigliosa invenzione<br />

<strong>di</strong> Marconi. Come abbia fatto un uomo,<br />

a colpi <strong>di</strong> mazzuolo e <strong>di</strong> martello, a scolpire<br />

tante monumentali figure è <strong>di</strong>fficile immaginare.<br />

Io, che ho visto arrivare i primi blocchi<br />

<strong>di</strong> marmo <strong>di</strong> 9 tonnellate ciascuno calati dalle<br />

Apuane, restai non poco stupito quando vi<strong>di</strong><br />

compiute le prime gran<strong>di</strong> figure.<br />

L’avvolgente ciclo, che è insieme biblico e<br />

dantesco, raffigura danzatrici in<strong>di</strong>ane, madri<br />

stringenti i loro pargoli, pie suore della carità,<br />

donne e uomini festanti della vendemmia<br />

e della pigiatura, bacchico tripu<strong>di</strong>o, sgomento<br />

delle alluvioni, pastorali creature e molte altre<br />

raffigurazioni che la fervida fantasia dell’artista<br />

seppe immaginare e quello che più conta<br />

realizzare con libertà <strong>di</strong> linguaggio in armonici<br />

e forti effetti plastici.<br />

Vi è poi da notare alcuni altorilievi dove i protagonisti<br />

sono gli animali, e ciò è pure vecchia<br />

passione <strong>di</strong> Dazzi, come si può vedere nel fregio<br />

dell’Arco trionfale <strong>di</strong> Genova che risale<br />

al 1927; per cui non sorprendono l’elefante,<br />

l’asinello, i canguri e altri animali raffigurati su<br />

questa gigantesca stele.<br />

Insomma, lo scultore carrarese ha voluto celebrare<br />

nel nome <strong>di</strong> Guglielmo Marconi. <strong>di</strong> cui<br />

vi è scolpita la figura alta 4 metri, la vita nei<br />

suoi vari aspetti.<br />

Arturo Dazzi ha sud<strong>di</strong>viso il gran<strong>di</strong>oso tema<br />

in parecchi gruppi, e per meglio comprendere<br />

le sue intenzioni segnaleremo gli scomparti<br />

che l’autore definisce « Canti d’amore » dove<br />

trova posto in sintesi assai indovinate l’affetto<br />

materno, in cui lo scultore raggiunge la purezza<br />

plastica in linee e piani <strong>di</strong> una ineffabile<br />

armonia formale. In cotesta serie includeremo<br />

i riquadri che comprendono i rapporti che intercorrono<br />

fra gli uomini e gli animali. L’autore<br />

definisce « Incantesimo degli animali e voci<br />

della ra<strong>di</strong>o » anziché ricorrere al solito Orfeo.<br />

In quanto agli scomparti riproducenti « Danze<br />

esotiche », notevole è il <strong>di</strong>namismo degli atteggiamenti<br />

che assume il corpo femminile e maschile.<br />

Qui lo scultore si trova spontaneamente<br />

nel campo delle sue molteplici esperienze plastiche.<br />

Egualmente può <strong>di</strong>rsi per i quadri che<br />

portano il titolo « Canti della vendemmia ».<br />

Seguono gli altorilievi che illustrano scene del<br />

<strong>di</strong>luvio che sono certamente i pezzi in cui il<br />

dramma umano trova un’espressione che incatena<br />

l’osservatore. Anche questo serve ad illustrare<br />

per così <strong>di</strong>re simbolicamente il calvario<br />

della vita dell’uomo.<br />

Ed eccoci alle raffigurazioni del « Sabato Santo<br />

» dove riappare la maternità coronata da un<br />

gruppo <strong>di</strong> angeli. Qui la « maternità » vuole<br />

esprimere il sublime sentimento che racchiude<br />

la nascita del genere uma no e la sublime apoteosi<br />

che riceve dalla apparizione nel mondo<br />

<strong>di</strong> Gesù Cristo scolpito in cima a questa specie<br />

<strong>di</strong> cristiana colonna quale simbolo che unisce<br />

il Divino alle creature terrestri.<br />

Adesso non solo gli amici della Versilia si rallegrano,<br />

ma giova anche ricordare che si rallegrano<br />

tutti coloro che amano le opere concepite<br />

da un’anima, vale a <strong>di</strong>re nel presente<br />

caso, da uno scultore che seppe innalzare la<br />

sua fantasia fino all’incantesimo.<br />

Uomo semplice e cuore puro, egli non ha mai<br />

tergiversato e sempre le sue intenzioni serbarono<br />

la purezza <strong>di</strong> chi ha un reale <strong>di</strong>sinteressato<br />

amore per l’arte e sente con purezza il suo<br />

contenuto morale e poetico. E poiché arte è<br />

sintesi armonica <strong>di</strong> sentimenti reali e fare arte<br />

vuol <strong>di</strong>re attuare in forme stabili i variabili<br />

aspetti della vita, l’artista vero, quale sia la potenza<br />

espressiva raggiunta, è l’homo hit manis<br />

per eccellenza, perché si attiene a quell’amore<br />

che solo assomiglia a ciò che i sapienti antichi<br />

chiamarono anima.<br />

Poiché Dazzi ha sempre cercato <strong>di</strong> serbare alle<br />

sue intenzioni artistiche un fine plastico e poetico,<br />

noi plau<strong>di</strong>amo alla sua multiforme opera<br />

con vivo compiacimento.<br />

Con questa gigantesca opera, iniziata nel 1937<br />

e ultimata negli ultimi giorni dello scorso luglio,<br />

Arturo Dazzi si attenne ad un metodo<br />

semplice e chiaro onde risultasse il più possibile<br />

<strong>di</strong> facile comprensione.<br />

Essa è situata nella zona monumentale dove<br />

doveva sorgere 1’ E 42 e precisamente nella<br />

piazza che porterà il nome del sommo scienziato<br />

bolognese.<br />

E deve essere per Arturo Dazzi una grande<br />

sod<strong>di</strong>sfazione, dopo più <strong>di</strong> 20 anni <strong>di</strong> duro<br />

lavoro, liberamente maturato in un’intima gestazione.<br />

E qui chiudo il mio troppo breve <strong>di</strong>scorso con<br />

l’augurio fraterno che gli eventi <strong>di</strong>ano a questo<br />

nostro silenzioso e infaticabile artista la giusta<br />

sod<strong>di</strong>sfazione, poiché la sua opera trascende il<br />

suo io in<strong>di</strong>viduale per assurgere ad un significato<br />

che può ben <strong>di</strong>rsi versamente universale.<br />

cArlo cArrÀ


AgorÀ n. 5 - NOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> pagina 14<br />

NATALE <strong>2009</strong><br />

FESTA DEGLI AUGURI<br />

PER IL PERSONALE<br />

DELL’AMIA<br />

P<br />

In prossimità delle festività natalizie,<br />

sabato 12 <strong>Dicembre</strong> scorso Amia ha<br />

organizzato per il proprio personale<br />

la festa degli auguri. Nell’occasione sono<br />

state consegnate le tra<strong>di</strong>zionali medaglie al<br />

personale per i 20 anni <strong>di</strong> servizio prestati<br />

all’Azienda.<br />

Erano presenti alla piccola cerimonia il<br />

Sindaco Angelo Zubbani e l’Assessore al<br />

Bilancio, Giuseppina Andreazzoli.<br />

Il Presidente Giannenrico Spe<strong>di</strong>acci assieme<br />

al Direttore Lucia Venuti, hanno ringraziato<br />

l’intero personale per il lavoro svolto.<br />

Il Presidente ha colto l’occasione per puntualizzare<br />

i risultati ottenuti dall’Azienda<br />

relativi alla raccolta <strong>di</strong>fferenziata, che ha<br />

superato quest’anno la percentuale del<br />

25%: dato che rappresenta la più alta percentuale<br />

raggiunta nella città. Non solo, nei<br />

mesi <strong>di</strong> Novembre e <strong>Dicembre</strong> la raccolta<br />

ha raggiunto il 32%. Un risultato <strong>di</strong> grande<br />

sod<strong>di</strong>sfazione che significa il punto d’avvio<br />

per il prossimo 2010. Anno in cui, con<br />

l’estensione territoriale del Porta a Porta<br />

e con servizi mirati al miglioramento della<br />

raccolta <strong>di</strong> settori specifici: (tipo generi<br />

<strong>di</strong> verde, potature e varie, mense e gran<strong>di</strong><br />

utenze), l’azienda punta a raggiungere il<br />

risultato del 40%, ponendosi tra le prime<br />

realtà della Toscana.<br />

Il Sindaco ha ringraziato Amia per il lavoro<br />

svolto e per i risultati ottenuti nei vari<br />

settori gestiti: dal verde, alla pubblica illuminazione,<br />

all’igiene urbana. Ricordando<br />

il Primo Citta<strong>di</strong>no che proprio grazie alla<br />

presenza e all’impegno <strong>di</strong> Amia, sul territorio<br />

è cambiata l’immagine dell’azienda e <strong>di</strong><br />

questo sono <strong>di</strong>rettamente i citta<strong>di</strong>ni a renderne<br />

testimonianza.<br />

Ecco i nominativi dei <strong>di</strong>pendenti ai quali<br />

sono state assegnate le medaglie dei 20 anni<br />

<strong>di</strong> servizio e fedeltà <strong>di</strong> lavoro presso l’Amia:<br />

Ratti Maria Grazia, Ostelli Stefania, Mascarino<br />

Stefano, Dani Stefano, Lugari Stefano,<br />

Bonal<strong>di</strong> Luca, Scivoli Michele, Rosati Luigi,<br />

Franchini Antonello, Musetti Bruno, Musetti<br />

Enrico, Ricci Luigi, Arfanotti Valerio.<br />

PREMIATI<br />

CAVATORI<br />

E ARTISTI<br />

“Torano Amorie Mio”<br />

e l’inaspettato successo<br />

nell’e<strong>di</strong>zione più <strong>di</strong>fficile<br />

La storia <strong>di</strong> Torano e della sua manifestazione<br />

che da un<strong>di</strong>ci anni ne<br />

ravviva l’estate è davvero qualcosa <strong>di</strong><br />

unico e <strong>di</strong>verso rispetto a quello che si vede,<br />

sia a <strong>Carrara</strong> che altrove.<br />

Sarà che il paese si accende a festa, lustra<br />

usci e scale, fon<strong>di</strong> e scuole, piazze, icone<br />

e fontane. Sarà che il carattere spigoloso e<br />

acuto dei suoi abitanti, molti dei quali da<br />

secoli lavorano le cave dei bacini più pregiati<br />

del nostro marmo, fa squadra con quello<br />

altrettanto unico degli scultori e artisti che,<br />

nel tempo, l’hanno eletto luogo simbolo.<br />

Come se stare a Torano, abitarci, passare <strong>di</strong><br />

lì, fosse, per l’istante e per sempre, una sorta<br />

<strong>di</strong> master o scuola <strong>di</strong> eccellenza che non<br />

può mancare in curriculum.<br />

Incastonato come una perla tra i bacini<br />

dell’oro bianco che più bianco non si può,<br />

per l’un<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione il comitato organizzatore<br />

- anche in questo caso felice fusione<br />

tra “nativi ed oriun<strong>di</strong>” - ha mandato<br />

in scena ed inventato l’e<strong>di</strong>zione più romantica<br />

tra quelle finora proposte, ossia Torano<br />

Amore Mio! Ed il cuore rosso, che campeggiava<br />

come logo (autrice Simonetta Bal<strong>di</strong>ni)<br />

sui manifesti e sulle maglie - letteralmente<br />

andate a ruba - ha battuto davvero forte.<br />

Insomma, l’e<strong>di</strong>zione più <strong>di</strong>fficile anche per<br />

il momento <strong>di</strong> crisi, quella più “casereccia”,<br />

ha avuto un successo inaspettato e <strong>di</strong>mostrato<br />

dalle migliaia <strong>di</strong> persone salite a Torano<br />

nei quin<strong>di</strong>ci giorni <strong>di</strong> rassegna.<br />

Da qualche settimana si sta lavorando<br />

all’e<strong>di</strong>zione 2010: il tema della rassegna è<br />

ancora top secret.<br />

Questi i cavatori anziani premiati nella serata<br />

Conad: Ivo Dazzi (Torano), Ivano Polenta<br />

(Miseglia), Sergio Dell’Amico (Bergiola),<br />

Goffredo Luciani (Colonnata), Mario<br />

Attuoni (Be<strong>di</strong>zzano), Fer<strong>di</strong>nando Fre<strong>di</strong>ani<br />

(Gragnana), Benedetto Aprili (Codena).<br />

Infine gli artisti che hanno esposto: Sarah<br />

Atzeni, Marina Bors, Jae-Bong Byun, Marta<br />

Cadonici, Filippo Canesi, Francesca Casani,<br />

Dellaclà, Maria Teresa Demma, Giulia<br />

Di Santo, Nicola Domenici, Giovanni Gonnelli,<br />

Rei Hanada, Martina Kysucka, Flavia<br />

Lanfre<strong>di</strong>ni, Fabrizio Lavagna, Jessica Macucci,<br />

Gianluca Maggiani, Alessio Manfre<strong>di</strong>,<br />

Marta Melandri, Tommaso Milazzo,<br />

Petre Virgiliu Mogosanu, Radu Tudor Panait,<br />

Vanda Pianini, Aurora Pornin, Veronika<br />

Priehodova, Elena Salvadorini, Dylan<br />

Sostegni, Massimo Vanelli, Angelo Vignolo,<br />

Antonio Cozza (fotografo).


pagina 15<br />

n. 5 - NOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> AgorÀ<br />

Nella zona a traffico limitato del centro storico<br />

Le mille luci<br />

DEL NATALE<br />

A CARRARA<br />

Presentato dal Sindaco Zubbani<br />

davanti ad un pubblico<br />

numerosissimo, il programma <strong>di</strong><br />

manifestazioni che allieteranno il<br />

periodo <strong>di</strong> festività natalizie<br />

Tre momenti della giornata <strong>di</strong> inaugurazione delle luci <strong>di</strong> Natale in centro<br />

Lo scorso 8 <strong>di</strong>cembre il Sindaco Angelo<br />

Zubbani da Piazza dell’Accademia<br />

ha acceso i riflettori <strong>di</strong> Natale<br />

sul Centro Storico <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>. Dinanzi ad<br />

una vera e propria folla <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni festanti<br />

il Primo Citta<strong>di</strong>no ha inaugurato sofisticati<br />

impianti <strong>di</strong> luminarie, quin<strong>di</strong> il programma<br />

<strong>di</strong> manifestazioni e spettacoli (ideati dalla<br />

Compagnia della Gerla), che allieteranno<br />

il periodo <strong>di</strong> festività natalizie. Presenti il<br />

Vescovo Eugenio Binini, il Presidente della<br />

Commissione “Attività Produttive” Fabio<br />

Traversi, i rappresentanti dei commercianti<br />

e <strong>di</strong> “<strong>Carrara</strong> in Vetrina”, Nando Guadagni<br />

e Francesco Bajni e un nugolo <strong>di</strong> bambini,<br />

il nastro inaugurale del primo “Natale a 5<br />

Stelle” <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> è stato tagliato, con oltre<br />

tremila persone in tripu<strong>di</strong>o.<br />

Quando nel maggio scorso abbiamo istituito<br />

la Zona a Traffico Limitato, tra polemiche<br />

e solidarietà, avevo garantito che sia i<br />

commercianti che i citta<strong>di</strong>ni non sarebbero<br />

stati abbandonati dall’Amministrazione comunale.<br />

Che non sarebbero stati lasciati soli<br />

in seguito alla necessaria e benefica “rivoluzione”,<br />

che dopo tanti anni ha restituito una<br />

<strong>Carrara</strong> bella e vivibile ai carrarini. Oggi e<br />

per il prossimo futuro - ha concluso in sintesi<br />

il Sindaco - rinnovo il mio impegno e<br />

quello del <strong>Comune</strong> a far si che la città intera<br />

con tutto il suo territorio brilli sempre più<br />

per iniziative e decoro urbano.<br />

Angelo Zubbani e Fabio Traversi hanno informato<br />

i citta<strong>di</strong>ni che per la notte <strong>di</strong> San<br />

Silvestro sarà organizzata una grande festa<br />

nelle piazze Menconi ed Ingolstadt a Marina.<br />

Organizzato da <strong>Comune</strong> e Circoscrizione<br />

il Capodanno marinello si annuncia<br />

strepitoso, ricchissimo <strong>di</strong> attrazioni e <strong>di</strong><br />

sorprese.


AgorÀ n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> pagina 16<br />

FOTO D’EPOCA, RICETTE E POESIE<br />

LA PUbbLICA<br />

ASSISTENZA<br />

E LA CITTÀ<br />

Presentato il tra<strong>di</strong>zionale<br />

calendario della Pubblica<br />

Assistenza, che quest’anno ci<br />

propone alcune significative<br />

immagini dall’archivio bessi<br />

Gli occhi sulla città da<br />

113 anni cercando con<br />

tutte le sue forze <strong>di</strong><br />

essere <strong>di</strong> aiuto,una lente <strong>di</strong> ingran<strong>di</strong>mento<br />

sulle miserie, sulle<br />

carestie, sulle guerre, sul dolore,<br />

sulla sofferenza, cercando<br />

<strong>di</strong> lenire gli effetti, <strong>di</strong> portare<br />

conforto, <strong>di</strong> donare attimi <strong>di</strong><br />

serenità.<br />

È la storia della Pubblica Assistenza,<br />

del suo amore per la<br />

città, delle cure che ha sempre<br />

rivolto verso il suo popolo, <strong>di</strong><br />

quanto ha imparato a stare tra<br />

la gente in maniera <strong>di</strong>screta, in<br />

silenzio, ad ascoltare le voci <strong>di</strong><br />

tutti ed in particolare <strong>di</strong> quelli<br />

che hanno tante cose da <strong>di</strong>re e<br />

che per umiltà non <strong>di</strong>rebbero<br />

mai. È la storia <strong>di</strong> tante persone<br />

che hanno scelto <strong>di</strong> donare parte<br />

del loro tempo per il bene comune<br />

e lo hanno fatto anche in<br />

momenti <strong>di</strong>fficili, dove per fare<br />

un’opera <strong>di</strong> carità si rischiava<br />

anche la vita. È anche la storia<br />

dei nostri giorni, del nuovo<br />

modo <strong>di</strong> fare volontariato per<br />

andare incontro alle nuove richieste<br />

d’aiuto, che non sono<br />

mai venute meno ma al contrario<br />

si sono amplificate con<br />

l’accelerazione del vivere moderno.<br />

Ed eccoci allora pronti,<br />

con una macchina robusta tra<br />

le mani, a risolvere problemi, a<br />

portare conforto,a risollevare<br />

i più deboli, con la sensazione<br />

<strong>di</strong> non fare mai abbastanza, <strong>di</strong><br />

non avere mezzi adeguati alla<br />

bisogna, <strong>di</strong> non avere energie<br />

umane sufficienti, affrontando<br />

le variegate situazioni del vivere<br />

moderno con l’umiltà <strong>di</strong> chi<br />

ha ancora tanto da imparare, <strong>di</strong><br />

chi si può ancora migliorare.<br />

C’è bisogno dell’aiuto <strong>di</strong> tutti<br />

i citta<strong>di</strong>ni, <strong>di</strong> forze umane più<br />

consistenti, <strong>di</strong> volontari preparati<br />

ad affrontare le nuove sfide<br />

del nostro tempo, dei giovani,<br />

dei pensionati, delle donne.<br />

Necessitano altresì maggiori<br />

possibilità economiche per<br />

adeguare i nostri mezzi alle<br />

nuove tecnologie salvavita, per<br />

creare luoghi ameni dove gli<br />

anziani possano continuare a<br />

vivere una parte della loro vita<br />

con serenità, senza necessariamente<br />

essere sra<strong>di</strong>cati dai loro<br />

nuclei famigliari. bisogna fare<br />

qualcosa per i giovani, motivandoli,<br />

cercando <strong>di</strong> tirar fuori<br />

dai loro cuori quel gran bene<br />

che si trova dentro <strong>di</strong> loro.<br />

Tante volte abbiamo pensato<br />

<strong>di</strong> occuparci anche dei più piccoli,<br />

dei bambini, abbiamo in<br />

testa tante idee e confi<strong>di</strong>amo <strong>di</strong><br />

tradurne almeno una parte con<br />

l’aiuto <strong>di</strong> tutti.<br />

La città è la nostra interlocutrice,<br />

è lì che ci attende, che ci<br />

sprona a far sempre meglio riconoscendo<br />

il ruolo che abbiamo<br />

sempre tentato <strong>di</strong> svolgere<br />

con onestà, con professionalità,<br />

a volte con veemenza, cercando<br />

anche <strong>di</strong> andare oltre alle nostre<br />

possibilità. È una città che<br />

sta attraversando un momento<br />

particolare, dove molte sue famiglie<br />

si trovano in <strong>di</strong>fficoltà,<br />

dove a molti citta<strong>di</strong>ni manca il<br />

lavoro ed altrettanti rischiano<br />

<strong>di</strong> perderlo, ma è anche una città<br />

<strong>di</strong> gente tenace, <strong>di</strong> persone<br />

che hanno forgiato i loro volti<br />

con il marmo delle sue cave,<br />

che hanno domato montagne,<br />

che non si perderanno <strong>di</strong> sicuro<br />

d’animo, che sapranno<br />

risorgere con rinnovato vigore.<br />

Ed allora l’identità perduta<br />

sarà ritrovata e la città tornerà<br />

a sorridere.<br />

Ebbene, il calendario della<br />

Pubblica per il 2010 intitolato<br />

A M ARKO’RD, può racchiudere<br />

in sé una parte delle cose<br />

che abbiamo citato? O meglio,<br />

può un calendario, oltre che essere<br />

bello perché racchiude fotografie<br />

stupende, poesie scritte<br />

in <strong>di</strong>aletto e ricette culinarie,<br />

parlare alla città?<br />

Le fotografie <strong>di</strong> solito suscitano<br />

emozioni, si collocano nel tempo,<br />

risvegliano i ricor<strong>di</strong>, ci parlano.<br />

Nel nostro caso risaltano<br />

gli aspetti più belli della nostra<br />

città, <strong>di</strong> un tempo in cui era più<br />

vivibile, meno caotica. Appartengono<br />

all’archivio <strong>di</strong> Ilario<br />

bessi, un nome che si associa<br />

a più <strong>di</strong> sessant’anni della nostra<br />

storia, documentati da un<br />

obbiettivo fotografico attento<br />

e sempre consapevole dei processi<br />

a cui assisteva. Le ricette<br />

che sono pubblicate al suo interno,<br />

riflettono l’anima della<br />

nostra gente: semplice, fiera,<br />

<strong>di</strong>gnitosa! La poesia in <strong>di</strong>aletto<br />

ci riconduce alle nostre ra<strong>di</strong>ci,<br />

al nostro modo <strong>di</strong> essere, alle<br />

nostre tra<strong>di</strong>zioni.<br />

È la fatica <strong>di</strong> Alma Vittoria<br />

Cor<strong>di</strong>viola che ha prontamente<br />

risposto alle nostre richieste<br />

mettendosi a <strong>di</strong>sposizione per<br />

completare l’opera. A M AR-<br />

KO’RD è un calendario e francamente<br />

ad esso non possiamo<br />

chiedere più <strong>di</strong> un’emozione,<br />

<strong>di</strong> un’idea, <strong>di</strong> un’utopia, ma<br />

se questo miracolo è avvenuto,<br />

allora è lecito pensare che<br />

possa contribuire a ritrovare la<br />

nostra identità, che possa rappresentare<br />

un piccolissimo aiuto<br />

per la risoluzione dei nostri<br />

problemi.<br />

FAbriZio giromellA<br />

Presidente Pubblica Assistenza


pagina 17<br />

n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> AgorÀ<br />

STRADA DEI MARMI<br />

CONCLUSA<br />

LA SECONDA<br />

GALLERIA<br />

Il presidente della Progetto<br />

<strong>Carrara</strong> Italo Vatteroni, ha<br />

illustrato lo stato dei lavori<br />

ad una platea d’eccezione<br />

composta da autorità regionali,<br />

locali e citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong><br />

Il martellone si mette in<br />

moto, le pareti tremano<br />

sotto i colpi decisi: <strong>di</strong>eci…<br />

quin<strong>di</strong>ci… poi il <strong>di</strong>aframma<br />

cede, le maestranze si lasciano<br />

andare ad un applauso liberatorio.<br />

È così che mercoledì 16 <strong>di</strong>cembre<br />

alle ore 11.40 è stata<br />

abbattuta l’ultima esile parete<br />

<strong>di</strong> pietra e un filo <strong>di</strong> luce ha<br />

fatto il suo primo viaggio da<br />

un’estremità all’altra della galleria<br />

Macina.<br />

Una giornata che ha segnato un<br />

passo avanti importante verso<br />

la realizzazione della Strada dei<br />

Marmi, un evento al quale non<br />

è voluto mancare il sindaco Angelo<br />

Zubbani, il quale affiancato<br />

dal presidente della Progetto<br />

<strong>Carrara</strong> S.p.a Italo Vatteroni,<br />

ha celebrato l’occasione e illustrato<br />

lo stato dei lavori ad una<br />

platea d’eccezione composta da<br />

autorità regionali, locali e citta<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong> <strong>Carrara</strong>.<br />

La galleria Macina, <strong>di</strong> lunghezza<br />

pari a ml 934,37, fa parte<br />

del Lotto 2 “Aurelia”.<br />

Questo lotto si sviluppa dallo<br />

svincolo con la S.S. Aurelia,<br />

fino all’imbocco <strong>di</strong> valle della<br />

galleria Santa Croce in corrispondenza<br />

della Foce, dove,<br />

dopo un percorso <strong>di</strong> circa 4560<br />

m, si congiunge con il tratto <strong>di</strong><br />

strada realizzata con il Lotto 1<br />

“Miseglia”.<br />

Il tracciato si estende essenzialmente<br />

in galleria: infatti ben<br />

3.638,93 m sono realizzati in<br />

sotterraneo, ripartiti nelle gallerie<br />

Monte Greco, Corvenale<br />

e Macina. La parte restante è<br />

sud<strong>di</strong>visa tra viadotti e sede<br />

naturale, con tratti all’aperto<br />

la cui estensione è comunque<br />

molto limitata.<br />

Particolare attenzione è stata<br />

posta nel corso della realizzazione<br />

<strong>di</strong> tali tratti al fine <strong>di</strong> integrare<br />

il più possibile le nuove<br />

opere con la realtà preesistente.<br />

Sono state poste in essere tutte<br />

le misure necessarie al ripristino<br />

dei luoghi oggetto <strong>di</strong> tali lavorazioni<br />

e molte sono state le<br />

migliorie riguardanti la viabilità<br />

esistente e la sistemazione dei<br />

canali.<br />

Durante la realizzazione della<br />

Galleria Macina sono state<br />

messe in atto apprezzabili opere<br />

<strong>di</strong> consolidamento per porre<br />

in sicurezza la sovrastante<br />

via provinciale della Foce. Tali<br />

lavorazioni hanno comportato<br />

un rallentamento dei lavori<br />

<strong>di</strong> scavo quantificabile in circa<br />

due mesi, ritardo che si è reso<br />

necessario al fine <strong>di</strong> trovare soluzioni<br />

idonee ad evitare il suddetto<br />

rischio.<br />

Complessivamente il tempo <strong>di</strong><br />

esecuzione che è stato utile alla<br />

esecuzione delle opere, è quantificabile<br />

in 936 giornate lavorative,<br />

con un impegno <strong>di</strong> personale<br />

presente in cantiere, <strong>di</strong>viso<br />

in tre turni continuativi sulle 24<br />

ore, <strong>di</strong> circa 150.000 ore.<br />

Con l’abbattimento del <strong>di</strong>aframma<br />

si concludono i lavori<br />

<strong>di</strong> scavo della seconda galleria<br />

(la galleria Corvenale con i suoi<br />

211,13 m, è stata ultimata da<br />

tempo). Resta ora da terminare<br />

la galleria Monte Greco, dove<br />

attualmente lo scavo precede<br />

su due fronti.


AgorÀ n. 5 - NOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> pagina 18<br />

CASA DI RIPOSO<br />

I nostri anziani:<br />

UN IMPEGNO<br />

ENTUSIASMANTE<br />

L’Istituzione comunale accoglie 114<br />

ospiti, 85 anziani residenti, 15 nel centro<br />

Alzheimer <strong>di</strong>urno, 10 nel <strong>di</strong>urno<br />

per ospiti autosufficienti e 4 pazienti nel nucleo<br />

<strong>di</strong> cure interme<strong>di</strong>e.<br />

L’Istituzione mette al centro della propria<br />

attività la persona dell’anziano, cercando <strong>di</strong><br />

coglierne i bisogni materiali e spirituali, valorizzandone<br />

le capacità, migliorandone la<br />

vita relazionale e la partecipazione alle attività<br />

comunitarie e sociali; contestualmente si<br />

adopera per migliorare il confort abitativo,<br />

la sicurezza e la qualità dei servizi offerti. A<br />

questo scopo abbiamo lavorato, con la Direzione,<br />

al raggiungimento <strong>di</strong> alcuni importanti<br />

obiettivi.<br />

1. Sicurezza<br />

Si è provveduto, per prima cosa, al completamento<br />

della messa a norma del sistema <strong>di</strong> sicurezza,<br />

alla conformità dell’impianto elettrico e<br />

del sistema <strong>di</strong> rilevazione fumi, premesse in<strong>di</strong>spensabili<br />

per ogni intervento successivo.<br />

2. Regolamento Interno e<br />

Carta dei servizi<br />

L’Istituzione si è dotata <strong>di</strong> un Regolamento<br />

Interno e <strong>di</strong> una Carta dei servizi che viene<br />

<strong>di</strong>stribuita a tutti gli ospiti e ai parenti al momento<br />

dell’ingresso in struttura, il che permette<br />

<strong>di</strong> illustrare l’offerta assistenziale e i<br />

<strong>di</strong>ritti e i doveri <strong>di</strong> tutti. Si tratta <strong>di</strong> strumenti<br />

in<strong>di</strong>spensabili per una serena e corretta relazione<br />

tra ospiti, famiglie, personale e <strong>di</strong>rezione.<br />

3. Interventi Strutturali<br />

L’e<strong>di</strong>ficio, circondato da un ampio spazio verde<br />

arricchito da sculture <strong>di</strong> pregio e dotato<br />

<strong>di</strong> un giar<strong>di</strong>no appositamente concepito per<br />

permettere agli anziani affetti da demenza <strong>di</strong><br />

passeggiare all’aperto senza pericolo (opera<br />

della precedente amministrazione), è stato<br />

valorizzato con una nuova tinteggiatura degli<br />

spazi comuni e delle camere degli ospiti e con<br />

l’adozione <strong>di</strong> nuovi arre<strong>di</strong> . Da subito si è lavorato<br />

all’adeguamento del numero <strong>di</strong> bagni<br />

assistiti comuni e alla realizzazione <strong>di</strong> nuove<br />

camere con bagni assistiti privati, grazie alla<br />

razionalizzazione degli spazi e allo spostamento<br />

della Presidenza in una nuova sede.<br />

4. Cure interme<strong>di</strong>e<br />

La <strong>di</strong>sponibilità delle nuove camere ci ha<br />

permesso <strong>di</strong> stipulare con l’ASL una convenzione<br />

per la costituzione del nucleo <strong>di</strong> cure<br />

interme<strong>di</strong>e, senza che questo sottraesse spazi<br />

agli ospiti che accedono alla struttura nel tra<strong>di</strong>zionale<br />

regime <strong>di</strong> RSA.<br />

Un servizio innovativo che la Regione Toscana<br />

ha previsto nel Piano Sanitario 2008/2010,<br />

rivolto prevalentemente ai pazienti anziani<br />

che, percorso l’iter <strong>di</strong>agnostico/terapeutico<br />

in ospedale, non possono essere imme<strong>di</strong>atamente<br />

<strong>di</strong>messi perché non adeguatamente<br />

assistiti a domicilio: (spazi abitativi insufficienti,<br />

<strong>di</strong>fficoltà o inadeguatezza del nucleo<br />

familiare, necessità <strong>di</strong> tempo per organizzare<br />

l’assistenza e fornire a casa i presi<strong>di</strong> sanitari<br />

necessari); o perché le con<strong>di</strong>zioni sono tali<br />

da richiedere un “ambiente protetto” per il<br />

completamento della convalescenza.<br />

La nostra istituzione <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> 4 nuove camere,<br />

due singole e una doppia, tutte con bagno<br />

privato, accesso al nucleo <strong>di</strong> cure interme<strong>di</strong>e<br />

autonomo rispetto al resto della struttura,<br />

assistenza infermieristica e <strong>di</strong> operatori socio<br />

sanitari 24 ore su 24, possibilità del servizio<br />

riabilitativo fisioterapico.<br />

La convenzione, stipulata nel Maggio <strong>2009</strong>,<br />

prevede un periodo <strong>di</strong> degenza da 1 a 3 settimane.<br />

Nel primo semestre <strong>di</strong> attività sono<br />

stati assistiti 30 pazienti.<br />

5. Personale<br />

Ascoltare il personale, motivarlo, coinvolgerlo<br />

nelle scelte decisionali, è in<strong>di</strong>spensabile<br />

se si ha a cuore la qualità della prestazione<br />

offerta agli ospiti. Abbiamo <strong>di</strong>sposto, con<br />

la Direzione, incontri perio<strong>di</strong>ci con tutti gli<br />

operatori per illustrare le scelte e gli obiettivi<br />

dell’Amministrazione; previsto fon<strong>di</strong> appositi<br />

per la formazione, rinforzato tutti i reparti<br />

con nuovi addetti, in particolare il doppio<br />

turno infermieristico notturno e avviato regolari<br />

relazioni con le organizzazioni sindacali,<br />

cercando <strong>di</strong> rispettare le norme contrattuali e<br />

i <strong>di</strong>ritti dei lavoratori.<br />

6. Animazione<br />

Uno degli aspetti più interessanti della vita<br />

alla casa <strong>di</strong> riposo. Lo scopo è quello <strong>di</strong> vincere<br />

l’isolamento, favorire la partecipazione<br />

alla vita comunitaria, ritagliare momenti <strong>di</strong><br />

festa e <strong>di</strong> allegria, aprire alla realtà citta<strong>di</strong>na,<br />

sia coinvolgendo gli anziani in iniziative che<br />

li portino sul territorio a riappropriarsi del<br />

rapporto con la città, sia invitando associazioni<br />

musicali, artistiche e <strong>di</strong> volontariato ad animare,<br />

all’interno dell’istituzione, i pomeriggi<br />

dei nostri ospiti. Il risultato è stato un calendario<br />

ricco <strong>di</strong> iniziative, stu<strong>di</strong>ato su misura<br />

per le esigenze, i ritmi e i gusti degli anziani,<br />

articolato in due semestri: primavera-estate e<br />

autunno-inverno.<br />

Nella realizzazione del programma <strong>di</strong> animazione<br />

e nell’assistenza, affiancano i nostri<br />

operatori i volontari <strong>di</strong> varie associazioni:<br />

Avo, Anteas, Ado, Croce Rossa. A tutti va un<br />

sentito ringraziamento per l’umanità e la de<strong>di</strong>zione<br />

che mettono nello stare vicini ai nostri<br />

ospiti, soprattutto quelli più soli e malati.


pagina 19<br />

n. 5 - NOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> AgorÀ<br />

DICEMBRE<br />

Lunedì 21 ore 15.30<br />

ADA Mulino Forti<br />

Festa <strong>di</strong> Natale<br />

Martedì 22<br />

Anteas<br />

Festa dei compleanni<br />

Vener<strong>di</strong> 29 ore 9.30<br />

Laboratorio teatrale<br />

con Mariella Canalini<br />

Ore 16.00 S.Messa.<br />

Sabato 30 ore 9.30<br />

Ass.ne Animum<br />

Incontro musico-letterario<br />

ADA Mulino Forti<br />

Animazione con i giocolieri<br />

Mercoledì 24 ore 10.00<br />

ADA Incontro letterario<br />

Ore 15.30 Festa dei compleanni<br />

Nuove sfide ci attendono per il 2010, obiettivi<br />

da raggiungere e problemi da superare,<br />

nella cornice <strong>di</strong> un bilancio finanziario che ci<br />

obbliga ad essere prudenti ed oculati, soprattutto<br />

in questi tempi <strong>di</strong>fficili per l’economia<br />

del paese; ma le <strong>di</strong>fficoltà costituiscono uno<br />

stimolo a fare sempre meglio e non ci spaventano<br />

più <strong>di</strong> tanto, consapevoli <strong>di</strong> poter<br />

contare sulla piena collaborazione <strong>di</strong> un Consiglio<br />

<strong>di</strong> Amministrazione unito, motivato e<br />

partecipe alle attività della nostra comunità, e<br />

su un Direttore, il Dr. Ermanno Biselli, la cui<br />

competenza, professionalità ed umanità sono<br />

fuori <strong>di</strong>scussione. Un grazie particolare ai<br />

nostri <strong>di</strong>pendenti: infermieri, OSS, fisioterapisti,<br />

amministrativi, addetti ai servizi vari, al<br />

coor<strong>di</strong>natore Massimo Bonotti ed all’ animatrice<br />

Stefania Ragionieri. Su tutti loro ricade<br />

il peso maggiore dell’attività e il merito per<br />

l’eccellente qualità del servizio fornito.<br />

Colgo infine l’occasione per porgere a tutti<br />

e in particolare ai nostri ospiti e alle loro famiglie,<br />

un sincero augurio <strong>di</strong> Buon Natale e<br />

felice Anno Nuovo a nome mio e <strong>di</strong> tutto il<br />

Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione.<br />

Il Presidente<br />

Carlo Santarini<br />

L’INVERNo <strong>2009</strong><br />

alla Casa <strong>di</strong> Riposo<br />

Prosegue il ricco programma <strong>di</strong> animazione<br />

della nostra Istituzione. Danza terapia, laboratori<br />

teatrali, incontri letterario-musicali<br />

scan<strong>di</strong>ranno le giornate dei nostri ospiti per<br />

tutto il semestre. Momenti importanti per<br />

stimolare alla socializzazione, all’interazione<br />

con l’ambiente, alla riscoperta del bello, alla<br />

creatività.<br />

Non mancano le tra<strong>di</strong>zionali uscite sul territorio<br />

in occasione delle feste e degli incontri<br />

con le scuole, le associazioni , i gruppi musicali,<br />

gli scout, in modo da aprire sempre più<br />

l’Istituzione al mondo esterno e far sentire la<br />

vicinanza e la simpatia <strong>di</strong> tutta la città. Una<br />

volta al mese festa <strong>di</strong> compleanno per tutti gli<br />

ospiti nati in quel periodo.<br />

A fianco la lista completa degli appuntamenti<br />

previsti per l’inverno <strong>2009</strong>-10.<br />

Mercoledì 23 ore 15.30<br />

AVO: Scambio <strong>di</strong> auguri<br />

Giovedì 24 ore 15.00<br />

S. Messa <strong>di</strong> Natale<br />

Mercoledì 30 ore 15.30<br />

Festa <strong>di</strong> Capodanno con<br />

Enrica e Fabio<br />

GENNAIO<br />

Lunedì 4 ore 15.30<br />

ADA Mulino Forti<br />

Arriva la Befana...<br />

Martedì 5 ore 15.30<br />

Festa della Befana<br />

con la Coop<br />

Venerdì 8 ore 9.30<br />

Laboratorio teatrale<br />

con Mariella Canalini<br />

Ore 16 S. Messa<br />

Sabato 9 ore 9.30<br />

Animum<br />

Incontro musico letterario<br />

Lunedì 11 ore 15.30<br />

ADA Cinema<br />

Martedì 12<br />

Incontro con ASS. SAMO<br />

Centro <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong>scipline<br />

bionaturali<br />

Mercoledì 13 ore 10.00<br />

ADA Incontro letterario<br />

Venerdì 15 ore 9.30<br />

Laboratorio teatrale con<br />

Mariella Canalini<br />

ore 16.00: S.Messa<br />

Sabato 16 ore 9.30<br />

Incontro musico letterario<br />

Lunedì 18 ore 15.30<br />

ADA Opera Lirica<br />

Mercoledì 20<br />

ADA Incontro letterario<br />

Vener<strong>di</strong> 22 ore 9.30<br />

Laboratorio teatrale<br />

con Mariella Canalini<br />

Ore 16.00 : S.Messa.<br />

Sabato 23 ore 9.30<br />

Ass.ne Animum<br />

Incontro musico-letterario<br />

Lunedì 25 ore 15.30<br />

ADA Mulino Forti<br />

Mercoledì 27 ore 15.30<br />

Festa dei compleanni<br />

FEBBRAIO<br />

Lunedì 1 ore 15.30 ADA<br />

Mulino Forti Merendando<br />

Martedì 2<br />

Incontro con Ass. SAMO<br />

Centro <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong>scipline<br />

bionaturali<br />

Mercoledì 3 ore10.00<br />

A.D.A. Incontro letterario<br />

Venerdì 5 Febbraio<br />

Ore 9.30 Laboratorio teatrale<br />

con Mariella Canalini<br />

Ore 16 S. Messa<br />

Sabato 6 ore 9.30<br />

Incontro musico letterario<br />

Lunedì 8 ore 9.30<br />

“Il nonno racconta”. Incontro<br />

con gli alunni della<br />

Scuola Me<strong>di</strong>a Carducci-<br />

Tenerani<br />

Ore 15.30<br />

ADA Mulino Forti<br />

Mercoledì 10 ore 10.00<br />

ADA Incontro letterario<br />

Venerdì 12 ore 9.30<br />

Laboratorio Teatrale<br />

con Mariella Canalini<br />

Ore 16.00 S. Messa<br />

Sabato 13 ore 9.30<br />

ADA Incontro musicoletterario<br />

Lunedì 15 ore 15.30<br />

ADA Mulino Forti<br />

Festa <strong>di</strong> Carnevale<br />

Martedì 16 ore 15.30<br />

Festa <strong>di</strong> Carnevale con<br />

Ass.ne ANTEAS<br />

Mercoledì 17 ore 9.30<br />

ADA Incontro letterario<br />

Venerdì 19 ore 9.30<br />

Laboratorio teatrale<br />

con Mariella Canalini<br />

Ore 16 .00 S. Messa<br />

Sabato 20 ore 9.30<br />

Ass.ne Animum<br />

Incontro musico-letterario<br />

Lunedì 22 ore 9.30<br />

“Il nonno racconta”. Incontro<br />

con gli alunni della<br />

Scuola Me<strong>di</strong>a Carducci<br />

Tenerani<br />

Ore 15.30<br />

Venerdì 26 ore 9.30<br />

“Il Nonno racconta” Incontro<br />

con gli alunni della<br />

Scuola me<strong>di</strong>a Carducci-<br />

Tenerani<br />

Ore 16.00 S. Messa<br />

Sabato 27 febbraio<br />

Ass.ne Animum<br />

Incontro musico-letterario<br />

MARZO<br />

Lunedì 1 ore 15.30<br />

ADA Mulino Forti Cinema<br />

Martedì 2<br />

Incontro con Ass. SAMO<br />

Centro <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong>scipline<br />

bionaturali<br />

Mercoledì 3<br />

ADA Incontro letterario<br />

Venerdì 5 ore 9.30<br />

Laboratorio teatrale<br />

con Mariella Canalini<br />

Ore 16.00 S. Messa<br />

Sabato 5 ore 9.30<br />

Ass.ne Animum<br />

Incontro musico-letterario<br />

Lunedì 8 ore 15.30<br />

ADA Mulino Forti<br />

Festa della donna<br />

Mercoledì 10 ore 9.30<br />

ADA Incontro letterario<br />

Venerdì 12 ore 9.30<br />

Laboratorio teatrale<br />

con Mariella Canalini<br />

Ore 16 .00 S. Messa<br />

Sabato 13 ore 9.30<br />

Ass.ne Animum<br />

Incontro musico-letterario<br />

Lunedì 15 ore 15.30<br />

ADA Mulino Forti Lettura<br />

Mercoledì 17 ore 10.00<br />

ADA Incontro letterario<br />

Venerdì 19 ore 9.30<br />

Laboratorio teatrale<br />

con Mariella Canalini<br />

Ore 16 .00 S. Messa<br />

Sabato 20 ore 9.30<br />

Ass.ne Animum<br />

Incontro musico-letterario


AgorÀ n. 5 - NOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> pagina 20<br />

I prossimi appuntamenti della stagione teatrale<br />

il teatro <strong>di</strong> De filippo<br />

e FRANKENSTEIN<br />

AGLI ANIMOSI<br />

martedì 12 e mercoledì 13 gennaio, ore 21<br />

LA FORTUNA<br />

CON L’EFFE MAIUSCOLA<br />

comme<strong>di</strong>a in due parti <strong>di</strong> Eduardo De Filippo<br />

e Armando Curcio. Regia <strong>di</strong> Luigi De<br />

Filippo. Con Luigi De Filippo.<br />

Un grande interprete del teatro napoletano,<br />

Luigi De Filippo, ripropone<br />

questa <strong>di</strong>vertente comme<strong>di</strong>a che<br />

nel 1942 fu uno dei più clamorosi successi<br />

del Teatro Umoristico dei celebri fratelli De<br />

Filippo. Un trionfo personale <strong>di</strong> Eduardo e<br />

Peppino che ne furono i primi ed irripetibili<br />

interpreti. Ispirandosi alla lezione <strong>di</strong> un passato<br />

glorioso, oggi, con l’interpretazione e la<br />

regia <strong>di</strong> Luigi De Filippo, lo spettacolo torna<br />

a risplendere <strong>di</strong> luce nuova. La fortuna con<br />

“la effe maiuscola” è quella inattesa che capita<br />

al protagonista della comme<strong>di</strong>a, un pover’uomo<br />

perseguitato da un destino avverso<br />

e beffardo, che vede all’improvviso illuminare<br />

la sua vita misera dall’arrivo <strong>di</strong> un’ere<strong>di</strong>tà<br />

che gli giunge da parte <strong>di</strong> un parente emigrato<br />

in America.<br />

Ere<strong>di</strong>tà che però ha la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> spettare<br />

per intero al poveretto solo se lui non avrà<br />

figli. Se il figlio c’è, tutta la ricca ere<strong>di</strong>tà andrà<br />

a lui. Invece il pover’uomo, che dell’ere<strong>di</strong>tà<br />

tutto ignorava, un figlio ce l’ha. Lo ha appena<br />

riconosciuto, costretto dalla miseria, in cambio<br />

<strong>di</strong> un modesto compenso che lo avrebbe<br />

aiutato a liberarsi dai debiti. E così, da questo<br />

impe<strong>di</strong>mento, nascono gli equivoci e le <strong>di</strong>savventure<br />

tragicomiche della comme<strong>di</strong>a, metafora<br />

<strong>di</strong> una società che si trasforma.<br />

Luigi De Filippo la ripropone al pubblico<br />

d’oggi in una sua personale, <strong>di</strong>vertente ed<br />

umanissima interpretazione che mette in risalto<br />

una delle caratteristiche più preziose del<br />

Teatro dei De Filippo: l’umorismo.<br />

Umorismo che rappresenta la parte agra, la<br />

parte amara della comicità. Comicità tutta<br />

napoletana che ci <strong>di</strong>verte ed appassiona attraverso<br />

un Teatro sempre attuale che, sorridendo,<br />

ci racconta la fatica <strong>di</strong> vivere.<br />

sabato 23 e domenica 24 gennaio, ore 21<br />

FRANKENSTEIN<br />

ossia il prometeo moderno<br />

scritto e <strong>di</strong>retto da Stefano Massini, liberamente<br />

ispirato al libro <strong>di</strong> Mary Shelley. Sandro<br />

Lombar<strong>di</strong> dà viso e voce alla creatura con Luisa<br />

Cattaneo, Daniele Bonaiuti, Antonio Fazzini,<br />

Amerigo Fontani, Roberto Posse.<br />

Fedele al materiale originale, messa da parte<br />

l’icona horror e la ricerca gotica della paura<br />

a tutti i costi, Massini mette in primo piano<br />

la sconcertante umanità della Creatura, scaraventata<br />

nel mondo con un bagaglio <strong>di</strong> inestricabili<br />

domande. La sua dolorosa solitu<strong>di</strong>ne è<br />

la chiave del testo e illumina a posteriori perfino<br />

il tortuoso percorso del giovane Victor<br />

verso la creazione. In un gioco continuo <strong>di</strong> ribaltamenti<br />

e <strong>di</strong> riman<strong>di</strong>, si scopre la tormentata<br />

continuità che lega la passione prometeica<br />

del ventiquattrenne Victor alla desolata<br />

<strong>di</strong>versità della sua Creatura, la cui rabbiosa<br />

protesta è la protesta dell’Uomo contro i limiti<br />

che lo stringono. Sarà il racconto della<br />

Creatura, grande maschera dominante sulla<br />

scena attraverso la proiezione del volto <strong>di</strong><br />

Sandro Lombar<strong>di</strong>, a far prendere vita ai personaggi<br />

<strong>di</strong> questo “Prometeo moderno”.<br />

biglietteria e abbonamenti<br />

preven<strong>di</strong>ta<br />

È possibile effettuare in qualsiasi momento negli<br />

orari in cui la biglietteria è aperta, oppure<br />

durante l’intervallo degli spettacoli, l’acquisto<br />

o la prenotazione degli spettacoli <strong>di</strong> prosa e dei<br />

concerti dell’ORT. La biglietteria resta aperta,<br />

con orario 10.00 - 12.30 e 17.00 - 18.30, durante<br />

la campagna abbonamenti, nelle tre giornate<br />

prima degli spettacoli <strong>di</strong> prosa e dal giorno<br />

prima dei concerti dell’ORT; è comunque<br />

possibile acquistare i biglietti in ogni momento<br />

in cui la biglietteria è aperta. La prenotazione<br />

effettuata personalmente avrà la precedenza<br />

su quella effettuata telefonicamente in caso <strong>di</strong><br />

coda alla biglietteria; i biglietti prenotati, che<br />

non verranno ritirati entro le ore 20.30 del<br />

giorno <strong>di</strong> spettacolo, torneranno a <strong>di</strong>sposizione<br />

del teatro. È vietato fare fotografie o tenere<br />

in funzione cellulari e altri <strong>di</strong>spositivi elettronici<br />

a suoneria durante lo spettacolo. È vietato<br />

introdurre cibi e bevande all’interno del teatro.<br />

Ai sensi della norma <strong>di</strong> legge in vigore è vietato<br />

fumare in tutti i locali del teatro. Gli abbonati<br />

sono pregati <strong>di</strong> comunicare eventuali cambiamenti<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo alla biglietteria del teatro. Si<br />

raccomanda la puntualità a teatro: a spettacolo<br />

iniziato non sarà consentito l’ingresso in sala.


pagina 21<br />

n. 5 - NOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> AgorÀ<br />

NOVITÀ IN LIBRERIA<br />

La Biblioteca Civica <strong>di</strong> <strong>Carrara</strong> consiglia...<br />

Rovereto Pino Attenti alle rose Bompiani<br />

Sergio viene abbandonato dopo tanti<br />

anni <strong>di</strong> matrimonio dalla moglie Gianna.<br />

Si lascia tentare da amori mercenari<br />

ma non si consola, perché, apparentemente,<br />

non ci può essere consolazione.<br />

Eppure, a poco a poco, qualcosa<br />

<strong>di</strong> profondo, che era come assopito,<br />

si ridesta. Sergio comincia a entrare<br />

in sintonia col mondo circostante, ed<br />

ecco allora fiorire delle “rose”, un giar<strong>di</strong>no<br />

<strong>di</strong> nuove consapevolezze dove le<br />

donne appaiono a Sergio in tutta la<br />

loro forza, fragilità, il loro coraggio. E<br />

neppure il tarlo della gelosia nei confronti <strong>di</strong> sua moglie, che pure<br />

sembra dettargli atti estremi, riuscirà a uccidere quella struggente<br />

fioritura.<br />

Brown Dan Il simbolo perduto Mondadori<br />

Robert Langdon, professore <strong>di</strong> simbologia ad Harvard, è in viaggio<br />

per Washington. È stato convocato d’urgenza dall’amico Peter<br />

Solomon, uomo potentissimo affiliato alla massoneria, nonché<br />

filantropo, scienziato e storico, per tenere una conferenza al<br />

Campidoglio sulle origini esoteriche della capitale americana. Ad<br />

attenderlo c’è però un inquietante fanatico che vuole servirsi <strong>di</strong><br />

lui per svelare un segreto millenario. Langdon intuisce qual è la<br />

posta in gioco quando all’interno della Rotonda del Campidoglio<br />

viene ritrovato un agghiacciante messaggio: una mano mozzata<br />

col pollice e l’in<strong>di</strong>ce rivolti verso l’alto. L’anello istoriato con emblemi<br />

massonici all’anulare non lascia ombra <strong>di</strong> dubbio: è la mano<br />

destra <strong>di</strong> Solomon. Langdon scopre <strong>di</strong> avere solamente poche ore<br />

per ritrovare l’amico. Viene così proiettato in un labirinto <strong>di</strong> tunnel<br />

e oscuri templi, dove si perpetuano antichi riti iniziatici<br />

Randall Cecilia Hyperversum Giunti<br />

Daniel ha una passione bruciante per<br />

un videogioco online, “Hyperversum”,<br />

che trasporta la sua fantasia nella storia.<br />

Dentro la realtà virtuale ha imparato a<br />

essere un perfetto uomo del Me<strong>di</strong>oevo<br />

e conosce tutte le astuzie per superare<br />

ogni livello <strong>di</strong> gioco. Una sera, Daniel<br />

gioca con alcuni amici e mentre vivono<br />

tutti insieme la loro avventura virtuale<br />

nel Me<strong>di</strong>oevo vengono sorpresi da una<br />

tempesta che li tramortisce: i ragazzi si<br />

ritrovano così in Fiandra, nel bel mezzo<br />

della guerra che vede contrapposte<br />

Francia e Inghilterra …<br />

Ludlum Robert, Van Lustbader Eric La scelta <strong>di</strong><br />

Bourne Rizzoli.<br />

Jason Bourne, l’impren<strong>di</strong>bile spia dall’identità spezzata, è tornato<br />

a vestire i panni del professore David Webb, e questa volta la sua<br />

vita sembra davvero al riparo dalle emozioni forti. Ma ben presto<br />

il pericolo irrompe anche nel tranquillo campus dell’università <strong>di</strong><br />

Georgetown. Un ex studente del professor Dominic Specter, collega<br />

e mentore <strong>di</strong> Webb, viene trovato morto, sfigurato da orribili<br />

torture che fanno pensare all’opera <strong>di</strong> una setta <strong>di</strong> fanatici. Specter,<br />

grazie ai suoi contatti nella CIA, ha scoperto che il giovane<br />

era in possesso <strong>di</strong> documenti top-secret, i piani <strong>di</strong> un attentato <strong>di</strong><br />

proporzioni straor<strong>di</strong>narie, ora scomparsi. È così che Webb deve<br />

tornare a essere Bourne. Perché solo lui può stanare chi si nasconde<br />

<strong>di</strong>etro lo spaventoso progetto criminale: la spietata Legione<br />

Nera…<br />

Panza Pierluigi La croce e la sfinge. Vita scellerata<br />

<strong>di</strong> Giovan Battista Piranesi Bompiani<br />

Giovan Battista Piranesi: incisore, scenografo, antiquario, ma prima<br />

<strong>di</strong> tutto, come venne definito dai suoi molti oppositori e rivali,<br />

“architetto scellerato”. “La croce e la sfinge” racconta la vita <strong>di</strong><br />

questo artista d’eccezione e dei suoi figli, la sua storia ribelle e<br />

avventurosa, che inizia a Venezia, per proseguire nella Roma delle<br />

rovine; la storia <strong>di</strong> un uomo le cui idee rivoluzionarie suscitano<br />

scandalo, così come il legame con la potente famiglia <strong>di</strong> Papa Rezzonico,<br />

che pensa <strong>di</strong> usarlo per i propri scopi politici. II libro è<br />

arricchito da documenti ine<strong>di</strong>ti e riproduzioni delle incisioni <strong>di</strong><br />

Giovanni Piranesi.<br />

Corona Mauro Storia <strong>di</strong> neve Mondadori<br />

Neve Corona Menin, l’unica bambina nata<br />

nel gelido inverno del 1919, è una creatura<br />

speciale. Tutti lo capiscono quando, con<br />

il semplice tocco della sua mano, alcuni<br />

compaesani in punto <strong>di</strong> morte guariscono<br />

miracolosamente. In effetti Neve altro non<br />

è che la parte buona della strega Melissa -<br />

guar<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> un raccapricciante inferno <strong>di</strong><br />

ghiaccio -, tornata sulla Terra per riparare i<br />

torti commessi in vita. Il padre <strong>di</strong> Neve però<br />

non tarda a vedere in questo dono misterioso<br />

un’occasione per arricchirsi e organizza insieme ad altri cinici<br />

compari una serie <strong>di</strong> finti miracoli, che attirano schiere <strong>di</strong> malati<br />

pronti a pagare pur <strong>di</strong> ottenere la grazia dalla piccola santa e innescano<br />

una spirale inarrestabile <strong>di</strong> ricatti, violenza e delitti...<br />

Eggers Dave Le creature selvagge Mondadori<br />

Nel 1963 l’autore e illustratore americano<br />

Maurice Sendak pubblicò “Nel paese dei<br />

mostri selvaggi”: il libro narrava la storia<br />

<strong>di</strong> Max, che una sera mentre gioca in casa<br />

combina un guaio. Per punirlo, la mamma<br />

lo manda a letto senza cena. Nella cameretta,<br />

con l’aiuto della sua immaginazione,<br />

il bambino fa sorgere una specie <strong>di</strong> giungla<br />

e intraprende un viaggio alla volta del.<br />

mostri terribili e davvero spaventosi; Max<br />

è in grado <strong>di</strong> soggiogarli fino ad<strong>di</strong>rittura a<br />

<strong>di</strong>ventarne il Re. In breve tempo il libro <strong>di</strong>venne un classico per<br />

l’infanzia <strong>di</strong> tutto il mondo. Qualche anno fa, il regista <strong>di</strong> culto<br />

Spike Jonze ha deciso <strong>di</strong> trasformare quella storia in un film ha<br />

chiesto a Dave Eggers <strong>di</strong> lavorare alla sceneggiatura.. Dal suo lavoro<br />

con Jonze è nato un romanzo, questo romanzo. “Le creature<br />

selvagge” è una favola per lettori <strong>di</strong> tutte le età piena <strong>di</strong> magia e<br />

<strong>di</strong> avventura, che ci porterà in compagnia <strong>di</strong> Max in un viaggio<br />

attraverso una terra meravigliosa e bizzarra...


AgorÀ n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> pagina 22<br />

Le nostre ra<strong>di</strong>ci<br />

IL SABATO DI QUINDICINA<br />

E ALTRI RACCONTI<br />

NOSTRANI<br />

<strong>di</strong> MAURIZIO bARATTINI<br />

“C’era una volta <strong>Carrara</strong> conta<strong>di</strong>na”<br />

è un volume che raccoglie<br />

i due libretti pubblicati<br />

da Maurizio Barattini, a breve<br />

<strong>di</strong>stanza l’uno dall’altro, con i<br />

titoli, rispettivamente, <strong>di</strong> “Palanche<br />

fuori corso” (1972) e<br />

“… e Berta filava (altre “Palanche<br />

fuori corso”) (1975).<br />

(...) mentre i lettori meno giovani<br />

non faranno fatica a ritrovarsi<br />

nelle vicende narrate in<br />

questo libro ed a rievocare un<br />

ricordo personale, i più giovani<br />

saranno indotti a riflettere<br />

sulla vita <strong>di</strong> quel lontano mondo<br />

agreste valutandola magari<br />

meno <strong>di</strong>namica ma forse più<br />

serena <strong>di</strong> quella attuale.<br />

dalla prefazione <strong>di</strong> Gualtiero<br />

Magnani<br />

n<br />

Il sabato<br />

<strong>di</strong> quin<strong>di</strong>cina<br />

Una volta quando era sabato<br />

<strong>di</strong> quin<strong>di</strong>cina - e questo, ovviamente,<br />

avveniva un sabato sì ed<br />

uno no - e ricorrevano i pagamenti<br />

delle <strong>di</strong>tte più importanti,<br />

walton, Fabbricotti, Dervillè,<br />

Lazzoni ed altre (si noti<br />

che il racconto è ambientato al<br />

1910-1911 o giù <strong>di</strong> lì), a <strong>Carrara</strong>,<br />

nel pomeriggio, vi era una<br />

animazione insolita. Alla mattina<br />

i «capi» portavano i mandati<br />

<strong>di</strong> pagamento in «banco»<br />

e poi verso le tre dopo pranzo<br />

andavano a ritirare i sol<strong>di</strong> per<br />

pagare gli operai. A quell’epoca<br />

non esisteva la busta paga<br />

ed i «capi» pagavano nelle<br />

cantine. Ognuno aveva la sua;<br />

il capo <strong>di</strong> Lorano pagava in via<br />

Lunense, quello dell’Amministrazione<br />

in via Cavour, quello<br />

della Strinato in via Vittorio<br />

Emanuele, quello dei bettogli<br />

alla Levatella, quello del Torrione<br />

al ponte della Lungina<br />

(Lugnola); tutte le cantine andavano<br />

bene purché avessero<br />

vino nostrale, non «toscano».<br />

Il capo sedeva al tavolo <strong>di</strong> marmo<br />

con i mucchietti <strong>di</strong> denaro<br />

davanti ed il «quin<strong>di</strong>cinale»<br />

aperto: «Tu quante giornate?»,<br />

chiedeva. «Quattro e mezzo»,<br />

«Va bene, sono ventidue lire e<br />

cinquanta centesimi». Due fogli<br />

da <strong>di</strong>eci lire, un «gavurino»,<br />

due ventini ed un palancone<br />

da 10 centesimi, <strong>di</strong> quelli con<br />

l’effige del Re Galantuomo.<br />

Avanti un altro! Nel giro <strong>di</strong><br />

mezzora le paghe erano <strong>di</strong>stribuite.<br />

I conteggi erano facili,<br />

non vi erano le trattenute per<br />

gli oneri, l’INAM e l’INPS e<br />

tutte le altre sigle, croce e delizia<br />

<strong>di</strong> oggi, erano sconosciute.<br />

La ricchezza mobile non so chi<br />

la pagasse, ma non certamente<br />

gli operai. Tante giornate a tanto<br />

dà tanto: il conteggio della<br />

paga era fatto. In quei tempi,<br />

però, sembra che i deputati<br />

quando andavano a Roma per<br />

le incombenze parlamentari<br />

fruissero soltanto del viaggio<br />

gratuito in ferrovia… ma non<br />

<strong>di</strong>vaghiamo, e torniamo al sabato<br />

<strong>di</strong> quin<strong>di</strong>cina.<br />

In ogni cantina vi era il catino<br />

dei lupini lessi e sale a volontà,<br />

pressappoco come avviene<br />

oggi nel bar quando uno<br />

prende l’aperitivo biascicando<br />

un’oliva o una patatina fritta,<br />

con la <strong>di</strong>fferenza che anziché<br />

ingoiare lentamente un liquido<br />

<strong>di</strong> colore imprecisato da<br />

un bicchiere lucente ed esile, il<br />

cliente allora asciugava, a gola<br />

piena, una panciuta «cavalleria»<br />

<strong>di</strong> vino <strong>di</strong> Spondarella o<br />

della Perla. Poi veniva il ragazzo<br />

- chi non ricorda il famoso<br />

«bimbo»! - con la teglia della<br />

calda-calda, la pila dei castagnacci<br />

ed il barattolo del pepe,<br />

e quin<strong>di</strong> altra bevuta, perché<br />

la calda-calda molto pepata<br />

faceva insorgere la sete. Lo attendevano<br />

cavatori, lizzatori,<br />

carratori, gente fiera e rude; ne<br />

ricordo uno che si chiamava<br />

Cafiero ed un altro Picarolo,<br />

in omaggio a capi anarchici<br />

ed agli ideali della libertà. Ma<br />

per i più l’anarchia si identificava<br />

in una sola aspirazione;<br />

essere liberi come l’aria che<br />

respiravano sui loro monti, ed<br />

essere anche liberi dalla morsa<br />

del bisogno, dall’incubo del<br />

Panorama <strong>di</strong> Fossola<br />

domani, quando per malattia o<br />

per il maltempo non avrebbero<br />

potuto salire ai monti con il<br />

«scialo» sulle spalle ed il pane<br />

in tasca. Allora avrebbero dovuto<br />

riaccendere i debiti appena<br />

spenti con il bottegaio e col<br />

padrone <strong>di</strong> casa, con la speranza<br />

<strong>di</strong> pagarli nella primavera e<br />

nell’estate, quando le giornate<br />

si sarebbero allungate per poter<br />

lavorare a «sopr’ora».<br />

Ma il sabato <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>cina le<br />

preoccupazioni e le malinconie<br />

erano ban<strong>di</strong>te, affogate<br />

nelle cavallerie. A gruppi gli<br />

operai lasciavano le cantine<br />

per avviarsi a casa, ma in strada<br />

cominciavano le <strong>di</strong>scussioni,<br />

si formavano crocchi e capannelli,<br />

ognuno <strong>di</strong>ceva la sua,<br />

parlavano anche in quattro alla<br />

volta. Fuori Porta brulicava <strong>di</strong><br />

gente, 1’«Antico forno <strong>di</strong> castagnacci<br />

<strong>di</strong> Onesti Angelo» rigurgitava.<br />

In via San Piero, alla<br />

trattoria della «Massesa», piccoli<br />

industriali, commercianti,<br />

agenti <strong>di</strong> cave - ceto interme<strong>di</strong>o<br />

-, parlavano <strong>di</strong> «varate»,<br />

<strong>di</strong> «sbassi», <strong>di</strong> «lapi<strong>di</strong>», degu-


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n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong> AgorÀ<br />

Proponiamo da questo numero alcuni racconti tratti da C’era una<br />

volta <strong>Carrara</strong> conta<strong>di</strong>na. Storie e leggende della gente del piano <strong>di</strong><br />

Maurizio barattini. Il volume raccoglie scritti che descrivono il<br />

periodo che va, all’incirca, dalla prima guerra mon<strong>di</strong>ale alla prima<br />

metà degli anni settanta; una galleria <strong>di</strong> acquerelli riproducenti<br />

con vivaci colori scene <strong>di</strong> vita carrarese<br />

stando le pietanze prelibate che<br />

avevano fatto assurgere quella<br />

trattoria dall’arredamento rustico<br />

a luogo <strong>di</strong> ritrovo per raffinati<br />

buongustai. E a <strong>Carrara</strong>,<br />

francamente, i buongustai non<br />

<strong>di</strong>fettavano. Via Vittorio Emanuele<br />

era una marea <strong>di</strong> teste e<br />

quando pioveva era tutto un<br />

tetto <strong>di</strong> ombrelli ver<strong>di</strong> e neri.<br />

Poco <strong>di</strong>stante dal monumento<br />

a Garibal<strong>di</strong> c’era un… servizio<br />

pubblico: un piccolo vano,<br />

protetto da due alte paratoie <strong>di</strong><br />

lamiera, che qualcuno chiama<br />

ancora, irriverentemente, col<br />

nome, ad<strong>di</strong>rittura, <strong>di</strong> un imperatore<br />

romano. Qui c’era la fila,<br />

come in tempo <strong>di</strong> guerra per<br />

la carne. Alla fine qualcuno si<br />

stancava <strong>di</strong> attendere ed utilizzava<br />

un angolo buio o il tronco<br />

<strong>di</strong> una palma. Una guar<strong>di</strong>a<br />

comunale - oggi vigile urbano<br />

- passeggiava sul marciapiede<br />

con l’elsa della sciabola poggiata<br />

all’avambraccio sinistro.<br />

Ora tutto è cambiato. Pare un<br />

paradosso, ma il tramonto <strong>di</strong><br />

quell’epoca e <strong>di</strong> quel costume<br />

trae la sua origine da pochi<br />

grammi <strong>di</strong> piombo sparati da<br />

una pistola in un lontano paese<br />

della penisola balcanica.<br />

n<br />

brucia il camino!<br />

Aveva cominciato a piovere<br />

il 16 <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre ed il giorno<br />

<strong>di</strong> Natale pioveva ancora.<br />

Era un’acqueruggiola leggera,<br />

sottile, che veniva giù senza<br />

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fretta, come passata al setaccio;<br />

ai monti nevicava ed era<br />

un freddo da lupi. Mia nonna<br />

era riuscita, alla meno peggio,<br />

a scaldare il forno con legna <strong>di</strong><br />

ulivo inzuppata d’acqua, ed il<br />

fumo giallastro si levava pigramente<br />

dal camino in quanto<br />

non tirava un alito <strong>di</strong> vento<br />

e l’aria intorno era pesante e<br />

cupa. Comunque ci era riuscita,<br />

e la ma<strong>di</strong>a era piena <strong>di</strong> pane<br />

croccante e <strong>di</strong> focacce casalinghe<br />

con l’uva secca e i pinoli.<br />

Nel pomeriggio della vigilia <strong>di</strong><br />

Natale mia madre e mia nonna<br />

impastarono e fecero la sfoglia<br />

per i tortelli, sbatterono uova,<br />

tritarono carne e bietole, spennarono<br />

i polli, non trascurando<br />

<strong>di</strong> mettere al fuoco il pranzo<br />

della sera: i cavoli e i fagioli<br />

della «vigilia nera» che andava<br />

rispettata. C’era in casa quel<br />

daffare proprio <strong>di</strong> ogni famiglia<br />

alla vigilia <strong>di</strong> una festa e<br />

particolarmente <strong>di</strong> un solennità<br />

come il Natale. Allora non vi<br />

erano i prodotti alimentari ed<br />

i dolci confezionati e scatolati,<br />

ed ognuno si arrangiava come<br />

poteva. La mattina <strong>di</strong> Natale,<br />

dopo la prima Messa, le donne<br />

erano <strong>di</strong> nuovo a sfaccendare<br />

intorno a tegami e pentole; a<br />

sventolare il fornello perché il<br />

carbone era umido e non voleva<br />

accendersi, ad attizzare<br />

il camino per mettere a bollire<br />

l’acqua per i tortelli. Fuori<br />

pioveva, la solita pioggia sottile,<br />

senza tregua, e solo l’allegro<br />

scoppiettio del fuoco e l’odore<br />

invitante della cucina riuscivano<br />

a cacciare te<strong>di</strong>o e tristezza<br />

dall’animo.<br />

«A momenti possiamo buttarli<br />

giù», <strong>di</strong>sse mia nonna alludendo<br />

ai tortelli, dopo aver sollevato<br />

il coperchio del paiolo<br />

che ronfava sul fuoco.<br />

Ma in quel momento successe<br />

il guaio: una placca <strong>di</strong> caligine<br />

infuocata si staccò dal camino<br />

e cadde sul focolare. Mia<br />

nonna cacciò la testa sotto alla<br />

cappa e gridò: «brucia il camino!»,<br />

ed ebbe la prontezza<br />

<strong>di</strong> rovesciare, nello stesso momento,<br />

l’acqua del paiolo sul<br />

fuoco, spegnendolo. Iniziò il<br />

parapiglia. Noi bimbi si correva<br />

da una stanza all’altra, mia<br />

madre e mia nonna, affacciate<br />

alla finestra, chiamavano, tutte<br />

e due contemporaneamente,<br />

mio padre che era in cantina<br />

a preparare i vini. Non si sapeva<br />

da che parte incominciare.<br />

I pompieri a quell’epoca<br />

erano solo nelle gran<strong>di</strong> città<br />

e noi abitavamo in campagna,<br />

su una collina, senza case vicine.<br />

Mio padre arrivò <strong>di</strong> corsa.<br />

Senza far parola staccò la<br />

doppietta dal muro, vi mise le<br />

cartucce, alzò i cani, e, con il<br />

corpo a metà sotto al camino,<br />

portò l’arma alla spalla e sparò<br />

i due colpi. Agli spari successe<br />

un <strong>di</strong>luvio <strong>di</strong> calcinacci e caligine<br />

infuocata. Il focolare era<br />

pieno - ci saranno state due<br />

carriolate <strong>di</strong> roba - ma il fuoco<br />

era spento, il camino non bruciava<br />

più.<br />

Rimosse le macerie e riacceso<br />

il fuoco mia nonna riprese la<br />

preparazione del pranzo, che<br />

andò un po’ alle lunghe. Ma<br />

tanto pioveva!<br />

Da allora ho sempre avuto un<br />

brutto ricordo <strong>di</strong> quel Natale<br />

rovinato dal camino che bruciava.<br />

Ora lo rimpiango come<br />

il più bello che io abbia passato.<br />

n


AgorÀ n. 5 - nOVEMBRE DICEMBRE <strong>2009</strong><br />

pagina 24<br />

Le nostre ra<strong>di</strong>ci<br />

IL SABATO DI QUINDICINA<br />

E ALTRI RACCONTI NOSTRANI<br />

<strong>di</strong> MAURIZIO bARATTINI<br />

Dar da mangiare<br />

al fuoco<br />

Il costume <strong>di</strong> dare «da mangiare<br />

al fuoco» la sera della<br />

vigilia <strong>di</strong> Natale, echeggiava,<br />

nonostante la cristianità della<br />

ricorrenza, un rito pagano.<br />

Ho visto farlo anch’io quando<br />

ero ragazzo, perché l’usanza<br />

era ancora in vita prima della<br />

guerra quin<strong>di</strong>ci-<strong>di</strong>ciotto, almeno<br />

nelle campagne. Poi lo<br />

sviluppo tecnico, il progre<strong>di</strong>re<br />

della scienza e le nuove concezioni<br />

ideologiche, lievitati<br />

dalle rovine ancora fumanti<br />

dello scempio bellico, hanno<br />

<strong>di</strong>strutto la tra<strong>di</strong>zione, seppellendola<br />

insieme a tante altre<br />

ancorate al passato e che, pure<br />

con un tantino <strong>di</strong> ingenua retorica,<br />

erano circonfuse da un<br />

alone <strong>di</strong> misteriosa poesia. Ma<br />

cosa conta la poesia! Eppure<br />

se la scienza riuscisse a <strong>di</strong>ssolvere<br />

i veli che ancora coprono<br />

misteri inesplorati della vita, e<br />

a <strong>di</strong>mostrare con formule glacialmente<br />

esatte, nuda e cruda,<br />

la <strong>di</strong>namica dell’umanità,<br />

potrebbe darsi il caso <strong>di</strong> arrivare<br />

a rimpiangere l’era delle<br />

caverne. Pazienza! An<strong>di</strong>amo<br />

avanti!<br />

Nella cena della vigilia il piatto<br />

base era la zuppa <strong>di</strong> cavoli<br />

e fagioli. Quei cavoli chiamati<br />

«neri» e «bronzini», dalle foglie<br />

bernoccolute e arricciate,<br />

erano in<strong>di</strong>spensabile vivanda<br />

nella sera che precedeva la mistica<br />

notte. Li cuocevano nel<br />

paiolo che per un paio d’ore<br />

doveva ronfare appeso alla catena<br />

del camino ove ardeva il<br />

fuoco dei ciocchi <strong>di</strong> ulivo, sorretti<br />

da capifuoco in ferro battuto,<br />

molti dei quali recavano<br />

Archivio Programma Immagine<br />

originali tracce artigianali. Ne<br />

ricordo due dal fusto decorato<br />

<strong>di</strong> foglie <strong>di</strong> alloro e corimbi <strong>di</strong><br />

bacche, che sbocciavano in un<br />

cerchio sommitale sul quale<br />

era possibile posare il piatto, e<br />

quin<strong>di</strong> due persone potevano<br />

consumare il pasto <strong>di</strong> fronte<br />

all’allegro scoppiettio della<br />

fiamma.<br />

Abbrustolivano larghe fette <strong>di</strong><br />

pane casalingo che, convenientemente<br />

strofinato con l’aglio,<br />

veniva posto nella zuppiera,<br />

ammollato con abbondanti<br />

mestolate <strong>di</strong> cavoli e fagioli,<br />

e irrorato <strong>di</strong> olio che, in quella<br />

occasione, non risentiva la<br />

parsimonia del gesto nell’inclinazone<br />

della bottiglia o del fiasco!<br />

Questa era la zuppa della<br />

vigilia <strong>di</strong> Natale. La pietanza<br />

era costituita, quasi sempre,<br />

da baccalà, fritto o lessato,<br />

con i ceci, oppure da aringhe<br />

abbrustolite sulla graticola;<br />

niente carne, era «vigilia nera»<br />

e basta. Poi sono intervenuti<br />

pronunciamenti ecclesiastici,<br />

i canoni sono stati riformati,<br />

sono state ammesse eccezioni<br />

per malati, vecchi e bambini<br />

- e qual cuno si è infilato <strong>di</strong>…<br />

contrabbando! -, la vigilia è<br />

<strong>di</strong>ventata simbolica, ed oggi<br />

chi ne ha voglia può mangiare<br />

senza scernere le cibarie, sollevato<br />

da ogni preoccupazione<br />

confessionale e conseguente<br />

strascico penitenziale.<br />

Un anno, a causa dei bruchi<br />

che li avevano devastati, non<br />

si trovarono i cavoli neri e mio<br />

nonno era fuori della grazia<br />

<strong>di</strong> Dio; non sapeva dove scovarli!<br />

A forza <strong>di</strong> scervellarsi<br />

si ricordò che nel piano <strong>di</strong><br />

Massa, a Ricortola, abitava un<br />

suo amico, a favore del quale<br />

aveva anche testimoniato,<br />

contribuendo all’assoluzione,<br />

quando gli fecero il «debà»<br />

in tribunale (débat, gallicismo<br />

ere<strong>di</strong>tario dal generale Lannes!),<br />

per via <strong>di</strong> una fucilata<br />

che partita accidentalmente<br />

aveva ferito una donna nei<br />

prati <strong>di</strong> Gotara. Era una mattinata<br />

fred<strong>di</strong>ssima, i campi<br />

erano coperti <strong>di</strong> brina, pareva<br />

avesse nevicato, mio nonno si<br />

buttò lo scialle sulle spalle ed<br />

imboccò il viottolo tra i campi.<br />

Ritornò che era quasi mezzogiorno,<br />

felice e contento, con<br />

un fascetto <strong>di</strong> cavoli. Anche in<br />

quell’anno <strong>di</strong> carestia leguminaria<br />

fu possibile solennizzare,<br />

rispettando l’usanza, la vigilia<br />

<strong>di</strong> Natale! Questa cena austera<br />

e frugale nella parte essenziale<br />

aveva un’appen<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> golosità:<br />

frutta secca, focaccia e vino<br />

buono. Fichi secchi e zibibbo<br />

prodotti del terreno e fatti<br />

seccare sui graticci <strong>di</strong> vetrici,<br />

noci, nocciole e mandorle;<br />

fettone senza risparmio, tagliate<br />

da focacce grosse come<br />

una ruota <strong>di</strong> carriola e tonde<br />

come la luna piena. Le focacce<br />

impastate nella ma<strong>di</strong>a casalinga<br />

con abbondanza <strong>di</strong> uova,<br />

uva secca e pinoli, venivano<br />

ammorbi<strong>di</strong>te e rese croccanti<br />

dall’olio nostrano, del primo<br />

uscito dal torchio, e che per<br />

questo si chiamava <strong>di</strong> «cima».<br />

Ed ora veniamo alla cena per<br />

il fuoco. Mio nonno prendeva<br />

scodella e cucchiaio, attingeva<br />

un paio <strong>di</strong> cucchiaiate <strong>di</strong> zuppa,<br />

un pezzetto <strong>di</strong> baccalà o <strong>di</strong><br />

aringa, una manciatina <strong>di</strong> frutta<br />

secca, mezza fetta <strong>di</strong> focaccia,<br />

e rovesciava tutto sul fuoco<br />

che con breve sfrigolio…<br />

<strong>di</strong>vorava la «sua cena». Il rito<br />

era compiuto, il fuoco «aveva<br />

mangiato»!<br />

Assolto l’obbligo e fattasi il<br />

segno della Croce, che nella<br />

vigilia <strong>di</strong> Natale era <strong>di</strong> rigorosissima<br />

osservanza, tutta la famiglia<br />

prendeva posto attorno<br />

al tavolo.<br />

Superstizione, nebuloso resto<br />

<strong>di</strong> paganesimo tramandato nei<br />

secoli, <strong>di</strong> padre in figlio, senza<br />

che nessuno ne ricordasse le<br />

origini, rito propiziatorio? E<br />

chi lo sa! Una cosa è certa: la<br />

vigilia <strong>di</strong> Natale il fuoco doveva<br />

partecipare alla cena!<br />

> continua

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