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Leggi il documento - Consorzio della Quarantina

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MELE MERITO<br />

Noi tutti meritiamo di mangiare <strong>il</strong> meglio soprattutto in una società virtualmente basata<br />

sulla comune possib<strong>il</strong>ità di scegliere.<br />

L’idea di tornare a concentrare l’attenzione sulle vecchie varietà locali di melo, nasce<br />

dalla necessità di recuperare produttivamente un patrimonio che ora più che mai<br />

rischiamo di perdere per sempre.<br />

Nell’autunno 2010 molti vecchi meli del Genovesato hanno fruttificato in abbondanza,<br />

talvolta come non si vedeva da anni. I frutti erano belli, sani e spesso di dimensioni<br />

ragguardevoli. La visione globale di questo articolato insieme di differenti forme, colori<br />

e sapori, ha riproposto <strong>il</strong> problema dell’abbandono dei vecchi meli e la urgente necessità<br />

di recuperarli e rivitalizzarli anche per poterne ricavare nuovo materiale da innesto,<br />

indispensab<strong>il</strong>e per la loro riproduzione.<br />

Il Mand<strong>il</strong>lo dei Semi, in seno al <strong>Consorzio</strong> <strong>della</strong> <strong>Quarantina</strong>, è <strong>il</strong> luogo ideale per tentare<br />

di avviare una seria azione di indagine volta al recupero produttivo delle varietà locali di<br />

melo.<br />

Ogni singolo albero è allo stesso tempo testimone e lascito di generazioni di contadini<br />

che hanno fondato la propria esistenza sullo stretto rapporto con <strong>il</strong> nostro territorio. Se<br />

questi monumenti viventi si trovano ancora sui bordi dei campi, sugli argini delle fasce,<br />

nei terreni abbandonati o nei giardini di vecchie dimore di campagna, è perché qualcuno<br />

li ha scelti, piantati, innestati e curati, finché ha potuto. Non c’è mai stata casualità<br />

nella scelta di una varietà e se un albero da frutto non meritava cure e tempo lo si<br />

abbatteva per far posto ad un altro.<br />

Oggi siamo ancora in tempo per recuperare una gran parte di questo patrimonio in<br />

b<strong>il</strong>ico, ma dobbiamo farlo con un idea, un progetto, e una visione che preveda una<br />

prospettiva economica stimolante per tutti coloro che potranno e vorranno impegnarsi<br />

nel recupero.<br />

Proviamo a censire almeno le varietà che abbiamo intorno a casa, nei nostri paesi, in<br />

quelli vicini e nei territori che meglio conosciamo. Prendiamo una marza, facciamo<br />

qualche foto ai frutti, innestiamo un selvatico e cerchiamo di salvare tutto <strong>il</strong> possib<strong>il</strong>e.<br />

Poi proviamo a parlare fra noi per capire se qualcuno abbia tempo, possib<strong>il</strong>ità, voglia e<br />

convenienza a raccogliere, recuperare, raggruppare, conservare e propagare <strong>il</strong> maggior<br />

numero possib<strong>il</strong>e di varietà.<br />

Se ci riusciremo, anche solo in parte, avremo fatto qualcosa di importante.<br />

E anche noi lasceremo i nostri alberi.<br />

Mand<strong>il</strong>lo dei Semi – Torriglia, 16 gennaio 2011


Sergio Rossi<br />

sergirossi@fastwebnet.it ‐ www.civ<strong>il</strong>taforchetta.it

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