suor maria degli angeli beretta: un cuore assetato di ... - Cottolengo
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SUOR MARIA DEGLI ANGELI BERETTA: UN CUORE ASSETATO DI VERITÀ<br />
Suora <strong>di</strong> san Giuseppe B. <strong>Cottolengo</strong> <strong>di</strong> vita contemplativa<br />
Maria Beretta nasce a Cassinetta <strong>di</strong> Lugagnano, Milano, il 12<br />
<strong>di</strong>cembre 1916; cresce nella ridente campagna lombarda sulle rive<br />
del Naviglio. La sua è <strong>un</strong>a famiglia <strong>di</strong> gente semplice. Seconda <strong>di</strong><br />
cinque figli, Maria è <strong>un</strong>a bimba dalla salute fragile accompagnata da<br />
<strong>un</strong>’intelligenza <strong>di</strong> rara finezza.<br />
LA RADICE DEL DUBBIO<br />
Maria è profondamente riflessiva, molto sensibile: nel suo <strong>cuore</strong> gli<br />
eventi avranno sempre risonanze insospettate. A questo proposito<br />
troviamo nella memoria della sua infanzia <strong>un</strong> avvenimento che la<br />
segnò profondamente e che ricordava con <strong>un</strong>a grande luci<strong>di</strong>tà<br />
nonostante molti anni fossero passati. Lo raccontò <strong>un</strong> pomeriggio <strong>di</strong><br />
aut<strong>un</strong>no del 2001 a <strong>un</strong>a sorella della sua com<strong>un</strong>ità per rispondere<br />
alla sua espressa richiesta: “Parlami <strong>di</strong> come è nata la tua<br />
vocazione!”.<br />
Raccontava che, già prima dell’età scolare, aveva scoperto con<br />
dolore il dramma del male sotto le vesti della <strong>di</strong> menzogna: l’uomo<br />
può <strong>di</strong>re falsa <strong>un</strong>a cosa vera. All’epoca era ancora tanto piccola da<br />
non arrivare con la testa a sfiorare il piano del tavolo. Il fatto in<br />
questione aveva visto protagonista la mamma e testimone la figlia.<br />
Mamma Giuseppina non voleva riferire tutto al marito; Maria la<br />
mette in <strong>di</strong>fficoltà sostenendo ingenuamente la versione autentica<br />
dei fatti, la mamma la zittisce. La bambina è ridotta al silenzio; <strong>un</strong> episo<strong>di</strong>o consueto: la semplicità dei piccoli che<br />
mette gli adulti in grande imbarazzo!<br />
In apparenza, niente <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario, <strong>un</strong>a normale bugia tra moglie e marito… Maria ne resta profondamente<br />
scossa e vive questa esperienza come <strong>un</strong> vero e proprio conflitto interiore: l’uomo può <strong>di</strong>re vera <strong>un</strong>a cosa falsa e<br />
falsa <strong>un</strong>a cosa vera. Allora la verità esiste?<br />
La ra<strong>di</strong>ce del dubbio affonda nel suo <strong>cuore</strong>. Maria si incammina sul sentiero dello scetticismo: si convince sempre<br />
più che gli adulti passano per verità quello che in realtà loro conviene e dentro <strong>di</strong> sé conclude che “bene” e<br />
“male” non esistono, sono soltanto nomi vuoti, e che perciò a ciasc<strong>un</strong>o è lecito fare ciò che vuole. Vorrebbe<br />
allontanarsi dalla pratica religiosa, ma i genitori non lo permettono; Maria obbe<strong>di</strong>sce ma senza convinzione fino a<br />
<strong>di</strong>ciassette anni. Nel suo <strong>cuore</strong>, però, non è spenta la sete <strong>di</strong> verità!<br />
SETE DI VERITÀ<br />
È il 25 aprile 1934: nella vita <strong>di</strong> Maria sorge <strong>un</strong> giorno <strong>di</strong> Grazia:. Scocca l’ora precisa in cui il Signore si mostra,<br />
rivela il Suo volto attraverso i tratti <strong>di</strong> <strong>un</strong> viso umano, quello <strong>di</strong>afano e solenne del Card. Alfredo Ildefonso<br />
Schuster, Arcivescovo <strong>di</strong> Milano in visita pastorale a Cassinetta. Vedendolo in preghiera, Maria percepisce la<br />
presenza <strong>di</strong> Dio; la sua voce umile e potente si fa sentire nelle profon<strong>di</strong>tà del <strong>cuore</strong>: “Io ci sono! E sono per te”.<br />
Scriverà molti anni dopo nel suo <strong>di</strong>ario ricordando quei momenti:<br />
«Ho qui davanti a me <strong>un</strong>a rivista, dalle cui pagine spicca la figura <strong>di</strong>afana del car<strong>di</strong>nal Schuster. Quanti<br />
ricor<strong>di</strong>, Gesù! Era l’anno 1934, se non erro, il 25 aprile come oggi, forse l’ora medesima in cui sto ora<br />
scrivendo. Tutti i mille abitanti del mio paese erano rad<strong>un</strong>ati in piazza in attesa del Car<strong>di</strong>nale. E c’ero<br />
anch’io… in<strong>di</strong>fferente, scontenta, …Mi pare ancora <strong>di</strong> vedere: al <strong>di</strong> là del Naviglio Grande, <strong>un</strong>a macchina<br />
avanza lentamente… e dalla macchina sporge <strong>un</strong> viso <strong>di</strong>afano, <strong>un</strong>a mano scarna, bene<strong>di</strong>cente. Che cosa<br />
avvenne in quell’istante, Gesù?... Fu come se <strong>un</strong>a benda mi cadesse dagli occhi. Io ho sentito in<br />
quell’istante con <strong>un</strong>a certezza più che assoluta che Tu esistevi, che Tu mi volevi;…» 1 .<br />
Maria decide: vuole de<strong>di</strong>care la sua vita a quel Dio che ha fatto irruzione nella suo <strong>cuore</strong>. Ma dove? È la sorella<br />
minore a <strong>di</strong>rle del <strong>Cottolengo</strong> mentre nell’orto zappano insieme. Comprende che è il suo posto!<br />
Il 3 agosto 1935 parte per Torino; inizia <strong>un</strong> cammino che durerà 70 anni. I superiori scoprono presto la sua<br />
intelligenza, la fanno stu<strong>di</strong>are. Frequenterà le magistrali e successivamente il corso superiore che le permetterà <strong>di</strong><br />
insegnare ai ragazzi delle scuole me<strong>di</strong>e. Intanto il 16 luglio 1936 fa la vestizione: <strong>di</strong>venta <strong>suor</strong> Ersilia. Il 17 luglio<br />
1937 emette la sua professione religiosa.<br />
1 BERETTA SR ERSILIA, Diario manoscritto, dal 12-12-1956 al 24-4-1957, pp 105-106.
«Oh, Gesù, la gioia profonda che si sprigiona dall’incontro della tua infinita ricchezza con la mia infinita<br />
miseria… Tu, mai sazio <strong>di</strong> donare, io mai sazia <strong>di</strong> ricevere… Ci può essere <strong>un</strong> accordo che <strong>di</strong>a<br />
<strong>un</strong>’armonia più perfetta della nostra, Gesù? Io sono convinta <strong>di</strong> no» 2 .<br />
Dopo il compimento <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong>, siamo intorno al 1940, si prepara a partire per Compiano dove passerà gli anni<br />
della guerra come insegnante tra le bimbe del collegio. Prezioso ricordo <strong>di</strong> quel periodo è <strong>un</strong> brano<br />
autobiografico che <strong>suor</strong> Ersilia ci lascia nel suo <strong>di</strong>ario <strong>di</strong>eci anni più tar<strong>di</strong>:<br />
«Finite la scuole Tu mi destinavi per <strong>un</strong> istituto ove mi sarei trovata <strong>di</strong> giorno e <strong>di</strong> notte a contatto con<br />
giovinette dagli <strong>un</strong><strong>di</strong>ci ai quin<strong>di</strong>ci o se<strong>di</strong>ci anni. […] Orbene, durante i cinque anni che vi rimasi, mi<br />
accorsi <strong>di</strong> essere circondata da <strong>un</strong> senso <strong>di</strong> rispetto che confinava con la venerazione. […]. Me l’hanno<br />
detto loro espressamente: sentivano Te! Di mio non c’era proprio nulla… tranne miseria» 3 .<br />
Suor Ersilia conquistata da Cristo, la Verità, ne <strong>di</strong>venta trasparenza.<br />
Dopo la guerra, rientra alla Piccola Casa <strong>di</strong> Torino; inizia <strong>un</strong> periodo fondamentale della sua vita: venticinque<br />
anni <strong>di</strong> insegnamento alle giovani sorelle.<br />
La sua persona le affascina. Ne amano la semplicità, l’umiltà, la profon<strong>di</strong>tà ma soprattutto la capacità <strong>di</strong><br />
trasfigurare anche gli argomenti scolastici più ari<strong>di</strong> facendone dei trampolini dai quali lanciarsi verso la<br />
contemplazione delle verità eterne: è <strong>un</strong>a vera maestra <strong>di</strong> vita spirituale. Ma cosa significa per lei mettersi <strong>di</strong>etro<br />
<strong>un</strong>a cattedra e trasmettere conoscenza alle sorelle?<br />
«Tu sai Gesù che, a parte tutte le mie miserie, la mia inesperienza, […] per tua grazia, non ho mai<br />
considerato la scuola come fine a se stessa, ma come mezzo efficacissimo <strong>di</strong> ricerca della verità. Per me la<br />
Verità sei Tu solo Gesù. Le scolare che tu mi hai affidate in questi anni avvertono in me questa sete,<br />
Gesù, <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> Te e molte ne sono conquistate» 4 .<br />
Dal 1968 sarà maestra tra le giovani j<strong>un</strong>iores cottolenghine. Saranno anni caratterizzati da <strong>un</strong> clima che resterà<br />
in<strong>di</strong>menticabile per ciasc<strong>un</strong>a <strong>di</strong> loro. Maestra Ersilia riuscirà sempre a generare <strong>un</strong>ità, collaborazione, facendo<br />
leva sui talenti <strong>di</strong> ciasc<strong>un</strong>a, donando a tutte l’ascolto e la sua inconfon<strong>di</strong>bile capacità <strong>di</strong> entrare nella sintonia del<br />
<strong>cuore</strong> che mai più scorderanno.<br />
«Lei ci ha insegnato l’essenziale, vissuto nella com<strong>un</strong>ione, nella trasparenza e nella gioia.<br />
Era esigente, umile e forte. Dal suo contegno ne scaturiva <strong>un</strong>a Presenza incandescente <strong>di</strong> preghiera, che<br />
rivelava la sua perseverante com<strong>un</strong>ione con Dio. In lei si accentuava pure <strong>un</strong>a umanità ricca e delicata.<br />
Aveva il dono del <strong>di</strong>scernimento e vedeva l’animo in profon<strong>di</strong>tà» 5 .<br />
«Deo gratias! Suor maestra Ersilia, per la tua presenza umile e povera <strong>di</strong> spirito, ma ricca della sapienza<br />
<strong>di</strong> Dio: ci hai com<strong>un</strong>icato la grandezza e bellezza <strong>di</strong> Dio!» 6 .<br />
CONTEMPLANDO LA VERITÀ<br />
Nel 1974 chiede <strong>di</strong> passare alla vita contemplativa, <strong>di</strong> entrare in <strong>un</strong> monastero cottolenghino; e precisamente nel<br />
monastero “san Giuseppe”, situato all’interno della Piccola Casa <strong>di</strong> Torino. Sembra essere gi<strong>un</strong>ta l’ora <strong>di</strong><br />
realizzare l’antica aspirazione del suo spirito: stare nascosta. A cinquantotto anni il Signore le concede <strong>un</strong> tempo<br />
<strong>di</strong> cammino nella solitu<strong>di</strong>ne, nel deserto, nel silenzio <strong>di</strong> <strong>un</strong>a vita totalmente de<strong>di</strong>cata alla preghiera. Arriva il<br />
giorno dell’ingresso: 6 ottobre 1974. Il piccolo drappello <strong>di</strong> tre <strong>suor</strong>e lascia il cortile dello J<strong>un</strong>iorato e si <strong>di</strong>rige<br />
verso quello del Calvario 7 . Poche centinaia <strong>di</strong> metri per cambiare <strong>un</strong>a vita. Tutto è avvolto <strong>di</strong> silenzio e sobria<br />
semplicità: <strong>un</strong>a grata <strong>di</strong> legno, <strong>un</strong>a piccola porta:<br />
«oltrepasso la soglia <strong>di</strong> <strong>un</strong>a minuscola porta che mi introduce nel mondo misterioso dei contemplativi…<br />
La Madre Priora mi rivestì dello scapolare e … <strong>suor</strong> Ersilia moriva per lasciare il posto a <strong>suor</strong> Maria<br />
Agnese <strong>degli</strong> Angeli» 8 .<br />
Ora, introdotta dalla forza <strong>di</strong> Dio nel mondo dei contemplativi, è pronta per attraversare il deserto, portando nel<br />
suo <strong>cuore</strong> umano, in questo nuovo viaggio, tutti quelli che ha amato e ama.<br />
2 Idem, pp 18-19.<br />
3 BERETTA SR ERSILIA, Diario manoscritto, dal 28-9-1956 al 11-10-1956, p 13.<br />
4 Idem, p 13.<br />
5 CARDELLA SR M. TERESA, Testimonianza autografa, 16 agosto 2005.<br />
6 VIANO SR ROBERTA, Testimonianza autografa, 2 giugno 2005.<br />
7 Così si chiama il cortile della Piccola Casa <strong>di</strong> Torino su cui si affaccia l’ingresso del monastero “san Giuseppe”.<br />
8 BERETTA SR MARIA A. D . ANGELI, Fotocopia della lettera autografa in<strong>di</strong>rizzata alle sorelle j<strong>un</strong>iores, giorni<br />
successivi all’8 ottobre 1974.
Descrive la nuova vita con suggestive immagini bibliche:<br />
«… voglio anch’io <strong>di</strong>rvi qualcosa della mia giornata nel chiostro. Ha inizio alle 24 con <strong>un</strong>’ora <strong>di</strong><br />
adorazione che mi permette <strong>di</strong> immergere in Dio il giorno che muore e quello che nasce e <strong>di</strong> Consacrare<br />
il mondo a Dio nella lode. La recita del rosario mi permette <strong>di</strong> seminare sul mondo che dorme e su<br />
quello che veglia nel lavoro o nel male la preghiera dell’Ave che sembra fatta con i raggi che promanano<br />
dal Verbo – Incarnato…Una volta alla settimana, circa, la veglia si protrae, per la singola… sono ore<br />
in<strong>di</strong>menticabili <strong>di</strong> intimità con l’Amore che pulsa nel <strong>cuore</strong> <strong>di</strong> Cristo a cui ogn<strong>un</strong>o <strong>di</strong> noi porta tutto il<br />
mondo e le persone più bisognose in particolare. Alle 5, 30: lo<strong>di</strong>; segue la S. Messa, la recita <strong>di</strong> mattutino<br />
con <strong>un</strong>’ora circa <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione. Alle 9 circa: terza: è la nostra Pentecoste giornaliera: l’ora dello Spirito<br />
Santo. Alle 11: ora <strong>di</strong> adorazione personale chiusa da sesta. Gesù ci incontra al pozzo <strong>di</strong> Sicar<br />
promettendoci la fonte zampillante dello Spirito Santo che ci dona poi dall’alto della Croce… “Era circa<br />
l’ora sesta quando i soldati crocifissero Gesù…”. Alle 15 eccoci a celebrare il mistero della Croce con la<br />
recita <strong>di</strong> Nona. Il dolore <strong>di</strong> Cristo per il peccato del mondo e tuoi ti investe gemendo attraverso i Salmi.<br />
Alle 17 altra ora <strong>di</strong> adorazione chiusa dai Vespri. La giornata si conchiude con Compieta alle ore 20.<br />
Il lavoro riempie tutti gli intervalli» 9 .<br />
La voce <strong>di</strong> Dio si erge su tutte le altre voci, come all’inizio della creazione, su <strong>un</strong> mare <strong>di</strong> infinito silenzio, <strong>di</strong><br />
grande solitu<strong>di</strong>ne che dà ali al <strong>cuore</strong>.<br />
Per sei anni, dal 12 giugno 1978, svolge il suo servizio come Priora. Continua ad essere <strong>un</strong>a guida sicura, sa<br />
sdrammatizzare e sbloccare le situazioni con la sua arguta simpatia, riportando <strong>un</strong> raggio <strong>di</strong> luce nei normali<br />
momenti in cui le nubi si addensano sul cielo della com<strong>un</strong>ità. In questi anni, come in quelli passati, avrà modo <strong>di</strong><br />
esercitare il suo particolare dono del <strong>di</strong>scernimento con <strong>un</strong> accompagnamento <strong>di</strong>screto, capace <strong>di</strong> sostenere le<br />
sorelle nel cammino quoti<strong>di</strong>ano. Per incoraggiarle quando inevitabilmente il percorso si fa accidentato le<br />
raggi<strong>un</strong>ge con <strong>un</strong> biglietto: può contenere <strong>un</strong>a frase, <strong>un</strong> richiamo alla parola <strong>di</strong> Dio, <strong>un</strong> augurio.<br />
Nel giugno 1984 è ancora maestra fino all’agosto 1996. La vita del piccolo noviziato del monastero si svolge<br />
serena sotto la sua <strong>di</strong>rezione, in <strong>un</strong> clima <strong>di</strong> ascolto. I colloqui restano il momento fondamentale: sono <strong>un</strong>a vera<br />
ricerca del Signore, scrutando il <strong>cuore</strong> per <strong>di</strong>scernere la strada da prendere. L’attenzione verso le sorelle a lei<br />
affidate è costante e la <strong>di</strong>sponibilità totale.<br />
Con la conclusione del suo servizio <strong>di</strong> maestra inizia l’ultimo tratto <strong>di</strong> strada, che sarà l<strong>un</strong>go e duro da percorrere.<br />
Gli ultimi quattro anni saranno segnati dalla totale infermità fisica. Significativa la<br />
testimonianza del me<strong>di</strong>co che l’ha seguita in questo ultimo tempo della sua vita:<br />
«Quando la avvicinavo e toccavo le sue membra fragili e delicate, ma permeate <strong>di</strong><br />
<strong>un</strong>a certa sacralità, per svolgere il mio servizio <strong>di</strong> me<strong>di</strong>co, sempre me ne tornavo<br />
e<strong>di</strong>ficata, rincuorata e gioiosa, nonostante tutto. […] sapeva essere estremamente<br />
concreta, era sagace e perspicace nelle sue battute, anche spiritose, accompagnate<br />
da <strong>un</strong>o sguardo vispo e <strong>un</strong> po’ "birichino" e da <strong>un</strong> sorriso capace <strong>di</strong> conquistare<br />
chi<strong>un</strong>que. L'impressione che dava era <strong>di</strong> <strong>un</strong>a persona costantemente in ricerca, ma<br />
sempre vigilante nell'attesa <strong>di</strong> andare incontro al suo Signore» 10 .<br />
Il suo letto <strong>di</strong>venta <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> attrazione specialmente per i suoi “<strong>di</strong>aconi”, le<br />
sorelle che le prestano assistenza, <strong>un</strong> luogo dove possono attingere luce e sapienza.<br />
Fino all’ultima sera, in cui <strong>suor</strong> Maria <strong>degli</strong> Angeli conclude su questa terra la<br />
ricerca del suo Signore. È il 18 marzo 2005, vigilia della solennità <strong>di</strong> san Giuseppe,<br />
patrono del monastero.<br />
Maria Lara Broggi<br />
9 BERETTA SR MARIA A. D. ANGELI, Biglietto manoscritto, dal Monastero San Giuseppe 22 novembre 1974.<br />
10 RAMASSOTTO ELENA, Testimonianza autografa, 2005.