Miconews - settore agricoltura - Provincia di Venezia
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Un fungo basi<strong>di</strong>omicete<br />
“travestito” da ascomicete:<br />
Lachnella alboviolascens<br />
A volte la determinazione macroscopica, senza la conferma<br />
del microscopio, può portare a clamorosi e grossolani<br />
errori. Cosa questa che avviene puntualmente quando si<br />
incontrano, su rametti morti, colonie <strong>di</strong> funghetti, simili<br />
a coppette, biancastri e pelosi. La forma a piattino con i<br />
bor<strong>di</strong> rialzati, la mancanza <strong>di</strong> un gambo ed un imenoforo<br />
supero sembrano non lasciare dubbi sulla <strong>di</strong>visione<br />
(Ascomycotina) <strong>di</strong> appartenenza dei nostri carpofori. Anche<br />
noi (componenti del C.S. del Gruppo Amici Micologi<br />
Mirano), desiderosi <strong>di</strong> dare un nome alla specie trovata,<br />
orientammo la ricerca microscopica al rinvenimento <strong>di</strong><br />
aschi e <strong>di</strong> ascospore. Ma i primi vetrini non evidenziarono<br />
nessuno <strong>di</strong> questi elementi e le spore rinvenute, oltre ad<br />
essere poche, erano <strong>di</strong> forma <strong>di</strong>versa<br />
da quella aspettata. Si ipotizzò quin<strong>di</strong> che le spore,<br />
appartenenti ad una specie <strong>di</strong>versa,<br />
avessero inquinato il preparato<br />
esaminato, e che gli esemplari<br />
stu<strong>di</strong>ati fossero ancora immaturi.<br />
Fu grande la sorpresa e lo stupore<br />
quando il giorno<br />
dopo, analizzando ulteriormente il<br />
reperto, apparve<br />
un basi<strong>di</strong>o “ bello”, evidente e<br />
contornato <strong>di</strong><br />
numerosi basi<strong>di</strong>oli.<br />
Fu allora che ci ricordammo del<br />
genere Lachnella appartenente alla<br />
<strong>di</strong>visione Basi<strong>di</strong>omycota, composto<br />
da specie con caratteristiche<br />
esteriori simili a quelle <strong>di</strong> generi<br />
della <strong>di</strong>visione Ascomycota quali<br />
Lachnellula, Lachnum e Dasyscyphus.<br />
La cosa ci aveva così entusiasmato<br />
che ci impegnammo sia sul fronte<br />
fotografico, che in quello <strong>di</strong> ricerca.<br />
Nei giorni e settimane successive ogni “legnetto” che<br />
presentasse dei pallini bianchi veniva raccolto ed esaminato<br />
con cura; cercammo e trovammo conferma in bibliografia e<br />
su internet riguardo la forma e le <strong>di</strong>mensioni delle spore.<br />
Nessuna immagine <strong>di</strong> basi<strong>di</strong> veniva invece illustrata dalla<br />
“rete”. Da notare inoltre una notevole <strong>di</strong>fficoltà nel<br />
rintracciare i basi<strong>di</strong>, e questo avvenne in modo particolare<br />
negli esemplari <strong>di</strong> una raccolta fatta fuori dal nostro<br />
territorio (Lago <strong>di</strong> Garda), mentre in<br />
qualsivoglia vetrino si evidenziano sempre<br />
numerosi basi<strong>di</strong>oli.<br />
A giugno avevamo scattato più <strong>di</strong> 6 rullini<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>apositive (non tutte perfette, ma molte<br />
significative, in modo particolare quelle <strong>di</strong><br />
microscopia) e rinvenuto altre tre colonie <strong>di</strong><br />
esemplari.<br />
Quest’ultimo fatto avvalorerebbe la nostra<br />
ipotesi che Lachnella non sia un genere così<br />
raro in natura, oppure che non sia molto<br />
raro quantomeno nel nostro territorio <strong>di</strong><br />
Mirano (sotto un viale alberato <strong>di</strong> tigli sono<br />
stati rinvenuti a terra numerosi rametti<br />
secchi copiosamente invasi da colonie <strong>di</strong><br />
Lachnella).<br />
Stu<strong>di</strong>ando più a fondo l’ultimo<br />
ritrovamento sorse il dubbio che<br />
l’esemplare in oggetto potesse essere L.<br />
villosa e non L. alboviolascens.<br />
11<br />
Le <strong>di</strong>fferenze sporali e microscopiche<br />
sono molto piccole, la forma tondeggiante<br />
dei basi<strong>di</strong>omi in L. villosa è molto più regolare<br />
ed anche le <strong>di</strong>mensioni sono un po’ più piccole, inoltre<br />
i peli marginali sono più lunghi ed abbondanti (da<br />
cui probabilmente il nome “villosa”) e, per ultimo, la<br />
colorazione interna delle coppette è più chiara e priva <strong>di</strong><br />
sfumature violacee.<br />
Una caratteristica comune è che, all’interno del carpoforo,<br />
spesso nascono altri esemplari.<br />
Anche se le analisi sugli esemplari esaminati non è da<br />
considerarsi completamente esaustiva, è nostra opinione<br />
che non esistano <strong>di</strong>versità così evidenti tra le due specie<br />
esaminate tale da giustificarne la <strong>di</strong>stinzione (fatto questo<br />
confortato anche da vari autori che spesso le identificano<br />
come sinonimi).<br />
11 Lachnella alboviolascens<br />
12 Lachnella villosa<br />
12<br />
Alcuni funghi<br />
dell’oasi naturalistica <strong>di</strong> Ca’ Roman<br />
Nella parte più meri<strong>di</strong>onale della Laguna veneta, alla<br />
periferia estrema <strong>di</strong> Pellestrina, <strong>di</strong> fronte alla città <strong>di</strong><br />
Chioggia, si trova l’area <strong>di</strong> Ca’ Roman. Originatasi da un<br />
isolotto sabbioso per l’accumulo <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti, l’area si è<br />
nel tempo espansa creando gli ambienti tipici dei litorali<br />
veneziani: una spiaggia sabbiosa, dune ed una estesa<br />
pineta retrodunale. Divenuta l’Oasi <strong>di</strong> Ca’ Roman (Lipu),<br />
grazie alla tutela della sua integrità, è possibile osservare<br />
specie e piante rare o poco <strong>di</strong>ffuse ed una fauna tipica<br />
dell’ambiente dunoso, quali il martin pescatore, il gabbiano<br />
comune e il gabbiano reale, il cuculo e soprattutto il<br />
fratino e il fraticello. Si segnala inoltre la presenza, nel<br />
periodo invernale, del falco pellegrino e dello sparviero.<br />
Oltre a questa popolazione <strong>di</strong> uccelli abbondano dalla<br />
primavera fino all’autunno molte specie <strong>di</strong> funghi, dei quali<br />
presentiamo alcuni esempi.<br />
03<br />
Psathyrella ammophila (Durieu & Lèv.)<br />
P.D.Orton.<br />
Trattasi del rappresentante più comune e ricorrente dei<br />
litorali sabbiosi, frequente assieme ad Ammophila arenaria,<br />
pianta pioniera delle dune; questo funghetto fruttifica<br />
abbondante anche a<br />
pochi metri dal mare sulla battigia, incurante<br />
dell’ambiente salmastro, con il suo gambo insabbiato<br />
va a cercare nutrimento ed a proteggere il suo<br />
“partner” tra residui organici spiaggiati in un habitat<br />
<strong>di</strong>fficile e avverso.<br />
Peziza pseudoammophila Bon ex Dona<strong>di</strong>ni<br />
ascomicete semiipogeo crescente anch’esso<br />
con l’Ammofila arenaria. E’ caratteristico degli<br />
ambienti dunali, sabulicolo, infisso nel terreno per<br />
una lunga appen<strong>di</strong>ce, a maturazione apre a stella il<br />
suo apotecio per l’espulsione delle spore<br />
nell’ambiente circostante.<br />
Helvella spa<strong>di</strong>cea Schäff.<br />
(ex Helvella monachella,<br />
chiamata così per la<br />
forma<br />
caratteristica del<br />
cappello) simbionte<br />
con il<br />
pioppo, spunta<br />
abbondante in<br />
primavera con il suo<br />
cappello scuro dalla<br />
sabbia. In alcune zone<br />
ricercato, apprezzato<br />
e consumato previa<br />
cottura<br />
04<br />
Morchella esculenta (L.: Fr.) Fr. var.<br />
esculenta detta “spugnola” o “sponsiol”, dal cappello a<br />
forma <strong>di</strong> mitra composta da cellette irregolari tappezzate<br />
dagli aschi (contenitori e <strong>di</strong>spersori delle spore).<br />
Nasce singola o in piccoli gruppi nei giar<strong>di</strong>ni, nei<br />
parchi sotto alberi da frutta, frassini, pruni e viti.<br />
Sicuramente uno dei migliori funghi commestibili!<br />
(Sempre previa cottura prolungata, per eliminare l’acido<br />
helvellico, termovolatile)<br />
L’onnipresente Armillaria mellea (Vahl : Fr.)<br />
Kummel<br />
05<br />
comunemente chiamato “chio<strong>di</strong>no”. Fungo<br />
autunnale, lignicolo, attacca varie essenze<br />
arboree, prima uccidendole da parassita, poi continuando a<br />
nutrirsene come saprofita. Ricercato soprattutto<br />
nel Veneto, per il consumo alimentare è consigliata<br />
una prolungata cottura con l’eliminazione della prima<br />
acqua <strong>di</strong> vegetazione; è inoltre consigliato un<br />
consumo limitato e mai in pasti ravvicinati.<br />
03 Psathyrella ammophila<br />
04 Morchella esculenta var. esculenta<br />
05 Armillaria mellea