Annali dell'Islam - The Search For Mecca

nei
14. a. H.
§§ 173-175.
che tale moschea deve essersi trovata sul lato settentrionale della Ixasilica. '*• ^- ^
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[SIRIA. - Tradizioed
attigua ad essa, là dove oggidì e la gi-an corte.
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Né dobbiamo lasciarci trarre in inganno dalle notizie di demolizioni Damasco: Fonti
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chiesa cristiana: le parti essenziali della basilica, come già si disse. ia madinese e
rimasero sotto gli Arabi come erano sotto i Cristiani, e le demolizioni si
sirìa.]
ridussero alla soppressione di tutti gli edifici secondari, annessi sempre ai
templi cristiani, ossia la dimora dei preti e del personale addetto al culto
e alla custodia della chiesa, e i locali dove si conservavano i parati, gli
indumenti dei religiosi officianti, gli oggetti di valore e via discorrendo.
Lo stesso ibn Asàkir (cfi-. Maqrizi Marni., Il, 265) conferma tale aftermazione
accennando alla demolizione di altari, di camere e di arcate.
Ultima finale conclusione di tanti ragionamenti è dunque che la divisione
della chiesa in due parti non è un argomento in favore della tradizione
che metà della città fosse presa d'assalto e l'altra metà per trattato,
dacché siffatta divisione non é mai esistita se non nella fantasia
del popolo damasceno molto dopo gli eventi del 1-4. e del 15. H. (')
Nota 1. — Già nel iii sec. H. un giurista spagnuolo aiferma che, fondandosi sull'esempio dato
da abu TTbaydah e da Khàlid b. al-Walid circa la spartizione per metà delle chiese cristiane (compresa
quella di Damasco i paesi presi sulh*", i Musulmani di Spagna all'epoca della conquista si accordarono
coi Cristiani di Cordova per fare a metà la chiesa maggiore [San Vincenzo] di quella città. Nel 169 heg.,
secondo lo stesso, 'Abd al-ahmàn poi fa a Cordova quello che al-Walid fece in Damasco. Vedi al-Bayàn
a 1 - M u gh r i b, vers. Fagnan, H, 37a379 : cfr. a 1 - M a q q a r i D o z y, I, .568 (= I, 262 dell'ed. Cairo, 1302-1304).
§ 1 74. — («) ibn al-Grawzi narra l'assedio di Damasco sotto l'anno 18. H.
e riassume il testo di Tabari, senza aggiungere alcunché di nuovo, tranne
l'affermazione che ibn Ishàq ponga l'assedio nell'anno 13. IT. (Grawzi. I,
fol.
9,r.).
(6) al-Nuwayri pur esso riassume semplicemente le tradizioni di Sa^'f b.
limar conservate nel testo di Tabari (Nuwayri Leid., I, fol. 87,r.-37,v.).
(c) ibn al-AtJiir, che narra la presa di Damasco nel 18. H., dopo la
battaglia del Yarinùk (= Yarmùtjij, si attiene del pari al riassunto delle
tradizioni di Sayf raccolte in Tabari (Athir, II, 328-880) (»).
Nota 1. — Secondo tradizioni conservate da ibn abi Khaythamah e da al-Dawlàbi, nel bottino
mandato a Madinah dopo la resa di Damasco era inclusa anche Layla bint al-frùdi, fatta prigioniera
in quella (^rcostanza, e di cui si era anticamente innamorato 'Abd al-rahmàn b. abi Bakr al-Siddiq
durante un viaggio in Siria per ragioni di commercio (prima dell'invasione araba). Il Califfo 'limargli
fece dono della schiava (Furàt, fol. 82,r.). Questa notizia serve a meglio chiarire qualche punto oscuro
riguardante la pretesa spedizione su Dùmah al-C>andal, di cui abbiamo discorso nell'annata 12. H., §§ 182
e nota 1 ; 232 e segg.
§ 175. — Abulfeda pone l'as-sedio di Damasco nell'anno 13. II. e menziona
abù 'Ubaydah quale comandante generale delle forze musulmane:
questi .si attendò dinanzi alla porta Bàb al-Cfàbiyah, Khàlid \). al-Walid