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Annali dell'Islam - The Search For Mecca

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§ 172. 14. il. ti.<br />

'4. a. H. nell't'dilicio di tre geutjii tli costruzioni o di tn- stili diversi: il pagano<br />

'<br />

ni sulla presa dì antico, il Cristiano del basso impero e l'arabo musulmano (Por ter, 1. e,<br />

Damasco: Fonti<br />

j^ gyj. Esaminando l'edificio nel suo insieme, è facile scorgere che nella<br />

famadinesee basilica propriamente detta predominano i primi due elementi (il pagano<br />

sirla.)<br />

ed il cristiano), e che la pai-te schiettamente arabo-musulmana si riduce<br />

semplicemente alla costruzione della cupola centrale o cupola di piombo,<br />

dominante sul ghàrib o navata mediana della basilica, ed alla parte decorativa,<br />

la. quale oggi è purtroppo molto semplice, ma che prima dei<br />

numerosi incendi che l'hanno devastata doveva essere estremamente ricca,<br />

se possiamo prestar fede alle tradizioni musulmane (cfr. 86. a. H.). La parte<br />

genuinamente musulmana è la grande corte che fiancheggia la basilica sul<br />

suo lato settentrionale, e che fu certamente suggerita "agli architetti arabi<br />

dai resti del tempio antico pagano, abbandonato dai Cristiani di Arcadio,<br />

all'inizio del v secolo. Da ciò dobbiamo necessariamente concludere ohe<br />

le cosi dette demolizioni (^) di al-Walid debbono piuttosto intendersi come<br />

lavori di restauro e di ampliamento. Egli, cioè, rifece tutto il tetto, e nella<br />

parte centrale delle tre navate della basilica eresse la celebre cupola, per<br />

sorreggere la quale fu necessaiio costruu-e sei grandi piloni di muratura.<br />

La tradizione musulmana (cfr. Maqrizi Maral., II, 266-267) ha conservato<br />

precisa memoria delle grandi difficoltà incontrate nell'erezione di<br />

questa cupola, e pare che una volta i calcoli errati degli architetti abbiano<br />

avuto per effetto (per deficienza di fondazioni) lo sprofondamento<br />

dei piloni e la necessità di ricostruirli con ciu'a e dispendio assai maggiori.<br />

Il Califfo al-Walid lasciò nondimeno intatti i muri della basilica e<br />

perfino le finestre ad archi rotondi, che U. Porter (1. e, I, 64-67) ha giustamente<br />

riconosciute come opera di tempi anteriori all'età musulmana.<br />

La sola modificazione ai muri fatta dagli artefici arabi (non è possibile<br />

affermare se ciò avvenisse ai tempi di al-Walìd, ma pur è probabile), fu<br />

quella di aprire dei vani nel muro settentrionale tra le colonne dell'antico<br />

tempio pagano, allo scopo di lasciare libero l'adito dalla basilica alla grande<br />

corte, come vuole appunto lo stile delle moschee arabe.<br />

Passiamo ora alla narrazione di ibn Asàkir: egli afferma che nel<br />

centro del muro meridionale della basilica, dove ora si trova il grande<br />

mihràb (cfr. pianta, n. 1), i Cristiani avevano lasciato una grande porta<br />

d' ingresso, e che questa fu usata un tempo an-che dai Mu-sulmani. Tale<br />

affermazione è certamente corretta ed ha la sua prova nell'esistenza di un<br />

secondo mihràb, quello detto dei Compagni del Profeta (pianta, ii. 2j<br />

nella metà orientale della basilica: questo è evidentemente il mihràb più<br />

antico ossia quello adottato dai Musulmani come direzione delle loro pren88.

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