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Annali dell'Islam - The Search For Mecca

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§ 166. 14. a. H.<br />

14- a. H. corrotto ed assai oscuro). Se violavano uno di questi patti, sarebbero puniti<br />

'^"^'" multe confi.sche da computarsi (e addebitarsi) loro al pagamento<br />

ni sulla p^esa'di<br />

Damasco: Fonti della gizyali (?? senso oscuro, forse una lacnnn nel tosto) (Asakir,<br />

arabe della scuo-<br />

la<br />

madinese e<br />

, ,,, An \ fxji<br />

'»'• 48,V.-49,r.) [HJ.<br />

Siria.] Nota 1. — Egli è anche detto abiì HmUaylah Ishàq b. Bisr e pare sia stato autore di un'opera<br />

storica, intitolata Kitàb al-Futiìh (cfr. Yàqùt, 11,355, lin. 9|, o più precisamente Kitàb Futùli<br />

al -Sa. in (Yàqut, 111, 6(53, lin. 14'. Yàqùt infatti lo cita dieci volte nella sua opera storico-geografica,<br />

fondandosi sopra una copia fatta da abiì 'Amir Muhaminad b. Sa'dìin b. Marga al-'Abdari al-Mayiirqi<br />

[t 524 o 554. a. H.]. Tutte le notizie clie ci provengono da questo autore si riferiscono ad eventi tra l'anno<br />

12. e 15. H., ma sul conto di lui regna la massima oscurità. Il suo lavoro Futiih al-Sàm è citato due<br />

volte in Hagi (IV, 380, nn. 8907 e 891(i), sempre con la nisbah al-(^urasi, ina senza indicazione di data.<br />

Pare però certo che egli sia la stessa persona citata da ibn Hagar al-'Asqalàni [f 852. a. H.] come abti<br />

Hudzayfah al-Bukhàri, autore di un Futiih (Hagar, II, 120, lin. 4-5), ed in un altro passo (Hagar, I,<br />

564; cfr. anche De Goeje, Mémoire sur le Fotouh's-Scham, pag. 13, nota 2) quale autore di un'altra<br />

opera: al-Mubtadà'. Il Lees nella prefazione al testo dello Fseudo-Wàqidi (cfr. Wàqidi Lees,<br />

I, parte VI-VU) gli attribuisce anche un Futùh Bayt al-Muqaddas, o conquista di Gerusalemme<br />

'Hagi, 8921, voi. FV, 385, sulla fede del Ithàf al-akhissài, dandogli però la nisbah al-Qurasi,<br />

ed aggiunge correttamente che è autore molte volte citato da ibn 'Asakir [f 571. a. H.]. 11 De Goeje<br />

(1. e.) afferma (purtroppo senza dare la sua fonte) che al-Sakhàwi [j 902. a. H.], in un'opera, parla d'una<br />

storia dei Profeti scritta da un abu Hudzayfah Ishàq b. Bisr al-Bukhàri. Orbene il De Goeje (1. e.)<br />

ha osservato che negli <strong>Annali</strong> di ibn Taghribardi (Mahàsin, I, .592, lin. 14-15) si fa menzione [attinta<br />

al Ta-rikh al-islàm di al-Dzahabi, f 784. a. H.j di abfi Hudzayfah al-Bukhàri autore di un libro,<br />

detto al-Mubtadà' l'cfr. Hagi, V, 146, attribuito ad abS H. Is. b. Nasr al-Qurasi), e moi'to nel 206. a. H.<br />

•<br />

Non è aiTischiato il ritenere che tutti questi vari abu Hudzayfah debbano essere una e la stessa persona:<br />

il De Goeje esita dinanzi a siffatta identificazione, forse per la buona ragione che i testi conservati<br />

ed attribuiti ad abu Hudzayfah hanno un' impronta che non ispira grande fìilucia. Io non esiterei<br />

invero ad accettarne l'identificazione, ammettendo che questo abu Huclza^^fah sia morto nel 206. H., ma<br />

riporterei invece tutti i miei dubbi sulle tradizioni tramandate sotto il nome di abu Huclzayfah, ed esprimerei<br />

il timore che il testo autentico primitivo di abu Huijzayfah abbia potuto subire in età già molto<br />

antica manipolazioni analoghe a quelle che hanno trasformato l'opera storica di<br />

al-Wàqidi nei verbosi e<br />

vacui romanzi pseudo-waqidei. Le numerose tradizioni attribuite ad abu Hudzayfah, che troviamo nel<br />

testo di ibn Asakir, sono piene di tanti particolari, sovente oziosi e non di rado scorretti, ed inoltre<br />

hanno tanti punti di somiglianza con l'altro romanzo storico erroneamente attribuito ad abiì Ismà'il<br />

al-Azdi e pubblicato dal Nassau Lees (il Futiih Lees, nel novero delle nostre fonti), che è bene ancora<br />

accettare le tradizioni attribuite ad abu Hudzayfah con molte precauzioni e riserve. Sul problema intricatissimo<br />

delle fonti della conquista non è qui il luogo di parlare, ne posso ancora esprimere un giudizio<br />

sicuro sui rapporti fra l'opera di abu Hudzaj-fah ed i romanzi storici pseudo-waqidei, perchè non<br />

ho ricevuto sin oggi da Damasco la copia completa del manoscritto di ibn 'Asakir. Quando avrò potuto<br />

studiare tutta quell'opera di tanto pregio, mi sarà forse possibile il dare un giudizio più sicuro sul valore<br />

storico dei materiali che passano sotto il nome di abu Hudzayfah. Cfr. anche Heer, pag. 10.<br />

Nota 2. — [a) Non è chiaro che cosa s'intenda: è probabile però che si alluda alle cerimonie religiose<br />

dei Cristiani, durante le quali nelle chiese o per le strade davanti ad immagini sacre è consuetudine<br />

antichissima di accendere lumi: in questo caso si potrebbe arguire che fosse vietato ai Cristiani di celebrare<br />

funzioni religiose per invocare l'aiuto di Dio sulle armi dei Cristiani (Greci) contro i Musulmani.<br />

Non mi consta che i Cristiani avessei-o altre speciali circostanze, in cui essi, e non i Musulmani, accendevano<br />

lumi. Tutto al più potrebbe alludere alle luminarie che usano fare i Cristiani negli anniversari<br />

di santi, e potrebbe essere che i Musulmani vietassero queste manifestazioni pubbliche e clamorose di<br />

un culto estraneo. In ogni caso però il patto mi sembra fuor di posto in questo luogo: non è verosimile<br />

«lic gli Arabi avessero già intima conoscenza di tutti gli usi dei Cristiani, ed avessero già trovato moleste<br />

ed ofi'ensive sitt'atte usanze secondarie delle popolazioni cristiane della Siria. I conquistatori non<br />

erano fanatici religiosi, ed il divieto poliziesco di usanze schiettamente cristiane deve esser venuto solo<br />

in<br />

seguito dopo prolungato dominio musulmano e per influenza posteriore dei bigotti di Madinah e degli<br />

autocrati di Damasco, o meglio ancora di Bagjhdàd.<br />

[b\ [Nota aggiuntai. 1' ^^- Becker mi suggerisce di leggere invece di guerra santa > (gihàd\<br />

• funerali» (ganà'izi, parola che ha graficamente molta somiglianza con gihàd: in questa circostanza<br />

i Cristiani anche allora accompagnavano di giorno i morti con i ceri accesi (cfr. Roediger Chrest.<br />

Syr., pag. 17. Hu. 1: Harhebraeus Chronicon, pag. 216Ì.<br />

382.

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